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										| Sede Societaria
										Corso Galileo Ferraris |  
										| Chiesa 
										della Gran Madre di Dio |  
										| 25° Anniversario Strage  
								Stadio Heysel Bruxelles |  
										| Cerimonia Privata insieme ai 
										Familiari dei Caduti |  
										| Celebrazione Eucaristica 
										in Memoria delle 39 
										Vittime |  
										| Commemorazione a Cura della 
										Juventus Football Club |  
										| Con la 
										Partecipazione di 
										Michel Platini (Presidente UEFA) |  
										|  |  |  
							
								| "Il nuovo stadio per 
								non vivere più tragedie così" di Guido Vaciago Commovente cerimonia 
								per i 25 anni dell’Heysel: la promessa di Andrea 
								Agnelli. 
						
						 "Ero piccolo, ma già 
								appassionatissimo di calcio. Capivo che qualcosa 
								non andava, ma non mi rendevo conto della 
								portata della tragedia, anche se gli occhi dei 
								miei genitori mi comunicavano angoscia. Loro 
								cercavano di non dirmi nulla, ma i loro sguardi 
								li tradivano. Crescendo, maturando, leggendo, ho 
								preso coscienza di quello che accadde quella 
								sera e, a dispetto di quella partita che i 
								giocatori mi assicurano fu verissima, non sono 
								mai riuscito a sentire mia quella coppa. Si 
								parla molto di calcio sotto il profilo tecnico, 
								discutendo di giocatori e tecnici, oppure dal 
								punto di vista finanziario, analizzando bilanci, 
								costi e spese. Oggi vorrei parlarne dell’aspetto 
								sociale. E provare a immaginare il nuovo stadio 
								della Juventus come un luogo dove possano 
								tornare le mogli e i figli, insieme con i 
								mariti. Un posto dove far vivere la passione in 
								modo autentico, nel nome della sana competizione 
								sportiva per vivere momenti di gioia e non di 
								dolore e tristezza. Il nuovo stadio dovrà essere 
								un antidoto contro tragedie come l’Heysel che, 
								però, verrà ricordato in una sala dedicata alla 
								memoria". 
								LEZIONE - Un luogo 
								dove è bello immaginare padri che spiegano ai 
								figli la storia, perché crescano generazioni di 
								veri appassionati di calcio. Perché a distanza 
								di 25 anni, si ha la netta sensazione che la 
								lezione dell’Heysel l’abbiano imparata meglio 
								gli inglesi che gli italiani. Il giro di vite 
								dei governi britannici, l’applicazione autentica 
								di leggi (le stesse che esistono da tempo pure 
								in Italia) e un attento lavoro socioculturale di 
								club e federazione hanno prodotto dei risultati 
								accettabili, trasformando la Premier League in 
								un Luna Park del calcio internazionale. E se 
								dietro il luccichio si nasconderà pure qualche 
								magagna, resta un paradiso in confronto a un 
								campionato, il nostro, che fa disputare una 
								partita a porte chiuse (Genoa - Milan) per un 
								omicidio di quindici anni fa, quando ne erano 
								già passati dieci dall’Heysel.  
								SOLIDARIETA’
								- A 
								venticinque anni dalla tragedia, il direttore 
								generale del Liverpool, Purslow, può arrivare a 
								Torino a testa alta. E dire cose molto 
								intelligenti e, anche commoventi: "Ricordare, 
								rispettare, risolvere. Questo deve rappresentare 
								l’Heysel per noi e per voi. Ricordare per non 
								ripetere più niente di simile, rispettare per 
								portare sempre la nostra solidarietà e il nostro 
								appoggio all’infinito dolore dei parenti delle 
								vittime, risolvere perché la violenza va 
								combattuta ed estirpata dal calcio insieme 
								all’odio". Già, l’odio, quello che qualche 
								tifoso della Juventus sente ancora per il 
								Liverpool e che Purslow prova a cancellare con 
								un riferimento toccante al celebre motto del 
								Liverpool: "Noi cantiamo che con la speranza nel 
								cuore non camminerete mai soli. Ecco, portando 
								tutta la solidarietà del Liverpool a voi parenti 
								delle vittime dico che, grazie al mio club e 
								alla Juventus, voi non camminerete mai soli". |  
							
								| 
								
						
						 PARTITA INFINITA 
								- 
								Michel Platini per un giorno si è rituffato nel 
								suo passato bianconero, abbracciando Andrea 
								Agnelli e John Elkann, così come i vecchi 
								compagni Massimo Briaschi, Beniamino Vignola, 
								Antonio Cabrini, Stefano Tacconi, Beppe Furino, 
								Massimo Bonini, Sergio Brio e prendendosi pure 
								una ramanzina dal suo presidente Boniperti che 
								gli ha consigliato di andare dal dietologo. Poi 
								ha parlato da presidente dell’UEFA. Un 
								presidente dell’UEFA che, in parte, è nato 
								proprio quella notte a Bruxelles, dove arrivò da 
								"calciatore gioioso e spensierato", e forse 
								ripartì già politico e "con una ferita 
								indelebile dentro". Dice Michel: "Quella partita 
								non è mai finita per me e per i miei compagni. E 
								oggi che sono presidente dell’UEFA, la mia 
								priorità è quella che tragedie di questo genere 
								non accadano mai più". 
								FOLLA - Lo applaudono i 
								suoi ex compagni, i parenti delle vittime, i 
								tanti dirigenti e amici della Juventus di ieri e 
								oggi, da Giampiero Boniperti a Pietro Giuliano, 
								da Francesco Morini a Franzo Grande Stevens, a 
								Cobolli Gigli, a Maurizio Paniz, ad Andrea 
								Galasso. Una piccola folla che si trasferisce 
								alla Gran Madre per la messa con la prima 
								squadra (rappresentata nel cortile della sede, 
								davanti al cippo commemorativo, da Alessandro 
								Del Piero) e la Primavera. Conclusione degna di 
								una mattinata che lascia nel cuore una bella 
								sensazione.  
								SOLO MEMORIA - Così bella che non 
								riesce a essere contaminata da un gruppo di 
								tifosi juventini che nel pomeriggio provano a 
								rovinare tutto con una manifestazione dai 
								risvolti incomprensibili. Nel giorno del ricordo 
								di 39 morti di Bruxelles doveva esserci spazio 
								solo per la memoria, la riflessione e il 
								ricordo. Altri erano gli spazi e i tempi per le 
								sacrosante battaglie su calciopoli. Mentre mai 
								ci dovrebbero essere spazio per il razzismo, la 
								mancanza di buon gusto e le bombe carta. E non 
								solo nel nuovo stadio. 
								 Fonte:  
								Tuttosport © 30 maggio 2010  Fotografie: GETTY IMAGES 
						
								©  (Not 
						for Commercial Use) |  
							
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								| 29/5/2010 - 25 anni fa la tragedia   Heysel, il ricordo di 
								Andrea Agnelli: "Tragedia che porteremo nel 
								cuore" Il presidente: "Nel nuovo 
								stadio un luogo dedicato alla memoria" - 
								Platini: "Mai più una strage così". 
								
						
						 TORINO - "Mai più tragedie 
								simili". È il motto che ha accomunato il 
								presidente della Juventus, Andrea Agnelli e 
								quello dell’UEFA, Michel Platini, riuniti nella 
								commemorazione per i 25 anni dalla tragedia 
								dell’Heysel, che li ha visti protagonisti in 
								vesti diverse. Nel 1985, nella serata in cui i 
								bianconeri vinsero la loro prima Coppa dei 
								Campioni battendo il Liverpool, persero 
								tragicamente la vita 39 persone allo stadio 
								Heysel di Bruxelles. Un dolore incancellabile, 
								un ricordo sempre vivo nel cuore degli 
								juventini. "Ero bambino, avevo 9 anni - ricorda 
								Agnelli - e davanti alla televisione vedevo le 
								espressioni preoccupate dei miei parenti, ma non 
								capivo e loro non potevano spiegarmi. Diventato 
								più grande, ho maturato la consapevolezza. Ho 
								sempre fatto fatica a sentire "nostra" quella 
								coppa, anche se i giocatori mi hanno sempre 
								assicurato che la partita fu vera. Oggi dobbiamo 
								assicurare alle generazioni future stadi sicuri, 
								per un calcio da vivere sereno e come momento di 
								gioia, con una sana competizione sportiva. Nel 
								nuovo stadio che stiamo costruendo in questa 
								direzione, ci sarà uno specifico luogo per 
								ricordare". Platini ricorda: "Ero spensierato 
								come tutti i calciatori che stanno per vivere un 
								momento importante. Ma noi calciatori abbiamo 
								vissuto questa partita al buio. Quella partita 
								dura ancora oggi e non si può cancellarla. 
								Assicuro, come presidente dell’UEFA, che sarà 
								una mia priorità assicurare che non avvenga mai 
								più una tragedia simile". La cerimonia è 
								iniziata nel cortile della sede della Juventus, 
								alla presenza di molti familiari delle vittime e 
								di un dirigente del Liverpool, che ha 
								sintetizzato così l’eredità dell’Heysel: 
								"Ricordare, rispettare, risolvere", illustrando 
								anche il "monumento all’amicizia" inaugurato 
								proprio due giorni fa a Liverpool. È poi 
								proseguita alla chiesa della Gran madre, dove è 
								stata celebrata una messa a suffragio. Tra gli 
								ospiti illustri, anche John Elkann, Gian Piero 
								Boniperti, l’attuale vertice dirigenziale 
								bianconero, con Blanc e Marotta, grandi ex del 
								passato come Morini, Brio, Bonini, Tacconi, 
								Cabrini, Vignola, oltre naturalmente a Platini, 
								Mariella Scirea.  Fonte: Tuttosport © 30 
								maggio 2010  Video: 
								La Stampa © |  
							
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								| Cerimonie a Torino e a 
								Bruxelles   Agnelli: "Fatico a sentire 
								mia quella Coppa"   
						
						 Commozione a Torino per la 
								messa in ricordo delle 39 vittime dell'Heysel il 
								29 maggio 1985. Presenti molti giocatori della 
								squadra di allora, la Juve di oggi con la 
								dirigenza e una rappresentanza del Liverpool. Il 
								presidente del club bianconero, Andrea Agnelli, 
								ha ricordato quel tragico giorno: "Ho sempre 
								fatto fatica a sentire mia quella Coppa". 
								Toccante il racconto che Del Piero ha affidato 
								al proprio sito: "Ricordo una partita che non 
								comincia mai, mentre i grandi sono a tavola, con 
								gli occhi fissi alla tv e ora ricordo le vittime 
								non solo da giocatore della Juve, ma da tifoso, 
								da bambino di 11 anni che sognava di giocarla, 
								quella finale". Dopo la messa, il corteo dei 
								tifosi bianconeri: partito in memoria delle 
								vittime è vergognosamente finito con insulti e 
								lancio di bombe carta contro la sede della 
								Juventus.  Fonte:  
								La Stampa © 30 
								maggio 2010  Fotografie: GETTY IMAGES 
						
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								| La Juve ricorda "Mai più un 
								Heysel" di Timothy Ormezzano Commemorazione delle 39 
								vittime che persero la vita il 29 maggio 1985 
								durante la finale di Coppa Campioni col 
								Liverpool. Platini: "Non si verificherà più". Il 
								ricordo di Andrea Agnelli e Alessandro Del 
								Piero. In serata tensione davanti alla sede 
								della società. 
						
						 TORINO - "A dispetto di 
								quella che fu comunque una partita vera, abbiamo 
								sempre fatto fatica a sentire quel trofeo come 
								una coppa nostra". Sono parole forti e sincere 
								quelle espresse dal presidente della Juventus 
								Andrea Agnelli durante la toccante cerimonia 
								organizzata nella sede bianconera per il 
								venticinquesimo anniversario della strage 
								dell'Heysel. "Avevo 9 anni, vivevo l'evento con 
								grande passione, come può viverlo un bambino. Ho 
								visto negli occhi dei miei genitori una 
								preoccupazione che non capivo". In serata 
								protesta dei tifosi davanti alla sede della 
								società, slogan e lancio di petardi. 
								PLATINI: 
								"MAI PIU' UN ALTRO HEYSEL" - Lascia un segno 
								profondo anche l'intervento del presidente 
								dell'UEFA Michel Platini, uno dei grandi 
								protagonisti di quella tragica finale di Coppa 
								Campioni: "Quella partita maledetta si gioca 
								ancora, non è mai finita. Nessuno potrà mai 
								cancellare il nostro dolore. Da presidente 
								dell'UEFA, la mia più alta priorità è che un 
								dramma simile non si possa mai più ripetere". 
								Prosegue "Le Roi": "In quella tremenda serata 
								del 1985 ero un giocatore spensierato, non 
								ancora trentenne, come tanti dei nostri tifosi 
								arrivati a Bruxelles. Noi calciatori eravamo 
								coscienti che non fosse una partita normale ma 
								non avevamo la consapevolezza di tutto quello 
								che era successo".  
								STATI MAGGIORI 
								 
								juventinI - 
								Nel cortile della sede bianconera di corso 
								Galileo Ferraris, di fronte alla lapide 
								commemorativa, oltre ai parenti delle vittime, 
								la bandiera bianconera Giampiero Boniperti, 
								capitan Del Piero, gli stati maggiori del 
								presente e del passato (Agnelli, John Elkann, Blanc, Marotta, Bettega, Cobolli Gigli, Fassone 
								e Grande Stevens) e una rappresentanza della 
								squadra di allora (Bonini, Brio, Cabrini, 
								Briaschi, Tacconi e Vignola).  
								PER NON 
								DIMENTICARE - "Nel nuovo stadio della Juventus - 
								ancora il presidente Andrea Agnelli - ci sarà 
								una zona dedicata al ricordo dell'Heysel: le 39 
								persone che in quella notte tremenda hanno perso 
								la vita resteranno per sempre nei nostri cuori". 
								Avanza, seppur al ritmo da bradipo della 
								burocrazia italiana, anche la richiesta di una 
								via torinese intitolata ai caduti dell'Heysel. 
								La pratica è al vaglio della commissione 
								toponomastica. Nel pomeriggio i tifosi juventini 
								marceranno da piazzale Caio Mario, di fronte 
								alla Fiat Mirafiori, fin sotto la sede 
								bianconera per ribadire la richiesta di una via 
								intitolata alle vittime dell'Heysel.  
								IL RICORDO 
								DI DEL PIERO - "Avevo undici anni, me lo ricordo 
								bene - racconta Del Piero . Vivevo tutto il 
								bello del calcio e della passione per una 
								squadra in quell'attesa, salvo poi vivere tutto 
								il brutto, quanto più di drammatico si possa 
								immaginare. Ricordo una partita che non comincia 
								mai, con la voce per me lontana di Bruno Pizzul 
								che rivela quello che sta accadendo. Solo più 
								tardi mi spiegheranno e inizierò a capire dove 
								può arrivare la follia, la bestialità, 
								l'irresponsabilità degli uomini. All'Heysel sono 
								morte 39 persone di cui 32 italiani: oggi 
								ricorderemo le vittime di quella tragedia. Lo 
								farò non solo da giocatore della Juventus ma 
								anche da tifoso: non la dobbiamo mai 
								dimenticare". |  
							
								| 
								
						
						 "RICORDARE, RISPETTARE, RISOLVERE" 
								- Molto sentito anche il ricordo del dirigente 
								del Liverpool Christian Purslow, presente alla 
								commemorazione di stamani a Torino: "Abbiamo tre 
								fronti su cui concentrarci: ricordare, 
								rispettare e risolvere. Ricordare con grande 
								tristezza e profonda solidarietà i 39 tifosi che 
								persero la vita in seguito agli eventi tragici 
								di quella sera a Bruxelles. Rispettare per 
								sempre la memoria di chi non c'è più e risolvere 
								il problema stadi, per evitare che certi fatti 
								tragici possano nuovamente accadere. Impossibile 
								cambiare la storia, asciugare le nostre lacrime, 
								ma possiamo costruire un monumento all'amicizia 
								per le future generazioni, come abbiamo 
								recentemente fatto allo stadio di Anfield Road. 
								Il motto del Liverpool è "you'll never walk 
								alone", non camminerete mai da soli". 
								LA MESSA DI COMMEMORAZIONE 
								- Dal quartier generale juventino alla chiesa 
								della Gran Madre di Torino, dove è stata 
								officiata la messa in suffragio delle vittime 
								dell'Heysel. Presenti i parenti delle vittime, 
								la prima squadra (eccetto i nazionali, gli 
								infortunati Legrottaglie e Sissoko, oltre a 
								Diego che ieri ha sposato la sua Bruna Leticia 
								in Brasile) e una folta rappresentanza del 
								settore giovanile. E' stato l'ultimo impegno 
								ufficiale per il gruppo bianconero prima del 
								rompete le righe. Il vescovo di Acqui Terme, Don 
								Livio Maritano, ha ribadito come "in tutti gli 
								aspetti della vita sociale le regole siano 
								indispensabili", prima di leggere i 39 nomi dei 
								tifosi juventini "colpevoli" di trovarsi nel 
								momento sbagliato nel punto sbagliato di uno 
								stadio sbagliato, fatiscente, tanto da 
								sbriciolarsi sotto le cariche degli hooligans 
								inglesi, oltre a Diego che ieri ha sposato la 
								sua Bruna Leticia in Brasile) e una folta 
								rappresentanza del settore giovanile. E' stato 
								l'ultimo impegno ufficiale per il gruppo 
								bianconero prima del rompete le righe. Il 
								vescovo di Acqui Terme, Don Livio Maritano, ha 
								ribadito come "in tutti gli aspetti della vita 
								sociale le regole siano indispensabili", prima 
								di leggere i 39 nomi dei tifosi juventini 
								"colpevoli" di trovarsi nel momento sbagliato 
								nel punto sbagliato di uno stadio sbagliato, 
								fatiscente, tanto da sbriciolarsi sotto le 
								cariche degli hooligans inglesi.  
								IL CORDOGLIO DI 
								BRIO E CABRINI - "Juve e Liverpool 
								- 
								così Sergio Brio - hanno onorato al 
								meglio la memoria dei caduti di quella tragica 
								finale. Giovedì ero allo stadio di Anfield Road, 
								con Road, con Dalglish, Lee e Neal. I Reds hanno 
								celebrato con una targa le 39 vittime 
								dell'Heysel". In chiusura il ricordo di Antonio 
								Cabrini: "Quella finale è stata una partita 
								surreale, che non dovremo mai dimenticare. Ma 
								adesso guardiamo avanti: in Inghilterra è stato 
								fatto molto in tema di sicurezza degli stadi, 
								mentre noi, purtroppo, siamo ancora indietro", 
								hanno celebrato con una targa le 39 vittime 
								dell'Heysel". In chiusura il ricordo di Antonio 
								Cabrini: "Quella finale è stata una partita 
								surreale, che non dovremo mai dimenticare. Ma 
								adesso guardiamo avanti: in Inghilterra è stato 
								fatto molto in tema di sicurezza degli stadi, 
								mentre noi, purtroppo, siamo ancora indietro".  
								TENSIONE IN SERATA - Momenti di tensione alla 
								fine della marcia dei tifosi per ricordare le 
								vittime della tragedia. Il corteo è giunto 
								davanti alla sede della società bianconera, in 
								corso Galileo Ferraris, che però era chiusa: i 
								manifestanti si aspettavano di trovare qualche 
								dirigente e hanno sfogato la loro delusione con 
								dei cori e con il lancio di petardi. Ad 
								inscenare la protesta sono stati una ventina di 
								tifosi, che si sono staccati dal gruppo dei 
								manifestanti e hanno srotolato uno striscione 
								con cui invitavano la dirigenza ad impegnarsi a 
								ottenere la revoca dello scudetto 2006 assegnato 
								all'Inter. Il tutto accompagnato da fumogeni e 
								dal lancio di petardi. Durante il corteo non 
								sono mancati gli slogan contro la tessera del 
								tifoso. 
								 Fonte:  
								La Repubblica
								© 29 maggio 2010  Fotografia: GETTY IMAGES 
						
								© (Not 
						for Commercial Use)  Video: 
								La Stampa © |  
							
								| Heysel, il ricordo 
								durerà per sempre Platini e la squadra 
								dell’85 a Torino per commemorare i 25 anni della 
								tragedia. Oggi la rievocazione, Agnelli annuncerà 
								la sala della memoria nel nuovo stadio. Nell’impianto 
								che la Juve sta costruendo la violenza dovrà essere 
								confinata nel passato. Boniperti: "Quella coppa 
								non è insanguinata". 
								
								 TORINO, 
								29 maggio - Venticinque anni fa la finale di Coppa 
								dei Campioni si trasformava in una delle più orrende 
								tragedie dello sport. Juventus - Liverpool, a Bruxelles, 
								venne preceduta da un attacco dei tifosi inglesi 
								contro quelli italiani che provocò la morte di 39 
								persone innocenti, schiacciate, asfissiate, calpestate 
								in modo atroce nella curva zeta dello stadio Heysel. 
								LA SALA - Oggi, nel giorno della memoria bianconera, 
								Andrea Agnelli annuncerà che quelle vittime non 
								verranno mai dimenticate e che il ricordo di quella 
								tragedia servirà da monito, perché mai si ripeta 
								una simile follia. Nel nuovo stadio della Juventus 
								ci sarà, infatti, uno spazio per ricordare i fatti 
								di quel giorno maledetto. 
								LA CERIMONIA 
								- Inizierà alle 10 la commemorazione 
								nel cortile della sede bianconera, dove è stato 
								posto un cippo alla memoria delle 39 vittime. Oltre 
								al presidente della Juventus, ci saranno parecchi 
								giocatori della squadra che giocò quella partita, 
								a partire da Michel Platini, così come molti parenti 
								delle vittime e il presidente della Lega Maurizio 
								Beretta. Sarà una cerimonia breve, alla quale seguirà 
								una messa alla Gran Madre, dove sarà presente la 
								prima squadra della Juventus.  
								LA RIFLESSIONE 
								- Venticinque anni dopo è il momento 
								di commemorare, ma anche quello di riflettere. La 
								tragedia dell’Heysel è stata una ferita dolorosa 
								e profonda per il popolo bianconero, ora è una cicatrice 
								che si porta dentro chi ha vissuto quella notte 
								(in quello stadio o all’ascolto di quella drammatica 
								telecronaca di Bruno Pizzul) e un racconto poco 
								conosciuto per chi era troppo piccolo o non era 
								neppure nato. IL SIMBOLO - E allora l’idea di una 
								sala che nel nuovo stadio ricordi quella barbarie, 
								come un fatto storico, oltre che tragico, è un’iniziativa 
								eccellente. Perché a distanza di 25 anni, tutto 
								quel dolore e quello sgomento devono servire a qualcosa. 
								Devono servire a ricordare come quella finale fu 
								organizzata in modo clamorosamente superficiale, 
								lasciando che i tifosi inglesi e quelli italiani 
								si trovassero accanto in quella maledetta curva, 
								separati da una rete da pollaio. E che non c’erano 
								abbastanza forze dell’ordine per gestire un evento 
								di quella portata. Che i feriti non furono soccorsi 
								in modo tempestivo e adeguato. Che odiare, oggi, 
								25 anni dopo, non serve a niente, che quello che 
								conta è non ripetere. LA GIOIA - E il fatto che 
								il luogo della memoria dell'Heysel sorga proprio 
								nel nuovo stadio è significativo. In quello che 
								sarà l’impianto più moderno del calcio italiano, 
								la violenza dovrà essere solamente un ricordo, confinato 
								in quella sala. Quello stadio dovrà accogliere tifosi 
								veri, appassionati, innamorati della Juventus e 
								del calcio: sarà un luogo di festa non di morte.
								 
								IL PRESIDENTE 
								- Giampiero Boniperti, allora presidente 
								della Juventus, si interrogava: "Cosa ricorderò 
								tra trent’anni di questa coppa ? Tornerò ogni tanto 
								a osservarla nella vetrinetta, ma credo che mi apparirà 
								soltanto l’immagine di uno dei tanti morti che ho 
								visto all’obitorio. L’immagine di un ragazzo di 
								dieci anni, con un fazzoletto bianconero al collo".
								 
								LA COPPA - 
								Già, quella coppa è nella sala dei trofei della 
								Juventus. Pochi metri in linea d’aria con il cippo 
								intorno al quale ci si raccoglierà stamattina. Un 
								trofeo scomodo e doloroso, sul quale si è a lungo 
								dibattuto. Lo stesso Boniperti sostiene: "Non dite 
								che quella coppa è insanguinata. Non è vero. La 
								tragedia è una cosa, la partita è un’altra. E fu 
								una partita vera, chiedete a Rush, a quelli del 
								Liverpool. Andarono in campo per vincere e noi con 
								loro. Proprio non riesco a vergognarmi per quella 
								coppa e il dolore lo tengo per me".  
								I GIUDICI - 
								Ma forse questo punto di vista è proprio quello 
								da dimenticare. Quella coppa è lì, nella sala più 
								luccicante della sede juventina, e ognuno di quelli 
								che ci passa davanti può ricordare e pensare ciò 
								che vuole. Anche perché gli unici che potrebbero 
								decidere veramente se quella coppa è vera o meno 
								sono le trentanove vittime della curva zeta. Nessun 
								altro.
								 Fonte:
								 
								Tuttosport
								© 
								29 maggio 2010  Fotografie: GETTY IMAGES ©
								(Not for Commercial Use) |  
							
								| Del Piero: "Heysel, 
								una partita mai iniziata" 
								
								 Prima 
								nella sede della Juventus, dove il presidente Andrea 
								Agnelli ha condotto la commemorazione davanti ai 
								famigliari delle vittime e a tanta Juve di allora 
								(vedi articolo), poi nella chiesa della Gran Madre 
								assieme a buona parte dei compagni di oggi. Alessandro 
								Del Piero è stato sempre presente alla commemorazione 
								per i venticinque anni della tragedia dell’Heysel. 
								E attraverso il suo sito personale www.alessandrodelpiero.com 
								la ricorda così: 
								"La mia squadra deve vincere la Coppa dei 
								Campioni. Questa volta non può sfuggirci, siamo 
								i più forti. Il giorno dopo c’è la scuola ma so 
								che i miei mi faranno fare tardi, tanto non sarei 
								riuscito a dormire. A casa siamo tutti juventini: 
								papà, mamma, mio fratello. La partita l’ho già giocata 
								nel pomeriggio con il mio pallone, e la sera prima 
								di andare a dormire con la mia immaginazione, come 
								sempre interpretando la parte di tutti i giocatori. 
								La fantasia ti fa volare, qualche anno più tardi 
								avrei scoperto che la realtà la può anche superare". 
								"É una di quelle partite di cui parlano tutti, in 
								Veneto poi è pieno di juventini come noi. Eppure 
								Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni 
								1984/85 dallo stadio Heysel di Bruxelles, la vediamo 
								con un tifoso dell’Inter: è un collega, caro amico 
								di mio papà, che ci aveva invitato a cena. Una bella 
								occasione per stare insieme e per fare festa, a 
								casa di un amico e non certo di un avversario". 
								"Tutto il bello del calcio e della passione per 
								una squadra, per me, sta tutto in quell’attesa. 
								Tutto il brutto, quanto di più drammatico si possa 
								immaginare, sta tutto in quello che è accaduto dopo. 
								
								 Ricordo 
								una cena consumata in pochi minuti per correre a 
								giocare con il figlio degli amici dei miei, prima 
								del calcio d’inizio. Ricordo una partita che non 
								comincia mai, mentre "i grandi" sono a tavola, con 
								gli occhi fissi alla televisione, la voce per me 
								lontana di Bruno Pizzul che rivela a milioni di 
								spettatori quello che sta accadendo. Io sono di 
								là a giocare. Solo più tardi mi spiegheranno, comincerò 
								a capire dove può arrivare la follia, la bestialità, 
								ma anche l’irresponsabilità degli uomini. Torniamo 
								a casa tra il primo e il secondo tempo. La partita 
								era iniziata, poco contava ormai". "Ma quale partita. 
								Vinciamo la Coppa, sì. Ma all’Heysel sono morte 
								39 persone, di cui 32 italiani, juventini che volevano 
								festeggiare, come me e la mia famiglia. Come loro, 
								potevamo esserci noi. Adesso sono il capitano della 
								Juventus. Sono passati venticinque anni, da diciassette 
								sono dall’altra parte, non più tifoso ma protagonista. 
								Oggi ricorderemo le vittime di quella tragedia. 
								Lo farò non soltanto da giocatore della Juventus, 
								ma da tifoso, da bambino di undici anni che sognava 
								di giocarla, quella finale. Non la dobbiamo mai 
								dimenticare. E in particolar modo noi che abbiamo 
								la fortuna di indossare questa maglia - per un minuto 
								come per una carriera - dobbiamo rivolgere un pensiero 
								a quella partita mai iniziata e a chi per quella 
								partita, per quella passione, per la Juventus, ha 
								perso la vita".  Fonte:
								 
								Juventus.com © 29 maggio 2010  Fotografia: GETTY IMAGES ©
								(Not for Commercial Use) |  
							
								| In memoria delle 
								vittime dell'Heysel 
								
								 Sabato 
								29 maggio è il venticinquesimo anniversario della 
								tragedia dell’Heysel. Nel 1985, nella serata in 
								cui i bianconeri vinsero la loro prima Coppa dei 
								Campioni, persero tragicamente la vita 39 persone 
								allo stadio Heysel di Bruxelles. Un dolore incancellabile, 
								un ricordo sempre vivo nel cuore degli juventini. 
								Proprio sabato 29 maggio la Juventus ha organizzato 
								una commemorazione alla quale parteciperanno, oltre 
								agli attuali vertici societari e la squadra di oggi, 
								le autorità calcistiche italiane e internazionali, 
								una rappresentanza del Liverpool, alcuni giocatori 
								della squadra che scese in campo quella sera e i 
								famigliari delle vittime. La prima parte della commemorazione 
								sarà nella sede della Juventus, poi la funzione 
								alla chiesa Gran Madre di Dio di Torino. E in questi 
								giorni sono molte le cerimonie in memoria della 
								tragedia dell’Heysel: sempre sabato, ad Arezzo, 
								si giocherà la finale del 14° trofeo giovanile intitolato 
								a Roberto Lorentini, scomparso a Bruxelles, a Reggio 
								Emilia, il comitato "Per non dimenticare Heysel" 
								ha organizzato una commemorazione, mentre a Rutigliano, 
								in provincia di Bari, sarà intitolata una via alle 
								vittime di quella drammatica sera. A Liverpool invece 
								sono state ricordate mercoledì 26 maggio. Ad Anfield 
								è stata posta una targa ricordo nel corso di una 
								cerimonia alla quale hanno preso parte i dirigenti 
								del Liverpool, alcuni ex giocatori di allora come 
								Kenny Dalglish, Sammy Lee e il capitano Phil Neal 
								e, per la Juventus, Gianluca Pessotto e Sergio Brio. 
								Inoltre il 3 giugno, in occasione dell’amichevole 
								pre-mondiale Italia Messico, in programma a Bruxelles, 
								verranno ricordate le vittime della tragedia.  Fonte:
								 
 Juventus.com © 28 
								maggio 2010  Fotografia: GETTY 
								IMAGES 
								
								© (Not for Commercial 
								Use) |  
							
								|  |  
								|  |  
							
								| 29 maggio 1985, 
								la tragedia 
								
								 Bruxelles, 
								29 maggio 1985. Doveva essere una partita fantastica, 
								di quelle destinate a rimanere nella storia del 
								calcio. Pochi mesi prima, la Juventus aveva ospitato 
								il Liverpool a Torino, in occasione della finale 
								di Supercoppa Europea. In una gelida serata, i bianconeri 
								avevano vinto 2-0 ed era stato uno straordinario 
								momento di sport e di lealtà, con i giocatori della 
								Juve che ricevettero il trofeo indossando la maglia 
								degli avversari. In Belgio, la sfida è la finale 
								di Coppa dei Campioni. Si annuncia un match spettacolare, 
								invece sarà un lungo tunnel dell’orrore che cancellerà 
								totalmente la gioia per la conquista del titolo 
								di campione d’Europa per club. Prima del fischio 
								d’inizio, in uno stadio che presenta problemi notevoli 
								dal punto di vista strutturale, gli hooligans inglesi 
								assaltano i pacifici sostenitori della Juventus 
								situati nel settore Z. È una strage, con 39 vittime 
								e oltre 600 feriti. Si vedono scene di follia senza 
								precedenti, nessuno si capacita che uno stadio di 
								calcio possa diventare il teatro di una guerra dichiarata 
								contro gente pacifica, venuta solo per partecipare 
								a una festa in compagnia di amici e familiari. L’UEFA 
								decide che si deve disputare la partita, onde evitare 
								che la situazione degeneri ulteriormente. Le notizie 
								sono confuse, si parla di feriti e di un morto, 
								le due squadre sono costrette a scendere in campo 
								e onorano l’impegno con serietà. La Juventus vince 
								1-0, ma conta poco: chi vede in Italia la partita 
								in tv è al corrente di quanto è successo, conosce 
								le proporzioni della strage. Ecco il ricordo di 
								Michel Platini, fissato nella sua autobiografia 
								"La mia vita come una partita di calcio": "All’Heysel 
								le curve X, Y e Z hanno un soprannome: sono chiamate 
								i parchi bestiame. Perché sono i posti meno cari 
								e gli spettatori, ammassati, rimangono in piedi. 
								Parchi bestiame. Alle 19.30, quarantacinque minuti 
								prima del previsto fischio d’inizio, comincia la 
								carneficina. Nella tribuna cuscinetto, l’esplosione 
								di violenza è pari alla leggerezza degli organizzatori. 
								I tifosi del Liverpool si gettano sul tramezzo che 
								separa le tribune Y e Z. Lo rovesciano e i primi 
								scontri avvengono nella parte alta della tribuna 
								dei nostri tifosi. I reds attaccano i bianconeri. 
								Il panico è tale che il pigia pigia verso il basso 
								si trasforma in catastrofe. Il seguito non è che 
								dramma, tragedia. Con il suo corteo di vittime innocenti, 
								con la faccia livida di quei martiri, bambini e 
								adulti, donne e uomini, l’Heysel rimarrà impresso 
								in tutte le memorie come un simbolo. Quello del 
								calcio, uno sport pieno di nobiltà e di dignità 
								che un pugno di teppisti ubriachi di birra e di 
								violenza, attratti più da una guerra fra tifosi 
								che dallo scontro leale fra due squadre, non ha 
								esitato a profanare con gli oltraggi e il sangue 
								versato".  Fonte:
								 
								Juventus.com 
								 © 
								28 maggio 2010  Fotografia: GETTY IMAGES 
								© (Not 
								for Commercial Use) |  
							
								| Mai più quella 
								follia 
								 
								
								
								 L’Heysel 
								rappresenta un vero e proprio spartiacque nelle 
								politiche della sicurezza degli stadi. Non che i 
								problemi siano stati tutti risolti, come hanno dimostrato 
								tanti episodi successivi, ma quel che è certo è 
								che la strage belga obbligò l’UEFA e il governo 
								inglese a una correzione di rotta, dopo avere assistito 
								in maniera impassibile per troppe stagioni all’emergere 
								e al consolidarsi del fenomeno degli hooligans. 
								Le squadre della federazione inglese vennero squalificate 
								e per cinque anni s’impedì loro la partecipazione 
								alle coppe europee. Il Liverpool ebbe una pena supplementare 
								di tre anni, ridotta poi a uno, dopo un altro evento 
								luttuoso terribile: il 15 aprile del 1989, allo 
								stadio di Hillsborough, morirono 96 persone schiacciate 
								dai propri compagni. Ancora una volta, le inefficienze 
								di un impianto furono la causa di un affollamento 
								esagerato che non consentì vie di fuga a tanti tifosi.  In 
								occasione dei Mondiali del 1990, Italia e Inghilterra 
								giocarono la finale di consolazione a Bari. Gli 
								atleti e i tifosi sugli spalti celebrarono la partita 
								con molto fair-play, unendosi in un abbraccio collettivo 
								per cercare di cancellare le tensioni precedenti 
								che, a Torino, sede di alcune gare della Nazionale 
								inglese, avevano visto riemergere il pericolo di 
								incidenti. Dal 2000, all'interno dello stadio Heysel, 
								una targa commemorativa ricorda la tragedia e in 
								occasione del Campionato Europeo di calcio svoltosi 
								in Belgio, prima dell'incontro tra l’Italia e i 
								padroni di casa, il giocatore della Juventus e dell'Italia 
								Antonio Conte ha deposto una mazzo di fiori nei 
								pressi del settore Z, a ricordo della tragedia. 
								Con lui, anche gli altri giocatori della Nazionale 
								italiana sono entrati in campo con un fiore nella 
								mano sinistra. Negli stessi giorni, le squadre giovanili 
								di Juventus e Liverpool hanno giocato una partita 
								allo stadio Comunale di Arezzo (città di due delle 
								vittime). Il 29 maggio 2005, è stata presentata 
								nel nuovo stadio Heysel, rinominato Re Baldovino, 
								una meridiana comprendente una pietra con i colori 
								della bandiera italiana e di quella belga. Nella 
								Champions League 2004-2005, a vent’anni di distanza, 
								Juventus e Liverpool si sono ritrovate per la prima 
								volta di fronte nei quarti di finale. Le due società 
								si sono impegnate a ricostruire un rapporto di amicizia, 
								con una serie d’iniziative che hanno visto i giocatori 
								dell’epoca partecipare in prima fila.  Fonte:
								 
								Juventus.com © 28 maggio 2010  Fotografia: GETTY IMAGES 
								© (Not 
								for Commercial Use) |  
							
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								| Anche Platini 
								sabato a Torino 
								 
								
								
								 TORINO 
								- Sabato, per la commemorazione dei 39 angeli caduti 
								all’Heysel, nel venticinquesimo anniversario di 
								quella tragedia, è atteso anche Michel Platini. 
								Il presidente dell’UEFA ha detto a Madrid alla vigilia 
								della finale di Champions che non mancherà. E con 
								lui ci saranno i compagni bianconeri di quella Juve 
								che sollevò la Coppa Campioni al cielo con la morte 
								nel cuore. La Juve per sabato ha predisposto una 
								commemorazione, in mattinata (ore 10), nel cortile 
								della sede dove c’è il cippo che ricorda i caduti: 
								vi parteciperanno i parenti delle vittime, i dirigenti 
								e i giocatori di allora. La messa successiva verrà 
								celebrata invece alla Gran Madre. Parteciperanno 
								anche i giocatori di oggi e le giovanili. 
								CON I FAN -
								I tifosi, inoltre, hanno allestito questo 
								programma. Sabato: ore 11, a Torino, celebrazione 
								della messa in suffragio delle vittime dell’Heysel, 
								nella cappella della chiesa di Santa Rita, nell'omonima 
								piazza; dalle ore 12,30 alle 14: ritrovo e raduno 
								dei partecipanti in piazzale Caio Mario, davanti 
								allo stabilimento della Fiat Mirafiori; ore 14: 
								inizio della manifestazione con il ricordo dell’Heysel 
								e alcuni interventi sulla Juventus e su calciopoli; 
								ore 16: inizio della marcia pacifica verso la sede 
								della Juventus in, corso Galileo Ferraris.  
								A LIVERPOOL 
								- In ricordo delle vittime dell’Heysel, 
								anche Liverpool ha in programma una celebrazione 
								ufficiale alla quale parteciperanno Sergio Brio, 
								Gianluca Pessotto e Phil Neal. Domani - il giorno 
								prescelto - verrà posta una targa davanti all’Anfield’s 
								Centenary Stand. Una delegazione verrà anche a Torino 
								sabato: tra questi l’ad Christian Purslow e il responsabile 
								delle finanze Philip Nash. 
								 Fonte:
								 
								Tuttosport.com
								
								© 25 maggio 2010  Fotografie: GETTY IMAGES 
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								for Commercial Use) © Francesco Laudadio © GETTY 
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