|
Lettere Aperte
Saladellamemoriaheysel.it |
|
|
TIFOSI e
TIFOSERIE
Da Paolo Simionato (Rifiuti sotto Targhe in
memoria Heysel)
Franco Ossola, Storico Torino Football Club
Giampaolo Muliari, Direttore Museo Grande Torino
Liverpool Football Club e Suoi Tifosi
Andrea Leonetti (Incidenti "San Paolo" Napoli)
Armando Colotta (Tifoso Viola, Firenze)
Tifosi della Fiorentina, Città di Firenze
(Gemellaggio Liverpool)
Curva Fiesole, Stadio "Artemio Franchi"
(Gemellaggio Liverpool)
Wez Edwards (Petizione Sala Memoria Anfield
Road)
To Liverpool Sportsmen (Heysel and Hillsborough:
united by grief)
Oggetto: Segnalazione
Rifiuti sotto Meridiana Heysel
4.10.2017 "In merito a quanto pubblicato dal
giornale Tuttosport e da voi segnalato, riguardo alla mancanza di rispetto verso le
vittime dello stadio Heysel, vi invio volentieri alcune foto
scattate domenica scorsa al termine della Belfius Bruxelles
Marathon da me disputata e dedicata alla memoria dei nostri
tifosi deceduti in occasione della maledetta finale. Mai
l'ignoranza e
la superficialità di pochi trogloditi supereranno l'affetto
e la sofferenza, ancora viva nei cuori dei veri tifosi
juventini. Sarebbe bello poter dare risalto anche a chi nel
più totale anonimato compie gesti, a mio parere, degni di
nota".
Fonte: postmaster@saladellamemoriaheysel.it
© Fotografie: Giampaolo
Muliari - Paolo Simionato
NDR:
Il quadro è opera di Giampaolo Muliari,
artista e direttore del Museo del Grande Torino |
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Articolo
"Una scelta che non condivido" (Toro.it)
(Lettera aperta a Franco
Ossola, figlio del grande calciatore del Torino caduto a
Superga, in risposta al suo articolo sulla Mostra Heysel-Superga
organizzata nel Museo
del Grande Torino a Grugliasco)
"Glielo dica negli
occhi"
Gentilissimo Sig.
Franco Ossola,
ho scelto di
risponderle qui da casa mia, prima di ricevere generosa e
cortese ospitalità nelle stanze del museo dove è onorata
anche la memoria del grande campione che è stato suo padre,
in una squadra indimenticabile, cara a tutti e vanto di una
nazione ferita in ripresa dall’apocalisse di una guerra
mondiale.
Dalla sua premessa la
morte metterebbe da subito a tacere qualunque obiezione di
merito perché, così come scrive molto bene nel suo articolo,
al suo cospetto "non ci sono parole che tengano e si è tutti
affratellati ed uniti". Di seguito, però, le è sfuggita un
poco la mano insieme al garbo ed alla ragione e dalla sua
penna son partiti gli schizzi di un tono altero anche nei
confronti di chi, al di là delle "dinamiche" differenti e
del tempo trascorso, ha pianto nella disgrazia i suoi cari
per una partita di pallone, altrettanto come lei e la sua
famiglia.
Al fine di sostenere il
suo educato dissenso per una mostra che "oserebbe accomunare
gli eroi invincibili di Superga" ai poveri cristi
dell’Heysel, dimenticati purtroppo da tutti, espone a
contrasto "le imprese memorabili" del Grande Torino alle
"volgari brutalità" di Bruxelles, "un destino epico" alla
"becera assurdità della violenza umana". Dunque crea una
scala di valori nella quale i morti non sono tutti uguali,
ma educano soltanto quelli che scrissero "le imprese
memorabili sul campo", tali da meritare un onorevole ricordo
solenne. Profondamente, me ne dolgo... E non è certamente
una questione di pietismo, né di "pietas", un sentimento
ormai in estinzione, svuotato dei valori nobili, poco più d’
una parola tronfia da tirare fuori nei salotti importanti…
Qui stiamo parlando di
morti ammazzati per una partita di pallone, tornati a casa
in una bara, proprio come suo padre, e se per lei è giusto
creare aristocrazie meritorie fra i morti per il calcio o
del calcio, penso che contribuirà anche lei ad avallare il
pregiudizio e il tornaconto infame di quei tifosi che in
nome della propria bandiera già al prossimo derby
mancheranno di rispetto alla memoria di suo padre ed a
quella dei 39 caduti di Bruxelles.
Caro Sig. Franco, la
Memoria non è fatta a scale, scenda giù fra noi comuni
mortali e venga domenica 16 febbraio all’inaugurazione della
nostra mostra provando a guardare in faccia chi a Bruxelles
ha perso tutto… Glielo dica negli occhi che "non è giusto
confondere le cose" e che "sono due esperienze da non
affratellare"… Perché, vede, per loro ognuno dei propri cari
rappresentava una leggenda…
Qualcuno disse, scrive,
che siamo cugini. Si sbaglia, di grosso, perché l’umanità ha
un solo grado di parentela, siamo tutti fratelli.
Si adegui.
Cordialmente.
9 febbraio 2014
Domenico Laudadio
Custode Museo Virtuale
Multimediale www.saladellamemoriaheysel.it
La risposta di Franco
Ossola |
Cortese signor
Laudadio,
ricevo, tramite la
redazione di Toro.it, la sua lettera.
Come sempre, quando ci
si esprime in merito a qualcosa, qualunque sia il tema, ci
si espone - ma è giusto che sia così - alle opinioni altrui
nel bene e nel male.
E ciò, ovviamente,
tanto più accade quanto più il tema affrontato si presenta
arduo.
Non sono mai salito da
nessuna parte, né su alcun piedistallo come lei crede che
abbia fatto e non credo né di essere protervo né tanto meno
altero, come lei mi giudica.
Comprendo appieno la
sofferenza e il dolore ingiusto di coloro che hanno patito
il terribile lutto dell’Heysel. Chi ci passa lo sa e non
può, su questo piano, che condividere.
Non mi sono detto
favorevole all’iniziativa perché ho avvertito dentro di me,
forse per negligenza o ottusità, una sorta di stridore, una
difficoltà a vincere un’inerzia forte che non mi ha
consentito di rappacificare dentro di me questa situazione,
questo accostamento.
Ritengo che ognuno di
noi abbia una propria sensibilità che, al di là di
ragionamenti e parole, suggerisce, sussurra modi di essere e
atteggiamenti. Credo che il tutto si riconduca alla fine a
questo, senza pregiudizi o mala fede, così.
Né, d’altra parte, mi
sento assolutamente solo in questa sensazione. Apprezzo
quanto lei fa per la giusta causa dell’Heysel, per tener
vivo un ricordo che non deve mai affievolirsi e per tutto il
resto (cosa che io cerco di fare da anni in merito al Grande
Torino).
La ringrazio inoltre
per la mano tesa e l’invito.
Abbia il mio più vivo
apprezzamento e un caloroso, sincero saluto.
Con stima.
11 febbraio 2014
Franco Ossola (Figlio del
calciatore del Grande Torino, caduto a Superga il 4.05.1949)
Replica a Franco Ossola
e saluto |
Preg.mo Franco Ossola,
la ringrazio veramente
di cuore per la risposta e soprattutto per la sincerità con
la quale ha voluto trasferirmi le sue sensazioni,
ammettendone sinceramente persino i limiti. Comprendo
benissimo il suo pensiero su certe dinamiche profondamente
differenti che distinsero durante e dopo le vicende di
questi due lutti, ma allo stesso tempo manifestandone
conseguenze irrimediabilmente e crudelmente lesive per
tutti.
Mi auguro possa
superare nel tempo la distanza di qualunque remora a
riguardo, affinché il dolore davvero ci renda tutti uomini
migliori. E non mi sento affatto immune neanche io, mi
creda, da questa severa lezione della storia e della vita,
essendo rimasto orfano di madre in giovane età.
In verità, sono
molteplici i colori del calcio a sedurre le nostre emozioni,
ma una sola è la Memoria davanti alla quale inchinare tutte
le nostre bandiere e i nostri trofei.
Allora camminiamo
insieme, in nome della verità e per amore dei nostri cari.
Una calorosa stretta di
mano.
11 febbraio 2014
Domenico Laudadio
Custode Museo Virtuale
Multimediale www.saladellamemoriaheysel.it
© Fotografie: Gazzetta.it
- Franco Ossola - Domenico Laudadio
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Alla cortese attenzione
di Domenico Laudadio
Custode e ideatore
www.saladellamemoriaheysel.it
Carissimo Domenico,
ho appena ultimato un
pensiero rivolto agli angeli dell’Heysel… E ora mi rivolgo a
te.
Di quella immane
tragedia umana ne ho sempre sentito parlare velatamente. Il
giorno della tragedia ero sotto le armi per il servizio
militare (allora obbligatorio). Ero in Fanteria a Fossano e
quella sera ero pure di guardia. Non vidi nulla e sentii
anche poco. Oggi, a distanza di molti anni, grazie
al tuo meraviglioso sito
curato con grande passione e amore, ho potuto approfondire
nel migliore dei modi tutti i risvolti umani di quella
drammatica vicenda. Ti ringrazio per questa opportunità.
Spero sia di utilità per tanti e soprattutto per i giovani.
Spero lo sia anche per i tifosi più accesi (di tutte le
bandiere), che spesso (ahimè) offendono le memorie tragiche
altrui.
Da alcuni anni ho
l’onore e il piacere di dirigere il Museo del Grande Torino.
Mi sono avvicinato a questo impegno di memoria una
quindicina d’anni fa, dopo aver conosciuto Domenico
Beccaria, Presidente dell’Associazione Memoria Storica
Granata e, soprattutto, fraterno amico. Con lui e altri
amici ho intrapreso un cammino umano meraviglioso. Oggi il
nostro museo ha dieci anni di vita ed è un museo atipico,
perché gestito in forma totalmente volontaria (nemmeno
rimborsi spese). Abbiamo fatto tutto da soli, sostenuti
unicamente da una incrollabile fede e amore verso la nostra
storia (spesso dura e difficile). Torino Città e il Torino
Calcio sono stati praticamente indifferenti al nostro
operato. Non per nulla il nostro Museo si trova a
Grugliasco, visto che l’allora sindaco Chiamparino (granata
doc dichiarato….) non ci trovò dopo le Olimpiadi del 2006
uno spazio alternativo allo sfratto di Superga (altra
vergogna).
In questi dieci anni
abbiamo avuto il piacere di avere in visita il nostro
illustre presidente solo una volta, due anni fa. Incredibile
ma è così. Te ne sarai accorto bene anche tu quanto è
difficile far emergere e valorizzare il valore della
memoria… Ma noi non abbiamo mai mollato e oggi il Museo è la
nostra isola felice.
Detto questo, dopo aver
dedicato alcune ore al tuo sito, sento la necessità di
ricordare gli Angeli dell’Heysel anche nel nostro Museo.
Attualmente il nostro spazio espositivo è davvero esiguo.
Siamo su una superficie museale di circa 700 metri quadri e
sono tutti ormai strapieni di documenti e reperti. Non mi
rimane, quindi, molto margine operativo ma qualcosa mi
riprometto di fare. Contaci. Inoltre abbiamo all’orizzonte
delle prospettive museali davvero importanti. Avrai sentito
parlare anche tu della benedetta area dismessa del
Filadelfia (lo stadio del Grande Torino demolito nel 1997,
altra ennesima vergogna della città). Finalmente sembra
concretizzarsi un suo recupero urbanistico e sta prendendo
corpo l’idea di realizzarci, tra le altre cose, un’area
importante come sede museale. Se così sarà noi ci
trasferiremo all’area Filadelfia su una superficie di alcune
migliaia di metri quadri. Oggi è solo un sogno ma siamo
fiduciosi. Se questo sogno si avvererà e se avrò ancora il
piacere e l’onore di poterlo dirigere sotto l’aspetto
espositivo allora ti prometto che il ricordo per gli angeli
dell’Heysel sarà ancora più significativo.
Nella speranza che
questo sogno diventi realtà inizio a concentrarmi su quello
che è oggi il nostro Museo. Preparerò un ricordo e poi ti
scriverò. Ne parlerò con Mecu (Domenico Beccaria) e
sicuramente avrò il suo appoggio totale. A riguardo la
pensiamo allo stesso modo. Vorrei poterlo esporre per il 4
maggio, anniversario di Superga, oppure per il 25 maggio
(cade sempre di sabato).
Sarà un bel ricordo e,
soprattutto, un messaggio di fratellanza.
Ne abbiamo tutti
bisogno.
Un sportivo e fraterno
abbraccio.
Lainate, 16 gennaio
2013
Giampaolo Muliari
Direttore Museo del
Grande Torino e della Leggenda Granata
La risposta alla
lettera di Giampaolo Muliari |
Carissimo Giampaolo,
avverto intimamente
nelle tue parole il brivido della sincerità. E’ una lettera
dedicata a me, ma, in fondo, estensibile a tutta la comunità
bianconera e certamente rappresenta una delle maggiori
gratificazioni che abbia mai ricevuto da quando mi occupo
della memoria dell’Heysel.
Quando ti accorgi che
il rispetto per la tragedia altrui scavalca con disinvoltura
le mura dell’indifferenza, le nebbie dell’oblio o gli
steccati delle fedi calcistiche, allora, vuol dire che
esiste davvero nello sport un Amore più grande di tutto e di
tutti che non distingue più fra i colori delle bandiere, le
inimicizie insanabili, le cicatrici degli scontri fra
ultras, i titoli asserviti dei giornali, le squallide
contraddizioni della giustizia sportiva, la politica e
l’economia che inquinano i valori sani del football.
Un uomo innamorato che
non rispetta l’amore degli altri, in realtà, non è degno di
amare neanche se stesso. Su quella collina di Superga e
nella famigerata curva sbriciolata del settore Z dello
stadio Heysel è sgorgato lo stesso sangue. Famiglie
straziate dal dolore hanno ricevuto le medesime privazioni e
umiliazioni nell’incolmabile vuoto di interminabili silenzi.
Hanno pulito ed accarezzato lapidi, celebrato anniversari
con lacrime e fiori freschi, dignitosamente, lontane da
riflettori e rotocalchi, tramandando la tragica memoria a
figli e nipoti.
Veder insozzare tutto
questo immenso dolore con ignobili e crudeli scritte sui
muri, da luridi striscioni negli stadi, nelle, oramai note,
canzoncine di infami che si professano tifosi, è una
vergogna impunita che si estende da una curva all’altra, di
comune in comune, in un rosario di odio che genera soltanto
altro odio.
Hai definito il vostro
glorioso museo "un’isola felice"… Sai, Giampaolo, io ho
sempre pensato che ogni uomo è un’isola, ma poiché la terra,
il mare, fortunatamente si muovono, alcune distanze si
possono abbreviare miracolosamente. Quello che ti propongo è
un altro tuo bellissimo disegno da incorniciare per la data
del 29 maggio nel vostro museo di Grugliasco, sotto al quale
si possano portare fiori. Il soggetto ? Le due tragedie di
Superga e dell’Heysel mischiate in una grande nuvola, così
che i nostri martiri possano apparire assieme, come lo sono
ora, nel cielo. Un piccolo segno semplice di fratellanza in
un quadro.
Io auguro,
sportivamente, al Toro di ricalcare di nuovo il "sacro
suolo" del Filadelfia, di rimuovere quei ruderi dentro e
fuori il campo, di ritornare presto l’avversaria alla pari
degli anni ‘70, quando lo scudetto era soltanto roba della
Mole… Assolutamente, le nostre squadre non potranno e non
dovranno mai essere amiche sul campo, ci mancherebbe...
Anzi, non tollerando le ipocrisie, mi auguro tanto
continuino a darsele di santa ragione, nei limiti della
correttezza, ad ogni derby ed i nostri tifosi a sfottersi,
nei limiti dell’educazione...
Invece, in cielo, i
nostri caduti inseparabili e fratelli,
lo sono già per l'eternità.
Onoriamoli degnamente,
insieme.
Grazie.
17 gennaio 2013
Domenico Laudadio
Custode
www.saladellamemoriaheysel.it
NDR: L'immagine è
tratta da un'opera di Giampaolo Muliari dedicata ai campioni
scomparsi di Torino e Juventus
© Fotografie: Toro.it
- Giampaolo Muliari - Domenico Laudadio
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Open letter to LFC and
fans
Beyond the wall
"Hypocrisy does not
erase the sins of the fathers, but only truth will free
their sons"
It's a long time I
wanted to write, too many years, unfortunately, have passed.
I would have preferred some of their relatives to do this,
having more title and right, but, despite everything,
silence has dominated the
pain of those who never accepted and the shame of those who
should never have forgotten.
Meanwhile, in
Hillsborough tragedy you have suffered the nemesis of an
evil demon, mocking and cruel fate. We saw the poor
disfigured faces of men and women on the barbed wire that
resembled so much those of our fans with wide eyes taken
away like sacks on Heysel barriers. Perhaps because, they
actually were simply brothers.
We even enjoyed in 2005
those banners, those two-colour scarves and the giant
scenery, plaques in the museum and on the wall of Anfield,
those religious services and bells in the cathedral, the
website dedicated to the memory of our 39 angels and those friendly
matches. Everything nice, good and right, all according to
your well-known British style.
But there is still
something that after all this time puts us inexorably apart
and will condemn us to eternal enmity, until you'll do
justice to our victims through bravely unveiling their
executioners' face. Those 39 martyrs of Brussels did not die
because of the "collapse of a wall," and before that had not
launched any object on the heads of the British fans.
They died instead
because your fans had initially targeted them with rockets
and bottles, with iron bars and stones torn from the stands,
wildly assaulted them and brutally beaten, then
terrorized and driven to
crush, choking each other, then robbed, ridiculed and
humiliated, even when they were dead.
Alcohol and hooliganism
turned in front of the whole world those "reds" in wild
beasts, but you will still continue for a long time, maybe
forever, to blame the rusty cage or the money greedy circus
director, or even frightened italian fans, who stopped to
blame them before the fragile barriers were smashed and they
were savaged themselves.
Look truth completely in
the face, once and for all...
I understand that the
shame of Heysel will reign sovereign even more than your
beloved Queen. I fully understand that this certainly will
never be a legend to be passed down from father to son with
pride ... But as it is written in the Bible: "The truth will
set you free" and this hypocrisy of yours is a useless match
that cannot protect yourself from the darkness of an
atavistic guilt.
For Heysel victims,
their loved ones, neither our hatred will be of any help,
nor your inconsistency. Let us walk together side by side in
the name of truth and celebrate together the memory of all
our dead. The right word to fill the "kop" that night of
April was not "friendship", but "forgiveness"...
Who is not willing to
kneel down, is not worthy of pity...
Only in that moment our
sportsmen will actually reconcile to each other as it has
always happened in mankind history.
Cheer up, 38 families
are waiting.
August 28, 2012
Domenico Laudadio
Multimedial virtual
museum custodian www.saladellamemoriaheysel.it
Many thanks to
Salvatore Costa for translating
© Fotografia: Liverpoolfc.com
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Lettera
di
Andrea Leonetti
Juventus Club "Avv. Giovanni Agnelli", Andria
"Vedi Napoli e poi
muori"
Il racconto di una
famiglia di tifosi pugliesi che dimostra quanto sia ancora
diffuso l'odio nei confronti della tifoseria Juventina, in
tutta Italia, nonostante il tributo di sangue versato
all'Heysel, nonostante le promesse e le rassicurazioni della
farisaica tessera del tifoso.
Gent.ma redazione,
ho deciso di scrivere
questa nota con la speranza che tramite il canale televisivo
e magari anche grazie ad una presa di posizione ufficiale da
parte della società JUVENTUS venga diffusa e resa nota la
grottesca situazione che ho vissuto con circa un migliaio di
tifosi juventini domenica sera in quel di NAPOLI. Premetto
che con tanto di tessera del tifoso sottoscritta anche per i
miei due figli (uno dei quali minorenne), abbiamo
partecipato con il nostro club di appartenenza (JUVENTUS
CLUB DOC GIOVANNI AGNELLI - ANDRIA), alla trasferta
napoletana con un pullman da 54 persone + un pulmino da 19
persone. Nel nostro pullman abbiamo ospitato amici juventini
del club di Aosta che hanno raggiunto Bari in aereo e si
sono aggregati al nostro gruppo. Alle ore 17.30 circa
giungiamo al casello autostradale di Napoli dove pensavamo
di trovare un mezzo della polizia di stato da noi in
precedenza avvertita del nostro arrivo. Dopo un'attesa di
circa 40 minuti, pur senza incidenti, ma con qualche normale
sfottò ricevuto da napoletani in transito veniamo raggiunti
da un’auto della polizia che ci accompagna qualche
chilometro più avanti dove venivano raggruppati tutti i
pullman provenienti da varie zone d'Italia. Fatti scendere,
uno alla volta, filmati da una telecamera e sottoposti al
capillare controllo su eventuali mezzi di offesa in nostro
possesso sia in dosso, sia nel pullman, senza alcun
controllo sul possesso della fantomatica tessera del tifoso,
risaliamo sul pullman per essere "scortati" verso lo stadio.
Da questo momento
inizia la parte incredibile della vicenda. I pullman vengono
accompagnati con tanto di sirene da mezzi della polizia,
utilizzando la tangenziale per un tragitto completamente
identico a quello fatto dai tifosi napoletani che si recano
allo stadio, fino all'uscita Fuorigrotta. Qui, bontà loro,
invece di andare verso lo stadio la carovana prosegue fino
all'uscita Agnano da dove attraverso stradine piccolissime
con auto parcheggiate su entrambi i lati che impediscono il
normale passaggio dei pullman, sottoposti al pubblico
ludibrio della tifoseria napoletana appostata sui lati della
strada, si giunge finalmente nella zona stadio riservata
agli ospiti. A questo punto zelanti agenti di polizia con
urla e chiari movimenti con le mani, invitano i tifosi a
scendere dai pullman e correre in maniera dissennata, verso
i cancelli dello stadio, senza che alcuno di noi sapesse
quale strada prendere e quale fosse il pericolo incombente
sulle nostre teste. Tale fuga verso lo stadio viene
effettuata già in una situazione di terrore e panico in
quanto gli inviti minacciosi della polizia lasciano
intendere di essere in una grave situazione di pericolo.
Questa corsa (io ero con mio figlio di anni 11 e vi erano
anche persone anziane con problemi fisici) della durata di
circa 200 metri termina in un ammasso umano di persone che
erano state bloccate da una serie di transenne poste proprio
per impedire il passaggio. Dopo aver travolto queste
transenne, terminiamo la corsa contro un cancello chiuso, in
quanto l'accesso al settore era posto una decina di metri
più in là. Scavalcando gli ostacoli, in un caos
indescrivibile, senza che ad alcuno fosse controllato il
biglietto, la tessera del tifoso o quant'altro (sono in
possesso dei tre biglietti, mio e dei miei due figli, ancora
completamente integri, senza che sia stato staccato nemmeno
il talloncino di controllo con il codice a barre) entriamo
nello stadio. Con quel sistema, nel settore ospiti sarebbe
potuto entrare chiunque, tifoso juventino e non con grave
rischio per tutti. Una volta "al sicuro", all'interno dello
stadio, nella parte superiore del settore riservato ai
tifosi ospiti, con inspiegabile divieto di accesso da parte
della polizia al settore inferiore, ove non vi sarebbe stato
alcun contatto con la tifoseria napoletana, veniamo
sottoposti ad un incredibile fuoco di artiglieria con lancio
di petardi o bombe al cui scoppio venivano divelti ogni
volta addirittura i sediolini dello stadio. Di queste
pericolosissime bombe tutto il gruppo di tifosi juventini
presenti ne avranno ricevute circa una trentina. Il lancio
avveniva da parte di aspiranti uomo ragno che si
inerpicavano fra le strutture in ferro dello stadio per
raggiungere alle spalle i tifosi juventini e dopo aver
bucato al rete di protezione con coltelli, lanciavano questi
ordigni attraverso i buchi testé prodotti.
Ho rivisto il giorno
dopo, la partita sul Vostro canale a cui sono abbonato e ho
udito (senza mai vedere) chiaramente lo scoppio dei petardi
che avveniva in maniera continua e ripetuta mettendo a grave
repentaglio l'incolumità dei presenti. Per quale motivo
nessun telecronista pur presente allo stadio ha fatto
menzione di quello che accadeva ? Per quale motivo nessuna
testata giornalistica ha riportato questo a dir poco
incivile comportamento della tifoseria napoletana ? Perché
non vi è stata da parte di nessuna televisione neppure una
inquadratura verso il settore occupato dai tifosi juventini
sottoposti al bersaglio ? Perché il Giudice Sportivo
sanziona la società Juventus di una multa di euro 6000
perché i suoi tifosi hanno divelto dei seggiolini, che
invece erano stati divelti dalla forza d'urto delle
esplosioni dei petardi lanciati dai napoletani ? Perché la
società Napoli viene multata solo di euro 20000 perché
"propri sostenitori lanciavano nr. 4 petardi verso la zona
occupata dagli steward (???)" e non fa menzione di nemmeno
un petardo lanciato verso i tifosi juventini ? Dove erano
questi steward quando venivano lanciate le bombe ? Erano
complici dei tifosi napoletani ? Nel bollettino del giudice
sportivo si menziona una attenuazione della sanzione verso
la società Napoli dovuta a concreti atti posti in essere in
collaborazione con le forze dell'ordine ai fini preventivi e
di vigilanza. Di cosa parliamo ? Dove erano i poliziotti ?
Quali misure preventive sono state poste in essere ? In che
cosa è consistita la vigilanza ? A Napoli queste cose
vengono definite testualmente "puttanate" !!! Vi assicuro
che per molto meno, la Juventus nello scorso anno ebbe
l'interruzione della gara con il Parma e con il Bari oltre
alla sanzione della gara da disputare a porte chiuse. La
differenza sta nel fatto che a Torino il settore ospiti è
inquadrato costantemente da telecamere e che certa stampa
non si lascia sfuggire nessuna occasione per... Comunque
l'allucinante racconto non è ancora terminato !
Qualche minuto prima
del fischio finale, con il bombardamento in pieno corso
(erano in possesso di un vero e proprio arsenale bellico),
rinvigorito dalla trionfale vittoria, nel settore da noi
occupato fanno per la prima volta presenza alcuni poliziotti
che, in maniera alquanto serafica, invitano i tifosi
juventini ad abbandonare lo stadio prima del termine della
gara. Tale comunicazione fatta ad alcuni, in maniera quasi
confidenziale, provoca di fatto che una buona parte di
tifosi lasci le gradinate. Personalmente noto che sta
avvenendo questo abbandono, ma forte dell'esperienza
maturata in molti stadi, rimanendo certo del fatto che senza
comunicazioni ufficiali i tifosi ospiti rimangono nello
stadio fino a quando non vi sono le condizioni per l'uscita
degli stessi in sicurezza, penso che vi sia solo un
ammassarsi verso la parte inferiore. Comunque, sentendo
ancora lo scoppio di bombe e invitato da mio figlio, molto
spaventato, scendo anch'io verso il basso, dove scopro che
alcuni agenti di polizia stanno invitando i tifosi a correre
verso i pullman in quanto - recito testualmente - "non siamo
in grado di garantire la vostra sicurezza". Ad una mia
richiesta di spiegazioni insieme all'invito di correre
anch'io verso i pullman di appartenenza mi viene detto:
"oggi, caro signore, vi è la possibilità di acquistare una
semplice scheda e di starsene tranquilli a casa a vedere la
partita ! Per quale motivo lei ha preferito venire qui ?
Seppure allibito, capisco che non è il caso proprio di
polemizzare con queste pseudo forze dell'ordine e
accogliendo l'invito iniziamo una lunga corsa (circa 500
metri) fra le urla e le minacce dei poliziotti stessi fino a
raggiungere il pullman dove tanti altri amici erano già.
A questo punto, forse
la cosa più incredibile !!! Altri poliziotti si affiancano
agli autisti dei pullman invitandoli subito a ripartire in
quanto la presenza in quel punto era ritenuta
pericolosissima. I pullman sono pertanto ripartiti su ordine
perentorio della polizia senza che tutti i passeggeri
fossero ancora a bordo. Vane sono state le proteste da parte
nostra. L'ordine impartito era perentorio. Ripartire senza
preoccuparsi di chi manca !Nel frattempo la carovana dei
pullman "quasi pieni" era ripartita con la scorta della
polizia. Il nostro pullman leggermente attardatosi in attesa
di qualche ritardatario era costretto ad inseguire la scorta
che a quel punto precedeva abbondantemente il nostro
pullman. Non sono in grado di dire che cosa è successo agli
altri pullman. Posso solo dire che il nostro mezzo è rimasto
fermo nei pressi dello svincolo autostradale fino all'una di
notte, senza alcuna scorta o protezione, sottoposti a gesti
triviali da parte dei tifosi napoletani di passaggio, con il
rischio di dar corso ad un pestaggio in piena regola qualora
altri scalmanati si fossero fermati vicino al nostro
pullman. In questa situazione abbiamo atteso, affinché
coloro che erano rimasti a terra potessero raggiungere in
qualche modo il pullman e fare ritorno a casa tutti insieme.
L'ultimo dei dispersi, ironia della sorte, è stato
accompagnato da una volante della polizia. Al termine, mio
figlio di 11 anni mi ha detto: "Papà, io a Napoli non voglio
venire mai più !!". Gli ho risposto: "Anch'io !" Ho voluto
raccontare questa paradossale odissea che nella mia lunga
esperienza di tifoso bianconero aveva avuto in termini di
paura un solo altro caso: BRUXELLES - 29 maggio 1985.
Non so se la stessa sarà
ritenuta degna di cassa di risonanza e se ritenete opportuna
diffonderla e renderla nota, ma una sola preghiera mi sento
di rivolgere: Fate conoscere questa esperienza alla società,
affinché possa fare anche in maniera provocatoria ricorso
verso la sanzione della multa di euro 6000 comminata per il
comportamento incivile dei propri sostenitori. Quei 6000
euro che siano destinati ad un'opera benefica e non a questi
"venditori di fumo" fra cui la Federazione, la Lega e il
ministro Maroni !!!
Con cordialità.
13 gennaio 2011
Andrea Leonetti (Consigliere Juventus
Club "Avv. Giovanni Agnelli", Andria)
Da meridionale e
da italiano non è mutato affatto il mio profondo amore per
Napoli e per la maggior parte dei suoi cittadini, ma ho
deciso fosse il caso di pubblicare questa testimonianza che
mi ha inviato il consigliere di un club juventino di Andria,
al fine di denunciare lo stato latente di grave pericolo per
le famiglie di tifosi bianconeri che decidono di seguire
pacificamente la Juventus in trasferta negli stadi d'Italia.
Sono in possesso del recapito telefonico e dell'indirizzo
dell'autore dell'articolo, al quale potrete scrivere in
privato per eventuali chiarimenti o per l'autorizzazione
alla pubblicazione della fonte. (Scrivete a
postmaster@saladellamemoriaheysel.it) Domenico
Laudadio
© Fotografie: Juventus
Club Andria - Nap.wikipedia.org - Domenico Laudadio
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: "Juve, ognuno
si lavi i panni sporchi in casa propria"
(Articolo
Dodicesimouomo.net)
Gentile Armando Colotta,
l'esordio del suo
articolo scomoda quell'immagine cruenta di un celeberrimo
omicidio dell'antica storia romana assimilandolo al sangue
innocente versato all'Heysel, inforcando un'infelice
metafora, sia perché il dolore dei familiari di quelle
vittime, da lei di seguito appellati con lo sgradevole
termine "disgraziati", non può essere strumentalizzato in
nessun altro paragone e sia perché nella incongruente
similitudine ha subliminalmente infilato il pugnale
assassino perfino nelle mie mani, nude.
Allora, citazione per
citazione, le rammenterò quella di un grande fiorentino,
orgoglio della sua città e della nostra madre lingua: "...
Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo
sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a
viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante
Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120).
Vorrei, pertanto,
chiarire, non solo a lei, ma a tutta la tifoseria Viola il
mio sincero punto di vista. Anche al Sindaco Matteo Renzi
che dopo aver soffiato benzina sul fuoco con le sue
farneticazioni irresponsabili prima della partita ha creduto
più opportuno rintanarsi ad Arcore invece di rispondere alla
mia lettera. La memoria è una comune speranza, non la
spettanza di un comune ed è pure madre amorevole che
accoglie figli multietnici. Proprio come spesso si sente
dire "non c'è futuro senza memoria...
Lei ha intitolato il
pezzo "Juve. ognuno si lavi i panni in casa propria"...
Credo, invece, sia ben più spinoso il problema. E' proprio
nell'acqua putrida che scorga, nelle fonti avvelenate. Lei
mi insignisce dei galloni del comando della tifoseria
juventina, ignorando che il mio sito è opera esclusiva del
sottoscritto ed in virtù di questa ragione spontaneamente
ecumenico nel suo fine ispiratore. Avrei potuto realizzarlo,
infatti, anche non da appassionato di calcio o della
Juventus. Il problema nasce da qui. Nella presupponenza del
campanile. Voi, noi... I viola così, i gobbi colà... Proprio
perché penso che il calcio e tutti i suoi derivati contino
zero davanti a qualunque tragedia civile e che le bandiere
appaiano poco più di un dettaglio di fronte alla morte di
chiunque, non potrò mai minimizzare sulla sacralità violata
di quelle vittime, tra l'altro non tutte italiane e
juventine. Non lo permetterò a chiunque e non mi fermerò
davanti a nessuna minaccia. Venticinque anni d'insulti da
una parte e di indifferenza dall'altra. Due poli della
medesima vergogna. Non chiedo onori, ma iniziamo dal
rispetto e dal silenzio. L'Heysel non è terra di campanili,
ma terra consacrata su cui levarsi i sandali, tutti e se non
s'insegna o non si pretende il rispetto dei morti, ci
saranno altri morti...
Lei mi ha anche
invitato a pensare ai "barbari della mia tifoseria" che
hanno lanciato i petardi, che insultarono le povere vittime
di Superga e dell'Arno, dei mostri di Firenze. Non soltanto
condivido la sua indignazione, ma la sposo da cittadino
italiano che tifoso di calcio o meno, dovrebbe sempre
denunciarne penalmente fatti e risvolti. Però, vede, Colotta,
io credo sinceramente di aver fatto ancora di meglio,
potendo rispondere di quei cori moralmente solo per me
stesso. Nel mio sito museo ci sono delle pagine in memoria
di altre vittime premature dello sport. Una di queste è
dedicata da tempo alla sciagura aerea di Pier Cesare Baretti
ed al suo compagno di volo, Oreste Puglisi.
Come potrà constatare,
approfondendo la lettura del mio sito, non sono avvezzo a
strategie di fazione, a complotti partigiani, proprio perché
non giudico amica o nemica nessuna tifoseria che è
avversaria sul campo. Io saggio gli uomini, nella sostanza.
Quella benedetta o maledetta targa al "Franchi", ovviamente,
non si farà mai, stia tranquillo. La mia provocazione al
Sindaco servirà invece, magari, ad isolare sempre di più il
presunto "sparuto gruppetto" nel suo immarcescibile liquame
mentale, ma il setaccio è nelle vostre mani e se realmente
ne avrete forza, ma soprattutto voglia, lo dovrete smuovere
voi...
D'accordo, signor
Colotta, accetterò di buon grado il suo consiglio,
ringraziando prima di tutto lei ed i gestori del vostro sito
per la cortesia degli spazi a me concessi. Da questo momento
in poi tornerò ad occuparmi del potere sbiancante della mia
candeggina e con un occhio severo al balcone del Palazzo,
perché prima o poi di questo passo non crolli. Proprio in
ragione delle regole etiche del vivere sociale e nel nome di
quelle più nobili e affascinanti del vero credo Ultrà, mi
permetta solo un piccolo suggerimento per il vostro bucato:
rottamatela quella lavatrice, com'è che stinge tutte quelle
sciarpe di rosso ?
11 Dicembre 2010
Domenico Laudadio
Custode
www.saladellamemoriaheysel.it
Risposta webmaster
dodicesimouomo.net |
Sig.re Domenico
Laudadio,
sono Alessandro Landi,
webmaster del sito dodicesimouomo.net. Entrando nel suo
sito, ho trovato la lettera indirizzata ad Armando Colotta.
Non sappiamo se la stessa ci è stata inviata, non avendola
trovata nella posta ma se ci da il permesso, la
pubblicheremo senza alcun problema. Innanzitutto, lasci che
le spieghi cosa è questo sito. Nasce il 12 Luglio 2010,
dalla passione di soli tifosi, contro un calcio che non ci
appartiene. E per essere chiari, non siamo nostalgici di un
calcio violento ma vorremmo un calcio più umano, più
sincero, meno schiavo di televisioni e restrizioni
incostituzionali. Fatta questa piccola premessa, ben prima
che ci giungesse voce della sua lettera al sindaco, e ben
prima dell'articolo di Crosetti, noi abbiamo chiesto alla
curva di smettere con quel coro. Si badi bene, non rispunta
fuori all'improvviso il Martedì di Coppa ma il Sabato della
partita Juventus - Fiorentina, dopo il lancio delle bombe
carta. Chi le scrive è un ex Ultras che non per compiacerla
ma ha sempre odiato quel coro. Crediamo di essere stata
l'unica voce a Firenze a chiedere di farla finita con questo
odioso coro. Gli altri siti, tv, radio, si limitano a
riportare le notizie ma la faccia non ce la mettono quasi
mai. Però siamo tifosi e se troviamo legittima la sua
lettera al sindaco (a tal proposito siamo in buona compagnia
a noi non si è mai degnato di rispondere, forse perché 4.000
utenti giornalieri sono un palcoscenico di poco conto per
chi oramai è arrivato ad...Arcore), proprio da tifosi non
accettiamo che vengano evocate pene esemplari, squalifiche
del campo. Nemmeno accettiamo di leggere che la questura di
Firenze dorme. Pensiamo che nessuna piazza abbia subito la
repressione degli ultimi 5 anni come a Firenze, giusta,
sbagliata, poco importa, mi creda la questura vigila e
parecchio, facendo del resto il suo lavoro. Mi permetta di
rabbrividire a sentire invocare pene esemplari. Evocano
dittature, se permette. Sappiamo benissimo che lei è del
tutto estraneo a queste richieste. Solo che generano come
potrà ben capire, recriminazioni, tipo squalificate a loro
il campo per le bombe carta. E i nostri morti ? Capisce che
ragionando così non ne usciamo ? Avrei piacere di parlare
telefonicamente con lei, fosse solo per farle gli auguri.
Se non è possibile
voglia gradire i nostri migliori auguri di buone feste e
buon lavoro.
22 Dicembre 2010
Alessandro Landi
Conclusioni finali e
auguri al sito dodicesimouomo.net |
Gent.mo Alessandro
Landi,
ho inviato tramite il
modulo all'interno del vostro sito la lettera in risposta ad
Armando Colotta, ma evidentemente non l'avete ricevuta per
qualche problema tecnico. Mi spiace, sinceramente, potete
pubblicarla subito, se lo ritenete utile.
Condivido la vostra
indignazione per ciò che è ora il "nostro" calcio. Penso che
lo teniamo in vita, soltanto noi, con la nostra passione e
le nostre piccole "faide". Mi domando spesso se ne valga
veramente ancora la pena...
Quel coro è infame, ed
altrettanto da infami profanare il riposo di Gaetano Scirea
o dei grandi di Superga, di Fortunato e delle povere vittime
dell'Arno, di Alessio e di Riccardo e così di quei ragazzi
massacrati da Pacciani e compagni o di Pier Cesare Baretti.
Come avrete notato, visitando il mio sito museo, c'è un
piccolo omaggio anche per lui nelle pagine in memoria.
Io non odio Firenze,
città meravigliosa e madre della nostra cultura, non odio i
fiorentini, magari nutro di riflesso una radicata avversione
per i tifosi della Fiorentina. Accetto allo stesso tempo
serenamente che la Juve possa essere detestata per la
ragione contraria alla quale è amata alla follia, ma non
tollero e denuncerò sempre cosa e chi travalichi il limite
del rispetto per gli esseri umani. Il coro in favore del
Liverpool della Fiesole, quelle tante sciarpe rosse,
feriscono quanto la famigerata canzoncina di "Montagne
verdi", perché ambiguo e maligne come quel gemellaggio con i
reds dell'anno passato, finito in burletta ad Anfield Road,
e non di meno subdolo.
Non mi aspetto nulla
dai mezzi d'informazione, asserviti ai giochi della politica
ed ai calcoli dell'economia che decidono sempre le sorti del
paese e spesso anche del calcio. Quelli che vi hanno
umiliati indegnamente fino al fallimento ed alla C2, per
colpire Cecchi Gori, graziando viceversa Parma, Lazio e
Roma. Quelli che hanno spedito persino la Juve in serie B,
sull'onda del sentimento popolare e di un processo farsa,
come sta emergendo dagli atti del processo penale di Napoli.
Se ne esce soltanto
osservando rigorosamente un codice etico, quello degli
esseri umani. Il rispetto, il silenzio e la memoria
condivisa. Tutti, insieme. Nel credo ultrà ci sono già gli
anticorpi per debellare la bestialità di certi pseudo ultrà,
basta disconoscerne l'identità ed allontanarli dalle curve.
La nostra rivalità sia
eterna, Alessandro, gli sfottò sempre più pittoreschi, al
netto del lancio criminoso dei petardi e delle magliette
-39, ma nel rispetto dei morti, di tutti i nostri morti. Il
colore del lutto ci riunisce sotto lo stesso vessillo,
quello del dolore. Rispettiamoci nel suo nome, lealmente, da
tifosi, da ultras e da uomini.
A lei, ad Armando ed ai
suoi affezionati lettori, ed ai vostri cari un sereno
Natale.
Sportivamente.
22 Dicembre 2010
Domenico Laudadio
Custode
www.saladellamemoriaheysel.it
P.S. Autorizzo la
pubblicazione anche di questa mail privata e chiedo
liberatoria per quella da lei ricevuta in data odierna.
© Fotografie: Dodicesimouomo.net
- Domenico Laudadio
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Gemellaggio fra le
Tifoserie di Fiorentina e Liverpool
Gentili Tifosi della
"Viola",
mi permetto, pur con un
pizzico di soggezione, d'invadere lo spazio che comunemente
utilizzate per gioire e soffrire per la vostra gloriosa
squadra. Sono un tifoso juventino che non ha mai dimenticato
l'Heysel, a differenza di molti altri dirigenti e tifosi
della sua stessa società e che giudica quel trofeo niente di
più di un numero beffardo nelle statistiche.
Sono anche il tifoso
che giudica i cori e le canzoncine su Superga, Baretti e
l'Heysel, una fiera della imbecillità che accomuna i suoi
mentecatti in un colore solo, quello della vergogna. Credo,
però, fra italiani, ce l'abbia anche il dolore, un pane
raffermo di condivisione.
In questi giorni sono
divampate polemiche che riguardano il gemellaggio della
vostra tifoseria con il Liverpool, poiché non è sembrata ben
chiara la motivazione al popolo bianconero, ma soprattutto a
quella parte del nostro tifo che custodisce nel cuore la
memoria degli "angeli di Bruxelles", come fossero morti
della propria famiglia.
Anche io sono tra
questi, pur non essendo mai riuscito ad odiare il Liverpool,
perché è da sempre la mia squadra inglese preferita.
Sportivamente, quindi, posso condividere il fascino che
suscita nel vostro immaginario di grande tifoseria, quale
siete da sempre. Viscerale e generosa, in amore ed odio.
Comprendo allo stesso
modo come la Juve si possa, tanto amare quanto odiare allo
stesso modo ed in latitudini diverse della penisola e del
gusto personale. E' insita nella natura del calcio, delle
cose e dello sport, in generale, la sana rivalità fra alcune
tifoserie.
Il problema, dunque,
per quanto riguarda me, ideatore del museo virtuale
multimediale www.saladellamemoriaheysel.it che vi invito
ufficialmente a visitare tutti, non è il gemellaggio in sé,
ma proprio la comunicazione sulle motivazioni dell'evento da
parte vostra.
Io mi sarei aspettato
dalla Fiesole, durante la partita con i Reds, uno
striscione, anche piccolo, piccolo, in memoria dei nostri
caduti, proprio al fine di scampare qualunque ambiguità in
merito alla nuova amicizia con gli inglesi. Ciò, purtroppo,
non è avvenuto ed al momento ne ignoro francamente le
motivazioni recondite.
Per questo, pur sapendo
che i caduti di Bruxelles appartengono fisicamente soltanto
alle famiglie dei loro cari, ho provato ad immedesimarmi nel
loro pensiero storico scrivendo di getto una lettera
immaginaria rivolta alla Curva Fiesole. Si tratta di un mero
espediente letterario che in qualche passaggio potrà anche
sembrarvi duro ed aggressivo nei vostri confronti, ma non è
rivolto a tutti i tifosi fiorentini, né alla città di
Firenze, che amo da italiano, ma soltanto a quella minoranza
becera, tra di voi, mi auguro sparuta, che non ha mai
portato il rispetto dovuto ai nostri martiri e li ha irrisi
in tutti gli stadi d'Italia.
Sono certo che proprio
la curva Fiesole in maggioranza sia assemblata da uomini e
donne degni di stima e di grande umanità e non la
fraintenderà. L'occasione del prossimo match in programma
all'Olimpico di Torino ci pone davanti ad un gesto di grande
responsabilità per evitare altri scontri dialettici e non
solo.
Mai più un altro
Heysel...
Il tempo di onorare i
39 caduti dell'Heysel è ancora propizio e foriero di un
gesto di civiltà e fratellanza da parte vostra. Lo attendo,
senza ipocrisie, molto semplicemente, nella prossima partita
del 17 di Ottobre.
Sportivamente...
5 ottobre 2009
Domenico Laudadio
Custode
www.saladellamemoriaheysel.it
© Fotografia:
Liverpoolfc.com
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Gemellaggio fra le
Tifoserie di Fiorentina e Liverpool
"Da questo spicchio di
cielo, dove non tramonta mai il sole, abbiamo osservato
bandiere viola e rosse ondeggiare all’unisono nella notte.
Noi non abbiamo più preferenze in questo prato fiorito.
Tutti i colori dei fiori s’intonano al disegno di esserne
degni.
Abbiamo riconosciuto
laggiù il colore dei panni che ammantarono le nostre camere
ardenti ed il rosso dell’onda di barbari che ci travolse. Un
matrimonio nato da una menzogna per noi che da qui leggiamo
oltre le parole, ma non temete, fratelli di Firenze, non ci
farà più male di chi ci pianse.
Fu presto la luce e
prendemmo distacco alato dal mondo, da quei ferri
arrugginiti impigliati nelle nostri carni e da quei
calcinacci che soffocarono le nostre gole. Fratelli ci
calpestarono impauriti come una mandria di bisonti.
Sciacalli ci derubarono, si urinarono addosso e presero a
lanciare in aria i nostri documenti che già eravamo
dall’altra parte e non li sentivamo. Anzi, come Cristi
innocenti, fummo pronti da subito a perdonarli. Qualcuno dei
nostri e dei belgi ci prese sul petto anche a pugni, illusi
di riprenderci che già eravamo in viaggio.
Poi vedemmo oramai da
lontano quei nostri poveri corpi, gonfi, tumefatti,
trasportati come sacchi di patate, adagiati come i tonni
dopo la mattanza, sull’asfalto caldo e poi gelido
dell’antistadio. Li coprirono con le nostre bandiere,
bianche e nere, nostro amore e nostro orgoglio. All’ospedale
militare di Bruxelles li fecero a pezzi per scrivere su un
foglio bollato di cosa quella sera erano periti. Non li
ricucirono neanche e li rispedirono all’indirizzo di casa
avvolti in teli neri ed in tranci, come fosse pesce andato a
male.
Era successo proprio a
noi, poteva succedere ad altri, potrebbe succedere a
chiunque di voi se non placherete il vostro livore per la
differenza. Noi ad esempio accogliemmo tutti festanti i
fratelli di Hillsborough mentre allo stadio vi eccitavate al
memoriale del nostro sangue. Voi cosa ne sapete quanto è
fitto il dolore di una madre che ha perso un bambino di 11
anni. Voi non capite cosa significhi perdere una figlia di
vent’anni. Sforzatevi per un istante solo ad immaginare la
crescita di un figlio senza di suo padre. Quello che gli ha
rimboccato le coperte, il 28 di maggio prima di salire sul
pullman e l’ha tatuato del suo amore in eterno in
quell’ultimo bacio.
Cantavate del nostro
tonfo e contavate fino a 39 volte l’odio, soltanto tre
giorni dopo. Lo fanno ancora molti tra voi. Glorificaste
anche le fiamme che avvolsero il povero Gaetano. Non ci fa
più male da qui, pugnala, invece, chi ci ama ancora, chi non
ci ha dimenticati.
Serpeggia l’ipocrisia
che si nasconde nei vostri proclami mentre voi ci uccidete
in un rosario di bestemmie tutte le domeniche. Canzoncine da
taverna inneggiano al luogo del nostro martirio, disonorando
l’intelligenza umana e le nostre famiglie. Satana vi
suggerisce le parole. Acclamate senza vergogna quel popolo
britannico perché dette i natali ai nostri sicari. Ne
comprate sciarpe e bandiere per rinnovare il dolore a chi
ancora ci piange nel vostro rituale di sangue. Vi
assicuriamo, non ci potete fare del male, noi siamo oltre le
vostre invettive. Vi osserviamo con grande pena. Saremmo
lieti di un gesto, di un cenno, di un segno di rispetto per
le nostre anime. Noi vi amiamo anche quando ci dileggiate,
noi intercediamo affinché il vostro passo sia lieve sullo
sterco del mondo che spargete.
Voi potere trasformare
un canto di odio in un canto di amore.
I vostri fumogeni viola
non siano l’incenso di una messa al contrario di croci
capovolte nel fango. Rispetto al dolore, vi schierate con i
carnefici ? Viola colore di morte o di un fiore in suffragio
? Basterebbero soltanto le parole di una preghiera a
restituirvi l’onore.
Firenze, che hai
insegnato la lingua ai miei padri, smetti di giocare alla
morte con le parole perché la morte non è mai doma e fa la
ruota come un pavone… Firenze, gemma d’Italia, domenica ci
aspettiamo parole nuove e d’occasione dal tuo altare".
Messaggio dai 39 Angeli
dell’Heysel.
3 Ottobre 2009
Domenico Laudadio
NDR: Scritta in
occasione del "gemellaggio" proposto dalla tifoseria
organizzata della Fiorentina a quella del Liverpool.
Qualcuno ha criticato infastidito la forma d'uso della
parola ai caduti nel messaggio. Mi scuso con i Familiari
delle Vittime se anche a loro può aver dato questa
sensazione. E' chiaramente una figura retorica scelta
volontariamente, ma con il massimo rispetto da parte mia,
soltanto al fine della condivisione della Memoria. Domenico
Laudadio |
© Fotografie: Saladellamemoriaheysel.it
- Fiorentina.it
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto:
Official Petition "An Anfield Memorial for
Heysel"
Dear Wez Edwards,
I've known almost by
chance on the web about your wonderful work about Heysel.
Besides honouring you
as a person and as a sportsman, I would like to inform you
about my
year long (and counting)
battle for the same cause in my country, facing great
difficulties and indifference.
In May 2008,
twenty-three years after Bruxelles' massacre, I proposed a
petition (linked hereafter) on the web, very similar to
yours, with the help provided by a working group,
spontaneously formed on vecchiasignora.com forum: https://www.petitiononline.com/39Angeli/petition.html
Having not received
since any response from Juventus F.C., I decided to leave an
even more unerasable mark on the web, creating on my own a
virtual multimedia museum, dedicated to "the 39 Angels at
Heysel":
www.saladellamemoriaheysel.it
The goal of my work is
to support every action remembering those poor brothers of
ours, who died by Uefa's fault and by the killing hands of a
violent group of your mates, from which, I'm sure, you have
took the distance and have nothing in common from a long
time in the Kop.
You were very kind in
commemorating our martyrs before our last match in 2005
Champions League. I do believe you were sincere. Our
organized fans, unfortunately, didn't appreciate it at all
and still hate you today, but, frankly speaking, I believe
that the word "friendship" remains the real goal of a long
and winding walk we must take together, sharing brotherhood
as men of good will and the olympic spirit that's underneath
every sport challenge. Forgiveness is in every man's heart,
only love can move it and if there is no memory, there is no
love...
Let's work together to
honour Heysel's Angels.
I saw that your
petition didn't collect many signatures. If you want my
help, or some advice or even to prepare a common project,
I'm here, ready to help you by any energy necessary.
As for now, I'm asking
you to send me the addresses to write, alone or with you, to
Liverpool F.C. and to Reds' fans websites and/or forums, to
present them our virtual museum. I also ask you to "advertise"
our petition to every information media in your country and
to every sensible place.
The real peace between
our "enemy" fan groups passes through these two sister
rooms, located in Juventus new stadium and in Anfield Road.
I will tell you a
little secret. When I was a kid I used to play Subbuteo with
my friends and I used to play with Liverpool team, with
Keegan, Kennedy, Neal Rush, Clemence, Dalglish...
They were my favourite
foreign team, they gave me strong emotions and I used to
consider them the English Juventus, for glamour and nobility.
Then came the damned
May 29th, 1985, I stopped loving your team.I'm often asking
myself if the true reason preventing me from hating them
could be the key to return to shake their fans' hand, in a
time I hope not too far away. In this moment I feel a
spontaneous will to hug you close, since we represent two
humble and firm peace workers.
I'm begging you, if you
can and if you want, to leave for me a little rose at the
monument to Hillsborough Angels and to send me a picture of
you, so I'll be able to make my work even more precious,
showing a right man's face.
We'll Never Walk Alone.
Yours brotherly.
14 march 2009
Domenico Laudadio
Una petizione
speculare a quella della Sala della Memoria Heysel
proposta in Italia alla Juventus Football Club dal
gruppo di lavoro di Vecchiasignora.com e Domenico
Laudadio, ritrovata praticamente per caso sul web,
ma senza riuscire ad aggangiare il promotore di cui
risulta noto soltanto nome e cognome.
|
© Fotografie: Liverpoolfc.com
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
Oggetto: Heysel and Hillsborough:
united by grief
Liverpool Sportsmen
We are writing you 23
years after that tragic May, 29th night in Heysel, in the
name of civility, peoples' brotherhood and in the name of
football we all love, even if in different places and
culture, that puts us together in the same passion, but also
divided and marked us with pain in different moments.
We don't want to judge
anyone, we are not seeking any revenge, and no human justice
could ever completely refund those innocent people and their
families for the pain they suffered by you. We write you to
remember together that crazy afternoon and those 39 human
beings' martyrdom. We know your story too, for better and
for worse; you have a long bereavements' list as we do.
Looking at 1989 April,
15th Hillsborough disaster was just like open again that
bleeding wound. So you will surely understand the real
meaning of our words as fans and men. We are trying to
create a "Memory hall", maybe in Juventus new arena, to
remember our 39 brothers who fell in Brussels that damned
night. We wrote everyone in Italy, newspapers, journalists,
televisions, even a famous italian politician...
Juventus F.C. didn't
gave us any answer whatsoever, and very few people
considered us. Simply think that your official site contains
a page about Heysel, but Juventus' site does not. As we
faced in last Champions League match, your attempt to
remember together our fallen angels and to seal a new
friendship, even in such a complex context, gives you a lot
of honour. I am deeply convinced that Brussels' and
Hillsborough victims are already twinned with each other and
that they smile together, angels among angels.
Shall they pray for our
miseries.
We will never walk
alone
February 22, 2009
Domenico Laudadio
Many thanks to
Salvatore Costa for translating
© Fotografie: Liverpoolfc.com
EPISTOLARIO TIFOSI
e
TIFOSERIE
|
|
|