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A volte è
proprio beffardo il destino: l'Heysel venne inaugurato nel 1930
con l’incontro di calcio fra tra l'Anderlecht e il Torino che
dopo 19 anni fu annientato nella sciagura aerea di Superga.
In qualche modo il fato delle due squadre della Mole si annoda
stretto nelle due tragedie. Il 23 agosto 1930, in concomitanza
con i festeggiamenti per il centesimo anniversario dell'indipendenza
belga, venne inaugurato in presenza del Principe Leopoldo lo
"Stade du Jubilé" o "Jubelstadion" (Stadio del Giubileo). La
scelta del luogo cadde sull'altopiano dell'Heysel in modo da
abbellire la zona in vista dell'Esposizione Internazionale di
Bruxelles del 1935. Le tribune di questo gigantesco stadio potevano
ospitare fino a 70.000 persone. Presentava una
struttura ovale composta da una tribuna principale coperta e
un anello continuo di gradinate sui restanti tre lati,
costruito su un pendio di terreno ricreato appositamente.
Era un impianto in linea con quelli dell'epoca quando, a
parte gli stadi monumentali di regime, l'elemento centrale
dell'edificio era ancora soltanto la tribuna, mentre il
resto delle gradinate era ancora una semplice struttura
inclinata che, di diverso rispetto a inizio '900, aveva solo
la forma (ovale e non più a settore quadrangolare). Nel
corso degli anni successivi era stata aggiunta una pista
d’atletica intorno al campo da gioco e la tribuna opposta a
quella principale era stata ristrutturata e dotata di
copertura, come la sua "gemella" più importante. Le due
curve erano invece rimaste tali, con posti interamente in
piedi e barriere anti-schiacciamento disposte lungo tutto il
settore. Successivamente vennero aggiunte
delle piste in legno per ospitare le gare di ciclismo su pista.
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Lo stadio fu per lungo tempo teatro della vita sportiva
ed artistica della città, fino allo scoppio della seconda
guerra mondiale. Nel 1937 nell'impianto venne inaugurata
la prestigiosa Gordon Bennett Cup, competizione riservata
ai palloni aerostatici. Dopo la fine della seconda guerra
mondiale, lo stadio ritrovò la sua originale funzione
e propose una moltitudine di eventi popolari che riuscirono
ad attirare gente da ogni parte del mondo. L'impianto
venne pian piano ribattezzato "Stade du Heysel". Nel
1971 venne permanentemente installata una pista in tartan,
grazie alla quale fu possibile organizzare gare di atletica
leggera. Tre anni più tardi, nel 1974, lo stadio venne
dotato di un nuovo sistema d'illuminazione, rivoluzionario
per l'epoca. Lo stadio Heysel ha ospitato 4 finali di
Coppa dei Campioni (1958-1966-1974-1985), 4 finali di
Coppa delle Coppe (1964-1976-1980-1996) e la
finale dell'Europeo di Calcio 1972 (Germania
Ovest-URSS) e
di Coppa Uefa nel 1983. Nonostante la sua fama di stadio
nazionale del Belgio, l'Heysel non era mantenuto al
meglio. Le finali di Coppa Campioni disputate presso
l’Heysel sono le seguenti: Real Madrid - Milan (2-2;
3-2) del 1958, vinta dal Real; Real Madrid - Partizan
(2-1), vinta ancora una volta dai Blancos; Bayern Monaco–Atletico
Madrid (4-0), stravinta dal Bayern dopo essere stata
ripetuta, nell’anno 1974; Juventus - Liverpool (1-0)
del 1985, vinta dalla Juventus, che purtroppo passerà
alla storia per motivi extra sportivi.
Negli anni ’80, però, lo stadio Heysel era ormai
fatiscente. Gran parte della struttura era stata
costruita in semplici mattoni forati di cemento,
molti dei quali vittima del degrado e del
deterioramento. Alcune tubazioni interne
presentavano delle perdite e l’acqua si infiltrava
nelle pareti, indebolendo la struttura in punti
specifici dello stadio. In altre aree, invece, pezzi
di legno e calcinacci si staccavano con facilità e
non era raro trovarne sparsi per terra sulle
gradinate.
Il giorno della finale, questa sarà una delle cause
che porterà alla tragedia, unita alle gravi lacune
in sede di organizzazione dell'evento, con le forze
dell’ordine che si dimostreranno completamente
impreparate a qualunque situazione d’emergenza.
Con il tempo
le condizioni dello stadio andarono via via peggiorando,
fino alla finale di Coppa dei Campioni tra Juventus
e Liverpool del 29 maggio 1985, quando, in concomitanza
di gravi disordini e incidenti, era ormai già ridotto
in pessime condizioni. Le critiche condizioni dello stadio,
insieme allo scarso controllo della folla sugli spalti,
contribuirono rapidamente al crollo di un muro adiacente
al settore Z che avvenne circa un'ora prima del fischio
d'inizio della finale.

La parete esterna dello stadio
era stata costruita con blocchi di calcestruzzo e quel
giorno alcuni tifosi, sprovvisti di biglietto, furono
visti tirare calci per formare dei buchi in modo da
salire sulle tribune. I tifosi della Juventus
vengono collocati nella curva M-N-O (per intenderci,
quella con l'Atomium alle spalle), mentre quelli del
Liverpool nella curva opposta, settori X-Y. Fra la
curva dei tifosi inglesi e la tribuna c’è il settore
Z riservato a spettatori neutrali con biglietto non
legato alle due tifoserie organizzate. Questa scelta
organizzativa era stata criticata
da entrambi i Club, che temevano la
possibilità che tifosi di entrambe le squadre si
ritrovassero insieme, nello stesso settore,
acquistando i biglietti personalmente tramite
agenzie locali. Le proteste delle due società
vengono respinte dagli organizzatori e, il giorno
della gara, il settore Z è quasi una succursale
della curva juventina. L'unico elemento a dividerli
dai tifosi del Liverpool è una recinzione metallica
provvisoria, più un blando cordone di poliziotti che
lasciano un corridoio vuoto tra le due aree della
curva. Circa un'ora prima del calcio d'inizio un
gruppo di tifosi inglesi più facinorosi tenta di
spingersi verso il settore Z, con cariche
intimidatorie, e riesce sfondare le recinzioni. I
tifosi bianconeri, cercano la via di fuga più ovvia,
ovvero verso il campo, ma le forze dell’ordine,
contro ogni logica, formano un "cordone" di
protezione ricacciandoli indietro. I tifosi della
Juventus si ritrovano in un vicolo cieco, sempre più
schiacciati contro la parete laterale della curva
che finisce per collassare. Le strutture murarie e
di recinzione del settore non possono reggere questo
peso con le persone che, cercando di scappare,
tentano di aprirsi vie di fuga in tutti i modi.
Molti tifosi muoiono schiacciati da altri o contro
le barriere, nella ressa che si verifica in quei
minuti concitati. Le vittime sono 39, i feriti oltre
600.I grotteschi appelli alla calma dei due capitani
e degli organizzatori, tramite l'audio dello stadio,
danno la misura di come nessuno avesse compreso
l'entità di ciò che stava accadendo, in quel
momento. Così come accadrà 4 anni dopo a
Hillsborough, soltanto a fatti avvenuti ci si
renderà conto di quanto fosse grave la
situazione-stadi in Europa in quel periodo e di
quanto fosse "arretrata" la concezione stessa
dell'evento sportivo, alla base dell'organizzazione
e della preparazione degli addetti ai lavori. Le
autorità locali, in accordo con quelle del calcio
(ma non con tutti i giocatori coinvolti),
decideranno di far disputare ugualmente la finale,
per evitare il rischio di ulteriori incidenti. Le conseguenze di quel crollo
furono drammatiche, 39 persone persero la vita. "Gentili
telespettatori, la partita verrà commentata in tono
il più neutro, impersonale e asettico possibile".
Queste sono le parole con le quali Bruno Pizzul (ri)comincia
la diretta tv di Juventus-Liverpool, finale di Coppa
dei Campioni, il 29 maggio 1985. Sono le h 21.40 a
Bruxelles, Stadio Heysel, e la tragedia si è già
compiuta. La Juventus vincerà 1-0, gol di Platini. I
Club inglesi, dopo quel giorno, saranno banditi
dalle competizioni europee per 5 anni (il Liverpool
per 6 anni). L’impreparazione della polizia, le
strutture fatiscenti dello stadio, l’assenza totale
di vie di fuga, la presenza di recinzioni che erano,
di fatto, un ostacolo quasi mortale per gli
spettatori, e l’intemperanza scatenante di una parte
di tifosi stessi, avevano contribuito a "creare" una
tragedia che segnerà il punto di svolta quasi
definitivo nella concezione di una partita di calcio
come evento pubblico.

La finale di Coppa del Belgio,
Bruges-Beveren, in programma all'Heysel 3 giorni dopo, è
spostata al Parc Astrid. Lo stadio, infiorato a festa, sarà
riaperto al pubblico il 30 agosto 1985 in occasione del
Memorial Ivo Van Damme, tradizionale meeting internazionale
di Atletica Leggera. Il muretto crollato nel blocco Z è
stato ricostruito. Venduti 45.000 biglietti, 3.000 i
poliziotti in servizio. La prima partita di calcio, quasi un
anno dopo la tragedia, il 29 aprile 1986: Belgio-Bulgaria,
amichevole pre-mondiali in Messico. Il settore Z rinominato
"Nord 1" e quelli opposti nella curva di fronte "Sud". Il
sindaco Hervé Brouhon (già in carica il 29.05.1985) non
organizza cerimonie ufficiali, né erige un monumento o una
lapide in memoria delle vittime. Nel 1990 il Milan, campione
d’Europa è il primo club italiano chiamato a giocare proprio
nel vecchio stadio della morte.
Si giocano i quarti
di Coppa dei Campioni contro il Malines e per motivi di
sicurezza vietato il "Behind the Army Barracks" della
squadra belga di Mechelen che sceglie Bruxelles. Il club
italiano avrebbe desiderato un minuto di silenzio e di
portare la fascia nera a lutto sulle proprie maglie durante
la partita, ma gli viene negato. I tifosi italiani
arrivarono davanti all’impianto già condannato alla
demolizione scoprendo che non c’era neppure una lapide, né
una traccia di ciò che era accaduto, ma soltanto ostile
indifferenza. Prima del calcio d’inizio, Paolo Taveggia e
Franco Baresi, dirigente e capitano della squadra rossonera,
attraversano il campo e la pista di atletica con un mazzo di
39 rose che depongono ai piedi della recinzione dell’ex
settore Z ricevendo una bordata di fischi incivili da parte
dei tifosi locali mentre gli altoparlanti dello stadio anche
in quel momento trasmettevano musica commerciale, ignorando
ignobilmente il nobile gesto.
Qualcosa di analogo accade nel corso degli Europei del 2000,
disputati in Belgio e Olanda, quando l’Italia giocò nell’ex
stadio Heysel (completamente ristrutturato e rinominato "Re
Baldovino") contro il Belgio. Paolo Maldini e Antonio Conte
(all’epoca capitano della Juventus) deposero due mazzi di
fiori sotto la lapide in memoria della strage. Ad
accompagnarli, gli altri azzurri, Michel D'Hooghe, allora
presidente dell'Unione Belga e Lorenzo Staelens, il capitano
della squadra belga. Il DJ non fermò nemmeno la musica
neanche quella volta...
Fonti:
Wikipedia.org - Saladellamemoriaheysel.it - Pronosticidipiazza.com -
Archistadia.it -
Sportmagazine.levif.be
© Fotografie:
Instagram (Eros Ramazzotti) - Rtbf.be - De.m.wikipedia.org
-
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Un decennio dopo, in vista di Euro
2000, nel 1995 lo stadio venne abbattuto e ricostruito fra le
polemiche. Per le opere di ammodernamento furono spesi 1,5
miliardi di franchi belgi (circa 37 milioni di euro) e
l'impianto venne rinominato "Re Baldovino" (Koning Boudewijn
Stadion - Stade Roi Baudoin) in onore del monarca deceduto il 31
luglio 1993. Pur conservando buona parte della propria struttura
originaria risalente al 1930, è stato coperto da una tettoia e
rifatto completamente al suo interno adeguando i suoi 50.000
posti a sedere ai criteri di sicurezza e modernità, al fine di
renderlo idoneo ad ospitare i campionati europei di calcio del
2000 organizzati dal Belgio e dall'Olanda. La pianta
dell'edificio è rimasta immutata, con la tribuna centrale e
l'anello ovale di gradinata indipendenti tra loro. In
particolare, il lavoro più interessante del progetto di
ristrutturazione è stato realizzato proprio sulla struttura
della tribuna: Il grosso dell'edificio originale non c'è più, ed
è stato sostituito da un imponente parallelepipedo in mattoni
rossi segnato da quattro elementi sporgenti che ne suddividono
la facciata in modo regolare (quasi fossero delle enormi paraste
rilette in chiave moderna). La porzione centrale originale,
però, è stata mantenuta e riproposta: il colonnato con
trabeazione che ricreava un portale neoclassico "in miniatura",
a incastonare l'ingresso principale, è stato inglobato e
valorizzato nella nuova struttura, creando un forte contrasto di
colori e stili che ne evidenzia immediatamente la presenza e il
valore architettonico per il visitatore. Rinnovate le gradinate,
inserito posti a sedere e copertura integrale sull'impianto,
incastonato la facciata storica in una più ampia e moderna in
mattoni rossi, l'impianto è passato ad avere due anelli di
gradinata: il primo, più ampio, che ricalca l'impronta
dell'anello originale del vecchio stadio, e un secondo,
superiore, più piccolo. Tutto ciò che rimane del vecchio stadio
è un cancello restaurato all'entrata principale. La nuova
struttura comprende un campo da calcio, la pista d'atletica e
strutture per competizioni da prato. Ad ogni modo, il nuovo
stadio non cancellerà mai il ricordo di quella tragedia che
rimarrà per sempre una macchia indelebile per il calcio europeo
e soprattutto per il Belgio.

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Il nuovo stadio fu inaugurato il 23 agosto
1995 con la partita Belgio - Germania (1-2) e nel 1996 lo stadio
ospitò la finale di Coppa delle Coppe 1995-1996 tra Paris Saint-Germain
e Rapid Vienna, vinta 1-0 dai francesi. Ospita grandi eventi
musicali nonché alcune partite dell'Europeo 2000 (tra cui la
gara d'apertura Belgio-Svezia e una delle due semifinali,
Francia-Portogallo). L'Italia vi ha anche disputato
una partita ufficiale di quella competizione proprio contro il Belgio.
Prima dell'incontro di calcio, il giocatore della Juventus e dell'Italia,
Antonio Conte, accompagnato dal compagno di nazionale e suo capitano
Paolo Maldini, depose un mazzo di fiori nei pressi del settore dove
era localizzato un tempo il settore Z, il luogo dell'eccidio mentre
l'altoparlante dello stadio trasmetteva musica ad alto volume in
assoluta indifferenza al gesto di commemorazione, peraltro già non
autorizzato precedentemente dall'Uefa. All'ingresso delle squadre
in campo, tutti i giocatori della nazionale italiana entrarono in
campo portando un fiore bianco nella mano sinistra, in onore dei
tifosi morti all'Heysel.

Gli anni a seguire, invece, le cose mutano
radicalmente. Vengono finalmente autorizzate dal Borgomastro di
Bruxelles le cerimonie pubbliche davanti allo Stadio ad ogni anniversario.
E’ proprio l’Amministrazione Comunale, in particolare, ad organizzare
il 29 maggio 2005 una storica commemorazione per il ventennale della
strage, invitando i familiari delle vittime alla scopertura
della meridiana-monumento realizzata dall’artista
Patrick Rimoux in memoria dei caduti sul piazzale fuori allo stadio.
Il 26 maggio 2006, la federazione calcistica belga decise di non
usare più lo stadio per gli incontri della nazionale belga e per
la finale della Coppa del Belgio, a causa delle porte troppo strette
e delle condizioni di sicurezza della struttura. La URBSFA decise
che i successivi incontri della nazionale fossero giocati da quel
momento in poi al "Constant Vanden Stock Stadium" dell’Anderlecht.
A causa di questa restrizione, la città di Bruxelles emanò una dichiarazione
nella quale certificava che lo stadio era sicuro, contrariamente
a quanto diceva la relazione della Federcalcio. Il 6 ottobre 2006,
la URBSFA incontrò i rappresentanti della città di Bruxelles e fu
deciso di rinnovare il contratto fino al 30 giugno 2008. Dal 15
novembre 2006, la nazionale belga ha quindi riutilizzato lo Stadio
Re Baldovino. Inoltre, ospita annualmente come da tradizione, il
Memorial Van Damme, un meeting internazionale di atletica leggera,
inserito nel circuito IAAF Diamond League. Nel giugno 2013 viene
ufficializzato che il "Roi Baudouin" verrà definitivamente demolito
per lasciare spazio ad un nuovo stadio nazionale. Una scelta necessaria
affinché Bruxelles possa essere in lizza fra le città di 13 diverse
nazioni europee che ospiteranno gli Europei 2020, nel 60° anniversario
della competizione calcistica. La nuova struttura sorgerà vicina
allo stadio attuale, sull’area attualmente occupata da un grande
parcheggio, nel comune fiammingo di Grimbergen. Le autorità belghe,
in risposta ufficiale ad una Petizione Popolare promossa dal Comitato
"Per non dimenticare Heysel" di Reggio Emilia e da Saladellamemoriaheysel.it,
condivisa con alcuni familiari delle vittime e sostenuta bipartisan
da alcuni parlamentari europei italiani, si sono impegnate a preservare
dalla demolizione la meridiana-monumento ed a ricollocare degnamente
anche le due targhe in memoria nella nuova struttura.

Al Trentennale, per lodevole volontà della
Federazione italiana Giuoco Calcio, viene programmata il 13.11.2015
allo Stadio Roi Baudouin una partita amichevole fra le nazionali
maggiori di Italia e Belgio. Alla vigilia dell'incontro, sotto la
targa "In memoriam" si svolge una commovente commemorazione alla
quale partecipano tutti i calciatori della nazionale italiana, l’allenatore
Antonio Conte con il suo staff al completo ed il Presidente F.I.G.C.
Carlo Tavecchio. Le autorità Belghe partecipano con sensibilità
a questa cerimonia durante la quale viene anche ritirata simbolicamente
la maglia numero 39 della nazionale azzurra come aveva richiesto,
attraverso una Petizione Popolare, l’Associazione dei Familiari
delle Vittime. Il giorno seguente, durante la partita, al 39° minuto
del primo tempo i calciatori sospendono agonisticamente l’incontro
facendo melina a centrocampo mentre tutto lo stadio applaude a lungo
al ricordo dei caduti. In tribuna d’onore, accanto ai dirigenti
delle due squadre, è presente Andrea Lorentini, Presidente dell’
"Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel". Una serata
indimenticabile in cui anche lo "stadio maledetto" per un minuto
sorride al cielo. Intanto, però, a Parigi spietati terroristi dell’Isis
stanno attaccando in vari punti la capitale francese, seminando
morte e terrore fra i civili. Viene sfiorata la strage anche al
"Parco dei Principi" dove si sta giocando l’amichevole Francia-Germania.
Lo stadio era stato scelto dai kamikaze come un obiettivo nel multiplo
piano criminoso.
Fonti:
Wikipedia.org - Saladellamemoriaheysel.it -
Archistadia.it -
Sportmagazine.levif.be
© Fotografie:
Getty Images (Not for commercial use)

Una criptica targa commemorativa ricorda
la tragedia del 1985 in prossimità del luogo dove sorgeva nel vecchio
impianto sportivo il muretto semi crollato della curva Z. Sul marmo
sono tracciate 39 tacche sul bordo superiore e inferiore a simbolo
delle 39 vittime ed è impressa la scritta "in memoriam" sopra la
data 29.05.1985 della strage.
Il 29 maggio 2005, per volontà del comune
di Bruxelles, in occasione del ventennale della tragedia è stata
scoperta sul muro esterno del nuovo stadio "Re Baldovino" una grande
lapide con i nomi delle 39 vittime in ordine alfabetico.
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"Fermate tutti gli orologi"
(Scultura di Patrick Rimoux)
Vent'anni dopo la morte di 39 persone,
schiacciate nel settore Z dello stadio Heysel, la Città di
Bruxelles ha voluto rendere omaggio alle vittime di questa
tragedia erigendo un'opera architettonica sul piazzale dello
stadio, ora ribattezzato "Roi Baudouin". La commemorazione si è
tenuta domenica 29 maggio 2005, aperta al pubblico, "affinché
tutti possano rendere un doveroso omaggio alle 39 vittime" -
disse il sindaco Freddy Thielemans, promotore dell’opera, in
occasione della sua presentazione dello scultore francese
Patrick Rimoux. "La scultura è lì soprattutto per rappresentare
il dovere della memoria, simboleggiato da una meridiana. La
luce, grazie alla sua quota di ombra e di luce, ci ricorda il
passare del tempo, ma non può essere quella dell'oblio. Le
vittime del disastro sono evocate sulla colonna e sulla stele
dai prismi e dai blocchi di luce, ogni componente proietta il
numero delle vittime (39 lastre, 39 prismi, 39 blocchi, 13 metri
di altezza). La scelta della poesia di W.H. Auden si impone
innanzitutto per la sua evocazione di un essere perduto, ma
anche per la sua nazionalità. Suggerisce quindi il pentimento di
una nazione ferita da un atto omicida contro persone venute a
celebrare un momento di sport e di convivialità. La scultura
commemorativa "Ferma tutti gli orologi" è costituita da una base
con le proporzioni di un decimo di campo da calcio. Tutte le
pietre al centro della base di granito bianco provengono
dall'Italia. 39 blocchi di luce rivestiti di marmo bianco di
Carrara sono disposti in linea sulla base formando una
meridiana. Tutte queste linee convergono verso uno gnomone in
acciaio inossidabile alto 13 metri (primitiva meridiana,
costituita da una semplice asta verticale la cui ombra è
proiettata su una superficie orizzontale piatta). Su di essa
saranno inseriti 39 prismi di luce disposti a spirale, che
evocano la spirale del tempo. Questi prismi cambieranno colore
per suggerire le variazioni della luce solare, dall'alba al
tramonto. Nella parte superiore dello gnomone, 39 piccoli prismi
bianchi saranno disposti in tre corone di 13. Infine, intorno
alla stele, 39 lastre di pietra blu belga circondano la
scultura. Su queste lastre sarà incisa una poesia dello
scrittore britannico W.H. Auden, "The Funeral Blues".
Fonte: patrickrimoux.fr
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"Funeral
Blues"
(W. H. Auden)
Fermate
gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso
succulento,
chiudete i pianoforti e con un
rullio smorzato
portate
fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Aeroplani
lamentosi incrocino lassù
e scrivano
nel cielo il messaggio: lui è morto,
allacciate nastri di crespo al
collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela
nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud,
il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il
mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mia mezzanotte,
la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno
ma avevo torto.
Le stelle non servono più, spegnetele
tutte,
imballate la luna, smontate anche
il sole,
svuotatemi l'oceano e sradicate
il bosco,
perché ormai più niente ha importanza
Documento filmato di repertorio sulle condizioni
precarie dello stadio Heysel, nonostante alcuni lavori di restauro
e la riapertura ufficiale del 23.04.1986 in occasione della partita
internazionale Belgio-Bulgaria. Il video è tratto dal servizio del
giornalista Gigi Moncalvo per la trasmissione televisiva "CANALE
5 NEWS", alla vigilia dell'incontro europeo di calcio fra Malines
e Milan che si disputò allo stadio Heysel di Bruxelles il 7.03.1990
nonostante le condizioni notoriamente pessime dell’impianto sportivo
e il drammatico precedente della tragedia del 29.05.1985. All’epoca
era ancora in corso il processo di appello a Bruxelles, dopo le
prime sentenze che avevano risparmiato la Uefa dalle responsabilità
dirette sulla strage.
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Nel giugno 2013 viene ufficializzato che
il "Roi Baudouin" verrà definitivamente demolito per lasciare spazio
ad un nuovo stadio nazionale. Una scelta necessaria affinché Bruxelles
possa essere in lizza fra le città di 13 diverse nazioni europee
che ospiteranno gli Europei 2020, nel 60° anniversario della competizione
calcistica. La nuova struttura sorgerà vicina allo stadio attuale,
sull’area attualmente occupata da un grande parcheggio, nel comune
fiammingo di Grimbergen. Le autorità belghe, in risposta ufficiale
ad una
Petizione Popolare promossa dal Comitato "Per non dimenticare
Heysel" di Reggio Emilia e da Saladellamemoriaheysel.it, condivisa
con alcuni familiari delle vittime e sostenuta bipartisan da alcuni
parlamentari europei italiani, si sono impegnate a preservare dalla
demolizione la meridiana-monumento ed a ricollocare degnamente anche
le due targhe in memoria nella nuova struttura.
H E I Z E L S T A D I
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