Per non dimenticare mai
Il 29 maggio, in occasione del
quarantesimo anniversario della notte
dell'Heysel, lo JOFC Pontecorvo, con il
patrocinio del comune ha organizzato presso il
Cimitero di Pontecorvo una toccante
commemorazione. Vengono ricordate le vittime
della disgraziata notte dell'Heysel, in
particolare il compianto pontecorvese Loris
Messore.
Di seguito le parole
pronunciate dal presidente: "Innanzitutto a nome
del club che sono felice di rappresentare vi
ringrazio per aver accolto il nostro invito e
ringrazio il sindaco Anselmo Rotondo per la
gradita presenza che porta finalmente
l'istituzione civile alla presenza di questa
triste vicenda che non è solo pontecorvese ma
universale. Ringrazio infine Fabrizio Messore
che pur non potendo essere presente ha accolto
favorevolmente e consentito la nostra
iniziativa. Sarò breve perché come disse uno
scrittore "non c'è nulla di intelligente da dire
su una tragedia" e non sarò certo io ne saremo
noi l'eccezione. E' proprio sul termine tragedia
che vorrei soffermarmi, perché in questo caso e
quanto mai inadeguato. Come riporta il massimo
scrittore sull'argomento Heysel, Emilio Targia,
quando si parla di Heysel si deve parlare di
STRAGE e non di tragedia poiché il termine
strage racchiude una serie di colpe implicite
della nazione Belgio, della Uefa, della
gendarmeria e non ultimi gli hooligans che hanno
portato un vile attacco a un gruppo di civili
che volevano godersi una bellissima serata di
sport. Lo squarcio che ha portato questo evento
sia nello sport europeo, che nella concezione
comune di tifo che inevitabilmente da quella
sera non e stato più lo stesso, e ancora oggi
greve e presente. Quando mio padre mi ha
avvicinato al mondo del calcio, prima ancora di
parlarmi delle vittorie e delle grandi cose che
aveva fatto la mia squadra, mi ha parlato di
quella notte del 29 maggio, perché io sono nato
7 anni dopo e in quanto juventino, pontecorvese
ed essere umano ero tenuto a conoscerle.
Purtroppo è molto facile immedesimarsi in ognuna
delle vittime e con i famigliari senza
comprenderne la complessità, poiché le vittime
erano persone comuni, persone che come noi
avevano fatto sacrifici per vedere la prima
volta il capitano Gaetano Scirea che alzava la
maledetta. Come sappiamo quella sera si è
consumata una strage che esula dai confini
nazionali e dai colori sportivi. Parlare
singolarmente delle vittime e degli oltre 300
feriti sarebbe difficile ma è molto facile
empatizzare con ognuno di loro, in particolare
con Andrea Casula di soli 10 anni, con i due
interisti che si trovavano in quel settore per
puro senso sportivo, o con Roberto Lorentini, di
Arezzo, che ha ricevuto la medaglia al valor
civile per aver prestato soccorso prima di
soccombere egli stesso. Chi era allo stadio
quella notte non ha mai avuto realmente modo di
uscirne, non mi riferisco solo alle trentanove
vittime e agli oltre duecento feriti, ma
chiunque fosse in quella struttura ha lasciato
un pezzo di sé lì dentro. Come diceva Carlo Marx,
la storia si ripete prima come farsa e poi come
tragedia, nel 2017 infatti il 3 giugno in piazza
San Carlo, in occasione della finale di
Champions sempre della juve, abbiamo avuto 2
morti e oltre 1600 feriti a causa di malviventi
che hanno spruzzato spray urticante. Il nostro
pensiero oggi va anche a loro. Non mi dilungo
troppo nella narrazione degli eventi, non ne
sarei in grado, ma spero che riusciremo a farlo
negli anni prossimi negli anni successivi con
eventi culturali adeguati sempre in questa data,
ma nel cordoglio e nel ricordo rivolgo un
piccolo appello al nostro sindaco: sappiamo che
e in corso il rifacimento della toponomastica
stradale, speriamo noi tutti che ci sia lo
spazio e il modo di dedicare una via, un vicolo
o una piazza al compianto Loris". Cogliamo lo
spazio dedicatoci per ringraziare i commossi
presenti sperando di riuscire anche nei prossimi
anni di rinnovare il ricordo per non dimenticare
mai.
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Facebook (Pagina Autore) © 29 maggio 2025
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