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DANIMARCA 1960
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Copenaghen 16.07.1960 Tragedia Aerea della Danimarca
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Lutto in Danimarca per una sciagura che ricorda quelle del Torino e del Manchester United

Morti otto calciatori olimpici danesi in una tragedia aerea presso Copenaghen

Un piccolo aereo si inabissa in mare subito dopo il decollo - Trasportava un gruppo di giocatori diretti ad Herning per disputare una partita di selezione - Tutti i passeggeri deceduti, moribondo il pilota - La sfortuna di un giovanissimo atleta preso a bordo dopo che due suoi compagni avevano rinunciato al viaggio.

(Nostro servizio particolare) Copenaghen, 16 luglio. Un piccolo aereo noleggiato per trasportare una comitiva di sportivi è precipitato in mare nelle prime ore del pomeriggio, a poca distanza dall'aeroporto Kastrup di Copenaghen. Otto passeggeri sono morti e il pilota è moribondo. I giovani che hanno perso la vita nell'incidente sono calciatori, tra i più bravi della Danimarca. Si recavano a Herning, nella penisola dello Jutland, per disputare una gara di selezione in vista del torneo calcistico delle Olimpiadi. La radio danese ha sospeso i programmi di varietà, in segno di lutto per la sciagura che colpisce tutti gli sportivi e che ricorda dolorosamente gli incidenti accaduti alla squadra italiana del Torino, nel ‘49, ed agli inglesi del Manchester United nel '58. La disgrazia di Copenaghen è avvenuta nel primo pomeriggio. Un bimotore De Havilland "Rapid" della Zone Rescue Company era giunto dall'isola, di Bornholm, distante 180 chilometri circa dalla capitale, recando a bordo il gruppo dei giocatori. Il viaggio si era svolto regolarmente, come pure l'atterraggio sulla pista di Kastrup. Terminate le operazioni di rifornimento il pilota, capitano Vindeloev, aveva rimesso l'apparecchio sulla linea di partenza ed era decollato. Dopo poche centinaia di metri - secondo le prime risultanze delle indagini della polizia - un motore si era spento. Vindeloev aveva virato di bordo, tentando con una disperata manovra di rientrare alla base. I presenti hanno visto l'aereo perdere gradatamente quota, ma hanno avuto l'impressione che esso riuscisse a posarsi sulla terra che degrada verso il mare. Invece a una quarantina di metri dalla riva l'aereo precipitava nell'acqua. Il fondale in quel punto è assai basso, forse meno di due metri, ma l'urto è stato violento.

Agli uomini delle lance di soccorso, subito portatesi sul luogo si è presentato un orribile spettacolo. Il De Havilland giaceva a pelo d'acqua gravemente danneggiato e con la carlinga a pezzi. Una, sola persona era ancora in vita, si è saputo poi trattarsi del pilota, il quale si trova ora all'ospedale di Santa Elisabetta dove i medici stanno lottando, purtroppo con poche speranze, per cercare di strapparlo alla morte. Gli otto passeggeri, alcuni dei quali ancora legati con le cinture di sicurezza alle poltroncine, erano tutti deceduti. È stato molto difficile avere l'elenco preciso dei giocatori, poiché, come si è detto, il volo era privato e all'ultimo momento erano state fatte variazioni tra i partecipanti al viaggio. Dopo opportune indagini è stata diramata con un certo ritardo la seguente lista: Peer Funck Jensen, Castholm Larsen, Arne Karlsen, Erik Jensen, Kurt Cramer, Soeren Andersen, Ib Eskildsen e Erling Spalk. Davvero tragico è il destino di quest'ultimo, un atleta che era considerato tra le migliori promesse del calcio danese. Al suo posto avrebbe dovuto partire Erik Poulsen, ma questi si trovava già ad Herning, ad attendere i compagni. Era stato allora invitato Beni Krock della squadra di Copenaghen, ma anche egli ha avuto la vita salva per una coincidenza. Krock soffriva di una distorsione alla caviglia. A malincuore aveva dovuto rinunciare a partire. Quasi come premio era stato così preso a bordo il giovanissimo Erling Spalk. La sorte lo ha colpito, mentre tutto felice, affrontava una delle prime importanti trasferte della sua vita. Tra gli scomparsi figurano alcuni elementi che sarebbero stati sicuramente selezionati per le Olimpiadi, quali il portiere Funk Jensen, ed i difensori Castholm Larsen e Arne Karlsen. Pure molto noto è Erik Jensen che ha fatto parte della nazionale. La squadra danese avrebbe dovuto partecipare infatti ai Giochi di Roma nel girone terzo che comprende pure Polonia, Argentina e Turchia. Sulle cause della sciagura sono state aperte due inchieste, una della magistratura ed una delle autorità dell'aviazione. Sembra che non si possano addebitare al pilota errori di manovra. In quanto all'aereo De Havilland "Dragon", un aeroplano di tipo decisamente sorpassato, stupisce il fatto che esso venga ancora impiegato per il trasporto di passeggeri a pagamento. Il prototipo ha volato per la prima volta il 24 novembre 1932 e la produzione in serie ha avuto inizio l'anno successivo, 1933. Di questo aereo esistono versioni relativamente più recenti, l'ultima delle quali, denominata "Dragon Rapide", risale al 1934. Questo modello ha prestazioni sensibilmente più elevate del progenitore ed ai suoi tempi ebbe notevole successo (ne furono costruiti circa 700 esemplari). La sua produzione fu abbandonata nel 1946. Sui rottami del tragico aereo tratto a riva si sta ora indagando.

17 luglio 1960

Fonte: La Stampa

Brusca virata quasi subito dopo il decollo

II pilota ha sbagliato manovra ?

di Jot Olsen

La tragedia è accaduta alle 17,43 di sabato - I giocatori tra cui quattro "nazionali A" avevano cercato un torpedone per la trasferta a Herning, ma le agenzie di viaggio erano chiuse - Oltre agli otto atleti si trovava pure a bordo, ed è morto, anche un tecnico della squadra K.B. - Sempre grave il pilota - La Danimarca non rinuncia ai giochi Olimpici.

(Nostro servizio particolare) Copenaghen, lunedì mattina. II disastro aereo in cui sono periti otto giocatori olimpici danesi ha gettato in un profondo lutto tutto il Paese. Nella capitale le bandiere sono a mezz'asta e per domani si preparano solenni funerali. Gli atleti morti erano tutti assai noti per aver giocato nella nazionale A e nella Giovanile. La loro scomparsa segna un grave colpo per il calcio danese; ma questa sera è stato annunciato ufficialmente che la Danimarca non si ritirerà dalle Olimpiadi. "Spronati dal dolore, ci recheremo egualmente in Italia e il 26 agosto a Roma affronteremo il nostro primo difficile incontro con l'Argentina, giocando poi il 29 a Livorno contro la Polonia e il 1° settembre a L'Aquila contro la Tunisia. Così come il Torino ed il Manchester United, la nazionale danese non si ritira dalla lotta". Mentre gli sportivi commemorano i bravi calciatori scomparsi si hanno ora maggiori particolari su di essi. Gli otto giocatori morti sono: Peer Punk Jensen, portiere del K. B. Club, nazionale; Boerge Kastholm Larsen, terzino del Kòge, nazionale; Arne Karlsen, terzino del K. B. Club, nazionale giovanile; Erik Jensen, mediano laterale dell'A. B., nazionale; Kurt Cramer, ala destra del K. B. Club, nazionale; Soeren Andersen, centroavanti del Sren, nazionale giovanile; Ib Eskildsen, mediano laterale del Sren, nazionale giovanile; Erling Spalli, centromediano dell'Ikas (Jutland), nazionale giovatile. Sulle cause della sciagura si apprende che per ieri pomeriggio era in programma una partita di allenamento da disputarsi a Herning, una cittadina al centro della penisola dello Jutland. Sul posto si trovavano già tutti gli altri selezionati per i Giochi Olimpici di Roma, alcuni dei quali, avrebbero rinforzato la compagine locale del Kirsunhjens, una squadra di ragazzi sui venti anni, che gioca tra i dilettanti. È una squadra vivace e corretta, ed essa era stata scelta per allenare i probabili giocatori olimpici. Gli otto giocatori scomparsi nel disastro abitavano tutti a Copenaghen o nei dintorni. Avvisati all'ultimo momento dell'incontro a Herning, decisero di recarsi sul posto con un piccolo pullman.

Si trattava di percorrere circa 250 chilometri con un breve traghetto su battello tra Korsòr e Nyborg. Ma era già pomeriggio tardi, le cinque, e tutte le agenzie avevano già chiuso gli uffici. I giocatori si rivolsero allora ad una piccola compagnia aerea, che gestisce servizi turistici tra i vari centri della Danimarca: la "Zone Rescue Company". Fu messo a disposizione degli atleti un bimotore "De Havilland Rapid", un apparecchio con oltre 15 anni di servizio, giunto da poco dall'isola di Bornholm. I giocatori si recarono all'aeroporto di Kastrup, a circa sei chilometri dalla capitale. È un aeroporto modernissimo, ma con una caratteristica particolare: si trova tutto proiettato sul mare e le piste terminano proprio a contatto dell'acqua. Sbrigate le solite formalità, i giocatori salirono a bordo, dove già si trovava il pilota, Il capitano Vindeloev. Sull’apparecchio salì anche il diciottenne Erling Spalk, che gioca quale centro mediano arretrato nella squadra dell'Ikas e che ha già fatto parte diverse volte della nazionale giovanile. Egli era stato incluso nella lista dei partenti all'ultimo momento: l'ottavo posto a bordo era riservato a Erik Poulsen, ma questi si trovava già a Herning, nello Jutland. Fu chiamato per telefono Bent Krock, mediano della K.B., ma il giocatore rispose che risentiva ancora d'un forte dolore alla caviglia destra, riportato due giorni prima nel corso di un allenamento. Fu così che la sorte indicò nel giovane Erling Spalk l'ottava vittima. L'aereo si portò sulla pista di partenza e la torre di controllo di Kastrup dette il "via". Senza che si notasse alcunché di irregolare il bimotore decollò e puntò decisamente verso il mare: erano le 17,43. L'aereo raggiunse la quota di 100 metri quando uno dei motori si spense. Il pilota - secondo quanto è risultato dalle prime indagini - tentò una manovra, che risultò fatale: virò bruscamente a sinistra per portarsi nuovamente sulla pista; ma l'apparecchio, persa ogni stabilità, s'inclinò di colpo e s'infilò col muso nel mare, a quaranta-cinquanta metri dalla pista. L'acqua in quel punto è molto bassa, non raggiunge il metro. Gli atleti - con i quali era anche un tecnico del K.B. e che è pure morto nell'incidente - si erano legati ai seggiolini con le cinture, come avviene ad ogni decollo. L'urto tremendo contro il fondale fu la causa della loro morte. Il pilota fu scaraventato fuori dalla carlinga, tutta sfasciata. Pur gravemente ferito, le squadre di soccorso lo trovarono ancora in vita e lo trasportarono all'ospedale di Santa Elisabetta, ove si trovava tuttora in pericolo di vita. Secondo le prime risultanze, la sua manovra sarebbe stata la colpa del disastro: se, invece di virare bruscamente a sinistra, avesse tentato di ammarare sull'acqua, forse tutti, o quasi tutti, si sarebbero salvati. Un passeggero che si trovava all'aeroporto, il signor Erik Mommsen, ha dichiarato ai giornalisti: "Stavo sbrigando le formalità per la mia partenza per Francoforte quando ho visto arrivare gli otto giovanotti accompagnati da un signore che li esortava a far presto. Erano tutti allegri, come se dovessero andare ad una scampagnata. Scesero da due tassì, si recarono allo sportello per acquistare i biglietti e poi uscirono velocemente verso il bimotore, che attendeva a fianco di un capannone. "II pilota era già a bordo. Lo vedevo che dal finestrino guardala il gruppo dei giocatori. Questi salirono. Alzai un braccio in segno di saluto. Due o tre mi risposero gentilmente. Poi l'aereo rullò portandosi all'inizio della pista. "Il decollo fu regolare. Mai avrei pensato che da un momento all'altro ci saremmo trovati dinanzi ad una tragedia. Il piccolo bimotore si alzò dolcemente e puntò verso l'alto. Stavo già per tornare nella sala d'attesa quando vidi l'apparecchio piegarsi bruscamente a sinistra. Il rumore dei motori cessò di colpo. Il bimotore compì una breve virata, poi precipitò nell'acqua con uno schianto. Tutte le partenze furono interrotte, si alzarono nell'aria le sirene dei pompieri e delle autoambulanze e fu un accorrere di macchine e di persone fin sulla sponda della pista: davanti, ad una trentina di metri, spuntava sul mare la carcassa dell'aeroplano. Accorsero lance a motore. I pompieri si buttarono in acqua ed a piedi, camminando sul fondale, raggiunsero l'apparecchio. Ma tutti i giocatori erano morti; pochi minuti prima mi avevano salutato. Quel loro agitare di mani non potrò scordarlo mai più".

18 luglio 1960

Fonte: Stampa Sera

IN MEMORY

Soeren Andersen - Kurt Cramer - Ib Eskildsen

Erik Jensen - Peer Funck Jensen - Arne Karlsen

Boerge Kastholm Larsen - Erling Spalk


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