Fonte: Torinoggi.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
ARRETIUM CUP 2022
Premio Fair Play "Otello
Lorentini" al Cesena
di Domenico Laudadio
La nostra Associazione è
stata invitata a premiare la squadra di calcio più
disciplinata al Torneo Giovanile Esordienti "Arretium Cup"
organizzato dal G.S. OlmoPonte e al quale hanno partecipato
questo fine settimana (11-12 giugno 2022) con un enorme
successo di pubblico 16 società, 10 delle quali
professionistiche. Un premio "alla squadra più corretta e
disciplinata" è stato riservato dagli organizzatori del G.S.
OLMOPONTE AREZZO A.S.D. che, non a caso, l’hanno voluto
intitolare alla memoria di Otello Lorentini. Nel 1985 fondò
l’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel che
si sciolse nel 1992 al termine del processo di cassazione di
Bruxelles e poi venne rifondata nel 2015 da suo nipote,
Andrea. E proprio lui, ad Arezzo, in rappresentanza della
famiglia Lorentini e in qualità di Presidente della nuova
Associazione ha consegnato il "Premio Fair Play" intitolato
in memoria di suo nonno ai giovanissimi esordienti del
Cesena. Questo riconoscimento di lealtà e correttezza sul
campo, non è soltanto importante dal punto di vista
affettivo, ma in perfetta simbiosi con i fini statutari
medesimi dell’Associazione protesa con ogni sforzo nella
missione educativa rivolta alle nuove generazioni ai valori
di civiltà nello sport. Questo torneo (il più importante a
livello giovanile della provincia) è riservato alla
categoria Esordienti (2° Anno) e vi partecipano molti dei
migliori settori giovanili delle società professionistiche
italiane di calcio. Dopo due anni di blocco forzato, causati
dalla pandemia del Covid 19, finalmente l’attività
agonistica è stata riavviata. Richieste di partecipazione
numerose non soltanto da svariate società dilettantistiche
di tutta Italia, ma anche dall'estero, persino dal Giappone.
14 giugno 2022
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
"La porti un
bacione a Firenze"
Riceviamo e pubblichiamo
una toccante testimonianza di affetto per la Memoria dei
nostri cari, inviataci ieri dalla sensibilissima signora
Giovanna da Firenze.
Mi chiamo Giovanna, ormai
ho 58 anni e anche quest’anno ho celebrato il mio, molto
intimo, giorno della memoria. Avete ragione: la memoria è
importante. Vi scrivo soltanto per farvi sapere che molte,
moltissime persone, anche quelle improbabili come me,
ricordano quella notte e ciò che è accaduto. Magari, così
come ho fatto io, lo ricordano in silenzio, senza dirvelo
perché pensano che sia insignificante. Ma ricordiamo. E vi
ringraziamo perché continuate a ricordare. Andate avanti !
Il vostro lavoro, il vostro dolore, la vostra dedizione è
importante per tutti. Vi lascio la mia testimonianza. Forse
inutile, ma per me è solo un pensiero posato su quelle 39
tombe.
L’anniversario. Mia
sorella Daniela è morta a 26 anni il 29 Maggio del 1984. Una
morte improvvisa, assurdamente causata da una cisti che ha
rotto l’arteria femorale. Una manciata di minuti e tutto era
finito per sempre. Esattamente un anno dopo, sulla mia bella
Firenze cade lentamente un tramonto dolce che ha i colori
dell’estate. Ceniamo prestissimo, in silenzio. Io ho
vent’anni ma da quando è morta Daniela vivo la vita come
attraverso un velo. La mia allegria, la mia energia,
esistono a momenti, per il resto è una commedia tragica dove
fingo emozioni che non riconosco. Ho iniziato l’Università,
ai nuovi amici non dico nulla perché sono imbarazzata
dall’imbarazzo che provoca il dolore dell’Altro. Lo
risparmio a tutti. È difficile sopravvivere a chi amiamo. È
duro chiedersi perché non io. È duro consolare e non
chiedere consolazione. Capisci che ogni respiro di tuo
padre, di tua madre, è solo perché tu sei ancora viva. Non
puoi più sbagliare, non più. Dopo cena, mia madre va a
dormire. In realtà si chiude in camera per poter piangere da
sola. La sento singhiozzare.
Non posso lasciare mio padre da solo… C’è
Juve-Liverpool, per fortuna. La Coppa.
Io e lui siamo da sempre tifosi Viola, abbonati
da quando ho memoria. Dacché son grande però, lui va in
tribuna, io in curva Fiesole: tutte le volte che il tempo è
brutto gli auguro per scherzo che piova "a vento", così un
pochino si bagnano anche loro. Quell’anno sopporto anche la
neve, perché il gioco del pallone è il più bello del mondo.
Ci credo davvero, è una passione bellissima, quasi forte
come l’Amore. Quella sera mio padre è terreo. Come me, come
la mamma, si fa forza schiantato da un dolore che
sopportiamo a stento e che, "quella" sera, sembra più acuto.
Ma c’è Juve-Liverpool, la speranza è che forse riusciamo a
non pensare per un paio d’ore. Sono grata di questa
opportunità; riesco persino a immaginare che sarà bello
vedergliela perdere anche questa volta. Mio padre no, lui è
davvero uno sportivo: se gioca una squadra italiana spera
sempre che vinca. Se invece non vince va bene lo stesso, per
lui avrà sempre vinto la Migliore.
Accendiamo la tv, lui sulla sua poltrona, io su
quella "del popolo", cioè l’altra. La voce di Pizzul,
rassicurante. Per fortuna ci sono cose che non cambiano mai.
Le prime immagini.
"Maremma quanta gente…".
"Sì, ma, boh, che stadio… Ci si lamenta del
Franchi…".
All’inizio non capiamo. Ascoltiamo poco il
commento, più che altro cerchiamo di parlare tra noi per non
stare in silenzio.
Nel vedere quel caos, ce la prendiamo subito con
gli italiani, le telecamere inquadrano solo loro, chissà che
avranno combinato… Poi, ce la prendiamo con la polizia,
soprattutto io, che ogni domenica, in curva, ho la
sensazione di essere assediata e invece lì, a una finale di
Coppa, vedo tre gatti in divisa. Poi, ce la prendiamo con
tutti.
"Insomma, guarda che casino… "Ovvìa, su", per
una partita ! Guarda come hanno ridotto lo stadio ! La gente
che aspetta… Chissà che sete… Ci saranno bambini… E questi
continuano a voler fare a botte… Mah, sempre la stessa
storia. Eh, la mamma ha ragione a prenderci per grulli
perché la domenica si va allo stadio !".
Lentamente tra noi cala il silenzio.
Ma lo stesso non vogliamo capire.
Un morto è una tragedia, una catastrofe, un
morto è Daniela. Alcuni morti, 24 morti, 36 morti dentro uno
stadio sono incomprensibili.
Iniziamo a chiederci sottovoce se sia il caso di
giocare… "È successo qualcosa di grosso, questa volta hanno
esagerato, bisogna dare un segnale !".
No, non si dovrebbe giocare. Concordiamo. Ma
l’Ordine pubblico, la Sicurezza… Mio padre è sempre stato un
uomo di buon senso.
Le immagini continuano a scorrerci davanti agli
occhi. Il babbo ora è immobile, impietrito, ed io non oso
nemmeno guardarlo. Siamo sprofondati dentro le nostre
poltrone. Muti e attoniti.
Inizia la partita. Dobbiamo guardarla, siamo
entrambi senza alcuna forza di reagire, non abbiamo il
coraggio di dire all’altro che ne abbiamo abbastanza, perché
è "quella" sera… Va bene, va bene tutto, pur di non parlare
ancora di Daniela. Guardiamo, guardiamo.
Dopo un po’, invece, cediamo: le lacrime
inondano prima il viso di mio padre, poi il mio.
Mi alzo, mi rannicchio nella sua poltrona, tra
le sue braccia, e piangiamo insieme. Piangiamo per ognuno di
quei morti perché abbiamo finalmente capito… Ed ognuno di
loro si chiama Daniela, ha il suo viso, i suoi bellissimi
capelli ricci e il suo profumo. Ognuno di quei morti diventa
nostro, come lei. E tra i singhiozzi la chiamiamo e
chiamiamo quelle povere madri, i padri, i fratelli, i figli
di quelle persone che non conosciamo. In quei momenti ci
sentiamo noi due, la loro famiglia. Sappiamo quanto
soffriranno e mentre ci stringiamo l’uno all’altra, come
naufraghi, stringiamo tutti loro.
Quando ci sembra di non aver più lacrime,
spegniamo la tv e, in silenzio, andiamo a letto anche se non
dormiremo.
Non abbiamo visto il goal, né sentito Pizzul
chiedere il permesso di gioire. Non abbiamo visto la Juve
alzare la coppa. Non abbiamo visto il giro della vittoria.
Ci vorranno giorni per capire davvero, per appena intuire
cosa è sommariamente successo. Ci vorranno mesi, anni, per
sentire il sapore autentico del disgusto.
Mio padre ed io non abbiamo mai più parlato di
quella sera. Troppo dolore e persino la vergogna di non aver
aiutato l’uno il dolore dell’altra, di essere crollati, di
non essere stati forti mentre l’altro cedeva.
Ma da allora ho sempre ricordato, insieme a mia
sorella, i morti dell’Heysel. Ogni anno, giorno più, giorno
meno.
Giovanna Bacci
18 giugno 2022
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
NOTA BENE:
Autorizzazione alla pubblicazione della lettera in esclusiva
su questo dominio web. Resta sottinteso il divieto assoluto
alla riproduzione integrale o parziale del testo, così come
alla sua diffusione in altri siti e canali social privati
del riferimento diretto alla fonte originaria.
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
Calcio giovanile contro la violenza
Oggi la finale del
torneo Lorentini
A giocarsi il trofeo le squadre
di Arezzo e Sangiovannese. Fischio d’inizio alle 16.45
Si disputeranno questo
pomeriggio le finali del memorial Roberto Lorentini, il
torneo di calcio giovanile riservato alla categoria
Giovanissimi B in ricordo del medico aretino di 31 anni,
scomparso nella strage dell’Heysel il 29 maggio 1985 prima
della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
Nell’impianto di Santa Firmina, società organizzatrice da
oltre 20 anni del torneo, si sfideranno Arezzo Football
Academy e Terranuova Traina per la finale valida per il 3° e
4° posto. A giocarsi, invece, il trofeo saranno
Sangiovannese e Arezzo. Il fischio d’inizio della finale per
il 1° e 2° posto, tra i biancazzurri e gli amaranto, è in
programma per le 16.45. A seguire le premiazioni. Da
quest’anno il memorial Lorentini si inserisce nel progetto
"Io ti rispetto" promosso dall’Associazione fra i familiari
delle vittime dell’Heysel con il patrocinio del Coni e della
provincia di Arezzo e la collaborazione della delegazione
provinciale della Figc, del Panathlon e dello stesso Santa
Firmina. "Per noi è stato motivo di orgoglio aver raccontato
nei mesi scorsi nelle scuole del territorio le finalità del
memorial - sottolinea il presidente del Santa Firmina Dante
Rosati - abbiamo incontrato insieme agli altri soggetti
coinvolti gli studenti per cercare di far capire loro quelli
che sono i veri valori dello sport e il modo nel quale
viverlo partendo dall’esempio di Roberto Lorentini, medaglia
d’argento al valor civile".
18 giugno 2022
Fonte: Lanazione.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
Una festa per
beneficenza
di Dario Ghiringhelli
C’è una parte integrante
del calcio, senza la quale non sarebbe lo stesso sport, che
ne determina il pulsare di passione, calore, colore,
affetto: sono i tifosi. Talmente fondamentali
nell’identificazione di questo sport che in tempi di
pandemia, con gli stadi chiusi al pubblico e le partite a
porte chiuse, si parlava addirittura, e giustamente, di
"altro sport". Quegli stessi tifosi, spesso presi di mira
per comportamenti non propriamente sportivi, sono anche
capaci di organizzare eventi meravigliosi, benefici e non.
Ho avuto il piacere e l’onore di essere stato invitato
domenica scorsa, il 12 giugno, alla giornata organizzata da
"Quelli di via Filadelfia". Una festa meravigliosa, con un
gigantesco torneo di calcio a 5 in memoria delle vittime
dell’Heysel e di Antonio Gueli, che si è tenuta presso lo
Sport Village di Collegno, alle porte di Torino. C’era una
quantità di gente incredibile, in rappresentanza di quasi 20
diversi club provenienti da tutta Italia e non solo
(presenti delegazioni anche dall’Ungheria e
dall’Inghilterra). Il tutto con un unico grande scopo:
giocare a pallone, divertirsi nel nome della Juventus, e
raccogliere fondi per la Onlus "La Perla", un’associazione
di volontariato nata nel 1988 che si occupa di formazione e
socializzazione di giovani insufficienti mentali. C’era
tanta voglia di calcio giocato e tanta voglia di Juve, anche
di poter finalmente tornare allo stadio e tifare per i
nostri colori (diversi i cori partiti a più riprese dai vari
gruppi, e mi sono ritrovato più volte a cantare "sono un
ultra bianconeroooo e amo soltanto due coloooor").
Complimenti a Paolo Lasagno e il Presidente Onorario Beppe
Franzo, che abbiamo anche sentito su RBN, per aver
organizzato una giornata così ricca e densa: dal mattino
alla sera, fino a dopo cena, si sono susseguite le partite
del torneo, i tornei di freccette e calcio balilla, e un
grande clima di famigliarità e convivialità che ha reso
tutto ancora più magico. Nel ringraziarli ancora per
l’invito, vi lascio qualche immagine di questa giornata
memorabile.
18 Giugno 2022
Fonte: Bianconeranews.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
I baby
del Cavallino vincono il Lorentini
Battuta in finale la
Sangiovannese. Terzo il Terranuova.
È terminata con la vittoria
dell’Arezzo l’edizione 2022 del Memorial Roberto Lorentini
categoria Giovanissimi di tante società di Arezzo e
provincia e disputato al centro sportivo di Santa Firmina da
inizio maggio a sabato 18 giugno, giorno delle finali per il
primo e il terzo posto. I ragazzi amaranto del tecnico
Alessio Bianchi hanno battuto in finale la Sangiovannese al
termine di un’autentica cavalcata che ha messo in luce
Lorenzo Lanini come miglior centrocampista, Piero Bernardini
come capocannoniere ed Ettore Minocci come miglior giocatore
del torneo, premiati al termine della manifestazione alla
presenza del campione del mondo Francesco Graziani e
dell’assessore allo sport Federico Scapecchi. Nella
finalina, infine, il Terranuova Traiana ha avuto la meglio
sull’Arezzo Football Academy.
21 giugno 2022
Fonte: Lanazione.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
MEDA SPORT
Giornata di calcio giovanile a
Meda:
200 ragazzi in campo con lo Juve
Club
di Paolo
Volonterio
Bianconeri vincitori in due tornei su tre.
Le squadre
giovanili della Juventus hanno fatto man bassa di primi
posti alla sesta edizione del "Torneo 29.5.85", in ricordo
della tragedia dell’Heysel, "Edizione giovani - Un goal per
Filippo", che si è disputato a Meda, allo stadio "città di
Meda" per l’intera giornata di sabato 25 giugno, organizzato
dallo Juventus club Meda, che ha inteso aggiungere alle due
precedenti memorie, in questa occasione, anche il ricordo
per il medese Nicola Pirovano, recentemente scomparso che
era socio dello Juventus club.
Giornata di calcio giovanile a Meda: i partecipanti
al torneo dello Juventus Club
In gara
duecento ragazzi, suddivisi in 18 squadre, di tre diverse
categorie: 2014 a cinque giocatori; 2012 a sette giocatori e
2010, a nove giocatori, accompagnati dai rispettivi
genitori, che hanno creato un’allegra e festosa giornata di
sport. I sodalizi in gara sono stati: Sisport Juventus, Meda
1913, Real Meda femminile, Atletico Meda sud dell’oratorio
Madonna di Fatima, Meda ragazzi, dell’oratorio santo
Crocifisso di Meda, Cabiate calcio, Montesolaro di Como.
Giornata di calcio giovanile a Meda: le classifiche
Tra i 2010,
primo posto per Sisport scuola calcio Juventus Torino; 2)
Cabiate calcio; 3) Meda 1913: categoria 2012: 1) Montesolaro
di Como; 2) Sisport Juventus; 3) Cabiate; categoria 2014: 1)
Sisport Juventus; 2) Atletico Meda sud; 3) Montesolaro di
Como.
Giornata di calcio giovanile a Meda: la
soddisfazione del presidente
Più che
soddisfatto il presidente dello Juventus club Meda, Stefano
Borgonovo che ha dichiarato: "La presenza di oltre duecento
ragazzi con i loro genitori a questo torneo, dopo due anni
di silenzio causa pandemia, ci hanno ripagato di tanta
fatica per organizzarlo e per la perfetta riuscita debbo
ringraziare i miei collaboratori che hanno dedicato tante
ore del loro tempo libero affinché tutto funzionasse al
meglio e l’accoglienza fosse la migliore possibile.
L’ospitalità è un biglietto da visita molto importante".
Giornata di calcio giovanile a Meda : "Un goal per
Filippo"
Chi era
Filippo Finocchio ? "Filippo era nato a Monza il 29 dicembre
2002 e sin da piccolo ha mostrato una grande passione per il
calcio e nel settembre 2007 effettuata il suo primo
allenamento nell’Ac Meda 1913, crescendo ha mostrato grandi
qualità di bomber, tifoso della Juventus, una passione che
condivideva con papà Antonio. A scuola otteneva ottimi
risultati. L’estate la trascorreva a casa dei nonni paterni
in Sicilia. Nel gennaio 2017 gli veniva diagnosticato un
osteosarcoma al femore sinistro e non avrebbe più potuto
giocare a calcio. Un destino crudele, nonostante la forza di
volontà, aveva deciso che per lui non bastava ancora, da
altri controlli gli venivano riscontrati delle recidive al
torace. Filippo non si abbatteva e continuava a sottoporsi a
continue cure, il tumore resisteva alle chemioterapie e lo
strappava alla vita a soli 15 anni il 16 febbraio 2018".
26 giugno
2022
Fonte:
Ilcittadinomb.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2022
Festa di chiusura della Scuola Tennis 2021-22
e consegna della borsa di studio
"Alberto Guarini"
di Giuseppe
Messe
Si è conclusa, con la cerimonia di chiusura, la
Scuola Tennis del "Dino De Guido" di Mesagne per la stagione
2021/22.
Un’annata
che ha visto il coinvolgimento di circa 80 ragazzi. Quello
appena trascorso è stato un anno che ha segnato il ritorno
alla quasi normalità. Infatti, come sottolineato dal Maestro
Nazionale Armando Caforio, si è ritornati a svolgere
attività di Fit Junior e a programmare le trasferte ai
Tornei Junior Next Gen per i ragazzi agonisti. Anche
l’attività dei campionati a squadre è stata considerevole
con una squadra qualificata alle finali di Macroarea, quella
Under 12 femminile. Durante la cerimonia di chiusura, sono
intervenuti numerosi ragazzi e genitori, il consiglio di
amministrazione del circolo, lo staff tecnico, composto da
Armando Caforio, Luigi Pisoni e Giuseppe Canuto per la parte
tecnica e da Alessandra Parato per la preparazione fisica.
Il presidente del sodalizio gialloblù, Nicola De Guido, nel
suo intervento, ha sottolineato la volontà del consiglio
direttivo di potenziare ulteriormente la Scuola Tennis nei
prossimi anni provando a dare un servizio ancora più
efficiente, puntuale e di qualità. Inoltre, ha evidenziato
che la squadra di punta del sodalizio di Via Beato Bartolo
Longo, quella della serie B2 maschile, è riuscita
nell’impresa di migliorare il risultato raggiunto lo scorso
anno, riuscendo a piazzarsi al terzo posto nel proprio
girone, evitando, così, i pericolosi play out.
Contestualmente, ha ringraziato tutti gli sponsor che hanno
contribuito generosamente al sostegno della squadra a
livello economico (omissis). Infine, durante la cerimonia,
oltre alla premiazione degli allievi, è stata assegnata
l’annuale borsa di studio "Alberto Guarini"; borsa di studio
che prevede la partecipazione ad una settimana presso il
centro estivo FIT di Castel di Sangro per un allievo della
Scuola Tennis del circolo. L’assegnazione della stessa da
parte di una commissione, scaturisce dall’esame dell’aspetto
tecnico, dell’impegno, del comportamento, dell’educazione e
del profitto scolastico. La borsa di studio è dedicata alla
memoria del giovane tennista mesagnese, socio del sodalizio,
Alberto Guarini, scomparso prematuramente il 29 maggio 1985
in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra la
Juventus e il Liverpool nello stadio Heysel di Bruxelles nel
quale si perpetrò una vera e propria strage. Alla presenza
della madre e della sorella di Alberto, la borsa di studio è
stata consegnata al vincitore di quest’anno Pierpaolo
Pagliara.
4 luglio
2022
Fonte:
Mesagnesera.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO
2022
Tardelli: "Non considero la Coppa vinta all’Heysel
Quella non fu una partita,
ma la sconfitta del calcio"
A Libero: "Non avremmo dovuto
giocare, per rispetto dei morti. Per questo motivo non aveva
senso incoronarci vincitori".
Nell’intervista rilasciata
a Libero per i 40 anni dalla vittoria della Nazionale
italiana al Mondiale di Spagna del 1982, Marco Tardelli
tocca diversi temi. Uno tra questi è la tragedia
dell’Heysel. Lo spunto viene da una domanda ben precisa:
Tardelli ha rimpianti nella sua carriera da calciatore ?
Risponde: "Uno solo: non aver vinto la Coppa Campioni". Gli
fanno notare che in realtà l’ha vinta, con la Juventus
contro il Liverpool, nel maledetto stadio dell’Heysel. Lo
ricorda bene, ma per lui quella vittoria non conta, è come
se la coppa non l’avesse mai alzata. Quella dell’Heysel non
fu una partita, dice, fu la sconfitta del calcio. La
Juventus non avrebbe mai dovuto giocarla. "All’Heysel non è
stata una partita. Non dovevamo giocare, per rispetto dei
morti. Quel giorno è stata la sconfitta del calcio, perciò
non aveva senso incoronare vincitori".
8 luglio 2022
Fonte: Ilnapolista.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO
2022
"Campo
sportivo "Lorentini": abbandonato
e bando per la gestione con
costi proibitivi"
La dichiarazione dei consiglieri
comunali Pd Giovanni Donati e Alessandro Caneschi.
Arezzo, 15 luglio 2022 -
"Il campo sportivo "Roberto Lorentini", in zona Pescaiola, è
una struttura tornata nella disponibilità del Comune dal
settembre 2021, dopo la riconsegna anticipata effettuata
dalla società sportiva aretina che lo aveva in gestione. Da
quel momento, è rimasto senza manutenzione" sono le parole
dei consiglieri comunali Pd Giovanni Donati e Alessandro
Caneschi. "Il manto erboso è praticamente compromesso, con
la vegetazione cresciuta a dismisura, quasi a raggiungere la
traversa in prossimità delle due porte. Il resto è
fatiscente e versa in condizioni pietose e per rimediare a
questo "spettacolo" occorre intervenire pesantemente.
L’assessore allo sport Federico Scapecchi ha annunciato
pubblicamente ed enfaticamente di avere la soluzione, ha
parlato anzi di "rivoluzione copernicana": in pratica le
società sportive che parteciperanno al bando per la gestione
dell’impianto dovranno accollarsi le spese per la sua messa
in sicurezza e sobbarcarsi, in termini economici, un
investimento straordinario di 150mila euro nei primi 5 anni.
Da precisare che questa cifra servirà a rendere la struttura
a norma e poterla utilizzare. Dopo di che andranno aggiunti
ulteriori 25mila euro all’anno per la gestione ordinaria.
L’assessore Scapecchi probabilmente non ha ben chiaro il
panorama delle società sportive locali, costituito da realtà
che vivono da sempre grazie al volontariato. Quale soggetto
può spendere oggi una cifra simile, per riparare peraltro i
danni generati dall’incuria e dal malgoverno della giunta
Ghinelli ? Prima di pensare a un bando, il Comune deve
impegnarsi a provvedere a tutte le spese necessarie.
Illudersi di cavarsela facendo ricadere sulle realtà
associative e di volontariato questo enorme impegno è
semplicemente paradossale. Ecco dunque svelato il gran colpo
di genio. Più che di "rivoluzione copernicana", qua siamo
tornati indietro a Tolomeo. Solo che la terra non è piatta
ma incolta e indecorosa".
15 luglio 2022
Fonte: Lanazione.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO
2022
Donati e Caneschi: "Campo sportivo Lorentini
abbandonato e bando per la
gestione con costi proibitivi"
"Ecco la rivoluzione copernicana
dell’assessore Scapecchi" commentano i due consiglieri
comunali del Partito Democratico.
Erba alta, campo da calcio
indistinguibile, struttura abbandonata e senza manutenzione.
Il centro sportivo comunale di Pescaiola, intitolato alla
memoria di Roberto Lorentini si presenta in condizioni
pessime. A denunciarne lo stato in cui si trova adesso sono
i consiglieri comunali del Partito Democratico Giovanni
Donati e Alessandro Caneschi che documentano il tutto anche
con alcune fotografie.
"Il campo sportivo "Roberto
Lorentini", in zona Pescaiola, è una struttura tornata nella
disponibilità del Comune dal settembre 2021, dopo la
riconsegna anticipata effettuata dalla società sportiva
aretina che lo aveva in gestione. Da quel momento, è rimasto
senza manutenzione. Il manto erboso è praticamente
compromesso, con la vegetazione cresciuta a dismisura, quasi
a raggiungere la traversa in prossimità delle due porte. Il
resto è fatiscente e versa in condizioni pietose e per
rimediare a questo ‘spettacolo’ occorre intervenire
pesantemente. L’assessore allo sport Federico Scapecchi ha
annunciato pubblicamente ed enfaticamente di avere la
soluzione, ha parlato anzi di ‘rivoluzione copernicana’: in
pratica le società sportive che parteciperanno al bando per
la gestione dell’impianto dovranno accollarsi le spese per
la sua messa in sicurezza e sobbarcarsi, in termini
economici, un investimento straordinario di 150mila euro nei
primi 5 anni. Da precisare che questa cifra servirà a
rendere la struttura a norma e poterla utilizzare. Dopo di
che andranno aggiunti ulteriori 25mila euro all’anno per la
gestione ordinaria. L’assessore Scapecchi probabilmente non
ha ben chiaro il panorama delle società sportive locali,
costituito da realtà che vivono da sempre grazie al
volontariato. Quale soggetto può spendere oggi una cifra
simile, per riparare peraltro i danni generati dall’incuria
e dal malgoverno della giunta Ghinelli ? Prima di pensare a
un bando, il Comune deve impegnarsi a provvedere a tutte le
spese necessarie. Illudersi di cavarsela facendo ricadere
sulle realtà associative e di volontariato questo enorme
impegno è semplicemente paradossale. Ecco dunque svelato il
gran colpo di genio. Più che di "rivoluzione copernicana",
qua siamo tornati indietro a Tolomeo. Solo che la terra non
è piatta ma incolta e indecorosa".
15 luglio 2022
Fonte: Arezzonotizie.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO
2022
Arezzo, a
Pescaiola lo stadio dedicato
all'eroe dell'Heysel in
completo abbandono
Al campo di Pescaiola,
dedicato alla memoria Roberto Lorentini, morto da eroe per
tentare di salvare un bambino all’Heysel, c’è una targa che
lo ricorda, ma che sta per essere sommersa dall’erba alta. È
posta in alto in una delle palazzine del campo da calcio,
intorno però c’è solo degrado e spazzatura. Fa effetto e
rabbia. L’impianto è stato letteralmente abbandonato a sé
stesso da quando l’ultima società, l’Orange Don Bosco, nel
settembre di un anno fa, aveva riconsegnato le chiavi al
Comune, perché scaduta la gestione. Ma da allora, il Comune,
proprietario dell’impianto, lo ha lasciato completamente nel
degrado. Senza un minimo di manutenzione ordinaria. Appena
si arriva all’impianto di Pescaiola, in quella che era la
biglietteria, c’è una coppa. Sembra che aspetti qualcuno che
magicamente possa ridare un calcio d’inizio. C’è un cancello
completamente aperto e chiunque può entrare. Era il cancello
d’ingresso alla tribuna. Saliamo proprio fin sopra la
tribuna dove in cima è stata lasciata un’altra coppa e lo
spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è davvero
desolante. Il campo da calcio è completamente sommerso
dall’erba talmente alta che tra poco arriva alla traversa
della porta. Ovviamente non si vedono più le linee del campo
e chissà come sarà ridotto anche il terreno da gioco.
Scendendo dalla tribuna si può passeggiare liberamente
dentro gli altri locali. Non ci sono lucchetti alle porte
che invece sono completamente aperte con il rischio che
qualcuno ci possa andare a dormire o peggio. Dentro tutto è
in stato di abbandono. Dove una volta c’era il ristorante,
adesso è tutto buttato per terra. E in uno scaffale ci sono
altre coppe. Ci spostiamo facendoci largo tra l’erba alta
con il rischio di incontrare qualche animale o peggio
qualche siringa. Arriviamo dall’altra parte dove un tempo
c’erano gli ingressi per gli altri campi da calcio e il
panorama non cambia: degrado e abbandono. Fino a quando non
alziamo gli occhi a quella targa di marmo bianco dove inciso
c’è scritto il nome di Roberto Lorentini, il medico aretino
che trovò la morte nella strage dell’Heysel. C’è scritto la
sua data di nascita e quella della sua morte. E non è giusto
e rispettoso che intorno ci siano soltanto macerie di un
passato dove c’erano tanti ragazzi e tanti bambini che ogni
giorno animavano quei posti. Dentro quello stadio proprio
alcuni giorni fa, ci sono stati anche i consiglieri del Pd
Alessandro Caneschi e Giovanni Donati: "Per rimediare a
questo ‘spettacolo’ - dicono - occorre intervenire
pesantemente. L’assessore allo sport Federico Scapecchi ha
annunciato pubblicamente ed enfaticamente di avere la
soluzione, ha parlato anzi di ‘rivoluzione copernicana’: in
pratica le società sportive che parteciperanno al bando per
la gestione dell’impianto dovranno accollarsi le spese per
la sua messa in sicurezza e sobbarcarsi, in termini
economici, un investimento straordinario di 150 mila euro
nei primi 5 anni. Da precisare che questa cifra servirà a
rendere la struttura a norma e poterla utilizzare. Dopo di
che andranno aggiunti ulteriori 25 mila euro all’anno per la
gestione ordinaria. L’assessore Scapecchi probabilmente non
ha ben chiaro il panorama delle società sportive locali,
costituito da realtà che vivono da sempre grazie al
volontariato. Quale soggetto può spendere oggi una cifra
simile, per riparare peraltro i danni generati dall’incuria
e dal malgoverno della giunta Ghinelli ? Prima di pensare a
un bando, il Comune deve impegnarsi a provvedere a tutte le
spese necessarie. Illudersi di cavarsela facendo ricadere
sulle realtà associative e di volontariato questo enorme
impegno è semplicemente paradossale. Ecco dunque svelato il
gran colpo di genio. Più che di ‘rivoluzione copernicana’,
qua siamo tornati indietro a Tolomeo. Solo che la terra non
è piatta ma incolta e indecorosa". Serve dunque prima di
tutto un minimo di manutenzione e soprattutto mettere in
sicurezza l’impianto chiudendo i cancelli per evitare che
qualcuno possa entrare e magari completare un lavoro di
distruzione e degrado che sono già in atto.
16 luglio 2022
Fonte:
Corrierediarezzo.corr.it
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2022
Arezzo, Andrea Lorentini su Pescaiola: "Trovate una
soluzione dignitosa per lo
stadio intitolato a mio padre"
di Francesca Muzzi
"Trovate una soluzione
dignitosa per il campo intitolato a mio padre. Per i
ragazzi, per il luogo e per chi è dedicato". Andrea
Lorentini, figlio di Roberto l’eroe morto all’Heysel per
tentare di salvare un bambino, entra in punta di piedi nella
vicenda di totale abbandono dello stadio a Pescaiola che
venne dedicato a suo padre. "Non mi interessano i giochi
politici - dice - io parlo anche a nome della mia famiglia.
Vedere lo stadio in quelle condizioni fa male. Per questo
auspico che venga trovata una soluzione dignitosa e che
presto torni a disposizione della comunità. Anche per il
significato che ha quella struttura intitolata ad una
persona che non c’è più, ma che un’intera città ricorda
sempre".
La vicenda dell’abbandono
di Pescaiola è uscita fuori grazie ad un viaggio che il
Corriere di Arezzo ha fatto venerdì mattina. Siamo entrati
dentro quello stadio, una volta gestito e tenuto come un
fiore all’occhiello dalla società Orange Don Bosco e abbiamo
visto prima di tutto quanto sia facile entrare dentro quella
struttura dove tutto è aperto e poi abbiamo visto quanto
l’erba sia diventata alta e a momenti arrivi quasi alle
traverse delle porte che non si vedono più. Le panchine del
campo principale, per esempio, sono quasi sommerse dall’erba
e per rimettere a posto quel terreno di gioco non basterà
rasarla. È così da quando l’Orange Don Bosco, a settembre
2021 ha dovuto riconsegnare le chiavi al Comune, perché era
scaduta la convenzione. Da allora l’impianto si è
addormentato e la natura ha ripreso il sopravvento.
Emblematiche le foto che Marta Massai, un tempo a gestire la
società insieme al babbo, Gino, ha pubblicato ieri sul
proprio profilo facebook. Da una parte il campo curato e
dall’altra quello che ne resta oggi.
Sulla vicenda erano
intervenuti anche i consiglieri del Pd, Alessandro Caneschi
e Giovanni Donati. Anche loro avevano fatto un giro allo
stadio dove fa effetto vedere alcune coppe sparse tra la
tribuna e l’interno dello stabile. La struttura è tornata a
bando, ma sono proprio i due consiglieri del Pd a sostenere
in quale modo: "In pratica le società sportive che
parteciperanno al bando per la gestione dell’impianto -
dicono - dovranno accollarsi le spese per la sua messa in
sicurezza e sobbarcarsi, in termini economici, un
investimento straordinario di 150 mila euro nei primi 5
anni. Da precisare che questa cifra servirà a rendere la
struttura a norma per poterla utilizzare. Dopo di che
andranno aggiunti ulteriori 25 mila euro all’anno per la
gestione ordinaria. L’assessore Scapecchi probabilmente non
ha ben chiaro il panorama delle società sportive locali,
costituito da realtà che vivono da sempre grazie al
volontariato. Quale soggetto può spendere oggi una cifra
simile", si chiedono i due consiglieri. Nel frattempo
abbiamo cercato anche l’assessore allo sport del Comune di
Arezzo, Federico Scapecchi, per rispondere sullo stato del
Lorentini, ma lo stesso si è chiuso dietro il silenzio
stampa, sottolineando che "risponderò a tempo debito". E
intanto l’erba continua a crescere allo stadio di Pescaiola
nel centro del quartiere. Uno scempio di una struttura
sportiva a due passi dalla città.
16 luglio 2022
Fonte:
Corrierediarezzo.corr.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO
2022
"Quel campo abbandonato è un pugno allo stomaco"
L’impianto dedicato a Roberto
Lorentini nell’incuria totale "Fate qualcosa per riaprirlo".
Ospitiamo la riflessione
del nostro giornalista Andrea Lorentini sullo stato di
degrado del campo da calcio di Pescaiola dedicato al padre
Roberto, morto allo stadio Heysel.
"Un pugno allo stomaco. È
stata questa la sensazione che ho provato quando ho visto le
foto che testimoniavamo lo stato di degrado e abbandono
nelle quali versa, ormai da un anno, l’impianto sportivo di
Pescaiola intitolato a mio padre Roberto Lorentini. A me e
alla mia famiglia non interessa entrare nella polemica
politica che si è alimentata in questi giorni, né tanto meno
esprimere giudizi, o accertare responsabilità, ma certamente
non possiamo assistere in maniera passiva e senza indignarci
per quanto accaduto. Mio padre Roberto è medaglia d’argento
al valor civile, quel campo di calcio gli è stato intitolato
nel ricordo di quel suo gesto di estremo altruismo quando,
lui medico, dopo essersi messo in salvo dalle prime cariche
degli hooligans inglesi, tornò nella calca e fu travolto
mentre prestava soccorso ai feriti sugli spalti. Ecco, ogni
volta che un bambino, un ragazzo, un atleta è entrato
nell’impianto di Pescaiola aveva la consapevolezza,
ricordata dalla targa all’ingresso, di chi fosse Roberto
Lorentini. Un impianto che è stato negli anni luogo di
attività di tante importanti realtà sportive del territorio
che hanno dato la possibilità a numerosi ragazzi di fare
sport. La storia di mio padre, come quella dell’altra
vittima aretina dell’Heysel Giuseppina Conti, sono parte
integrante della storia di questa città e lasciare che
quell’impianto muoia è come far morire il ricordo e
l’esempio di Roberto. Mi auguro vivamente che si possa
trovare in tempi rapidi una soluzione, magari venendo
incontro alle società sportive per favorirne la gestione,
affinché l’impianto sia riqualificato e gli venga restituita
una dignità, ma soprattutto possa tornare a ospitare partite
di pallone e che le nuove generazioni possano viverlo nel
ricordo di Roberto, un simbolo della lotta contro la
violenza nello sport". Andrea Lorentini
17 luglio 2022
Fonte: Lanazione.it
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2022
Giuseppina Conti e la strage dell’Heysel
Appassionata di calcio e
della Juventus, Giuseppina Conti ha perso la vita durante la
finale di Coppa dei Campioni del 1985 nella strage
dell’Heysel.
"Il calcio è musica, danza
e armonia. E non c’è niente di più allegro della sfera che
rimbalza": le parole di Pelé, uno dei più grandi talenti
brasiliani, descrivono al meglio l’essenza di questo sport
che vale tanto per i calciatori quanto per i tifosi. Il
calcio è uno sport di squadra e gli undici giocatori, non
sono gli unici a scendere in campo, accanto a loro ci sono i
tifosi che vivono intensamente ogni parata, ogni azione
proprio come se fossero anche loro nel rettangolo d’erba.
Non c’è cosa più bella che gioire o disperarsi insieme alla
propria squadra direttamente allo stadio, ma la convinzione
che "comunque vada" la partita è una festa, a volte può
trasformarsi in un dramma. Questo è quello che è avvenuto
allo stadio Heysel di Bruxelles nel 1985 quando 36
(NDR: 39) persone hanno
perso la vita: tra di loro c’era Giuseppina Conti, una
ragazza di soli 17 anni, partita con la gioia e la speranza
nel cuore, ma tradita dalla furia di alcune persone che,
nascoste dietro la facciata di tifosi, hanno semplicemente
dato sfogo a una violenza immotivata.
Giuseppina e la sua
passione per la Juventus
Il sogno di ogni tifoso è
vedere la propria squadra vincere la Champions League, e
anche Giuseppina Conti, detta Giusy, non vede l’ora che la
sua squadra del cuore, la Juventus possa vincere il titolo
che nel 1985 ancora si chiamava Coppa dei Campioni.
L’occasione di veder trionfare la propria squadra contro il
Liverpool direttamente nello stadio dell’Heysel è troppo
ghiotta e la diciassettenne non vuole assolutamente farsela
sfuggire. Infatti, fa di tutto per poter partire per
Bruxelles: la figlia e studentessa modello, si impegna
ancora di più a scuola e il 29 maggio, giorno della finale,
termina tutte le interrogazioni con voti impeccabili, pronta
per viaggiare serena alla volta della grande finale, con una
promessa speciale per la mamma, cioè quella di tornare con
la coppa.
La furia degli hooligans
Giusy e il padre Antonio
non sono gli unici arrivati dall’Italia per assistere
all’incontro, con loro ci sono ragazzi, famiglie e
"semplici" tifosi pronti a condividere insieme un sogno.
Mentre i gruppi organizzati dei bianconeri vengono sistemati
nelle curve M-N-O, Giusy e gli altri tifosi bianconeri
vengono indirizzati nei settori Y-X-Z, accanto alla frangia
più violenta dei sostenitori del Liverpool, i famigerati
hooligans. Quella che doveva essere una festa,
improvvisamente si trasforma in un massacro, i tifosi
inglesi più esagitati iniziano a spingere la rete che divide
il settore Z, la furia è talmente tanta che oltre alla rete
stessa crollano anche i gradoni
(NDR: crollò la parte inferiore del muro delimitante il
settore Z spinto dalla calca dei tifosi impauriti).
Antonio fa di tutto per mettere in salvo la figlia, ma
travolto dalla fuga degli altri tifosi perde conoscenza.
Quando si risveglierà dovrà fare i conti con un’amara
scoperta, la figlia tanto amata è rimasta uccisa insieme ad
altre 35 (NDR: 37, una era in
coma, morirà in ospedale il 14 agosto 1985) persone.
Il sorriso che le illuminava il volto nelle ore precedenti
alla partita, immortalato nella foto scattata davanti alla
Grand Place mentre indossa fiera il cappellino e la bandiera
della Juventus, si è spento per sempre. In fondo l’essenza
del tifo, quello sano, è e doveva essere proprio questa: il
sorriso di una bambina spensierata che condivide la propria
passione con suo padre, girando il mondo pur di stare vicino
alla squadra del cuore. Un tifo genuino rimasto impresso in
maniera indelebile in una tenera foto di 37 anni fa.
15 agosto 2022
Fonte: Dilei.it
ARTICOLI STAMPA e WEB AGOSTO
2022
VENARIA - Scelti i luoghi da dedicare a Gino
Vanzi, al Grande Torino e alle
Vittime dell'Heysel
La Commissione Comunale per la
Toponomastica, nella seduta del 18 luglio 2022, ha dato il
via libera all'intitolazione di luoghi o aree pubbliche a
Gino Vanzi, al Grande Torino e alla tragedia dell'Heysel.
Nello specifico, al
compianto Gino Vanzi verrà intitolata la sala espositiva
comunale della Pro Loco di via Mensa 34, oltre a
ripristinare la targa in sua memoria precedentemente già
installata sotto la Torre dell’orologio della Reggia, in
piazza della Repubblica. Il piazzale di fronte agli impianti
sportivi "Don Mosso", in via San Marchese ad Altessano, sarà
intitolato al Grande Torino, la squadra che morì nella
tragedia di Superga il 4 maggio 1949, e che assumerà così la
dicitura di "piazzale Grande Torino". Infine, l’area
prospiciente alla stazione Rigola sarà intitolata alle
Vittime dell’Heysel, ovvero ai tifosi della Juventus morti
il 29 maggio 1985 poco prima dell'inizio della finale di
Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo
stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone, di
cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600. Al momento,
la Commissione non ha potuto decidere se sarà piazzale o
piazza Vittime dell'Heysel: questo avverrà in un secondo
momento, una volta sistemata effettivamente l’area tra via
Amati e viale delle Industrie.
24 Agosto 2022
Fonte: Quotidianovenaria.it
ARTICOLI STAMPA e WEB AGOSTO
2022
Dal 15 al 16 settembre "Nicosia una piazza per Luigi"
in ricordo di una delle vittime
dello stadio Heysel
Il 4 febbraio 2020
Salvatore Leonardi chiese l’intitolazione di uno spazio
pubblico al concittadino Luigi Pidone deceduto durante gli
scontri* conseguenti alla
finale di Coppa dei Campioni disputatasi fra le squadre del
Liverpool e della Juventus allo stadio Heysel di Bruxelles
il 29 maggio 1985, proponendo un’area in via Pozzi Fiera. Il
2 marzo 2022 la Commissione comunale per la Toponomastica
espresse il proprio parere favorevole alla proposta e
l’amministrazione comunale di Nicosia con una delibera di
giunta del 7 marzo 2022 decise di intitolare un’area di via
Pozzi Fiera alla sua memoria. Il 15 e 16 settembre Salvatore
Leonardi, che partecipò a quella tragica serata a Bruxelles
e riuscì a uscirne miracolosamente illeso, ha organizzato
una serie di eventi per ricordare l’amico Luigi Pidone e
soprattutto per far riflettere e ricordare quei tragici
momenti. Ospiti d’eccezione in questi due giorni Idris,
giornalista, personaggio televisivo e opinionista e Antonio
Cabrini, indimenticabile calciatore della Juventus, campione
del mondo in Spagna 82 e tra i protagonisti in campo in
quella tragica finale di coppa campioni. Il 15 settembre
alle 18 presso l’aula consiliare del Comune di Nicosia,
Idris e Cabrini verranno accolti dalle autorità cittadine
locali. Il 16 settembre alle 11, presso il cine-teatro
Cannata, Antonio Cabrini incontrerà i giovani e sempre al
Cannata alle 17 si terrà il convegno sul razzismo e violenza
negli stadi, oltre a Idris e Cabrini, interverranno il
sindaco Luigi Bonelli e Giuseppe Schillaci, vescovo della
Diocesi di Nicosia. Alle 18.30 sarà inaugurata la piazzetta
Luigi Pidone. Luigi Pidone fu la trentanovesima vittima
degli scontri* avvenuti
allo stadio Heysel il 29 maggio 1985, restò in coma
irreversibile per 77 giorni e morì all’ospedale Erasme di
Bruxelles all’età di 31 anni. Luigi Pidone, come tutti gli
altri tifosi rimasti uccisi quella terribile notte, si
trovava il 29 maggio nel settore Z dello stadio Heysel. Poco
dopo le 19 gli incidenti e la fuga della gente impaurita.
Gli infermieri lo raccolsero che era già privo di
conoscenza: fu portato in ambulanza all’ospedale dove fu
ricoverato. Nonostante le cure intensive, non si risvegliò
dal suo stato di incoscienza.
*
NDR: Come da verità
storico-processuale non vi furono scontri fra le tifoserie
all’Heysel ma un assalto barbaramente cruento degli
hooligans inglesi (premeditato, armato e in più riprese)
prima dell’inizio della gara, ai danni di indifesi tifosi
juventini (e non) nel settore Z. Gli Ultras bianconeri erano
nella curva opposta.
25 Agosto 2022
Fonte: Telenicosia.it
ARTICOLI STAMPA e WEB AGOSTO
2022