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ITALIA   7-04-1944   NOVARA   Anni 41

Ieri una cerimonia nel quartiere di San Giuseppe

Novara ha ricordato il tifoso morto nello stadio di Bruxelles

di Marcello Sanzo

NOVARA - E' trascorso un anno dalla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles. Fra i tifosi juventini che in quel drammatico 29 maggio dell'85 erano andati a Bruxelles per assistere alla finale della Coppa dei Campioni, c'erano parecchi novaresi. Uno di questi non fece più ritorno a casa: Mario Spanu. Aveva 41 anni e lavorava all'autogrill Pavesi. Per andare a vedere la partita aveva cominciato a fare economie da tempo. Al momento della partenza era felice; aveva salutato la moglie. Margherita Pizzi, e si era imbarcato sull'aereo assieme ad un gruppo di amici tutti juventini come lui. Nessuno in quel momento immaginava che Spanu stesse andando all'appuntamento con la morte. All'Heysel il gruppo del quale faceva parte Mario Spanu era andato a sistemarsi nella curva "maledetta", la stessa che prima ancora dell'inizio del match si era trasformata in un campo di battaglia. Spanu venne schiacciato dalla folla in fuga e il suo corpo senza vita rimase lì, sui gradini di cemento, assieme alle decine di altre vittime. I suoi amici rimasero feriti. Nella confusione cercarono a lungo Mario Spanu senza trovarne traccia. Intanto a Novara Margherita Pizzi aveva visto in televisione le immagini agghiaccianti della tragedia trasmesse in diretta e, in preda ad un terribile presentimento, si era messa in contatto con la Prefettura. La notizia della morte del marito le arrivò l'indomani. Ieri tutta Novara era tappezzata di manifesti commemorativi stampati a cura dei club juventini. Alla chiesa di San Giuseppe, nel quartiere di residenza della famiglia Spanu, è stata celebrata una messa in memoria dello scomparso. C'erano la moglie, i fratelli e tutti gli altri parenti assieme a parecchia gente commossa. Occhi lucidi di pianto, la vedova di Mario Spanu ha assistito alla cerimonia. Inutile tentare di avvicinarla, di sentire qualche sua frase. Ad un anno di distanza la tragedia è ancora viva nel suo animo, una tragedia resa più terribile dall'assurdità: è difficile farsi una ragione. Fonte: La Stampa © 30 maggio 1986 Fotografia: Stampa Sera ©

Ieri pomeriggio i funerali in duomo, presenti migliaia di persone

Novara ha dato l'addio a Mario vittima di una violenza assurda

di Marcello Sanzo

Scene di disperazione durante il rito funebre - In prima fila il vicepresidente della Juventus, avvocato Giordanetti. Aperta una sottoscrizione - L'ultima amara realtà: la salma, dopo l'autopsia a Bruxelles, non era stata ricomposta.

NOVARA - L'ultima offesa a Mario Spanu l'avrebbero arrecata le autorità sanitarie belghe. Non c'è conferma ufficiale perché l'esito dell'autopsia, eseguita ieri mattina dal medico legale Lodovico Isalberti all'ospedale Maggiore, è coperto dal segreto istruttorio, ma pare che dopo il precedente esame necroscopico, eseguito in Belgio, la salma dello sfortunato sostenitore della Juve, morto allo stadio Heysel, non sia stata neanche ricomposta. Questo particolare, del quale si parla già in tutta Novara, ha aumentato lo sdegno e l'amarezza della gente. Ieri pomeriggio ai funerali di Mario Spanu il duomo era gremito e molte persone erano rimaste fuori. Parecchi novaresi hanno voluto dare l'estremo saluto al loro concittadino, vittima dell'assurda e bestiale furia di quel gruppo di tifosi inglesi che prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool hanno trasformato lo stadio di Bruxelles in un vero e proprio campo di battaglia. In duomo c'erano tutte le massime autorità cittadine, dal prefetto Santo Corsaro al comandante dei carabinieri colonnello Rocco Di Monte, dal sindaco Armando Riviera al questore Armino Berardino. Da Torino è arrivato il vicepresidente della Juventus, avvocato Giordanetti, assieme ad altri esponenti della società bianconera e a due giocatori delle formazioni giovanili, che portavano il gagliardetto. Presenti anche esponenti del Novara Calcio e tutti i responsabili della locale tifoseria juventina guidati dall'avvocato Alfredo Monteverde, presidente del club Juventus. Numerose le corone di fiori. Oltre a quelle di parenti ed amici una era arrivata da Torino dalla società bianconera e un'altra era del club dei tifosi, il quale aveva fatto affiggere su tutti i muri della città parecchi manifesti funebri. Durante la cerimonia, officiata da don Germano Zaccheo, vicario episcopale di Novara, si sono ripetute le scene di disperazione dei familiari di Mario Spanu. La vedova del sostenitore juventino, Margherita Pizzi, appariva prostrata. La donna non riesce a farsi una ragione della tragedia. Il giorno della partenza del marito lo aveva salutato facendogli mille raccomandazioni. Non era contenta del viaggio di Mario Spanu, ma non si era opposta per non togliergli quell'opportunità alla quale teneva moltissimo. Non poteva certo immaginare, giovedì scorso, che stava abbracciando il marito per l'ultima volta. Sabato, assieme ai fratelli di Mario Spanu, è andata all'aeroporto di Linate ad accogliere il suo uomo che tornava in una bara. Non potrà mai darsi pace. Ieri mattina, quando, poco prima dell'autopsia ordinata dal procuratore della Repubblica di Roma, ha avuto luogo il riconoscimento ufficiale, a Margherita Pizzi non è stato permesso di vedere il volto del marito. Il pietoso divieto è stato fatto dai fratelli della vittima per non aggravare il già precario stato di salute della vedova. Sono stati loro, pertanto, a procedere all'identificazione della salma. Domenica mattina, alla Madonna del Bosco ci sarà una Messa in suffragio di Mario Spanu e delle altre vittime di Bruxelles. L'iniziativa è del club Juventus di Novara che ha anche aperto una sottoscrizione ("baretto" di via Omar e bar Passerella di corso Vercelli) in favore delle famiglie delle vittime. Fonte: La Stampa © 4 giugno 1985 Fotografia: Paesionline.it ©

Duemila novaresi ieri in Duomo ai funerali di Mario Spanu

Oltraggio alla salma del tifoso

di Marcello Sanzo

Dopo l'autopsia il cadavere non era stato ricomposto.

NOVARA - Quando il professor Ludovico Isalberti, medico legale, ha aperto ieri mattina la bara di Mario Spanu per eseguire l'autopsia ordinata dalla procura generale di Roma si è accorto che la della vittima novarese della tragedia di Bruxelles non era stata ricomposta. Chi in Belgio aveva provveduto al precedente esame necroscopico non si era evidentemente curato di rimettere a posto in qualche modo quel corpo straziato. E' stata questa l'ultima offesa subita dallo sventurato sostenitore della Juve in un paese che dalle testimonianze di chi ha vissuto la tragica giornata allo stadio Heysel non è stato nei confronti dei nostri connazionali. Alla moglie dello Spanu non è stato consentito vedere il cadavere del marito. Si sono opposti i fratelli della vittima ed è toccato a loro eseguire il riconoscimento ufficiale. Lo hanno fatto dopo che pietosamente alcuni infermieri dell'ospedale novarese avevano in qualche modo sistemato la salma. Non si sa ancora se la procura della Repubblica di Novara, che riceve entro oggi il referto dell'autopsia promuoverà un’azione legale nei confronti di chi a Bruxelles si è reso responsabile di vilipendio di cadavere. Il brutale trattamento non è stato riservato solo alla salma di Mario Spanu. Anche altre vittime dell'Heysel sono arrivate in Italia nelle stesse condizioni. Un ultimo sconcertante oltraggio, acuito dal fatto che in alcuni casi le salme inviate ai paesi d'origine non corrispondevano a quelle identificate da parenti e amici all'ospedale militare della capitale belga. Ieri pomeriggio almeno duemila novaresi hanno gremito il duomo e la piazza antistante, per presenziare ai funerali di Mario Spanu. Da Torino è arrivato il vice presidente della Juventus, avv. Giordanetti, accompagnato da altri dirigenti del sodalizio bianconero e da due giocatori delle formazioni giovanili che recavano il gagliardetto della squadra. Numerose le corone di fiori, una delle quali ancora della società torinese. Molti gli occhi umidi durante la cerimonia officiata dal vicario episcopale don Germano Zaccheo che ha ricordato la figura dello scomparso, un uomo pacifico, colpevole solo di amare il calcio e di essere andato a sostenere la squadra del cuore. Il club Juventus di Novara ha aperto una sottoscrizione parallela a quella già in corso a Torino su iniziativa della società bianconera. Lo stesso sodalizio dei tifosi ha partecipato con un milione di lire. La sottoscrizione durerà fino a domenica poi il ricavato verrà consegnato ai responsabili della Juventus che verranno a Novara per presenziare ad una messa funebre alla chiesa della Madonna del Bosco. Fonte: Stampa Sera © 4 giugno 1985 Fotografie: Comuniweb.it © GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

Trasportata a Novara la salma del novarese morto a Bruxelles

Un'auto carica di dolore ha riportato Mario a casa

di Marcello Sanzo

Gente in lacrime e scene strazianti per questa fine assurda - La moglie Margherita Pizzi ha avuto un malore quando la bara è stata avvolta nella bandiera italiana - Impiegato all'autogrill della Pavesi aveva risparmiato per il biglietto.

NOVARA - Scene strazianti ieri all'aeroporto milanese di Linate all'arrivo dell'aereo militare che trasportava le salme di sette delle vittime di Bruxelles. I familiari, venuti dalle città di residenza per l'ultimo, mesto abbraccio ai loro cari, si sono accostati all'aereo militare stringendosi l'uno all'altro. Quando dal portello sono apparse le bare è esplosa la disperazione: madri, mogli, chiamavano a gran voce i figli, i mariti, che avevano visto partire pochi giorni fa felici di andare ad assistere ad una gara di calcio, di partecipare ad una festa dello sport e che adesso si trovano allineati nelle bare davanti all'aereo. Assieme agli altri componenti della folla straziata dal dolore, della gente in lacrime che era andata ad accogliere i corpi senza vita dei loro cari, morti nella più atroce delle maniere e senza alcuna plausibile ragione, c'erano i familiari di Mario Spanu, stretti attorno a Margherita Pizzi, moglie dello sfortunato novarese rimasto ucciso nell'allucinante dramma della curva "maledetta". Una delle tante vittime innocenti della furia omicida dei teppisti inglesi, responsabili di avere trasformato una festa in tragedia. A Linate, su un'auto messa a disposizione dalla prefettura erano andati i quattro fratelli di Mario Spanu. A bordo di un'altra vettura c'era Margherita Pizzi con la sorella e altri congiunti. Le scene di disperazione si sono ripetute all'arrivo all'obitorio dell'ospedale Maggiore dove è stata allestita la camera ardente. L'auto che trasportava la salma di Mario Spanu è stata scortata dall'uscita dell'autostrada fino all'ospedale da staffette della polizia urbana e da equipaggi della squadra mobile. A chiudere il triste corteo c'erano parecchie auto di parenti ed amici; dietro la bara, la moglie. Ad attendere la salma all'ingresso dell'obitorio c'erano le massime autorità cittadine dal prefetto Santo Corsaro al questore Annino Berardino, al comandante dei carabinieri colonnello Rocco Di Monte, al vicesindaco Ezio Leonardi. Quando Margherita Pizzi, affranta dal dolore, è scesa dall'auto ha avuto un malore ed è stato necessario sorreggerla. L'atmosfera di disperazione ha toccato il culmine quando la bara, avvolta in una bandiera tricolore, è stata sistemata nella camera ardente. La moglie di Mario Spanu ha ripetutamente chiamato a gran voce il marito, poi è crollata svenuta e i parenti hanno dovuto nuovamente prestarle aiuto. Per lui, impiegato all'autogrill Pavesi, quello che si stava concedendo era un lusso. Aveva raccolto a lungo i risparmi per fare il viaggio in aereo assieme ai suoi tre amici Roberto Molina, Franco Varallo ed Enzo Savino. I biglietti che avevano trovato erano purtroppo per la curva "Z", quella che doveva trasformarsi nel teatro della tragedia. Si erano seduti lontano dai sostenitori del Liverpool e stavano chiacchierando fra loro quando, poco prima dell'inizio della gara, è scoppiato il finimondo. Dei quattro amici solo uno ha avuto la fortuna di tornare illeso, Franco Varallo. Molina e Savino sono ricoverati in ospedale, il quarto, Mario Spanu, ha perso la vita. I funerali sono stati fissati per lunedì alle 15,45 in duomo. Saranno in molti i novaresi che vi parteciperanno: tutti qui sono sgomenti per questa tragedia che non ha alcuna spiegazione logica. Fonte: La Stampa © 2 giugno 1985 Fotografia: L'Unità ©

Oggi è attesa la salma dell'amico che è morto

di Marcello Sanzo

NOVARA - Margherita Pizzi, 39 anni, moglie di Mario Spanu, non si dà pace: martedì scorso aveva visto partire il marito alla volta di Bruxelles assieme a tre amici, Roberto Molina, Enzo Savino e Franco Varallo, sostenitori bianconeri come lui. L'atmosfera era festosa, ogni discorso verteva sulle speranze di conquista della Coppa dei Campioni da parte della Juventus. Al momento di salutare il suo Mario la signora Spanu non poteva immaginare che non lo avrebbe più rivisto. Da quando le hanno telefonato dalla prefettura togliendole anche l'ultimo filo di speranza. Margherita Pizzi non ha più parlato con nessuno, neanche con i parenti. Si è chiusa in se stessa, con il grande dolore nel cuore. Non ha figli, tutta la sua famiglia era il marito e la sua scomparsa è per questo ancora più straziante. A tentare di darle conforto, ma inutilmente, ci sono i parenti. Anche una sorella venuta da Domodossola, dove risiede, e che ha appena superato un terribile momento: a Bruxelles, nello stadio maledetto, c'era la sua giovane figlia. Ha saputo che era incolume solo giovedì, quando la ragazza è tornata a casa. La sorella di Margherita Pizzi ha fatto appena in tempo a riprendersi dalla grande paura provata per la sorte della figlia, poi ha saputo della tragica fine del cognato e si è precipitata a Novara. Fino a ieri sera i familiari di Mario Spanu non sapevano nulla di preciso circa l'arrivo della salma. Hanno chiesto in prefettura da dove si sono messi in contatto con l'ambasciata italiana di Bruxelles. La risposta è stata che verranno avvertiti telefonicamente. Mario Spanu farà il suo ultimo viaggio, quello di ritorno a Novara, probabilmente oggi. Assieme alle altre vittime dello stadio belga verrà trasportato in Italia da un aereo militare. Non è dato sapere dove questo aereo atterrerà. Non è escluso che faccia tappa proprio a Cameri, base del 23° stormo. La data dei funerali è ovviamente legata a quella dell'arrivo. E' probabile, comunque, che l'ultimo saluto a Mario Spanu Novara lo darà domenica prossima. Oggi su tutti i muri della città c'è un manifesto funebre preparato dall'amministrazione comunale nel quale si stigmatizza l'accaduto e si ricorda Mario Spanu, vittima di un odio che non ha nulla a che spartire con lo sport. In assenza del sindaco Riviera, a Chalon-sur-Saone per una missione commerciale nella cittadina francese "gemellata" con Novara, stamani il vicesindaco Ezio Leonardi va personalmente dalla vedova di Mario Spanu alla quale esprimerà il cordoglio di tutta la città. "Tutti i novaresi sono sgomenti per l'assurdo massacro di Bruxelles", ha detto Leonardi, "e si stringono accanto alla vedova del nostro concittadino condividendone il dolore". Fonte: La Stampa © 1 giugno 1985 Fotografia: Tiraccontounviaggio.it ©

Un novarese tra le vittime della tragica sera nello stadio di Bruxelles, un altro è rimasto ferito

"Ho visto il mio amico morire in quell'inferno"

di Marcello Sanzo

Mario Spanu, di 41 anni, cuoco all'autogrill Pavesi, è stato schiacciato nella terribile calca sotto l'assalto dei tifosi del Liverpool - Roberto Molina, uno dei compagni di viaggio, si è salvato per miracolo: "Siamo stati letteralmente travolti, mi mancava l'ossigeno, poi sono uscito strisciando in quel groviglio di corpi" - Aveva risparmiato per concedersi quel viaggio.

NOVARA - Morire per una partita di calcio è assurdo, inconcepibile. Mario Spanu era partito con tre amici alla volta di Bruxelles per andare a vedere la finale di Coppa dei campioni fra la squadra del cuore, la Juventus, e il Liverpool. Per concedersi questo viaggio aveva fatto economia, aveva raccolto i soldi necessari per prendere l'aereo: una partitissima così importante valeva per lui qualsiasi sacrificio. Dipendente come cuoco dell'autogrill Pavesi di Galliate, Mario Spanu aveva 41 anni. Era nato a Perfugas, in provincia di Sassari, ma viveva a Novara da oltre vent'anni. Era sposato con Margherita Pizzi, non aveva figli. Abitava in via Goito (Omissis). Assieme a tre amici, come lui sostenitori della Juve, era partito in aereo per assistere alla finale di Bruxelles. Dice Roberto Molina, uno del compagni di viaggio dello Spanu: "Ci eravamo recati allo stadio con grande anticipo, alle 14.30, proprio per evitare la ressa e prendere posto il più lontano possibile dai tifosi inglesi. La sera prima eravamo rimasti tappati in albergo per evitare inconvenienti. Purtroppo tutto ciò non è servito a niente e per quanto possa sembrare assurdo il povero Mario ha perso la vita e io stesso sono salvo per miracolo". Roberto Molina era seduto nella terza fila della gradinata del settore "Z", lo stesso dove è scoppiata la tragedia. Dietro di lui c'era Mario Spanu e poco distante gli altri due amici Franco Varallo e Vincenzo Savino. "Siamo stati letteralmente travolti dalla folla incalzata dai sostenitori del Liverpool. In un attimo mi sono ritrovato con la gamba destra bloccata da un corpo. Poi altra gente urlante mi è venuta addosso. Mi si è annebbiata la vista, non riuscivo più a respirare, sotto di me c'era qualcuno che non si muoveva più, sopra avevo altri corpi che mi schiacciavano. Ho creduto di morire". "Per fortuna", racconta sempre Molina, che è ora ricoverato alla clinica S. Gaudenzio con una gamba fratturata, "proprio mentre stavo per morire per mancanza d'ossigeno, la carica degli inglesi deve essersi placata perché la pressione dei corpi sopra di me è cessata. Ho ripreso a respirare e sono riuscito a strisciare fuori da quel terribile groviglio di corpi". Mario Spanu non ha avuto invece fortuna. Quando la situazione si è normalizzata e i soccorritori sono riusciti a raggiungere i corpi rimasti esanimi sulle gradinate, per lui non c'era più niente da fare. La moglie Margherita Pizzi, 39 anni, mercoledì sera si era seduta davanti al televisore per vedere la gara di Bruxelles. Si è subito resa conto della gravità degli incidenti che il piccolo schermo mostrava in tutta la loro crudezza. Quando il telecronista ha cominciato a parlare di vittime la donna ha avuto un tragico presentimento, ha preso il telefono e ha chiamato la prefettura chiedendo notizie. Ha saputo della morte del marito dopo una notte insonne solo ieri mattina attorno alle 8.30 quando in prefettura è arrivato l'elenco ufficiale del morti di Bruxelles. E' rimasta agghiacciata, distrutta dal dolore, a chiedersi il "perché". Fonte: La Stampa © 31 maggio 1985 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for commercial use)

II novarese Roberto Molina racconta...

"Era dietro di me nella curva maledetta"

di Marcello Sanzo

NOVARA - "Era seduto dietro di me nella curva maledetta, le sue ginocchia a contatto con le mie spalle. Un attimo prima parlavamo delle speranze  di successo per la nostra Juve; poi improvvisamente la marea della folla terrorizzata ci ha travolti e schiacciati. Io sono vivo per miracolo. Lui purtroppo è morto". Così Roberto Molina racconta l'esperienza terribile vissuta allo stadio di Bruxelles. Lui se l'è cavata con una gamba rotta; il suo amico Mario Spanu, invece, è tra le vittime. Erano partiti in quattro da Novara: Molina, Mario Spanu, Franco Varallo ed Enzo Savino. Tutti tifosi della Juve, avevano deciso di assistere, come tanti altri novaresi, alla finale della Coppa dei Campioni. In auto erano andati fino alla Malpensa. Di qui, in aereo, avevano poi raggiunto Bruxelles. Allo stadio erano entrati parecchie ore prima dell'inizio del match proprio per trovare posto il più lontano possibile dalla zona riservata ai tifosi inglesi. "La sera prima - racconta Molina - visto quello che stavano combinando i sostenitori del Liverpool (vetrine spaccate, scontri con la gendarmeria) non siamo neanche usciti dall'albergo. Tutti e quattro avevamo deciso di usare la massima prudenza: volevamo goderci la partita e poi tornare a casa. Purtroppo la prudenza non è bastata". Roberto Molina stava parlando della partita con Mario Spanu, Franco Varallo ed Enzo Savino quando è scoppiato il finimondo. "C'erano solo otto o dieci poliziotti nella zona che separava i tifosi delle due fazioni - racconta. Quando gli inglesi hanno invaso la zona degli italiani non c'è stata opposizione da parte della forza pubblica. Noi, che eravamo vicini al muro che delimitava la curva, siamo stati sommersi dal fuggi fuggi generale. E' stato un momento allucinante. Ho sentito Mario gridare ma non ho fatto in tempo a vederlo: la marea umana mi ha letteralmente coperto e schiacciato contro quelli che si trovavano nei gradini inferiori". Il racconto di Molina traccia un disegno nitido della tragedia: "Mi sono ritrovato con la gamba destra bloccata da un corpo e a mia volta sono stato schiacciato su altra gente che urlava dal dolore. Ricordo di avere pensato che quello era un modo ben stupido di morire e c'è stato un momento in cui ho davvero creduto di essere alla fine. E' stato quando, compresso da una moltitudine di corpi, non sono più riuscito a respirare. Sono stato sul punto di svenire ma poi, come per miracolo, la pressione su di me si è allentata: i tifosi inglesi avevano interrotto la loro carica e chi si trovava su di me è riuscito a liberarsi. Anch'io, nonostante il dolore alla gamba, ho potuto strisciare fra i corpi, molti dei quali senza vita; e sono riuscito a trascinarmi fino alla pista dove gli infermieri mi hanno prelevato e portato in ospedale". Nel caos generale, Roberto Molina ha cercato i suoi amici, li ha chiamati a gran voce. I due sopravvissuti, Varallo e Savino, a loro volta cercavano fra i feriti, ma senza successo. Mario Spanu, 41 anni, originario di Sassari, dipendente dell'Autogrill Pavesi di Novara, era invece rimasto per terra senza vita. Il suo corpo, con quello delle altre vittime dell'assurda tragedia, è stato portato all'obitorio. Da qui, oggi dopo l'autopsia, verrà riportato a Novara. La moglie, Margherita Pizzi, ha avuto un tragico presentimento mercoledì sera, nel momento in cui la televisione ha mostrato le crude immagini da Bruxelles. Quando il cronista ha cominciato a parlare di vittime, la donna si è precipitata al telefono e si è messa in contatto con la prefettura. Ma fino a notte non c'era l'elenco delle vittime e alle allarmate domande della Pizzi non poteva essere data risposta. La tragica notizia è arrivata ieri mattina all'ennesima telefonata della donna: "Sì, purtroppo Mario Spanu figura nell'elenco ufficiale delle vittime fornito dal ministero degli Esteri". Fonte: Stampa Sera © 31 maggio 1985 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

C'è un novarese

di Marcello Sanzo

NOVARA - C'è un novarese fra le vittime della tragedia di Bruxelles. E' Mario Spanu, 41 anni, sposato. Abitava in via Goito. La moglie ha saputo della morte del marito solo stamattina: ha telefonato alle 8.30 in prefettura, dove nella nottata era arrivato un primo elenco ufficiale delle vittime dal ministero degli Esteri. Quando ha saputo che in quella triste lista c'era Mario Spanu, la donna è scoppiata in lacrime. Poi ha chiesto notizie del giovane nipote, Vincenzo Savino, che era partito assieme al marito. L'unica cosa che in prefettura hanno potuto dirle è che questo nome non figura nell'elenco delle vittime. Fonte: Stampa Sera © 30 maggio 1985 Fotografie: Travel.fanpage.it © Sardegnaversounesco.org ©


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