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Centro Sportivo Diocesano Acerra
(NA) |
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40° Anniversario Strage
Stadio Heysel Bruxelles |
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4° Progetto di
Educazione Civico Sportiva
"Io
Ti
Rispetto" |
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Cerimonia di Intitolazione Locali
Oratorio a
"Roberto
Lorentini" |
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Progetto e Organizzazione Evento
a Cura della Diocesi di Acerra |
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Patrocinato dall'Amministrazione
Comunale di Acerra |
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In Collaborazione con
Associazione Familiari Vittime Heysel |
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Con la Speciale Partecipazione
di Andrea Lorentini |
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Antonio Conte
(Allenatore Società Sportiva Calcio
Napoli) |
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Antonio Di Donna
(Vescovo di Acerra) |
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Tito D'Errico
(Sindaco di Acerra) |
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Vittoria Lettieri
(Consigliera
Regione Campania) |
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Sergio Brio
(Ambasciatore Juventus Football Club) |
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Tommaso Liguori
(Caporedattore Sky Sport) |
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Un campetto all'oratorio
Conte incoraggia i ragazzi: "La violenza non
vincerà"
Il tecnico del Napoli
all'inaugurazione dei nuovi spogliatoi del centro
sportivo. L'impianto intitolato a Roberto Lorentini
vittima nella strage dello stadio Heysel.
Emozioni che non si
annunciano, ma che si sentono arrivare. Ad Acerra,
l'attesa era diventata palpabile già da almeno un paio
d'ore prima dell'appuntamento convenuto. Qualcuno aveva
sussurrato che Antonio Conte, il tecnico del Napoli,
sarebbe stato lì. E quando è apparso davvero, in carne e
ossa, sotto il sole del pomeriggio, il mormorio dei
ragazzi si è trasformato in un boato di gioia. Conte non
è venuto per un atto di rappresentanza, ma per
condividere un momento dal forte valore simbolico:
l'intitolazione degli spogliatoi del centro sportivo
diocesano a Roberto Lorentini, il medico toscano che
perse la vita nella tragedia dell'Heysel, sacrificandosi
per salvare un giovane. Era riuscito a salvarsi, ma
tornò indietro per prestare ancora soccorso e fu
travolto da una carica di hooligans. Una medaglia al
valor civile che, a distanza di 40 anni da quella
strage, diventa messaggio di pace, di educazione, di
sport vero.
IL MESSAGGIO - Sul campo dove
quattro anni fa Luciano Spalletti aveva tagliato il
nastro inaugurale, un altro mister scudettato ha scelto
di fermarsi a parlare ai ragazzini. Nessuna retorica,
parole semplici: "Anch'io ho cominciato in un oratorio
come questo - ha ricordato il mister - Facevo il
chierichetto, i miei genitori mi hanno insegnato la fede
e il rispetto. Valori che mi porto dentro, che valgono
più di qualsiasi vittoria". Poi, con tono deciso ma
gentile, ha lanciato un messaggio chiaro: "Diciamo no
alla violenza. Sempre. Nello sport, per strada, a casa.
Non c'è competizione che valga più della vita". Poche
frasi, ma vere, dense, pronunciate con la forza di chi
crede davvero in ciò che dice. Attorno a lui, decine di
ragazzi e bambini, molti con la maglia azzurra. Uno di
loro, anch'egli di nome Antonio, ha parlato a nome di
tutti: "Grazie, mister, per aver portato lo scudetto a
Napoli". Conte lo ha guardato negli occhi, lo ha
abbracciato forte e quell'abbraccio è diventato il
simbolo di un pomeriggio che resterà nella memoria. Poi
gli altri, a cercare una stretta di mano, una foto, un
sorriso.
L'OMAGGIO - L'entusiasmo è
esploso in un turbine di voci e risate, ma anche di
commozione. Vincenzo Castaldo, direttore della Caritas
di Acerra, ha ricordato che il centro sportivo è nato
per accogliere i giovani, per sottrarli alla strada e
insegnare loro la bellezza dell'impegno e del gioco
pulito. "Dedicare questi spazi a Lorentini significa
ricordare che lo sport può essere anche sacrificio e
solidarietà", ha detto. Accanto a lui, il vescovo
Antonio Di Donna ha sottolineato come la memoria
dell'Heysel debba essere monito contro ogni forma di
violenza, aggiungendo con un sorriso: "Questo oratorio è
pieno di vita, ogni pomeriggio si riempie delle voci dei
ragazzi. Oggi, direi, è avvenuto un piccolo miracolo:
abbiamo messo insieme napoletani e juventini". In prima
fila anche Andrea Lorentini, figlio del medico-eroe e
Tommaso Liguori, caporedattore di Sky Sport. Tra le
autorità presenti il sindaco Tito D'Errico e la
consigliera regionale Vittoria Lettieri. Insieme a
Conte, anche Sergio Brio, ex difensore della Juventus e
testimone diretto di quella tragica notte del 1985:
"Sapere che i ragazzi di oggi giocano su un campo che
porta il nome di Lorentini è la vittoria più bella".
Antonio Conte ha ascoltato in silenzio, con le mani
intrecciate davanti, poi ha salutato tutti mentre il
sole calava: la foto finale di rito, con i ragazzi che
si sono stretti intorno a lui, quasi a voler trattenere
quell'energia e poi ancora selfie e sorrisi. Un
pomeriggio voluto dalla Diocesi di Acerra per riscoprire
la forza più autentica dello sport: quella di unire,
educare e far sperare.
Fonte: Il Mattino © 16 ottobre 2025
Fotografia:
Laprovinciaonline.info ©
Video: Calcionapoli24.it ©
Tablò Video Web ©
Banner: Comune di Acerra
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Conte ricorda
Lorentini: campetto nel suo nome
di Marco Corsi
Ad Acerra l’allenatore del
Napoli inaugura la struttura per i giovani
dell’oratorio. Il tributo al medico morto nella strage
dell’Heysel: "No alla violenza, sempre".
Emozioni
forti e parole semplici, ma cariche di significato:
martedì, Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha
partecipato all’intitolazione degli spogliatoi del
centro sportivo diocesano di Acerra al medico aretino
Roberto Lorentini, morto nella tragedia dell’Heysel.
Erano presenti decine di bambini e ragazzi che hanno
accolto l’allenatore tra applausi e sorrisi,
trasformando il pomeriggio in un momento di memoria,
sport e valori civici. Lorentini perse la vita a
Bruxelles nel 1985 mentre prestava soccorso ai feriti
prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e
Liverpool. La sua medaglia d’argento al valor civile
testimonia il coraggio e l’altruismo che oggi diventano
esempio per le nuove generazioni. "Anch’io ho cominciato
in un oratorio come questo - ha raccontato Conte ai
ragazzi. Facevo il chierichetto, i miei genitori mi
hanno insegnato fede e rispetto, valori che valgono più
di qualsiasi vittoria. Diciamo no alla violenza, sempre:
nello sport, per strada, a casa. Non c’è competizione
che valga più della vita". Il legame tra Conte e
Lorentini passa anche per Arezzo: il tecnico salentino
ha allenato la squadra amaranto nella stagione
2006-2007, prima di approdare a club come Bari, Siena,
Juventus e alla Nazionale. Oltre all’allenatore del
Napoli, erano presenti figure di rilievo del calcio come
Sergio Brio, in rappresentanza della Juventus. L’evento
è stato parte integrante del progetto "Io ti rispetto" e
ha coinvolto i bambini del centro diurno nel ricordo di
valori come il rispetto, il coraggio e la solidarietà.
Erano presenti alla cerimonia anche i familiari di
Roberto Lorentini, tra cui il figlio Andrea. "Per me e
per la mia famiglia, si tratta di un motivo di grande
gioia. Voglio ringraziare innanzitutto il vescovo di
Acerra, monsignor Antonio Di Donna e Vincenzo Castaldo,
direttore della Caritas della stessa diocesi che sono
stati promotori di questa bellissima iniziativa". Il
progetto ha coinvolto anche l’associazione familiari
vittime dell’Heysel e prende il nome di "Io ti
rispetto". Protagonisti sono stati i bambini del centro
diurno della diocesi, che frequentano proprio il centro
sportivo diocesano. "Mio padre rappresenta senza dubbio
un simbolo importante, non solo per la vicenda che lo ha
riguardato, ma anche per la sua storia personale - ha
aggiunto Andrea - La sua figura diventa così un esempio
positivo per i ragazzi, un modello di coraggio e
altruismo da cui trarre insegnamento. Il fatto che
questi locali, frequentati quotidianamente da centinaia
di giovani, portino il suo nome è quindi motivo di
grande emozione per noi. Ma oltre all’aspetto affettivo,
ha anche un significato educativo: è parte di quel
processo di educazione civica e sportiva che stiamo
portando avanti, fatto di memoria e di contenuti
concreti".
Fonte:
Lanazione.it © 16 ottobre 2025
Fotografie:
Antonio Rivetti © Avvenire.it © Calcio Acerrano ©
Calcionapoli24.it © Caritas.it © Elegantshots © Il
Mattino © Ilgazzettinolocale.com © Ilmediano.com ©
Laprovinciaonline.info © Marigliano.net © Sandro
Sicignano © Tablò Video Web ©
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Conte omaggia le
vittime dell’Heysel
Poi il ricordo d’infanzia che commuove
di Fabio Mandarini
L'allenatore del Napoli ha partecipato a una
cerimonia in memoria di una vittima della tragedia di
Juve-Liverpool.
NAPOLI
-
(NdR: omissis...)
Il toccante ricordo dell'Heysel: Ieri, intanto,
il signor Antonio ha partecipato alla cerimonia di
intitolazione di alcuni locali del Centro sportivo
diocesano di Acerra, in provincia di Napoli, a Roberto
Lorentini, una delle vittime della tragedia dell’Heysel.
"La violenza non deve vincere mai, che sia in uno
stadio, per strada o in un focolare domestico. Dobbiamo
essere intransigenti e cercare sempre una via diversa",
ha detto Conte. "Essere qui mi riporta a quando ero
bambino: sono cresciuto in un oratorio e non avevamo
questo campo bellissimo, ma un campo pieno di buche che
per noi era San Siro. Sono cresciuto facendo il
chierichetto e servendo messa: i miei genitori mi hanno
sempre indirizzato a cercare di superare le difficoltà
con la fede. E mi fa piacere essere qui e vedere che c’è
sempre una connessione tra fede e sport". Alla
cerimonia, organizzata nell’ambito della campagna di
sensibilizzazione "Io ti rispetto" dalla Caritas di
Acerra con l’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel,
ha partecipato anche Sergio Brio, storico capitano della
Juventus e testimone diretto della tragica serata contro
il Liverpool a Bruxelles.
Fonte:
Corrieredellosport.it © 16 ottobre 2025
Video: RAI
©
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Vittime Heysel, il
pres. Lorentini a CN24: "Inadeguatezza di Belgio
e Uefa, una strage che andava evitata. Con Conte
legame speciale..."
Andrea
Lorentini, presidente vittime familiari Heysel, è
intervenuto a CalcioNapoli24 Live su CN24TV: "L'Heysel è
uno dei più grandi eventi drammatici visto che si
parlava di una partita di calcio. E' un evento dove 39
persone hanno perso la vita perché sono rimaste uccise
per la furia degli hooligans inglesi dove le autorità
non hanno saputo gestire il tutto e la Uefa fallì nella
scelta di uno stadio che non era adeguato per una finale
di Coppa dei Campioni. Inadeguatezza da parte anche del
Belgio nel gestire l'ordine pubblico, sono morte 39
persone innocenti che erano lì per assistere ad uno
spettacolo calcistico. Ho avuto modo di scambiare delle
parole con Conte, oltre a quello che abbiamo fatto
insieme ad Acerra anche in altre occasioni. Antonio ha
un legame con questa storia perché ha un lungo passato
nella storia della Juventus. Nel 2015, in occasione del
30esimo anniversario della strage, fu organizzata
un'iniziativa in vista della partita amichevole
Belgio-Italia e in quell'occasione era presente Antonio
Conte che era il ct della Nazionale. Al minuto 39 di
Belgio-Italia ci fu un minuto di commemorazione e venne
ritirata la maglia numero 39 della Nazionale.
Fonte:
Calcionapoli24.it © 16 ottobre 2025 (Testo
©
Fotografia)
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+39 per sempre, mister
Conte ad Acerra
per il centro dedicato
alle vittime dell’Heysel
+39 per sempre, Acerra ricorda le vittime
dell’Heysel. Il sindaco Tito d’Errico: tragedia di tutto
lo sport, il tifo torni a condividere valori di lealtà e
rispetto.
ACERRA
- "Sono davvero orgoglioso che un progetto di
integrazione, di cultura del rispetto e di cultura dello
sport ponga le sue radici qui ad Acerra". E’ quanto ha
sottolineato il sindaco Tito d’Errico nel corso
dell’intitolazione dei locali del Centro Sportivo
Diocesano a Roberto Lorentini, simbolo di tutte le
vittime dell’Heysel, "una tragedia italiana ed
internazionale che non può appartenere alla sola
tifoseria bianconera". Presenti allo svelamento della
targa, il consigliere regionale Vittoria Lettieri, il
Vescovo Antonio Di Donna, Sergio Brio, brand ambassador
della Fc Juventus che quella partita la giocò, Antonio
Conte, allenatore del Calcio Napoli ed una
rappresentanza dello Juventus Club Cercola, i quali
hanno reso omaggio ad Andrea Lorentini, figlio del
compianto Roberto e nipote di Otello Lorentini che ha
lottato per anni per la verità e la giustizia. "Il
dramma del 29 Maggio 1985, quando allo stadio Heysel di
Bruxelles persero la vita 39 persone di diversa
nazionalità, andate allo stadio solo per vedere una
partita di calcio, la finale di Coppa Campioni
Juventus-Liverpool, è un dramma non solo juventino - ha
spiegato il sindaco - oggi, perciò, Acerra rende omaggio
a quelle persone stringendosi intorno ai suoi familiari
a dimostrazione di una città che sa accogliere e che
fonda le sue radici sulla solidarietà e sul rispetto tra
i popoli. Da Acerra parte un segnale preciso: no alla
violenza, in qualsiasi forma, a maggior ragione nello
sport e nel tifo, che è sì passione, campanilismo,
identità e appartenenza, ma è soprattutto riconoscenza e
condivisione dei valori educativi di lealtà e rispetto.
La vita vince sempre sulla violenza".
Fonte: Ilmediano.com
© 15 ottobre 2025 (Testo © Fotografia)
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Antonio Conte ad
Acerra per l'intitolazione dei
locali del Centro sportivo del Duomo a Lorentini
di Gaetano Fioretti
Roberto Lorentini, medico, è una delle vittime
della tragedia dell'Heysel.
"Con
questa iniziativa vogliamo ricordare non la violenza ma
il dono della vita di quest'uomo a cui dedichiamo le
aree della struttura sportiva della Diocesi. Un momento
forte e bello in cui vogliamo ricordare il sacrificio
che è insegnamento per tutti i ragazzi della struttura".
Così monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e
presidente della Conferenza Episcopale Campana, oggi
pomeriggio nel corso dell'intitolazione dei locali del
Centro sportivo del Duomo a Roberto Lorentini, medico
vittima della strage in Belgio nello stadio "Heysel". La
Caritas di Acerra, insieme all’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel, nell’ambito della campagna di
sensibilizzazione "Io ti rispetto", ha intitolato i
locali del Centro sportivo diocesano al medico toscano
morto insieme ad altre 38 persone nella calca provocata
durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio
1985. All'evento è intervenuto Sergio Brio, storico
capitano della Juventus e testimone diretto di quella
tragica serata in rappresentanza della squadra
bianconera che ha dichiarato: "Bisogna togliere i
ragazzi dalla strada, iniziative come questa sono
rinascita". Oltre a Brio hanno partecipato anche Andrea
Lorentini, figlio di Roberto, presidente
dell’Associazione Vittime Familiari dell’Heysel, e
Tommaso Liguori, capo redattore di Sky sport. Poi la
visita a sorpresa dell'allenatore del Napoli Antonio
Conte. "Grazie per avermi invitato, vengo in
rappresentanza del Calcio Napoli. Porto un abbraccio del
presidente a tutti i bambini. Sono cresciuto in oratorio
a Lecce, non avevamo questo campo bellissimo ma un campo
pieno di buche eppure per noi quella struttura era San
Siro. Sono cresciuto facendo il chierichetto, servendo
messa. I miei genitori mi hanno sempre indirizzato nel
cercare nella fede un motivo per superare le difficoltà.
L'anno scorso è stato lo scudetto di tutti noi, lo
abbiamo vinto insieme ed è stato bellissimo - ha detto
Antonio Conte. Siamo qui per ricordare le vittime
dell'Heysel, una tragedia che ci deve far capire che la
violenza non vincerà mai. Nello stadio, per strada o in
casa la violenza non deve vincere mai. Ringrazio
veramente, è bello ogni tanto riuscire a fare un bagno
tra la folla, tra tanti bimbi che mi ricordano di quando
ero bambino. Mi fa piacere vedere che ci sia questa
connessione tra la fede e lo sport". "Con Roberto
Lorentini un atto simbolico per promuovere l’educazione
alla non violenza e la difesa della vita, i valori del
rispetto e della lealtà attraverso lo sport, in un tempo
come il nostro segnato da guerre e conflitti su scala
mondiale" ha detto il direttore della Caritas Diocesana
di Acerra Vincenzo Castaldo.
Fonte:
Napoli.corriere.it © 15 ottobre 2025
Video: Tablò
Video Web ©
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Anche Conte ad Acerra
per il campo dedicato a una vittima dell'Heysel
Il vescovo Antonio Di
Donna e l'allenatore del Napoli hanno inaugurato
l'impianto del Centro diurno Caritas in memoria di un
medico toscano morto in Belgio.
Una
"festa della vita che vince sempre sulla morte" perché
"ricordiamo un uomo, un medico, che poteva salvarsi, non
l’ha fatto e che invece è morto tornando indietro per
cercare di salvare un ragazzo". Il vescovo Antonio Di
Donna sorride mentre guarda i ragazzi a rischio del
Centro diurno della Caritas di Acerra gioire e cantare
all’arrivo dell’allenatore del Napoli campione d’Italia
Antonio Conte giunto nel pomeriggio del 14 ottobre per
la dedica dei locali del Centro sportivo diocesano, alle
spalle della Cattedrale, a Roberto Lorentini, medico
toscano morto insieme ad altre 38 persone nella calca
provocata durante la finale di Coppa dei Campioni del 29
maggio 1985 nello stadio di calcio "Heysel" in Belgio.
Per il presule "oggi celebriamo il miracolo di duecento
ragazzi del Centro storico e di altri luoghi della
nostra città che tutti i giorni sotto le finestre di
casa mia fanno "caciara" ma studiano anche e si
impegnano in attività ludico creative grazie all’impegno
gratuito di decine di volontari che cercano di sottrarli
al degrado e alla criminalità". Per l’occasione arriva
anche Sergio Brio, storico difensore della Juventus e
testimone diretto di quella tragica serata, in
rappresentanza della squadra di calcio bianconera. L’ex
difensore spende parole di grande apprezzamento per la
"bellissima struttura" che la diocesi di Acerra ha
inaugurato quattro anni fa grazie anche ai fondi
dell’otto per mille per la "rinascita" di questo
quartiere e alla presenza di un altro allenatore
diventato poi campione d’Italia con il Napoli, Luciano
Spalletti. "La vittoria più bella è sapere che questi
ragazzi giocheranno su un campo dedicato a Roberto
Lorentini" ha aggiunto Brio ricordando quella
"tristissima serata". Andrea Lorentini, cronista
sportivo, ricorda commosso i momenti in cui in passato
aveva incontrato e intervistato il mister, soprattutto
quando era all’Arezzo, squadra della sua città e di papà
Roberto e prima formazione allenata da Antonio Conte. Il
presidente dell’Associazione Vittime Familiari
dell’Heysel rimarca la "sensibilità" dell’allenatore e
la sua vicinanza, da sempre, alle famiglie colpite da
quell’immane tragedia, sottolineando l’importanza dei
valori nello sport e della "campagna "Io ti rispetto""
portata avanti dall’associazione.
Momento
centrale del pomeriggio l’arrivo e il breve intervento
di Antonio Conte che dice: "Buona sera a tutti, grazie
per avermi invitato, vengo in rappresentanza del Calcio
Napoli, quindi vi porto un grandissimo abbraccio da
parte del presidente e dei calciatori tutti. E vi
abbraccio veramente forte anche io, soprattutto a voi
bambini. Oggi mi riporta all’oratorio "Sant’Antonio
Fulgenzio" dove sono cresciuto a Lecce. Non avevamo
questo campo bellissimo, il nostro era pieno di buche,
ma per noi era un campo bellissimo come San Siro
nonostante ci fosse solo un palo con un cartellone da
basket. Sono cresciuto facendo il chierichetto, anche
servendo Messa, i miei genitori mi hanno sempre indicato
nella fede un motivo per cercare di superare le
difficoltà. Quello che voglio dire, innanzitutto ai
ragazzi - grazie ad Antonio per quello che ha detto
perché è stato emozionante e mi ha emozionato - è che
l’anno scorso è stato uno scudetto di tutti noi,
l’abbiamo vinto insieme ed è stato davvero qualcosa di
stupendo e bellissimo. Siamo qui soprattutto per
ricordare le vittime dell’Heysel, una tragedia che ci
deve far capire sempre che la violenza non deve vincere
e non vincerà mai, che sia nello stadio o per strada,
neanche nel focolare domestico e su questo dobbiamo
essere intransigenti e cercare sempre un’altra via. Vi
ringrazio veramente perché è bello ogni tanto riuscire a
fare un’immersione, un bagno tra la folla, soprattutto
tra tanti bimbi che mi ricordano quando ero bambino. E
mi fa piacere davvero vedere che c’è sempre questa
connessione tra la fede e lo sport. In bocca a lupo a
tutti e cerchiamo sempre di essere migliori". Prima di
Conte uno dei ragazzi dell’oratorio, Antonio anche lui,
aveva rivolto emozionatissimo alcune parole di saluto
all’allenatore: "Per noi è un onore averla qui stasera.
Con lo scudetto ci avete regalato emozioni che non si
possono descrivere a parole, l’intera città è scesa in
piazza, siamo andati tra i vicoli a festeggiare e gioire
pieni di orgoglio. Lei è un grande mister, perché con la
positività che riesce a trasmettere ai giocatori aiuta
anche noi a trovare motivazioni per impegnarci e
conquistare altre vittorie". Al termine del suo discorso
di benvenuto, l’intenso e commovente abbraccio tra Conte
e Antonio. E’ un "atto simbolico per promuovere
l’educazione alla non violenza e la difesa della vita,
il rispetto e la lealtà attraverso lo sport, in un tempo
di guerre e conflitti" afferma alla fine della serata il
direttore della Caritas Vincenzo Castaldo, per il quale
"la dimenticanza è più amara della morte" e "ricordare
questo tragico evento sia monito per le nuove
generazioni" perché coltivino speranza, costruiscano
pace e vera umanità" conclude Castaldo.
Fonte: Avvenire.it
© 15 ottobre 2025
Fotografia: Il
Mattino ©
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Ecco chi era Roberto
Lorentini
di Vincenzo Di Maso
Il
Centro Sportivo Diocesano di Acerra è stato intitolato a
Roberto Lorentini. All’inaugurazione ha presenziato
anche Antonio Conte, attuale tecnico del Napoli ed ex CT
della Juve. Medico e tifoso juventino, Lorentini è stato
simbolo delle 39 vittime della tragedia dell’Heysel.
Commosso è stato il tributo ad Andrea Lorentini, figlio
di Roberto e nipote di Otello Lorentini, attivista per
la verità e la giustizia sulle vittime dell’Heysel.
"Il dramma del 29 maggio 1985 non è solo juventino - ha
dichiarato il sindaco di Acerra D’Errico - ma una ferita
dello sport mondiale. Acerra oggi si stringe attorno ai
familiari delle vittime, dimostrando di essere una città
che accoglie e che fonda le sue radici sulla solidarietà
e sul rispetto tra i popoli". Andrea Lorentini è stato
intervistato qualche mese fa da Arezzo News, ricordando
le vicende. "Avevo 3 anni (quando ho perso mio padre),
non mi è rimasto neanche un flash. Ciò che mi porto
dentro di lui, me lo hanno raccontato mia madre, i miei
nonni, i suoi amici. Penso di conoscerlo perché ho letto
tante cose sul suo conto, ho ascoltato testimonianze.
Era un medico per vocazione: carattere giocoso,
affabile, un compagnone". Sul nonno Otello: "Ha sfidato
il mondo per ottenere giustizia. Un semplice ferroviere
in pensione che perde un figlio in quelle circostanze
tragiche e che trova la forza per contattare tutte le
famiglie coinvolte, per convincerle a mettersi insieme e
sfidare i grandi avvocati dell’Uefa, resistendo alle
pressioni che arrivavano da tutte le parti. Di mio nonno
mi hanno sempre colpito il coraggio e la dignità: ha
detto cose con grande forza ma senza mai alzare le voce.
Ai processi che ci sono stati in Belgio non ha perso
un’udienza, spendendo tempo e soldi. È stato la persona
più importante di tutta questa vicenda". Il 29 maggio
1985 Roberto Lorentini si era messo al sicuro ma è
tornato indietro per soccorrere un bambino di 10 anni,
non riuscendolo a salvare e perdendo la vita anche lui.
Andrea, a riguardo, ha dichiarato: "Mi sono chiesto se
in quei frangenti non abbia pensato a sua moglie che era
a casa con due figli piccoli e perché l’amore per la
famiglia non sia servito a bloccarlo. Ma mio padre è
stato se stesso fino alla fine, ha prevalso l’istinto".
Su cosa è cambiato a 40 anni dalla tragedia: "Dal punto
di vista della sicurezza, ci sono stati miglioramenti
innegabili. Riguardo la cultura sportiva, c’è ancora
molto da fare. Purtroppo negli stadi capita spesso di
sentire cori che sbeffeggiano i morti, di leggere
striscioni che irridono episodi tragici, compreso
l’Heysel. A Bruxelles non persero la vita 39 tifosi
della Juventus, non si è consumata la tragedia di una
parte calcistica soltanto, bensì la tragedia di tutti,
il dramma di persone normali che volevano solo godersi
una partita. Tra le vittime c’erano pure stranieri,
sostenitori di altre squadre. Mio nonno Otello tifava
Fiorentina, era lì per accompagnare mio padre, per
divertirsi insieme. Non si può morire così. È questo il
messaggio che portiamo nelle scuole e che vorrei fosse
recepito fino in fondo".
Fonte: Persemprecalcio.it
© 15 ottobre 2025
Fotografia: Famiglia Lorentini
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"No alla violenza":
Acerra ricorda le vittime dell'Heysel
Spogliatoi
dell'oratorio Caritas intitolati a Roberto Lorentini. E
al campetto arriva Antonio Conte.
Quarant'anni
fa, Roberto Lorentini, medico aretino, era allo stadio
Heysel di Bruxelles. Tentò di rianimare un bambino di 10
anni, Andrea Casula, ma fu travolto anche lui dalla
folla in fuga dai tifosi inglesi. Furono due delle 39
vittime della tragedia avvenuta nella finale di
Champions League tra Juventus e Liverpool. A Lorentini,
la Diocesi di Acerra ha deciso di intitolare gli
spogliatoi dei campi sportivi dell'oratorio, gestito
dalla Caritas, affinché, spiega il figlio del medico e
presidente dell'associazione familiari vittime Heysel
"la memoria non sia fine a sé stessa ma riempita di
contenuti". Per Sergio Brio, ex calciatore juventino, in
campo in quella drammatica serata: "In Italia la cultura
sportiva ha fatto pochi passi in avanti, bisogna
lavorare di più con le scuole e i ragazzi". E nel centro
diocesano che accoglie un paio di centinaia di minori,
tra cui tanti provenienti da contesti di disagio
socio-economico, arriva anche mister Antonio Conte,
travolto dall'entusiasmo dei bambini. A loro lascia un
messaggio chiarissimo: "No alla violenza, che sia allo
stadio, in strada o nell'ambito del focolare domestico.
Dobbiamo essere intransigenti su questo punto". Nel
servizio, le interviste ad Andrea Lorentini e a
monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra.
Fonte: Rainews.it
© 14 ottobre 2025
(Testo © Video)
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Visita a sorpresa a
iniziativa Caritas
Antonio Conte ad Acerra: "La violenza non deve
vincere mai"
L’allenatore del
Napoli interviene all’intitolazione di alcuni locali del
centro sportivo diocesano a Roberto Lorentini, medico
toscano morto nella tragedia dello stadio "Heysel".
"Essere qui mi riporta a quando ero bambino. Sono
cresciuto in un oratorio e non avevamo questo campo
bellissimo".
"La
violenza non deve vincere mai, che sia in uno stadio,
per strada o in un focolare domestico. Dobbiamo essere
intransigenti e cercare sempre una via diversa". Lo ha
detto l'allenatore del Napoli, Antonio Conte, arrivato a
sorpresa ad Acerra (Napoli) per l'intitolazione di
alcuni locali del centro sportivo diocesano a Roberto
Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38
persone nella calca durante la finale di Coppa dei
Campioni dell'85 nello stadio "Heysel" in Belgio. Il
centro sportivo è frequentato soprattutto dai ragazzi a
rischio del territorio. "Essere qui oggi mi riporta a
quando ero bambino - ha aggiunto Conte - sono cresciuto
in un oratorio, e non avevamo questo campo bellissimo,
ma un campo pieno di buche che per noi era San Siro.
Sono cresciuto facendo il chierichetto e servendo messa:
i miei genitori mi hanno sempre indirizzato a cercare di
superare le difficoltà con la fede. E mi fa piacere
essere qui e vedere che c'è sempre una connessione tra
fede e sport". Alla cerimonia, organizzata dalla Caritas
di Acerra, insieme all'Associazione Familiari Vittime
dell'Heysel, nell'ambito della campagna di
sensibilizzazione "Io ti rispetto", erano presenti, tra
gli altri, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, il
sindaco, Tito d'Errico, il direttore della Caritas
acerrana, Vincenzo Castaldo, e Sergio Brio, storico
capitano della Juventus e testimone diretto di quella
tragica serata.
Fonte: Napoli.repubblica.it
© 14 ottobre 2025
Fotografia: Calcio
Acerrano ©
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Mister Conte visita a
sorpresa l'oratorio della Diocesi di Acerra
Intitolazione degli spogliatoi della struttura a
una vittima dell'Heysel.
Ha
fatto una sorpresa ai tanti ragazzini dell'oratorio
della Diocesi di Acerra: Antonio Conte ha partecipato
all'intitolazione della struttura sportiva a Roberto
Lorentini, medico toscano morto insieme ad altre 38
persone nella calca provocata durante la finale di Coppa
dei Campioni del 29 maggio 1985 nello stadio di calcio
"Heysel" in Belgio. Con lui, l'ex calciatore della
Juventus Sergio Brio, Andrea Lorentini, figlio di
Roberto, presidente dell’Associazione Vittime Familiari
dell’Heysel e Tommaso Liguori, capo redattore di
Skysport. A presiedere la cerimonia il vescovo di Acerra
Antonio Di Donna. Presenti anche il sindaco Tito
D'Errico e la consigliera regionale Vittoria Lettieri.
Conte è rimasto pochi minuti ma non si è negato a selfie,
abbracci, gesti di affetto. Tanto entusiasmo e tanta
passione per il mister leccese, che ha ricordato la sua
fede ed ha invitato tutti a dire "no" con forza alla
violenza.
Fonte: Il
Mattino © 14 ottobre 2025
Fotografia: Antonio
Rivetti ©
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Conte: "La violenza
non deve vincere,
da piccolo ho fatto il
chierichetto"
di Francesco Manno
L'allenatore del Napoli,
Antonio Conte, ha partecipato ad Acerra a un evento per
l'intitolazione di alcuni locali del centro sportivo
diocesano a Roberto Lorentini.
Antonio
Conte, allenatore del Napoli, è arrivato a sorpresa ad
Acerra per l'intitolazione di alcuni locali del centro
sportivo diocesano a Roberto Lorentini, medico toscano
morto insieme ad altre 38 persone nella calca durante la
finale di Coppa dei Campioni dell'85 nello stadio
"Heysel" in Belgio. Il centro sportivo è frequentato
soprattutto dai ragazzi a rischio del territorio.
L'attuale tecnico del Napoli, Antonio Conte, ha preso la
parola e a margine dell'evento si è rivolto così ai
presenti: "La violenza non deve vincere mai, che sia in
uno stadio, per strada o in un focolare domestico.
Dobbiamo essere intransigenti e cercare sempre una via
diversa". Parole molto sentite e applaudite da tutti.
"Essere qui oggi mi riporta a quando ero bambino. Io
sono cresciuto in un oratorio, e non avevamo questo
campo bellissimo, ma un campo pieno di buche che per noi
era San Siro. Ho fatto da piccolo il chierichetto e ho
servito messa: i miei genitori mi hanno sempre
indirizzato a cercare di superare le difficoltà con la
fede. E mi fa piacere essere qui e vedere che c'è sempre
una connessione tra fede e sport", ha sottolineato
Antonio Conte.
Fonte: Areanapoli.it
© 14 ottobre 2025
Fotografia: Calcio
Acerrano ©
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L'intitolazione
Acerra ricorda
le vittime dell’Heysel
Acerra, il Centro
Sportivo Diocesano intitolato a Roberto Lorentini:
Antonio Conte all’inaugurazione.
ACERRA
- Un messaggio forte contro la violenza e a favore dei
valori autentici dello sport è stato lanciato oggi da
Acerra, in occasione della cerimonia di intitolazione
del Centro Sportivo Diocesano a Roberto Lorentini,
medico e tifoso juventino, simbolo delle 39 vittime
della tragedia dell’Heysel. L’iniziativa, promossa dal
Comune di Acerra, ha visto la partecipazione di numerose
autorità e rappresentanti del mondo sportivo e
istituzionale. Presenti il sindaco Tito d’Errico, il
consigliere regionale Vittoria Lettieri, il Vescovo
Antonio Di Donna, Sergio Brio - ex calciatore e brand
ambassador della Juventus - Antonio Conte, allenatore
del Calcio Napoli, e una delegazione dello Juventus Club
Cercola. Commosso il tributo ad Andrea Lorentini, figlio
di Roberto e nipote di Otello Lorentini, storico
attivista per la verità e la giustizia sulle vittime
dell’Heysel. "Il dramma del 29 maggio 1985 non è solo
juventino - ha dichiarato il sindaco d’Errico - ma una
ferita dello sport mondiale. Acerra oggi si stringe
attorno ai familiari delle vittime, dimostrando di
essere una città che accoglie e che fonda le sue radici
sulla solidarietà e sul rispetto tra i popoli". Durante
la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e
Liverpool, disputata allo stadio Heysel di Bruxelles,
persero la vita 39 persone di diverse nazionalità,
travolte dalla violenza negli spalti. Roberto Lorentini
morì nel tentativo di salvare altri tifosi, diventando
un simbolo di altruismo e coraggio. "Da Acerra parte un
segnale preciso: no alla violenza, soprattutto nello
sport e nel tifo - ha aggiunto il primo cittadino - che
deve tornare a essere passione, identità e appartenenza,
ma anche lealtà e rispetto. La vita vince sempre sulla
violenza". L’intitolazione del centro sportivo
rappresenta un gesto concreto di memoria e impegno
civile, volto a promuovere una cultura sportiva sana,
inclusiva e rispettosa. Un progetto che, come ha
sottolineato il sindaco, "pone le sue radici qui ad
Acerra, città orgogliosa di essere portavoce di valori
universali".
Fonte: Marigliano.net
© 14 ottobre 2025
Fotografia:
Ilgazzettinolocale.com ©
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Locali del Centro
Sportivo intitolati a vittima Heysel
Il sindaco d’Errico: Acerra città che condivide
i valori di lealtà e rispetto del tifo e dello sport.
"Sono
davvero orgoglioso che un progetto di integrazione, di
cultura del rispetto e di cultura dello sport ponga le
sue radici qui ad Acerra". E’ quanto ha sottolineato il
sindaco Tito d’Errico nel corso dell’intitolazione dei
locali del Centro Sportivo Diocesano a Roberto Lorentini,
simbolo di tutte le vittime dell’Heysel, "una tragedia
italiana ed internazionale che non può appartenere alla
sola tifoseria bianconera". Presenti allo svelamento
della targa, il consigliere regionale Vittoria Lettieri,
il Vescovo Antonio Di Donna, Sergio Brio, brand
ambassador della Fc Juventus che quella partita la
giocò, Antonio Conte, allenatore del Calcio Napoli ed
una rappresentanza dello Juventus Club Cercola, i quali
hanno reso ad Andrea Lorentini, figlio del compianto
Roberto e nipote di Otello Lorentini che ha lottato per
anni per la verità e la giustizia. "Il dramma del 29
Maggio 1985, quando allo stadio Heysel di Bruxelles
persero la vita 39 persone di diversa nazionalità,
andate allo stadio solo per vedere una partita di
calcio, la finale di Coppa Campioni Juventus-Liverpool,
è un dramma non solo juventino - ha spiegato il sindaco
- oggi, perciò, Acerra rende omaggio a quelle persone
stringendosi intorno ai suoi familiari a dimostrazione
di una città che sa accogliere e che fonda le sue radici
sulla solidarietà e sul rispetto tra i popoli. Da Acerra
parte un segnale preciso: no alla violenza, in qualsiasi
forma, a maggior ragione nello sport e nel tifo, che è
sì passione, campanilismo, identità e appartenenza, ma è
soprattutto riconoscenza e condivisione dei valori
educativi di lealtà e rispetto. La vita vince sempre
sulla violenza".
Fonte: Ilgazzettinolocale.com
© 14 ottobre 2025
Fotografia:
Marigliano.net ©
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Acerra Il centro
sportivo dedicato al medico eroe dell'Heysel
di
Francesco Gravetti
Roberto Lorentini mori nel tentativo di salvare
un bimbo nella strage dello stadio belga il 29 maggio
1985.
LA
STORIA - Un nome, una storia, un messaggio che
attraversa il tempo e le generazioni. Questa sera alle
17.30, i locali del Centro sportivo diocesano di Acerra,
in via Nino Bixio a due passi dal Duomo saranno
intitolati a Roberto Lorentini, il medico toscano che
perse la vita a soli 31 anni nella strage dell'Heysel,
durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio
1985 tra Juventus e Liverpool. Con lui morirono altre 38
persone, travolte nella calca. Lorentini morì da eroe,
cercando di soccorrere un bambino caduto a terra. Un
gesto che gli valse, alla memoria, la medaglia d'argento
al valor civile. A ricordarlo, in un luogo che parla di
educazione e rinascita, saranno i ragazzi del Centro
diurno della Caritas di Acerra, giovani a rischio
provenienti da contesti difficili del centro storico. É
proprio a loro che la Caritas, guidata da don Vincenzo
Castaldo, dedica questo gesto di memoria e di speranza.
"E’ un atto simbolico spiega Castaldo per promuovere
l'educazione alla non violenza e la difesa della vita, i
valori del rispetto e della lealtà attraverso lo sport,
in un tempo segnato da guerre e conflitti su scala
mondiale". Il messaggio parte da chi, ogni giorno, vive
ai margini ma sceglie di rialzarsi. Nel centro Caritas,
alle spalle della Cattedrale, operatori e volontari
offrono accoglienza, attività educative e sostegno
psicologico a bambini e adolescenti in difficoltà, "per
sottrarli come dice Castaldo al degrado sociale e alla
povertà materiale ed educativa che spesso diventano
terreno fertile per la devianza e la criminalità". La
cerimonia di intitolazione si svolgerà alla presenza
delle istituzioni civili e militari, del vescovo Antonio
Di Donna e di alcuni ospiti d'eccezione. Tra questi
Sergio Brio, storico capitano della Juventus e testimone
diretto della tragedia dell'Heysel che per l'occasione
rappresenterà la squadra bianconera. Oggi la sua
presenza ad Acerra avrà il valore di una testimonianza,
di un abbraccio tra sport e memoria. Accanto a lui ci
sarà Andrea Lorentini, figlio di Roberto e presidente
dell'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel che da
anni si impegna per trasformare quella tragedia in
un'occasione di educazione civica e di pace. Sarà
presente anche Tommaso Liguori, caporedattore di Sky
Sport. a sottolineare il ruolo del racconto sportivo
come strumento di memoria e consapevolezza collettiva.
L'intitolazione si inserisce nella campagna io ti
rispetto, promossa dalla Caritas di Acerra e
dall'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel.
Fonte: Il
Mattino © 14 ottobre 2025 (Testo
©
Fotografia)
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La diocesi di Acerra
dedica i locali della sua struttura
sportiva al medico Roberto Lorentini eroe
dell’Heysel
di Pasquale Sansone
I locali della
struttura sportiva della diocesi di Acerra sono stati
dedicati a Roberto Lorentini, il medico aretino che
perse la vita nella strage dello stadio Heysel.
La
struttura, che comprende un campo di calciotto, uno di
basket e uno di pallavolo, porta ora il nome del medico
che, quarant’anni fa, durante la tragica finale di Coppa
dei Campioni tra Juventus e Liverpool, accorse per
prestare soccorso a un bambino che stava per essere
travolto dalla folla in preda al panico. Fu a sua volta
travolto e morì mentre cercava di salvare quella giovane
vita. Con questa intitolazione, la diocesi di Acerra ha
voluto rendere omaggio a un esempio straordinario di
altruismo e dedizione, ricordando il sacrificio di un
uomo che non esitò a mettere a rischio la propria vita
per aiutare gli altri. Alla cerimonia di intitolazione
hanno preso parte Sergio Brio, storico difensore della
Juventus protagonista di quella finale, e Antonio Conte,
attuale allenatore del Napoli. Oggi oltre duecento
bambini frequentano la struttura: un luogo di sport,
crescita e socialità che offre loro un’alternativa
concreta alla strada e alle difficoltà dei quartieri a
rischio.
Fonte: Giornale
Tablò (Pagina Facebook) © 14 ottobre 2025
Fotografia:
Elegantshots ©
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Acerra, il Centro
sportivo diocesano sarà dedicato
a Roberto Lorentini,
l'eroe dell'Heysel
ACERRA
(Rgl) - Un nome, un gesto, un messaggio che attraversa
il tempo. La Caritas di Acerra, insieme all'Associazione
Familiari Vittime dell'Heysel, nell'ambito della
campagna di sensibilizzazione "Io ti rispetto", ha
scelto di intitolare i locali del Centro sportivo
diocesano a Roberto Lorentini, il medico toscano che il
29 maggio 1985 perse la vita nella strage dello stadio
Heysel, a Bruxelles, cercando di salvare un giovane
tifoso ferito. Un'iniziativa dal forte valore simbolico,
che vuole "promuovere l'educazione alla non violenza, la
difesa della vita e i valori del rispetto e della lealtà
attraverso lo sport", come ha sottolineato don Vincenzo
Castaldo, direttore della Caritas di Acerra. Un
messaggio ancora più potente, se lanciato dai ragazzi a
rischio che ogni giorno frequentano il Centro diurno
della Caritas, alle spalle della Cattedrale: giovani
spesso segnati da povertà e disagio sociale, ai quali
l'organizzazione offre accoglienza e percorsi educativi
per sottrarli alla devianza e restituire loro fiducia
nel futuro. La cerimonia di intitolazione si terrà
martedì 14 ottobre alle 17.30, in via Nino Bixio,
adiacente al Duomo, alla presenza di autorità civili,
militari e religiose. Il momento più toccante sarà la
dedica del Centro a Roberto Lorentini, 31 anni, di
Arezzo, insignito della medaglia d'argento al valor
civile per aver sacrificato la propria vita pur di
salvarne un'altra. Alla cerimonia parteciperanno Sergio
Brio, storico capitano della Juventus e testimone
diretto di quella tragica serata che rappresenterà per
l'occasione la società bianconera, e Andrea Lorentini,
figlio di Roberto e presidente dell'Associazione Vittime
Familiari dell'Heysel. Con loro anche Tommaso Liquori,
caporedattore di Sky Sport. A presiedere la cerimonia
sarà monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra. "La
dimenticanza è più amara della morte - ha concluso don
Castaldo - ricordare è un atto di speranza: vogliamo che
i nostri giovani crescano nel segno del rispetto, della
pace e dell'umanità".
Fonte: Ilgiornalelocale.it
© 11 ottobre 2025
Fotografia:
8xmille.it
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ACERRA - I locali del
Centro sportivo diocesano intitolati a Roberto Lorentini
Diocesi: Caritas Acerra, martedì i locali del
Centro sportivo saranno intitolati a Roberto Lorentini,
medico toscano morto nella calca dello stadio Heysel nel
1985.
ACERRA - La Caritas di Acerra,
insieme all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel,
nell’ambito della campagna di sensibilizzazione "Io ti
rispetto", intitolerà i locali del Centro sportivo
diocesano a Roberto Lorentini, medico toscano morto
insieme ad altre 38 persone nella calca provocata
durante la finale di Coppa dei Campioni del 29 maggio
1985 nello stadio di calcio "Heysel" in Belgio. Si
tratta di un "atto simbolico per promuovere l’educazione
alla non violenza e la difesa della vita, i valori del
rispetto e della lealtà attraverso lo sport, in un tempo
come il nostro segnato da guerre e conflitti su scala
mondiale" afferma il direttore della Caritas Vincenzo
Castaldo. Ancora di più se a lanciare il messaggio di
pace e fraternità sono "i ragazzi a rischio che ogni
giorno aiutiamo nel nostro Centro diurno alle spalle
della Cattedrale, praticamente nella casa del vescovo,
per sottrarli al degrado sociale e alla povertà
materiale ed educativa che attanagliano alcune zone del
centro storico di Acerra e che spesso rappresentano
terreno fertile per la delinquenza e la devianza,
soprattutto giovanile" continua Castaldo. Per questo
martedì 14 ottobre alle 17.30 in via Nino Bixio -
adiacente al Duomo alla presenza di Istituzioni civili e
militari "dedicheremo i locali del nostro Centro al
medico Roberto Lorentini, 31 anni, di Arezzo, che ha
immolato la sua vita per salvarne altre, gesto per il
quale è stato insignito della medaglia d’argento al
valor civile" aggiunge Castaldo. Alla intitolazione
interverrà Sergio Brio, storico capitano della Juventus
e testimone diretto di quella tragica serata che
rappresenterà per l’occasione la squadra di calcio
bianconera. Ci saranno anche Andrea Lorentini, figlio di
Roberto, presidente dell’Associazione Vittime Familiari
dell’Heysel e Tommaso Liguori, capo redattore di Sky
Sport. A presiedere la cerimonia il vescovo di Acerra
Antonio Di Donna. "La dimenticanza è più amara della
morte e ricordare questo tragico evento sia monito per
le nuove generazioni perché coltivino speranza,
costruiscano pace e vera umanità" conclude Castaldo.
Fonte: Agensir.it
© 11 ottobre 2025
Fotografie:
Comune di Acerra ©
Elegantshots ©
GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)
Banner: Diocesi di Acerra
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