Privacy Policy Cookie Policy
AMEDEO GIUSEPPE SPOLAORE ♥
www.saladellamemoriaheysel.it   Sala della Memoria Heysel   Museo Virtuale Multimediale
Amedeo Giuseppe Spolaore ❤
   39 Angeli   Interviste Figlio   Mario   Cerimonie di Bassano   In Memoriam   Libro 2015  
 ITALIA   21-10-1930   Bassano del Grappa (VI)   Anni 54

Un torneo con 250 "pulcini" per ricordare

Amedeo e Mario morti all’Heysel

BASSANO - Si commuove ancora, Alberta Bizzotto Spolaore, ripensando a quel terribile 29 maggio 1985 quando il marito Amedeo perse la vita allo stadio Heysel di Bruxelles, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool. Il figlio Giuseppe, allora ragazzo, rimase ferito, ma si salvò per la prontezza di riflessi di un amico del padre che lo strappò dalla bolgia di corpi in cui si trovava rischiando di soffocare. "Impossibile dimenticare - osserva Alberta, già consigliere comunale e attiva in diverse associazioni - ammiro mio figlio che è riuscito a perdonare chi causò quella strage". Furono 32 gli italiani che persero la vita in quell’inferno su un totale di 39 vittime e ben 600 i feriti. Oltre ad Amedeo Spolaore, noto dentista, morì anche l’imprenditore bassanese Mario Ronchi che lasciò la moglie Maria Teresa e il piccolo Alessandro di appena due anni. La tragedia ha profondamente segnato Bassano, che a distanza di 33 anni non dimentica i suoi concittadini partiti assieme ad un gruppo di amici per vedere dal vivo quella partita. A loro e alle altre vittime, l’Asd San Vito Bassano dedica il torneo di calcio "Per non dimenticare Heysel". Riservato alla categoria pulcini, si disputerà domenica agli impianti di San Vito. Il primo fischio d’inizio è fissato per le 9. "Sono più di 250 i ragazzini, classe 2008, che parteciperanno alla sfida suddivisi in 16 squadre di altrettante società italiane, tra cui la Juventus", spiega Giancarlo Tombolato, il presidente dell’associazione promotrice. Oltre ai portacolori bianconeri, ci saranno quelli dell’Hellas Verona, del Vicenza calcio, della Bassano Virtus 55 soccer team, dell’As Cittadella, del Pordenone, del Calcio Padova, dell’Alto Accademy Ssd, solo per citare alcune significative presenze in campo. "Non sono previsti vinti né vincitori - precisa Tombolato - ci sarà una classifica ma senza podio perché a prevalere saranno lo spirito sportivo e il ricordo". Entusiasta dell’iniziativa, Alberta Bizzotto ne evidenzia il risvolto educativo: "Insegna ai bambini a competere e a sfidarsi rispettandosi, a contrastare la violenza in campo: è il modo più efficace per commemorare Amedeo e Mario". Come ricordato dall’assessore allo Sport Oscar Mazzocchin, la manifestazione apre il filone degli appuntamenti dedicati ai bambini del programma "Bassano città europea dello sport". R. F. Fonte: Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano) © 20 aprile 2018 Fotografie: Ilgazzettino.it ©

L’ANNIVERSARIO

Heysel, 30 anni dall’incubo

La vedova: il calcio è malato. Parla l’amico che si salvò. Un libro su Mario e Amedeo, vittime bassanesi.

BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza) - Ricordare l’Heysel "per far capire ai giovani che il calcio è uno sport malato, da abbandonare". Lo ribadisce Alberta Bizzotto Spolaore, che il 29 maggio del 1985 perse nello stadio di Bruxelles il marito Amedeo e rischiò di perdere il figlio, di 15 anni, Giuseppe, rimasto ferito. "Mi sono chiesta perché questo grande interesse per i trent’anni da quella tragedia commenta Alberta, riferendosi anche alla presentazione in sala Chilesotti del libro sull’Heysel dei giornalisti Domenico Lazzarotto, e Luca Pozza, con l’ex arbitro Gigi Agnolin - ebbene mi sono data una risposta: occorre ricordare ai giovani con meno di 30 anni che cosa è successo quella notte. Occorre ricordare loro che il calcio è malato, è uno sport sporco più di altri. Guardiamo quello che sta succedendo adesso, con lo scandalo internazionale della Fifa, che si aggiunge ai tafferugli davanti agli stadi, alle risse, alle morti". La signora Spolaore in questi giorni è stata avvicinata da diverse persone : "Pensare a quella sera mi turba sempre, mi fa male. Eppure la voglio ricordare proprio per dire che il calcio andrebbe evitato, anche se potrebbe essere uno sport bello. Nessuno dei miei sette nipoti pratica il calcio". In questi anni Alberta ha condiviso il suo dolore con l’altra vedova bassanese, che perse il marito Mario in quella serata, Maria Teresa Dissegna Ronchi. "Ogni tanto ci sentiamo - racconta Alberta - ed ogni anno, il 29 maggio, assistiamo alla santa messa assieme. Andiamo alle 19 alla chiesa di Sant’Eusebio, nelle colline fuori Bassano, con don Giuseppe Nicolin, amico di mio marito. Poi andiamo a cena da una delle mie figlie. È una serata triste e ci consoliamo con gli affetti familiari". Venerdì sera Alberta Spolaore incontrerà un altro bassanese che fece il viaggio a Bruxelles con suo marito, il dottor Giovanni Costacurta, oggi primario di ortopedia all’ospedale di Asiago, rimasto ferito in quella tragedia. "Ero coperto dalle persone, e mi sono salvato perché sotto di me avevo una ragazza di 15 anni,- spiega-, i suoi genitori cercavano di alzarmi per poterle permettere di respirare. Ci siamo trovati poi all’ospedale, mi hanno anche chiesto se potevano darmi un passaggio". Più sentita quella ragazza? "No, so che era di Vercelli, sono passati 30 anni. Ricordo poi una emozione forte mentre ero "sotto" tanta gente: il rischio di non poter più rivedere mio figlio di 5 mesi". Accanto a questa emozione Costacurta conserva anche un incubo. "Quello del manganello di un poliziotto che voleva impedirmi di scappare da dove ero per salvarmi. Me lo vedo ancora davanti. I belgi erano proprio impreparati. E pensare che era solo la seconda partita della mia vita che andavo a vedere". Alle 19.05 del 29 maggio 1985, il sogno di vedere sollevata dalla Juventus la coppa dei campioni divenne un incubo nello stadio di Heysel, trasformatosi improvvisamente in un inferno. Tra i 32 italiani morti schiacciati c’erano anche due bassanesi: l’imprenditore Mario Ronchi e il dentista Amedeo Spolaore. Non erano tifosi da "curva". Facevano parte di una comitiva di amici, appassionati di calcio, alcuni dei quali rimasero gravemente feriti . Erano volati in Belgio per condividere quella che poteva essere una grande emozione. Dopo 30 anni, la città del Grappa ha ricordato venerdì quella tragedia mai dimenticata, che ha segnato per sempre la vita di alcune famiglie bassanesi e più in generale del mondo del calcio. Alle 19.05, in museo, con i familiari delle vittime e diversi sopravvissuti, Bassano si è stretta nel ricordo dei suoi concittadini, a margine della presentazione del libro "1985 Heysel - 2015 Per non dimenticare...", scritto da Domenico Lazzarotto, Luca Pozza e l’ex arbitro Luigi Agnolin. Fonte: Corrieredelveneto.corriere.it © 29 maggio 2015 Fotografie: Ilgazzettino.it © Nucleo 1985 ©

Museo Virtuale Multimediale © Domenico Laudadio Copyrights 2009 (All rights reserved)