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Ciro Esposito 3.05.2014 I Funerali
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Giornata di lutto cittadino a Napoli

L'addio a Ciro Esposito a Scampia. Anche Genny 'a Carogna saluta l’ultrà. Il feretro ha lasciato l'Auditorium accompagnato da un lungo applauso e dal coro "Ciro, Ciro sempre con te sarò". A dare l'ultimo saluto al tifoso partenopeo anche Lorenzo Insigne. Il sindaco De Magistris: "Paghi anche chi non ha garantito l'ordine pubblico".

Un funerale con rito evangelico in piazza Grandi eventi a Scampia per dare l'ultimo saluto a Ciro Esposito il tifoso ferito prima della partita di Coppa Italia Napoli-Fiorentina e morto dopo 52 giorni di agonia al Policlinico Gemelli di Roma. Un lungo applauso e il coro "Ciro Ciro sempre con te sarò" hanno accompagnato il feretro ricoperto di sciarpe di squadre di calcio portato a spalla da parenti e tifosi dall'Auditorium dove era stata allestita la Camera ardente. Una volta terminato il funerale, il corteo col feretro ha percorso le strade del rione.  La madre: "Basta con la violenza. Per favore, è il momento della preghiera. Un po’ di silenzio e raccoglimento'', ha chiesto la mamma di Ciro Esposito. "Basta con la violenza perché così Ciro lo uccidete due volte" ha detto la fidanzata Simona parlando dal palco allestito per il funerale. "Non è stato Dio a fare questo - ha detto ancora la fidanzata di Ciro - è successo a causa di coloro che non hanno Dio nel cuore". Tante le personalità del calcio e non solo che hanno voluto essere presenti per dare l'ultimo saluto al tifoso. Duro l'attacco del sindaco di Napoli De Magistris: "Per quello che è accaduto, paghi anche chi non ha garantito l'ordine pubblico, perché l'ordine pubblico quel giorno a Roma non ha funzionato". Mentre il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis manda un messaggio di speranza: "Il 25 giugno è un giorno che non dimenticheremo, ma spero che questa morte che ha concretizzato la morte del calcio italiano, permetta al calcio di ripartire e di ritrovare una sua identità". "La mamma di Ciro ha insegnato a un intero popolo come comportarsi" è invece il commento del presidente del Coni, Giovanni Malagò. "Sessanta milioni di persone hanno ricevuto da lei lezioni di vita". In piazza è arrivato anche Genny 'a Carogna, l'ultrà del Napoli che la sera della finale di Coppa Italia trattò con le forze dell'ordine il regolare svolgimento della partita all'Olimpico. A Napoli c'erano anche le delegazioni delle tifoserie di Genoa, Catania e Siena, Lazio, Fiorentina e Borussia Dortmund. Nella piazza dove si è svolto il funerale è stato sistemato uno striscione su cui campeggia la scritta "Sempre con noi".

27 giugno 2014

Fonte: Rainews.it

© Fotografia: Ilfattoquotidiano.it

Ciro Esposito, l'ultimo saluto a Scampia

La madre: il suo sacrificio non sia vano. Nino D'Angelo canta con la folla.

Sono accorsi in migliaia in piazza a Scampia per l'ultimo saluto a Ciro Esposito, il tifoso ucciso negli scontri prima della finale di Coppa Italia a Roma, lo scorso maggio. Antonella Leardi, la mamma di Ciro, ha ricordato come "Abbiamo tanto pregato, io e mio figlio, e dopo la preghiera, su di noi è scesa la pace". La donna, con voce rotta dall'emozione, ha raccontato dinanzi a migliaia di persone quei drammatici momenti. "Che il suo sacrificio non sia vano e possa portare pace, gioia e amore" - ha continuato Antonella - "Grazie ragazzi a tutti e mantenete alta la bandiera dello sport, dei valori e di Ciro Esposito. Non lo dimenticate mai". Poco prima Simona, la fidanzata del tifoso napoletano, aveva fatto un appello: "Basta con la violenza perché così Ciro lo uccidete due volte. Non è stato Dio a fare questo, è successo a causa di coloro che non hanno Dio nel cuore". De Magistris: "Paghi chi non ha garantito l'ordine" - Per quello che è successo a Ciro Esposito, "paghi anche chi non ha garantito l'ordine pubblico, perché l'ordine pubblico quel giorno a Roma non ha funzionato" ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, durante i funerali, sottolineando poi: "La mamma di Ciro Esposito è il simbolo della città di Napoli". Malagò: "La madre di Ciro ci ha insegnato il rispetto" - "Sono qui per rispetto a Ciro e a un gigante della vita, la madre Antonella". Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò ai funerali di Ciro Esposito a Napoli. "A lei ho detto - ha aggiunto - che ha insegnato come comportarsi a un intero popolo, lo hanno capito 60 milioni di persone. Ha una dignità che farà storia". Durante la cerimonia ha preso la parola il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis: "Quella sera del 3 maggio Ciro era già morto, perché era morto il calcio e lui lo rappresentava venendo a Roma, difendendo un pullman pieno di bambini e di famiglie". Anche Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, è in piazza a Scampia, a Napoli, ai funerali di Ciro Esposito, in rappresentanza del Governo Renzi. La chiusura sulle note di Nino D'Angelo. A chiudere la cerimonia, svolta con rito evangelico, è stato Nino D'Angelo, che ha intonato la sua nota canzone "I ragazzi della curva B", seguito da molti dei presenti. Terminata la cerimonia funebre in piazza Grandi Eventi, a Scampia, il feretro di Ciro si è diretto, accompagnato da centinaia di persone, verso l'autolavaggio di via Ghisleri dove il giovane tifoso lavorava. Ad accompagnarlo soprattutto tanti tifosi di diverse squadre. In prima fila quelli del Napoli, che, ancora una volta, indossano una maglietta nera con le scritte: "Ciro uno di noi" e "Orgoglio partenopeo". Dinanzi all'autolavaggio migliaia di persone ad attendere l'arrivo del feretro.

Il corteo - Il feretro di Ciro Esposito ha lasciato la camera ardente allestita all'Auditorium di Scampia portato in spalla dai tifosi del Napoli. Un lungo applauso della gente, assiepata sulla piazza, ha accompagnato la bara attraverso le strade del quartiere per raggiungere piazza Grande Eventi, luogo delle esequie con rito evangelico. Il calciatore del Napoli Lorenzo Insigne, reduce dai Mondiali in Brasile, è giunto a Scampia per partecipare ai funerali di Ciro Esposito. Il calciatore azzurro è accompagnato dalla moglie Genny. Con lui anche il coordinatore delle giovanili del Napoli, Gianluca Grava. In piazza è stato portato anche lo stemma del club listato a lutto. Insigne stringe nelle mani una busta con una sua maglietta del Napoli che dovrebbe posare sulla bara di Ciro. Insieme al calciatore azzurro ci sono anche cinque giovani calciatori della primavera del Napoli. Ad accompagnarli il capo ufficio stampa azzurro Guido Baldari. Amici e parenti hanno intonato "Ciro, Ciro" tra la grande commozione dei presenti, soprattutto dei giovanissimi. Moltissime le persone in lacrime che non riescono a farsi una ragione su quanto è accaduto. Davanti al carro, scortato dalla Polizia Municipale di Napoli, palloncini e striscioni. In prima fila i familiari, distrutti dal dolore, ma sorretti dall'affetto di tanta gente comune.

La camera ardente - La camera ardente per Ciro Esposito, allestita all'Auditorium di Scampia, è rimasta aperta tutta la notte. A vegliare la bara sono rimasti il padre Giuseppe, la madre Antonella e la fidanzata Simona. Oggi Napoli, dove è stato proclamato il lutto cittadino, gli darà l'ultimo saluto. La madre e la fidanzata hanno lasciato l'Auditorium stamattina presto, mentre il padre è rimasto accanto a Ciro, circondato dall'affetto di parenti e amici. È continuato incessante il flusso di persone che vogliono dare l'ultimo saluto al giovane tifoso, morto mercoledì mattina al Gemelli di Roma a causa delle ferite riportate durante gli scontri che hanno preceduto la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina lo scorso 3 maggio. Molti i cuscini e le corone di fiori, tra cui quelli inviati da altre tifoserie. Un centinaio di tifosi è giunto alla camera ardente intonando lo slogan "Ciro uno di noi". Tutti indossano una maglia nera con la scritta "Ciro un eroe". Tra poco i tifosi porteranno a spalla il feretro fino a piazza dei Grandi eventi, percorrendo le strade del quartiere, dove si terranno i funerali. Fra le tante corone di fiori, anche quella del Club Napoli Milano Partenopea, gruppo di tifosi che - secondo le ricostruzioni fatte fino a oggi - furono assaliti a Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia e che Ciro avrebbe cercato di difendere. A salutare il giovane tifoso, anche una squadra di Calcio giovanile di Marianella, quartiere della periferia Nord di Napoli. Sulla bara di Ciro c'è anche una sciarpa del Borussia Dortmund. A quanto riferito dai familiari del giovane, i tifosi tedeschi che volevano partecipare alle esequie hanno avuto dei problemi e non raggiungeranno Napoli, ma hanno chiesto alla famiglia di sistemare sulla bara una sciarpa della squadra tedesca e hanno promesso che tappezzeranno la loro città di manifesti in ricordo del tifoso napoletano. La bara è ricoperta da sciarpe del Napoli Calcio e ai piedi del feretro sono sistemati i fiori portati dalla gente in visita alla camera ardente. Sono già a Napoli le delegazioni delle tifoserie di Genoa, Catania e Siena, mentre nel primo pomeriggio sono attese in piazza quelle di Lazio, Fiorentina e Borussia Dortmund. In piazza è stata portata la corona di fiori di Aurelio de Laurentiis, patron del Napoli, e della società sportiva della quale il giovane, colpito prima della finale di Coppa Italia, era tifoso. I funerali sono stati anticipati alle ore 16. Il rito sarà officiato dal pastore evangelico Alfredo Ciabatti. Il feretro - come spiegato - si sposterà tra le 13 e le 13.30 non appena saranno terminati i preparativi nella piazza. In piazza Grandi Eventi già dalle prime ore di oggi sono al lavoro per l'installazione del gazebo che accoglierà la bara di Ciro. In piazza, inoltre, si stanno allestendo bagni chimici e la protezione civile si sta preparando per il servizio di distribuzione d'acqua.

Gli abbracci alla madre - La mamma di Ciro Esposito, Antonella Leardi, è arrivata all'Auditorium della Municipalità di Scampia a Napoli dove si trova la camera ardente allestita per il giovane tifoso. La donna, che si era allontanata per qualche ora dopo la veglia notturna, è stata accompagnata in auto fino alla soglia dell'ingresso. Una volta scesa, è stata abbracciata da alcune donne che stavano entrando nella camera ardente. Lei ha ricambiato il saluto con commozione ed è entrata nella sede della Municipalità. Anche Maria Teresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è entrata nella camera ardente, dove ha abbracciato Antonella Leardi. Le due donne sono rimaste a parlare per qualche minuto. A rendere omaggio alla salma anche un gruppo di una ventina di tifosi del Palermo. I sostenitori rosanero hanno poggiato un cestino di rose rosse ai piedi della bara, hanno poi camminato attorno al feretro porgendo le condoglianze alla mamma del giovane. Lutto cittadino - Ciro Esposito "vittima innocente della barbarie e della sopraffazione della violenza". Così recita il manifesto con il quale il Comune di Napoli annuncia il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Ciro. "La città di Napoli - si legge - ricorda commossa e si stringe alla famiglia di Ciro Esposito". La firma è del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Lo zio: "Ciro eroe civile" - "Ciro deve essere riconosciuto come eroe civile". Lo ha detto lo zio Enzo parlando con la stampa all'esterno della camera ardente per il giovane tifoso. "Le morti non sono mai utili, ma mi auguro - ha aggiunto lo zio - che il sacrificio di mio nipote possa aiutare a voltare pagina affinché nessuna mamma romana o di un'altra città possa vivere questo dramma". Lo stadio di Scampia intitolato a Ciro - Lo stadio comunale in Via Hugo Pratt nel quartiere Scampia, a Napoli, sarà intitolato a Ciro Esposito. Lo ha deciso la giunta dell'Ottava Municipalità di Napoli, nel cui territorio rientra anche il quartiere Scampia, nel quale Ciro Esposito è nato e viveva. Nel testo della delibera, spiega il presidente della Municipalità Angelo Pisani, si chiede al sindaco di Napoli Luigi de Magistris di intitolare a Ciro Esposito la Curva A dello Stadio San Paolo.

27 giugno 2014

Fonte: Ilgazzettino.it

© Fotografia: Ilfattoquotidiano.it

Funerali Ciro Esposito, a Scampia migliaia di persone per l’addio al tifoso ucciso

La madre del 30enne colpito lo scorso 3 maggio prima della finale di Coppa Italia ha chiesto ai tifosi presenti "un po' di silenzio, oggi è il momento della preghiera". Anche la fidanzata ha lanciato un appello ai presenti: "Sotterrate la violenza, non facciamo che accada ancora ad altri giovani".

L’ultimo saluto a Ciro Esposito verrà dato a Scampia. È qui, nel popolare quartiere napoletano, che il giovane tifoso partenopeo abitava. Ed è qui, Piazza Grandi Eventi, che viene celebrato il funerale di rito evangelico del 28enne colpito da uno sparo il 3 maggio scorso prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, che venne preceduta da violenti scontri. Ciro è rimasto in bilico tra la vita e la morte per 50 giorni per quel colpo di pistola sparato, secondo gli investigatori, dall’ultrà romanista Daniele De Santis. Ma il 25 giugno, i medici non hanno potuto fare altro che decretarne la morte. Oggi Napoli lo vuole ricordare, in silenzio. Lo dice chiaramente la mamma di Ciro alle migliaia di persone che si sono radunate nel cuore del quartiere:" Per favore, è il momento della preghiera. Un po’ di silenzio e di raccoglimento". Aggiungendo che "io e mio figlio abbiamo pregato, e dopo la preghiera, su di noi è scesa la pace", ha detto la donna che ha poi lanciato un appello ai tanti presenti: "Che il suo sacrificio non sia vano e possa portare pace, gioia e amore". Poco prima delle 16 quando il feretro è arrivato dalla camera ardente, la piazza che da oggi porta il nome di Ciro era diventata un piccolo stadio con migliaia di persone. Applausi e poi cori in omaggio al ragazzo. Da uno degli accessi numerosi tifosi, rappresentanti di molte squadre di calcio, hanno srotolato un lungo striscione con la scritta: "La Napoli ultrà con un degno figlio degli ultrà. Ciao Eroe ". Firmato Curva A e Curva B. Anche Gennaro De Tommaso, detto Genny ‘a carogna, ha voluto rendere omaggio al tifoso. La fidanzata del 28enne, Simona, è apparsa commossa ma ferma: "Sotterrate la violenza, non facciamo che accada ancora ad altri giovani". "Basta con la violenza perché così Ciro lo uccidete due volte". Perché a volere la sua morte "non è stato Dio - ha continuato la ragazza - tutto questo è successo a causa di coloro che non hanno Dio nel cuore". Presente al funerale anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha rivolto un pensiero alla mamma del ragazzo che "è il simbolo della città di Napoli", e ha ricordato la "compostezza e la dignità" con cui la famiglia ha vissuto questa tragedia. Poi a prendere la parola è stato il pastore che ha iniziato il rito funebre evangelico: "Ragazzi non siate animati da sentimenti di odio e di vendetta, momenti così non accadano in alcun posto di Italia". "Non deve accadere mai più che la vita di un giovane venga stroncata brutalmente. Mi rivolgo a tutte le tifoserie d’Italia - ha continuato - allo stadio portate sciarpe, bandiere, fischietti, trombe non coltelli, spranghe e pistole. Che Dio vi benedica". Intorno alle 17, dopo un’ora dall’inizio, il funerale si è concluso con le note della canzone "I ragazzi della curva B" cantata da Nino D’Angelo seguito in coro dalle migliaia di partecipanti.

27 giugno 2014

Fonte: Ilfattoquotidiano.it

© Fotografia: Napoli.repubblica.it

In ventimila per i funerali di Ciro Esposito a Scampia

di Biagio Chiariello

Almeno ventimila persone all’Auditorium di Scampia hanno preso parte ai funerali del giovane tifoso del Napoli morto dopo 50 giorni di agonia in seguito agli scontri dell’Olimpico a Roma. Fra i presenti, i dirigenti e i calciatori della squadra partenopea (Aurelio De Laurentiis e Lorenzo Insigne) e il sindaco Luigi De Magistris. In piazza anche il cantante Nino D’Angelo. Molti gli ultras arrivati da tutt’Italia. Fra loro anche "Genny ‘a carogna", il capo ultrà fra i protagonisti della tragica notte di Roma.

La camera ardente che ospita le spoglie mortali di Ciro Esposito, allestita nell'auditorium di Scampia, ha chiuso venerdì pomeriggio alle ore 14. E solo allora in piazza Grandi Eventi nel quartiere alla periferia Nord di Napoli è stata allestita la tendostruttura che ospita la celebrazione dei funerali con il rito evangelico. Fra i presenti nella camera ardente anche Gennaro De Tommaso, detto "Genny a carogna", il tifoso colpito da Daspo per quanto avvenuto nel concitato prepartita all'interno dell'Olimpico. In piazza tantissimi fra striscioni e cartelli. Uno su tanti: "Ciro eroe civile in un mondo vile". Almeno 2.500 tifosi che si sono fatti avanti per portare a spalla il feretro di Ciro Esposito; in tutto almeno 20.000 le persone che hanno reso omaggio allo sfortunato ragazzo napoletano.

Ore 17.03 - L'intervento di Nino D'Angelo che intona "Forza Napoli" - "Oggi è bello vedere qua Napoli riunita. Ho dedicato tante parole a questo quartiere così bistrattato dove vive una maggioranza di persone perbene", ha aperto il suo intervento Nino D'Angelo. "Io non conoscevo Ciro, ma mi è bastato conoscere i suoi genitori per capire che persona era. Sua mamma mi ha insegnato che cos’è la vita. Suo padre non ha detto una parola. A lui dovete fare un grande applauso". Il cantante partenopeo poi intona "Forza Napoli ("i ragazzi della Curva B)". La piazza Grandi Eventi canta insieme a lui: "Napoli, Napoli, Napoli, Ciro è Napoli", diventa il testo dell’inno della squadra partenopea.

Ore 17.00 - Parla la mamma di Ciro Esposito, la signora Antonella Leardi - "Che il sacrificio di Ciro non sia vano e possa portare solo pace, gioia e amore. Spero che la memoria di Ciro possa portare pace e amore ai tifosi di tutta Italia": così la madre della giovane vittima, Antonella, parla del figlio. La donna ha rilasciato anche un'intervista a Sandro Ruotolo per uno speciale di "Servizio Pubblico", su La7, definendo il figlio "La faccia pulita di Scampia".

Ore 16.58 - Simona, la fidanzata di Ciro: "Ciro era un ragazzo, non un ultrà. Facciamo sì che non accada più ad altri giovani". Così la fidanzata di Ciro Esposito, Simona, durante il rito funebre. "Basta con la violenza perché così Ciro lo uccidete due volte - ha ribadito la ragazza parlando dal palco - Non è stato Dio a fare questo, ma è successo a causa di coloro che non hanno Dio nel cuore".

Ore 16.55 - L'intervento del sindaco di Napoli Luigi De Magistris: "Chi ha sbagliato dovrà pagare" - "No all'odio e sì alla giustizia. Io sono stato in quei luoghi, nel giorno della finale di Coppa Italia. Qualcosa non ha funzionato dal punto di vista dell'ordine pubblico. Ed è per questo che chi ha sbagliato dovrà pagare. Hanno subito fatto il solito collegamento errato appena hanno saputo che Ciro. Ma lo sappiamo tutti che non è così".

Ore 16.50 - Parla il Presidente del Coni, Giovanni Malagò: "Oggi un ragazzino mi ha fermato e mi ha detto: "preside', c'hai palle". Non si tratta di palle. Si tratta di rispetto. Sono qui per rispetto nei confronti di Ciro. Lui rappresenta tutti voi. Il mio rispetto va non solo lui, ma a sua madre Antonella e alla sua famiglia".

Ore 16.40 - Il discorso del Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis: "Mi era stato chiesto di portare la Coppa Italia. Che valore ha aver vinto quel trofeo ? Noi vogliamo vincere a testa alta, con il rispetto. Il nostro è un paese troppo giovane, 150 anni sono pochi. Siamo divisi da troppi campanilismi. Ma siamo tutti italiani, tutti figli di questa terra. Io credo che quella sera Ciro è morto perché era morto il calcio italiano. Lui lo rappresentava perché è andato a Roma, voleva solo supportare la sua squadra e si è trovato a difendere donne e bambini durante gli scontri davanti allo stadio". Queste le parole di Aurelio De Laurentiis.

Ore 16.30 - L'appello del pastore evangelico: "Allo stadio portate bandiere e non pistole" - "Ci auguriamo che quello che è accaduto non succeda più. Allo stadio non portate spranghe, pistole e coltelli, ma trombe, sciarpe e bandiere". Sono le parole del pastore evangelico Alfredo Ciabatti nel corso del funerale di Ciro Esposito.

Ore 16.15 - Malagò e De Laurentiis a Scampia - Nella piazza di Scampia, dove si tengono i funerali di Ciro Esposito, ci sono anche presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis. Con loro il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e, in rappresentanza del Governo, il sottosegretario Gioacchino Alfano.

Ore 16.05 - Ultras da tutta Italia, e anche dalla Germania. Assenti riferimenti alla Roma - Genoa, Ancona, Catania, Palermo, Crotone, Lazio, Fiorentina, Pro Vercelli, Milan, Casertana e anche del Borussia Dortmund, oltre che del Napoli. Sono arrivati da tutta Italia e anche dalla Germania, i tifosi per dare il loro ultimo saluto a Ciro Esposito. Piazza Grandi Eventi è "addobbata" con le sciarpe e i loro striscioni. Nessun riferimento alla Roma, squadra della quale è tifoso Daniele De Santis, sospettato di aver sparato e ferito mortalmente il tifoso del Napoli.

Ore 15.50 - La mamma di Ciro: "Silenzio, ora è il momento della preghiera" - "Per favore, è il momento della preghiera. Un po' di silenzio e di raccoglimento". La signora Antonella, mamma di Ciro Esposito, lancia un appello poco minuti prima dell'inizio del funerale del figlio.

Ore 15.35 - Anche De Magistris ai funerali di Ciro - Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è giunto in piazza Grandi Eventi, nel quartiere napoletano di Scampia, per prendere parte al funerale di Ciro Esposito.

Ore 15.15 - Il feretro di Ciro ha lasciato la camera ardente -Il feretro con le spoglie mortali del giovane ha lasciato la camera ardente portato in spalla dai tifosi del Napoli. Un lungo applauso della gente ha accompagnando la bara per raggiungere piazza Grande Eventi, dove alle 16.30 si terranno i funerali con rito evangelico. Moltissime le persone in lacrime, amici e parenti intonano "Ciro, Ciro".

Ore 14.10 - Piazza Grandi Eventi a Scampia diventa "Piazza Ciro Esposito" - La piazza principale di a Scampia ha appena ‘cambiato nome'. Al suo posto i tifosi napoletani, i parenti, gli amici e i conoscenti del ragazzo morto ieri, hanno sistemato una targa con la scritta "Piazza Ciro Esposito". Nel frattempo il presidente della Municipalità, Angelo Pisani, ha comunicato che sarà intitolato a Ciro Esposito un campo di calcio del quartiere, in via Hugo Pratt.  Nel testo della delibera si chiede al sindaco di Napoli Luigi de Magistris di intitolare allo sfortunato tifoso la Curva A dello Stadio San Paolo. Tra i tanti che sono giunti a rendere omaggio a Ciro c'è stata anche la moglie del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, Maria Teresa Dolce, che questa mattina si è intrattenuta qualche minuto con la madre del ragazzo, Antonella Leardi. A rendere omaggio anche i tifosi del Palermo. Nel pomeriggio attesi ultras di Genoa, Catania, Siena e potrebbero arrivare anche ultras del Siviglia, Borussia Dortmund e della Lazio: c'è un dispositivo di sicurezza predisposto ad hoc dalla Questura di Napoli insieme al ministero dell'Interno ed è possibile che proprio oggi gli agenti in servizio possano indossare le telecamere montate sui giubbotti, sperimentazione per rendere ogni poliziotto un "occhio" elettronico che inquadra eventuali aggressori (o anche eventuali abusi). Fra le corone di fiori da ieri c'è quella di Speziale, il tifoso condannato per l'omicidio dell'ispettore di Polizia Raciti e quella del Club Napoli Milano Partenopea, gruppo di tifosi che - secondo le ricostruzioni fatte fino a oggi - furono assaliti a Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia e che Ciro avrebbe cercato di difendere.

Oggi Scampia darà il suo ultimo saluto a Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli rimasto gravemente ferito prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina e morto dopo 50 giorni di agonia al Gemelli di Roma. Ieri il suo corpo, in seguito all’autopsia che ha rivelato che il giovane è stato raggiunto da un solo proiettile che è passato in mezzo alle costole per poi conficcarsi nella colonna vertebrale, è tornato nella sua Scampia. Prima di raggiungere il luogo individuato per la camera ardente, il feretro ha fatto tappa al cimitero di Miano e poi davanti all'autolavaggio di proprietà della famiglia, attraversando due ali di folla. Nella camera ardente anche il gonfalone del Comune. Una fila interminabile di persone si è raccolta all’auditorium per salutare Ciro: si sono visti bambini, anziani e uomini e donne di ogni età. Tutti con gli occhi lucidi. La bara di Ciro Esposito è stata immediatamente ricoperta con fiori, bigliettini, una sciarpa e un peluche del Napoli. Tante le corone di fiori arrivate a Scampia, pensieri da altri tifosi, quelli della curva A, dei club Napoli, della curva Sud di Nocera, del Catania e anche della famiglia di Antonino Speziale. Accanto al feretro la mamma di Ciro, Antonella Leardi, il padre Giovanni, il fratello Michele e la fidanzata Simona, oltre a cugini e zii. La mamma del ragazzo è stata anche colta da un malore durante la camera ardente all'auditorium di Scampia. La donna si è sentita male quando è stata esposta la foto di Ciro. La camera ardente accoglierà anche oggi le persone fino a pochi minuti prima del funerale, che si svolgerà alle 16,00 in piazza Grandi eventi, nel cuore del quartiere. Il Comune di Napoli ha donato il tumulo per la sepoltura del giovane: la Giunta, su proposta dell'assessorato al Patrimonio e Cimiteri, ha approvato una delibera con cui ha messo a disposizione della famiglia Esposito un tumulo nel cimitero di Secondigliano per la sepoltura di Ciro, il sindaco Luigi de Magistris ha dichiarato la giornata di oggi lutto cittadino.

27 giugno 2014

Fonte: Fanpage.it

© Fotografia: Panorama.it

NAPOLI I FUNERALI

Napoli, l'ultimo saluto a Ciro: la commozione dell'Italia

di Alessio d'Urso e Gianluca Monti

Migliaia di persone al funerale del tifoso napoletano. Tantissime le manifestazioni d'affetto. De Laurentiis: "Spero che la sua morte permetta al calcio di ripartire".

"Sono troppo emozionato. Cari Antonella e Giovanni, è durissima. Quando viene a mancare un figlio, viene a mancare la parte migliore di noi. Antonella in questa Italia corrotta e senza valori, ha avuto la forza di far nascere la fiamma della speranza. Lei vuole giustizia, non vendetta. Vuole che certe assurdità non rimangano impunite, ma parla di perdono". Queste le parole pronunciate del patron del Napoli De Laurentiis, che commosso ha continuato "Aver vinto quella coppa Italia non ha valore, i trofei vogliamo vincerli a testa alta con onore e rispetto. Quella sera era morto il calcio italiano, rappresentato da Ciro che veniva colpito mentre difendeva un pullman di bambini e famiglie. Io spero che la sua morte permetta al calcio di ripartire, di ritrovare una cultura della sportività. Siamo troppo divisi dimenticandoci di essere tutti italiani". Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha raccontato un episodio: "Un ragazzo che non conoscevo mi si è avvicinato, mi ha detto "bravo presidè che sei venuto, hai le palle. È una questione di rispetto, non di palle. Rispetto verso i suoi genitori, quello che conta è esserci domattina, tra un mese, tra un anno. Antonella ha insegnato la dignità a questo Paese, il 25 giugno ci sarà un premio intitolato a Ciro Esposito, sarà la famiglia a decidere a chi destinarlo".

PAROLE D'AFFETTO - Sul palco, allestito per raccogliere le varie testimonianze, anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: "Ciro è nel cuore di tutti i napoletani, lo avevano già messo sul banco degli imputati poi grazie alla dignità dei familiari si è fatto luce su quanto era realmente accaduto. Deve pagare chi non ha garantito l'ordine pubblico. Antonella è il simbolo di Napoli". E la mamma di Ciro ha ringraziato tutti i presenti all'inizio della funzione funebre: "Grazie a tutti, è successa una cosa bruttissima ma la pace non l'abbiamo mai persa. Noi siamo stati il vostro orgoglio, voi siete il nostro orgoglio. Abbiamo pregato tanto insieme a Ciro, lui chiedeva la salvezza del cuore e non del corpo. Io ringrazio comunque Dio per il suo disegno, per la forza che ha dato alla mia famiglia. Sono stremata, che il sacrificio di Ciro non sia vano. Tenete alta la bandiera dello sport nel nome di Ciro Esposito. Lui sarà già nella gloria di Dio. Sono venuti a migliaia al Gemelli, le persone più umili e quelle più importanti. Ringrazio Pino Smiraglia, che ci ha offerto ospitalità". La fidanzata Simona: "Ciro, continua a vivere nelle cose che ti facevano sorridere. La nostra vita prosegue, io sono dietro l'angolo". Il momento più toccante con Nino D'Angelo: "Finalmente vedo una Napoli unita. Ho dedicato tante parole a questo quartiere così bistrattato, ma pieno di brava gente. Mamma Antonella con poche parole mi ha insegnato la vita". La canzone "Quel ragazzo della curva B", intonata dal cantante, ha unito tutti in un unico coro di voci, lacrime e applausi.

CORI E STRISCIONI - Arrivata in piazza, la salma di Ciro Esposito è stata accolta da un fragoroso applauso e dal coro "Olé olé olé Ciro, Ciro". In piazza più di 7000 persone, tanto caldo e tantissima commozione. Una gigantografia del ragazzo è mantenuta da alcuni suoi amici mentre mamma Antonella e papà Giovanni sono seduti di fianco alla bara del figlio. Lunghissimo lo striscione esposto dai tifosi: "La Napoli ultras con dignità piange un degno figlio di questa città, ciao Ciro".

L'ITALIA INTERA CON CIRO - Sono arrivati da tutta Italia per Ciro. Tantissimi tifosi del Genoa, tanti quelli della Lazio (alcuni a Napoli già da ieri), del Catania, del Palermo e dell'Ancona. Molti indossano una t-shirt con la scritta: "Ciro un eroe, orgoglio partenopeo". Da Roma è arrivato il presidente del club Napoli della Capitale, Gino Di Resta. Ed è arrivata a Scampia anche la delegazione del Napoli. Oltre a Lorenzo Insigne, ci sono alcuni ragazzi del vivaio azzurro accompagnati dal loro responsabile Gianluca Grava. "Un dolore immenso", hanno detto tutti. Presente, a titolo personale, il Pampa Sosa.

GENNY 'A CAROGNA - Gli ultras hanno preso posto sui gradoni adiacenti la piazza, che è stata "intitolata" a Ciro Esposito. Tra questi c'è anche Gennaro De Tommaso, alias Genny 'a carogna, tra i primi soccorritori di Esposito dopo gli scontri, ricordato da tutti per le scene indimenticabili che lo videro protagonista all'Olimpico.

IN VISITA - La notte a Scampia è stata più lunga che altrove. Migliaia di persone si sono riversate nella camera ardente allestita all'interno dell'auditorium della villa comunale per rendere omaggio alla salma di Ciro Esposito. A vegliarlo c'erano i parenti e la fidanzata Simona, che non riusciva a trattenere le lacrime. La madre a Antonella, forte come una quercia, ha avvertito un leggero malore quando è stata esposta la foto di Ciro, che si trova ancora in alto in corrispondenza del feretro.

IL MESSAGGIO DI MARADONA - L'ottava municipalità di Scampia ha deciso di intitolare lo stadio del popolato quartiere a Ciro Esposito (impianto da 8mila posti, dove gioca in serie D il Campania e in passato la Stella Rossa). Nella delibera il presidente della municipalità Angelo Pisani ha proposto di intitolare al ragazzo anche una curva del San Paolo, dove Ciro seguiva abitualmente gli azzurri. "Attorno all'impianto si trovano tutte le scuole calcio e anche i plessi scolastici di Scampia - dice Pisani - sarà un polo di aggregazione importante. Che l'esempio di Ciro sia scolpito nella pietra oltre che nei cuori e nella memoria di tutti gli appassionati di sport veri". Anche Diego Armando Maradona, sconvolto dalla notizia, ha voluto mandare un messaggio alla famiglia di Ciro: "Non ci sono parole per quanto è accaduto". Ciro è e rappresenta la maglia di Napoli e della città di Napoli" - ha poi aggiunto Maradona che si è detto "molto addolorato" per la tragedia che ha colpito la famiglia Esposito e la città di Napoli.

BLATTER - Anche Joseph Blatter, presidente della Fifa, ha voluto con una lettera di cordoglio ai familiari, dimostrare la propria vicinanza. Ecco le prime parole: "La Fifa e tutto il mondo del calcio si stringono a voi per la tragica scomparsa di Ciro, ragazzo dal cuore grande, che aiutando altre persone ha perso la sua vita".

27 giugno 2014

Fonte: Gazzetta.it

© Fotografia: Ansa.it - Laprovinciaonline.info

Il Presidente della Fifa Blatter scrive ai familiari di Ciro Esposito

ll presidente della Fifa Joseph Blatter ha inviato una lettera di cordoglio ai familiari di Ciro Esposito, il tifoso ferito prima della finale di Coppa Italia dello scorso maggio e deceduto all'alba del 25 giugno. Di seguito, il testo della lettera.

Carissima famiglia Esposito,

amici, la Fifa e tutto il mondo del calcio si stringono attorno a voi per la tragica scomparsa di Ciro, ragazzo dal cuore grande, che aiutando altre persone ha perso la sua vita. Il nostro è uno sport che deve unire e non dividere, il calcio non merita tutto questo ! La vita è troppo preziosa per perderla per un atto di violenza assolutamente intollerabile e soprattutto privo di senso. perché non c'è alcuna giustificazione per i fatti accaduti il 3 maggio a Roma. Non è giusto che un ragazzo di soli 28 anni debba morire in questo modo. Io condanno ogni forma di violenza. Sia nel calcio che attorno al calcio e ancora una volta faccio un appello al fair play. ogni volta che accadono fatti di questo tipo, si violano i principi fondamentali dello sport. mi auguro di tutto cuore che si trovino i mezzi per placare la violenza dal mondo del calcio e dello sport in generale. La Fifa esprime tutto il proprio cordoglio per la perdita di un ragazzo che amava il calcio, la sua squadra e la sua città. Esprimo il cordoglio del mondo del calcio e il mio personale, unendomi al dolore dei familiari, degli amici e conoscenti di Ciro, e di tutti i tifosi del Napoli. Sentite condoglianze a tutti voi.

Un caloroso abbraccio

Joseph S. Blatter

27 giugno 2014

Fonte: Sportmagazinenews.it

© Fotografia: Gazzetta.it

D'Angelo si emoziona e canta il suo inno

Tocca a Nino D'Angelo prendere la parola dopo la mamma di Ciro. Compito arduo, e lui lo sa. "Certo, non è facile parlare adesso. Io poi non sono tanto abituato a parlare, lo sapete, di solito faccio altro", esordisce il cantante, la cui presenza ai funerali di Ciro Esposito non era stata annunciata. D'Angelo, espressione tesa dietro gli occhiali scuri, aveva pazientemente atteso il suo turno seduto accanto al sindaco de Magistris. Non è facile parlare. Non dopo la mamma di Ciro. E infatti l'artista, la voce rotta dall'emozione, concluderà il suo breve intervento cantando, anzi accennando l'antico inno da lui scritto per il Napoli anni fa, ma ancora oggi molto popolare, "I ragazzi della curva B". Anche lui, oggi pomeriggio, è un tifoso tra i tifosi. Ad accompagnarlo, il coro improvvisato di molti dei presenti nella grande piazza. "La maggior parte delle persone di Scampia afferma l'artista - sono persone perbene. L'ho sempre pensato e infatti sono sempre stato legato a questo quartiere. È stato proprio qui che molti anni fa ho voluto celebrare, con un concerto, il mio quarantesimo compleanno. Sì, questa è gente perbene", insiste il cantante. "La mamma di Ciro ci ha insegnato a vivere. Oggi è bello vedere qua Napoli riunita. Ho dedicato tante parole a questo quartiere così bistrattato dove vive una maggioranza di persone perbene. Non conoscevo Ciro ma mi è bastato conoscere il papà e la madre per capire com'era lui. La mamma mi ha insegnato in due minuti cos'è la vita". Tra gli applausi, dopo aver cantato, l'artista ha poi concluso, rivolgendosi ai ventimila di piazza Grandi Eventi: "Grazie Ciro, viva Ciro, sei tutti noi".

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

De Laurentiis in lacrime

"Non dimenticheremo questo nostro tifoso"

di Marco Azzi

Sono arrivati insieme da Roma: dov'era cominciato e si è tragicamente concluso il calvario di Ciro Esposito, partito con la sciarpa azzurra al collo e ritornato finalmente a casa, ma sulle quattro ruote di un carro funebre. Anche ad Aurelio De Laurentiis e a Giovanni Malagò, numero uno del Coni, sono sembrati duecento chilometri di via crucis: dai sensi di colpa della capitale al bagno di folla e le lacrime di Scampia, dove i due dirigenti sono arrivati sostenendosi idealmente a vicenda. Stesso treno e uguale commozione: sincera, non diplomatica. "Accoglieteli bene, ci sono stati sempre vicini", si era raccomandata poco prima mamma Antonella, chiedendo alla piazza di non fischiare. Il presidente del Napoli trova la forza per avvicinarsi alla bara e vi appoggia sopra una piccola bandiera, con un gesto molto più paterno che teatrale. Accanto ha il figlio minore Edoardo. "Non esiste un dramma più grave e atroce di questo, per un genitore…", attacca. Il papà De Laurentiis vorrebbe fermarsi qui. Rimane in disparte finché può, sempre con Malagò al fianco e lo sguardo basso. Lo alza solamente per incrociare quelli di Lorenzo Insigne, Gianluca Grava e Salvatore Carmando, pezzi pregiati della nuova e della vecchia squadra, ma soprattutto napoletani, tra i napoletani di Scampia. Fra di loro parlano a voce bassa in dialetto. "È un dolore troppo grande, non riesco a dire di più", confessa lo scugnizzo, rientrato dal Mondiale da ventiquattro ore e un po' frastornato. Ma ha voluto esserci, a 53 giorni dalla quella notte maledetta. Mentre lui segnava la doppietta della vittoria, nella finale di Coppa Italia con la Fiorentina, Ciro Esposito iniziava la sua lunga agonia all'ospedale Gemelli. Lorenzo e Ciro: due figli di Napoli, con la stessa passione per il pallone e la squadra azzurra. Come la speranza Tutino, il portiere Contini e tutti gli altri ragazzi del settore giovanile, mischiati anche loro tra la folla di Scampia. Non ci sono stelle e comparse: è il dolore di tutti. Poi si risente la voce di De Laurentiis, al microfono. "In quel terribile tre maggio è morto pure il calcio italiano, mentre il nostro tifoso veniva colpito. Era venuto a Roma solo per applaudire la sua squadra e ha perso la vita per difendere un pullman pieno di bambini e di famiglie. Non dovremo dimenticare mai quello che è successo, mai... Mi auguro che questa tragedia permetta al nostro mondo di ritrovare la sua identità e ripartire dalla cultura della sportività e del rispetto reciproco". De Laurentiis ha parlato per cinque minuti esatti, trattenendo a fatica le lacrime. Gli ha dato la forza Antonella Leardi, la mamma di Ciro. "Da un luogo difficile come Scampia può nascere la fiamma della speranza - ha detto il presidente - C'è la limpidezza di una donna che ha perduto un figlio, il bene più caro che esiste, ma non dimentica nemmeno in un momento così drammatico i valori morali della vita e parla soltanto del perdono, non di vendetta: pur chiedendo legittimamente verità e giustizia. Dobbiamo fare tesoro di una lezione come questa. Il 3 maggio mi avevano chiesto di portare la Coppa Italia a Napoli, dopo il successo con la Fiorentina. Ma un'impresa come quella non ha alcun senso: vogliamo vincere a testa alta, con il rispetto. Spero che la morte tragica di questo ragazzo possa restituire i veri valori della vita". Di morale ha parlato anche Malagò, numero uno del Coni. "Un ragazzo mi ha detto che ho avuto coraggio, a venire qui. Gli ho risposto che non potevo mancare, per una questione di rispetto nei confronti di Ciro Esposito e della sua coraggiosa famiglia, la cui dignità farà storia e rimarrà per tutti come una lezione di vita. Di celebrazioni del genere ne ho già viste tante, purtroppo: conta però soltanto quello che succederà e che sapremo fare da domani, per cambiare. Istituiremo un premio alla memoria di questo ragazzo, che sarà assegnato ogni 25 giugno a giudizio insindacabile della sua mamma e dei suoi parenti: a chi avrà mostrato particolari valori di lealtà. Basta con i violenti". Hanno applaudito pure gli ultrà presenti in piazza: Genoa, Catania, Palermo. C'erano tutte le tifoserie amiche del Napoli, ma quelle nemiche no.

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Napoli.repubblica.it

In ventimila per Ciro

L'appello di Simona "Sotterrate la violenza"

di Antonio Di Costanzo

"Sotterrate la violenza. Non facciamo che accada ancora ad altri giovani, perché così lo uccidete due volte". Simona, la giovane fidanzata di Ciro Esposito, il tifoso ferito il 3 maggio scorso prima della finale di Coppa Italia a Roma e morto dopo 53 giorni di agonia, lo dice durante i funerali. Forse è il momento più toccante della cerimonia che richiama in piazza oltre 20 mila persone per dare l'ultimo saluto al giovane di 29 anni che qui era nato e viveva. Il funerale, con rito evangelico, si celebra in piazza Grandi eventi che per l'occasione cambia nome: i tifosi hanno sistemato una nuova targa in marmo con la scritta "Piazza Ciro Esposito". Il presidente della municipalità Angelo Pisani annuncia che lo stadio del quartiere sarà dedicato a Ciro. Scampia mostra il suo volto più bello, la sua umanità e si stringe attorno al suo "figlio caduto". Arrivano delegazioni di ultrà da tutta Italia. "Se le morti non sono mai utili - dice Vincenzo Esposito, zio di Ciro - perché lasciano un vuoto incolmabile, abbiamo la speranza che il sacrificio di mio nipote possa aiutare a voltare pagina, affinché nessuna mamma romana o di un'altra città possa vivere questo dramma". La camera ardente allestita nella municipalità è rimasta aperta anche la notte, ma il flusso di visitatori è senza sosta. Ci sono i familiari, gli amici, ma anche semplici conoscenti e i tifosi che arrivano da tutta Italia, compreso una delegazione di genoani poco prima che la salma lasci l'auditorium della municipalità. Tra i presenti anche il cantante Eduardo Bennato. Sono circa le 15 quando un gruppo di tifosi e amici prendere la salma per accompagnarla in un breve corteo. Indossano una maglietta nera. Davanti c'è scritto "Ciro 1 eroe", dietro "Orgoglio partenopeo". Scandiscono slogan per ricordare il ragazzo. È un continuo "Ciro uno di noi". Il corteo segue ordinatamente il carro funebre dove i tifosi hanno sistemato la bara portata in spalle fuori dalla camera ardente. Non si sentono slogan offensivi, né minacce di vendette. I tifosi sono rispettosi del dolore della famiglia Esposito e si accodano dietro la mamma Antonella che offre di nuovo prova di grande dignità. Sul feretro fiori bianchi e tantissime sciarpe del Napoli, ma anche di altre formazioni. C'è anche un "ciuccio" di pelouche. Ad aprire il corteo una grande foto di Ciro con la scritta "Eroe" per ribadire quello che da queste parti tutti sostengono: "Ciro è morto per difendere dei tifosi vittime di un’aggressione". La cerimonia si trasforma in un lungo appello alla non violenza. Gli ultrà ascoltano rispettosi. Tra loro, molto defilato, c'è Gennaro De Tommaso, alias "Genny ‘a carogna", il capo ultrà diventato famoso per aver discusso da una balaustra dell'Olimpico con Hamsik e alcuni poliziotti, prima dell'inizio della finale di Coppa Italia in quel maledetto 3 maggio. Il presidente Aurelio De Laurentiis porta una maglia del Napoli con il nome Ciro e il numero 84, l'anno di nascita del tifoso. Con lui Lorenzo Insigne, il presidente del Coni, Giovanni Malagò e il sindaco Luigi de Magistris. Tra le autorità presenti anche il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, il presidente della Municipalità, Angelo Pisani, e il senatore Vincenzo Cuomo, che in queste settimane hanno fatto sentire la loro vicinanza alla famiglia. La madre di Ciro, Antonella Liardo, invita a non fischiare nessuno "perché sono qui come nostri amici". Anche questo suo appello viene accolto. Don Aniello Manganiello che per lunghi anni è stato parroco nella chiesa del vicino rione don Guanella combattendo contro droga e degrado, invita al perdono e alla pace. Le sue parole raccolgono grandissimi applausi. Nel corso della cerimonia, vengono letti diversi messaggi di cordoglio giunti alla famiglia, tra cui quello della Presidenza della Repubblica. Un'esplosione di coriandoli bianchi, applausi e cori, al termine delle esequie, accompagna il corteo funebre diretto verso l'autolavaggio di via Ghisleri, a Scampia, nel quale lavorava il giovane tifoso. Ad accogliere la salma di Ciro, davanti all'autolavaggio, moltissime persone. Nel corteo ha sfilato pure lo striscione con la scritta "Sei il nostro eroe. Tutti gli amici della Case Gialle". Mentre da uno stereo partono anche le note dell'inno del Napoli di Nino D'Angelo. Anche lui è presente a Scampia per salutare Ciro. "Oggi è bello vedere qui Napoli riunita - dice - ho dedicato tante parole a questo quartiere così bistrattato dove vive una maggioranza di persone perbene. Non conoscevo Ciro, ma è bastato conoscere il papà e la madre per capire com'era. La mamma mi ha insegnato in due minuti cos'è la vita".

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

Dai duri delle curve solo cori e applausi

"Siamo qui per Ciro per noi è un eroe"

di Dario Del Porto

Il silenzio degli ultrà nella grande piazza di Scampia. "Siamo qui solo per Ciro. Per noi è come un fratello", dicono i "duri" delle curve. Gli ultras prendono posto sulla scalinata che si trova dalla parte opposta del feretro. Quando la funzione comincia, avanzano di qualche metro e srotolano lo striscione che recita: "La Napoli ultras con dignità piange un degno figlio della città. Cia' Cirò". Firmato, Curva A e Curva B. Poi più niente. Solo qualche coro per Ciro e tanti applausi all'indirizzo del feretro. In mezzo alle delegazioni di tifosi organizzati provenienti da ogni parte d'Italia, c'è anche Gennaro De Tommaso detto ‘a carogna, uno dei capi della Curva A la cui immagine sulla balaustra dello stadio Olimpico, ripresa dalle telecamere la sera del 3 maggio, ha fatto il giro del mondo. Il suo arrivo in piazza viene addirittura segnalato come "notizia urgente" dalle agenzie di stampa, forse per quella trattativa sull'inizio della gara, peraltro sempre negata sia dal Viminale sia dagli ultras. Stavolta però Genny non è in prima fila, resta nelle retrovie, lasciando agli altri leader il compito di dirigere le operazioni. "Lasciatemi stare, sono qua solo per il funerale", dice allontanando i cronisti. Non indossa la maglietta "Speziale libero", che tanto aveva fatto discutere dopo il 3 maggio, ma un'altra t-shirt, sempre nera, e un berretto per proteggersi dal sole. Molti lo salutano, poi De Tommaso sceglie una posizione defilata dove resterà fino alla conclusione del rito. Fu proprio Genny, peraltro, subito dopo la sparatoria di Tor di Quinto, uno dei primi a soccorrere Ciro Esposito e gli altri due tifosi del Napoli feriti dai colpi d'arma da fuoco esplosi dalla pistola impugnata, secondo la ricostruzione della Procura di Roma, dall'ultrà romanista Daniele De Santis detto "Gastone". I tragici eventi di quella sera, resi ancor più dolorosi dalla morte dopo 53 giorni di calvario dello sfortunato operaio di Scampia, hanno portato a Napoli per i funerali supporters di molte altre tifoserie, non solo appartenenti ai gruppi storicamente gemellati con i gruppi organizzati del San Paolo. Nella piazza arrivano i genoani, da più di trent'anni legati da amicizia con i napoletani, ma anche le magliette blu della Curva Nord Ancona, che sono fra i primi a raggiungere il quartiere, parcheggiano tre pulmini proprio ai piedi delle Vele e srotolano lo striscione con scritto "Ancona piange un suo fratello". A Scampia ci sono anche i supporters del Catania, quelli di Avellino, Bari, Nocerina, un gruppo di milanisti. Sul feretro di Ciro Esposito compare una sciarpa gialla del Borussia Dortmund, la squadra tedesca da quest'anno gemellata con il Napoli. Sui muri, un manifesto a lutto firmato "Brigata Bizantina Rossano Gruppo ultras ‘86", uno striscione "Ciao Ciro" esposto dagli Ultras Curva Nord Taranto e tanti altri ancora. Tra la folla, tante magliette con i messaggi tipici delle tifoserie organizzate, da "Associazione non riconosciuta" a "Nati per difenderti". Ma chi si aspettava slogan ostili contro i romanisti oppure frasi riconducibili a propositi di vendetta resta deluso. Come durante i surreali novanta minuti dell'Olimpico, gli ultrà mantengono nel corso della lunga funzione religiosa un silenzio interrotto solo da cori per Ciro e dagli applausi all'indirizzo del feretro. La linea del cordoglio viene rispettata da tutti e niente spezza il rispetto chiesto dalla famiglia Esposito. Anche quando la salma lascia la piazza e attraversa il quartiere per raggiungere l'autolavaggio dove Esposito lavorava, il corteo che lo accompagna ha voci e canti solo per il suo "eroe". È il giorno del dolore, oggi, non quello dell'ira.

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Ilfattoquotidiano.it

De Magistris strappa gli applausi della piazza

"Chi ha sbagliato paghi"

di Anna Laura De Rosa

"Devono pagare tutti, anche chi non ha garantito l'ordine pubblico". Luigi de Magistris infiamma Scampia. Nel giorno dei funerali del tifoso eroe indossa l'abito scuro e la fascia tricolore. Quando prende il microfono non parla solo da sindaco, ma soprattutto da cittadino ferito. Con un intervento di pochi minuti va dritto al cuore della piazza. La sera del 3 maggio si trovava anche lui a Roma e "l'ordine pubblico quel giorno non ha funzionato - dice - sono stato testimone che non ha funzionato. Deve pagare chi non l'ha garantito". De Magistris, giovedì sera, non ha partecipato alla festa-evento per i 100 anni di Marinella. Ha spiegato all'imprenditore che ha scelto di restare accanto alla famiglia di Ciro e al quartiere. Una decisione umana con impliciti risvolti politici, perché intercetta il sentimento generale. In un quartiere dove peraltro de Magistris, in passato, aveva spesso inviato il suo braccio destro, il vicesindaco Tommaso Sodano. Adesso invece è lì, tra la folla. Sono tutti d'accordo con de Magistris: i tifosi, la famiglia, gli amici e i cittadini. E l'applauso della folla rimbomba sotto la tenda che ripara dal sole il feretro ricoperto di sciarpe azzurre. All'indomani degli scontri "altri avevano già messo Ciro sul banco degli imputati - ricorda de Magistris - avevano detto che i napoletani erano colpevoli e che i tifosi avevano sbagliato. Poi avevano aggiunto la prova definitiva: siccome Ciro è di Scampia, siamo tutti brutti, sporchi e cattivi...". Il ricordo del pregiudizio fa scattare un'ovazione nella folla. "Oggi scriviamo una nuova pagina. Abbiamo dimostrato che Ciro è innocente. E la verità è che lui si è messo tra l'odio e chi voleva solo vedere una partita di calcio". Tra le migliaia di persone presenti ci sono soprattutto ragazzi e tifosi giunti da ogni parte d'Italia per dare l'ultimo saluto a Ciro. A loro il sindaco chiede di non farsi prendere dalla rabbia. "No all'odio e alla vendetta - aggiunge - ma sì alla giustizia". La stessa giustizia che da cinquanta giorni invoca la famiglia del ragazzo. "Da domani - prosegue de Magistris - devono esserci soprattutto fierezza, dignità, coraggio e determinazione della famiglia di Ciro. Hanno fatto capire all'Italia come ci si comporta. Credo che la cosa più bella sia stato il modo in cui dopo il ferimento di Ciro i suoi genitori si sono comportati: avevano già scritto che la storia era diversa". Il sindaco rivolge poi alcune parole ad Antonella Leardi che in questi giorni è diventata "la madre d'Italia". La mamma di Ciro Esposito "è il simbolo della città di Napoli, una donna esemplare e una mamma vera, di grande cuore. Oggi - conclude de Magistris nel cuore e nel corpo di ogni napoletano c'è Ciro: sarà ricordato per sempre".

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

La rivincita di Scampia

"Ciao Ciro, nostro eroe"

di Dario Del Porto

NAPOLI - La dolcezza di una madre contro la violenza. "Prego affinché il sacrificio di Ciro non sia vano e questa tragedia possa portare pace, amore e gioia", ripete Antonella Leardi mentre Scampia piange il suo ragazzo ucciso per una partita di calcio. È stremata, dopo 53 giorni di calvario, una notte trascorsa a vegliare il figlio nella camera ardente e un funerale celebrato sotto il sole di un quartiere commosso. Eppure questa donna minuta, con il cuore grande e un carattere d'acciaio, trova ancora la forza di indicare al mondo la strada giusta, quella del rispetto reciproco, del perdono e della giustizia, lei che sin dal primo momento ha scelto di allontanare con fermezza qualsiasi sentimento di vendetta o di rivalsa. Quando prende la parola, la grande piazza che ospitò Papa Wojtyla si ammutolisce. Mamma Antonella chiede di non fischiare i politici perché "sono venuti come nostri amici". Ricorda al "popolo di Scampia" di aver dato "grande dimostrazione di dignità, continuiamo a farlo". E racconta: "Abbiamo pregato tanto, mio figlio ed io, e dopo la preghiera su di noi è scesa la pace. Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino e tutti i tifosi d'Italia che sono qui. Dico no alla violenza", ribadisce. "Antonella è un gigante della vita. Ha insegnato a un intero popolo come comportarsi, sessanta milioni di persone hanno ricevuto da lei lezioni di vita", commenta il presidente del Coni Giovanni Malagò, ancora emozionato dopo averla incontrata giovedì a Roma. Ma il carattere di questa donna ha impressionato anche il sindaco, Luigi de Magistris, che elegge la mamma di Ciro Esposito a "simbolo della città", e il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, che pensa a lei come "la migliore testimonial per uno sport non violento". Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, dice che Antonella "ha avuto forza in questa Italia scorretta, in questa Italia dove i valori si sono persi totalmente. È una donna che non ha perso di vista, pur in questo momento di profonda tristezza, i veri valori morali della vita". Gianni Maddaloni, il maestro di judo che con la sua palestra tiene ogni giorno lontano dalla strada tantissimi ragazzi di Scampia, è ammirato "dalla straordinaria forza di Antonella". Ma è tutta la famiglia di Ciro ad essere riuscita, in questi due mesi tragici, a mantenere sempre equilibrio e dignità. A cominciare dallo zio, Vincenzo, il sindacalista che nelle ore immediatamente successive alla sparatoria di Tor di Quinto, con il nipote già in gravissime condizioni in ospedale, ha saputo trovare le parole giuste per far comprendere a tutti come la vittima di quella follia fosse un bravo ragazzo, uno che lavorava in un autolavaggio, non un delinquente. Poi il papà, Giovanni, che quando ha saputo della decisione di sospendere il mercatino rionale per poter celebrare i funerali di Ciro ha scosso il capo: "Sicuri che sia proprio necessario, qui la gente ha bisogno di lavorare". E Simona, la fidanzata, che lo ha aspettato fino all'ultimo, dedicandogli un bellissimo striscione, e ieri ha emozionato tutti con le sue parole. "Non dimenticherò mai la forza e il rigore morale dimostrata da questa famiglia in un momento così tragico", sottolinea l'avvocato Angelo Pisani, il presidente della municipalità che assieme al fratello Sergio assiste i parenti di Ciro Esposito. È una Scampia che non fa notizia e non va in televisione. Una Napoli lontana dai salotti e dal potere. Un mondo cresciuto proprio ai piedi delle Vele, le stesse dove un quarto di secolo fa Giovanni Paolo II invitò ad organizzare la speranza ma dove, da allora, poco o nulla è cambiato davvero. Adesso sono qui, a salutare un ragazzo di neppure trent'anni che era andato a vedere la squadra del cuore e non è più tornato casa. Mentre piangono chiedono innanzitutto giustizia e di non fare altro male a quel ragazzo seminando ancora odio. "In ogni persona vive una parte di mio figlio. Ciro aveva mille motivi per bestemmiare il nome di Dio, ma lo ha pregato e glorificato. Io ancora oggi ringrazio Dio per come ci ha accompagnato in questi giorni, per la forza che ci ha dato. Ciro gode già della gloria di Dio. Ora tocca a voi: sarete il nostro orgoglio", dice Antonella. Sotto il sole di Scampia, nella grande piazza stracolma di gente, l'umanità di una madre sfida il rancore e la violenza. Una partita più grande di lei, più grande di tutti. L'unica, però, che valga la pena di essere giocata.

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Fanpage.it

L'addio di Napoli a Ciro

"Sotterrate la violenza o lo ucciderete di nuovo"

di Antonio Di Costanzo

NAPOLI - "Sotterrate la violenza. Non facciamo che accada ancora ad altri giovani perché così lo uccidete due volte". Lo urla con la voce che trema per l'emozione, Simona, la giovane fidanzata di Ciro Esposito, il tifoso ferito il 3 maggio scorso prima della finale di coppa Italia a Roma e morto dopo 53 giorni di agonia. Forse è il momento più toccante della cerimonia che richiama in piazza, sotto un sole che brucia la pelle, oltre 20 mila persone per dare l'ultimo saluto al giovane di 29 anni che qui era nato e viveva. Il funerale, con rito evangelico, si celebra in piazza Grandi eventi che per l'occasione cambia nome: i tifosi hanno sistemato una nuova targa in marmo con la scritta "Piazza Ciro Esposito". Scampia, quartiere difficile della martoriata periferia di Napoli, mostra il suo volto più bello, la sua umanità e si stringe attorno a un "figlio caduto". Arrivano delegazioni di ultrà da tutta Italia. La camera ardente allestita nella municipalità è rimasta aperta anche la notte, il flusso di visitatori è senza sosta. Qui un gruppo di tifosi e amici va a prendere la salma per accompagnarla in un breve corteo. Indossano una maglietta nera. Davanti c'è scritto "Ciro 1 eroe", dietro "Orgoglio partenopeo". Scandiscono slogan per ricordare il ragazzo. Il corteo segue ordinatamente il carro funebre dove i tifosi hanno sistemato la bara portata in spalla fuori dalla camera ardente. Non si sentono slogan offensivi, né minacce di vendette. I tifosi sono rispettosi del dolore della famiglia Esposito e si accodano dietro mamma Antonella che offre di nuovo prova di grande dignità. Sul feretro fiori bianchi e tante sciarpe del Napoli, ma anche di altre formazioni. C'è anche un "ciuccio" di peluche. Ad aprire il corteo una grande foto di Ciro con la scritta "Eroe": "Ciro è morto per difendere dei tifosi da un’aggressione". La cerimonia si trasforma in un appello alla non violenza. Gli ultrà ascoltano rispettosi. Tra loro, molto defilato, c'è Gennaro De Tommaso, alias "Genny ‘a carogna". Il presidente Aurelio De Laurentiis porta una maglia del Napoli con il nome Ciro e il numero 84, l'anno di nascita del tifoso. Con lui Lorenzo Insigne e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Duro il sindaco Luigi de Magistris: "Paghi chi non ha garantito l'ordine pubblico perché non ha funzionato". Il pastore evangelico, invece, invita i tifosi ad andare allo stadio con bandiere e trombe non con pistole e coltelli. Tra i presenti il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano. Alla famiglia arriva un messaggio della Presidenza della Repubblica. La cerimonia termina con le note dell'inno del Napoli. In cielo coriandoli bianchi e si torna a scandire: "Ciro, uno di noi".

28 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

Scampia dice addio a Ciro. In prima fila i tifosi laziali

In 20mila al funerale di Esposito. Tra Malagò e De Magistris spunta pure Genny ’a Carogna.

Una sciarpa della Juventus che spunta tra quelle delle tifoserie "solidali", legata al palo di metallo che regge la targa "Piazza Ciro Esposito". Così è stata ribattezzata Piazza Giovanni Paolo II, quartiere Scampia, Napoli, lì dove ieri si sono svolti i funerali di Ciro con più di 20mila persone. Quella sciarpa bianconera è l’immagine più eloquente di come la tragedia dello scorso 3 maggio a Roma, con l’omicidio del giovane tifoso partenopeo, abbia completamente sconvolto la classica "geografia" ultrà italiana. La sciarpa dei nemici di sempre è annodata insieme a quelle delle tifoserie gemellate (Genoa, Ancona, Catania, Borussia Dortmund) e a quelle delle curve "amiche". Mai, prima di ora, sarebbe stato immaginabile, tanto è vero che c’è chi si avvicina più che può per assicurarsi che sia proprio lei, la sciarpa juventina. Eppure è lì, a testimoniare che "oltre la rivalità c’è il codice ultrà", quello che condanna senza aspettare appello e cassazione chi spara: in questo caso, "i giallorossi infami". In piazza, per l’ultimo saluto a Ciro, ci sono delegazioni di tifoserie giunte da ogni parte d’Italia e d’Europa. Dal microfono qualcuno le ringrazia, una per una: Lazio, Palermo, Genoa, Ancona, Catania, Crotone, Fiorentina, Pro Vercelli, Milan, Casertana, Martina, Taranto, Dortmund, Rimini, Bologna, oltre agli ultrà di decine di squadre campane. La piazza sembra, nella parte di fronte alla tendostruttura allestita per le esequie, la gradinata di uno stadio. Qui gli ultrà della Curva A e della Curva B del San Paolo si radunano prima dell’inizio della cerimonia funebre, celebrata con il rito evangelico. Gli ultras partenopei all’arrivo della bara di Ciro srotolano uno striscione immenso, lungo 100 metri, firmato da entrambe le curve: "La Napoli ultras con dignità piange un degno figlio della città. Cia’, Ciro". Lo striscione avanza e si ferma a metà piazza. Resterà lì per tutta la cerimonia, ore e ore sotto il sole cocente, tenuto ben steso da decine e decine di amici di Ciro, di compagni di stadio, ma anche di tanti tifosi che il ragazzo ucciso (secondo l’accusa) dal tifoso romanista Daniele De Santis, non l’hanno mai visto. Ma che, durante questi 53 giorni di agonia, hanno imparato a conoscerlo, ad amarne il sorriso, ad abbracciare idealmente i suoi familiari, a partire dalla meravigliosa madre, Antonella: mai una parola fuori posto, mai uno sfogo sopra le righe, sempre e soltanto inviti alla calma, a non farsi trascinare nella spirale della vendetta. "In 53 giorni - scandisce al microfono il presidente del Coni, Giovanni Malagò - la mamma di Ciro ha insegnato a un intero popolo come comportarsi. Sessanta milioni di persone hanno ricevuto da lei lezioni di vita". In piazza c’è anche Genny ’a Carogna, Gennaro De Tommaso, il leader della Curva A e dei "suoi" Mastiffs, protagonista della famosa "trattativa" all’Olimpico e delle infinite polemiche scatenate dalla maglietta con la scritta "Speziale libero". Il daspo lo terrà lontano dagli stadi per 5 anni, e lui ora è qui, serio, riflessivo, in disparte. E c’è anche Massimiliano Mantice, più "operativo" nell’organizzazione, "daspato" per tre anni: è il (robusto) tifoso partenopeo che insieme a Genny era seduto sulla balaustra della Curva Sud ripreso dalle telecamere di tutto il mondo. Si alternano al microfono familiari, amici e personalità delle istituzioni. C’è il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che aveva accolto il feretro già l’altro ieri al casello autostradale, restando per ore a Scampia e rinunciando a partecipare al party sfavillante organizzato da Maurizio Marinella per festeggiare i 100 anni della famosa azienda produttrice di cravatte. "Deve pagare - dice De Magistris - anche chi non ha garantito l’ordine pubblico. Altri avevano già messo Ciro sul banco degli imputati, avevano detto che i tifosi napoletani avevano sbagliato, poi siccome lui è di Scampia, eravamo tutti brutti, sporchi e cattivi. Oggi scriviamo una nuova pagina e la verità è che Ciro si è messo tra l’odio e chi voleva solo vedere una partita". Il riferimento è a quell’atto di coraggio costato la vita a Ciro, che per difendere un pullman di tifosi napoletani, assaltato da De Santis e altri romanisti a Tor di Quinto, ci ha rimesso la vita. "Spero che questa morte - dice il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, giunto in piazza con Lorenzo Insigne e Gianluca Grava - che è anche la morte del calcio italiano, permetta al calcio di ripartire, di ritrovare una cultura della sportività". "Abbiamo tanto pregato, io e mio figlio, e dopo la preghiera, su di noi è scesa la pace", singhiozza Antonella Leardi, la madre di Ciro, mentre Simona, la fidanzata di Ciro, implora di lasciare da parte l’odio e il desiderio di vendetta. Applaudono tutti, in piazza, una piazza dove l’unico coro che si alza è "Ciro-Ciro", dove non trova spazio neanche una parola, neanche un accenno, per gli "infami". Nella tragedia si è imprevedibilmente saldata un’amicizia tra due tifoserie, quella napoletana e quella laziale, divisa da sempre da una accesissima rivalità. "Onore al nemico laziale", si disse e si scrisse quando, poche ore dopo il ricovero di Ciro Esposito al Gemelli, gli ultrà biancocelesti raggiunsero per primi l’ospedale per mettersi a disposizione dei familiari di Ciro. E ieri il "nemico laziale" era molto, molto meno nemico: era lì, in prima fila. Forse, in futuro, una nuova torcida amica di quella partenopea. Eppure, mentre Nino D’Angelo intona una canzone per Ciro, mentre viene letto un messaggio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, in piazza si discute e si prevedono problemi molto grossi per i romanisti. Non c’è un solo ultrà o tifoso che non ricordi quelle immagini, le foto dei tifosi della Roma che all’Olimpico, mentre Ciro lottava tra la vita e la morte, ridevano e applaudivano srotolando gli striscioni della rivendicazione. Quelle foto, quei volti, gli ultrà napoletani li hanno ingranditi mille e mille volte, studiati uno per uno. Bersagli ? Ieri a Scampia c’era chi sogna di trovarseli vicini di ombrellone, chi non vede l’ora di incontrarli in discoteca, chi giura che "ovunque andranno, l’anno prossimo, in Italia e in Europa, troveranno chi non vedrà l’ora di fargliela pagare".

28 giugno 2014

Fonte: Iltempo.it

© Fotografia: Corrieredelmezzogiorno.corriere.it

"Ciro è tornato a casa. E tutte le curve d'Italia hanno cantato con me"

di Nino D’Angelo

Il popolare artista napoletano racconta la straordinaria dimostrazione d'affetto per Ciro Esposito durante i funerali di Scampia.

Quanta gente, sembra di andare ad assistere a una partita di calcio. Famiglie intere con bandiere azzurre si avviano verso quel posto dove Scampia festeggia i suoi eventi più importanti. Proprio lì dove diciassette anni fa volli festeggiare il mio compleanno, i miei quarant'anni. Oggi invece è un "evento" molto triste. Il figlio più amato di questi ultimi mesi, da tutto il popolo napoletano e no, è tornato nella sua terra, tra le sue vele, tra la sua gente... La brava gente di Scampia, quella cui la tv o i media danno sempre poco spazio perché è onesta, perché non si è mai venduta al sistema ma è costretta a essere vittima di una strumentalizzazione senza fine, a essere condannata alla disperazione senza aver fatto niente e senza poter mai dire ad alta voce che in quella terra non tutti sono camorristi. È tornato Ciro, con tutto quello che si era portato quella sera del 3 maggio, compresi la sua sciarpa azzurra e l'orgoglio di essere napoletano. È tornato, senza respiro, nel silenzio con la sua innocenza, da sconfitto eroe, vittima di una mano senza coscienza, che senza conoscerlo e solo perché era napoletano, gli ha sparato. E non per intimorirlo ma per finirlo senza dirgli il perché. È tornato Ciro e con lui la sua famiglia, un papà che parla poco ma non gli ha fatto mancare mai niente e una mamma straordinaria, di quelle che nascono per fare le mamme e che sanno accarezzarti anche solo con lo sguardo. Di quelle che perdonano anche a chi gli ha ucciso il figlio, di quelle che quando ti abbracciano ti fanno sentire la presenza di Dio... È tornato Ciro, "Ciro, Ciro, Ciro" e si alza il coro delle curve venute lì da mezza Italia, per portargli i saluti di tanti tifosi buoni, quelli che credono che non si può morire per un gioco anche se è il più bello del mondo, non si può morire a 29 anni perché a quell'età non hai il permesso di morire, hai ancora tanti sogni da spendere . È tornato... "Ciro, Ciro, Ciro" il coro riprende ad urlare il nome di quel ragazzo nella bara davanti a me che conosco solo dalle foto ma al quale sento di appartenere, come un fratello maggiore. Mi chiedono di intonargli il mio inno del Napoli. Il magone mi chiude la gola. Sotto gli occhiali scuri chiudo gli occhi e canto all'emozione di tutti quelli che almeno per questo giorno non sono qui per vendere promesse... E canto "Na bandiera tutta azzurra, c'arrassumiglia 'o cielo e 'o mare 'e sta città, Forza Napoli, dint'a ll'uocchie 'e sti gualiune ca se scordano 'e problemi e se mettene a cantà..." poi tutti insieme per Ciro..."Napoli... Napoli... Napoli, forza Napoli Napoli Napoli ooooohhh Napoli Napoli…". "Ciro, Ciro, Ciro" di nuovo il coro... È tornato Ciro è tornato e non andrà mai più via, sarà per sempre vivo, in ogni pietra, in ogni strada, in ogni scuola. Sarà la luce nuova di Scampia. Alleluia.

28 giugno 2014

Fonte: Gazzetta.it

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