Un poeta all’Heysel -
Etica per il calcio
di
Paolo Di Stefano
Ora
esce, presso un minuscolo editore marchigiano, un libro
di Pol Vandromme, Le gradinate dell’Heysel, curato e
tradotto da Massimo Raffaeli. Sottotitolo: Una morale
per il calcio. Il belga Vandromme (1927-2009), noto come
critico letterario e biografo di Céline, ha scritto (di
getto subito dopo la strage) un libro poetico sulla
Bestia insaziabile che «colpiva per il piacere di
distruggere, s’inzuppava di birra tiepida e
superalcolici, sfociava in sommosse, fracassava crani».
La sera del 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di
Bruxelles si svolse la finale di Coppa dei Campioni tra
il Liverpool e la Juventus. Fu una delle serate più
tragiche della storia del calcio. Perché quella partita
fu preceduta da una strage passata alla storia: verso le
19, sulle gradinate di quel vecchio stadio morirono 39
tifosi, 32 dei quali erano italiani, e circa seicento
furono i feriti. Un’orda di hooligans aveva abbattuto la
recinzione che separava la sua zona dal settore Z,
occupato da tifosi non organizzati, per lo più famiglie
o semplici appassionati italiani. Fu un massacro, perché
l’urto della carica, con tanto di mazze e coltelli,
costrinse gli spettatori pacifici e inermi ad arretrare
verso il muro opposto, che crollò. Nella calca alcuni
cercarono di raggiungere il campo, altri si gettarono
nel vuoto per salvarsi dalla furia, altri rimasero
schiacciati e calpestati sulle gradinate. Le forze
dell’ordine intervennero troppo tardi e troppo male. La
partita fu giocata nonostante tutto, per motivi di
sicurezza dissero gli organizzatori appellandosi al
«male minore»: vinse la Juventus grazie a un rigore
segnato da Platini. Questa è la cronaca che avremmo
letto in quei giorni e che oggi, quarant’anni dopo, è
diventata storia nera della serata in cui, si disse, il
calcio perdette l’innocenza (La notte dell’innocenza è
il romanzo del 2015 in cui Mario Desiati raccontava il
sé stesso bambino di quei giorni). Ora esce, presso un
minuscolo editore marchigiano, Vydia di Macerata, un
libro di Pol Vandromme, Le gradinate dell’Heysel, curato
e tradotto da Massimo Raffaeli. Sottotitolo: Una morale
per il calcio. Il belga Vandromme (1927-2009), noto come
critico letterario e biografo di Céline, ha scritto (di
getto subito dopo la strage) un libro poetico sulla
Bestia insaziabile che «colpiva per il piacere di
distruggere, s’inzuppava di birra tiepida e
superalcolici, sfociava in sommosse, fracassava crani».
È un libro luttuoso, una sorta di preghiera, dalla
«scrittura deragliante» (Raffaeli), carico di accenti
mitici e di nostalgia per il calcio vagheggiato
nell’infanzia, regole, allegria, combattimento nobile
(«intelligenza in movimento», l’ha definito qualcuno),
rispetto al calcio come calamità naturale, macelleria,
brutalità sicura di sé. E come naufragio nel mare
dell’ipocrisia in cui ancora nuotiamo ogni volta che ci
stupiamo della violenza delle curve.
Fonte:
Corriere.it © 19
maggio 2025
Video:
Vydia Editore
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Fotografie:
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