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LIBRI e HEYSEL 2025
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Le gradinate dell'Heysel Pol Vandromme 2025
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BIBLIOGRAFIA
HEYSEL

Una morale per il calcio

strage dello stadio Heysel di Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, ha cambiato per sempre la storia del calcio, segnandone una delle pagine più nere. In quelle immagini di morte e feroce insensatezza, riprese dalla tv e impresse nel ricordo in modo indelebile, abbiamo visto il gioco trasformarsi in dramma, l’evento sportivo in una farsa oscena. In occasione del quarantesimo anniversario della tragedia, questo appassionato saggio di Pol Vandromme, in equilibrio tra memoria personale di ex giocatore e tifoso e riflessione estetica sul calcio, viene proposto nella prima traduzione italiana di Massimo Raffaeli, che ne restituisce l’unicità dello stile, la sua sorprendente qualità letteraria. Fonte: Vydia Edtore © Fotografie: Vydia Edtore © Lefigaro.fr © Icona: Free Graphics ©

 
 

Un poeta all’Heysel - Etica per il calcio

di Paolo Di Stefano

Ora esce, presso un minuscolo editore marchigiano, un libro di Pol Vandromme, Le gradinate dell’Heysel, curato e tradotto da Massimo Raffaeli. Sottotitolo: Una morale per il calcio. Il belga Vandromme (1927-2009), noto come critico letterario e biografo di Céline, ha scritto (di getto subito dopo la strage) un libro poetico sulla Bestia insaziabile che «colpiva per il piacere di distruggere, s’inzuppava di birra tiepida e superalcolici, sfociava in sommosse, fracassava crani». La sera del 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles si svolse la finale di Coppa dei Campioni tra il Liverpool e la Juventus. Fu una delle serate più tragiche della storia del calcio. Perché quella partita fu preceduta da una strage passata alla storia: verso le 19, sulle gradinate di quel vecchio stadio morirono 39 tifosi, 32 dei quali erano italiani, e circa seicento furono i feriti. Un’orda di hooligans aveva abbattuto la recinzione che separava la sua zona dal settore Z, occupato da tifosi non organizzati, per lo più famiglie o semplici appassionati italiani. Fu un massacro, perché l’urto della carica, con tanto di mazze e coltelli, costrinse gli spettatori pacifici e inermi ad arretrare verso il muro opposto, che crollò. Nella calca alcuni cercarono di raggiungere il campo, altri si gettarono nel vuoto per salvarsi dalla furia, altri rimasero schiacciati e calpestati sulle gradinate. Le forze dell’ordine intervennero troppo tardi e troppo male. La partita fu giocata nonostante tutto, per motivi di sicurezza dissero gli organizzatori appellandosi al «male minore»: vinse la Juventus grazie a un rigore segnato da Platini. Questa è la cronaca che avremmo letto in quei giorni e che oggi, quarant’anni dopo, è diventata storia nera della serata in cui, si disse, il calcio perdette l’innocenza (La notte dell’innocenza è il romanzo del 2015 in cui Mario Desiati raccontava il sé stesso bambino di quei giorni). Ora esce, presso un minuscolo editore marchigiano, Vydia di Macerata, un libro di Pol Vandromme, Le gradinate dell’Heysel, curato e tradotto da Massimo Raffaeli. Sottotitolo: Una morale per il calcio. Il belga Vandromme (1927-2009), noto come critico letterario e biografo di Céline, ha scritto (di getto subito dopo la strage) un libro poetico sulla Bestia insaziabile che «colpiva per il piacere di distruggere, s’inzuppava di birra tiepida e superalcolici, sfociava in sommosse, fracassava crani». È un libro luttuoso, una sorta di preghiera, dalla «scrittura deragliante» (Raffaeli), carico di accenti mitici e di nostalgia per il calcio vagheggiato nell’infanzia, regole, allegria, combattimento nobile («intelligenza in movimento», l’ha definito qualcuno), rispetto al calcio come calamità naturale, macelleria, brutalità sicura di sé. E come naufragio nel mare dell’ipocrisia in cui ancora nuotiamo ogni volta che ci stupiamo della violenza delle curve. Fonte: Corriere.it © 19 maggio 2025 Video: Vydia Editore © Fotografie: Vydia Editore © GETTY IMAGES © (Not for commercial use) Icona: Free Graphics ©

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