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						 Heysel, parola 
								d'amore  
						di Domenico 
								Laudadio  
						Andrea Agnelli 
								ha mantenuto la parola: "L'angolo della memoria" 
								per le vittime dello stadio Heysel di Bruxelles 
								è nel cuore del nuovo museo della Juventus.
						 
						
						 In antropologia un 
								totem è un'entità soprannaturale che ha un 
								significato simbolico particolare per una 
								persona, un determinato clan o l'intera tribù, 
								al quale ci si sente legati per tutta la vita. 
								Mi piace pensare in questo modo alla stele che 
								la Juventus Football Club ha dedicato alle 39 
								vittime dello stadio Heysel di Bruxelles nel suo 
								"J Museum" sorto a Torino nei pressi del suo 
								nuovo stadio alla Continassa. Un gesto molto 
								semplice, ma affettivamente altrettanto nobile 
								che finalmente restituisce tra le braccia di 
								madre alla "Vecchia Signora" quei 39 tifosi 
								dispersi nel Belgio", richiamati uno ad uno per 
								nome e cognome al suo seno. Un segno di purezza 
								e coerenza del Presidente Andrea Agnelli, 
								all'epoca della strage bambino, che lo aveva 
								promesso alla cerimonia del 25° anniversario 
								della strage nel giardino della sede sociale 
								alla presenza dei familiari delle vittime. 
								Erroneamente alcuni organi di stampa 
								attribuirono in quella occasione alle parole del 
								neo Presidente bianconero l'annuncio di una sala 
								della memoria, probabilmente intesa come un 
								museo nel museo della Juventus. In verità Andrea 
								Agnelli si riferì letteralmente ad "un luogo per 
								ricordare queste persone "... E proprio così è 
								stato. Unendo la terra con il cielo, la Juventus 
								ha inciso alla memoria su una lunga stele nomi e 
								cognomi di quei 39 innocenti per un battesimo di 
								eternità. Atto dovuto, certamente, ma non più 
								così scontato dopo 27 anni di oblio nella 
								memoria delle precedenti gestioni del club e dei 
								mass media italiani. Nonostante questo, resterà 
								sempre molto complesso e contraddittorio il 
								rapporto fra l'etica dei sentimenti umani e la 
								indubbia legittimità di un trofeo così 
								prestigioso, vinto comunque con merito e impegno 
								sul campo di gioco, festeggiato da tifosi e 
								calciatori, esposto sia in occasione del rientro 
								all'aeroporto di Caselle, maldestramente, che 
								anonimamente nella sala dei trofei.  
						
						 Per rispetto 
								dei caduti e dei loro familiari, fra l'altro 
								invitati dalla Juventus a presenziare alla 
								cerimonia d'inaugurazione, sarebbe cosa buona e 
								giusta listare a lutto quel trofeo, 
								restituendogli buona parte della dignità della 
								sua stessa presenza. Basterebbe, almeno, 
								annodarle anche una di quelle sciarpe bianconere 
								che servirono a detergere il sangue dei feriti, 
								a coprire i volti dei morti. Onestamente, il 
								racconto dettagliato e documentato di una simile 
								cruenta tragedia, vero e proprio incubo della 
								storia juventina di sempre, poco si adeguerebbe 
								all'atmosfera edulcorata e onirica d'insieme 
								dell'ambiente museale. Da un lato, quindi, 
								personalmente comprendo la scelta "tecnica" 
								degli organizzatori, dall'altro non condivido il 
								fatto di non accompagnare il totem con almeno 
								una fotografia o un video a testimonianza di 
								quell'evento e di quel trionfo marchiato dal 
								sangue da 39 innocenti. Dunque la Juventus 
								avrebbe finalmente "fatto la pace con l'Heysel" 
								? Può darsi, forse di più con se stessa, ma 
								credo anche, dopo tanti anni di richieste 
								private del sottoscritto, di gruppi e 
								associazioni di tifosi alla società, che il 
								cerchio si è ormai chiuso. Non è stato 
								importante che alla fine non sia conciso per 
								contenuti e forme quanto domandato in questi 
								anni per quello spazio alla memoria. L'unica 
								cosa che veramente conta, seconda solo al 
								gradimento dei familiari delle vittime, è che i 
								cuori trafitti dell'Heysel siano ritornati nel 
								cuore pulsante della storia della Juventus, 
								proprio lì in quel museo, dove ancora battono 
								ritmicamente come in quella infausta sera del 29 
								Maggio 1985, prima del passaggio oltre... Non li 
								senti ?! Juve... Juve... Juve... Juve... 
						  
						Fonte:
						 
								Saladellamemoriaheysel.it © 21 maggio 2012
						  
						Fotografie: 
						Juventus.com
								
								 ©
								
								
								
								Comitato 
								Heysel 
								 
								 © Francesco Laudadio
								
								 ©  
								
								
								
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