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JOHANNESBURG 2001
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Johannesburg 11.04.2001 Strage dell'Ellis Park Stadium
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La tragedia è avvenuta poco prima del derby di Soweto. Decine di tifosi schiacciati contro le recinzioni.

Terrore allo stadio 43 morti a Johannesburg

JOHANNESBURG - L'incubo dell'Heysel è tornato a vivere. Stasera, in uno stadio di Johannesburg, dove migliaia di persone erano andate a vedere il calcio ma si sono trovate di fronte la morte. Hanno assistito impotenti alle stesse scene di disperazione di quel drammatico 29 maggio 1985, a quella stessa violenza che diventa paura e poi panico. Il bilancio non è ancora ufficiale, ma ormai sembra accertato che sono 43 le vittime della tragedia dell'Ellis Park, dove ieri sera si sarebbe dovuto giocare il derby tra le due squadre più popolari di Soweto, i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates. I feriti sono oltre una cinquantina, alcuni in gravi condizioni. La tragedia è avvenuta prima dell'inizio della partita. Un match sentito, che attira ogni anno migliaia di persone. Troppe. Quest'anno fuori dai cancelli c'erano 120.000 tifosi. Ma solo per 68.000 lì dentro c'era un posto a sedere. Gli altri però non si sono arresi. E hanno tentato di entrare comunque. Spingendo sempre più forte contro le recinzioni che difendevano gli ingressi. Quando la polizia è intervenuta, e ha cominciato a gettare lacrimogeni, ormai era troppo tardi. A terra c'erano decine di corpi. E man mano che passavano i minuti se ne trovavano altri. Nel frattempo gli elicotteri arrivavano sullo stadio per portare in salvo le decine di feriti. Il derby di Soweto conferma di essere una partita maledetta. Dieci anni fa durante una gara amichevole tra Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirate ci furono altri morti. In quel caso fu una decisione arbitrale a scatenare la rissa: 42 persone persero la vita, mentre altre 50 rimasero ferite. Ma l'incidente negli stadi che è più forte nel ricordo degli italiani, resta la strage dell'Heysel. A Bruxelles si giocava la finale di Coppa dei Campioni, tra Juventus e Liverpool. Poco prima della partita gli hooligans inglesi caricarono i tifosi italiani. Anche in quei casi si assistette a terribili scene di panico, a momenti di terrore. Centinaia di tifosi rimasero schiacciati contro le recinzioni. A morire, quella sera, furono 39 tifosi, quasi tutti italiani.

11 aprile 2001

Fonte: Repubblica.it

Tragedia in Sudafrica: mega ressa allo stadio, 47 morti

Volevano entrare in 120 mila: lo stesso derby Orlando-Kaizer aveva provocato 42 vittime dieci anni fa.

JOHANNESBURG (Sudafrica) - Sono 47 (ma il numero potrebbe essere destinato a crescere) le vittime della follia per il calcio che si è scatenata fuori dallo Stadio Ellis Park di Johannesburg, che doveva ospitare il derby tra le due squadre più popolari di Soweto, i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates. E lo sport si è trasformato un’altra volta in tragedia. Morti per passione. Schiacciati sul filo spinato che difendeva gli ingressi. Schiacciati per entrare a vedere una partita in uno stadio che era già strapieno. In 120.000 si erano presentati allo stadio, 68.000 erano riusciti ad entrare, e pare che fossero stati venduti più biglietti di quanti posti può contenere lo stadio. Gli altri rimasti fuori - più di trentamila - non hanno rinunciato a entrare. Così hanno cominciato a premere sempre di più, finché non è scattato il panico quando la polizia ha cominciato a tirare lacrimogeni con l’intento di disperdere la folla. In 47 però non sono riusciti a salvarsi e parecchi sarebbero donne e bambini. Si parla di 25 feriti negli ospedali della città, trasportati con gli elicotteri. Le immagini della Sabc-Tv hanno mostrato decine di corpi stesi sul campo di gioco e fuori dalle strutture dello stadio. Ed intanto il portavoce dei Kaizer Chiefs spiegava che la partita era stata sospesa dopo 17 minuti di gioco, che si doveva tornare tutti a casa. Il ministro dello Sport, Ngconde Balfour, ed il sindaco di Johannesburg, Amos Masondo, si sono alternati al microfono per invitare tutti alla calma. Il fatto inquietante è che il derby tra Kaizer Chiefs e Orlando Pirates già dieci anni fa provocò 42 morti e 50 feriti. Il 13 gennaio 1991 le due squadre più famose del ghetto nero di Soweto giocarono un’amichevole nel piccolo stadio Ernest Oppenheimer di Orkney, una contestata decisione arbitrale scatenò la rissa e l’inferno. Il più recente dei drammi si era verificato ancora in Africa, il 9 luglio 2000, quando 13 persone morirono schiacciate dalla folla che scappava di fronte ai lacrimogeni lanciati dalla polizia per sedare gli scontri tra tifosi scoppiati durante l’eliminatoria mondiale tra Zimbabwe e Sudafrica. Tutti i precedenti nel mondo - La tragedia più grande il 20-10-1982: nello stadio Lenin di Mosca morirono 340 persone per il crollo di una balaustra durante Spartak-Haarlem (coppa Uefa). Superò i 320 morti (oltre mille feriti) la battaglia del '64 a Lima dopo che in un Perù-Argentina era stato annullato un gol ai padroni di casa. Nella finale di coppa Campioni del 29-5-1985, Juve-Liverpool, gli hooligans causarono 39 morti. Il 17-10-96 furono 89 i morti a Città del Guatemala: in uno stadio da 45.000 posti si era lasciato che ne entrassero 60.000. Il 15-4-89 a Sheffield fu la pressione dei tifosi senza biglietto, e il rifiuto della polizia di aprire un cancello, a provocare 95 (Ndr: poi 96) morti e 180 feriti. L' 11-3-88 a Katmandu 80 persone persero la vita per una grandinata che indusse il pubblico a precipitarsi verso le uscite. L' 11-5-1982 fu una sigaretta mal spenta a provocare l’incendio nello stadio in legno di Bradford: 56 morti. Il crollo di una tribuna provvisoria a Bastia nel 1992 provocò 12 morti; il cedimento di una transenna nel derby Celtic-Rangers causò 66 morti il 3-1-71 a Glasgow.

12 aprile 2001

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Johannesburg, strage allo stadio

JOHANNESBURG - Il derby era atteso: una sfida al vertice fra i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates, due squadre di Johannesburg, le più importanti del campionato sudafricano. Ma l’incontro di Ellis Park, anziché in festa del calcio, si è trasformato in tragedia. Cinquanta persone, fra cui anche ragazzi e donne, sono rimaste uccise, schiacciate contro le barriere di filo spinato da tifosi che cercavano di entrare allo stadio, e almeno altre cinque sono in condizioni critiche, nel reparto rianimazione dell’ospedale. I feriti in modo più leggero sono almeno una trentina. Il disastro ricorda in modo impressionante la tragedia dell’Heysel a Bruxelles, in occasione della partita Juventus - Liverpool nel 1985, in cui rimasero uccise 39 persone. Dopo appena 17 minuti di gioco, la partita è stata sospesa. Ma a quel punto il dramma si era compiuto: gli elicotteri dei soccorsi trasportavano i feriti all'ospedale, visto che le otto ambulanze inviate d' urgenza assieme a due furgoni di supporto medico d'emergenza erano rimaste bloccate fra le macchine dei tifosi. Intanto le telecamere della tv locale Sabc riprendevano immagini dei corpi calpestati, ricoperti da lenzuola. Secondo la Sabc, all’origine del disastro c'è l’imprudente vendita di troppi biglietti rispetto alla capienza dell’impianto sportivo: sarebbe stata la rabbia degli esclusi, che cercavano di entrare a tutti i costi, a causare la tragedia. Nello stadio c’era posto per 68 mila persone, mentre le società avrebbero venduto 120 mila biglietti. Inutile è stata anche l’azione della polizia, che ha cercato di ridurre alla ragione i tifosi a suon di gas lacrimogeni, ma non è riuscita a domare i più esagitati. Il direttore della squadra dei Chiefs, Kaizer Motaung, ha spiegato agli spettatori che dopo la tragedia la società aveva "l’obbligo morale di non proseguire la partita, per mostrare rispetto agli scomparsi". Gli stessi giocatori, ha aggiunto Motaung, hanno chiesto di non giocare in circostanze del genere: l’incontro sarà disputato in un’altra data, e i biglietti saranno ancora validi. Il suo collega dei Pirates, Irvin Khoza, ha ricordato che un incidente del genere era già successo in occasione di un altro derby fra le due squadre, in quell' occasione allo stadio Vaal Reefs, e ha chiesto scusa a nome della sua società, invitando i tifosi a lasciare l’impianto senza violenza.

12 aprile 2001

Fonte: La Repubblica

Sudafrica, strage allo stadio: 50 morti

di Massimo Alberizzi

Gli incidenti prima del derby di Johannesburg. Troppi biglietti, la gente calpestata e spinta contro il filo spinato. Si sono presentati in 120 mila per il confronto tra i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates. Una partita maledetta. Già dieci anni fa per questa gara morirono 42 persone. La polizia ha alimentato il panico lanciando lacrimogeni. I feriti, quasi 250, portati sul campo e soccorsi con gli elicotteri.

Un’altra tragedia in uno stadio di calcio. Ieri sera in Sudafrica almeno cinquanta spettatori (ma il numero potrebbe aumentare), che volevano assistere a una partita a Johannesburg, sono rimasti uccisi calpestati dalla calca di tifosi. Il numero dei feriti non è chiaro ma i giornalisti della South African Brodcasting Corporation, il maggior network radiotelevisivo del Paese, contattati dal Corriere della Sera, hanno parlato di almeno duecentocinquanta persone ricoverate negli ospedali di Johannesburg. "Le ambulanze stanno trasferendo corpi all'obitorio - ha detto Mbaly Mthethwa, la giornalista che cura la cronaca cittadina della Sabc nella sede centrale di Johannesburg e stava coordinando i reporter inviati sul luogo della tragedia - e i feriti affollano le sale d'aspetto degli ospedali. Le fonti ufficiali parlano di una cinquantina di morti (erano 22.30 ndr) ma i nostri reporter ci dicono che potrebbero essere molti di più". La tragedia si è consumata allo stadio Ellis Park, che nel 1995 ha ospitato la finale della Coppa mondiale di rugby, prima dell’inizio della partita di calcio tra le due squadre più forti e popolari di Johannesburg e del Paese: i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates. Insomma una sorta di Milan - Inter. Gli spalti del campo sportivo erano già gremiti di folla, più o meno 60 mila persone, e altri 30 mila spettatori in possesso di regolare biglietto erano in attesa di entrare fuori dai cancelli. La gente che non riusciva ad entrare, subito dopo il calcio d' inizio, per paura di perdere lo spettacolo, ha incominciato a spingere intrappolando i primi, che avevano superato i cancelli, contro il filo spinato ai bordi del campo di gioco. Quando i più deboli sono caduti sul selciato il panico si è impadronito della gente che ha cercato di scappare. Nel fuggi fuggi generale, per mettersi in salvo, i tifosi terrorizzati si sono fatti strada a gomitate travolgendo i vicini e calpestandoli una volta in terra. "Crediamo che gli organizzatori avessero venduto più biglietti di quanti fossero i posti - ha commentato Mbali - Quando è avvenuta la tragedia lo stadio era già stracolmo di tifosi. Quelli che volevano entrare, e che avevano il biglietto, non avrebbero potuto essere materialmente contenuti dagli spalti". A creare maggiore scompiglio è stata anche la reazione della polizia che, nel tentativo di domare la situazione, ha lanciato bombe lacrimogene. È stato a quel punto che la massa di tifosi ha perso del tutto il controllo. Molti hanno trovato una morte atroce sotto i piedi degli altri tifosi, altri sono spirati poco dopo o negli ospedali o dentro il rettangolo verde dove parecchi dei feriti hanno ricevuto le prime cure. Secondo i testimoni interrogati dalla Sabc le autoambulanze, rimaste intrappolate nel traffico attorno al campo sportivo, sono arrivate a portare i primi soccorsi con molto ritardo. Al diciassettesimo minuto di gioco l’arbitro ha sospeso la partita, la polizia ha tagliato le reti spinate ai bordi del campo e la gente si è riversata sul prato per mettersi in salvo. Sull' erba sono stati adagiati morti e feriti. Dopo pochi minuti sono arrivati anche medici e infermieri che hanno raggiunto lo stadio a piedi dopo aver abbandonato auto e ambulanze in mezzo al traffico. Sul campo si sono posati anche alcuni elicotteri che hanno evacuato i feriti più gravi. In Sudafrica appena due ore dopo la tragedia sono stati messi sotto accusa i responsabili della sicurezza del campo. Tutti sapevano che le partite tra i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates potevano essere a rischio. Le strutture sono assai limitate e il contingente di polizia in servizio allo stadio non era stato rafforzato a sufficienza. Nel 1991 durante una partita amichevole tra le stesse due squadre stato a Orkney una cittadina a 200 chilometri da Johannesburg, in un incidente molto simile a quello di ieri morirono 42 persone. I Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates sono i due club più seguiti del Sudafrica. Antagonisti e rivali le loro partite sono seguite da decine di migliaia di tifosi.

12 aprile 2001

Fonte: Corriere della Sera

Il calcio piange un'altra strage

di Roby Smith

Derby di sangue a Johannesburg, 43 morti.

JOHANNESBURG - Un altro massacro in nome del calcio, un'altra strage consumata allo stadio: 43 morti, fra i quali due bambini, e 58 feriti in un gigantesco fuggi-fuggi sviluppatosi dentro e fuori l'Ellis Park Stadium di Johannesburg prima e durante l'attesissimo derby tra i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates, squadre di Soweto divise da una datata e accesissima rivalità. Scene drammatiche, riprese in diretta dalla televisione, per le quali pare ci siano già dei responsabili certi: gli organizzatori della Premier League sudafricana, colpevoli di aver venduto molti più biglietti dei posti disponibili sulle tribune. Il massacro, tra l'altro, rappresenta un durissimo colpo per il Sudafrica, che da anni è impegnato con tutte le sue forze nel tentativo di organizzare un'edizione del Mondiale di calcio. Sembrava ormai certo di farcela per il 2006 ma venne beffato per un solo voto dalla Germania, ora tutti (compreso Blatter, grande capo della Fifa) lo davano per favorito per il 2010. Ieri sera, all'Ellis Park, doveva andare in scena il match più atteso dell'anno: biglietti (troppi) già venduti e grande schieramento di stampa e di televisioni. Che, invece di raccontare una partita, sono state costrette ad aggiornare in continuazione il bilancio di una delle più gravi tragedie della storia del calcio mondiale. La mischia si è sviluppata all'esterno dell'impianto, quando la folla ha cominciato a spingere per occupare spalti ormai già gremiti: allo stadio si erano presentati in 120 mila, 68 mila erano già riusciti ad entrare. Gli altri non avevano alcuna intenzione di rinunciare. Sono rimasti fuori, hanno cominciato a premere sempre di più, finché non è scattato il panico quando la polizia ha cominciato a tirare lacrimogeni con l'intento di disperdere la folla. Molta gente si è trovata intrappolata contro il filo spinato che difendeva gli ingressi ed è morta schiacciata. Il caos è poi aumentato quando, dopo pochi minuti di gioco, i Pirates sono passati in vantaggio. La Sabc-Tv ha diffuso immagini di decine di corpi senza vita allineati sul campo, coperti da lenzuola. E intanto, dopo 34' e sul punteggio di 1-1, il portavoce dei Kaizer Chiefs spiegava che la partita era stata annullata, che si doveva tornare tutti a casa. Il ministro dello Sport, Ngconde Balfour, e il sindaco di Johannesburg, Amos Masondo, si sono alternati al microfono per invitare tutti alla calma. Alla fine il macabro bilancio è stato di 29 vittime all'interno dello stadio e di 14 all'esterno. Il derby Chiefs-Pirates già 10 anni fa provocò 42 morti e 50 feriti. Il 13 gennaio 1991 le due squadre più famose del ghetto nero di Soweto giocarono un'amichevole nel piccolo stadio di Orkney, una contestata decisione arbitrale scatenò la rissa e l'inferno. Ma la tragedia numericamente più grande resta quella del 20 ottobre 1982, quando nello stadio Lenin di Mosca morirono 340 persone per il crollo di una balaustra durante Spartak-Haarlem di Coppa Uefa. Un tragico record, che superò i 320 morti della battaglia scoppiata nel '64 a Lima dopo che in un Perù-Argentina era stato annullato un gol ai padroni di casa. Quello di Johannesburg è disastro che rimanda con la memoria all'Heysel, alla notte di Coppa Campioni del 29 maggio '85 che scatenò gli hooligans perla finale Juventus - Liverpool provocando 39 morti. Ma il sovraffollamento ha provocato spesso lutti. Il 17 ottobre '96 furono 89 a Città del Guatemala: in uno stadio da 45.000 posti si era lasciato che entrassero 15.000 persone in più. Il 15 aprile '89 a Sheffield fu la pressione dei tifosi senza biglietto, combinata con il rifiuto di aprire un cancello da parte della polizia, a provocare 95 morti (Ndr: poi 96) e 180 feriti. L'11 maggio '82 fu una sigaretta mal spenta a provocare l'incendio nello stadio in legno di Bradford: morirono in 56. Il più recente dei drammi, ancora in Africa: il 9 luglio 2000, quando 13 morirono schiacciati dalla folla che scappava di fronte ai lacrimogeni lanciati dalla polizia per sedare gli scontri tra tifosi scoppiati durante l'eliminatoria mondiale tra Zimbabwe e Sudafrica.

12 aprile 2001

Fonte: La Stampa

IL GIORNO DOPO

Johannesburg, la tragedia della follia

di Franco Cirici

I morti sono 43, i feriti 155. Allo stadio erano entrate 20mila persone in più e altre 30mila premevano: una furia che ha spazzato via i tifosi. Le responsabilità degli organizzatori.

JOHANNESBURG - Il giorno dopo, a Johannesburg, aumentano la rabbia e le domande senza risposta. Le cifre della strage di Ellis Park sono un bollettino di guerra, per giunta non ufficiale: 43 morti e 155 feriti, dei quali 89 ancora in ospedale (una decina sono gravi). Il derby Kaizer Chiefs-Orlando Pirates si è trasformato di nuovo in tragedia, come il 13 gennaio 1991, quando per un’amichevole morirono 42 tifosi. Un parallelismo tragico.

LA MEGA-RESSA - Lo stadio poteva contenere 70mila persone, ma pare che fossero di più quelli che erano riusciti a entrare, almeno 90mila. E intanto, fuori, altri 30mila premevano per assistere anche loro alla gara. Una follia. Le spinte verso i cancelli, la pressione dei corpi sui corpi, il disastro. Corpi sul campo di calcio, corpi accanto ai cancelli. Tante donne e bambini (in un primo tempo, nella confusione, la polizia aveva comunicato che le vittime erano 47). Dopo circa mezz'ora dall'inizio della partita i tifosi rimasti fuori hanno cominciato a premere ai cancelli, è cominciato il caos, con i responsabili dello stadio che avvertivano vanamente di andare a casa e la tragedia che si consumava sotto i loro occhi.

NELLO STADIO - "Ho visto una ragazza - ha detto Petrus Saayman, della sicurezza - intrappolata con la testa da una parte dei cancelli semichiusi ed il corpo dall' altra parte. I tifosi spingevano e la ragazza premeva contro le sbarre, poi credo si sia spezzata il collo". "Ero allo stadio, quando è cominciata la ressa io ero già seduto, ma ho dovuto alzarmi per scappare insieme a tutti quelli che mi erano accanto. Ho cominciato a correre ed a un certo punto mi sono accorto che stavo camminando sui corpi delle persone che erano a terra": è il racconto di Milton Nkosi, corrispondente della Bbc.

ALTRE TESTIMONIANZE - Un poliziotto ha affermato che la folla ha cominciato a impazzire una volta che parecchie persone sono rimaste fuori dallo stadio. "Il cancello che dovevo controllare è stato divelto, intrappolando molte persone sotto di esso mentre la folla si riversava dentro". "Sono stato spinto da dietro - ha detto un tifoso degli Orlando Pirates di 27 anni in ospedale - L' ultima cosa che mi ricordo è che stavo a terra e qualcuno vicino mi ha morso una mano. Solo dopo ho scoperto che quella persona è morta". L'incontro è stato interrotto dall'arbitro verso la mezz'ora del primo tempo (e non al 17' come si era appreso in un primo momento). "Il presidente sudafricano Thabo Mbeki - ha detto un portavoce del governo - è rimasto scioccato dall'avvenimento. Faremo presto un’inchiesta perché queste cose non accadano ancora".

LA STAMPA SUDAFRICANA - La stampa sudafricana va all'attacco. "Perché, perché, perché ?", titola The Star, e lancia una lista di accuse: troppi biglietti venduti (20mila in più), troppi spettatori senza biglietto, scelta dello stadio sbagliato (poco fuori Johannesburg ce n'è uno da 100mila posti). Il giornale della maggioranza nera, The Sowetan, apre con "Pasqua Nera". Nella prima pagina del Citizen, il titolo è "Lo stadio della morte". The Business Day, quotidiano economico, teme che la strage possa ridurre le speranze del Sudafrica di vedersi assegnare il Mondiale 2010.

LA FIFA: "CHE TRISTEZZA" - "La famiglia della Fifa è rimasta attonita ed inorridita per i fatti accaduti all' Ellis Park. È un giorno tristissimo per il nostro sport". Lo hanno scritto Joseph Blatter e Michel Zen-Ruffinen, presidente e segretario generale Fifa, in una lettera congiunta di condoglianze inviata a Molefi Oliphant, presidente della federcalcio sudafricana. "Dobbiamo avere la decenza di seppellire i morti, prima - ha detto Blatter - Poi la priorità sarà quella di ottenere spiegazioni complete ed esaustive sulle cause".

UNA RIVALITÀ STORICA - Dal 1976 tra Pirates e Chiefs una lunga striscia di sangue. Quello di Ellis Park è certamente solo l’ultimo capitolo di una tragica rivalità nel derby tra due squadre con un’origine comune. Gli Orlando Pirates nacquero nel 1937 nel sobborgo nero di Soweto e furono chiamati così, pare, in onore di Errol Flynn, attore hollywoodiano che ha interpretato il ruolo del pirata. Kaizer Motaung, giocatore dei Pirates, dopo un’esperienza negli Usa, convinse alcuni giocatori a seguirlo e nel 1970 fondò i Kaizer Chiefs, con un simbolo, il diadema di penne, che fa riferimento ai capi degli indiani d'America. La scissione prese una connotazione anche ideologica: i Chiefs erano la squadra dei neri "arrivati" socialmente, i Pirates erano i beniamini degli operai. Nel 1976, uno dei dirigenti che avevano guidato la scissione, Ewert Nene, fu assassinato mentre tentava di portare un giocatore dai Pirates ai Chiefs. Il capitano dei Chiefs, Ariel Khongoane, fu ucciso nel 1978 durante una rivolta del quartiere nero di Soweto. Il 14 gennaio 1991, durante un’amichevole precampionato giocata allo stadio del piccolo centro minerario di Orkney, da un accoltellamento, dopo un gol dei Chiefs, seguì una rissa e 42 persone restarono uccise tentando di guadagnare l’uscita. Nello stesso anno alcuni calciatori dei Chiefs, tra i quali Doctor Khumalo in campo anche nella tragica gara di mercoledì, restarono leggermente feriti allo stadio "Boet Erasmus" di Port Elizabeth durante un’amichevole, per quello che però fu un vero e proprio incidente: il peso dei tifosi fece crollare il tunnel all'uscita degli spogliatoi. La rivalità tra le due squadre portò anche all'incendio di parte dello stadio "Soccer City" a opera dei sostenitori dei Pirates, dopo l’ennesimo derby vinto nel 1994 dai Chiefs: non ci furono vittime. In questo campionato i Pirates sono al comando e i Chiefs quarti a sei giornate dalla fine.

IL SUDAFRICANO DEL BARI - Masinga, una notte di paura "Mio figlio doveva essere lì". BARI - Momenti di angoscia per Phil Masinga. L'altra sera il centravanti del Bari ha temuto per qualche ora, lunga una vita, che il suo primogenito, Sifiso, fosse rimasto coinvolto nella tragedia di Johannesburg. Il maggiore dei tre figli di Masinga è un tifoso sfegatato degli Orlando Pirates. L'attaccante sudafricano sapeva bene che il suo figliolo avrebbe fatto carte false, pur di assistere al decisivo derby tra la sua squadra del cuore ed i Kaizer Chiefs. "La paura è passata soltanto quando sono riuscito a mettermi in contatto telefonico con mia moglie in Sudafrica - confida l’attaccante del Bari - Lei mi ha immediatamente tranquillizzato. In realtà, il mio bambino avrebbe potuto essere lì, non voleva assolutamente perdere l’appuntamento con il derby. Già, ho temuto che fosse davvero andato allo stadio. Per fortuna, faceva freddo. E lo zio è riuscito a convincerlo a rimanere a casa. Anche perché il match sarebbe stato trasmesso in tv". Resta grande il dolore per la sua gente, colpita da una tragedia che poteva essere evitata. "Le responsabilità vanno addebitate essenzialmente a chi ha organizzato la partita - sostiene Masinga - se è vero che sono stati venduti tanti biglietti in più, rispetto alla capienza dello stadio".

13 aprile 2001

Fonte: La Gazzetta dello Sport

I 43 morti di JohannesburgI 43 morti di Johannesburg  A rischio la candidatura per il mondiale del 2010

Accuse e polemiche dopo la strage

di Roby Smith

Mandela: "Questa disgrazia non divida il Sud Africa".

JOHANNESBURG - I padri, disperati, chiedono notizie dei figli. Uomini di ogni età piangono amici che non ci sono più. Scene da uno stadio di calcio. Volti e lacrime che ci riportano alla mente altre tragedie. Dopo i fatti di Johannesburg, 43 morti e 150 feriti all'Ellis Park mercoledì notte, il calcio si interroga ancora una volta, incredulo. Dall'incendio di Bradford alle stragi di Mosca e Lima, dai lutti in Guatemala e a Sheffield fino alla terribile notte dell'Heysel ne abbiamo vissuti troppi di questi giorni luttuosi e quasi mai abbiamo capito perché si debba morire così. In nome di una partita in cui l'appuntamento con la festa "salta" per motivi quasi sempre incomprensibili. Tante le cause: a volte la ressa (come l'altra sera, dove i più sono stati straziati dal filo spinato a protezione degli ingressi), spesso la violenza che si scatena improvvisa, devastante. Parlare di fatalità non è mai giusto. Anche in Sud Africa è l'ora delle "responsabilità da accertare", come ha dichiarato Robin Petersen, presidente della Lega. L'inchiesta coinvolgerà in particolare i club dei Kaiser Chiefs e degli Orlando Pirates, le squadre di Soweto divise da una forte rivalità. La strage è stata innescata, prima dell'inizio della gara, dal cedimento di un cancello (Il numero 4) contro il quale si erano accalcate migliaia di persone: in 120 mila erano convenuti, con o senza biglietto, all’Ellis Park, un impianto che ne contiene poco più della metà. "Si doveva giocare di giorno e durante un weekend, non alla sera, quando i lavoratori sono costretti ad ammassarsi ai botteghini all’ultimo momento" - accusa Oupa Mabaso - un dirigente dei Pirates. L'ex presidente Sudafricano Nelson Mandela interviene contro l'irrazionale caccia ai colpevoli che rischia di accendere nuove tensioni in una zona già tormentata da annosi conflitti: "Questa disgrazia deve unirci e non dividerci. Dobbiamo essere sicuri che un simile orrore non si ripeta". Ma già dieci anni fa, per lo stesso derby, perirono 42 persone. Il bilancio di mercoledì è più grave di una unità. La polizia mette le mani avanti: "Ai cancelli mancavano gli addetti al controllo dei biglietti". L'attuale Capo dello Stato, Thabo Mbeki, ha nominato una commissione d'inchiesta, presieduta da Bernard Ngoepe, magistrato-capo della provincia del Transvaal. Mbeki, al pari del ministro dello sport, ritiene che la tragedia non influirà sulla candidatura del Sud Africa (già battuta dalla concorrenza della Germania nel 2006) all’organizzazione dei Mondiali 2010. Ma proprio ieri sera Joseph Blatter e Michel Zen-Ruffinen, presidente e segretario generale della Fifa, si sono dichiarati "attoniti ed inorriditi per i fatti dell'Ellis Park". "È un giorno tristissimo per il nostro sport" hanno scritto in una lettera di condoglianze a Molefi Oliphant, presidente della federcalcio sudafricana. Prima di capire se Blatter, da sempre sponsor di un Mondiale in Africa, cambierà idea, il mondo del calcio tratterà l'argomento sicurezza nella prossima riunione del Comitato Esecutivo della Fifa che si terrà a luglio a Buenos Aires. La Figc intende commemorare le vittime dell'Ellis Park con un minuto di silenzio prima dell'amichevole Italia-Sudafrica che si giocherà mercoledì 25 aprile a Perugia.

13 aprile 2001

Fonte: La Stampa
IN MEMORY
Madikana Samuel Selepe 39 (Diepsloot, Soweto)Madikana Samuel Selepe 39 (Diepsloot, Soweto) - Johannes Mandla Mthembu 36 (Palm Springs, Vaal Triangle) - Johannes Motlasi Letsoara 35 (Potchefstroom) - Sphiwa Esrome Mpungose 13 (Burgersdale, West Rand) - Ivan Jeffrey Bezuidenhout 39 (Potchefstroom) - Mbulelo Diniso 25 (Orlando East) - Veleta Eunice Mouton 26 (Windmill Park, East Rand) - Rosswin Andre Nation 11 (Ennerdale) - Pretty Lephina Phatsisi 26 (Balfour, Mpumalanga) - John Maliyon Mkhize 33 (Delmas, Mpumalanga) - Alpheus Sethlake 41 (Alexandra) - Gideon Mudau 34 (Kromdraai, Midrand) - Jabulisile Xaba 25 (Berea, Johannesburg) - Danny Tigerls 30 (Pietersburg) - Angelina Mncube 28 (Joubert Park, Johannesburg) - Callistus Dumisani Dube 29 (Balfour Park, Johannesburg) - Mduduzi Thomo 27 (Jabulani, Soweto) - Tsietsi Daniel Wae 54 (Kagiso, West Rand) - Michael Tsolo Nyakane 41 (Orkney) - Steven Modise Tshetlo 42 (Delpark Ext 9, East Rand) - Calvin Arnolds 34 (Ennerdale) - Lefa James Lefera (Gauteng) - Rakgabo Frans Shongoane 34 (Pretoria) - Ernest Mandla Mayo 33 (Berea, Johannesburg) - John Oupa Mbambata 34 (Delareyville) - Deborah Selina Maphanga 25 (Duduza, East Rand) - Thandi Merrium Thabethe 23 (Standerton, Mpumalanga) - Abel Tshabangu 35 (Diepkloof, Soweto) - Elias Ngomane 21 (Johannesburg) - Nkosana Elliot Hlongwane 40 (Katlehong, East Rand) - Nhlanhla Meshack Zulu 30 (Duduza, East Rand) - Raymond Mfana Gwala 47 Zamdela, (Sasolburg) - Senki Jacob Mzizi 47 Tsakane, (East Rand) - Mduduzi Thomo 27 (Jabulani, Soweto) - Lefa James Lefera (?) -  (Vosloorus, East Rand) - Stanley Tshikovhi (?) -  (Thembisa, East Rand) - Gugu Majozi (?) - (Jabulani, Soweto) - Maggie Luthuli (?) - (Protea Glen, Soweto) - Kenneth Msimang (?) - (Thokoza, East Rand) - Fana Mabuza (?) - (Tembisa) - France More (?) - (Sapa) - (?) - (?)
 
     
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