Mosca e i suoi Fratelli
Donato è con Mirko e
Francesco uno dei tre dell’associazione "Quelli di… Via
Filadelfia" che hanno avuto l'onore di partecipare alla
cerimonia del 20 ottobre a Mosca. Ha "buttato alcune
impressioni a caldo, di quelle che tornano e che dalla
mente fanno fatica ad andare via".
L'accoglienza. Non faccio
retorica. Sono eccezionali. LEV, il capo della Banda del
Leone, è stato un padre putativo nei nostri 6 giorni a
Mosca. Lui ed i suoi magnifici ragazzi non ci hanno
fatto mancare nulla, non ci ha mai permesso di mettere
mano al portafoglio per nessuna evenienza. Ci hanno
offerto tutte le cene, gli spostamenti in taxi, le
bevute e sono stati a nostra completa disposizione dalla
mattina alla sera. Impressionanti. Si parla spesso
dell'ospitalità Italica: bene, i russi non hanno nulla
da imparare in materia. Sembrano freddi, seriosi,
distaccati. Nulla è più falso. Hanno un senso del
rispetto, della famiglia e dell'ospitalità incredibili.
Ci hanno letteralmente "scortato" per Mosca: dalla
visita allo stadio dello Spartak, alla partita contro il
Rubin vista in curva con loro. Musei, monumenti,
passeggiate, prospettive, bunker sovietici. Non c'è
stata richiesta che non sia stata esaudita nel modo più
completo.
20 ottobre. Una giornata
interamente dedicata alla memoria. Dal mattino, con il
torneo di calcetto fino a sera. Il torneo vede la
partecipazione di ogni componente del tifo spartano.
Hooligans, ultras, squadre femminili, squadre
improbabili e squadre con giocatori professionisti,
stranieri ospiti dalla Serbia e dalla Lettonia (più noi
Italiani). Tutti uniti, tutti dalla stessa parte. Si
beve tanto e bene fin dalle luci dell'alba e in breve
tra i numerosi spettatori il torneo diventa una scusa
per fraternizzare e scambiarsi regali (sciarpe, maglie,
toppe, adesivi, spille. Io ho ricevuto in regalo anche
un coltello !). Il pomeriggio ci si avvia verso il
vecchio e monumentale stadio Luzniki o Lenin, come si
chiamava ai tempi della tragedia. L'atmosfera diventa
bellissima e malinconica. Tifosi spartani che compaiono
da ogni angolo della spianata antistante lo stadio.
Piano piano con la lentezza solenne dettata dalla
circostanza, si aggregano fuori dalla metro, bevendo,
salutandosi, raccontando aneddoti, con i più giovani ad
ascoltare le vecchie storie di chi c'era, di chi è
sopravvissuto, magari grazie ad un cartone animato
trasmesso sugli schermi. Un cartone animato che fece
perdere tempo al nostro Lev, lo trattenne sugli spalti e
gli salvò la vita... Noi eravamo ragazzi ed un cartone
animato non lo avevamo mai ancora visto...". Alle prime
luci artificiali, in silenzio, tutti ordinati, si marcia
verso il monumento, in un clima di commozione generale.
Poche parole, una preghiera, tanto silenzio, una marea
di rose rosse e la fiaccolata a salutare tutti i caduti.
Tutte le vittime degli stadi, tutti gli spettatori
finiti, loro malgrado, vittime di tragedie più gradi di
loro. Il resto è pura riconoscenza, abbracci forti,
ringraziamenti con gli occhi lucidi. E tu, che vorresti
ringraziare loro per tutto, per le emozioni, per
l'accoglienza, ti senti ringraziare per non aver fatto
nulla di speciale se non aver presenziato.
Andiamo avanti da almeno 4 anni
con questo scambio di ospitalità con i Russi e ogni
volta mi domando cosa abbiamo fatto per meritare tutto
questo bene, tutto questo rispetto, da parte di uomini e
donne che vivono così lontano dall'Italia, quando ancora
in troppi stadi Italiani l'Heysel è motivo di offesa e
derisione ancora per tante tifoserie che ci affrontano.
Non so, forse l'aver vissuto una simile tragedia ci
rende fratelli nel dolore, forse solo chi ha pianto i
propri morti può capire cosa voglia dire perdere dei
fratelli di gradinata. In ogni caso non dimenticherò mai
cosa hanno fatto e cosa fanno ogni volta gli Spartani
per noi, e questo è uno stimolo a fare sempre di più.
Meritano tutto, e questa amicizia nata dal rispetto per
il dolore merita di durare per sempre. Questo è quanto.
Sorvolo sulle bevute, la festa di addio con grigliata in
nostro onore, gli scambi di striscioni e tutto il resto.
Una menzione speciale per i Bianconeri della Torpedo,
che ci hanno fatto vivere un paio di avventure
indimenticabili intorno al loro bellissimo stadio
vintage. Sono amici degli Spartani, sono una nobile
decaduta, sono bianconeri e sono dei grandi, non si può
non volergli bene.
Ps. Mosca è bellissima !
Donato VS.
11 Novembre 2019
Fonte:
Associazione "Quelli di…Via Filadelfia"