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La violenza nel calcio

HEYSEL… La lacrima di Natalina

di Aurelio Rota

In queste settimane è tornato di prepotenza un fenomeno mai sconfitto: gli scontri tra tifosi che lasciano come eredità oltre danni evidenti a strutture e cose materiali spesso il dramma dove oltre che ai feriti ci sia un ragazzo morto con le tutte le conseguenze. Con queste righe non si vuole dare torto o ragione alle parti, ognuno di noi ha una sua convinzione, ma portarvi a riflettere su un episodio del passato dove unanimemente si era detto BASTA ! Spesso quando scrivo, parlo delle mie esperienze personali ed anche in questo articolo lo farò. Si era nel 1991 ed io lavorando in una multinazionale del settore degli acconciatori avevo avuto una promozione e mi era stata ampliata la zona di vendita aggiungendomi una parte di Brescia. Mi trovai così a Orzinuovi, paese della pianura bresciana e nel visitare i clienti mi imbattei in un negozio alla sua periferia, in palazzoni inizio novecento. Non era un salone dei vip locali, piuttosto un locale semplice dove però traspariva tanto amore verso la professione e verso le proprie clienti. All’interno mi accolse Natalina, una signora sui 55 anni che anche se nei suoi modi burberi nel tempo socializzammo e divenne poi cliente. Passando varie volte capii che tutto il suo mondo girava attorno al negozio e non potei fare a meno già da subito di notare una foto su di un mobile che ritraeva un uomo che messa così poteva essere defunto. Un giorno chiesi chi fosse e in lei aumentò il velo di tristezza che sempre la accompagnava, prendendo in mano la foto mi disse che era suo fratello Domenico. Domenico era una persona che amava il calcio, probabilmente uguale a tanti di noi, faceva il muratore e nel tempo libero allenava i bambini all’oratorio di Ludriano. Tifoso della Juventus era andato a vedere con alcuni dei suoi amici la finale di Coppa Campioni Juventus vs Liverpool, che si sarebbe svolta nello stadio Heysel a Bruxelles. Non era del tutto convinto di andarci, ma complici i suoi conoscenti ad insistere e l’unicità della gara alla fine cedette. Quale poteva essere la sua grave colpa da meritarsi la morte ?

STRAGE HEYSEL - La tragedia allo stadio Heysel di Bruxelles è avvenuta in data 29 maggio 1985. Lo stadio era gremito di tifosi della Juventus e del Liverpool, in occasione della finale di quella che all’epoca era ancora chiamata Coppa dei Campioni (l’attuale Champions League). Il dramma è scoppiato poco prima del fischio di inizio del match (che comunque si tenne lo stesso). La tragedia dell’Heysel iniziò circa un’ora prima dal fischio di inizio della finale tra Juventus e Liverpool, quando i tifosi inglesi più violenti (i cosiddetti hooligans) iniziarono a sfondare alcune basse reti metalliche che li separavano dal settore Z dello stadio, occupato da tifosi che avevano raggiunto la struttura e acquistato i biglietti in totale autonomia. Lo scopo degli hooligans era quello di venire a contatto con la tifoseria organizzata juventina, ma ciò non sarebbe potuto avvenire, dato che la stessa era stata collocata nel settore opposto dell’impianto. Le persone presenti nel settore Z, impaurite, iniziarono a fuggire ma la loro fuga venne ostacolata anche dalle forze dell’ordine del Belgio, che ne impedivano il raggiungimento del campo da gioco per mettersi in salvo. Di questo comportamento ci sono immagini televisive che lasciano perplessi sulla violenza delle forze dell’ordine locali sui tifosi Juventini che cercano di scappare. Molte persone, per evitare di restare schiacciate o di essere calpestate si buttarono giù dagli spalti, che alla fine cedettero sotto il peso delle persone in fuga. A perdere la vita furono in tutto trentanove persone: trentadue italiani, quattro belgi, due francesi e un irlandese. Oltre seicento i feriti. Nonostante questo, le squadre entrarono in campo con un’ora e mezza di ritardo (alle ore 21:40) e giocarono il match, vinto dalla Juventus con un gol di Michel Platini. A quanto pare la partita venne giocata comunque per evitare ulteriori incidenti. Natalina mi raccontava i fatti, il suo dramma, non capiva, non capiva, non capiva perché certi fatti avvengono ed a un certo punto una lacrima le solcò il viso… Una lacrima che mi rimase indelebile nei ricordi. Questa tragedia secondo me è stato il punto di non ritorno della decenza nel mondo del calcio e da lì c’è stato un lentissimo regredire dell’etica, dei comportamenti, dell’importanza della salute dell’essere umano. E allora tutti a dire: mai più la violenza nel calcio ! Fonte: Virtusciseranobergamo.it © 3 ottobre 2025 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

La testimonianza di Armando Ragazzi, un cugino di Domenico che gli era accanto sulle gradinate del Settore Z dello Stadio Heysel nella drammatica serata di Bruxelles del 29 maggio 1985 e che rimase ferito, perdendo conoscenza e ritrovandosi in ospedale. Immagini tratte dalla Commemorazione del 39° della Strage organizzata il 2.06.2024 dal Comitato Per non Dimenticare Heysel presso il Monumento ai caduti eretto nel Parco Mirabello di Reggio Emilia Video: Comitato Heysel Reggio Emilia © Fotografie: La Gazzetta dello Sport © GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

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