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BRADFORD 1985
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Bradford 11.05.1985 Rogo del "Valley Parade"
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Bradford, la tragedia che imbarazza l'Inghilterra: non fu fatalità

di Giovanni Capuano

L'11 maggio 1985 il rogo nel piccolo stadio di legno provocò la morte di 56 persone. Ora alcuni documenti smentiscono le tesi di allora.

C'è un fantasma che si aggira per il calcio inglese, viene dal passato e tormenta sonni e coscienze dei tanti che allora, trent'anni fa il prossimo 11 maggio, archiviarono come fatalità una delle più grandi tragedie vissute in uno stadio d'Oltremanica, ancora nota come "il rogo di Bradford". Successe tutto nel piccolo stadio di legno della cittadina inglese: le fiamme divorarono la tribuna centrale in un istante non lasciando scampo alla folla che affollava l'impianto: 56 morti il bilancio definitivo di un episodio che, insieme alla strage dell'Heysel e poco più avanti ai morti di Hillsborough, convinse le autorità di Londra che era arrivato il momento di cambiare tutto per garantire sicurezza e stadi di nuova generazione. La versione ufficiale del 1985 - fatalità dovuta alla combustione di spazzatura sotto i sedili in legno causata dalla caduta di un fiammifero acceso - viene ora messa in forte dubbio. A ribaltare le verità di allora sono il libro di un sopravvissuto, che ha condotto un'inchiesta privata puntando il dito sul proprietario del Bradford dell'epoca, e i documenti emersi dall'Archivio nazionale di Kew che contengono alcuni rapporti dei vigili del fuoco e i risultati di test scientifici e simulazioni sulla dinamica del rogo. Atti che smontano la teoria della fatalità richiamando a ben altre responsabilità. Non si tratta di riaprire processi chiusi da tempo, ma di accertare una verità storica sui fatti di quell'11 maggio 1985, le cui immagini sono ancora vive nella mente di milioni di inglesi.

Il documento più sconvolgente è un test effettuato già all'epoca secondo il quale solo nel 27% dei casi un fiammifero fatto cadere inavvertitamente su spazzatura poteva causare un incendio, dato che scendeva ulteriormente considerate le condizioni necessarie perché si sviluppasse il rogo allo stadio e cioè che si infilasse in un piccolo spazio sotto i seggiolini senza spegnersi da solo prima di appiccare il fuoco. Una possibilità considerata marginale già allora e, invece, presa per buona dalle autorità che diedero solo quattro settimane di tempo per la raccolta delle prove senza prestare troppa attenzione alle evidenze scientifiche emerse dal lavoro dei vigili del fuoco. Perché ? Oggi si pensa che ci fosse la necessità di chiudere in fretta il caso senza indicare un colpevole. Oppure, come nel libro di Martin Fletcher, sopravvissuto dodicenne che nella tragedia ha perso fratello, padre, zio e nonno ("Fifty-six, the story of Bradford fire"), per coprire le responsabilità di Stafford Heginbotham allora presidente del club. Ben otto volte nei precedenti 18 anni, sostiene il libro, si erano verificati incendi devastanti in edifici di proprietà o collegati a Heginbotham; una circostanza troppo incredibile per essere considerata fortuita. I test oggi scovati nell'archivio lanciano anche un'altra inquietante domanda: se anche fosse stato un accendino, come mai nulla era successo dal 1908 in poi e cioè nel corso della storia dello stadio di Bradford ? Il calcolo è che circa 1,25 milioni di persone lo abbiamo frequentato senza alcuna limitazione di fumo o smaltimento della cenere e dei fiammiferi. Perché ? Mai nessuno aveva fatto riferimento al rischio potenziale, malgrado la presenza di spazzatura sotto i sedili della tribuna in legno fosse già stata tema di discussione negli anni precedenti il rogo. Domande al momento senza risposta, ma che riaprono la ferita di una vicenda ancora fresca nel cuore degli inglesi. Libro e rivelazioni dagli archivi sono finiti sulle prime pagine dei giornali con grande clamore. L'Inghilterra attende risposte anche se sono passati trent'anni da quel pomeriggio.

30 aprile 2015

Fonte: Panorama.it

Pesanti ombre sulla tragedia di Bradford, coinvolto l'ex presidente ?

di Paolo Avanti

Era l’11 maggio 1985 quando un devastante incendio al Valley Parade durante la sfida tra il Bradford City e il Lincoln City uccise 56 tifosi. Fu una delle peggiori tragedie che funestarono il calcio inglese di quegli anni. Non c’entravano gli hooligans, come all’Heysel, né un fatale errore organizzativo delle forze dell’ordine, come a Hillsborough. Fu, si disse, una fatalità, complici i vecchi impianti inglesi in legno, un fiammifero o un mozzicone di sigaretta e l’ammasso di cartacce che si erano accumulate sotto la tribuna andata in fiamme. O almeno questa fu la ricostruzione di chi investigò. Ma ora emerge un retroscena agghiacciante che se fosse confermato sarebbe terrificante. Secondo quanto emerge dalle anticipazioni date dal Guardian del libro di Martin Fletcher, "Fifty-Six, the Story of Bradford Fire", in uscita domani, connesso in qualche modo con l’incendio del Valley Parade ci sarebbe Stafford Heginbotham, all’epoca della tragedia presidente del club. Fletcher, allora 12enne, è uno dei sopravvissuti, ma nell’incendio di Bradford ha perso il fratellino Andrew, 11 anni, papà John, 32, nonno Eddie, 63 e zio Peter, 32. Da 15 anni sta lavorando a questa inchiesta nella quale emerge che nei 18 anni precedenti la tragedia si erano verificati altri 8 incendi all’interno di proprietà di Heginbotham o in edifici in qualche modo collegati a Heginbotham, con laute ricompense assicurative. "Può davvero una persona essere così sfortunata come Heginbotham ?", si chiede Fletcher, che non attribuisce direttamente i fatti del Valley Parade al dirigente del club, ma mette insieme una serie di inquietanti indizi. All’epoca della tragedia, per esempio, il presidente del club era in gravi difficoltà finanziare e proprio due giorni prima della sfida con il Lincoln apprese di dover investire due milioni di sterline per ammodernare lo stadio vista la promozione del City nell’allora Second Division (l’attuale Championship). L’inchiesta che seguì l’incendio si concluse in pochi giorni. Tra l’altro il Bradford City aveva ricevuto ben tre "ammonizioni" da parte delle istituzioni locali per il rischio incendio. Ignorate. La spinta a indagare oltre le spiegazioni ufficiali venne a Martin da un dialogo con la mamma. Susan, secondo quanto racconta il Guardian, gli disse: "Non ho mai creduto che fosse un incidente e mai lo farò. Non penso che Stafford volesse che morisse qualcuno, ma è successo". Quando Susan Fletcher, nel 1987, intentò una causa civile contro il club e il West Yorkshire County Council ricevette una serie di telefonate anonime notturne, comprese delle minacce di morte contro il 14enne Martin e dovette provvisoriamente trasferirsi in un hotel per motivi di sicurezza. C’era qualcosa su cui non si poteva indagare. Ora queste rivelazioni che gettano un’ombra terrificante su Heginbotham, morto nel 1995 a 61 anni. "Probabilmente il motivo per cui sono qui è per rivelare la verità", ha commentato Fletcher.

15 aprile 2015

Fonte: Gazzetta.it 

Bradford 11-05-1985

 L'Incendio di Bradford: Valley Parade (1985)

"Ho visto la bomba lanciata dagli assassini". Queste furono le parole dell'inviato del Daily Star. Ma andiamo con ordine.

L'INCENDIO - Sabato 11 maggio 1985 era in programma alla Valley Parade di Bradford l'incontro tra Bradford City e Lincoln City, valido per il campionato di Third Division inglese. Sarebbe dovuta essere una giornata di festa. Infatti il Bradford era stato già promosso. Tutto procedeva tranquillamente sino al 40esimo minuto di gioco quando ci fu un primo focolaio nei pressi del settore G dello stadio. Fiammifero ? Lattina di birra riempita di benzina ? L'arbitro Don Shaw sospese subito la partita. La polizia cominciò inizialmente a far evacuare i tifosi presenti nel settore vicino all'incendio, convinti che questo potesse essere domato. La tribuna, costruita nel 1908, aveva un’impalcatura in legno così come la copertura che era anche rivestita di una tela, la quale prese subito fuoco e sciogliendosi andava ad alimentare ulteriormente il fuoco sulle gradinate sottostanti e a generare fumo che limitava la visibilità. In un paio di minuti le fiamme cominciarono a diffondersi, facendo crollare il tetto dello stadio. Molti spettatori, nel tentativo di scappare, scesero sul terreno di gioco, altri erano riusciti a rifugiarsi nelle case vicine, altri ancora cercarono di aiutare la polizia nel tentativo di salvare qualcuno, ma non c'erano estintori all'interno dello stadio; erano stati tolti per evitare possibili atti di vandalismo tra gli hooligans. Tra le tribune e il campo era stato eretto un muro per contenere il fenomeno degli hooligans, come nel resto degli stadi inglesi nei primi anni '80. Fortunatamente il muro non era molto alto come in altri stadi e la maggior parte degli spettatori riuscì a scavalcarlo e mettersi in salvo nel terreno di gioco. Se il muro fosse stato invalicabile il disastro avrebbe avuto proporzioni ben peggiori. In quello che un tempo era uno stadio, gli esperti di Scotland Yard, cercarono tra le ceneri i resti delle persone arse vive. L’identificazione fu pressoché impossibile. Soltanto in quindici casi la polizia riuscì a ricostruire con relativa certezza l’identità delle vittime. La scena è desolante. La domenica successiva nell'antica cattedrale di Bradford c'erano oltre tremila persone. Il vescovo lesse i telegrammi della regina e della signora Thatcher, con tanto d’inni funebri e campane a morto. Bradford per qualche giorno divenne una città di fantasmi: strade deserte, luci spente, pub vuoti. Decine di giornalisti venuti per fare la cronaca dell’avvenimento parlavano tra loro sottovoce, quasi preoccupati di disturbare la città in lutto. Pochi giorni dopo la tribuna sarebbe stata demolita per essere rimpiazzata con una più moderna. I MORTI - La maggior parte dei morti era di età tra i 20 e i 70 anni e tra questi ci fu anche Sam Firth, ex presidente della squadra locale che aveva 86 anni. I feriti coinvolti nel gigantesco incendio furono ben 265 e molti sostennero che si trattasse del più grave disastro della storia del calcio britannico, anche peggio della strage che nel 1971 si verificò all'Ibrox Stadium di Glasgow, dove i morti furono 66 ed oltre 200 i feriti. LE CONFESSIONI - "Ho visto mio marito ed i miei bambini scomparire tra le fiamme", dice una donna. "Abbiamo visto Sam Firth, il più vecchio sostenitore della nostra squadra, alla veneranda età di ottantasei anni tentare di correre via dallo stadio, ma il fuoco correva più di lui", raccontano due sopravvissuti alla catastrofe. Più fortunato il capitano del Bradford: "Appena ho visto le fiamme sono saltato verso la tribuna, ho portato mia moglie e la mia bambina in salvo. Abbiamo superato un muro. Ho gettato tra le braccia di mia moglie la nostra figlioletta e poi anche io sono riuscito a uscire fuori dall' inferno. È stata questione di secondi. Vorrei che altri avessero avuto la nostra fortuna". Il manager del Bradford Terry Yorath dirà: "Il più brutto giorno della mia vita".

19 luglio 2014

Fonte: Tuttoscommesse2013.blogspot.it

 
 
ALTRE FONTI : IL SITO      LE VITTIME
ALTRE FONTI : BBC.COM      NEWS BBC.COM      INDIPENDENT.UK      Figclndsicilia.it

Stadio in fiamme 41 bruciati vivi

LONDRA - Quarantuno morti accertati e almeno duecento fra feriti e ustionati gravi sono il bilancio, purtroppo destinato ad aggravarsi, dell’incendio che ha devastato lo stadio di Bradford mentre era in corso un incontro di calcio. Le fiamme si sono propagate velocissime, divorando in pochi minuti la tribuna, tutta in legno, sulla quale si trovavano tremila delle diecimila persone che stavano assistendo alla partita. Le telecamere della televisione inglese che stavano riprendendo l’incontro hanno mostrato in diretta le immagini del panico che si è impadronito della folla: decine di persone sono rimaste intrappolate sotto una pioggia di tizzoni ardenti, mentre altre centinaia premevano contro le transenne urtandosi per superarle e guadagnare la salvezza. Secondo una prima ricostruzione, l’incendio sarebbe stato causato da uno spettatore che giocava con i cerini. Altri hanno parlato di una bomba fumogena. Di certo la sequenza mostrata dalla televisione è stata agghiacciante. Quando, al centro della tribuna, si sono viste le prime fiamme, il gioco si è bloccato e gli spettatori hanno cominciato ad allontanarsi. Tutto con calma, come se si trattasse di un banale incidente. Poi, veramente nel giro di pochi attimi, si è cominciato a capire che la situazione era molto più grave. Le fiamme hanno cominciato a mangiare il palco, la gente ha accelerato il ritmo della fuga, la pressione davanti alla barriera costruita per frenare le invasioni di campo è aumentata. Ancora una manciata di secondi e la tragedia si è compiuta, la tribuna si è trasformata in un unico, immenso rogo sormontato da una spessa nuvola di fumo scurissimo. I poliziotti in servizio allo stadio hanno fatto del loro meglio trascinando via la gente sotto choc. Si è visto anche uno di loro passarsi le mani sui capelli per spegnere le fiamme. "Proprio oggi avevamo avuto la folla più massiccia dell’intera stagione, una tragedia incredibile", ha dichiarato Stafford Heginbothan, presidente del Bradford City, la squadra che ha vinto il campionato di terza divisione e avrebbe dovuto celebrare ieri il suo trionfo. "Purtroppo molti spettatori si sono trovati davanti, cercando di fuggire, i cancelli chiusi a chiave: è una misura che si prende sempre, per evitare che entri chi è privo di biglietto". "È avvenuto tutto con incredibile rapidità", ha aggiunto Peter Kneale, capo dei vigili del fuoco. "Quando siamo arrivati allo stadio abbiamo dovuto affrontare il doppio problema di combattere le fiamme e di salvare le persone rimaste intrappolate. Molti invece di mettersi in salvo hanno commesso l'errore di fermarsi a guardare le fiamme divampate all’altra estremità delle tribune senza rendersi conto che l’incendio sarebbe arrivato da loro in pochi minuti".

12 maggio 1985

Fonte: La Repubblica

Tragedia a Bradford durante una partita di calcio: 50 ustionati gravi, 200 feriti

Brucia stadio inglese, 40 morti

di Paolo Patruno

I cancelli erano chiusi, sotto le tribune c'era legna, introvabili gli estintori - Una bravata o teppismo dei tifosi ?

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. LONDRA - Per una stupida bravata o forse per teppismo, un vecchio stadio di provincia con le tribune in legno si è trasformato in pochi attimi in un gigantesco braciere, in una trappola mortale alla quale hanno tentato disperatamente di sottrarsi tremila tifosi. La maggior parte, in preda al panico, è riuscita a salvarsi, ma alla fine, quando vigili del fuoco e squadre di soccorso hanno completato la loro opera fra le rovine annerite e fumanti dello stadio, si sono contati - secondo il dirigente della polizia dello Yorkshire, "John Domatile - 40 morti, una cinquantina di ustionati gravi, duecento feriti ricoverati negli ospedali. La tragedia è avvenuta ieri pomeriggio a Bradford, una cittadina di 300 mila abitanti dello Yorkshire, la regione mineraria teatro dello sciopero dei minatori durato un anno e conclusosi drammaticamente all'inizio della primavera. La città e il suo circondario avevano risentito come tutti gli altri centri della zona di questa lunga tensione, della disoccupazione incombente, delle violenze che in lunghi mesi di conflitto sociale avevano diviso la comunità. Ma nelle ultime settimane, chiusa la lunga, durissima vertenza sindacale, anche Bradford aveva ritrovato il ritmo di vita di sempre, scandito dalla tregua del weekend: lunghe chiacchierate e bevute nei "pubs" con gli amici alla sera e al sabato pomeriggio il tradizionale appuntamento allo stadio per la partita di calcio. Così è stato anche ieri, ma il pomeriggio di festa, di divertimento, si è tramutato all'improvviso in un incubo difficile da scordare. Si stava disputando l'incontro fra il Bradford e il Lincoln, per il campionato di Terza Divisione; la partita stava per arrivare alla fine del primo tempo quando improvvisa, un paio di minuti prima dell'intervallo, è scoppiata la tragedia. "A un tratto, da un angolo della tribuna si è alzato un po' di fumo - ha detto davanti alle telecamere un anziano tifoso, lo sguardo ancora febbrile per lo choc, la giacca bruciacchiata dal fuoco. C'erano giovani lì attorno che facevano gazzarra. Uno scherzo, una bravata, non so: la gente ha cominciato a indietreggiare per allontanarsi, ma in un attimo sono apparse lingue di fuoco che si sono alzate velocissime lungo le colonne, hanno serpeggiato fra i sedili di legno. Abbiamo cominciato a correre verso le uscite, a cercar di scavalcare le transenne per trovar scampo sul terreno di gioco. Momenti terribili, indimenticabili, tra il fumo e le fiamme, per sfuggire al rogo". Lo stadio di Bradford, vecchio di 77 anni, è stato costruito all'inizio del secolo interamente in legno. E da allora poco o nulla è mutato: una tribuna centrale con tremila posti a sedere, altri settemila tutt'intorno, in piedi. Ieri pomeriggio erano presenti, a quanto pare, 3500-4000 tifosi. C'erano spazi vuoti, quindi doveva essere più facile sgombrare in fretta in caso di pericolo. Così non è stato anche perché, secondo quanto ha dichiarato un parlamentare del luogo, il laborista Tom Torney, sotto le gradinate della tribuna, ieri pomeriggio sarebbe stato stipato del legname, le griglie di accesso al campo erano e sono rimaste chiuse a chiave: la violenza che scuote il calcio inglese con scontri tra tifosi delle opposte squadre, con invasioni di campo a ripetizione, aveva dettato anche questa norma precauzionale, che ieri si è rivelata però una trappola infernale. Infine, terzo fattore sul quale la polizia che ha aperto un'inchiesta ufficiale sta indagando, non c'erano o erano almeno introvabili gli estintori. "Il fuoco avrebbe potuto essere spento con un secchio d'acqua con un intervento immediato" - ha dichiarato Antony Burrows, un impiegato di 25 anni. "I cancelli erano chiusi a chiave. Non c'era traccia di estintori. Nessuno è intervenuto. La polizia sembrava più preoccupata di bloccare le persone che tentavano di scavalcare la recinzione per mettersi al sicuro sul terreno di gioco dalle fiamme. Comunque, non appena il pericolo è apparso evidente, i poliziotti hanno agito con estremo coraggio e hanno salvato diverse vite umane". Il ministro per lo Sport, Neil McFarlane ha definito "una tragedia allucinante" l'incendio di Bradford e ha aggiunto che "l'incidente sarà discusso al più presto con il ministro degli Interni e con le autorità sportive". Un'altra tragedia analoga era avvenuta nel '71 a Glasgow durante l'incontro di calcio Rangers-Celtic: in un caotico assembramento all'uscita dello stadio erano morte 66 persone.

12 maggio 1985

Fonte: La Stampa

Cinquantadue i morti di Bradford

di Paolo Patruno

Sei persone in fin di vita - Risultano ancora dispersi altri venti tifosi - Causa del rogo un razzo fumogeno ?

LONDRA - L'inferno di fuoco e di fumo che sabato ha trasformato in un tragico braciere il vecchio stadio in legno di Bradford ha provocato almeno 52 morti. E il conteggio rischia di essere ancora più pesante perché sei degli ustionati ricoverati in ospedale sono gravissimi e perché all'appello mancavano ieri sera ancora una ventina di spettatori, rimasti forse intrappolati sotto tizzoni incendiati, o schiacciati contro le porte di uscita chiuse a chiave. L'Inghilterra è sgomenta, incredula di fronte alla tragedia di Bradford, incapace di rendersi conto come un pomeriggio di divertimento in uno stadio di provincia abbia potuto tramutarsi in un pomeriggio di orrore, le cui raccapriccianti sequenze sono state viste in tv da milioni di persone. Da quattordici anni, dopo una tragedia allo stadio di Glasgow che causò la morte di 66 persone, più severe norme di sicurezza vengono applicate in Inghilterra. Ma limitatamente agli stadi più grandi, alle società di prima e seconda divisione. E per una tragica beffa del destino, il Bradford City celebrava sabato la sua ultima partita della stagione per festeggiare la promozione in serie B. E quindi il suo stadio, vecchio dell'inizio del secolo, non era stato oggetto della revisione prevista per le uscite di sicurezza. Anche se i responsabili della polizia locale avevano avvisato quattro mesi fa il club della pericolosità del vetusto impianto. A 36 ore dall'immane rogo, mentre il bilancio delle vittime non è ancora formalmente chiuso in attesa della fine delle ricerche dei vigili del fuoco tra le macerie e le travi annerite dello stadio, gli inquirenti della polizia scientifica devono ancora chiarire un punto essenziale: che cosa ha provocato l'Incendio ? E come le fiamme hanno potuto propagarsi così rapidamente e con esito così catastrofico tra la folla ? Le ipotesi prese in considerazione sono essenzialmente due: un razzo fumogeno o una stupida bravata di teppisti potrebbe essere la causa della tragedia di Bradford. Il presidente della società calcistica, Stafford Heginbotham, ha accreditato la prima ipotesi, parlando di "una bomba fumogena lanciata da qualche tifoso che è caduta non in campo ma fra i sedili in plastica della tribuna e fra le travature di legno, facile esca per le fiamme. Ma numerose altre testimonianze di spettatori danno invece la responsabilità della sciagura a gruppi di giovanissimi tifosi, di teppisti o "hooligans", come li chiamano qui in Inghilterra, che avrebbero lanciato delle cartacce incendiate in tribuna. Spetta ora agli specialisti della polizia stabilire la verità. Inchiodare i colpevoli alle loro responsabilità. Comunque, è fuor di discussione che la causa principale della tragedia dello stadio di Bradford sia un atto di teppismo. Ma la causa secondaria, quella che ha fatto paurosamente salire il bilancio delle vittime, è la mancanza di adeguate misure di sicurezza. Le testimonianze raccolte dagli inquirenti e dalla stampa inglese non lasciano ombre di dubbio: la folla non sarebbe stata travolta dal panico, o almeno la sciagura avrebbe avuto proporzioni meno gravi se gli spettatori in fuga dalla tribuna in fiamme avessero trovato aperti i cancelli di uscita. Lo stesso presidente del club ha ammesso che erano stati chiusi a chiave "per impedire alla gente che non aveva pagato il biglietto di entrare durante l'intervallo". Ma questa precauzione si è rivelata tragicamente infausta: gli spettatori choccati dalle fiamme e dal fumo si sono accalcati contro le uscite sbarrate, hanno perso tempo prezioso nella fuga verso la salvezza, si sono travolti vicendevolmente in una trappola divenuta mortale per molti. Le immagini della tv, le testimonianze di scampati e soccorritori hanno delineato un quadro preciso e raccapricciante della tragedia. Dapprima, il fumo levatosi dal focolaio non ha impensierito le tremila persone stipate in tribuna, e si sono persi minuti preziosi per chiedere l'intervento dei vigili del fuoco, chiamati quando ormai le fiamme si erano diffuse inarrestabilmente. Poi, le raffiche violente di vento hanno sparso le lingue di fuoco lungo le transenne e le travature in legno dello stadio, fra i sedili in plastica. In pochi secondi, con una sequenza terribile, la tribuna si è trasformata in un rogo gigantesco, tizzoni ardenti sono cominciati a cadere dall'alto dell'impianto travolgendo gli spettatori. La folla, presa dal panico, ha cercato di salvarsi scappando in ogni direzione, accalcandosi verso le uscite sbarrate, scavalcando il muro prospiciente il campo di gioco. La maggioranza ha raggiunto la salvezza, aiutata dai poliziotti, dall'allenatore e dai giocatori del Bradford che hanno soccorso decine di persone. Ma altri spettatori si sono trasformati in torce umane, con gli abiti e i capelli in fiamme. Qualcuno è stato salvato, altri, decine e decine, hanno perso la vita nel rogo. Fino a ieri sera, una sola delle vittime era stata identificata; fra i morti, fra coloro che mancano ancora all'appello, si contano tanti bambini, tante persone anziane, bloccate forse dal cerchio di fuoco ancora sedute al loro posto. Così la sagra carnevalesca, la festa per la promozione alla quale erano intervenute intere famiglie del paese, si è tramutata in una tragedia che ha colpito tutta Bradford, che ha scosso l'intera l'Inghilterra. Ma al di là delle responsabilità dei singoli che forse la polizia riuscirà a stabilire, la tragedia di Bradford lancia un'accusa terribile contro la violenza cronica negli stadi in Inghilterra, origine di tanti provvedimenti restrittivi che vanno a discapito delle norme di sicurezza per la maggioranza del pubblico. Nello stesso giorno di questo terribile incendio, infatti, un altro tifoso quindicenne è morto a Birmingham e un centinaio sono rimasti feriti in scontri che hanno causato il crollo di un muraglione dello stadio. E contemporaneamente, a Leeds, centinaia di tifosi scatenati hanno invaso il campo, ricacciati e domati solo dall'intervento della polizia a cavallo. La violenza, il teppismo cronico in tanti stadi appaiono così i veri responsabili di queste tragedie.

13 maggio 1985

Fonte: Stampa Sera

Almeno settanta le vittime dell’incendio nello stadio

di Paolo Filo della Torre

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. BRADFORD - "Ho visto la bomba degli assassini". L’inviato del "Daily Star" alla partita Bradford City-Lincoln, racconta minuto per minuto la tragedia di sabato. Anche Scotland Yard nel ricostruire il pomeriggio d'inferno nel vecchio stadio dell’Inghilterra del Nord sembra ormai propendere per la tesi dell’incendio doloso. La bomba incendiaria, certamente molto rudimentale, costruita con lattine di birra riempite di benzina, è stata lanciata da un gruppo di giovani teppisti sulla tribuna centrale. Ma gli assassini non saranno identificati. Per loro è stato molto facile scomparire tra la folla anche perché si sono mescolati alle bande di teppisti sempre presenti sui campi di calcio del Regno Unito. Bradford non cerca vendetta. La cittadina è in lutto. Ieri sera il numero dei morti era, ufficialmente, di cinquantadue, ma il terribile bilancio del rogo si aggirerebbe in realtà su una settantina di vittime. Diciotto infatti sono le persone date per scomparse - e all’ospedale i feriti definiti "gravissimi" sono almeno due. In quello che un tempo fu uno stadio, gli esperti di Scotland Yard, cercano tra le ceneri i resti delle persone arse vive. L’identificazione è pressoché impossibile. Soltanto in quindici casi la polizia ha potuto ricostruire con relativa certezza l’identità delle vittime. La scena è desolante. Oggi le ricerche termineranno. La polizia trasferirà nei propri laboratori le ceneri, solo allora avranno inizio i lavori di ricostruzione dello stadio. Il vescovo di Bradford ha intanto raccolto la città in preghiera. Domenica nell’antica cattedrale c’erano oltre tremila persone. Il vescovo ha letto i telegrammi della regina e della signora Thatcher, poi tutti hanno cantato gli inni funebri e le campane hanno suonato a morto. Il cielo grigio e la temperatura invernale hanno reso questo pomeriggio di maggio ancora più lugubre. Nella serata Bradford è diventata una città di fantasmi: strade deserte, luci spente, pubs vuoti. Decine di giornalisti venuti per fare la cronaca dell’avvenimento parlavano tra loro sottovoce, quasi preoccupati di disturbare la città in lutto. Intanto negli ospedali i medici tentano di salvare le persone ustionate dalle fiamme. In cinque casi, la lotta contro la morte è particolarmente difficile. In altri gli esperti di plastica facciale tentano di ricostruire volti ed arti devastati dal fuoco. Domenica dodici maggio avrebbe dovuto essere una giornata trionfale. La squadra di calcio di Bradford aveva già conquistato il punteggio sufficiente ad assicurarle la promozione nell’equivalente della nostra serie B. La città era pronta alle celebrazioni. Un grande corteo avrebbe dovuto partire dalla Valley Parade, la valle delle celebrazioni, chiamata da ora "la valle dell’inferno". La tragedia è ancora dipinta sul volto straziato dei cittadini del vecchio centro del sud Yorkshire. I racconti che abbiamo raccolto sono pure strazianti: "Ho visto mio marito ed i miei bambini scomparire tra le fiamme", dice una donna poliziotto. "Abbiamo visto Sam Firth, il più vecchio sostenitore della nostra squadra, alla veneranda età di ottantasei anni tentare di correre via dallo stadio, ma il fuoco correva più di lui", raccontano due sopravvissuti alla catastrofe. Più fortunato il capitano del Bradford: "Appena ho visto le fiamme sono saltato verso la tribuna, ho portato mia moglie e la mia bambina in salvo. Abbiamo superato un muro. Ho gettato tra le braccia di mia moglie la nostra figlioletta e poi anche io sono riuscito a uscire fuori dall’inferno. È stata questione di secondi. Vorrei che altri avessero avuto la nostra fortuna". Intanto proseguono le polemiche sulla sicurezza nello stadio. Il presidente della società tenta di giustificare la sua decisione di mantenere chiusi i cancelli dello stadio, ciò che ha reso impossibile la fuga ai tifosi. "Io credo che sia giusto fare di tutto per evitare che chi non ha pagato il biglietto possa entrare e vedere la partita", dice Gordon Moore, presidente del Bradford. Questa sua affermazione è aspramente contestata ed ancor più aspre sono le polemiche sulla mancata applicazione delle misure di sicurezza raccomandate dal comandante dei vigili del fuoco, relative non soltanto alle uscite di sicurezza ma anche all’installazione di "estintori" per fronteggiare rapidamente gli incendi. Il rapporto venne ignorato dall’amministrazione provinciale di Bradford perché la squadra era a quell’epoca tecnicamente in bancarotta e perché le misure di sicurezza sono per legge obbligatorie soltanto per le squadre della massima divisione e a quell’epoca il Bradford non si trovava in tale posizione. Alla Camera dei Comuni, il ministro degli Interni Leon Brittan ha annunciato al paese che d'ora in poi tutti gli stadi del Regno Unito dovranno modificare le loro strutture in modo da garantire la sicurezza degli spettatori.

14 maggio 1985

Fonte: La Repubblica

Il governo impone norme di sicurezza più severe anche nei piccoli stadi

Un tifoso ha lanciato il razzo fumogeno

Almeno 18 dispersi nel rogo di Bradford

di Paolo Patinino

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. LONDRA - È la più grave sciagura che abbia mai funestato un avvenimento sportivo in Inghilterra: i bruciati vivi, sabato, nell'immane rogo dello stadio di Bradford, sono saliti a 53. Ma altri lutti sembrano destinati ad appesantire la lista delle vittime: cinque ricoverati negli ospedali della cittadina dello Yorkshire sono moribondi per le terribili ustioni riportate. E all'appello lanciato dalla polizia per rintracciare tutti gli spettatori della partita di sabato mancano ancora 18 nomi, secondo i giornali, 25 secondo la BBC. Con il trascorrere delle ore, le speranze di ritrovare ancora qualche scampato si stanno riducendo a zero. Il numero totale delle vittime potrebbe alla fine avvicinarsi alle settanta, e presumibilmente superare i 76 morti dello stadio di Glasgow, nella sciagura del '71 che aveva consigliato il governo inglese a sottomettere gli stadi maggiori a più severe norme di sicurezza. Ma non è questa tragica contabilità, oggi, ad attirare l'attenzione. L'Inghilterra è scandalizzata da due dati ormai ufficiali che confermano i primi atroci sospetti, avanzati subito dopo il rogo. Primo: è stato un gruppetto di "hooligans", i giovani tifosi-teppisti che funestano le partite inglesi, che ha lanciato il razzo fumogeno caduto in un angolo della tribuna dove si è sviluppato l'Incendio. Un cronista dello Star, presente sabato pomeriggio all'incontro e seduto poco lontano dal punto dove è partito il fuoco, non ha dubbi. Ed è convinto di poter riconoscere anche il colpevole, scampato sano e salvo al disastro. Secondo: due lettere ufficiali del consiglio di contea erano state spedite lo scorso luglio al segretario della società del Bradford City, Tommy Newman, per avvisarlo dell'estrema pericolosità della tribuna in legno. Ma il club, militante nella Terza Divisione, non era legalmente tenuto a osservare le norme di sicurezza, più severe, in atto dal '74 per le società della serie "A" e "B". Quell'ammonimento è rimasto inascoltato, forse ignorato dal presidente della società, Stafford Heginbhotam, che ieri ha disperatamente negato di essere a conoscenza di quelle lettere. È indubbio, comunque, che le norme di sicurezza erano violate a Bradford, al di là delle pecche dell'impianto. Le porte d'uscita erano sbarrate, sotto le tribune erano stipati rifiuti e materiali d'ogni tipo. E infine gli estintori erano stati tolti, rinchiusi in un locale del club perché non fossero utilizzati dai tifosi-teppisti come razzi. Insomma, la colpevole imprevidenza dei dirigenti del club, abbinata al teppismo di una frangia del pubblico, ha formato la miscela di quest'immane tragedia. Il governo ha disposto un'inchiesta, ha esteso anche alle società minori le norme di sicurezza obbligatorie finora soltanto negli stadi più grandi.

14 maggio 1985

Fonte: La Stampa

Si sviluppano le polemiche sulle responsabilità

Inchiesta sugli stadi inglesi

Emergenza negli ospedali

All’ospedale di Bradford scarseggiano i chirurghi per eseguire gli interventi d'urgenza.

BRADFORD - Il governo Inglese di Margaret Thatcher affiderà a propri esperti il compito di valutare l'agibilità e la sicurezza di tutti i complessi sportivi della Gran Bretagna con particolare attenzione per i novantadue stadi di calcio sparsi nel Paese. La decisione, maturata a pochi giorni dal tragico "rogo" di Bradford che ha provocato almeno 53 morti, risponde alle sollecitazioni e richieste giunte da più parti per impedire altre sciagure. La commissione di esperti che sarà capeggiata dal giudice dell'alta corte, Oliver Popplewell, sarà specificatamente chiamata a far piena luce sulle cause e sulla dinamica dell'incendio divampato sabato nel vecchio stadio di Bradford e sui disordini, che in quello stesso giorno, hanno provocato a Birmingham la morte di un tifoso di quindici anni. Come ha spiegato ai Comuni il ministro degli Interni Leon Brittan l'inchiesta ed i rilievi disposti dal governo serviranno a valutare tutta una serie di misure capaci di migliorare la sicurezza del pubblico e l'agibilità dei complessi. Leon Brittan ha detto anche che il capo della polizia del West Yorkshire ritiene che sarà già un grosso risultato se il numero delle vittime dell'incendio non supererà alla fine le 55 persone. Mentre si moltiplicano le sottoscrizioni a favore delle famiglie delle vittime - tra l'altro la società del Glasgow Rangers coinvolta nel 1971 nel crollo dello stadio di Ibrox che costò la vita a 66 persone giocherà giovedì prossimo una partita per beneficenza con il Chelsea - si sviluppano le polemiche sulle eventuali responsabilità. Sulla "tragedia" di Bradford, dopo i giorni dello sgomento e del lutto, è il momento degli interrogativi. John Gunnell, responsabile del consiglio di contea del West Yorkshire, la regione in cui Bradford è situata, ha affermato che per due volte l'organo da lui presieduto scrisse lo scorso anno ai dirigenti della squadra di calcio del "Bradford City" denunciando lo scarso affidamento, in termini di sicurezza, della tribuna centrale del vecchio stadio in legno. Gunnell ha esibito alla stampa copia di una lettera in data 11 luglio 1984 nella quale si legge tra l'altro: "L'attuale copertura del tetto e lo stato di deperimento delle strutture in legno costituiscono un rischio inaccettabile per la sicurezza della gente e debbono essere sottoposte al più presto a migliorie". In una seconda lettera datata 18 luglio 1984 il consiglio di contea del West Yorkshire aggiungeva: "Le parti in gomma creano pericoli di incendio. C'è inoltre un accumulo di materiali combustibili sotto intercapedini dei sedili. Basterebbe una sigaretta, gettata incautamente, per accentuare i rischi di incendio. Si teme molto per le condizioni di altri feriti, due dei quali giudicati in stato "critico". Negli ospedali che stanno curando i feriti si attendono rinforzi da altre contee, considerato che tutte le operazioni di questo tipo dovranno essere compiute, per importanti ragioni mediche, entro i prossimi giorni.

14 maggio 1985

Fonte: Stampa Sera

Due lettere avvertivano "lo stadio è pericoloso"

BRADFORD - Dopo il terribile rogo allo stadio di Bradford il governo inglese ha deciso di affidare ad un gruppo di esperti l’agibilità e la sicurezza di tutti i complessi sportivi della Gran Bretagna con particolare attenzione per i 92 stadi di calcio distribuiti nel paese. La decisione risponde alle sollecitazioni e alle richieste giunte da più parti per impedire che abbiano a ripetersi altre sciagure del genere. La commissione di esperti, presieduta dal giudice dell’Alta Corte Oliver Popplewell, che ieri è giunto a Bradford dando il via all’inchiesta, sarà specificatamente chiamata a far piena luce sulle cause e sulla dinamica dell’incendio divampato sabato nel vecchio stadio di Bradford e sui disordini che in quello stesso giorno hanno provocato la morte di un tifoso quindicenne a Birmingham e il ferimento di 176 persone. Come ha spiegato ai comuni il ministro degli Interni Leon Brittan, l’inchiesta e i rilievi disposti dal governo serviranno a valutare una serie di misure che dovranno migliorare la sicurezza del pubblico e l’agibilità degli impianti sportivi. Sulla tragedia di Bradford, dopo i giorni del lutto e dello sgomento, è il momento degli interrogativi. John Gunnell, responsabile del Consiglio di Contea del West Yorkshire, la regione in cui è situata Bradford, ha confermato che per ben due volte l’organo da lui presieduto scrisse nel luglio scorso ai dirigenti della squadra di calcio del "Bradford City" denunciando il "livello inaccettabile" e il poco affidamento in termini di sicurezza della tribuna centrale del vecchio stadio in legno. Gunnell ha esibito alla stampa copia di una lettera datata 11 luglio '84 in cui si legge fra l’altro: "L’attuale copertura del tetto e lo stato di deperimento delle strutture in legno costituiscono un rischio inaccettabile per la sicurezza della gente e debbono essere sottoposte al più presto a migliorie". In una seconda lettera datata 18 luglio '84 il Consiglio di Contea aggiungeva: "La parte in gomma crea pericoli di incendio. C’è inoltre un accumulo di materiali combustibili sotto le intercapedini dei sedili. Basterebbe una sigaretta, gettata incautamente, per accentuare i rischi di incendio".

15 maggio 1985

Fonte: La Repubblica

Una sigaretta ha causato il tragico incendio nello stadio di Bradford ?

La testimonianza di un sopravvissuto. Quasi completata l'identificazione delle salme.

BRADFORD - Le fiamme che hanno seminato sabato scorso morte e panico nello stadio di calcio di Bradford sarebbero state provocate da un mozzicone di sigaretta acceso lasciato cadere in una tazza di plastica. Lo sostiene Czes Pahela che insieme alla figlioletta Joanne di cinque anni riuscì a sfuggire all'incendio. Il tifoso ha dichiarato alla polizia che il tragico rogo che ha provocato 52 morti è stato "assolutamente accidentale". "Ero seduto in tribuna - ha raccontato il testimone - ed ho notato tre uomini piuttosto anziani che mi stavano vicino bere da tazze di plastica. Sono certo che uno di loro ha lasciato cadere un mozzicone di sigaretta nella tazza poi l'ha avvicinata al naso quasi volesse sentire il puzzo della plastica che bruciava. Dopo qualche attimo ho visto divampare le fiamme". La penosa opera di identificazione delle 52 vittime della sciagura dello stadio è intanto stata quasi completata mancando nella lista compilata dalla polizia soltanto tre persone. Finora sono stati però rivelati i nomi soltanto delle due persone morte in ospedale in seguito alle ustioni riportate. Per le altre 47, tra cui nove donne tra i 15 ed i 79 anni, e 38 maschi tra gli 11 e gli 84 anni, si dovrà attendere prima che l'identificazione venga riconosciuta dal coroner James Turnbull. "Sappiamo ora - ha detto il vice capo della polizia - da dove esattamente il fuoco si è propagato con rapidità incredibile". Egli non ha voluto peraltro dare alcuna indicazione se la polizia ha elementi per poter sostenere la tesi che l'incendio sia stato provocato da una "bomba fumogena" lanciata da qualche tifoso. Il consiglio direttivo del sindacato dei vigili del fuoco britannici ha frattanto approvato all'unanimità una risoluzione in cui si invita il governo, dopo l'esperienza di Bradford, ad adottare i provvedimenti necessari per proteggere gli spettatori di manifestazioni dal rischio del fuoco. In particolare è stato chiesto che a differenza di quanto accaduto nello stadio di Bradford, i cancelli di accesso rimangano aperti per consentire in qualsiasi momento il deflusso rapido degli spettatori. Quanto alle condizioni dei ricoverati in ospedale per le ustioni riportate nell'incendio, un medico del Wakefield Pinderfields Hospital, dove sono curati i feriti più gravi, ha detto che sarebbe "molto sorprendente" se tutti i nove ustionati attualmente trattenuti nel reparto rianimazione riuscissero a vincere la loro battaglia contro la morte. Allo stadio di Wembley, che sabato prossimo ospiterà la finale della Coppa d'Inghilterra tra l'Everton ed il Manchester United alla presenza di circa centomila spettatori, una squadra di esperti ha compiuto oggi un approfondito sopralluogo per controllare ulteriormente l'agibilità del grande impianto sportivo. Ieri intanto alcuni teppisti hanno dato fuoco alla tribuna centrale del piccolo stadio di calcio di Fareham, poco distante da Portsmouth. Le fiamme appiccate sotto i sedili sono state prontamente domate. A dare l'allarme sono stati alcuni atleti che stavano allenandosi a poca distanza. Trovati da ragazzi. È la seconda volta in un mese.

16 maggio 1985

Fonte: Stampa Sera

Metà tifosi schedati

Questa la decisione fra governo e Lega calcio inglese - 40 miliardi per il rogo di Bradford.

LONDRA - Il braccio di ferro fra federazione calcio e governo inglese sulla schedatura dei tifosi agli stadi si è risolta ieri nella notte con un compromesso. Alla riunione indetta dal ministro britannico per lo Sport, Dick Tracey, per stroncare il teppismo la Football League ha proposto che il cinquanta per cento della capienza degli Stadi venga riservato esclusivamente ai "members only", cioè ai soci, ufficialmente riconosciuti dalle società calcistiche. La richiesta è stata accettata. SI tratta di una concessione in quanto il Primo Ministro, signora Thatcher, avrebbe voluto l'obbligatorietà delle tessere di identità al cento per cento. Il nuovo progetto dovrà entrare in azione all'inizio della stagione 87-88. Si è appreso intanto che le vittime del disastroso incendio dello stadio di Bradford nella primavera di due anni fa potrebbero ricevere indennizzi per un totale di oltre 20 milioni di sterline (oltre 40 miliardi di lire) dopo che un giudice dell'alta corte di Leeds ha giudicato la squadra del Bradford responsabile di negligenza nell'incendio in cui sono morte 56 persone e altre 200 sono rimaste ferite. Il Bradford, secondo il giudice sir Joseph Cantley dovrà pagare tre quarti dei danni alle vittime dell'incendio per non aver prestato ascolto agli avvertimenti delle autorità sanitarie locali che condannavano l'accumulo di spazzatura e cartacce sotto gli spalti in legno dello stadio, con gravi rischi di incendio. Furono infatti una sigaretta o un fiammifero, lasciati cadere inavvertitamente da uno spettatore, ad accendere il disastroso rogo nel maggio del 1985. Questa la sentenza. Ma l'entità degli indennizzi verrà decisa definitivamente solo dopo l'appello del comune di Bradford.

24 febbraio 1987

Fonte: La Stampa
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