Heysel, la testimonianza di
Antonio Conti
Antonio Conti, papà di Giusy, 17enne
che perse la vita allo Stadio Heysel, ha rilasciato la
sua testimonianza a Repubblica: "Le ho lasciato la mano
perché́ non volevo trascinarla come me, quando mi hanno travolto.
Ho perso conoscenza e quando ho ripreso i sensi lei non c’era
più. Era sotto una coperta, l’ho riconosciuta dalle scarpette.
26 maggio 2015
Fonte: Tuttojuve.com
© Video:
"HEYSEL Vent'anni dopo" (Documentario di Francesco
Caremani)
Giuseppina Conti, il premio
Antonio: "Era lì per la pagella.
Non cambio idea: ho perso mia figlia
per l'avidità di qualcuno".
"È dura, sono contento che se ne parli
ancora, ma il dolore non se ne va. Non se ne andrà mai". La
voce di Antonio Conti, di Rigutino, frazione del comune di Arezzo,
perde forza ricordando il 29 maggio dell'85. Lui all'Heysel
c'era con la figlia, premio di una bella stagione scolastica,
ed è impossibile spiegare cosa significhi tornare a casa senza
la propria bambina, da quella che doveva essere una festa: "E'
contro natura". Le foto e la racchetta da tennis sono un memoriale.
Raccontano tutto, il dolore ma anche la rabbia. "Non si possono
mettere migliaia di persone dentro una curva di terra con i
gradoni di graniglia, dopo una fila di quattro ore passando
da una porta di novanta centimetri. Mia figlia è morta perché
qualcuno potesse incassare più soldi". Alla fine, per Antonio,
la famiglia è rimasta l'unico rifugio, l'unica ragione per andare
avanti ma questo è un vuoto che niente e nessuno può riempire:
"Mi hanno invitato ma non vado a Torino. Sabato c'è il torneo,
i ragazzi lo fanno tutti gli anni, ho scelto di stare con loro".
26 maggio 2010
Fonte: La Stampa
© Fotografie:
Saladellamemoriaheysel.it - La Gazzetta dello Sport
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