Privacy Policy Cookie Policy
JUVENTUS Fc 29-05-2010
www.saladellamemoriaheysel.it   Sala della Memoria Heysel   Museo Virtuale Multimediale
Cerimonie Juventus Football Club 29.05.2010
   Cerimonie Fc Juventus  Cerimonie di Torino  39 Angeli  In Memoriam  Lo Stadio Heysel   
Sede Juventus Football Club 29.05.2010
Chiesa "Gran Madre di Dio" 29.05.2010
25° Anniversario Strage Stadio Heysel Bruxelles
 Cerimonia Privata insieme ai Familiari delle Vittime
 Celebrazione Eucaristica in Memoria Officiata da Don Livio Maritano
Commemorazione a Cura della Juventus Football Club
Con la Speciale Partecipazione dei Familiari delle Vittime dell'Heysel
Michel Platini (Presidente UEFA) Calciatori Fc Juventus 1985


25° Juventus FC 2010

"Il nuovo stadio per non vivere più tragedie così"

di Guido Vaciago

Commovente cerimonia per i 25 anni dell’Heysel: la promessa di Andrea Agnelli

"Ero piccolo, ma già appassionatissimo di calcio. Capivo che qualcosa non andava, ma non mi rendevo conto della portata della tragedia, anche se gli occhi dei miei genitori mi comunicavano angoscia. Loro cercavano di non dirmi nulla, ma i loro sguardi li tradivano. Crescendo, maturando, leggendo, ho preso coscienza di quello che accadde quella sera e, a dispetto di quella partita che i giocatori mi assicurano fu verissima, non sono mai riuscito a sentire mia quella coppa. Si parla molto di calcio sotto il profilo tecnico, discutendo di giocatori e tecnici, oppure dal punto di vista finanziario, analizzando bilanci, costi e spese. Oggi vorrei parlarne dell’aspetto sociale. E provare a immaginare il nuovo stadio della Juventus come un luogo dove possano tornare le mogli e i figli, insieme con i mariti. Un posto dove far vivere la passione in modo autentico, nel nome della sana competizione sportiva per vivere momenti di gioia e non di dolore e tristezza. Il nuovo stadio dovrà essere un antidoto contro tragedie come l’Heysel che, però, verrà ricordato in una sala dedicata alla memoria".

LEZIONE - Un luogo dove è bello immaginare padri che spiegano ai figli la storia, perché crescano generazioni di veri appassionati di calcio. Perché a distanza di 25 anni, si ha la netta sensazione che la lezione dell’Heysel l’abbiano imparata meglio gli inglesi che gli italiani. Il giro di vite dei governi britannici, l’applicazione autentica di leggi (le stesse che esistono da tempo pure in Italia) e un attento lavoro socioculturale di club e federazione hanno prodotto dei risultati accettabili, trasformando la Premier League in un Luna Park del calcio internazionale. E se dietro il luccichio si nasconderà pure qualche magagna, resta un paradiso in confronto a un campionato, il nostro, che fa disputare una partita a porte chiuse (Genoa - Milan) per un omicidio di quindici anni fa, quando ne erano già passati dieci dall’Heysel.

SOLIDARIETA’ - A venticinque anni dalla tragedia, il direttore generale del Liverpool, Purslow, può arrivare a Torino a testa alta. E dire cose molto intelligenti e, anche commoventi: "Ricordare, rispettare, risolvere. Questo deve rappresentare l’Heysel per noi e per voi. Ricordare per non ripetere più niente di simile, rispettare per portare sempre la nostra solidarietà e il nostro appoggio all’infinito dolore dei parenti delle vittime, risolvere perché la violenza va combattuta ed estirpata dal calcio insieme all’odio". Già, l’odio, quello che qualche tifoso della Juventus sente ancora per il Liverpool e che Purslow prova a cancellare con un riferimento toccante al celebre motto del Liverpool: "Noi cantiamo che con la speranza nel cuore non camminerete mai soli. Ecco, portando tutta la solidarietà del Liverpool a voi parenti delle vittime dico che, grazie al mio club e alla Juventus, voi non camminerete mai soli".

 

PARTITA INFINITA - Michel Platini per un giorno si è rituffato nel suo passato bianconero, abbracciando Andrea Agnelli e John Elkann, così come i vecchi compagni Massimo Briaschi, Beniamino Vignola, Antonio Cabrini, Stefano Tacconi, Beppe Furino, Massimo Bonini, Sergio Brio e prendendosi pure una ramanzina dal suo presidente Boniperti che gli ha consigliato di andare dal dietologo. Poi ha parlato da presidente dell’UEFA. Un presidente dell’UEFA che, in parte, è nato proprio quella notte a Bruxelles, dove arrivò da "calciatore gioioso e spensierato", e forse ripartì già politico e "con una ferita indelebile dentro". Dice Michel: "Quella partita non è mai finita per me e per i miei compagni. E oggi che sono presidente dell’UEFA, la mia priorità è quella che tragedie di questo genere non accadano mai più".

FOLLA - Lo applaudono i suoi ex compagni, i parenti delle vittime, i tanti dirigenti e amici della Juventus di ieri e oggi, da Giampiero Boniperti a Pietro Giuliano, da Francesco Morini a Franzo Grande Stevens, a Cobolli Gigli, a Maurizio Paniz, ad Andrea Galasso. Una piccola folla che si trasferisce alla Gran Madre per la messa con la prima squadra (rappresentata nel cortile della sede, davanti al cippo commemorativo, da Alessandro Del Piero) e la Primavera. Conclusione degna di una mattinata che lascia nel cuore una bella sensazione.

SOLO MEMORIA - Così bella che non riesce a essere contaminata da un gruppo di tifosi juventini che nel pomeriggio provano a rovinare tutto con una manifestazione dai risvolti incomprensibili. Nel giorno del ricordo di 39 morti di Bruxelles doveva esserci spazio solo per la memoria, la riflessione e il ricordo. Altri erano gli spazi e i tempi per le sacrosante battaglie su calciopoli. Mentre mai ci dovrebbero essere spazio per il razzismo, la mancanza di buon gusto e le bombe carta. E non solo nel nuovo stadio. Fonte: Tuttosport © 30 maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

29/5/2010  - 25 anni fa la tragedia

Heysel, il ricordo di Andrea Agnelli: "Tragedia che porteremo nel cuore"

Il presidente: "Nel nuovo stadio un luogo dedicato alla memoria" - Platini: "Mai più una strage così".

TORINO - "Mai più tragedie simili". È il motto che ha accomunato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli e quello dell’UEFA, Michel Platini, riuniti nella commemorazione per i 25 anni dalla tragedia dell’Heysel, che li ha visti protagonisti in vesti diverse. Nel 1985, nella serata in cui i bianconeri vinsero la loro prima Coppa dei Campioni battendo il Liverpool, persero tragicamente la vita 39 persone allo stadio Heysel di Bruxelles. Un dolore incancellabile, un ricordo sempre vivo nel cuore degli juventini. "Ero bambino, avevo 9 anni - ricorda Agnelli - e davanti alla televisione vedevo le espressioni preoccupate dei miei parenti, ma non capivo e loro non potevano spiegarmi. Diventato più grande, ho maturato la consapevolezza. Ho sempre fatto fatica a sentire "nostra" quella coppa, anche se i giocatori mi hanno sempre assicurato che la partita fu vera. Oggi dobbiamo assicurare alle generazioni future stadi sicuri, per un calcio da vivere sereno e come momento di gioia, con una sana competizione sportiva. Nel nuovo stadio che stiamo costruendo in questa direzione, ci sarà uno specifico luogo per ricordare". Platini ricorda: "Ero spensierato come tutti i calciatori che stanno per vivere un momento importante. Ma noi calciatori abbiamo vissuto questa partita al buio. Quella partita dura ancora oggi e non si può cancellarla. Assicuro, come presidente dell’UEFA, che sarà una mia priorità assicurare che non avvenga mai più una tragedia simile". La cerimonia è iniziata nel cortile della sede della Juventus, alla presenza di molti familiari delle vittime e di un dirigente del Liverpool, che ha sintetizzato così l’eredità dell’Heysel: "Ricordare, rispettare, risolvere", illustrando anche il "monumento all’amicizia" inaugurato proprio due giorni fa a Liverpool. È poi proseguita alla chiesa della Gran madre, dove è stata celebrata una messa a suffragio. Tra gli ospiti illustri, anche John Elkann, Gian Piero Boniperti, l’attuale vertice dirigenziale bianconero, con Blanc e Marotta, grandi ex del passato come Morini, Brio, Bonini, Tacconi, Cabrini, Vignola, oltre naturalmente a Platini, Mariella Scirea. Fonte: Tuttosport © 30 maggio 2010  Video: La Stampa ©

 

Cerimonie a Torino e a Bruxelles

Agnelli: "Fatico a sentire mia quella Coppa"

Commozione a Torino per la messa in ricordo delle 39 vittime dell'Heysel il 29 maggio 1985. Presenti molti giocatori della squadra di allora, la Juve di oggi con la dirigenza e una rappresentanza del Liverpool. Il presidente del club bianconero, Andrea Agnelli, ha ricordato quel tragico giorno: "Ho sempre fatto fatica a sentire mia quella Coppa". Toccante il racconto che Del Piero ha affidato al proprio sito: "Ricordo una partita che non comincia mai, mentre i grandi sono a tavola, con gli occhi fissi alla tv e ora ricordo le vittime non solo da giocatore della Juve, ma da tifoso, da bambino di 11 anni che sognava di giocarla, quella finale". Dopo la messa, il corteo dei tifosi bianconeri: partito in memoria delle vittime è vergognosamente finito con insulti e lancio di bombe carta contro la sede della Juventus. Fonte: La Stampa © 30 maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

La Juve ricorda "Mai più un Heysel"

di Timothy Ormezzano

Commemorazione delle 39 vittime che persero la vita il 29 maggio 1985 durante la finale di Coppa Campioni col Liverpool. Platini: "Non si verificherà più". Il ricordo di Andrea Agnelli e Alessandro Del Piero. In serata tensione davanti alla sede della società.

TORINO - "A dispetto di quella che fu comunque una partita vera, abbiamo sempre fatto fatica a sentire quel trofeo come una coppa nostra". Sono parole forti e sincere quelle espresse dal presidente della Juventus Andrea Agnelli durante la toccante cerimonia organizzata nella sede bianconera per il venticinquesimo anniversario della strage dell'Heysel. "Avevo 9 anni, vivevo l'evento con grande passione, come può viverlo un bambino. Ho visto negli occhi dei miei genitori una preoccupazione che non capivo". In serata protesta dei tifosi davanti alla sede della società, slogan e lancio di petardi.

PLATINI: "MAI PIU' UN ALTRO HEYSEL" - Lascia un segno profondo anche l'intervento del presidente dell'UEFA Michel Platini, uno dei grandi protagonisti di quella tragica finale di Coppa Campioni: "Quella partita maledetta si gioca ancora, non è mai finita. Nessuno potrà mai cancellare il nostro dolore. Da presidente dell'UEFA, la mia più alta priorità è che un dramma simile non si possa mai più ripetere". Prosegue "Le Roi": "In quella tremenda serata del 1985 ero un giocatore spensierato, non ancora trentenne, come tanti dei nostri tifosi arrivati a Bruxelles. Noi calciatori eravamo coscienti che non fosse una partita normale ma non avevamo la consapevolezza di tutto quello che era successo". 

STATI MAGGIORI juventini - Nel cortile della sede bianconera di corso Galileo Ferraris, di fronte alla lapide commemorativa, oltre ai parenti delle vittime, la bandiera bianconera Giampiero Boniperti, capitan Del Piero, gli stati maggiori del presente e del passato (Agnelli, John Elkann, Blanc, Marotta, Bettega, Cobolli Gigli, Fassone e Grande Stevens) e una rappresentanza della squadra di allora (Bonini, Brio, Cabrini, Briaschi, Tacconi e Vignola). 

PER NON DIMENTICARE - "Nel nuovo stadio della Juventus - ancora il presidente Andrea Agnelli - ci sarà una zona dedicata al ricordo dell'Heysel: le 39 persone che in quella notte tremenda hanno perso la vita resteranno per sempre nei nostri cuori". Avanza, seppur al ritmo da bradipo della burocrazia italiana, anche la richiesta di una via torinese intitolata ai caduti dell'Heysel. La pratica è al vaglio della commissione toponomastica. Nel pomeriggio i tifosi juventini marceranno da piazzale Caio Mario, di fronte alla Fiat Mirafiori, fin sotto la sede bianconera per ribadire la richiesta di una via intitolata alle vittime dell'Heysel.

IL RICORDO DI DEL PIERO - "Avevo undici anni, me lo ricordo bene - racconta Del Piero -. Vivevo tutto il bello del calcio e della passione per una squadra in quell'attesa, salvo poi vivere tutto il brutto, quanto più di drammatico si possa immaginare. Ricordo una partita che non comincia mai, con la voce per me lontana di Bruno Pizzul che rivela quello che sta accadendo. Solo più tardi mi spiegheranno e inizierò a capire dove può arrivare la follia, la bestialità, l'irresponsabilità degli uomini. All'Heysel sono morte 39 persone di cui 32 italiani: oggi ricorderemo le vittime di quella tragedia. Lo farò non solo da giocatore della Juventus ma anche da tifoso: non la dobbiamo mai dimenticare".

 

"RICORDARE, RISPETTARE, RISOLVERE" - Molto sentito anche il ricordo del dirigente del Liverpool Christian Purslow, presente alla commemorazione di stamani a Torino: "Abbiamo tre fronti su cui concentrarci: ricordare, rispettare e risolvere. Ricordare con grande tristezza e profonda solidarietà i 39 tifosi che persero la vita in seguito agli eventi tragici di quella sera a Bruxelles. Rispettare per sempre la memoria di chi non c'è più e risolvere il problema stadi, per evitare che certi fatti tragici possano nuovamente accadere. Impossibile cambiare la storia, asciugare le nostre lacrime, ma possiamo costruire un monumento all'amicizia per le future generazioni, come abbiamo recentemente fatto allo stadio di Anfield Road. Il motto del Liverpool è "you'll never walk alone", non camminerete mai da soli".

LA MESSA DI COMMEMORAZIONE - Dal quartier generale juventino alla chiesa della Gran Madre di Torino, dove è stata officiata la messa in suffragio delle vittime dell'Heysel. Presenti i parenti delle vittime, la prima squadra (eccetto i nazionali, gli infortunati Legrottaglie e Sissoko, oltre a Diego che ieri ha sposato la sua Bruna Leticia in Brasile) e una folta rappresentanza del settore giovanile. E' stato l'ultimo impegno ufficiale per il gruppo bianconero prima del rompete le righe. Il vescovo di Acqui Terme, Don Livio Maritano, ha ribadito come "in tutti gli aspetti della vita sociale le regole siano indispensabili", prima di leggere i 39 nomi dei tifosi juventini "colpevoli" di trovarsi nel momento sbagliato nel punto sbagliato di uno stadio sbagliato, fatiscente, tanto da sbriciolarsi sotto le cariche degli hooligans inglesi, oltre a Diego che ieri ha sposato la sua Bruna Leticia in Brasile) e una folta rappresentanza del settore giovanile. E' stato l'ultimo impegno ufficiale per il gruppo bianconero prima del rompete le righe. Il vescovo di Acqui Terme, Don Livio Maritano, ha ribadito come "in tutti gli aspetti della vita sociale le regole siano indispensabili", prima di leggere i 39 nomi dei tifosi juventini "colpevoli" di trovarsi nel momento sbagliato nel punto sbagliato di uno stadio sbagliato, fatiscente, tanto da sbriciolarsi sotto le cariche degli hooligans inglesi.

IL CORDOGLIO DI BRIO E CABRINI - "Juve e Liverpool  -  così Sergio Brio - hanno onorato al meglio la memoria dei caduti di quella tragica finale. Giovedì ero allo stadio di Anfield Road, con Road, con Dalglish, Lee e Neal. I Reds hanno celebrato con una targa le 39 vittime dell'Heysel". In chiusura il ricordo di Antonio Cabrini: "Quella finale è stata una partita surreale, che non dovremo mai dimenticare. Ma adesso guardiamo avanti: in Inghilterra è stato fatto molto in tema di sicurezza degli stadi, mentre noi, purtroppo, siamo ancora indietro", hanno celebrato con una targa le 39 vittime dell'Heysel". In chiusura il ricordo di Antonio Cabrini: "Quella finale è stata una partita surreale, che non dovremo mai dimenticare. Ma adesso guardiamo avanti: in Inghilterra è stato fatto molto in tema di sicurezza degli stadi, mentre noi, purtroppo, siamo ancora indietro".

TENSIONE IN SERATA - Momenti di tensione alla fine della marcia dei tifosi per ricordare le vittime della tragedia. Il corteo è giunto davanti alla sede della società bianconera, in corso Galileo Ferraris, che però era chiusa: i manifestanti si aspettavano di trovare qualche dirigente e hanno sfogato la loro delusione con dei cori e con il lancio di petardi. Ad inscenare la protesta sono stati una ventina di tifosi, che si sono staccati dal gruppo dei manifestanti e hanno srotolato uno striscione con cui invitavano la dirigenza ad impegnarsi a ottenere la revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter. Il tutto accompagnato da fumogeni e dal lancio di petardi. Durante il corteo non sono mancati gli slogan contro la tessera del tifoso. Fonte: La Repubblica © 29 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use) Video: La Stampa ©

 

Heysel, il ricordo durerà per sempre

Platini e la squadra dell’85 a Torino per commemorare i 25 anni della tragedia. Oggi la rievocazione, Agnelli annuncerà la sala della memoria nel nuovo stadio. Nell’impianto che la Juve sta costruendo la violenza dovrà essere confinata nel passato. Boniperti: "Quella coppa non è insanguinata".

TORINO, 29 maggio - Venticinque anni fa la finale di Coppa dei Campioni si trasformava in una delle più orrende tragedie dello sport. Juventus - Liverpool, a Bruxelles, venne preceduta da un attacco dei tifosi inglesi contro quelli italiani che provocò la morte di 39 persone innocenti, schiacciate, asfissiate, calpestate in modo atroce nella curva zeta dello stadio Heysel. LA SALA - Oggi, nel giorno della memoria bianconera, Andrea Agnelli annuncerà che quelle vittime non verranno mai dimenticate e che il ricordo di quella tragedia servirà da monito, perché mai si ripeta una simile follia. Nel nuovo stadio della Juventus ci sarà, infatti, uno spazio per ricordare i fatti di quel giorno maledetto.

LA CERIMONIA - Inizierà alle 10 la commemorazione nel cortile della sede bianconera, dove è stato posto un cippo alla memoria delle 39 vittime. Oltre al presidente della Juventus, ci saranno parecchi giocatori della squadra che giocò quella partita, a partire da Michel Platini, così come molti parenti delle vittime e il presidente della Lega Maurizio Beretta. Sarà una cerimonia breve, alla quale seguirà una messa alla Gran Madre, dove sarà presente la prima squadra della Juventus.

LA RIFLESSIONE - Venticinque anni dopo è il momento di commemorare, ma anche quello di riflettere. La tragedia dell’Heysel è stata una ferita dolorosa e profonda per il popolo bianconero, ora è una cicatrice che si porta dentro chi ha vissuto quella notte (in quello stadio o all’ascolto di quella drammatica telecronaca di Bruno Pizzul) e un racconto poco conosciuto per chi era troppo piccolo o non era neppure nato. IL SIMBOLO - E allora l’idea di una sala che nel nuovo stadio ricordi quella barbarie, come un fatto storico, oltre che tragico, è un’iniziativa eccellente. Perché a distanza di 25 anni, tutto quel dolore e quello sgomento devono servire a qualcosa. Devono servire a ricordare come quella finale fu organizzata in modo clamorosamente superficiale, lasciando che i tifosi inglesi e quelli italiani si trovassero accanto in quella maledetta curva, separati da una rete da pollaio. E che non c’erano abbastanza forze dell’ordine per gestire un evento di quella portata. Che i feriti non furono soccorsi in modo tempestivo e adeguato. Che odiare, oggi, 25 anni dopo, non serve a niente, che quello che conta è non ripetere. LA GIOIA - E il fatto che il luogo della memoria dell'Heysel sorga proprio nel nuovo stadio è significativo. In quello che sarà l’impianto più moderno del calcio italiano, la violenza dovrà essere solamente un ricordo, confinato in quella sala. Quello stadio dovrà accogliere tifosi veri, appassionati, innamorati della Juventus e del calcio: sarà un luogo di festa non di morte.

IL PRESIDENTE - Giampiero Boniperti, allora presidente della Juventus, si interrogava: "Cosa ricorderò tra trent’anni di questa coppa ? Tornerò ogni tanto a osservarla nella vetrinetta, ma credo che mi apparirà soltanto l’immagine di uno dei tanti morti che ho visto all’obitorio. L’immagine di un ragazzo di dieci anni, con un fazzoletto bianconero al collo".

LA COPPA - Già, quella coppa è nella sala dei trofei della Juventus. Pochi metri in linea d’aria con il cippo intorno al quale ci si raccoglierà stamattina. Un trofeo scomodo e doloroso, sul quale si è a lungo dibattuto. Lo stesso Boniperti sostiene: "Non dite che quella coppa è insanguinata. Non è vero. La tragedia è una cosa, la partita è un’altra. E fu una partita vera, chiedete a Rush, a quelli del Liverpool. Andarono in campo per vincere e noi con loro. Proprio non riesco a vergognarmi per quella coppa e il dolore lo tengo per me".

I GIUDICI - Ma forse questo punto di vista è proprio quello da dimenticare. Quella coppa è lì, nella sala più luccicante della sede juventina, e ognuno di quelli che ci passa davanti può ricordare e pensare ciò che vuole. Anche perché gli unici che potrebbero decidere veramente se quella coppa è vera o meno sono le trentanove vittime della curva zeta. Nessun altro. Fonte: Tuttosport © 29 maggio 2010  Fotografie: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

Del Piero: "Heysel, una partita mai iniziata"

Prima nella sede della Juventus, dove il presidente Andrea Agnelli ha condotto la commemorazione davanti ai famigliari delle vittime e a tanta Juve di allora (vedi articolo), poi nella chiesa della Gran Madre assieme a buona parte dei compagni di oggi. Alessandro Del Piero è stato sempre presente alla commemorazione per i venticinque anni della tragedia dell’Heysel. E attraverso il suo sito personale www.alessandrodelpiero.com la ricorda così:  "La mia squadra deve vincere la Coppa dei Campioni. Questa volta non può sfuggirci, siamo i più forti. Il giorno dopo c’è la scuola ma so che i miei mi faranno fare tardi, tanto non sarei riuscito a dormire. A casa siamo tutti juventini: papà, mamma, mio fratello. La partita l’ho già giocata nel pomeriggio con il mio pallone, e la sera prima di andare a dormire con la mia immaginazione, come sempre interpretando la parte di tutti i giocatori. La fantasia ti fa volare, qualche anno più tardi avrei scoperto che la realtà la può anche superare". "É una di quelle partite di cui parlano tutti, in Veneto poi è pieno di juventini come noi. Eppure Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni 1984/85 dallo stadio Heysel di Bruxelles, la vediamo con un tifoso dell’Inter: è un collega, caro amico di mio papà, che ci aveva invitato a cena. Una bella occasione per stare insieme e per fare festa, a casa di un amico e non certo di un avversario". "Tutto il bello del calcio e della passione per una squadra, per me, sta tutto in quell’attesa. Tutto il brutto, quanto di più drammatico si possa immaginare, sta tutto in quello che è accaduto dopo. Ricordo una cena consumata in pochi minuti per correre a giocare con il figlio degli amici dei miei, prima del calcio d’inizio. Ricordo una partita che non comincia mai, mentre "i grandi" sono a tavola, con gli occhi fissi alla televisione, la voce per me lontana di Bruno Pizzul che rivela a milioni di spettatori quello che sta accadendo. Io sono di là a giocare. Solo più tardi mi spiegheranno, comincerò a capire dove può arrivare la follia, la bestialità, ma anche l’irresponsabilità degli uomini. Torniamo a casa tra il primo e il secondo tempo. La partita era iniziata, poco contava ormai". "Ma quale partita. Vinciamo la Coppa, sì. Ma all’Heysel sono morte 39 persone, di cui 32 italiani, juventini che volevano festeggiare, come me e la mia famiglia. Come loro, potevamo esserci noi. Adesso sono il capitano della Juventus. Sono passati venticinque anni, da diciassette sono dall’altra parte, non più tifoso ma protagonista. Oggi ricorderemo le vittime di quella tragedia. Lo farò non soltanto da giocatore della Juventus, ma da tifoso, da bambino di undici anni che sognava di giocarla, quella finale. Non la dobbiamo mai dimenticare. E in particolar modo noi che abbiamo la fortuna di indossare questa maglia - per un minuto come per una carriera - dobbiamo rivolgere un pensiero a quella partita mai iniziata e a chi per quella partita, per quella passione, per la Juventus, ha perso la vita". Fonte: Juventus.com © 29 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

In memoria delle vittime dell'Heysel

Sabato 29 maggio è il venticinquesimo anniversario della tragedia dell’Heysel. Nel 1985, nella serata in cui i bianconeri vinsero la loro prima Coppa dei Campioni, persero tragicamente la vita 39 persone allo stadio Heysel di Bruxelles. Un dolore incancellabile, un ricordo sempre vivo nel cuore degli juventini. Proprio sabato 29 maggio la Juventus ha organizzato una commemorazione alla quale parteciperanno, oltre agli attuali vertici societari e la squadra di oggi, le autorità calcistiche italiane e internazionali, una rappresentanza del Liverpool, alcuni giocatori della squadra che scese in campo quella sera e i famigliari delle vittime. La prima parte della commemorazione sarà nella sede della Juventus, poi la funzione alla chiesa Gran Madre di Dio di Torino. E in questi giorni sono molte le cerimonie in memoria della tragedia dell’Heysel: sempre sabato, ad Arezzo, si giocherà la finale del 14° trofeo giovanile intitolato a Roberto Lorentini, scomparso a Bruxelles, a Reggio Emilia, il comitato "Per non dimenticare Heysel" ha organizzato una commemorazione, mentre a Rutigliano, in provincia di Bari, sarà intitolata una via alle vittime di quella drammatica sera. A Liverpool invece sono state ricordate mercoledì 26 maggio. Ad Anfield è stata posta una targa ricordo nel corso di una cerimonia alla quale hanno preso parte i dirigenti del Liverpool, alcuni ex giocatori di allora come Kenny Dalglish, Sammy Lee e il capitano Phil Neal e, per la Juventus, Gianluca Pessotto e Sergio Brio. Inoltre il 3 giugno, in occasione dell’amichevole pre-mondiale Italia Messico, in programma a Bruxelles, verranno ricordate le vittime della tragedia. Fonte:  Juventus.com © 28 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

29 maggio 1985, la tragedia

Bruxelles, 29 maggio 1985. Doveva essere una partita fantastica, di quelle destinate a rimanere nella storia del calcio. Pochi mesi prima, la Juventus aveva ospitato il Liverpool a Torino, in occasione della finale di Supercoppa Europea. In una gelida serata, i bianconeri avevano vinto 2-0 ed era stato uno straordinario momento di sport e di lealtà, con i giocatori della Juve che ricevettero il trofeo indossando la maglia degli avversari. In Belgio, la sfida è la finale di Coppa dei Campioni. Si annuncia un match spettacolare, invece sarà un lungo tunnel dell’orrore che cancellerà totalmente la gioia per la conquista del titolo di campione d’Europa per club. Prima del fischio d’inizio, in uno stadio che presenta problemi notevoli dal punto di vista strutturale, gli hooligans inglesi assaltano i pacifici sostenitori della Juventus situati nel settore Z. È una strage, con 39 vittime e oltre 600 feriti. Si vedono scene di follia senza precedenti, nessuno si capacita che uno stadio di calcio possa diventare il teatro di una guerra dichiarata contro gente pacifica, venuta solo per partecipare a una festa in compagnia di amici e familiari. L’UEFA decide che si deve disputare la partita, onde evitare che la situazione degeneri ulteriormente. Le notizie sono confuse, si parla di feriti e di un morto, le due squadre sono costrette a scendere in campo e onorano l’impegno con serietà. La Juventus vince 1-0, ma conta poco: chi vede in Italia la partita in tv è al corrente di quanto è successo, conosce le proporzioni della strage. Ecco il ricordo di Michel Platini, fissato nella sua autobiografia "La mia vita come una partita di calcio": "All’Heysel le curve X, Y e Z hanno un soprannome: sono chiamate i parchi bestiame. Perché sono i posti meno cari e gli spettatori, ammassati, rimangono in piedi. Parchi bestiame. Alle 19.30, quarantacinque minuti prima del previsto fischio d’inizio, comincia la carneficina. Nella tribuna cuscinetto, l’esplosione di violenza è pari alla leggerezza degli organizzatori. I tifosi del Liverpool si gettano sul tramezzo che separa le tribune Y e Z. Lo rovesciano e i primi scontri avvengono nella parte alta della tribuna dei nostri tifosi. I reds attaccano i bianconeri. Il panico è tale che il pigia pigia verso il basso si trasforma in catastrofe. Il seguito non è che dramma, tragedia. Con il suo corteo di vittime innocenti, con la faccia livida di quei martiri, bambini e adulti, donne e uomini, l’Heysel rimarrà impresso in tutte le memorie come un simbolo. Quello del calcio, uno sport pieno di nobiltà e di dignità che un pugno di teppisti ubriachi di birra e di violenza, attratti più da una guerra fra tifosi che dallo scontro leale fra due squadre, non ha esitato a profanare con gli oltraggi e il sangue versato". Fonte: Juventus.com © 28 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

Mai più quella follia

L’Heysel rappresenta un vero e proprio spartiacque nelle politiche della sicurezza degli stadi. Non che i problemi siano stati tutti risolti, come hanno dimostrato tanti episodi successivi, ma quel che è certo è che la strage belga obbligò l’UEFA e il governo inglese a una correzione di rotta, dopo avere assistito in maniera impassibile per troppe stagioni all’emergere e al consolidarsi del fenomeno degli hooligans. Le squadre della federazione inglese vennero squalificate e per cinque anni s’impedì loro la partecipazione alle coppe europee. Il Liverpool ebbe una pena supplementare di tre anni, ridotta poi a uno, dopo un altro evento luttuoso terribile: il 15 aprile del 1989, allo stadio di Hillsborough, morirono 96 persone schiacciate dai propri compagni. Ancora una volta, le inefficienze di un impianto furono la causa di un affollamento esagerato che non consentì vie di fuga a tanti tifosi.  In occasione dei Mondiali del 1990, Italia e Inghilterra giocarono la finale di consolazione a Bari. Gli atleti e i tifosi sugli spalti celebrarono la partita con molto fair-play, unendosi in un abbraccio collettivo per cercare di cancellare le tensioni precedenti che, a Torino, sede di alcune gare della Nazionale inglese, avevano visto riemergere il pericolo di incidenti. Dal 2000, all'interno dello stadio Heysel, una targa commemorativa ricorda la tragedia e in occasione del Campionato Europeo di calcio svoltosi in Belgio, prima dell'incontro tra l’Italia e i padroni di casa, il giocatore della Juventus e dell'Italia Antonio Conte ha deposto una mazzo di fiori nei pressi del settore Z, a ricordo della tragedia. Con lui, anche gli altri giocatori della Nazionale italiana sono entrati in campo con un fiore nella mano sinistra. Negli stessi giorni, le squadre giovanili di Juventus e Liverpool hanno giocato una partita allo stadio Comunale di Arezzo (città di due delle vittime). Il 29 maggio 2005, è stata presentata nel nuovo stadio Heysel, rinominato Re Baldovino, una meridiana comprendente una pietra con i colori della bandiera italiana e di quella belga. Nella Champions League 2004-2005, a vent’anni di distanza, Juventus e Liverpool si sono ritrovate per la prima volta di fronte nei quarti di finale. Le due società si sono impegnate a ricostruire un rapporto di amicizia, con una serie d’iniziative che hanno visto i giocatori dell’epoca partecipare in prima fila. Fonte: Juventus.com © 28 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 

Anche Platini sabato a Torino

TORINO - Sabato, per la commemorazione dei 39 angeli caduti all’Heysel, nel venticinquesimo anniversario di quella tragedia, è atteso anche Michel Platini. Il presidente dell’UEFA ha detto a Madrid alla vigilia della finale di Champions che non mancherà. E con lui ci saranno i compagni bianconeri di quella Juve che sollevò la Coppa Campioni al cielo con la morte nel cuore. La Juve per sabato ha predisposto una commemorazione, in mattinata (ore 10), nel cortile della sede dove c’è il cippo che ricorda i caduti: vi parteciperanno i parenti delle vittime, i dirigenti e i giocatori di allora. La messa successiva verrà celebrata invece alla Gran Madre. Parteciperanno anche i giocatori di oggi e le giovanili.

CON I FAN - I tifosi, inoltre, hanno allestito questo programma. Sabato: ore 11, a Torino, celebrazione della messa in suffragio delle vittime dell’Heysel, nella cappella della chiesa di Santa Rita, nell'omonima piazza; dalle ore 12,30 alle 14: ritrovo e raduno dei partecipanti in piazzale Caio Mario, davanti allo stabilimento del­la Fiat Mirafiori; ore 14: inizio della manifestazione con il ricordo dell’Heysel e alcuni interventi sulla Juventus e su calciopoli; ore 16: inizio della marcia pacifica verso la sede della Juventus in, corso Galileo Ferraris.

A LIVERPOOL - In ricordo delle vittime dell’Heysel, anche Liverpool ha in programma una celebrazione ufficiale alla quale parteciperanno Sergio Brio, Gianluca Pessotto e Phil Neal. Domani - il giorno prescelto - verrà posta una targa davanti all’Anfield’s Centenary Stand. Una delegazione verrà anche a Torino sabato: tra questi l’ad Christian Purslow e il responsabile delle finanze Philip Nash. Fonte: Tuttosport.com © 25 maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use) © Francesco Laudadio ©

Museo Virtuale Multimediale © Domenico Laudadio Copyrights 2009 (All rights reserved)