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ARTICOLI LUGLIO 1985
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ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985
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LUGLIO 1985
ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985

Ritorna il ferito di Pinerolo

Ritorna oggi tifoso ferito

L'ultimo piemontese dell'Heysel

Chiesta l'incriminazione dei tifosi che causarono i luttuosi fatti di Bruxelles

Negli stadi vietata la vendita di alcol

Una piazza per ricordare Bruxelles

Tornano a casa i 4 tifosi juventini arrestati allo stadio di Bruxelles

Scarcerati, tornano i due torinesi di Bruxelles

Chieste dimissioni del ministro belga

"Governo, Polizia, Uefa è stata tutta colpa loro"

"Responsabilità del ministro nella tragedia di Bruxelles"

Domani il tifoso sarà interrogato

Per la strage di Bruxelles il ministro degli Interni non si dimette

"Non scorderò ciò che ho visto e le tante ingiustizie subite"

Dopo un carcere "duro" sotto inchiesta a Torino

Heysel, la dc belga appoggia il ministro

Nello stadio di Novara un finto Heysel

Novara rivive la tragedia di Bruxelles

Solo gare amichevoli, restano in vigore le altre misure - Le reazioni

Dopo la strage il Parlamento di Bruxelles decide sui responsabili

Il ministro belga chiama in causa 2 colleghi ma non convince l'autodifesa

Strage allo stadio: Nothomb "assolto" tra dure proteste

Bruxelles vince il governo Il ministro non se ne va

Arrestati ventisei tifosi del Liverpool

Fermati in Inghilterra 28 tifosi del Liverpool

Ritorna il ferito di Pinerolo

Carlo Duchene sta per rientrare a Pinerolo. I rapidi miglioramenti degli ultimi giorni hanno infatti consentito di accelerare i programmi di rimpatrio di tre dei cinque italiani ancora ricoverati negli ospedali di Bruxelles, a cinque settimane dagli incidenti che il 29 maggio fecero 38 morti e oltre 250 feriti allo stadio di Heysel, prima della finale della Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool. Il parrucchiere di Pinerolo fa parte di questo gruppo. Dovrebbe arrivare già domani, come Elsa Del Monte, di Orte, in provincia di Perugia. I due viaggeranno in barella a bordo di aerei di linea. La Delmonte proseguirà la degenza a Pisa, Duchene alle Molinette. Entrambi sono attualmente ricoverati alla clinica "Erasmo". Degli altri feriti, Carmelina Ferrara partirà invece giovedì, alla volta di Patti, in provincia di Catania. La donna è attualmente ricoverata alla clinica "Saint Lue". Dopo queste partenze, i feriti italiani del 29 maggio in ospedale a Bruxelles resteranno due: al "Saint-Jean" Giuseppe Vullo, le cui condizioni vanno migliorando e che potrebbe ritornare a casa la prossima settimana, e alla clinica "Erasmo, Luigi Pidone, l'unico a non essere tuttora uscito dal coma e le cui condizioni restano gravissime.

2 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

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A 35 giorni dai fatti di Bruxelles

Ritorna oggi tifoso ferito

Carlo Duchene, 34 anni, si è ripreso dal lungo coma - Da stasera alle Molinette.

Trentacinque giorni dopo i tragici fatti dello stadio Heysel di Bruxelles torna stasera a Torino Carlo Duchene, il giovane pinerolese colpito al capo da un teppista inglese mentre si accingeva a salire sulla vettura di un amico per far ritorno in Italia. La partenza da Bruxelles è prevista per le 22 con un volo di linea per Milano da dove proseguirà alla volta delle Molinette, reparto del professor Fasano. Le sue condizioni sono in continuo graduale miglioramento: "E’ stato un miracolo - spiega la madre Maria - che è andato al di là delle stesse speranze dei medici. Sembrava impossibile portarlo fuori dal coma ed invece piano piano Carlo ce l'ha fatta. Prima la sensazione del dolore e qualche parola, poi qualche movimento. Nei giorni scorsi ha mostrato tali progressi da parlarci telefonicamente". Carlo Duchene ha incontrato la scorsa settimana anche la figlia Claudia, 11 anni, ed è stato continuamente assistito al Sant'Erasmo dalla moglie Ivette, che rientrerà stasera con lui. Con Carlo Duchene torna in Italia anche Elsa Delmonte di Orte, in provincia di Perugia: verrà ricoverata all'ospedale di Pisa. Con queste partenze i feriti italiani ricoverati a Bruxelles restano due: Giuseppe Vullo che è in sensibile miglioramento e che potrebbe tornare a casa la prossima settimana, e Luigi Pidone, l'unico a non essere ancora uscito dal coma e le cui condizioni restano gravissime.

3 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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L'ultimo piemontese dell'Heysel

Carlo Duchene torna a casa. Il tifoso juventino di Pinerolo, colpito al capo da un "red" del Liverpool dopo la "partita maledetta" all'Heysel, lascia questa sera alle 22, in aereo, la capitale belga: dopo 35 giorni d'ospedale. Un volo di linea lo porterà a Milano e di là un'autolettiga lo accompagnerà a Torino, all'ospedale Molinette, reparto del professor Fasano. Per quanto in continuo miglioramento, infatti, le sue condizioni fisiche non sono ancora perfette: Carlo Duchene è stato operato due volte alla testa, e dall'anestesia del secondo intervento non si è risvegliato per molto tempo. "Poi c'è stato il miracolo - spiega adesso la madre Maria - qualcosa che neanche i medici si aspettavano: sembrava impossibile che uscisse dal coma. Invece lui, piano piano, ce l'ha fatta. Prima dando flebili segni di ripresa, poi incominciando a sentire il dolore e lamentandosi, poi incominciando a dire addirittura qualche parola. Alla fine, qualche giorno fa, è riuscito persino a parlare con me per telefono". Nei 35 lunghi giorni trascorsi, la moglie di Carlo, Ivette, e la madre hanno fatto la spola fra Pinerolo, dove la famiglia abita (Carlo, 33 anni, è parrucchiere e lavora insieme con la moglie al negozio di via (omissis), e l'ospedale belga, il Sant'Erasmo. E anche la figlia Claudia, 11 anni, la settimana scorsa è andata a trovarlo. La moglie, che negli ultimi tempi è rimasta sempre al suo capezzale, questa sera sarà con lui sull'aereo. Ma se l'angoscia per la sorte di Carlo è passata, resta pesante il ricordo di quella violenza gratuita. La sera della partita, Carlo Duchene era in tribuna, con un amico, Ivo Taverna. Alla fine dell'incontro, i due avevano già raggiunto la loro auto, l'unica con la targa italiana nel parcheggio ad un paio di chilometri dall'Heysel, quando sono stati assaliti da due teppisti "reds" armati di spranghe e pugni di ferro. Ivo ha reagito, ma Carlo è caduto in un lago di sangue, colpito alla base del cranio e all'addome, con le dita della mano destra e tre costole fratturate. Quello stesso pomeriggio, in un bar del centro di Bruxelles, Carlo Duchene era già stato vittima della violenza inglese: un gruppo di tifosi del Liverpool gli aveva bevuto la birra che lui aveva ordinato e pagato, ridendogli in faccia. Ma ora l'incubo è finito. Di nuovo a casa, Carlo Duchene riuscirà forse a dimenticare. Con lui, sullo stesso aereo, questa sera torna in Italia anche Elsa Delmonte, di Perugia: verrà ricoverata all'ospedale di Pisa. A Bruxelles rimangono ancora due feriti: Giuseppe Vullo, che potrebbe tornare già la settimana prossima, e Luigi Pidone, le cui condizioni restano purtroppo gravissime.

3 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

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Chiesta l'incriminazione dei tifosi che causarono i luttuosi fatti di Bruxelles

ROMA - La magistratura romana è stata invitata ad incriminare formalmente le persone che le polizie inglese e belga hanno identificato quali presunte corresponsabili degli incidenti avvenuti il 29 maggio scorso nello stadio Heysel di Bruxelles, in occasione dell'incontro di calcio Juventus-Liverpool. La richiesta è stata presentata, con l'assistenza dell'avvocato Anselmo Crisafulli da Antonio Conti, di Arezzo, che nel massacro di Bruxelles ha perduto la figlia Giuseppina di 17 anni. Sugli incidenti di Bruxelles, la procura della Repubblica di Roma avviò fin dal 30 maggio scorso un'indagine preliminare. Nell'istanza con la quale si costituisce parte civile, a nome di Antonio Conti, l'avvocato Crisafulli ricorda i sentimenti di orrore e di dolore suscitati dalla strage ed aggiunge che la morte e le gravi lesioni riportate dai nostri connazionali sono imputabili a fatti penalmente puniti, fatti di cui v'è testimonianza nella "diretta". L'avvocato Crisafulli sostiene che l'imponente massa di prove emerse fino ad oggi consente al magistrato di attribuire l'accusa di "genocidio" a tutti coloro che "in modo diretto o indiretto, per azione o per omissione, abbiano preso parte agli atti che hanno predisposto e determinato l'evento criminoso". Questo tipo di reato comporta l'emissione obbligatoria dell'ordine di cattura contro coloro che sono già stati identificati all'estero. A chiarimento di fatti relativi all'organizzazione ed allo svolgimento della partita, l'avvocato Crisafulli ha chiesto al sostituto procuratore Alfredo Rossini, il magistrato inquirente, di citare come testimoni i legali rappresentanti del Coni, della Federazione Gioco Calcio, il presidente ed il manager della Juventus, nonché i rappresentanti del Liverpool.

4 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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Liverpool: fermati altri hooligans

Negli stadi vietata la vendita di alcol

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. LONDRA - Finalmente fioccano le prime specifiche accuse della polizia di Liverpool contro i tifosi-teppisti sospettati della strage di Bruxelles. Gli investigatori hanno fermato altri cinque sospetti hooligans che dopo il formale interrogatorio sono stati rilasciati su cauzione. Il numero totale degli inquisiti è salito cosi a 22, ma restano ancora da identificare 6 dei 15 ignoti tifosi inglesi le cui fotografie sono state diffuse su scala nazionale dalla polizia, con un procedimento inconsueto, attraverso giornali e tv. Gli inquirenti di Liverpool hanno trasmesso il dossier giudiziario sui 22 tifosi sospettati di aver partecipato alle violenze nello stadio Heysel all'ufficio delle public prosecution, alla polizia e alla magistratura belga. Ma uno dei teppisti di Liverpool, John Ellis, di 19 anni, comparirà già domani in tribunale per rispondere delle accuse di violenza, danneggiamenti e resistenza alla forza pubblica. Altri tre, David Berton di 19 anni, George Davis di 34 e John Awork di 30, saranno deferiti in tribunale la prossima settimana. Per gli altri la comparsa in tribunale è prevista in settembre; fra questi c'è anche un certo James McGill, di Liverpool, accusato di aver attaccato un tifoso juventino con una sbarra di ferro. Sono questi i primi risultati del lavoro compiuto dalla polizia di Liverpool che ha visionato in questo mese 50 ore di filmati e 1500 fotografie per identificare i colpevoli delle violenze di Bruxelles. La prossima mossa spetta alla giustizia inglese che deve prendere una decisione sull'eventuale estradizione degli accusati a Bruxelles per far fronte al processo sul massacro nello stadio. Mentre si precisano le prime responsabilità dei tifosi teppisti, ai Comuni è stata approvata la legge che vieta agli spettatori delle partite di calcio l'uso di bevande alcoliche. Il provvedimento è passato con un iter accelerato grazie alla volontà congiunta dei partiti conservatore, laborista e liberal-socialdemocratico. Il ministero degli Interni, promotore della nuova legge, spera che il progetto possa essere esaminato e approvato anche dalla Camera dei Lords entro la prossima settimana in modo da ricevere l'assenso reale prima della fine del mese ed entrare in vigore all'inizio della nuova stagione calcistica fra un mese e mezzo circa. Il governo è comunque consapevole del fatto che non basta bandire la birra e gli alcolici dagli stadi per stroncare le violenze degli hooligans, ormai tristemente noti in tutta Europa dopo una serie di violenze culminate nel massacro allo stadio Heysel dove, prima della finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool, perirono 38 spettatori. Ma la collaborazione richiesta dal governo ai club, perché istituiscano tessere di riconoscimento per gli spettatori e dotino gli stadi di impianti televisivi a circuito chiuso per localizzare tempestivamente i focolai di violenza, non sta trovando positiva accoglienza tra le società calcistiche, che reclamano anzi per i mancati introiti causati dal divieto di vendita delle bevande alcoliche negli stadi. p. pai.

5 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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Una piazza per ricordare Bruxelles

Una piazza di Robassomero è stata dedicata alla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles. Lo ha deliberato la giunta comunale "affinché non si dimentichino i drammatici fatti che hanno sconvolto il mondo intero". La piazza, che prenderà il nome "Vittime di Bruxelles del 29 maggio 1985", si trova di fronte al campo sportivo.

5 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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Erano in carcere dalla tragica sera della finale di Coppa Campioni

Tornano a casa i 4 tifosi juventini arrestati allo stadio di Bruxelles

Tra gli altri, il giovane che sui teleschermi di tutto il mondo è apparso mentre impugnava una pistola lanciarazzi. Erano imputati di danneggiamenti e resistenza, alla forza pubblica - Inglese, condannato.

I quattro tifosi italiani arrestati allo stadio Heysel di Bruxelles sono liberi da ieri. Tra questi Umberto Salussoglia, 22 anni, lo juventino torinese immortalato dalle televisioni di tutto il mondo con pistola spianata verso i poliziotti (ma era una lanciarazzi) nel campo di gioco. La libertà è stata concessa dalla magistratura della capitale belga, confermando la decisione presa la scorsa settimana, contro cui la procura del Regno aveva interposto appello. Gli altri nomi: Claudio Ardito, 25 anni, di Torino, Franco Spedicato, 25 anni, di Lecce, e Franco Calabrese, 25 anni, residente in Belgio. I quattro erano stati arrestati durante gli incidenti allo stadio che hanno provocato la morte di 38 persone. La loro detenzione nella prigione di Forest è durata esattamente un mese e sei giorni. Salussoglia e Ardito erano imputati di danneggiamenti alle cose e resistenza alla forza pubblica. Salussoglia era stato anche accusato di aver tenuto con sé un oggetto pericoloso per la sicurezza pubblica. Inoltre, ieri il tribunale di Bruxelles ha condannato a nove mesi un tifoso del Liverpool, John Michael Ellis, 19 anni: avrebbe partecipato all'assalto di una rivendita di hot dog nei pressi dello stadio Heysel. E' intanto alle ultime battute l'indagine della commissione d'inchiesta della Camera belga per far luce sulle responsabilità della tragedia. Dopo aver raccolto per tre settimane testimonianze di organizzatori, responsabili politici e capi degli organi di sicurezza, la commissione si è riunita ieri pomeriggio a porte chiuse per mettere a punto il rapporto. Quasi sicuramente già oggi si conosceranno i risultati. Il Consiglio dei ministri del Belgio ha formato un gruppo di lavoro per esaminare e firmare la convenzione approvata dal Consiglio d'Europa contro la violenza nelle manifestazioni sportive. Un'altra commissione è stata formata per definire le misure di sicurezza da applicare nella prossima stagione.

5 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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Erano stati arrestati dopo la tragedia allo stadio Heysel

Scarcerati, tornano i due torinesi di Bruxelles

Salussoglia e Ardito per trentasei giorni nella prigione di Forest.

TORINO - E’ tornato in Italia, ma probabilmente con destinazione Sardegna, Umberto Salussoglia, il giovane torinese reso famoso in tutto il mondo dalle riprese della tv britannica che lo mostravano nell'atto di impugnare una pistola e sparare un razzo in direzione dei tifosi inglesi nel tragico stadio Heysel di Bruxelles la notte del 29 maggio scorso. Nella casa di via (omissis), un elegante palazzo in Pozzo Strada, il campanello squilla a vuoto. Stamattina la madre del ragazzo e il fratello Marco, attualmente militare, sono usciti in gran fretta: per raggiungere Umberto al mare ? Non è stato possibile saperlo in quanto la destinazione finale del giovane tifoso juventino, una volta rientrato in patria, è stata tenuta nascosta a tutti. Alcune voci lo volevano addirittura ancora all'estero. Come lui Claudio Ardito, 25 anni, di San Mauro, ha fatto perdere le proprie tracce. Nessuno lo ha visto tornare a casa ed i parenti coprono le sue mosse con una cortina di silenzi. Dopo un mese e sei giorni di detenzione, dunque, i due torinesi (e con loro anche Franco Spedicato, leccese e Franco Calabrese, che abita a Bruxelles) sono usciti dalla prigione di Forest dove erano stati rinchiusi fin dal momento del loro arresto, in quella drammatica, sconvolgente notte. Il tribunale belga li ha lasciati in libertà provvisoria. Un giovane inglese, Michael Ellis, 19 anni, invece, è stato condannato per aver partecipato con altri all'assalto ad una rivendita ambulante di hot-dog e birra nel pressi dello stadio. Per tutti i protagonisti italiani dei fatti dell'Heysel, però, le cose non sono certo finite con la liberazione ed il ritorno in patria. Lunedì prossimo Umberto Salussoglia dovrà farsi comunque trovare dai funzionari della questura. Il dottor Pellegrino, il funzionario che per primo lo aveva riconosciuto nei filmati della tv, pensa di interrogarlo e lo stesso pensa di fare il sostituto procuratore della Repubblica Marabotto, che si occupa di accertare se e come il Salussoglia e gli altri si siano resi responsabili di reati all'estero eventualmente perseguibili anche in Italia.

6 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

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Richieste dimissioni del ministro

BRUXELLES - La pubblicazione del rapporto della commissione d'inchiesta della Camera di Bruxelles sugli incidenti allo stadio Heysel rilancia le iniziative e le pressioni per le dimissioni del ministro dell'Interno Charles Ferdinand Nothomb, indicato a più riprese fra i responsabili della tragedia. Due degli esponenti della commissione d'inchiesta hanno già annunciato che chiederanno ai rispettivi gruppi di presentare mozioni di censura del ministro nel dibattito sul rapporto, probabilmente venerdì prossimo, in sessione plenaria. Il rapporto della commissione fa un elenco preciso "delle lacune, delle carenze, delle deficienze" dei responsabili delle forze dell'ordine e degli organizzatori, che sono fra le cause del dramma dello stadio Heysel, anche se - il presidente della commissione Robert Collignon, socialista francofono, è esplicito in merito - la colpa maggiore va ai teppisti britannici. Il 29 maggio, gli incidenti allo stadio Heysel, prima della finale della Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, fecero 38 morti, fra cui 31 italiani, quando una carica omicida di teppisti britannici si abbatté su una gradinata occupata da tifosi italiani. I feriti furono oltre 250. Due di essi sono ancora ricoverati a Bruxelles, uno tuttora in coma. Le polemiche che la pubblicazione del rapporto della commissione d'inchiesta riaccende investono, oltre che Nothomb, il borgomastro di Bruxelles, Hervé Brouhon, capo della polizia, e il generale Robert Bernaert, capo della gendarmeria. Esse potrebbero addirittura investire il governo nel suo complesso, se in aula la maggioranza di centro-destra, cristiano-sociali e liberali dovesse fare quadrato intorno a Nothomb contro l'opposizione socialista. Il rapporto dell'inquirente - va ricordato - ha un valore morale e politico, ma non giuridico. Sulla base di esso, tuttavia, la magistratura può intraprendere delle azioni, là dove ne ravvisi l'opportunità. La commissione d'inchiesta parlamentare venne istituita pochi giorni dopo i tragici incidenti. In tre settimane, i nove commissari hanno ascoltato numerosissime deposizioni giurate di autorità e testimoni e hanno steso il loro rapporto. Ed ecco quali sono, secondo le accuse formulate dalla commissione, le principali "lacune, mancanze, deficienze" di organizzatori e responsabili della sicurezza quel tragico 29 maggio. La gendarmeria è oggetto delle maggiori critiche. Gli errori dei gendarmi appaiono numerosi, sia nell'imminenza dell'avvenimento che durante gli incidenti. Invitati a Liverpool per un viaggio di informazione, non vi andarono, e neppure effettuarono un sopralluogo allo stadio Heysel. Al momento del dramma, inoltre, la maggior parte dei gendarmi era fuori dallo stadio e il loro intervento, a causa di una struttura di comando rigida e di difficoltà di comunicazione, non fu né tempestivo né efficace. Gravi lacune vengono anche denunciate nell'organizzazione del gabinetto del ministro Nothomb, che ha messo in funzione la "cellula di crisi" non prima delle 19.45, cioè almeno mezz'ora dopo il dramma. Il ministro arrivò sul posto alle 21,30. La commissione d'inchiesta è poi critica verso gli organizzatori dell'Incontro - l'Unione belga e l'Uefa - che non hanno venduto, come avevano garantito alle autorità, i biglietti della curva della tragedia, il settore Z, a tifosi belgi, ma a italiani, e che hanno scelto per la finale europea uno stadio che non offriva garanzie di sicurezza. La tesi della commissione è che gli organizzatori hanno anteposto l'incasso alla sicurezza.

6 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

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Chieste dimissioni del ministro belga

BRUXELLES - Il rapporto della commissione parlamentare belga incaricata di fare piena luce sulla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles ha accertato ampie responsabilità per i gravissimi incidenti avvenuti prima della finale di Coppa dei Campioni nei quali rimasero uccise trentotto persone. Anticipando il contenuto della loro relazione ai giornalisti, alcuni membri della commissione hanno annunciato l'intenzione di chiedere le dimissioni del ministro degli Interni Charles-Ferdinand Nothomb, responsabile delle forze di polizia dimostratesi insufficienti e incapaci di evitare i disordini provocati dai tifosi del Liverpool. E' probabile che durante il dibattito il Parlamento sia chiamato a un voto di fiducia sulla coalizione guidata da Wilfried Martens. Il presidente dell'organismo parlamentare, Robert Collignon) ha reso noto inoltre che la maggioranza dei nove membri ha messo in luce le gravi manchevolezze della polizia e delle autorità politiche. "La responsabilità criminale dei tifosi britannici è accertata, ma ci sono anche altre responsabilità", ha sostenuto Collignon, aggiungendo che anche i dirigenti calcistici belgi ed europei sono da biasimare. Il rapporto, che verrà discusso dal Parlamento venerdì prossimo, ricorda che è il ministro degli Interni il responsabile dell'operato della gendarmeria. La commissione ha concluso che Nothomb non ha coordinato l'organizzazione del match e non è intervenuto quando la tragedia ha avuto luogo. Per quanto riguarda le autorità calcistiche, il rapporto sottolinea gli errori compiuti nella vendita dei biglietti, mentre le autorità cittadine di Bruxelles sono state criticate per le scarse misure di sicurezza in vigore nello stadio e per l'assenza di strutture adeguate per separare i tifosi.

6 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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"Governo, Polizia, Uefa è stata tutta colpa loro"

BRUXELLES - L'accusa è precisa. Nella tragica notte del 29 maggio allo stadio Heysel di Bruxelles hanno avuto pesanti responsabilità anche il ministro dell'Interno Nothomb, il borgomastro di Bruxelles, la Gendarmeria, gli organizzatori della finale di Coppa Campioni. Queste sono le conclusioni a cui è giunta la commissione d' inchiesta istituita dalla Camera belga, che ieri ha terminato la propria indagine sugli incidenti. Il rapporto della commissione, la cui stesura è stata completata alle due del mattino, sarà ora discusso dalla Camera in seduta plenaria. "Probabilmente venerdì prossimo", ha annunciato il presidente dell'inquirente, Robert Collignon, socialista francofono. Approvato all'unanimità in quasi tutti i suoi passaggi, il rapporto contiene, tuttavia, due affermazioni "passate" a maggioranza: entrambe si riferiscono alle responsabilità nella vicenda del ministro dell'Interno Charles Ferdinand Nothomb, cristiano-sociale francofono. Esponenti socialisti della commissione parlamentare hanno dichiarato che intendono proporre ai rispettivi gruppi, francofono e fiammingo, di presentare una mozione per le dimissioni di Nothomb. "Il rapporto dell'inquirente - ha però precisato il presidente Colligon - ha un valore morale e politico, ma non giuridico. Sulla base di esso, tuttavia, la magistratura può intraprendere delle azioni, là dove ne ravvisi l'opportunità". Riassumiamo quelle che sono secondo il rapporto le principali "lacune, mancanze, deficienze" di organizzatori e responsabili della sicurezza di quel tragico 29 maggio. La Gendarmeria, corpo alle dipendenze del ministero dell'Interno, è l'oggetto delle maggiori critiche. I suoi errori appaiono numerosi, sia nell'imminenza dell'avvenimento che durante gli incidenti. Invitati a Liverpool per un viaggio di informazioni i suoi rappresentanti non vi andarono e neppure effettuarono un sopralluogo allo stadio Heysel, non constatando quindi la fragilità delle barriere per canalizzare e separare i tifosi. Al momento del dramma, inoltre, la maggior parte dei gendarmi era fuori dello stadio e il loro intervento, a causa di una struttura di comando rigida e di difficoltà di comunicazione, non fu né tempestivo né efficace. Il ministero è accusato di aver messo in funzione la "cellula di crisi" non prima delle 19.45, cioè almeno mezz’ora dopo il dramma. Il ministro arrivò sul posto alle 21.30. Critiche infine agli organizzatori. L'Unione belga e l'Uefa hanno venduto agli italiani, e non ai tifosi belgi, come avevano garantito alle autorità, i biglietti della curva del dramma, la Z. Per la finale era stato scelto inoltre, uno stadio che non offriva garanzie. La tesi della commissione è che gli organizzatori hanno anteposto l'incasso alla sicurezza. In tre settimane la commissione d'inchiesta parlamentare, composta da nove commissari, ha fatto un sopralluogo nello stadio, ascoltato le deposizioni giurate del ministro e del borgomastro, di funzionari e di esperti, di generali e di ufficiali, del presidente dell'Unione calcistica belga e di un dirigente del Liverpool. La Juventus, invitata a portare la sua testimonianza, non si è presentata; così pure ha scelto di fare l'Uefa. Le polemiche che la pubblicazione del rapporto riaccendono potrebbero investire il governo nel suo complesso se, in aula, la maggioranza di centro destra, cristiano-sociali e liberali, dovesse fare quadrato intorno a Nothomb, contro l'opposizione socialista. Umberto Salussoglia, il 22enne tifoso bianconero che durante gli incidenti che precedettero la partita Juve-Liverpool sparò con una pistola scacciacani, non si trova. Il giovane rimesso in libertà venerdì dalle autorità belghe (che lo avevano arrestato insieme ad altri 3 italiani) non sarebbe rientrato nella sua abitazione a Torino la famiglia si rifiuta avere contatti con la stampa. Il giovane domani è atteso dal dottor Pellegrino, funzionario della questura di Torino per un interrogatorio.

7 luglio 1985

Fonte: La Repubblica

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L'inquirente belga accusa anche borgomastro, gendarmi e organizzatori

"Responsabilità del ministro nella tragedia di Bruxelles"

Chieste le dimissioni di Nothomb - Venerdì la Camera esaminerà il rapporto.

BRUXELLES - Con un atto di accusa che investe il ministro dell'Interno, il borgomastro di Bruxelles, i responsabili della gendarmeria, gli organizzatori della finale della Coppa dei Campioni, la commissione d'inchiesta istituita dalla Camera belga ha concluso la propria indagine sugli incidenti che il 29 maggio, allo stadio Heysel, fecero 38 morti, fra cui 31 italiani. Il rapporto della commissione sarà ora discusso dalla Camera in sessione plenaria, probabilmente venerdì prossimo. Unanime in quasi tutti i suoi passaggi, il rapporto contiene tuttavia due affermazioni approvate a maggioranza: entrambe si riferiscono alle responsabilità nella vicenda del ministro dell'Interno Charles-Ferdinand Nothomb, cristiano-sociale francofono. Il rapporto dell'inquirente ha un valore morale e politico, ma non giuridico. Sulla base di esso, tuttavia, la magistratura può intraprendere delle azioni, là dove ne ravvisi l'opportunità. Due esponenti della commissione hanno annunciato che chiederanno ai rispettivi gruppi di presentare mozioni di censura sul ministro. Il rapporto fa un elenco preciso delle lacune, delle carenze, delle deficienze dei responsabili delle forze dell'ordine e degli organizzatori, che sono fra le cause del dramma Heysel, anche se il presidente della commissione Robert Collignon, socialista francofono, è esplicito: la colpa maggiore va attribuita ai teppisti britannici. La commissione d'inchiesta parlamentare venne istituita pochi giorni dopo i tragici incidenti e si riunì per la prima volta il 12 giugno. In tre settimane, i nove commissari, tre cristiano-sociali, tre socialisti, due liberali, un regionalista fiammingo, hanno fatto un sopralluogo nello stadio, hanno ascoltato le deposizioni giurate del ministro e del borgomastro, di funzionari e di esperti, di generali e di ufficiali, del presidente dell'Unione calcistica belga e di un dirigente del Liverpool (la Juventus, invitata ad apportare la propria testimonianza, non si è presentata, come ha pure scelto di fare l'Uefa). Riassumiamo quelle che sono, secondo il rapporto, le principali "lacune, mancanze, deficienze". La gendarmeria - Corpo alle dipendenze del ministero dell'Interno, è l'oggetto delle maggiori critiche. Gli errori dei gendarmi appaiono numerosi, sia nell'imminenza dell'avvenimento che durante gli incidenti. Invitati a Liverpool per un viaggio di informazione non vi andarono, e neppure effettuarono un sopralluogo allo stadio Heysel, non constatando quindi la fragilità delle barriere per canalizzare e separare i tifosi. Al momento del dramma, inoltre, la maggior parte dei gendarmi era fuori dallo stadio e il loro intervento, a causa di una struttura di comando rigida e di difficoltà di comunicazione, non fu né tempestivo né efficace. Il ministero - Gravi lacune vengono denunciate nell'organizzazione del gabinetto di Nothomb, che ha messo in funzione la cellula di crisi non prima delle 19.45, cioè almeno mezz'ora dopo il dramma. Il ministro arrivò sul posto alle 21.30. Gli organizzatori - La commissione d'inchiesta è critica verso gli organizzatori dell'incontro - l'Unione belga e l'Uefa - che non hanno venduto, come avevano garantito alle autorità belghe, i biglietti della curva del dramma, la "Z", a tifosi belgi, ma a italiani, e che hanno scelto per la finale europea uno stadio che non offriva garanzie di sicurezza. La tesi della commissione è che gli organizzatori hanno anteposto l'incasso alla sicurezza. (Ansa)

7 luglio 1985

Fonte: La Stampa

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Umberto Salussoglia è tornato

Domani il tifoso sarà interrogato

Per un'indagine preliminare, parallela a quella avviata dalla magistratura belga.

"Umberto ? No, Umberto non c'è... E poi cosa volete che vi dica. No, no, lasciatelo stare... Non è nemmeno a Torino". Marco Salussoglia, fratello del tifoso juventino che durante gli incidenti allo stadio Heysel di Bruxelles era stato ripreso dalla tv con una pistola (poi rivelatasi una scacciacani) spianata contro i poliziotti, è irremovibile di fronte ai tentativi del cronista di avere notizie di Umberto, 22 anni, rientrato dal Belgio venerdì sera. Umberto Salussoglia, come gli altri tre italiani arrestati subito dopo i tragici fatti che costarono la vita a 38 tifosi, era detenuto nel carcere di Forest dal 29 maggio scorso. "E’ sempre stato in isolamento spiega l'avvocato Carlo Altara - e anche i colloqui con la madre, che ha trascorso buona parte di questo mese nella capitale belga, sono stati concessi con il contagocce". Umberto Salussoglia domani mattina sarà sentito dalla polizia e dal sostituto procuratore Marabotto in merito alle vicende di Bruxelles. "Il magistrato sta facendo un'indagine preliminare" - spiega l'avv. Altara.

7 luglio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Per la strage allo stadio di Bruxelles il ministro degli Interni non si dimette

di Renato Proni

Attende il dibattito parlamentare che si aprirà venerdì prossimo - Se dovesse persistere nel suo atteggiamento e fosse sostenuto dai democristiani, il governo rischierebbe di cadere.

BRUXELLES - Il rapporto dei "nove saggi" del Parlamento belga sulle cause e sulle responsabilità della morte di 38 persone allo stadio di Heysel, prima della finale della Coppa dei Campioni tra la Juventus ed il Liverpool, fa tremare il governo di coalizione liberale-democristiano di Wilfried Martens. Sei membri della commissione d'inchiesta, infatti, hanno identificato nel ministro degli Interni Charles Ferdinand Nothomb (dc) il responsabile politico del massacro per non avere predisposto e fatto funzionare il dispositivo di sicurezza allo stadio. Intervistato ieri sera dalla televisione belga, il ministro Nothomb ha negato di avere alcuna responsabilità nell'eccidio e ha aggiunto che toccava al borgomastro di Bruxelles coordinare l'opera dei servizi di ordine. "Per questa ragione, accertata anche dalla commissione d'inchiesta - ha concluso Nothomb - non ho alcuna intenzione di dare le dimissioni". Venerdì comincia alla Camera dei deputati il dibattito infuocato sul rapporto dei "nove saggi" e altre domande saranno poste al ministro degli Interni. E' possibile che, su richiesta dei due membri socialisti francofoni della commissione parlamentare, il partito socialista chieda le dimissioni di Nothomb. Il maggior giornale di lingua francese del Paese, "Le Soir", lo ha già praticamente condannato con questo titolo sull'intera prima pagina "Heysel: la responsabilità di Nothomb dimostrata ?". La tragedia di Heysel pesa sulla coscienza collettiva del Belgio ed è possibile che il Parlamento e i voti sull'eventuale mozione di fiducia al governo non si dividano soltanto in base agli schieramenti politici ma che riflettano l'orrore di tutta la popolazione. In questo caso, Nothomb dovrà dimettersi ed è forse possibile che Martens chieda a re Baldovino di sciogliere il Parlamento con alcuni mesi di anticipo. La criminosa negligenza delle autorità belghe, comunque, non è stata ignorata nel rapporto di 34 pagine della commissione d'inchiesta e già questo fatto indica che nel Paese c'è un forte desiderio perché sia fatta luce sulle responsabilità della tragedia e giustizia per i morti. Si tratta di vedere, ora, se i socialisti condurranno a fondo l'attacco al governo, se ci saranno "disertori di coscienza" nella votazione, oppure se si deciderà di fare di Nothomb il capro espiatorio e chiudere la vicenda. E' possibile, però, che il destino di Nothomb sia legato a quello della coalizione ed allora la ragion di Stato (o del governo) avrà il sopravvento. Il Paese, comunque, non si sente collettivamente colpevole per l'eccidio di Heysel. Anzi, la reazione più evidente è di ira crescente contro la tifoseria britannica. Poche centinaia di violenti hanno ucciso 38 innocenti, in larga maggioranza italiani, sul suolo di un Paese abitualmente tranquillo. Ma le autorità belghe conoscevano le abitudini delle orde di oltre Manica e la loro negligenza nel controllarle, è l'opinione prevalente, è diventata essa stessa una colpa.

8 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

"Non scorderò ciò che ho visto e le tante ingiustizie subite"

di Salvatore Gentile

Arrestato perché portava uno striscione anti-inglese - Ha trascorso due settimane in carcere in una cella d'isolamento.

LECCE - Dopo 40 giorni Fausto Spedicato, che tra un mese compirà 25 anni, è tornato a casa. Il giovane leccese, arrestato a Bruxelles prima della partita Juventus-Liverpool, è riuscito a ottenere la libertà provvisoria. Prima di raggiungere con gli amici Porto Cesareo e tuffarsi nelle acque dello Jonio, racconta ai giornalisti la sua disavventura. "Non potrò dimenticare quel che ho visto e le ingiustizie che ho subito. Stavo portando uno striscione con la scritta "Reds Animals" (dopo che nello stadio era già stata consumata la tragedia) quando la polizia ci ha raggiunti e manganellati. "Mi hanno dato tante botte - ricorda - poi in un corridoio mi hanno tirato per i capelli. Mi hanno fatto assalire e mordere da alcuni cani-poliziotto, rinchiuso in un cellulare dove sono stato nuovamente bastonato. Ho finto di essere svenuto, ma loro hanno continuato lo stesso a bastonarmi. Poi mi hanno portato in commissariato". In una cella, Spedicato ha passato la notte. Alle 4 lo hanno chiamato e con altri italiani è stato rimesso in libertà. "Ci siamo rivestiti e ce ne siamo ritornati verso lo stadio - continua il giovane - ma ci siamo accorti che avevamo lasciato in commissariato le nostre carte di identità. Siamo tornati e loro ci hanno rimesso le manette, sbattendoci di nuovo in cella". Dopo avergli fatto firmare una confessione scritta in francese, Spedicato è stato lasciato in isolamento per 14 giorni. Poi, per ragioni di salute, è stato trasferito in un'altra cella dove c'erano i due ragazzi belgi, uno dei quali parlava italiano. Non poteva parlare con altri connazionali, ma con la complicità di qualcuno riusciva a mandare e a ricevere qualche bigliettino da Umberto, un ragazzo torinese trattenuto anch'egli in carcere, e da Claudio. Fausto è il primo di tre figli di Anna De Pascali, 47 anni, rimasta vedova nel luglio dello scorso anno. "Non avrei mai immaginato di trovarmi in questa situazione" - dice la donna, ricordando la vicenda che l'ha costretta a recarsi in Belgio per due volte e a restarvi prima otto e poi tredici giorni. "Fortunatamente l'ambasciatore della Cee, Pietro Calamia, i funzionari del consolato e dell'ambasciata sono stati premurosi e mi hanno aiutata. A Lecce l'Ordine degli avvocati, attraverso il presidente Fumarola, ha messo a disposizione di Fausto l'avvocato Enzo Vernateone. Ma che pena per quel mio figliolo - aggiunge - L'ho visto in televisione quella sera quando fu prelevato dai poliziotti, ma non pensavo che l'avrebbero trattato così. La sua colpa è quella di essersi unito agli altri italiani per portare quello striscione". Osserva, quasi piangendo: "Non credevo si potessero compiere tante atrocità. Alcuni italiani feriti che ho visitato a Bruxelles mi hanno raccontato che gli inglesi tiravano lattine di Coca Cola in testa agli italiani, sputavano e addirittura orinavano sui cadaveri. E i Belgi per tutta risposta hanno preso mio figlio che non aveva armi, né bastoni. Il giudice lo voleva scarcerare, come gli altri italiani, ma il procuratore del Re, un giovane magistrato di 25 o 26 anni, s'opponeva e li faceva restare in carcere.

8 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

I due tifosi juventini liberati a Bruxelles

Dopo un carcere "duro" sotto inchiesta a Torino

Umberto Salussoglia e Claudio Ardito non si sono fatti vedere da nessuno - I loro legali parlano d'una detenzione assai "difficile".

I due tifosi juventini arrestati dalla polizia belga e rimasti in prigione a Bruxelles per 36 giorni, saranno sentiti dalla polizia e dal sostituto procuratore della Repubblica Marabotto che segue l'inchiesta sugli incidenti allo stadio. L'interrogatorio probabilmente non potrà avvenire tanto presto. Umberto Salussoglia, famiglia bene e qualche precedente per il suo tifo turbolento, fotografato con una rivoltella scacciacani in mano, non è rientrato a casa. Forse si è fermato in Svizzera per un periodo di riposo, forse è arrivato direttamente in Sardegna per una vacanza. Anche Claudio Ardito ha depistato chi voleva parlargli. In casa, a San Mauro, nessuno l'ha visto. Gli avvocati che si sono occupati del loro caso e i parenti assicurano che l'esperienza del carcere è stata dura. "Sono sempre stati in isolamento - aggiungono - anche i colloqui con la madre sono stati concessi con il contagocce e, comunque, in un clima difficile". Erano stati arrestati dopo la tragedia allo stadio di Heysel, prima della partita Juventus-Liverpool, quando i tifosi si sono scontrati provocando un disastro di lutti e di morti. Dovevano rispondere di "oltraggio" alla polizia belga ma, almeno per il Salussoglia, la posizione si è improvvisamente aggravata quando gli operatori della televisione hanno diffuso il filmato in cui lui era stato ripreso, al bordo del terreno di gioco, con una rivoltella in pugno. Si vedeva la fiammata del colpo - un petardo - quando il giovane sparava. Per quello i giudici belgi non hanno concesso subito la libertà provvisoria e l'hanno tenuto in carcere fino all'altro ieri. Contemporaneamente la magistratura di Torino ha aperto un'inchiesta autonoma affidandola al sostituto Marabotto che è stato coadiuvato dal funzionario della "mobile" Pellegrino. Guardando i filmati della partita hanno identificato una dozzina di tifosi (teppisti ?) e hanno avviato gli interrogatori. Ma, certo, la deposizione più importante potrebbe essere proprio quella di Salussoglia e Ardito.

8 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Heysel, la dc belga appoggia il ministro

BRUXELLES - Il presidente del partito socialista belga francofono, Guy Spitaels, ha ribadito la richiesta di dimissioni del ministro dell'Interno Charles-Ferdinand Nothomb, la cui corresponsabilità è stata indicata dalla commissione parlamentare d'inchiesta sugli incidenti allo stadio Heysel. Il presidente del ps ha confermato che i socialisti "chiedono al ministro dell'Interno di trarre le conseguenze" dalle conclusioni a cui è giunta la commissione stessa. E' attesa da parte socialista la presentazione di una mozione di censura nel dibattito - previsto per venerdì - della Camera belga sugli incidenti. Il direttivo dei deputati del partito cristiano-sociale, di cui fa parte Nothomb, ha espresso invece il suo appoggio al ministro, confermando che i parlamentari dovranno esprimersi secondo coscienza. John Michael Ellis, il tifoso del Liverpool arrestato il 29 maggio per tentato furto, poco prima degli incidenti allo stadio, e condannato a un anno di reclusione, ricorre in appello. La condanna del tifoso, la prima inflitta per i fatti avvenuti in quella tragica sera, era stata commentata in modo critico dalla stampa belga, per la severità della pena in assenza di prove (la cassiera che aveva subito il tentato furto non aveva riconosciuto l'Ellis fra i suoi aggressori). Molti giornali avevano affermato che la magistratura belga aveva voluto "dare un esempio", col rischio di creare un capro espiatorio.

9 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Nello stadio di Novara un finto Heysel

di Marcello Sanzo

Saranno simulate le circostanze della tragedia di Bruxelles con una "curva della morte". Interverranno il nucleo emergenza volontari del soccorso, polizia, carabinieri, vigili del fuoco.

NOVARA - Nel vecchio stadio calcistico novarese di via Alcarotti verrà rivissuta la tragedia dell'Heysel di Bruxelles. Sarà naturalmente solo una simulazione, ma servirà per valutare tempestività e capacità di intervento del comitato provinciale della Croce Rossa italiana, con il suo nuovo nucleo di emergenza, sotto gli occhi di migliaia di persone i soccorritori arriveranno da tutte le direzioni e si porteranno nella zona dello stadio che fungerà da "curva della morte". Nello stesso tempo polizia, carabinieri e vigili urbani compiranno un fulmineo intervento nelle gradinate, per sedare i tafferugli, che per l'occasione verranno simulati, lo stesso intervento che a Bruxelles purtroppo non ci fu. L'esercitazione di pronto intervento (perché di questo si tratta) in caso di grave emergenza è stata programmata per l'inizio di settembre e rientra nel quadro delle manifestazioni organizzate dal comitato provinciale della Cri che qui a Novara compie cento anni risalendo al suo primo insediamento all'autunno del 1885. A presentare il programma dei festeggiamenti e l'imponente "operazione-stadio" è stato il presidente del comitato provinciale, professor Vincenzo Giuliano, che ha ricordato come, esattamente un secolo fa, su invito del generale Cadorna, che fu uno dei primi presidenti nazionali della Cri, il novarese Carlo Negroni costituì la sezione locale. Vincenzo Giuliano, primario di pneumologia all'ospedale maggiore, si è soffermato sul nucleo di emergenza costituito in seno al gruppo dei "volontari del soccorso" e che è sempre pronto a intervenire in caso di calamità in ogni angolo della provincia. Sarà questo gruppo altamente qualificato e dotato di mezzi di soccorso sofisticati al centro dell'operazione-stadio. Fra l'altro il nucleo di emergenza della Cri di Novara dispone di un centro mobile di rianimazione che verrà introdotto nel vecchio stadio di via Alcarotti e consentirà l'immediato soccorso dei feriti più gravi. Molte delle vittime dell'Heysel si sarebbero salvate se i soccorritori belgi avessero avuto a disposizione tali apparecchiature. Il professor Giuliano ha spiegato che il "nucleo", voluto espressamente da lui, ha già dato una convincente prova di funzionalità in occasione della visita novarese del Papa. Le manifestazioni in occasione del centenario novarese della Croce Rossa non si limiteranno all'esercitazione di soccorso nel vecchio stadio, cittadino (che per quanto ormai quasi in disuso è sempre più sicuro dell'Heysel di Bruxelles). Il programma, curato da un comitato darà spazio non solo al nucleo dei volontari del soccorso, il più appariscente perché sempre in attività sulle strade per portare aiuto per trasportare i feriti. In evidenza, nel corso della giornata che il comitato sta organizzando, anche le altre due importanti componenti della Croce Rossa: quella delle infermiere volontarie, che operano nell'ambito ospedaliero e quella delle "patronesse".

10 luglio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Esercitazione della Croce Rossa

Novara rivive la tragedia di Bruxelles

NOVARA - (m.s.) Imponente esercitazione di soccorso nei primi di settembre a Novara: lo stadio di via Alcarotti, che per vetustà può essere paragonato all'Heysel di Bruxelles, ne sarà il teatro, mentre la parte dei protagonisti toccherà agli uomini della Croce Rossa, ai vigili del fuoco, agli agenti di pubblica sicurezza, ai carabinieri e ai vigili urbani. Quanto al soggetto è facile immaginarlo; verrà rivissuta la tragedia di mercoledì 29 maggio nella "curva maledetta" dell'Heysel. Nel vecchio "Alcarotti", dove da anni ormai giocano solo alcune squadrette di quartiere, ma che recentemente è stato messo alla prova dai 15 mila spettatori al concerto di Claudio Baglioni, verranno simulati i gravissimi incidenti di Bruxelles e ci sarà l'intervento coordinato delle forze dell'ordine (carabinieri, agenti di polizia e vigili urbani) che si prodigheranno in ogni zona dello stadio a sedare scontri e a separare gli ipotetici contendenti creando una barriera insormontabile. Contemporaneamente i volontari del soccorso della Croce Rossa, col loro nucleo di emergenza di recente costituzione a Novara, si prodigheranno nell'opera di soccorso ai feriti mentre i vigili del fuoco opereranno sulle strutture pericolanti e creeranno anche dei passaggi atti allo sgombero degli spettatori dalle zone più "calde". Il perché di questa spettacolare esercitazione di protezione civile, coordinata dalla prefettura di Novara, lo spiega il prof. Vincenzo Giuliano, primario della divisione di pneumologia dell'ospedale Maggiore e presidente da due anni del comitato provinciale di Novara della Croce Rossa italiana. "Abbiamo creduto in questo modo di fare una cosa utile predisponendo nei minimi particolari l'operazione di emergenza. La tragedia di Bruxelles rappresenta un terribile monito per tutti e ha dimostrato quanto sia grave farsi trovare impreparati. Con questa operazione inoltre apriremo le manifestazioni celebrative del nostro centenario. La sezione novarese della Cri compie proprio in settembre cento anni di vita e li vuole festeggiare con una prova di efficienza, "all'insegna - spiega il prof. Giuliano - della solidarietà umana che ha caratterizzato questo primo secolo di vita della Croce Rossa novarese". Impostata sul volontariato, la Cri effettua in un anno oltre 10 mila interventi solo nel settore del soccorso e trasporto dei feriti nell'ambito del territorio della provincia. Sempre in un anno i chilometri percorsi dalle autoambulanze superano i 350 mila. "E tutto ci è possibile solo perché a fare questo enorme lavoro sono dei volontari", spiega sempre Vincenzo Giuliano. "Abbiamo seguito con grave apprensione il progetto di legge che voleva dare alle Usl il compito del soccorso dei feriti. Per fortuna, pare che a Roma stiano facendo marcia indietro. Sarebbe infatti praticamente impossibile per motivi economici fare fronte a questo servizio con dipendenti delle unità sanitarie". Il soccorso a Novara è garantito da 85 persone. A causa del blocco delle assunzioni i dipendenti della Cri regolarmente stipendiati sono cinque in tutto. Gli altri 80 che a qualsiasi ora del giorno e della notte accorrono sui luoghi degli incidenti per raccogliere feriti e portarli in ospedale sono volontari e cioè persone che svolgono un'altra attività e garantiscono gratuitamente (per ammirevole spirito di solidarietà umana) dalle 40 alle 45 ore mensili di servizio. Di questi volontari del soccorso, 25 formano il cosiddetto "nucleo d'emergenza" pronto ad intervenire in caso di calamità in ogni angolo della provincia. Tale gruppo, voluto espressamente dal prof. Giuliano e dotato di attrezzature speciali, sarà fra i più impegnati nell'esercitazione durante la quale si avvarrà dei due nuovissimi mezzi, quello attrezzato per soccorsi urgentissimi e l'altro che è un vero e proprio centro di rianimazione mobile.

11 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Solo gare amichevoli, restano in vigore le altre misure - Le reazioni

ZURIGO - Le squadre inglesi potranno di nuovo disputare incontri amichevoli fuori Europa. La Fifa ha deciso di rivedere le misure di sospensione che erano state adottate il 6 giugno in seguito alla tragedia di Bruxelles del 29 maggio: "Davanti ai fatti dell'Heysel - dice il comunicato diramato ieri - la Fifa ha dovuto prendere misure urgenti, anche se a carattere provvisorio". "Prendendo di nuovo in esame la situazione e dopo opportune consultazioni, il comitato della Fifa ha preso ora le seguenti decisioni: 1) in Europa, la Fifa sostiene le misure prese dall'Uefa e conferma le sue stesse decisioni del 6 giugno fino alla prossima riunione del 13 dicembre 1985. 2) fuori d'Europa, la sospensione pronunciata contro le squadre inglesi è tolta con effetto immediato". Da Londra il presidente della "Football association" , Beri Millichip, ha detto di essere "molto eccitato" per la decisione della Fifa di togliere il divieto alle squadre inglesi al di fuori dell'Europa. Questa decisione, ha aggiunto Millichip, "ci offre la possibilità di recarci in quei Paesi che sono ancora pronti ad accoglierci. Molte squadre inglesi - ha però aggiunto con una punta di amarezza - che avevano preso accordi per giocare all'estero, sono state costrette a cancellare tutti i loro impegni". Millichip ha poi dichiarato che il bando imposto dall'Uefa alle squadre inglesi per giocare in Europa, decretato subito dopo i tragici fatti di Bruxelles, "è giusto" e tutti devono accettarlo. "Ogni volta che giochiamo sul continente - ha proseguito - ci portiamo appresso questa gang di teppisti. E' quindi necessario cercare prima di fare ordine in casa. Questo sarà il risultato dell'azione congiunta di governo, associazione calcio, polizia e magistratura". Il segretario della "Football association" britannica, Ted Crocker, ha detto: "Sono ancora un po' deluso perché permane il bando a giocare in Europa. Forse questo è il massimo cui potevamo aspirare date le circostanze". Ha però aggiunto di sperare che se le squadre inglesi manterranno una condotta inappuntabile nella prima parte della prossima stagione, la Fifa possa riconsiderare il caso. A Torino il presidente della Juventus, Giampiero Boniperti, ha dichiarato: "E’ una decisione positiva, il primo passo verso la riabilitazione totale del club inglesi" c. p.

12 luglio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

In un teso clima politico

Dopo la strage il Parlamento di Bruxelles decide sui responsabili

Manovre del governo per evitare le dimissioni del ministro degli Interni Nothomb.

di Paolo Soldini

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. BRUXELLES - C'è voluto un mese e mezzo. Stamane, in un mare di polemiche e in una situazione politica incandescente, la tragedia di Heysel arriva a un primo giudizio. La Camera dei deputati belga affronta il dibattito sulle responsabilità politiche, quelle di chi per insipienza o colpevole leggerezza rese possibile l'incredibile carneficina del 29 maggio: i 38 morti dello stadio, i 60 e più feriti, due dei quali, Giuseppe Vullo e Luigi Pidone, rischiano ancora oggi la vita in due ospedali di Bruxelles. Il primo ricoverato in rianimazione, il secondo in uno stato di coma profondo dal quale potrebbe non risvegliarsi mai più. Le "responsabilità politiche": la formula sarebbe abbastanza vaga per dire meno di nulla. Invece, fin dalle prime ore dopo la tragedia, i suoi contorni si sono precisati intorno a un nome, a una figura e ad un comportamento: quelli di Charles Ferdinand Nothomb, democristiano francofono, ministro degli Interni, uomo chiave del governo di centrodestra retto da Wilfrid Martens. Nothomb avrebbe dovuto vigilare sulla corretta adozione di misure di sicurezza intorno a una finale della Coppa dei campioni che si annunciava infuocata, e non lo ha fatto; avrebbe dovuto coordinare l’intervento delle forze dell'ordine nel momento in cui gli incidenti si stavano scatenando, e non l'ha fatto; avrebbe dovuto, l’indomani, promuovere lui stesso l'inchiesta sull'accaduto e punire i responsabili sul campo, e non l'ha fatto. Avrebbe dovuto, soprattutto, tirare le conseguenze delle proprie omissioni e dimettersi subito. E invece ciò che gli si rimprovera di più, oggi, anche se non è su questo che deve giudicare la Camera, è proprio l’atteggiamento del "dopo". Una miscela penosa di arroganza e di cinismo: I ripetuti tentativi di chiamarsi fuori, sostenendo che "fatti del genere sarebbero potuti accadere ovunque"; che una partita di calcio, in fondo, "è un evento privato"; che se lacune ci sono state nell'opera di prevenzione è stato per colpa del mancato coordinamento tra la gendarmeria (che dipende dal ministero della Difesa) e la polizia municipale. Che lui, insomma, non ha nulla da rimproverarsi... Sarà probabilmente la linea della sua autodifesa anche oggi. Funzionerà ? A poche ore dall'inizio del dibattito tutto è ancora incerto. I deputati hanno a loro disposizione il materiale fornito la settimana scorsa dalla speciale commissione d'inchiesta che ha ricostruito il "come è potuto accadere" di Heysel. La commissione è stata concorde su tutto: l'inadeguatezza dello stadio, la leggerezza della Uefa e dell'unione calcistica belga, l'insufficienza e il ritardo degli interventi di polizia. Solo su un punto l'unanimità è mancata: le "responsabilità amministrative accertate configurano o no una "responsabilità politica" ? I membri dei partiti di maggioranza nella commissione (non tutti, però) si sono astenuti. Proprio il rischio che l'intero governo sia coinvolto nella caduta ha contribuito a rendere confusi gli schieramenti e incerto l’esito del voto. I due partiti socialisti, fiammingo e vallone, hanno già presentato mozioni che chiedono le dimissioni del ministro. La direzione dei liberali fiamminghi ha dato l'indicazione di votare secondo coscienza e altrettanto, ma con formule più ambigue, hanno fatto quelle dei liberali francofoni e dei cristiano-sociali fiamminghi dello stesso premier Martens. Solo i cristiano-sociali francofoni sono compatti in difesa del loro uomo Nothomb, anche se si presume qualche caso di coscienza tra le loro file. In teoria, quindi, il destino del ministro degli Interni sembrerebbe segnato. Ma la paura di una possibile crisi di governo a meno di cinque mesi dalle elezioni politiche (previste per l’inizio di dicembre) potrebbe rinserrare le file della maggioranza e salvare Nothomb. Conteranno di più le considerazioni sulla tenuta della coalizione o le ragioni della giustizia verso le vittime di Heysel e verso l'opinione pubblica belga, la quale in grande maggioranza chiede che qualcuno paghi per l'orrore e la vergogna del 29 maggio ? Lo si saprà solo al termine del dibattito.

12 luglio 1985

Fonte: L’Unità

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Nothomb (Interni) davanti al Parlamento che domani potrebbe farlo dimettere

Il ministro belga chiama in causa 2 colleghi

ma non convince l'autodifesa per Heysel

di Renato Proni

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. BRUXELLES - Il ministro degli Interni belga, Charles-Ferdinand Nothomb, ha respinto con sdegno la richiesta dell'opposizione a dimettersi per la sua "responsabilità politica" nella tragedia allo stadio di Heysel in cui trentotto persone sono morte, durante il dibattito alla Camera dei deputati cominciato alle 10 di ieri mattina. E' partito anzi al contrattacco, chiamando in causa i ministri liberali Gol, della Giustizia, e Vreven, della Difesa, perché anch'essi hanno qualche responsabilità per la gendarmeria, la cui negligenza è stata dimostrata dalla commissione d'inchiesta parlamentare sul massacro. Nothomb ha detto di "non essere colpevole", "di avere compiuto per intero il proprio dovere" e di non avere responsabilità dirette su come vengono disposti in loco i servizi d'ordine. Il ministro ha anche dichiarato di essere vittima di un complotto perché neppure per la morte di oltre duecento minatori a Marcinelle (anche allora, come ad Heysel, quasi tutti italiani) fu condotta un'inchiesta parlamentare e ricercato un responsabile politico. La manovra del ministro degli Interni è apparsa chiara a tutti: se io sono responsabile, e quindi devo cadere, sono pure responsabili i ministri liberali, e allora l'intero governo dovrà dimettersi. Questa ipotesi, ieri sera, appariva molto improbabile. E' invece possibile che oggi, al voto sulle mozioni che saranno presentate, i liberali si dissocino dalla difesa del democristiano Nothomb e che il suo stesso partito lo abbandoni al proprio destino per salvare il governo, che già si sta preparando alle elezioni di dicembre. Nel suo intervento, il capo del gruppo liberale Robert Henriol ha già detto che Nothomb deve dare prova della sua "concezione dell'onore", con chiara allusione al suo dovere di lasciare l'incarico. Anche la signora Antoinette Spaak, leader del fronte francofono, ha sollecitato le dimissioni del ministro degli Interni. Nelle votazioni, conteranno però soprattutto i voti del partito socialista e il capo del suo gruppo parlamentare, Alain Vanderviest, è stato chiaro quando ha detto a Nothomb: "Tiri le sue conclusioni su ciò che l'opinione pubblica si aspetta e reclama. Ogni giorno in più che lei resta al governo è un giorno in più in cui lo Stato perde credibilità". Al dibattito sul rapporto dei "nove saggi", che ritiene Nothomb responsabile politico per i tragici fatti precedenti la partita Juventus-Liverpool, hanno assistito tutti i membri del governo di coalizione liberale-democristiana. Come osservatore, era presente anche il conte Jacques Van Ypersele, il capo di Gabinetto del Re, quasi a sottolineare le implicazioni di carattere costituzionale sull'esito delle votazioni, che avverranno domani pomeriggio.

13 luglio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Incredibile decisione della Camera belga

Strage allo stadio: Nothomb "assolto" tra dure proteste

di Paolo Soldini

Per difendere il ministro la maggioranza ricorre a trucchi procedurali - Critiche dell’opposizione - Voltafaccia dei liberali.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. BRUXELLES - Charles-Ferdinand Nothomb, il ministro degli Interni del governo belga, è stato "assolto". Una incredibile decisione, presa in un clima di bagarre dai soli deputati della maggioranza, con una serie di trucchi procedurali al limite dell’illegalità ieri sera a tarda ora ha affermato che il ministro non ha alcuna responsabilità politica per la tragedia di Heysel, per i 38 morti dello stadio, per l'orrore di quel 29 maggio, quando l'attesa per la finale di Coppa dei Campioni tra il Liverpool e la Juventus si trasformò in una carneficina senza che nessuno avesse fatto nulla per prevenirla. È stato un voto scandaloso che - come hanno sottolineato in un clima di grande emozione gli esponenti dell'opposizione - non fa onore al Belgio e alla sua immagine di fronte al mondo, stravolge le regole del gioco parlamentare e rappresenta un insulto alla memoria delle vittime. A pochi mesi dalle elezioni politiche di dicembre, inoltre, intorbida il dibattito politico nel paese, mettendo a nudo contrasti durissimi all’interno della maggioranza di centro-destra che vengono però nascosti dietro l'esigenza di mantenere comunque in piedi il governo di Wilfried Martens. Pur di evitare il rischio di una crisi di governo, infatti, i due partiti liberali, il fiammingo e il vallone, che fanno parte della coalizione si sono rimangiati tutto ciò che i loro esponenti avevano affermato durante il dibattito e prima, e hanno votato la mozione che salvava Nothomb. Le ultime fasi della discussione sono state incandescenti e punteggiate di gravi incidenti. Dal dibattito era emersa chiarissima una maggioranza favorevole ad approvare il rapporto presentato qualche settimana fa dalla speciale commissione d'inchiesta, rapporto nel quale venivano additate senza mezzi termini le responsabilità politiche del ministro degli Interni. I due partiti socialisti, i gruppi regionali, i due partiti liberali, perfino qualche rappresentante del partito di Martens, i cristiano-sociali fiamminghi, avevano annunciato che l’avrebbero votato, facendo precipitare, in tal modo, le dimissioni del ministro o la crisi del governo. Ma, sfidando regolamenti parlamentari, logica e buon senso, settori della maggioranza governativa sono riusciti a imporre che si votasse, preliminarmente, sulla decisione di prendere prima in esame le diverse mozioni che erano state presentate a prescindere dal rapporto. È a questo punto che il voltafaccia dei liberali, preceduto da complesse e oscure manovre dietro le quinte, ha rovesciato le carte in tavola. Poi, bocciata per 109 a 84, la mozione che chiedeva le dimissioni del ministro, i socialisti dei due partiti, la Volksunie e gli ecologisti hanno abbandonato l'aula e la mozione della maggioranza, la quale con rara ipocrisia rimanda allo stesso governo il giudizio sulle responsabilità di Nothomb, è stata approvata con 109 voti, 3 no (di esponenti della PDF rimasti in aula) e 4 astensioni, testimonianza di rari casi di coscienza. "Avremmo voluto le dimissioni di Nothomb, votiamo sì solo per evitare la caduta del governo": ha detto un deputato liberale. Inutili erano stati tutti gli appelli rivolti durante il dibattito a Nothomb perché, con un atto di dignità, si decidesse lui stesso alle dimissioni.

14 luglio 1985

Fonte: L’Unità

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Bruxelles vince il governo. Il ministro non se ne va

BRUXELLES - Il ministro degli Interni belga, Nothomb, conserva il suo posto. Il governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento. Ieri a tarda sera, dopo un dibattito durato due giorni sulle responsabilità degli incidenti allo stadio di Heysel (38 morti, 31 italiani), la Camera belga ha votato una mozione in tal senso: si sono espressi in favore di Nothomb 109 deputati (quelli di maggioranza). Al momento del voto l'opposizione ha abbandonato l'aula, in segno di protesta. Ha vinto dunque la proposta presentata dai cristiano sociali francofoni e fiamminghi, che chiedeva fiducia per il governo pur ammettendo che vi erano state "imperfezioni" nel funzionamento dei meccanismi di sicurezza la sera della partita allo stadio di Heysel, e lo invitava a prendere misure per assicurare la sicurezza negli stadi.

14 luglio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

LONDRA - La polizia del distretto di Merseyside (Liverpool) ha arrestato un'altra persona in relazione alle indagini sulla sciagura dello stadio Heysel di Bruxelles nel corso della quale morirono 38 persone, quasi tutti tifosi della Juventus. Si tratta di un uomo la cui immagine era stata diffusa dalla polizia sulla scorta delle riprese cinematografiche e fotografiche fatte durante gli incidenti avvenuti nello stadio belga. Come per gli altri 25 arrestati, anche questo ultimo è stato interrogato e rilasciato fino al 25 settembre prossimo dietro cauzione. Ciò significa che i sospettati dovranno presentarsi alla polizia quando saranno convocati. La polizia deve ancora decidere se i sospetti, nel caso siano messi sotto accusa, verranno accusati di omicidio in Gran Bretagna oppure saranno estradati in Belgio per esservi processati. La polizia belga aveva accusato i sostenitori del Liverpool di aver invaso una parte dello stadio Heysel occupata da tifosi della Juventus, causando una ressa in cui molti rimasero calpestati o soffocati.

16 luglio 1985

Fonte: La Repubblica

ARTICOLI STAMPA LUGLIO 1985 

Fermati in Inghilterra 28 tifosi del Liverpool

LIVERPOOL - La polizia inglese ha fermato 28 persone per interrogarle sul loro presunto coinvolgimento negli scontri che precedettero la finale della Coppa dei Campioni e durante i quali trentotto spettatori persero la vita. Un uomo è stato fermato domenica scorsa nel distretto di Lake, nell'Inghilterra nord-occidentale, dopo essere stato identificato in una registrazione filmata degli incidenti allo stadio di Heysel, il 29 maggio scorso. Tutti i 28 sospetti sono tornati in libertà fino al prossimo settembre dietro cauzione. Ciò significa che dovranno presentarsi alla polizia quando saranno convocati. La polizia deve ancora decidere se i sospetti, nel caso siano messi sotto accusa, verranno accusati di omicidio in Gran Bretagna oppure saranno estradati in Belgio per esservi processati. La polizia belga aveva accusato i sostenitori del Liverpool di aver invaso una parte dello stadio Heysel occupata da tifosi della Juventus, causando una ressa in cui molti rimasero soffocati o schiacciati soprattutto in seguito al crollo di un muro. Altre decine di persone erano già state fermate nelle settimane scorse. Gli agenti inglesi stanno infatti analizzando i filmati degli incidenti e, di mano in mano che identificano qualche tifoso, lo convocano per interrogarlo. Gli inquirenti sperano attraverso questi interrogatori di ricostruire l'identità del gruppo di tifosi, in maggioranza ubriachi, che assaltarono il settore nel quale si trovavano gli spettatori di nazionalità italiana e che quindi sono i responsabili materiali della strage che si è poi verificata.

16 luglio 1985

Fonte: Stampa Sera

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