Alla Juventus scambi di
doni e strette di mano
di Angelo Caroli
Disponibilità per una
partita amichevole. Edoardo Agnelli:
"sdrammatizzare lo sport". Boniperti: "Non c'è
calcio europeo senza inglesi".
La seconda tappa
torinese di questa "corsa" verso la pace ("Anche
se fra le due città non c'è mai stata guerra"
aveva dichiarato in mattinata il sindaco
Cardetti) è portata a termine dalla delegazione
di Liverpool in poco meno di mezz'ora. Verso le
ore 16 di ieri, un centinaio di persone
sostavano in Galleria San Federico formando un
corridoio di silenzio, forsanche nel tentativo
di interpretare meglio nelle espressioni degli
ospiti inglesi un segno di una commozione ancora
viva. Molti applausi per John Welsh, il
salvatore di tante vite in quella notte
d'inferno. Alle 16,25 la delegazione britannica
viene presentata dall'assessore allo sport Elda
Tessore al presidente della Juventus, Giampiero
Boniperti. Il messaggio di pace continua dunque
il proprio iter, affinché i sentimenti di una
città e di una popolazione vengano espressi
anche in una sede sportiva, appunto quella della
Juventus. C'è subito lo scambio di doni:
Boniperti offre al sindaco Hugh Dalton un piatto
d'argento in cui sono incastonati 21 scudetti e
incise le date della storia bianconera; il capo
delegazione di Liverpool ricambia con tre
splendide stampe a colori, riproducenti i più
emblematici monumenti della città inglese e
incorniciate in legno di noce orlato d'oro.
Attorno a Boniperti si notano Edoardo Agnelli,
figlio dell'avvocato Giovanni, i dirigenti
Giordanetti, Chiusano, Ferrero, Ventimiglia,
Cavalli d'Olivola, Voglino, Giancarlo Catella,
Chesta e Zanon.
Prende la parola Hatton,
co-sindaco di Liverpool, il quale, nel
sottolineare il proprio dolore per i fatti
verificatisi a Bruxelles si dichiara "ottimista
per il varo dell'amichevole da disputarsi fra la
Juventus e il Liverpool, con incasso da
devolversi a favore delle famiglie delle
vittime". Dopodiché c'è l'intervento di Edoardo
Agnelli, il quale precisa di rappresentare la
sua famiglia. "E penso che questo faccia piacere
a mio padre. Per quanto concerne l'amichevole
non posso rispondere, poiché a decidere sarà la
società. E' comunque importante che vi siano
tanti segnali di amicizia provenienti da
Liverpool. Il tragico incidente di Bruxelles non
è certo considerato da mio padre e da me come un
atto degli inglesi verso gli italiani. Va
cercato più generalmente nella natura
dell'individuo. Occorre perciò sdrammatizzare lo
sport, e certi suoi concetti esasperatamente
legati alla vittoria, e riportarlo nell'ambito
dei suoi valori più autentici, nel tentativo di
evitare il ripetersi di tragedie. Provo nei
confronti della gente di Liverpool sentimenti di
amicizia. E' chiaro che i problemi di
disoccupazione esistenti in quella città
generano rabbia, dunque violenza. Perciò vanno
migliorate certe condizioni di vita".
Il
presidente della Juventus, Giampiero Boniperti,
dal canto suo precisa di "essere in contatto
continuo con gli esponenti del Liverpool per
studiare e programmare un'amichevole, anche tra
formazioni miste. Siamo perciò disponibili a
collaborare con l'UEFA (c'è tuttora un suo
veto), affinché l'esito sia positivo, anche
perché non c'è calcio europeo senza calcio
inglese. Finora i contatti fra le due società
sono stati fatti oggetto di una esagerata
pubblicità. Vorremo perciò che attorno alla
vicenda si facesse meno clamore". Macchine
fotografiche e telecamere sono rimaste in azione
per la durata dell'incontro. Particolarmente
preso di mira John Welsh e sua moglie Marie.
L'angelo di Liverpool partirà questa mattina per
Rimini, dove rimarrà in vacanza per una decina
di giorni. Non assisterà, dunque, alla partita
di Coppa Italia che la Juventus giocherà questa
sera al Comunale con il Milan. Anche a nome
dell'Everton (seconda squadra della città
inglese a militare nel campionato di prima
divisione) parla infine il vicepresidente del
Liverpool Corkisk: "Porto a voi tutti il saluto
del mio club e di una città. Condividiamo il
vostro dolore e proviamo orrore al solo pensiero
di ciò che è accaduto a Bruxelles. Perciò faremo
il possibile, in rapporto a quelle che sono le
nostre competenze, per migliorare il futuro".
Alle 16,55 la delegazione inglese lascia la sede
della Juventus. Si attarda John Welsh. Vuole
dare un'ultima occhiata alle fotografie che
raccontano la storia del club bianconero.
Fonte:
Stampa Sera © 19 giugno 1985
Fotografie: Hurrà
Juventus ©
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