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Monumento ai Caduti dello Stadio
"Lenin", Mosca 16.10.2016 |
Cerimonia in Memoria delle Vittime del Luzhniki
e dell' Heysel |
"Luzhniki e Heysel: Tragedie Gemelle" |
Commemorazione a Cura della Tifoseria
dello Spartak Mosca |
e dell'Associazione
Culturale "Quelli di... Via Filadelfia"
di Torino |
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Il silenzio degli innocenti
di Domenico Laudadio
Intervista a Beppe Franzo, Presidente
dell’Associazione "Quelli di…via Filadelfia", sul viaggio compiuto
da una sua delegazione in Russia al fine di onorare l’anniversario
del tragico evento avvenuto all’interno dello Stadio Centrale "Lenin"
di Mosca durante una partita di Coppa UEFA del 1982. Un numero altissimo
e mai precisato di spettatori perì tragicamente nei sottopassaggi
delle tribune a causa della calca improvvisa in seguito ad un goal
della squadra di casa. La tragedia fu nascosta e successivamente
minimizzata dal regime sovietico.
Ciao
Beppe, è davvero un piacere ritrovarti dopo qualche tempo ancora
per un’intervista ispirata da una memoria condivisa. Questa volta
però, nello specifico, raddoppiamo: non soltanto l’Heysel, ma anche
la sanguinosa tragedia causata il 20.10.1982
dalla calca del pubblico ammassato nei cunicoli dello stadio centrale
"Lenin" di Mosca (oggi ristrutturato e rinominato "Lužniki") che
fu occultata dal regime comunista sovietico per più lustri con il
tacito assenso della Uefa. Vuoi gentilmente raccontarci la genesi
di questo pregevole gemellaggio italo-russo nel nome di due grandi
e assurde stragi del calcio europeo del secolo scorso e in particolare
approfondire le tappe di questo viaggio nella capitale moscovita
assieme alla delegazione da te presieduta ?
Ciao Domenico, alcuni anni fa ebbi modo
di poter apprendere della tragedia del Luzhniki attraverso la lettura
di articoli trovati sul web. Avrei voluto saperne di più, ma l’occultamento
della vicenda, come hai detto giustamente, non ha dato adito a molti
scritti o informazioni sull’argomento. Poi avvenne uno di quegli
incontri che meno ti aspetteresti: in occasione della ‘Giornata
della Memoria delle Vittime dell’Heysel e di ogni manifestazione
sportiva’ di due anni fa presso il Comune di Torino, a margine della
serata, mi avvicinò un ragazzo che si presentò come inviato italiano
di ‘Sputnik Italia’, l’Agenzia di Informazione Internazionale russa
in lingua italiana. Mi chiese un’intervista e nel corso della stessa
dissi che intravvedevo una certa famigliarità tra la tragedia dello
Stadio Heysel e quella del Luzhniki e mi sarebbe piaciuto un giorno
poter andare a Mosca a rendere omaggio a quelle vittime innocenti.
Ritornato nella capitale russa, Riccardo (il nome del giornalista con cui divenni da allora amico) ne parlò con i tifosi dello Spartak,
in particolare con alcuni sopravvissuti a quell’evento e, nel giro
di alcuni mesi, ricevemmo come Associazione ‘Quelli di … Via Filadelfia’,
un invito in occasione dell’anniversario della tragedia, a Ottobre
2015. Nonostante avessimo pianificato il viaggio, purtroppo la sera
antecedente la partenza io ebbi un grave incidente stradale e i
miei amici rinunciarono al volo, dimostrando un grande senso di
amicizia e fratellanza. Per contraccambiare il gesto degli amici
russi, li invitammo a Torino nel Maggio 2016, dove parteciparono
in Comune alla serata prevista per l’anniversario dell’Heysel. Lev,
uno dei sopravvissuti di allora, ebbe modo di spiegare il contesto
di quella tragica serata del 21 ottobre 1982, confutando i dati
‘ufficiali’ con quelli ‘ufficiosi’, decisamente più drammatici di
quelli fino a oggi diffusi. A ottobre scorso, una nostra delegazione
si è finalmente recata in Russia al Monumento presso lo Stadio Luzhniki.
Secondo il tuo pensiero quali sono
effettivamente le analogie fra le due tragedie ?
Se penso che la morte avvenne in entrambe
i luoghi principalmente per asfissia, mi si raggela il sangue. Tragedie
del Calcio che hanno voluto essere dimenticate: perché sconvenienti,
in contrasto con un potere che vendeva agli occhi di tutti, sebbene
attraverso due forme di governo antitetiche (democrazia e totalitarismo),
l’idea di una Società e di uno Stato sicuri. Non si può, per entrambe,
fare a meno di evidenziare la corresponsabilità dell’UEFA, in quanto
si trattava di due partite internazionali. Analogie, purtroppo,
che hanno generato morte, attraverso il silenzio compiacente e opportunista
dei molti, troppi, "addetti ai lavori".

Hai scritto che si è praticamente
istituzionalizzato un gemellaggio fra le stragi, ma non, invece,
fra le sue tifoserie. Però qualcuno dei tifosi russi reduci di quella
malefica serata del 20 ottobre del 1982 indossava per "rispetto
dell’Heysel" la maglia della Juventus nell’incontro tenuto con voi
presso la loro sede storica. Secondo te sarebbe possibile oggi in
Italia vestire almeno una volta l’anno i colori degli avversari
per onorare pubblicamente la memoria dei loro caduti ? Ricordi,
lo ha fatto da calciatore anche il nostro presidentissimo Giampiero
Boniperti dopo la tragedia di Superga in una partita amichevole
fra Torino e River Plate… Altri uomini o altri tempi ?
"Gemellaggio fra le stragi" è sicuramente
l’espressione più corretta. Siamo stati accolti da tutti i tifosi
dello Spartak con una simpatia e con una passionalità che difficilmente
potremo dimenticare, ma non ho voluto appositamente parlare di gemellaggio
tra le tifoserie, in quanto per dar vita a ciò occorre il bene placito
di un’intera tifoseria, di tutti i gruppi che la compongono. Credo
che, attraverso il tempo, ‘se son rose, fioriranno’, diversamente
rimarrà una grande amicizia e un profondo senso di rispetto da entrambe
le parti. Mi ha molto colpito vedere che in Russia, il 21 ottobre,
in occasione della tragedia del Luzhniki, molte tifoserie dedicano
striscioni a quelle vittime, indipendentemente dalla simpatia o
antipatia tra di loro. Reputo molto difficile che la stessa cosa
possa un giorno avvenire in Italia, ma spero di sbagliarmi. Sicuramente
è ’lo spirito del tempo’, perché, come tu hai evidenziato, persino
Giampiero Boniperti indossò la maglia granata per onorare i caduti
del Grande Torino.
Oltre a voi, era presente sul posto
un altro italiano e juventino doc, Massimo Carrera, nostro calciatore
degli anni 90 e attuale allenatore dello Spartak Mosca. Mi sembrava
emotivamente molto coinvolto durante la cerimonia. Cosa vi ha detto
in privato a riguardo della manifestazione ?
Massimo Carrera ha dimostrato di essere
un grande, se ancora vi fosse bisogno di riscontri. Era emotivamente
provato dal ricordo di entrambe le tragedie. Aveva, ovviamente,
conosciuto molto dell’Heysel, ora ha iniziato a conoscere in maniera
più approfondita il Luzhniki.
Negli anni dell’opprimente e austero
regime sovietico in quali modi potevano sostentarsi e aggregarsi
degli Ultras in Russia ? I vecchi tifosi dello Spartak vi avranno
raccontato molte cose…
I vecchi Ultras dello Spartak sono stati
molto ospitali con noi, e abbiamo avuto modo di poter parlare degli
albori del tifo in Russia. Furono tempi molto duri, dove ogni fenomeno
di aggregazione sociale veniva visto come un possibile focolaio
di insurrezione antigovernativa, motivo per cui la mannaia della
repressione si abbassò sulle teste degli Ultras. Ci raccontarono
di tempi, parliamo di fine Anni ’70, in cui allo Stadio era proibito
anche solo urlare ‘Forza Spartak!’ e spesso alcuni di loro si chinavano
o dovevano mettersi una mano davanti alla bocca per lanciare l’urlo,
celandolo ai poliziotti che li controllavano dal campo. I ‘dissenzienti’
venivano intercettati ai cancelli d’uscita e portati nei vari Commissariati.
Succedeva che, in taluni casi, arrivasse direttamente una lettera
sul luogo di lavoro, che voleva dire licenziamento immediato. Proprio
per poter meglio controllare il deflusso dallo stadio, venivano
limitate le aperture delle porte d’uscita, col risultato che si
creavano ingorghi spaventosi. Da una di queste situazioni nacque
appunto il tragico evento dello Stadio Luzhniki del 1982.
I testimoni oculari della mattanza
furono individualmente perseguiti e messi a tacere dal regime ?
Come riuscirono a coprire un tale disastro ? Tu hai raccolto le
loro testimonianze ?
Non ci fu necessità di perseguire nessuno
perché il Regime occultò totalmente la vicenda e, in un clima di
assoluta non circolazione della notizia, occorsero molti anni prima
che il tutto fosse reso pubblico, in quanto le notizie circolavano
solo tramite la diffusione orale, ed è facile intuire che molti
fossero terrorizzati di venire smascherati raccontando il tutto.
Non ho potuto raccogliere testimonianze, le ho solo potute sentire
da parte di qualche reduce di allora e, per mia fortuna, avendo
un interprete bravissimo, sono riuscito a comprendere ottimamente
i loro racconti.
Oblio Heysel: familiari delle vittime
dimenticati da tutti per decenni… Oblio Lenin: familiari delle vittime
minacciati di non scrivere la verità sulle tombe dei loro cari…
Tu sei un grande appassionato di storia… Perché, secondo te, la
verità fa sempre tanta paura nella memoria di un contesto storico
? Se pensiamo alle Foibe, ignorate dai libri di scuola per 50 anni
oppure a chi ancora oggi nega l’olocausto…
La Verità è scritta dai Vincitori o dai
detentori del potere. Ammettere le colpe o le responsabilità, in
tragedie calcistiche come quelle dell’Heysel e del Luzhniki, vorrebbe
dire evidenziare le proprie colpe e responsabilità e, quindi, dare
un’idea diversa dell’ordine pubblico, spesso discordante con quella
che si è voluto far credere.
Al di là di tutto contava in primis
l’esperienza umana, il contatto fra le genti. Da questo punto di
vista è stato un momento alto di civiltà e di storia delle due tifoserie.
Scusami, non vorrei trascinarti in una polemica sterile, ma a questo
punto oserei chiederti se questo viaggio non abbia ricevuto, a mio
parere, un meritevole e doveroso sostegno dei media italiani: per
vostra scelta, quindi per disinformazione passiva o come abitualmente
per snobismo ?
Hai fatto una considerazione importante:
è stato un grande (e commovente) momento di civiltà e di storia,
compiuto dalle due tifoserie. Volutamente, da entrambe le parti,
abbiamo dato riscontro del gesto a commemorazione avvenuta, perché
non volevamo creare fraintendimenti. Non ritenevamo opportuno che
un gesto spontaneo, nobile, ma soprattutto fatto col cuore, potesse
essere scambiato come un atto ricercato a solo titolo di ‘propaganda’,
di ‘pubblicità’ da parte dei rispettivi gruppi o associazioni. Purtroppo,
anche quando ciò è stato reso pubblico, mi è parso di capire che
buona parte degli organi massmediatici siano più propensi a parlare
delle tragedie a ridosso delle stesse, per poter riempire i giornali
o dedicare trasmissioni incentrate sui ricordi, più che capire a
fondo il dramma ancora vivo in molti.

Fermiamole in un dipinto. Quale,
quali le immagini più care del viaggio che ti porti nel cuore al
termine di questa tua indimenticabile esperienza ?
Due istantanee. La prima: con in mano la
corona di fiori con sopra apposto il nome della nostra Associazione,
ho alzato gli occhi al cielo e ho visto di fronte a me il monumento
adiacente allo Stadio Luzhniki. Per un attimo ho provato un brivido,
perché su quella pietra è scolpita una sofferenza che molti ignorano.
La seconda: giunto sulla Piazza Rossa non avrei mai pensato di potervi
un giorno arrivarci, e il ricordo è andato a mio nonno, a colui
dal quale ereditai un Nome e un Cognome senza nemmeno poterlo conoscere,
in quanto i suoi resti riposano, chissà dove, in terra russa.
Per concludere, Beppe, ti ringrazio
della paziente, cortese e amichevole collaborazione ed avrei moltissimo
piacere che ci presentassi al meglio la vostra Associazione Culturale
"Quelli di…via Filadelfia": origini, attività, sue finalità…
L’associazione senza fini di lucro "Quelli
di... Via Filadelfia", costituitasi ad Aprile 2015, ha lo
scopo di preservare la storia e la memoria del tifo juventino. Nata
dall'evoluzione del Gruppo Facebook Via Filadelfia 88 (via e civico
identificativi dell'ingresso della vecchia Curva Filadelfia), già
attiva con varie iniziative negli anni passati, si propone d'intrattenere
rapporti con tutti quegli enti e associazioni (italiane e straniere)
che hanno obiettivi simili, di pubblicare un sito della propria
attività, organizzare convegni, mostre e incontri per affrontare
tematiche inerenti al calcio, agli aspetti sociologici e folkloristici
del tifo, a condurre campagne di sensibilizzazione sull'argomento
verso il pubblico e le istituzioni politiche e sportive, italiane
e internazionali. A tal fine, la Memorialistica dell'Heysel e il
ricordo perenne di quelle vittime, è argomento caro all'Associazione,
che si prodiga annualmente all'organizzazione della Giornata della
Memoria in ricordo delle 39 vittime dell'Heysel e di ogni forma
di violenza in ambito sportivo. Eventuali raccolte di fondi scaturiti
da iniziative dell'Associazione, vengono interamente devoluti. Attualmente
è in essere un'iniziativa a sostegno della Fondazione per la ricerca
sui tumori dell'apparato muscolo scheletrico e rari Onlus.
10 dicembre 2016
Fonte: Giulemanidallajuve.com

Diario della Missione a Mosca
di Beppe Franzo
16 ottobre
2016 :
Cerimonia
a ricordo delle vittime del Luzhniki e dell'Heysel, questa mattina
difronte al monumento che ricorda la tragedia del 1982. Oltre a
tifosi, sopravvissuti di quell'esperienza e alcuni famigliari, l'allenatore
dello Spartak Massimo Carrera. A seguire, un'intervista presso la
radio sportiva di Mosca.
16 ottobre 2016 : Due ore di incontro in una delle sedi
storiche dei tifosi dello Spartak, dove si è registrata la trasmissione
"Dodicesimo uomo in campo", un classico del tifo biancorosso di
Mosca. Sono stati proiettati video sull'Heysel, sul Luzhniki, sulla
cerimonia di questa mattina e vari sopravvissuti di quell'infausto
ottobre 1982 hanno portato la loro testimonianza. Un caloroso affetto
ci ha fatto sentire a casa. Dei reduci di allora hanno indossato
la maglia della Juve, a tributo delle 39 vittime. Ringrazio Riccardo
Pessarossi per la sua grande opera di sostegno in qualità di traduttore".
16
ottobre 2016 : Tra mezz'ora saremo in diretta
sulla radio russa Sport Fm ospiti della trasmissione Sport Live
per raccontare della tragedia dell’ Heysel.
15 ottobre 2016
: Giornata intensa, con la visita al
centro della Torpedo Mosca, che indossano i nostri stessi colori.
Grande ospitalità e accoglienza da parte loro, per recarci poi dai
loro gemellati dello Spartak. Pre-partita con accoglienza calorosa
al loro pub e quindi tutti in gradinata. Partita contro il Rostov
vinta per 1-0, con saluto da parte del vicepresidente della Società
nell'intervallo e il nostro saluto a Carrera nel post-gara.
15 ottobre 2016
:
Visita allo Stadio e Museo dello Spartak
e partita di hockey in serata (Spartak Mosca-Novosibirsk 2-3). Giornata
piena, intervallata dalla visita ai vari monumenti di Mosca.
14 ottobre 2016 : Una grande accoglienza da parte dei
molti "vecchi" dello Spartak, da cui abbiamo appreso storia e aneddoti
degli albori del loro movimento ultras, nato nei primi anni Settanta,
periodo in cui era difficile anche solo andare allo Stadio. Visitata
in serata la palestra storica per la loro Tifoseria, che chiuderà
a breve i battenti per far spazio ad una nuova struttura che entrerà
ufficialmente a far parte del circuito sportivo dello Spartak.
12 ottobre 2016 : Sembrava giusto partire dallo Stadio
Sokholniki, dove nel 1976, al termine della partita di hockey, causa
una porta lasciata parzialmente aperta e l'ossessivo controllo poliziesco
del periodo, molte persone morirono per asfissia durante lo sfollamento.
Dopo il doveroso omaggio, accompagnati da Lev e Max, abbiamo assistito
all'incontro tra Spartak e SKA San Pietroburgo (2-3) del campionato
primavera. Sokholniki è il quartiere di Mosca dov'è nato lo Spartak
e la giovanile gioca nell'arena storica sede delle partite di hockey
dello Spartak. Dopo cena, una passeggiata notturna al Cremlino.
Fonte: Facebook (Pagina
Associazione Quelli di… via Filadelfia)
 A Maggio 2016 una delegazione di russi
tifosi dello Spartak Mosca, alcuni di loro superstiti della tragedia
del Luzhniki, venne a Torino in occasione dell'ormai annuale "Giornata
della memoria per le vittime dell'Heysel", a portare la loro testimonianza
su quanto avvenne in quel tragico ottobre del 1982 a Mosca. Ricordammo
e commemorammo insieme le nostre e le loro vittime, che sono Vittime,
perché quando si tratta di morti, non hanno un colore e una fede
calcistica. Il loro fu un gesto a mio avviso bellissimo, perché
spontaneo e scevro da interessi. Non si cercava, e non si cerca,
nessun gemellaggio tra le tifoserie, non si ambisce a chissà quale
intrinseco fine o obiettivo, ma solo ed unicamente il profondo rispetto
per quanto avvenne, nella profonda consapevolezza del dolore che
colpì, e ancora assale, famigliari, amici, tifosi. A distanza di
qualche mese, l'Associazione QUELLI DI ... VIA FILADELFIA, rappresentata
da alcuni di noi, si recherà sul luogo dove avvenne quel tragico
evento del Luzhniki per deporre un mazzo di fiori a ricordo del
triste evento, per far sentire la nostra vicinanza, la nostra fratellanza.
Mi sembrava doveroso e opportuno precisarlo non per cercare pubblicità
o ritorni mediatici, ma per fugare possibili equivoci, per zittire
sul nascere i fautori delle teorie "cospirazioniste", per dare agli
eventi la sua giusta valenza.
Beppe Franzo
9 ottobre 2016
Fonte: Facebook (Pagina
Associazione Quelli di… via Filadelfia)
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