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ACERRA 14-10-2025
www.saladellamemoriaheysel.it   Sala della Memoria Heysel   Museo Virtuale Multimediale
Cerimonia Acerra 14.10.2025
   Cerimonie Acerra   In Memoriam   39 Angeli   Roberto Lorentini   Stadio Heysel  
Centro Sportivo Diocesano Acerra (NA)
40° Anniversario Strage Stadio Heysel Bruxelles
4° Progetto di Educazione Civico Sportiva "Io Ti Rispetto"
Cerimonia di Intitolazione Locali Oratorio a "Roberto Lorentini"
Progetto e Organizzazione Evento a Cura della Diocesi di Acerra
Patrocinato dall'Amministrazione Comunale di Acerra
In Collaborazione con Associazione Familiari Vittime Heysel
Con la Speciale Partecipazione di Andrea Lorentini
Antonio Conte (Allenatore Società Sportiva Calcio Napoli)
Antonio Di Donna (Vescovo di Acerra)
Tito D'Errico (Sindaco di Acerra)
Vittoria Lettieri (Consigliera Regione Campania)
Sergio Brio (Ambasciatore Juventus Football Club)
Tommaso Liguori (Caporedattore Sky Sport)
 

Un campetto all'oratorio

Conte incoraggia i ragazzi: "La violenza non vincerà"

Il tecnico del Napoli all'inaugurazione dei nuovi spogliatoi del centro sportivo. L'impianto intitolato a Roberto Lorentini vittima nella strage dello stadio Heysel.

Emozioni che non si annunciano, ma che si sentono arrivare. Ad Acerra, l'attesa era diventata palpabile già da almeno un paio d'ore prima dell'appuntamento convenuto. Qualcuno aveva sussurrato che Antonio Conte, il tecnico del Napoli, sarebbe stato lì. E quando è apparso davvero, in carne e ossa, sotto il sole del pomeriggio, il mormorio dei ragazzi si è trasformato in un boato di gioia. Conte non è venuto per un atto di rappresentanza, ma per condividere un momento dal forte valore simbolico: l'intitolazione degli spogliatoi del centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, il medico toscano che perse la vita nella tragedia dell'Heysel, sacrificandosi per salvare un giovane. Era riuscito a salvarsi, ma tornò indietro per prestare ancora soccorso e fu travolto da una carica di hooligans. Una medaglia al valor civile che, a distanza di 40 anni da quella strage, diventa messaggio di pace, di educazione, di sport vero.

IL MESSAGGIO - Sul campo dove quattro anni fa Luciano Spalletti aveva tagliato il nastro inaugurale, un altro mister scudettato ha scelto di fermarsi a parlare ai ragazzini. Nessuna retorica, parole semplici: "Anch'io ho cominciato in un oratorio come questo - ha ricordato il mister - Facevo il chierichetto, i miei genitori mi hanno insegnato la fede e il rispetto. Valori che mi porto dentro, che valgono più di qualsiasi vittoria". Poi, con tono deciso ma gentile, ha lanciato un messaggio chiaro: "Diciamo no alla violenza. Sempre. Nello sport, per strada, a casa. Non c'è competizione che valga più della vita". Poche frasi, ma vere, dense, pronunciate con la forza di chi crede davvero in ciò che dice. Attorno a lui, decine di ragazzi e bambini, molti con la maglia azzurra. Uno di loro, anch'egli di nome Antonio, ha parlato a nome di tutti: "Grazie, mister, per aver portato lo scudetto a Napoli". Conte lo ha guardato negli occhi, lo ha abbracciato forte e quell'abbraccio è diventato il simbolo di un pomeriggio che resterà nella memoria. Poi gli altri, a cercare una stretta di mano, una foto, un sorriso.

L'OMAGGIO - L'entusiasmo è esploso in un turbine di voci e risate, ma anche di commozione. Vincenzo Castaldo, direttore della Caritas di Acerra, ha ricordato che il centro sportivo è nato per accogliere i giovani, per sottrarli alla strada e insegnare loro la bellezza dell'impegno e del gioco pulito. "Dedicare questi spazi a Lorentini significa ricordare che lo sport può essere anche sacrificio e solidarietà", ha detto. Accanto a lui, il vescovo Antonio Di Donna ha sottolineato come la memoria dell'Heysel debba essere monito contro ogni forma di violenza, aggiungendo con un sorriso: "Questo oratorio è pieno di vita, ogni pomeriggio si riempie delle voci dei ragazzi. Oggi, direi, è avvenuto un piccolo miracolo: abbiamo messo insieme napoletani e juventini". In prima fila anche Andrea Lorentini, figlio del medico-eroe e Tommaso Liguori, caporedattore di Sky Sport. Tra le autorità presenti il sindaco Tito D'Errico e la consigliera regionale Vittoria Lettieri. Insieme a Conte, anche Sergio Brio, ex difensore della Juventus e testimone diretto di quella tragica notte del 1985: "Sapere che i ragazzi di oggi giocano su un campo che porta il nome di Lorentini è la vittoria più bella". Antonio Conte ha ascoltato in silenzio, con le mani intrecciate davanti, poi ha salutato tutti mentre il sole calava: la foto finale di rito, con i ragazzi che si sono stretti intorno a lui, quasi a voler trattenere quell'energia e poi ancora selfie e sorrisi. Un pomeriggio voluto dalla Diocesi di Acerra per riscoprire la forza più autentica dello sport: quella di unire, educare e far sperare. Fonte: Il Mattino © 16 ottobre 2025 Fotografia: Laprovinciaonline.info © Video: Calcionapoli24.it © Tablò Video Web © Banner: Comune di Acerra



Centro Sportivo Roberto Lorentini 2025

 

Conte ricorda Lorentini: campetto nel suo nome

di Marco Corsi

Ad Acerra l’allenatore del Napoli inaugura la struttura per i giovani dell’oratorio. Il tributo al medico morto nella strage dell’Heysel: "No alla violenza, sempre".

Emozioni forti e parole semplici, ma cariche di significato: martedì, Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha partecipato all’intitolazione degli spogliatoi del centro sportivo diocesano di Acerra al medico aretino Roberto Lorentini, morto nella tragedia dell’Heysel. Erano presenti decine di bambini e ragazzi che hanno accolto l’allenatore tra applausi e sorrisi, trasformando il pomeriggio in un momento di memoria, sport e valori civici. Lorentini perse la vita a Bruxelles nel 1985 mentre prestava soccorso ai feriti prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. La sua medaglia d’argento al valor civile testimonia il coraggio e l’altruismo che oggi diventano esempio per le nuove generazioni. "Anch’io ho cominciato in un oratorio come questo - ha raccontato Conte ai ragazzi. Facevo il chierichetto, i miei genitori mi hanno insegnato fede e rispetto, valori che valgono più di qualsiasi vittoria. Diciamo no alla violenza, sempre: nello sport, per strada, a casa. Non c’è competizione che valga più della vita". Il legame tra Conte e Lorentini passa anche per Arezzo: il tecnico salentino ha allenato la squadra amaranto nella stagione 2006-2007, prima di approdare a club come Bari, Siena, Juventus e alla Nazionale. Oltre all’allenatore del Napoli, erano presenti figure di rilievo del calcio come Sergio Brio, in rappresentanza della Juventus. L’evento è stato parte integrante del progetto "Io ti rispetto" e ha coinvolto i bambini del centro diurno nel ricordo di valori come il rispetto, il coraggio e la solidarietà. Erano presenti alla cerimonia anche i familiari di Roberto Lorentini, tra cui il figlio Andrea. "Per me e per la mia famiglia, si tratta di un motivo di grande gioia. Voglio ringraziare innanzitutto il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna e Vincenzo Castaldo, direttore della Caritas della stessa diocesi che sono stati promotori di questa bellissima iniziativa". Il progetto ha coinvolto anche l’associazione familiari vittime dell’Heysel e prende il nome di "Io ti rispetto". Protagonisti sono stati i bambini del centro diurno della diocesi, che frequentano proprio il centro sportivo diocesano. "Mio padre rappresenta senza dubbio un simbolo importante, non solo per la vicenda che lo ha riguardato, ma anche per la sua storia personale - ha aggiunto Andrea - La sua figura diventa così un esempio positivo per i ragazzi, un modello di coraggio e altruismo da cui trarre insegnamento. Il fatto che questi locali, frequentati quotidianamente da centinaia di giovani, portino il suo nome è quindi motivo di grande emozione per noi. Ma oltre all’aspetto affettivo, ha anche un significato educativo: è parte di quel processo di educazione civica e sportiva che stiamo portando avanti, fatto di memoria e di contenuti concreti". Fonte: Lanazione.it © 16 ottobre 2025 Fotografie: Antonio Rivetti © Avvenire.it © Calcio Acerrano © Calcionapoli24.it © Caritas.it © Elegantshots © Il Mattino © Ilgazzettinolocale.com © Ilmediano.com © Laprovinciaonline.info © Marigliano.net © Sandro Sicignano © Tablò Video Web ©

 

Conte omaggia le vittime dell’Heysel

Poi il ricordo d’infanzia che commuove

di Fabio Mandarini

L'allenatore del Napoli ha partecipato a una cerimonia in memoria di una vittima della tragedia di Juve-Liverpool.

NAPOLI - (NdR: omissis...) Il toccante ricordo dell'Heysel: Ieri, intanto, il signor Antonio ha partecipato alla cerimonia di intitolazione di alcuni locali del Centro sportivo diocesano di Acerra, in provincia di Napoli, a Roberto Lorentini, una delle vittime della tragedia dell’Heysel. "La violenza non deve vincere mai, che sia in uno stadio, per strada o in un focolare domestico. Dobbiamo essere intransigenti e cercare sempre una via diversa", ha detto Conte. "Essere qui mi riporta a quando ero bambino: sono cresciuto in un oratorio e non avevamo questo campo bellissimo, ma un campo pieno di buche che per noi era San Siro. Sono cresciuto facendo il chierichetto e servendo messa: i miei genitori mi hanno sempre indirizzato a cercare di superare le difficoltà con la fede. E mi fa piacere essere qui e vedere che c’è sempre una connessione tra fede e sport". Alla cerimonia, organizzata nell’ambito della campagna di sensibilizzazione "Io ti rispetto" dalla Caritas di Acerra con l’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, ha partecipato anche Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone diretto della tragica serata contro il Liverpool a Bruxelles. Fonte: Corrieredellosport.it © 16 ottobre 2025 Video: RAI ©

 

Vittime Heysel, il pres. Lorentini a CN24: "Inadeguatezza di Belgio

e Uefa, una strage che andava evitata. Con Conte legame speciale..."

Andrea Lorentini, presidente vittime familiari Heysel, è intervenuto a CalcioNapoli24 Live su CN24TV: "L'Heysel è uno dei più grandi eventi drammatici visto che si parlava di una partita di calcio. E' un evento dove 39 persone hanno perso la vita perché sono rimaste uccise per la furia degli hooligans inglesi dove le autorità non hanno saputo gestire il tutto e la Uefa fallì nella scelta di uno stadio che non era adeguato per una finale di Coppa dei Campioni. Inadeguatezza da parte anche del Belgio nel gestire l'ordine pubblico, sono morte 39 persone innocenti che erano lì per assistere ad uno spettacolo calcistico. Ho avuto modo di scambiare delle parole con Conte, oltre a quello che abbiamo fatto insieme ad Acerra anche in altre occasioni. Antonio ha un legame con questa storia perché ha un lungo passato nella storia della Juventus. Nel 2015, in occasione del 30esimo anniversario della strage, fu organizzata un'iniziativa in vista della partita amichevole Belgio-Italia e in quell'occasione era presente Antonio Conte che era il ct della Nazionale. Al minuto 39 di Belgio-Italia ci fu un minuto di commemorazione e venne ritirata la maglia numero 39 della Nazionale. Fonte: Calcionapoli24.it © 16 ottobre 2025 (Testo © Fotografia)

 

+39 per sempre, mister Conte ad Acerra

per il centro dedicato alle vittime dell’Heysel

+39 per sempre, Acerra ricorda le vittime dell’Heysel. Il sindaco Tito d’Errico: tragedia di tutto lo sport, il tifo torni a condividere valori di lealtà e rispetto.

ACERRA - "Sono davvero orgoglioso che un progetto di integrazione, di cultura del rispetto e di cultura dello sport ponga le sue radici qui ad Acerra". E’ quanto ha sottolineato il sindaco Tito d’Errico nel corso dell’intitolazione dei locali del Centro Sportivo Diocesano a Roberto Lorentini, simbolo di tutte le vittime dell’Heysel, "una tragedia italiana ed internazionale che non può appartenere alla sola tifoseria bianconera". Presenti allo svelamento della targa, il consigliere regionale Vittoria Lettieri, il Vescovo Antonio Di Donna, Sergio Brio, brand ambassador della Fc Juventus che quella partita la giocò, Antonio Conte, allenatore del Calcio Napoli ed una rappresentanza dello Juventus Club Cercola, i quali hanno reso omaggio ad Andrea Lorentini, figlio del compianto Roberto e nipote di Otello Lorentini che ha lottato per anni per la verità e la giustizia. "Il dramma del 29 Maggio 1985, quando allo stadio Heysel di Bruxelles persero la vita 39 persone di diversa nazionalità, andate allo stadio solo per vedere una partita di calcio, la finale di Coppa Campioni Juventus-Liverpool, è un dramma non solo juventino - ha spiegato il sindaco - oggi, perciò, Acerra rende omaggio a quelle persone stringendosi intorno ai suoi familiari a dimostrazione di una città che sa accogliere e che fonda le sue radici sulla solidarietà e sul rispetto tra i popoli. Da Acerra parte un segnale preciso: no alla violenza, in qualsiasi forma, a maggior ragione nello sport e nel tifo, che è sì passione, campanilismo, identità e appartenenza, ma è soprattutto riconoscenza e condivisione dei valori educativi di lealtà e rispetto. La vita vince sempre sulla violenza". Fonte: Ilmediano.com © 15 ottobre 2025 (Testo © Fotografia)

 

Antonio Conte ad Acerra per l'intitolazione dei

locali del Centro sportivo del Duomo a Lorentini

di Gaetano Fioretti

Roberto Lorentini, medico, è una delle vittime della tragedia dell'Heysel.

"Con questa iniziativa vogliamo ricordare non la violenza ma il dono della vita di quest'uomo a cui dedichiamo le aree della struttura sportiva della Diocesi. Un momento forte e bello in cui vogliamo ricordare il sacrificio che è insegnamento per tutti i ragazzi della struttura". Così monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza Episcopale Campana, oggi pomeriggio nel corso dell'intitolazione dei locali del Centro sportivo del Duomo a Roberto Lorentini, medico vittima della strage in Belgio nello stadio "Heysel". La Caritas di Acerra, insieme all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione "Io ti rispetto", ha intitolato i locali del Centro sportivo diocesano al medico toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca provocata durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio 1985. All'evento è intervenuto Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone diretto di quella tragica serata in rappresentanza della squadra bianconera che ha dichiarato: "Bisogna togliere i ragazzi dalla strada, iniziative come questa sono rinascita". Oltre a Brio hanno partecipato anche Andrea Lorentini, figlio di Roberto, presidente dell’Associazione Vittime Familiari dell’Heysel, e Tommaso Liguori, capo redattore di Sky sport. Poi la visita a sorpresa dell'allenatore del Napoli Antonio Conte. "Grazie per avermi invitato, vengo in rappresentanza del Calcio Napoli. Porto un abbraccio del presidente a tutti i bambini. Sono cresciuto in oratorio a Lecce, non avevamo questo campo bellissimo ma un campo pieno di buche eppure per noi quella struttura era San Siro. Sono cresciuto facendo il chierichetto, servendo messa. I miei genitori mi hanno sempre indirizzato nel cercare nella fede un motivo per superare le difficoltà. L'anno scorso è stato lo scudetto di tutti noi, lo abbiamo vinto insieme ed è stato bellissimo - ha detto Antonio Conte. Siamo qui per ricordare le vittime dell'Heysel, una tragedia che ci deve far capire che la violenza non vincerà mai. Nello stadio, per strada o in casa la violenza non deve vincere mai. Ringrazio veramente, è bello ogni tanto riuscire a fare un bagno tra la folla, tra tanti bimbi che mi ricordano di quando ero bambino. Mi fa piacere vedere che ci sia questa connessione tra la fede e lo sport". "Con Roberto Lorentini un atto simbolico per promuovere l’educazione alla non violenza e la difesa della vita, i valori del rispetto e della lealtà attraverso lo sport, in un tempo come il nostro segnato da guerre e conflitti su scala mondiale" ha detto il direttore della Caritas Diocesana di Acerra Vincenzo Castaldo. Fonte: Napoli.corriere.it © 15 ottobre 2025 Video: Tablò Video Web ©

 
 

Anche Conte ad Acerra per il campo dedicato a una vittima dell'Heysel

Il vescovo Antonio Di Donna e l'allenatore del Napoli hanno inaugurato l'impianto del Centro diurno Caritas in memoria di un medico toscano morto in Belgio.

Una "festa della vita che vince sempre sulla morte" perché "ricordiamo un uomo, un medico, che poteva salvarsi, non l’ha fatto e che invece è morto tornando indietro per cercare di salvare un ragazzo". Il vescovo Antonio Di Donna sorride mentre guarda i ragazzi a rischio del Centro diurno della Caritas di Acerra gioire e cantare all’arrivo dell’allenatore del Napoli campione d’Italia Antonio Conte giunto nel pomeriggio del 14 ottobre per la dedica dei locali del Centro sportivo diocesano, alle spalle della Cattedrale, a Roberto Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca provocata durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio 1985 nello stadio di calcio "Heysel" in Belgio. Per il presule "oggi celebriamo il miracolo di duecento ragazzi del Centro storico e di altri luoghi della nostra città che tutti i giorni sotto le finestre di casa mia fanno "caciara" ma studiano anche e si impegnano in attività ludico creative grazie all’impegno gratuito di decine di volontari che cercano di sottrarli al degrado e alla criminalità". Per l’occasione arriva anche Sergio Brio, storico difensore della Juventus e testimone diretto di quella tragica serata, in rappresentanza della squadra di calcio bianconera. L’ex difensore spende parole di grande apprezzamento per la "bellissima struttura" che la diocesi di Acerra ha inaugurato quattro anni fa grazie anche ai fondi dell’otto per mille per la "rinascita" di questo quartiere e alla presenza di un altro allenatore diventato poi campione d’Italia con il Napoli, Luciano Spalletti. "La vittoria più bella è sapere che questi ragazzi giocheranno su un campo dedicato a Roberto Lorentini" ha aggiunto Brio ricordando quella "tristissima serata". Andrea Lorentini, cronista sportivo, ricorda commosso i momenti in cui in passato aveva incontrato e intervistato il mister, soprattutto quando era all’Arezzo, squadra della sua città e di papà Roberto e prima formazione allenata da Antonio Conte. Il presidente dell’Associazione Vittime Familiari dell’Heysel rimarca la "sensibilità" dell’allenatore e la sua vicinanza, da sempre, alle famiglie colpite da quell’immane tragedia, sottolineando l’importanza dei valori nello sport e della "campagna "Io ti rispetto"" portata avanti dall’associazione.

Momento centrale del pomeriggio l’arrivo e il breve intervento di Antonio Conte che dice: "Buona sera a tutti, grazie per avermi invitato, vengo in rappresentanza del Calcio Napoli, quindi vi porto un grandissimo abbraccio da parte del presidente e dei calciatori tutti. E vi abbraccio veramente forte anche io, soprattutto a voi bambini. Oggi mi riporta all’oratorio "Sant’Antonio Fulgenzio" dove sono cresciuto a Lecce. Non avevamo questo campo bellissimo, il nostro era pieno di buche, ma per noi era un campo bellissimo come San Siro nonostante ci fosse solo un palo con un cartellone da basket. Sono cresciuto facendo il chierichetto, anche servendo Messa, i miei genitori mi hanno sempre indicato nella fede un motivo per cercare di superare le difficoltà. Quello che voglio dire, innanzitutto ai ragazzi - grazie ad Antonio per quello che ha detto perché è stato emozionante e mi ha emozionato - è che l’anno scorso è stato uno scudetto di tutti noi, l’abbiamo vinto insieme ed è stato davvero qualcosa di stupendo e bellissimo. Siamo qui soprattutto per ricordare le vittime dell’Heysel, una tragedia che ci deve far capire sempre che la violenza non deve vincere e non vincerà mai, che sia nello stadio o per strada, neanche nel focolare domestico e su questo dobbiamo essere intransigenti e cercare sempre un’altra via. Vi ringrazio veramente perché è bello ogni tanto riuscire a fare un’immersione, un bagno tra la folla, soprattutto tra tanti bimbi che mi ricordano quando ero bambino. E mi fa piacere davvero vedere che c’è sempre questa connessione tra la fede e lo sport. In bocca a lupo a tutti e cerchiamo sempre di essere migliori". Prima di Conte uno dei ragazzi dell’oratorio, Antonio anche lui, aveva rivolto emozionatissimo alcune parole di saluto all’allenatore: "Per noi è un onore averla qui stasera. Con lo scudetto ci avete regalato emozioni che non si possono descrivere a parole, l’intera città è scesa in piazza, siamo andati tra i vicoli a festeggiare e gioire pieni di orgoglio. Lei è un grande mister, perché con la positività che riesce a trasmettere ai giocatori aiuta anche noi a trovare motivazioni per impegnarci e conquistare altre vittorie". Al termine del suo discorso di benvenuto, l’intenso e commovente abbraccio tra Conte e Antonio. E’ un "atto simbolico per promuovere l’educazione alla non violenza e la difesa della vita, il rispetto e la lealtà attraverso lo sport, in un tempo di guerre e conflitti" afferma alla fine della serata il direttore della Caritas Vincenzo Castaldo, per il quale "la dimenticanza è più amara della morte" e "ricordare questo tragico evento sia monito per le nuove generazioni" perché coltivino speranza, costruiscano pace e vera umanità" conclude Castaldo. Fonte: Avvenire.it © 15 ottobre 2025 Fotografia: Il Mattino ©

 

Ecco chi era Roberto Lorentini

di Vincenzo Di Maso

Il Centro Sportivo Diocesano di Acerra è stato intitolato a Roberto Lorentini. All’inaugurazione ha presenziato anche Antonio Conte, attuale tecnico del Napoli ed ex CT della Juve. Medico e tifoso juventino, Lorentini è stato simbolo delle 39 vittime della tragedia dell’Heysel. Commosso è stato il tributo ad Andrea Lorentini, figlio di Roberto e nipote di Otello Lorentini, attivista per la verità e la giustizia sulle vittime dell’Heysel. "Il dramma del 29 maggio 1985 non è solo juventino - ha dichiarato il sindaco di Acerra D’Errico - ma una ferita dello sport mondiale. Acerra oggi si stringe attorno ai familiari delle vittime, dimostrando di essere una città che accoglie e che fonda le sue radici sulla solidarietà e sul rispetto tra i popoli". Andrea Lorentini è stato intervistato qualche mese fa da Arezzo News, ricordando le vicende. "Avevo 3 anni (quando ho perso mio padre), non mi è rimasto neanche un flash. Ciò che mi porto dentro di lui, me lo hanno raccontato mia madre, i miei nonni, i suoi amici. Penso di conoscerlo perché ho letto tante cose sul suo conto, ho ascoltato testimonianze. Era un medico per vocazione: carattere giocoso, affabile, un compagnone". Sul nonno Otello: "Ha sfidato il mondo per ottenere giustizia. Un semplice ferroviere in pensione che perde un figlio in quelle circostanze tragiche e che trova la forza per contattare tutte le famiglie coinvolte, per convincerle a mettersi insieme e sfidare i grandi avvocati dell’Uefa, resistendo alle pressioni che arrivavano da tutte le parti. Di mio nonno mi hanno sempre colpito il coraggio e la dignità: ha detto cose con grande forza ma senza mai alzare le voce. Ai processi che ci sono stati in Belgio non ha perso un’udienza, spendendo tempo e soldi. È stato la persona più importante di tutta questa vicenda". Il 29 maggio 1985 Roberto Lorentini si era messo al sicuro ma è tornato indietro per soccorrere un bambino di 10 anni, non riuscendolo a salvare e perdendo la vita anche lui. Andrea, a riguardo, ha dichiarato: "Mi sono chiesto se in quei frangenti non abbia pensato a sua moglie che era a casa con due figli piccoli e perché l’amore per la famiglia non sia servito a bloccarlo. Ma mio padre è stato se stesso fino alla fine, ha prevalso l’istinto". Su cosa è cambiato a 40 anni dalla tragedia: "Dal punto di vista della sicurezza, ci sono stati miglioramenti innegabili. Riguardo la cultura sportiva, c’è ancora molto da fare. Purtroppo negli stadi capita spesso di sentire cori che sbeffeggiano i morti, di leggere striscioni che irridono episodi tragici, compreso l’Heysel. A Bruxelles non persero la vita 39 tifosi della Juventus, non si è consumata la tragedia di una parte calcistica soltanto, bensì la tragedia di tutti, il dramma di persone normali che volevano solo godersi una partita. Tra le vittime c’erano pure stranieri, sostenitori di altre squadre. Mio nonno Otello tifava Fiorentina, era lì per accompagnare mio padre, per divertirsi insieme. Non si può morire così. È questo il messaggio che portiamo nelle scuole e che vorrei fosse recepito fino in fondo". Fonte: Persemprecalcio.it © 15 ottobre 2025 Fotografia: Famiglia Lorentini ©

 

"No alla violenza": Acerra ricorda le vittime dell'Heysel

Spogliatoi dell'oratorio Caritas intitolati a Roberto Lorentini. E al campetto arriva Antonio Conte.

Quarant'anni fa, Roberto Lorentini, medico aretino, era allo stadio Heysel di Bruxelles. Tentò di rianimare un bambino di 10 anni, Andrea Casula, ma fu travolto anche lui dalla folla in fuga dai tifosi inglesi. Furono due delle 39 vittime della tragedia avvenuta nella finale di Champions League tra Juventus e Liverpool. A Lorentini, la Diocesi di Acerra ha deciso di intitolare gli spogliatoi dei campi sportivi dell'oratorio, gestito dalla Caritas, affinché, spiega il figlio del medico e presidente dell'associazione familiari vittime Heysel "la memoria non sia fine a sé stessa ma riempita di contenuti". Per Sergio Brio, ex calciatore juventino, in campo in quella drammatica serata: "In Italia la cultura sportiva ha fatto pochi passi in avanti, bisogna lavorare di più con le scuole e i ragazzi". E nel centro diocesano che accoglie un paio di centinaia di minori, tra cui tanti provenienti da contesti di disagio socio-economico, arriva anche mister Antonio Conte, travolto dall'entusiasmo dei bambini. A loro lascia un messaggio chiarissimo: "No alla violenza, che sia allo stadio, in strada o nell'ambito del focolare domestico. Dobbiamo essere intransigenti su questo punto". Nel servizio, le interviste ad Andrea Lorentini e a monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra.   Fonte: Rainews.it © 14 ottobre 2025 (Testo © Video)

 

Visita a sorpresa a iniziativa Caritas

Antonio Conte ad Acerra: "La violenza non deve vincere mai"

L’allenatore del Napoli interviene all’intitolazione di alcuni locali del centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, medico toscano morto nella tragedia dello stadio "Heysel". "Essere qui mi riporta a quando ero bambino. Sono cresciuto in un oratorio e non avevamo questo campo bellissimo".

"La violenza non deve vincere mai, che sia in uno stadio, per strada o in un focolare domestico. Dobbiamo essere intransigenti e cercare sempre una via diversa". Lo ha detto l'allenatore del Napoli, Antonio Conte, arrivato a sorpresa ad Acerra (Napoli) per l'intitolazione di alcuni locali del centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca durante la finale di Coppa dei Campioni dell'85 nello stadio "Heysel" in Belgio. Il centro sportivo è frequentato soprattutto dai ragazzi a rischio del territorio. "Essere qui oggi mi riporta a quando ero bambino - ha aggiunto Conte - sono cresciuto in un oratorio, e non avevamo questo campo bellissimo, ma un campo pieno di buche che per noi era San Siro. Sono cresciuto facendo il chierichetto e servendo messa: i miei genitori mi hanno sempre indirizzato a cercare di superare le difficoltà con la fede. E mi fa piacere essere qui e vedere che c'è sempre una connessione tra fede e sport". Alla cerimonia, organizzata dalla Caritas di Acerra, insieme all'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel, nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Io ti rispetto", erano presenti, tra gli altri, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, il sindaco, Tito d'Errico, il direttore della Caritas acerrana, Vincenzo Castaldo, e Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone diretto di quella tragica serata. Fonte: Napoli.repubblica.it © 14 ottobre 2025 Fotografia: Calcio Acerrano ©

 

Mister Conte visita a sorpresa l'oratorio della Diocesi di Acerra

Intitolazione degli spogliatoi della struttura a una vittima dell'Heysel.

Ha fatto una sorpresa ai tanti ragazzini dell'oratorio della Diocesi di Acerra: Antonio Conte ha partecipato all'intitolazione della struttura sportiva a Roberto Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca provocata durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio 1985 nello stadio di calcio "Heysel" in Belgio. Con lui, l'ex calciatore della Juventus Sergio Brio, Andrea Lorentini, figlio di Roberto, presidente dell’Associazione Vittime Familiari dell’Heysel e Tommaso Liguori, capo redattore di Skysport. A presiedere la cerimonia il vescovo di Acerra Antonio Di Donna. Presenti anche il sindaco Tito D'Errico e la consigliera regionale Vittoria Lettieri. Conte è rimasto pochi minuti ma non si è negato a selfie, abbracci, gesti di affetto. Tanto entusiasmo e tanta passione per il mister leccese, che ha ricordato la sua fede ed ha invitato tutti a dire "no" con forza alla violenza. Fonte: Il Mattino © 14 ottobre 2025 Fotografia: Antonio Rivetti ©

 

Conte: "La violenza non deve vincere,

da piccolo ho fatto il chierichetto"

di Francesco Manno

L'allenatore del Napoli, Antonio Conte, ha partecipato ad Acerra a un evento per l'intitolazione di alcuni locali del centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini.

Antonio Conte, allenatore del Napoli, è arrivato a sorpresa ad Acerra per l'intitolazione di alcuni locali del centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca durante la finale di Coppa dei Campioni dell'85 nello stadio "Heysel" in Belgio. Il centro sportivo è frequentato soprattutto dai ragazzi a rischio del territorio. L'attuale tecnico del Napoli, Antonio Conte, ha preso la parola e a margine dell'evento si è rivolto così ai presenti: "La violenza non deve vincere mai, che sia in uno stadio, per strada o in un focolare domestico. Dobbiamo essere intransigenti e cercare sempre una via diversa". Parole molto sentite e applaudite da tutti. "Essere qui oggi mi riporta a quando ero bambino. Io sono cresciuto in un oratorio, e non avevamo questo campo bellissimo, ma un campo pieno di buche che per noi era San Siro. Ho fatto da piccolo il chierichetto e ho servito messa: i miei genitori mi hanno sempre indirizzato a cercare di superare le difficoltà con la fede. E mi fa piacere essere qui e vedere che c'è sempre una connessione tra fede e sport", ha sottolineato Antonio Conte. Fonte: Areanapoli.it © 14 ottobre 2025 Fotografia: Calcio Acerrano ©

 

L'intitolazione

 Acerra ricorda le vittime dell’Heysel

Acerra, il Centro Sportivo Diocesano intitolato a Roberto Lorentini: Antonio Conte all’inaugurazione.

ACERRA - Un messaggio forte contro la violenza e a favore dei valori autentici dello sport è stato lanciato oggi da Acerra, in occasione della cerimonia di intitolazione del Centro Sportivo Diocesano a Roberto Lorentini, medico e tifoso juventino, simbolo delle 39 vittime della tragedia dell’Heysel. L’iniziativa, promossa dal Comune di Acerra, ha visto la partecipazione di numerose autorità e rappresentanti del mondo sportivo e istituzionale. Presenti il sindaco Tito d’Errico, il consigliere regionale Vittoria Lettieri, il Vescovo Antonio Di Donna, Sergio Brio - ex calciatore e brand ambassador della Juventus - Antonio Conte, allenatore del Calcio Napoli, e una delegazione dello Juventus Club Cercola. Commosso il tributo ad Andrea Lorentini, figlio di Roberto e nipote di Otello Lorentini, storico attivista per la verità e la giustizia sulle vittime dell’Heysel. "Il dramma del 29 maggio 1985 non è solo juventino - ha dichiarato il sindaco d’Errico - ma una ferita dello sport mondiale. Acerra oggi si stringe attorno ai familiari delle vittime, dimostrando di essere una città che accoglie e che fonda le sue radici sulla solidarietà e sul rispetto tra i popoli". Durante la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, disputata allo stadio Heysel di Bruxelles, persero la vita 39 persone di diverse nazionalità, travolte dalla violenza negli spalti. Roberto Lorentini morì nel tentativo di salvare altri tifosi, diventando un simbolo di altruismo e coraggio. "Da Acerra parte un segnale preciso: no alla violenza, soprattutto nello sport e nel tifo - ha aggiunto il primo cittadino - che deve tornare a essere passione, identità e appartenenza, ma anche lealtà e rispetto. La vita vince sempre sulla violenza". L’intitolazione del centro sportivo rappresenta un gesto concreto di memoria e impegno civile, volto a promuovere una cultura sportiva sana, inclusiva e rispettosa. Un progetto che, come ha sottolineato il sindaco, "pone le sue radici qui ad Acerra, città orgogliosa di essere portavoce di valori universali". Fonte: Marigliano.net © 14 ottobre 2025 Fotografia: Ilgazzettinolocale.com ©

 

Locali del Centro Sportivo intitolati a vittima Heysel

Il sindaco d’Errico: Acerra città che condivide i valori di lealtà e rispetto del tifo e dello sport.

"Sono davvero orgoglioso che un progetto di integrazione, di cultura del rispetto e di cultura dello sport ponga le sue radici qui ad Acerra". E’ quanto ha sottolineato il sindaco Tito d’Errico nel corso dell’intitolazione dei locali del Centro Sportivo Diocesano a Roberto Lorentini, simbolo di tutte le vittime dell’Heysel, "una tragedia italiana ed internazionale che non può appartenere alla sola tifoseria bianconera". Presenti allo svelamento della targa, il consigliere regionale Vittoria Lettieri, il Vescovo Antonio Di Donna, Sergio Brio, brand ambassador della Fc Juventus che quella partita la giocò, Antonio Conte, allenatore del Calcio Napoli ed una rappresentanza dello Juventus Club Cercola, i quali hanno reso ad Andrea Lorentini, figlio del compianto Roberto e nipote di Otello Lorentini che ha lottato per anni per la verità e la giustizia. "Il dramma del 29 Maggio 1985, quando allo stadio Heysel di Bruxelles persero la vita 39 persone di diversa nazionalità, andate allo stadio solo per vedere una partita di calcio, la finale di Coppa Campioni Juventus-Liverpool, è un dramma non solo juventino - ha spiegato il sindaco - oggi, perciò, Acerra rende omaggio a quelle persone stringendosi intorno ai suoi familiari a dimostrazione di una città che sa accogliere e che fonda le sue radici sulla solidarietà e sul rispetto tra i popoli. Da Acerra parte un segnale preciso: no alla violenza, in qualsiasi forma, a maggior ragione nello sport e nel tifo, che è sì passione, campanilismo, identità e appartenenza, ma è soprattutto riconoscenza e condivisione dei valori educativi di lealtà e rispetto. La vita vince sempre sulla violenza". Fonte: Ilgazzettinolocale.com © 14 ottobre 2025 Fotografia: Marigliano.net ©

 
 

Acerra Il centro sportivo dedicato al medico eroe dell'Heysel

di Francesco Gravetti

Roberto Lorentini mori nel tentativo di salvare un bimbo nella strage dello stadio belga il 29 maggio 1985.

LA STORIA - Un nome, una storia, un messaggio che attraversa il tempo e le generazioni. Questa sera alle 17.30, i locali del Centro sportivo diocesano di Acerra, in via Nino Bixio a due passi dal Duomo saranno intitolati a Roberto Lorentini, il medico toscano che perse la vita a soli 31 anni nella strage dell'Heysel, durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio 1985 tra Juventus e Liverpool. Con lui morirono altre 38 persone, travolte nella calca. Lorentini morì da eroe, cercando di soccorrere un bambino caduto a terra. Un gesto che gli valse, alla memoria, la medaglia d'argento al valor civile. A ricordarlo, in un luogo che parla di educazione e rinascita, saranno i ragazzi del Centro diurno della Caritas di Acerra, giovani a rischio provenienti da contesti difficili del centro storico. É proprio a loro che la Caritas, guidata da don Vincenzo Castaldo, dedica questo gesto di memoria e di speranza. "E’ un atto simbolico spiega Castaldo per promuovere l'educazione alla non violenza e la difesa della vita, i valori del rispetto e della lealtà attraverso lo sport, in un tempo segnato da guerre e conflitti su scala mondiale". Il messaggio parte da chi, ogni giorno, vive ai margini ma sceglie di rialzarsi. Nel centro Caritas, alle spalle della Cattedrale, operatori e volontari offrono accoglienza, attività educative e sostegno psicologico a bambini e adolescenti in difficoltà, "per sottrarli come dice Castaldo al degrado sociale e alla povertà materiale ed educativa che spesso diventano terreno fertile per la devianza e la criminalità". La cerimonia di intitolazione si svolgerà alla presenza delle istituzioni civili e militari, del vescovo Antonio Di Donna e di alcuni ospiti d'eccezione. Tra questi Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone diretto della tragedia dell'Heysel che per l'occasione rappresenterà la squadra bianconera. Oggi la sua presenza ad Acerra avrà il valore di una testimonianza, di un abbraccio tra sport e memoria. Accanto a lui ci sarà Andrea Lorentini, figlio di Roberto e presidente dell'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel che da anni si impegna per trasformare quella tragedia in un'occasione di educazione civica e di pace. Sarà presente anche Tommaso Liguori, caporedattore di Sky Sport. a sottolineare il ruolo del racconto sportivo come strumento di memoria e consapevolezza collettiva. L'intitolazione si inserisce nella campagna io ti rispetto, promossa dalla Caritas di Acerra e dall'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel. Fonte: Il Mattino © 14 ottobre 2025 (Testo © Fotografia)

 

La diocesi di Acerra dedica i locali della sua struttura

sportiva al medico Roberto Lorentini eroe dell’Heysel

di Pasquale Sansone

I locali della struttura sportiva della diocesi di Acerra sono stati dedicati a Roberto Lorentini, il medico aretino che perse la vita nella strage dello stadio Heysel.

La struttura, che comprende un campo di calciotto, uno di basket e uno di pallavolo, porta ora il nome del medico che, quarant’anni fa, durante la tragica finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, accorse per prestare soccorso a un bambino che stava per essere travolto dalla folla in preda al panico. Fu a sua volta travolto e morì mentre cercava di salvare quella giovane vita. Con questa intitolazione, la diocesi di Acerra ha voluto rendere omaggio a un esempio straordinario di altruismo e dedizione, ricordando il sacrificio di un uomo che non esitò a mettere a rischio la propria vita per aiutare gli altri. Alla cerimonia di intitolazione hanno preso parte Sergio Brio, storico difensore della Juventus protagonista di quella finale, e Antonio Conte, attuale allenatore del Napoli. Oggi oltre duecento bambini frequentano la struttura: un luogo di sport, crescita e socialità che offre loro un’alternativa concreta alla strada e alle difficoltà dei quartieri a rischio. Fonte: Giornale Tablò (Pagina Facebook) © 14 ottobre 2025 Fotografia: Elegantshots ©

 

Acerra, il Centro sportivo diocesano sarà dedicato

a Roberto Lorentini, l'eroe dell'Heysel

ACERRA (Rgl) - Un nome, un gesto, un messaggio che attraversa il tempo. La Caritas di Acerra, insieme all'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel, nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Io ti rispetto", ha scelto di intitolare i locali del Centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, il medico toscano che il 29 maggio 1985 perse la vita nella strage dello stadio Heysel, a Bruxelles, cercando di salvare un giovane tifoso ferito. Un'iniziativa dal forte valore simbolico, che vuole "promuovere l'educazione alla non violenza, la difesa della vita e i valori del rispetto e della lealtà attraverso lo sport", come ha sottolineato don Vincenzo Castaldo, direttore della Caritas di Acerra. Un messaggio ancora più potente, se lanciato dai ragazzi a rischio che ogni giorno frequentano il Centro diurno della Caritas, alle spalle della Cattedrale: giovani spesso segnati da povertà e disagio sociale, ai quali l'organizzazione offre accoglienza e percorsi educativi per sottrarli alla devianza e restituire loro fiducia nel futuro. La cerimonia di intitolazione si terrà martedì 14 ottobre alle 17.30, in via Nino Bixio, adiacente al Duomo, alla presenza di autorità civili, militari e religiose. Il momento più toccante sarà la dedica del Centro a Roberto Lorentini, 31 anni, di Arezzo, insignito della medaglia d'argento al valor civile per aver sacrificato la propria vita pur di salvarne un'altra. Alla cerimonia parteciperanno Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone diretto di quella tragica serata che rappresenterà per l'occasione la società bianconera, e Andrea Lorentini, figlio di Roberto e presidente dell'Associazione Vittime Familiari dell'Heysel. Con loro anche Tommaso Liquori, caporedattore di Sky Sport. A presiedere la cerimonia sarà monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra. "La dimenticanza è più amara della morte - ha concluso don Castaldo - ricordare è un atto di speranza: vogliamo che i nostri giovani crescano nel segno del rispetto, della pace e dell'umanità". Fonte: Ilgiornalelocale.it © 11 ottobre 2025 Fotografia: 8xmille.it ©

 

ACERRA - I locali del Centro sportivo diocesano intitolati a Roberto Lorentini

Diocesi: Caritas Acerra, martedì i locali del Centro sportivo saranno intitolati a Roberto Lorentini, medico toscano morto nella calca dello stadio Heysel nel 1985.

ACERRA - La Caritas di Acerra, insieme all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione "Io ti rispetto", intitolerà i locali del Centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca provocata durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio 1985 nello stadio di calcio "Heysel" in Belgio. Si tratta di un "atto simbolico per promuovere l’educazione alla non violenza e la difesa della vita, i valori del rispetto e della lealtà attraverso lo sport, in un tempo come il nostro segnato da guerre e conflitti su scala mondiale" afferma il direttore della Caritas Vincenzo Castaldo. Ancora di più se a lanciare il messaggio di pace e fraternità sono "i ragazzi a rischio che ogni giorno aiutiamo nel nostro Centro diurno alle spalle della Cattedrale, praticamente nella casa del vescovo, per sottrarli al degrado sociale e alla povertà materiale ed educativa che attanagliano alcune zone del centro storico di Acerra e che spesso rappresentano terreno fertile per la delinquenza e la devianza, soprattutto giovanile" continua Castaldo. Per questo martedì 14 ottobre alle 17.30 in via Nino Bixio - adiacente al Duomo alla presenza di Istituzioni civili e militari "dedicheremo i locali del nostro Centro al medico Roberto Lorentini, 31 anni, di Arezzo, che ha immolato la sua vita per salvarne altre, gesto per il quale è stato insignito della medaglia d’argento al valor civile" aggiunge Castaldo. Alla intitolazione interverrà Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone diretto di quella tragica serata che rappresenterà per l’occasione la squadra di calcio bianconera. Ci saranno anche Andrea Lorentini, figlio di Roberto, presidente dell’Associazione Vittime Familiari dell’Heysel e Tommaso Liguori, capo redattore di Sky Sport. A presiedere la cerimonia il vescovo di Acerra Antonio Di Donna. "La dimenticanza è più amara della morte e ricordare questo tragico evento sia monito per le nuove generazioni perché coltivino speranza, costruiscano pace e vera umanità" conclude Castaldo. Fonte: Agensir.it © 11 ottobre 2025 Fotografie: Comune di Acerra © Elegantshots © GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use) Banner: Diocesi di Acerra ©

 
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