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ARTICOLI 10-18 GIUGNO 1985
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ARTICOLI STAMPA 10-18.06.1985
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10-18.06.1985
ARTICOLI STAMPA 10-18.06.1985

Una mamma: "Non siamo tutti hooligans"

E' tornata da Bruxelles anche la tifosa di Finale

Strage Bruxelles: inchiesta del parlamento

L'Europa discute la tragedia di Bruxelles

La polizia di Liverpool identifica 25 hooligans

"Caro direttore, anche noi sportivi della Scozia..."

"Non dimentichiamo le nostre colpe"

Ci sono state minacce assurde ma non per questo da sottovalutare

Una mamma: "Non siamo tutti hooligans"

Da Liverpool è pervenuta a "Stampa Sera" la seguente lettera, impostata il giorno 4 giugno:

Caro Direttore, sono una mamma qualsiasi che le scrive da Liverpool. Provo una profonda vergogna per quello che i miei concittadini hanno fatto a Bruxelles. Le scrivo per esprimere a Lei e alle famiglie che hanno perso dei parenti tutto il mio rincrescimento. La prego, faccia sapere agli italiani che a Liverpool non siamo tutti "hooligans". La maggior parte di noi sono persone per bene, che si vergogneranno per sempre per quello che è successo. Posso solo concludere con le parole del Signore: "La Pace sia con Voi", sperando che le famiglie toccate da questa tragedia siano un giorno in grado di poter fare altrettanto. Mi creda. Sua.

Thelma Campbell

10 giugno 1985

Fonte: Stampa Sera

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E' tornata da Bruxelles anche la tifosa di Finale

di Pier Paolo Cervone

Era nella curva "Z", ma ricorda solo che stava mangiando un gelato. "Potevamo cambiare settore, abbiamo rifiutato per stare con gli amici".

DAL NOSTRO INVIATO. FINALE LIGURE - Un Dc 9 di linea dell'Alitalia (i posti sono stati messi a disposizione dal consolato italiano) ha riportato a casa anche Laura Salamida Bianchi, 27 anni, travolta, ferita, quasi soffocata, nella curva "Z" dello stadio "Heysel" di Bruxelles, quel tragico pomeriggio del 29 maggio, finale Liverpool-Juventus di Coppa del Campioni. E' tornata insieme al marito, Giorgio Bianchi, 33 anni, idraulico, suo compagno di vita che è diventato anche il suo salvatore, il suo infermiere, il suo costante punto di riferimento in quegli undici lunghi giorni di ricovero all'ospedale "Jette". "Bisognerebbe fargli un monumento", dice Laura sprofondata nel sofà, finalmente a casa. Scherza con Alessandro, di sette anni, e col piccolo Matteo, di tre, i suoi bambini: il morale è alto, il fisico ha reagito bene, due vistosi ematomi sotto gli occhi ancora completamente arrossati (a causa del principio di soffocamento) sono gli unici segni ancora visibili della sua terribile avventura. La signora Bianchi, dopo la carica omicida dei tifosi del Liverpool, è rimasta in coma tre giorni, era uno dei feriti più gravi ricoverati negli ospedali della capitale belga. Solo domenica 2 giugno ha ripreso completamente conoscenza - dice il marito. Ricorda poche cose del giorno prima, quando erano venuti a trovarla Platini, Tacconi e Morini. La mattina successiva ha voluto sapere tante cose, mi faceva mille domande. Quando ha visto le foto dello stadio su giornali e riviste, tutti quei cadaveri, quelle scene agghiaccianti, è rimasta sconvolta, non faceva che piangere". Lei non ricorda niente. Solo che alle 19,15 del 29 maggio era nella curva "Z", accanto al marito, c'era il sole, faceva caldo, mangiava un gelato. "Sono stata io ad insistere - racconta Laura - per andare a Bruxelles. Giorgio non voleva, senza i biglietti di tribuna preferiva stare a casa davanti alla televisione. Poi le pressioni e le telefonate degli amici lo hanno convinto. Era la prima volta che andavo all'estero per vedere la Juve, allo stadio ero già stata a Genova, Torino, Milano. Il calcio mi piace, sono bianconera, iscritta al club di Finale perché l'ha voluto mio marito, ma non sono una tifosa accanita. Entrando in quello stadio ho visto che gli inglesi bevevano molta birra ma mi sembravano calmi, tutto sommato. Evidentemente si sono messi d'accordo dopo per fare quel che hanno fatto". Eppure Laura e Giorgio in quella curva avrebbero potuto non esserci. "Ci avevano offerto di cambiare i nostri biglietti con quelli della curva M riservata ai sostenitori juventini - afferma la signora Bianchi - ma eravamo con i nostri amici e ci spiaceva lasciarli soli. Una curva vale l'altra, abbiamo pensato". Invece in quel settore dello stadio è stato l'inferno. Lui spinto verso la pista d'atletica, lei travolta, inghiottita dagli altri spettatori che cercavano scampo. "Sono tornato indietro - racconta il marito - ho visto un pezzo della sua maglietta verde, lei era più distante, sotto 4 o 5 persone. Aveva la faccia rivolta verso il basso, era tutta nera, le ho schiacciato il torace, ha dato segni di vita. Allora ho fermato un signore, non era italiano, che mi ha aiutato a portarla sulla pista". Domenica a Finalborgo, in via (omissis), è stato un giorno di festa. A casa Bianchi sono arrivati tanti mazzi di fiori, tanti amici di Laura, i parenti, i vicini. Volevano portarle una torta, fare baldoria sotto le finestre con bandiere bianconere. Ma i famigliari hanno pregato di lasciar perdere. Laura adesso ha solo bisogno di riposo, tanto riposo. Bentornata, Laura.

11 giugno 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA 10-18.06.1985 

Strage Bruxelles: inchiesta del parlamento

Bruxelles - La commissione d'inchiesta parlamentare sugli incidenti dello stadio di Heysel si riunirà, domani, a Bruxelles, per la prima volta, poche ore dopo l'incontro, oggi, a Amsterdam, dei ministri dello Sport di un gruppo di Paesi del Consiglio d'Europa che esaminano come impedire o comunque ridurre le esplosioni di violenza negli stadi. La commissione d'inchiesta, insediata dal Parlamento belga per fare luce sulle eventuali responsabilità delle autorità e anche del governo negli incidenti dello stadio di Heysel, che hanno fatto 38 morti, tra cui 31 italiani, il 29 maggio nell'imminenza della finale della Coppa del Campioni tra Juventus e Liverpool, si riunirà alle 14.30 nella, "Rotonde", una sala della Camera belga. La riunione d'insediamento della commissione, composta da nove deputati dei principali partiti, sarà dedicata -affermano fonti parlamentari belghe - a questioni di procedura: elezione del presidente, calendario delle riunioni, definizione dell'ordine del giorno delle riunioni. La commissione, che siede a porte chiuse, dovrà presentare le conclusioni entro il 6 luglio. Oltre che del Parlamento belga e del Consiglio d'Europa, gli incidenti di Bruxelles sono anche al centro dell'attenzione del Parlamento europeo, che, ieri, a Strasburgo, ha aperto la propria sessione con un minuto di silenzio in omaggio alle vittime dello stadio di Heysel. Se non è escluso che l'assemblea comunitaria discuta, fin da questa settimana, con procedura d'urgenza, gli incidenti di Bruxelles, è certo che il 23 giugno la Commissione sport e gioventù del Parlamento europeo, riunendosi a Venezia, esaminerà una relazione sulla violenza negli stadi di Jessica Laarive Groenendael, liberale olandese (la relazione era in elaborazione già prima del dramma dell'Heysel).

11 giugno 1985

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA 10-18.06.1985 

L'Europa discute la tragedia di Bruxelles

La tragedia nello stadio Heysel di Bruxelles, dove il 29 maggio, poco prima di Juve-Liverpool di Coppa Campioni, 38 spettatori, di cui 31 italiani, vennero massacrati dalla violenza dei tifosi inglesi e molti altri feriti, rimane al centro dell'attenzione in Europa. Se n'è parlato ieri in tre capitali: nella stessa Bruxelles, dove è stata insediata la commissione parlamentare d'inchiesta sugli incidenti; a Strasburgo, dove il Parlamento europeo ha aperto la propria sessione con un minuto di silenzio in omaggio alle vittime; ad Amsterdam, dove si sono riuniti i responsabili per lo sport di alcuni Paesi facenti parti del Consiglio d'Europa. La commissione d'inchiesta, varata dal Parlamento belga per accertare la dinamica degli incidenti e eventuali responsabilità delle autorità di polizia e dello stesso governo, si riunirà oggi alle 14.30 a Bruxelles. La commissione, composta da nove deputati, siede a porte chiuse: il primo incontro è destinato a questioni procedurali. Le conclusioni saranno presentate entro il 6 luglio. Intanto, uno dei feriti, Luigi Musolino, è stato dimesso dall'ospedale di St.Pierre e ha fatto ritorno in Italia. Gli italiani ricoverati restano undici, di cui tre sono ancora in pericolo di vita: Carlo Duchene, Luigi Pidone e Vullo. Il Parlamento europeo, a Strasburgo, probabilmente discuterà fin da questa settimana, con procedura d'urgenza, la tragedia dell'Heysel. Il 23 giugno, comunque, la commissione Sport e Gioventù, riunendosi a Venezia, esaminerà una relazione sulla violenza negli stadi stilata dall'olandese Jessica Laariver Groenendael. Le iniziative del Parlamento e del Consiglio d'Europa, però, si traducono soltanto in raccomandazioni o consigli ai governi della Cee, in quanto i due organismi hanno solo funzioni consultive. Alla riunione di Amsterdam hanno partecipato rappresentanti di Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo, Italia. L'incontro, convocato dal sottosegretario del governo dell'Aia, Joop Van der Rifden, ha preso in esame vari provvedimenti giudicati opportuni per scongiurare in futuro incidenti come quelli di Bruxelles. In particolare, si è parlato di proibire la vendita e il consumo di prodotti alcoolici negli stadi, di controllare in modo rigoroso i biglietti, di prevenire e reprimere con interventi efficaci e più duri i tifosi violenti.

12 giugno 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA 10-18.06.1985 

La polizia di Liverpool identifica 25 hooligans

di Paolo Patruno

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - La polizia di Liverpool ha identificato 25 "hooligans" protagonisti dei mortali incidenti allo stadio Heysel di Bruxelles. E da una settimana è in attesa dell'arrivo a Liverpool degli agenti belgi per formalizzare le accuse che potrebbero sfociare in una serie di estradizioni, a preludio del processo per giudicare i responsabili della morte dei 38 spettatori della finale della Coppa dei campioni. Fonti di Liverpool hanno indicato ieri che gli inviati della polizia bruxellese dovrebbero arrivare oggi, o al più tardi domani, per concludere gli accertamenti. La notizia dell'identificazione di un buon numero di tifosi teppisti era stata anticipata martedì sera ad Amsterdam dal ministro belga dello Sport, Robert Urbain, il quale aveva affermato che 42 "hooligans" erano stati riconosciuti dalla polizia del Merseyside (la regione di Liverpool) attraverso i filmati e le fotografie scattate durante gli incidenti. Questa anticipazione è stata confermata a Londra dal sottosegretario al ministero degli Interni Gilles Shaw e poi da fonti della polizia di Liverpool, che hanno indicato "la positiva identificazione" di un certo numero di tifosi teppisti, senza precisare quanti fossero. Secondo indiscrezioni della polizia inglese (che ha distaccato 50 investigatori nella ricerca dei responsabili della strage) potrebbe rivelarsi praticamente impossibile raggiungere prove inoppugnabili che le persone identificate abbiano commesso reati abbastanza gravi da giustificare l'estradizione. Insomma, foto e filmati non sarebbero sufficienti a inchiodare gli "hooligans" alle loro responsabilità. Questo stato d'animo è riaffiorato ieri sera a Londra, durante la riunione a Downing Street convocata dal primo ministro signora Thatcher e alla quale hanno partecipato, con il ministro dello Sport MacFarlane, i dirigenti della Football Association. Al termine del colloquio, il governo ha confermato attraverso il ministro MacFarlane l'urgenza di introdurre fin dal prossimo campionato per tutte le partite della lega inglese una "carta di identificazione" degli spettatori come uno dei mezzi di lotta contro il teppismo negli stadi insieme con l'adozione di impianti tv a circuito chiuso per scoprire i teppisti.

13 giugno 1985

Fonte: La Stampa

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Caro direttore, anche noi sportivi della Scozia

desideriamo ricordare chi ora soffre a Torino"

Dopo la tragedia di Bruxelles, Stampa Sera ha ricevuto numerose lettere di tifosi inglesi. Ne abbiamo scelto una:

Egregio direttore, scrivo a lei ed ai torinesi in merito alla recente tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles. Le scrivo anche a nome di colleghi ed amici che desiderano esprimere la loro solidarietà a quei cittadini torinesi che hanno perso una persona cara in circostanze così terribili. Inoltre, vogliamo esprimere la nostra rabbia e l'orrore che cose simili possano accadere. Vorrei comunque aggiungere quanto segue. In tutta Europa si stanno condannando i britannici per queste violenze. Sono certo che la maggior parte dei torinesi si renderà conto (grazie al loro legame con Glasgow) che non è corretto. La Gran Bretagna è composta da quattro Paesi: Scozia, Inghilterra, Irlanda del Nord e Galles, ognuno di loro con una identità ben distinta, pur avendo un solo Parlamento. Si pensa spesso alla Gran Bretagna come all'Inghilterra e viceversa, il che porta a configurarci tutti come inglesi. Ma non lo siamo. Le scrivo in veste di scozzese, io mi considero prima di tutto scozzese, e poi britannico. Non sono assolutamente inglese. La violenza che ha ucciso e distrutto nello stadio Heysel era inglese, e questo ci dà il diritto di dissociarci da ciò che è successo. Di conseguenza la preghiamo di non condannare i britannici. Inoltre, la bandiera nazionale - che è un simbolo dell'unione dei quattro Paesi britannici - non è però la bandiera inglese, e gli inglesi non hanno il diritto di usarla per rappresentare la sola Inghilterra. Pertanto la prego di non profanare questa bandiera perché rappresenta la Scozia, l'Irlanda del Nord e il Galles. Naturalmente noi in Scozia abbiamo avuto nel passato la nostra parte di violenza negli stadi, come molti altri Paesi. Ma la legge scozzese è stata opportunamente cambiata per fronteggiare questi problemi ed in molti casi è risultata molto efficace. Tutto ciò premesso, aggiungo qualche pensiero per la vicina Inghilterra ed in particolare per la gente di Liverpool. Noi in Scozia sappiamo che la stragrande maggioranza dei tifosi inglesi sono brava gente e bene educata. Si tratta di una tragedia che farà sì che essi si sentano in colpa per una minoranza violenta. E' adesso loro intenzione cambiare la legge come è stato fatto in Scozia, e speriamo che questo serva, col tempo, a risolvere i loro problemi. Comunque, sebbene ci stia a cuore che lei comprenda la nostra posizione, non è questo ciò che conta in un simile momento. E' più importante che ricordiamo quelli della vostra città che stanno soffrendo, assicurando loro che partecipiamo al loro dolore Mi creda. Suo.

Kenneth M. Currie

17 giugno 1985

Fonte: Stampa Sera

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TORINO (S.T.) - "Non c' era da aspettarsi altro. Quanto è accaduto a Bruxelles era inevitabile: conosco gli inglesi, quelli che seguono le squadre in trasferta". Questo severo giudizio sul comportamento della tifoseria britannica è stato espresso all'indomani del massacro allo stadio Heysel dal professore Patrick Murphy, sociologo all'Università di Leicester, studioso della violenza nello sport, autore di un libro intitolato "Hooligans Abroad". Ma esiste un qualche meccanismo per disinnescare la bomba della violenza collettiva che trasforma gli stadi in arene per scontri selvaggi ? E' possibile far ridiventare persone educate e civili gli hooligans, i teppisti oltre confine, che seguono come un'orda di barbari le squadre di calcio al solo scopo di poter scatenare la loro bestialità ? Questi interrogativi sono risonati in più sedi dopo la tragedia di Bruxelles con il suo carico di morti e l'inutile amara vittoria della Juventus sul Liverpool. Le risposte sono state tante, ma nessuna è stata tale da fornire assicurazione su un reale antidoto contro la violenza. Nell'attesa che la scienza provveda Torino e Liverpool ci provano con i sentimenti, che un qualche risultato talvolta riescono anche a darlo. La giornata di oggi dovrebbe cancellare la drammatica notte del 29 maggio con una riconciliazione fra le due città: un impegno e un monito per il futuro, affinché lo sport continui ad essere una festa e non l'occasione per seminare odio e morte fra gruppi di giovani. La "delegazione di pace" arrivata ieri sera da Liverpool con un non indifferente bagaglio di pentimento è animata da questi intenti. Del resto erano state le autorità della città inglese a lanciare un messaggio di pace dopo la funesta partita di Bruxelles. L'amministrazione comunale torinese aveva accolto di buon grado il ramoscello d' ulivo, nella convinzione, espressa dal sindaco Giorgio Cardetti, che "l'incontro servirà a ribadire la condanna di ogni forma di violenza tanto più assurda in quanto collegata a manifestazioni che dovrebbero essere occasioni di divertimento". L'aereo speciale, proveniente da Liverpool, è atterrato a Caselle poco dopo le 18,15 di ieri. Ad attendere gli ospiti inglesi c' erano due consiglieri comunali di Torino, il console Wichs, un rappresentante dell'ambasciata inglese, molti giornalisti e poco pubblico. La delegazione di Liverpool era composta dal presidente del Consiglio comunale Hugh Dalton, da alcuni consiglieri, dal vicepresidente della squadra Corkish, dall'arcivescovo Derek Worlock e dal vescovo David Sheppard, da una rappresentanza dell'Everton, l'altra squadra di Liverpool. All'arrivo il presidente Dalton si è limitato ad una breve dichiarazione: "Non possiamo certo ripagare tutto il male fatto, ma intendiamo gettare un ponte di amicizia fra le due città". Il programma di oggi avrà inizio nella Sala Rossa del consiglio comunale di Torino con i discorsi dei rappresentanti delle due municipalità. La Rai seguirà in eurovisione questa singolare riconciliazione che, naturalmente, non mancherà di ricordare i morti e i feriti di una assurda esplosione di follia. Verso mezzogiorno è prevista una conferenza stampa, mentre nel pomeriggio la delegazione inglese avrà un incontro con il presidente della Juventus Giampiero Boniperti e con la squadra bianconera. La missione si concluderà in serata con la celebrazione di una messa da parte del cardinale arcivescovo di Torino Ballestrero, presente l'arcivescovo di Liverpool Worlock. Torino, città industriale, è vicina a Liverpool: capirà anche i problemi che in qualche modo possono aver contribuito ad alimentare la violenza in un gruppo di giovani tifosi. Così come non ha giustificato la dissennata esultanza di quanti hanno ritenuto con pessimo gusto di poter festeggiare la vittoria della Juventus. Secondo il giornale inglese "Daily Mail" la Fifa la prossima settimana annullerà il provvedimento con cui vieta alle squadre inglesi di giocare partite amichevoli all'estero. L'indiscrezione sarebbe trapelata dopo un incontro tra il presidente della Fifa Havelange e quello della Federcalcio inglese Millichip.

18 giugno 1985

Fonte: La Repubblica

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Ci sono state minacce assurde ma non per questo da sottovalutare

Ai vertici della Questura - il nuovo questore Umberto Catalano ed il capo gabinetto Rodolfo Poli - sulle misure adottate a protezione della delegazione inglese si preferisce tacere. Catalano si limita a dire che "ci sarà una vigilanza speciale, questo è ovvio". Ma nulla che ricordi, neppure da vicino, l'auto blindata con la quale il Papa fende la folla. Poli da parte sua non intende scendere nei dettagli: "Il numero degli agenti impegnati ? Non so: vedremo domani, quanti ne avremo a disposizione". Ma è evidente che un servizio come quello a protezione degli inglesi non è improvvisato in base al numero delle volanti o dei poliziotti disponibili. E allora quanti ? "Se dicessi cento - osserva ancora il capo gabinetto - qualcuno direbbe che sono troppi, altri che sono pochi. Dunque lasciamo perdere". E le minacce ? In questi giorni ne sono arrivate parecchie. In giro anzi è molto probabile che ci sia più di un imbecille convinto che occorrerebbe vendicare i morti di Bruxelles. E allora quanto peso possono avere le telefonate che hanno annunciato attentati agli inglesi ? "Nessuna minaccia - dice ancora Poli - deve mai essere sottovalutata. Salvo, dopo, rendersi conto che non si trattava di nulla di serio". Il servizio di scorta alla delegazione che in queste ore circola per Torino comunque c'è, e neppure tanto discreto. Il pulmino infatti è preceduto e seguito da un buon numero di "volanti" e la delegazione sempre protetta da un robusto cordone di agenti. Una cornice che sembra un po' stridere con gli scopi pacifici della delegazione. "Ma il rischio - come ha spiegato lo stesso Questore - pur se limitato al gesto folle è il più insidioso", perché può manifestarsi in modo irrazionale: dunque non facilmente prevedibile. Una presenza "invisibile" della polizia rischierebbe di incoraggiarlo.

18 giugno 1985

Fonte: Stampa Sera

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