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						| 
						Un frenetico viaggio alla scoperta del lato oscuro del 
						calcio 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 Bruxelles, 
						Heysel 29 maggio 1985. Gli inglesi attaccano, la rete 
						cede, il muro crolla. Avviene in pochi minuti e sembra 
						frutto di un'atroce fatalità, del caso, dell'incoscienza 
						umana. E se non fosse così ? Se dietro si nascondessero 
						un disegno preciso, una regia, un sistema di poteri 
						interessato a un epilogo tragico ? È questo il complesso 
						panorama che gli autori scoprono lentamente raccontando 
						di un uomo e una donna, esponenti del teppismo da stadio 
						italiano, che vengono ingaggiati per creare incidenti 
						prima di Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei 
						Campioni. È la storia di un piano, di una fuga, di un 
						tentativo di redenzione, di un grande amore narrata a 
						due voci e intrecciata al resoconto di quei giorni, 
						riportato dai servizi giornalistici, dalla polizia 
						internazionale, dai sopravvissuti. "Non è una pedissequa 
						cronaca degli eventi avvenuti nello stadio, è "qualcosa" 
						che avviene prima, durante e dopo gli eventi... Per il 
						resto... Leggetelo e capirete...".  Fonte: 
						 
						
						Absolutely Free Editore ©
						
						maggio 2015  Fotografie: Ac-perugia.com 
						© Absolutely Free 
						Editore © 
						It.linkedin.com 
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						| Heysel sempre nel cuore
						
						 
						
						di Roberto Renga  
						
				
				
				
						
						
						
				 La partita tra Liverpool e Juventus 
						non si doveva giocare in quello stadio. Da qui si deve 
						partire per ricordare la tragica notte del 29 maggio del 
						1985. Persero la vita trentanove persone. Persone, non 
						tifosi della Juventus, come la parte peggiore del 
						teppismo da stadio ama ricordare con cori e striscioni. 
						L’Heysel e la famigerata curva "Z", la curva della morte 
						in diretta. Era riservata ai locali, ma ci si 
						ritrovarono gli italiani, per via di un’agenzia senza 
						scrupoli. In quel settore non un vero ingresso, ma una 
						porticina. E i poliziotti ? Un centinaio in tutto, come 
						a proteggere una scampagnata. Quaranta in curva, ma 
						ventotto presto fuori per cercare l’autore di un 
						furtarello. Tra italiani e inglesi solo una rete: non 
						una divisione, ma un invito a passare dall’altra parte. 
						Forse furono due italiani a dar fuoco a una bandiera del 
						Liverpool, ma non basta a spiegare la tragedia. Gli 
						inglesi divennero una valanga che travolse famiglie, 
						padri, bambini. Tra gli inglesi, si seppe poi, anche 
						attivisti del National Front in trasferta non 
						disinteressata. Fu un massacro. Travolti, gli italiani 
						cercarono rifugio in un muro, ma cadde. Si spinsero 
						verso il campo e vennero fermati da poliziotti che non 
						avevano capito niente: bruciava il mondo e loro 
						spegnevano un cerino. Roberto Lorentini era un medico di 
						Arezzo di trentuno anni. Aveva trovato una via di 
						uscita, ma si fermò. Un bambino, Andrea, lo fissava da 
						terra e il suo sguardo era una muta richiesta di aiuto. 
						Roberto e Andrea morirono insieme. È Roberto l’eroe di 
						quella maledetta notte. Ricordiamo lui, tutti gli altri. 
						Lo piango ancora.  Fonte: 
						 Radioradio.it 
						  
						© 29 maggio 2019  Fotografia: GETTY IMAGES
						
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						| Libri di Sport: amore e tragedia 
						nello stadio maledetto 
						 
						
						di Giuliano Orlando  La partita del diavolo - Roberto 
						Rea e Chiara Bottini - Absolutely Free Editore - Pag. 
						188 - Euro 14.00. 
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 Nelle prime righe, una verità 
						nascosta ? "Furono due italiani ad aprire la macabra 
						danza (Heysel 29 maggio 1985), dando fuoco ad una 
						bandiera inglese". Il resto è uno sceneggiato teatrale, 
						con quadri ambientati per dare corpo ad una storia tra 
						realtà e fantasia, un giallo con attori impegnati in 
						continue fughe, inseguiti dalla mafia serba alle polizie 
						belga e di casa nostra. Simpatici e improbabili, ma 
						sapientemente orchestrati dai continui cambi di scena. 
						Da un albergo schifoso di Bruxelles allo stadio per la 
						partita maledetta, dove i nostri protagonisti scoprono 
						quello che i tifosi ignorano: dietro il grande 
						spettacolo del calcio girano interessi pazzeschi. Spiega 
						tutto un serbo, caposcuola del crimine, che gestisce 
						droga e prostituzione, come le trasferte, perfino i 
						parcheggi auto. Un tourbillon di sequenze, dall’incontro 
						con bellezze mozzafiato e anche mozza teste, mentre 
						prosegue il racconto di questo serbo che gestisce tutto, 
						compresa il rapporto con la protagonista. Si passa ai 
						resoconti del dopo tragedia, al ritorno a casa delle 
						salme, alle riunioni per capire e poi dimenticare, 
						mentre il tandem (lui e lei) lascia Bruxelles per 
						Amburgo attraverso l’Olanda. Si arriva finalmente in 
						Italia, e la musica non cambia, il mondo degli ultras 
						gestisce tutto e tutti. Specie in trasferta, dove ogni 
						mossa (vedi provocazione) ha un suo perché, un disegno 
						preciso. Non solo in Italia, la storia torna all’estero, 
						la giostra non si ferma mai e la commedia prosegue fino 
						all’esaurimento, con il Clown dalle misure eccezionali, 
						che dirige l’orchestra ma non sempre è invulnerabile. 
						Come finisce e dove ? A Belgrado, con la vendetta di… 
						Che scoprirete leggendo il libro.  Fonte: 
						 Datasport.it 
						  
						© 10 Marzo 2016  Fotografie: Sport.virgilio.it © Absolutely Free Editore
						 
						 
						© 
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						| La partita del diavolo
						
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 Bruxelles, Heysel 29 maggio 1985. 
						Gli inglesi attaccano, la rete cede, il muro crolla. 
						Avviene in pochi minuti e sembra frutto di un'atroce 
						fatalità, del caso, dell'incoscienza umana. E se non 
						fosse così ? Se dietro si nascondessero un disegno 
						preciso, una regia, un sistema di poteri interessato a 
						un epilogo tragico ? È questo il complesso panorama che 
						gli autori scoprono lentamente raccontando di un uomo e 
						una donna, esponenti del teppismo da stadio italiano, 
						che vengono ingaggiati per creare incidenti prima di 
						Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni. È la 
						storia di un piano, di una fuga, di un tentativo di 
						redenzione, di un grande amore narrata a due voci e 
						intrecciata al resoconto di quei giorni, riportato dai 
						servizi giornalistici, dalla polizia internazionale, dai 
						sopravvissuti. Un frenetico viaggio alla scoperta del 
						lato oscuro del calcio., il muro crolla. Avviene in 
						pochi minuti e sembra frutto di un'atroce fatalità, del 
						caso, dell'incoscienza umana. E se non fosse così ? Se 
						dietro si nascondessero un disegno preciso, una regia, 
						un sistema di poteri interessato a un epilogo tragico ? 
						È questo il complesso panorama che gli autori scoprono 
						lentamente raccontando di un uomo e una donna, esponenti 
						del teppismo da stadio italiano, che vengono ingaggiati 
						per creare incidenti prima di Juventus-Liverpool, finale 
						di Coppa dei Campioni. È la storia di un piano, di una 
						fuga, di un tentativo di redenzione, di un grande amore 
						narrata a due voci e intrecciata al resoconto di quei 
						giorni, riportato dai servizi giornalistici, dalla 
						polizia internazionale, dai sopravvissuti. Un frenetico 
						viaggio alla scoperta del lato oscuro del calcio.  Fonte: 
						 Amazon.it 
						  
						© 5 giugno 2015  Fotografia: 
						 
						 
						Absolutely Free Editore
						 
						© GETTY IMAGES
						
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						| La partita del 
						Diavolo" : una nuova ipotesi sulla tragedia dell'Heysel
						
						 
						
						di Michela Cuppini
						
						 
						
						Il libro (Absolutely Free editore) espone 
						attraverso le voci degli autori, Roberto Renga e Chiara 
						Bottini, una moderna tesi sullo sfondo della tragedia di 
						Bruxelles: la presenza di un sistema di potere politico 
						ed economico interessato ad un tragico finale.  
						
				
				
				
						
						
						
				 ROMA 
						- Amore, violenza, omicidi e giochi di potere: il tutto 
						sullo sfondo di una tragedia. La tragedia. Quella del 29 
						maggio 1985. Dell'indimenticato Heysel. A trent'anni 
						dall'anniversario di quel maledetto giorno che vide tra 
						le 39 vittime, 32 italiani, Roberto Renga e Chiara 
						Bottini ne "La partita del Diavolo", ripercorrono con 
						grande lucidità gli eventi, passando da una città 
						all'altra, in una storia che si muove prima, durante e 
						dopo i drammatici fatti della finale di Coppa dei 
						Campioni tra Liverpool e Juventus. Nello stadio di 
						Bruxelles uno degli avvenimenti più sconvolgenti della 
						storia del calcio. Gli hooligans inglesi prendono 
						d'assalto il Settore Z, quello riservato ai tifosi 
						juventini, costringendo gli italiani ad ammassarsi 
						contro un muro, al lato opposto dalla curva occupata dai 
						sostenitori del Liverpool. Ma accade l'imprevedibile. Il 
						muro non resiste al troppo peso e crolla. C'è chi si 
						lancia nel vuoto per evitare di rimanere schiacciato e 
						chi cerca di scavalcare in altri settori. Ma ci sono 
						soprattutto le vittime, persone intrappolate, calpestate 
						e uccise nella folle corsa verso la salvezza. Gli autori 
						avanzano un'ipotesi: E se tutto questo non fosse una 
						casualità, ma il frutto di un piano studiato nei minimi 
						particolari ? E se dietro la strage si nascondesse un 
						sistema di poteri interessato ad un atroce finale ? In 
						un noir a due voci, una maschile e una femminile, viene 
						raccontata la storia di una coppia di teppisti da stadio 
						italiani, arruolati per provocare gli inglesi e 
						spingerli ad attaccare i propri connazionali proprio 
						durante la finale di Coppa. Si tratta di un vero e 
						proprio viaggio alla scoperta del lato oscuro del 
						calcio: di un mondo governato da interessi economici e 
						politici che si muovono attraverso il potere della 
						"folla", protagonista indiscussa del racconto. Perché: 
						"E' in curva che si trovano i soggetti più molli, più 
						deboli, quelli che ti porti dietro con un fischio o 
						offrendo un ruolo, uno qualsiasi". Una folla che diventa 
						sinonimo di violenza, di passaggio distruttivo che nulla 
						lascia se non morte e distruzione. Una brutalità che 
						stride con i valori dello sport. Perché "il calcio è 
						solo una scusa".  Fonte: 
						 Repubblica.it © 
						28 maggio 2015  Video: Teletruria 
						 
						©  Icona: Itcleanpng.com © |  
					
					
						| "La partita del 
						diavolo", presentazione questa sera alla ex Bastanzetti
						
						 
						
						Questa sera alle 18 presentazione Libro "La 
						Partita del Diavolo", di Roberto Renga e Chiara Bottini 
						con gli interventi di Enzo Bucchioni, Ilario Castagner e 
						Roberto Pruzzo, organizzato dall’associazione Amici 
						della Musica Arezzo. 
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 La 
						Partita del Diavolo, è il titolo del libro di Roberto 
						Renga e Chiara Bottini, edito da Absolutely Free. 
						Parlare. Un noir freddo, lucido e passionale per 
						riportare alla memoria la finale di Coppa dei Campioni 
						allo stadio dell’Heysel. Dedicato a Roberto Lorentini, 
						che in una notte di campioni morì tendendo la mano a un 
						ragazzo. Parlare ancora e ancora dell’Heysel significa 
						riportare alla mente una tragedia che però, trattandosi 
						di una partita di calcio, così come altri eventi del 
						genere, sembrano definirsi come un evento luttuoso di 
						pochi. In realtà la violenza negli stadi, così come in 
						tutte le sue forme, deve trovare la parola fine. 
						Ricordare proprio per tenere presente quanto dolore e 
						quanta bruttezza tutto ciò ha generato e tutt’oggi 
						genera. Heysel Maggio 1985. Da un paio di anni, per 
						strade e percorsi tutti diversi tra loro, ci siamo 
						ritrovati in un circuito di amici e conoscenze che 
						stavano inconsapevolmente condividendo uno stesso 
						obiettivo. In nome di questa amicizia, sebbene del tutto 
						personale, non nascondo che come associazione a volte si 
						possa prestare il fianco e il supporto ad un tema così 
						diverso dal proprio, il calcio, ma che merita per i 
						valori che qui si rappresentano di essere condivisa e 
						partecipata. Ricordare per dire mai più.  Fonte:  
						Arezzonotizie.it
						 
						 
						© 20 maggio 2015 
						(Testo 
						 
						
						  
						©  
						Fotografia)  Icona: Itcleanpng.com © |  
					
					
						| "La partita del 
						diavolo" alla Casa dell’Energia
						
						 
						
						Mercoledì 20 maggio alle 18 alla Casa 
						dell’energia, organizzata dagli Amici della Musica di 
						Arezzo, presentazione del libro di Roberto Renga e 
						Chiara Bottini "La partita del diavolo" (Absolutely Free 
						Editore, 2015). 
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 Insieme 
						ai due autori, che nel loro libro si confrontano con il 
						ricordo della tragedia dell’Heysel trasportandolo sul 
						piano del romanzo noir sperimentale e attirando il 
						pubblico su una storia "altra", surreale, violenta, 
						verosimile, intervengono Ilario Castagner, allenatore di 
						calcio del Perugia "dei miracoli", Roberto Pruzzo, ex 
						centravanti di Genoa e Roma, Enzo Bucchioni, direttore 
						del Quotidiano Sportivo, Andrea Lorentini, presidente 
						dell’Associazione vittime dell’Heysel, il giornalista 
						Francesco Caremani e lo scrittore Riccardo Gambelli. 
						Modera l’incontro Marco Caneschi, letture di Alessandra 
						Bedino. Esponenti del teppismo da stadio italiano 
						vengono ingaggiati per creare incidenti prima di 
						Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni. Una 
						serrata narrazione a due voci intreccia un terribile 
						resoconto di quei giorni alla scoperta del lato oscuro 
						del calcio con un "cuore di tenebra" nei Balcani. 
						Roberto Renga, autore e giornalista, conta, fra le 
						innumerevoli partite, sei Mondiali da inviato e segue la 
						Nazionale, senza tregua, dagli Europei del 1980. Ha 
						cominciato a La Nazione di Perugia, è passato poi a 
						Roma: Paese Sera prima, quindi Il Messaggero. Il suo 
						libro "Una Storia Nazionale" racconta i retroscena del 
						calcio da chi li ha vissuti in prima persona. Chiara 
						Bottini, consulente, autrice, blogger e juventina. 
						Capisce la regola del fuori gioco e non passa davanti 
						allo schermo se qualcuno sta guardando una partita. 
						L’Heysel l’ha vissuto attraverso il racconto di un 
						amico, sopravvissuto per miracolo. Ha deciso di andarci 
						di persona attraverso i protagonisti de "La partita del 
						diavolo".  Fonte: 
						 Arezzonotizie.it
						 
						 
						© 19 maggio 2015  Fotografia: 
						Absolutely Free Editore  
						©  Icona: Itcleanpng.com © |  
					
					
						| "La partita del 
						diavolo": il noir della mancata memoria
						
						 
						
						di Emanuela Cerri 
						 
						
						Chiara Bottini e Roberto Renga hanno scritto un 
						libro che vi consigliamo. Un noir freddo, lucido e 
						passionale per riportare alla memoria la finale di 
						Champion's allo stadio dell'Heysel. Una tragedia 
						italiana, non juventina.  
						
				
				
				
						
						
						
				 Nel 
						periodo delle classifiche di libri da leggere sotto 
						l'ombrellone mi sento di consigliarvene uno in 
						particolare. Un libro atipico, un libro del tutto 
						atipico, a partire dai suoi due autori. Un libro che 
						dovrebbe essere letto. Roberto Renga, elegante 
						giornalista sportivo e Chiara Bottini, formatrice 
						aziendale con un'anima (bellissima) da scrittrice 
						appassionata che, prima di questo romanzo (il suo primo, 
						mentre si tratta del terzo per Renga) si poteva leggere 
						soltanto distillata in shottini da 140 caratteri su 
						Twitter (@nonvedi). I due si sono conosciuti proprio tra 
						un tweet e l'altro e da qui l'idea di questo noir a due 
						voci, una maschile e una femminile, due voci che 
						raccontano una loro storia di violenza, botte, amore, 
						sangue, ai margini della quale, in un crescendo, si 
						affiancano le vicende di quella notte dentro le mura 
						dell'Heysel. Una storia vera ai margini di una storia di 
						finzione, un calembour letterario che funziona, che non 
						grida ma pungola, che non accusa ma riporta alla mente. 
						Perché questo è importante. Riportare alla mente un 
						fatto "grosso", grosso come la bomba fascista sull'Italicus, 
						grosso come il disastro di Ustica, ma che, pare, non 
						abbia la stessa dignità di diventare ricordo da ferita 
						italiana di serie A. Voi ve lo ricordavate ? Io ne ho un 
						vago ricordo da bambina di 8 scarsi dell'epoca che 
						ricorda brandelli di telegiornali e quotidiani con foto 
						in bianco e nero che al babbo facevano venire i 
						lucciconi di lacrime agli occhi a guardarle, e quello 
						era il mio metro di paragone della gravità di un fatto. 
						Heysel, maggio 19855. Chi è il Diavolo della finale di 
						Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool giocata 
						nello stadio Heysel di Bruxelles nella primavera dell'85 
						? Il Diavolo è nella scelta di uno stadio fatiscente non 
						adatto ad ospitare una finale di quel calibro, il 
						Diavolo è in quel settore dove gli italiani credevano di 
						poter stare e invece non era riservato a loro, il 
						Diavolo è nella pochissima polizia destinata a 
						quell'evento, ma tanti erano in ferie perché poco prima 
						c'era stata la visita del Papa e chi si aspettava che 
						servisse così tanto spiegamento di forze per una partita 
						di pallone ? Il Diavolo è soprattutto, però, nei cori 
						contro le vittime di quella strage che per 29 anni hanno 
						rimbombato negli stadi contro la Juventus, cori mai 
						sanzionati se non negli ultimi tempi. Cori rivolti alla 
						Juventus senza pensare che tra quei morti c'erano anche 
						tre interisti, c'erano anche persone di altre 
						nazionalità. In questo libro dalla lunga gestazione - 
						"Non riuscivamo a trovare un tono che non fosse 
						irrispettoso", dice Chiara in conferenza stampa - tante 
						cose sono forzatamente surreali, non doveva essere vero 
						ma verosimile, e la speranza è che non possa essere 
						vissuto come una tragedia juventina. Chi allo stadio 
						inneggia all'Heysel, chi inneggia a Pessotto o alla 
						strage di Superga è gente ignorante, che ignora quel 
						tipo di dolore sordo e cieco, che non sa cos'è il tifo 
						vero e pulito. E' per questo che questo libro va letto, 
						regalato, che dell'Heysel bisogna parlare, non per 
						commemorare, ma per evitare di ripetere. "Roberto 
						Lorentini, che in una notte di campioni morì tendendo la 
						mano a un ragazzo. A suo padre, a suo figlio". Questa è 
						la dedica d'apertura del libro per Roberto Lorentini, 
						che muore dopo aver messo in sicurezza il babbo, muore 
						per salvare il più piccolo tra le vittime di quella 
						carneficina, ma adesso è solo una medaglia d'argento 
						alla memoria. Un eroe da medaglia d'argento, l'ennesimo 
						scherzo macabro della mancata memoria dei tanti soggetti 
						che vogliono dimenticare.  Fonte: 
						 
						Pianetadonna.it 
						 
						© 13 maggio 2015  Fotografie: Absolutely Free Editore  
						© Goal.com
						©  Icona: Itcleanpng.com © |  
					
					
						| "La partita del diavolo": 
						storia della più grande tragedia del calcio italiano
						 
						 
						
						di Giuseppe Di Chiera
						 
						 
						
						Roberto Renga e Chiara Bottini raccontano la finale 
						dell’Heysel fra Liverpool e Juventus.
						 
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 Potrebbe 
						essere il libro dell’estate, uno di quelli da leggere 
						sulla spiaggia sotto l’ombrellone, ma sarebbe riduttivo, 
						perché "La Partita del Diavolo" (Absolutely Free 
						Editore, 14 euro) è molto di più. E’ la storia di 
						qualcosa che con il calcio non ha nulla a che fare, ma 
						che dal calcio nasce e dipende, un racconto che sebbene 
						lo si voglia legare al destino di una sola tifoseria - 
						quella della Juventus - in realtà incrocia i percorsi di 
						una tragedia che riguarda tutta l’Italia. Questa storia 
						di calcio, ma anche e soprattutto di vita, la raccontano 
						- bene - Chiara Bottini e Roberto Renga che nelle 184 
						pagine che compongono il libro tracciano la storia - 
						fantasiosa - di due eventuali protagonisti di quel 
						giorno e del diavolo che da Belgrado avrebbe diretto il 
						loro percorso. Senta Renga apro citando parte 
						della nota introduttiva che accompagna il libro "I più 
						giovani non sanno, altri hanno dimenticato o fanno finta 
						di dimenticare. Crediamo, invece, che tutti dovrebbero 
						conoscere una tragedia italiana, non juventina, come 
						pensano quelli che ogni domenica, senza rendersi conto, 
						ne auspicano una rievocazione". Iniziamo da qui, allora: 
						come racconterebbe a un ragazzo, che all’epoca non era 
						nato, i fatti dell’Heysel ?   "L'Heysel, la più grande 
						tragedia del calcio italiano. Trentanove persone a 
						Bruxelles, in uno stadio vecchio e cadente, vennero 
						travolte e uccise da teppisti inglesi. Ventinove vittime 
						nostre, non juventine". 
						 
						
						Scorrendo le pagine, resta difficile dare una 
						definizione di appartenenza al libro. Il racconto che 
						accompagna il lettore si divide infatti fra giallo, 
						cronaca nera e romanzo di formazione in un unico e 
						contiguo percorso. Come lo definirebbe Lei ?
						 
						 
						
						"In una parola ? Romanzo, dove vita, amore, morte e 
						violenza si rincorrono. Un modo per far conoscere 
						l'Heysel a chi l'ignora. La Partita del Diavolo è stato 
						scritto per questo". 
						 
						
						C’è un passaggio del libro in cui uno dei due 
						protagonisti racconta le sue esperienze allo stadio con 
						il padre, da piccola. Cito: "Quando esplodeva una bomba 
						carta mio padre mi copriva le orecchie e io ne restavo 
						frastornata, ma ero con lui, era tutto un gioco e mi 
						sentivo al sicuro, quindi ridevo anche se ero 
						terrorizzata…". Una immagine drammaticamente 
						attuale se si pensa - fra le molte foto recenti - al 
						derby di Torino.  
						"Le pagine scritte da Chiara 
						Bottini. Bellissime, intense, direi. Ho avuto la fortuna 
						di lavorare con una coautrice straordinaria e 
						trascinante. Vero, quelle pagine sono più che mai 
						attuali. Come il resto".  |  
					
					
						| Senta Renga, a distanza di 30 
						anni da quella partita, ancora in molti si chiedono se 
						continuare a giocare sia stata la scelta più corretta. 
						Lei che idea si è fatto ?  
						 
						
						"Si doveva giocare. In caso contrario ci sarebbe stata 
						la caccia all'uomo". 
						 
						
						Era il 3 gennaio 2013 e in un tweet, dopo l’ennesimo 
						episodio di violenza negli stadi - gli insulti razzisti 
						a Boateng in Pro Patria vs Milan - Lei scriveva "Cori 
						sull'Heysel, su Pessotto, su Paparelli e mille altri ? 
						Cori di razzisti ? Striscioni offensivi ? Ci si ferma e 
						basta".   "Certo, lo pensavo e lo penso. 
						Stop. Ma in caso di vittime ed eventuali ritorsioni si 
						va avanti, per limitare i danni". 
						 
						
						Mi corregga se sbaglio. Lei a quella partita fra 
						Liverpool e Juventus resta legato anche per un aneddoto 
						che avrebbe dovuto vederla presente sugli spalti, 
						rinunciando invece all’ultimo minuto. 
						 
						
						"Verissimo. Ero accreditato per la finale, ma il 
						manifesto mi bloccò. Mi parve di vedere sangue sopra il 
						bianco e nero. Seguii la partita dalla Tv. Lavoravo a 
						Paese Sera, allora". 
						 
						
						Senta chiudiamo con un ricordo: all’interno del libro 
						c’è una storia nella storia che si racchiude nella 
						dedica iniziale a "Roberto Lorentini, che in una notte 
						di campioni, morì tenendo la mano ad un ragazzo". 
						 
						
						"Roberto aveva trentuno anni ed era medico di Arezzo. 
						Era salvo. Vide un bambino in difficoltà, si fermò per 
						aiutarlo, venne ucciso. Solo medaglia d'argento. Un 
						eroe, per me. Il libro è dedicato a lui". 
						
						 Fonte: Gazzettaregionale.it
						  
						© 11 maggio 2015  Fotografie: GETTY IMAGES
						
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						© |  
					
					
						| Libri, è uscito "La partita del 
						diavolo" 
						 
						
						Renga racconta l’Italia teppistica 
						e violenta del 1985 partendo dall’Heysel.
						
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 Si tratta di un noir, una storia 
						d'amore, ma anche un realistico spaccato dell'Italia 
						teppistica e violenta del 1985 scritto insieme a Chiara 
						Bottini. Verrà presentato domani (libreria Arion, via 
						Cavour 255) il romanzo "La partita del diavolo", scritto 
						da Roberto Renga e Chiara Bottini. Un noir, una storia 
						d’amore, ma anche un realistico spaccato dell’Italia 
						teppistica e violenta del 1985. La storia, fantasiosa e 
						no, parte dall’Heysel, una tragedia con trentanove 
						vittime verificatisi esattamente trenta anni fa, il 29 
						maggio per l’esattezza. I protagonisti del romanzo sono 
						due teppisti da stadio italiani, pagati per creare 
						incidenti. Il diavolo si trova a Belgrado ed è lui a ad 
						accendere il fuoco della violenza ovunque. Dopo 
						l’Heysel, la fuga dei "nostri", gli omicidi, il 
						nascondiglio ad Amburgo, l’amore, il finale degno di un 
						film di Kubrick, il colpo di scena legato all’ultimo 
						sparo. Uno sviluppo che permetterà ai più giovani di 
						avvicinarsi alla più grande tragedia che ha toccato il 
						nostro calcio e che non riguarda solo tifosi della 
						Juventus, ma tutti. Il libro è scritto come una 
						sceneggiatura cinematografica e non ci sono nomi. Solo 
						alcune delle novità che potrete trovare, in tutte le 
						librerie, nelle 184 pagine edite da Absolutely Free 
						Editore, al prezzo di 14 euro.  Fonte: 
						 Forzaroma.info
						
						 
						© 6 maggio 2015  Fotografie: 
						Ilfaroonline.it 
						© Absolutely Free Editore  
						©  Icona: Itcleanpng.com © |  
					
					
						| 
						BUON VIAGGIO, ROBERTO 
						 
						
						
				
				
				
						
						
						
				 IL 
						RICORDO - Addio alla super penna perugina dello sport 
						nazionale e mondiale: Roberto Renga. Per vent'anni 
						cronista degli Azzurri. Massimo cordoglio da parte del 
						Gruppo Umbro dell’Ussi, dell’Ordine dei Giornalisti 
						dell’Umbria e dell’Associazione stampa Umbra. 
						Addio 
						alla grande firma perugina dei più importanti eventi 
						sportivi: dai mondiali di calcio, olimpiadi, coppa 
						America e per vent’anni la Nazionale italiana. E' 
						deceduto all'età di 76 anni, dopo una lunga malattia, il 
						perugino Roberto Renga, autentico fuoriclasse del 
						giornalismo sportivo locale e nazionale. Lascia due 
						figli, Lorenzo che è musicista e Francesco, segretario 
						dei nerazzurri del Latina Calcio in serie C, oltre alla 
						moglie Eleonora e alla sorella Gabriella. Massimo 
						cordoglio da parte del Gruppo Umbro dell’Ussi, 
						dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e 
						dell’Associazione stampa Umbra. "Con Roberto se ne va un 
						altro maestro del nostro giornalismo, chi ha lavorato 
						con lui lo ricorda magari inflessibile ma capace di 
						valorizzare un collega con un sorriso o una battuta e 
						senza mai salire in cattedra": hanno scritto le 
						associazioni dei giornalisti.  
						
						 LA SUA CARRIERA -
						Iniziò nei primi anni Settanta come 
						collaboratore alla Nazione con Bruno Brunori e fu capace 
						di mettersi in mostra già al primo servizio, una 
						memorabile intervista-fiume a Guido Mazzetti che non era 
						soddisfatto della campagna acquisti del Perugia. Divenne 
						subito collaboratore fisso de La Nazione tra Città di 
						Castello e Perugia e dopo tre anni passò al nascente 
						Paese Sera, dove era il numero tre della redazione con 
						Riccardo Minuti e Mario Pistellini. All’epoca si mise in 
						mostra come giornalista sportivo insieme a Lanfranco 
						Ponziani de Il Messaggero, che era di due anni più 
						giovane ma con lui aveva molto in comune, tra cui una 
						visione moderna e alta del mestiere di giornalista e 
						l’essere innamoratissimi della città di Perugia che a 
						quei tempi diveniva sempre più aperta e internazionale. 
						Vogliosi di esplorare il mondo, entrambi accolsero 
						proposte professionali fuori regione. Renga fu chiamato 
						a Roma da Ennio Palocci, capo dello Sport di Paese Sera, 
						dove si impose seguendo la Lazio e lavorando in 
						redazione. Vi rimase fino alla chiusura del giornale, 
						poi riaperto come cooperativa, dando l’anima e lanciando 
						anche tanti giovani tra cui Stefano Boldrini. Nell’84 
						cedette alla corte infinita di Gianni Melidoni e passò 
						al Messaggero, dove divenne la prima penna dello Sport 
						nazionale: ha seguito sette Mondiali (tra cui quello in 
						Sudafrica che gli ispirò il libro "Ho ballato con 
						Mandela", pubblicato da Absolutely Free), sette Europei, 
						due Coppe d’Africa, una Coppa America, le Olimpiadi in 
						Australia e per vent’anni la Nazionale italiana, campo 
						nel quale non temeva rivali. Fino alla fine dei Duemila 
						ha continuato a collaborare con il Messaggero aumentando 
						la sua presenza nelle radio, in particolare la 
						seguitissima Radio Radio di Roma, nel 2016 si ricorda 
						anche una fugace esperienza a titolo gratuito da capo 
						ufficio stampa del Perugia Calcio, tanta era la sua 
						passione per i colori biancorossi che in cinquant’anni 
						mai ha smesso di seguire.  Fonte: 
						 
						Perugiatoday.it
						
						 
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						Virgiliosport.it  
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