
Tragedia dell’Heysel: la
Juventus ricorda Rocco Acerra e Nino Cerullo
di Luciano Rapa
E' arrivata alle famiglie una
missiva a firma Andrea Agnelli nella quale la società torinese
esprime la propria vicinanza.
Tragedia dell’Heysel 30 anni dopo. Nel
più triste degli anniversari, quello inerente la finale di Coppa
Campioni tra Liverpool e Juventus nella quale persero la vita 39
persone, si moltiplicano le iniziative in ricordo delle
sfortunate vittime. Nell’ultimo match interno dei bianconeri
contro il Napoli in campionato, la curva della Juve ha esposto
una coreografia con tutti i nomi di coloro che hanno perso la
vita in quella tragica serata. A Francavilla, città natale di
Rocco Acerra e Nino Cerullo, due dei 39 morti, il ricordo ha
preso le sembianze di un torneo riservato alle squadre Juniores.
Oggi, infine, alle famiglie Acerra e Cerullo è arrivata una
missiva da parte della Juventus F.C. a firma Andrea Agnelli
nella quale la società torinese esprime la propria vicinanza in
questa tristissima ricorrenza.
29 maggio 2015
Fonte: Metronews24.it
Fonte Fotografia Francavilla:
Francavilla.italiaaffitti.it
L’Heysel 30 anni dopo: rabbia e
dolore
di Rocco Coletti
Francavilla ricorda Bruno
Acerra e Nino Cerullo (due dei 39 morti) con un torneo giovanile
e una messa in suffragio.
Erano
centinaia i tifosi abruzzesi di fede bianconera quel giorno allo
stadio Heysel di Bruxelles. Due di loro non hanno fatto ritorno
a casa: Rocco Acerra, 29 anni, e Nino Cerullo, 24 anni, entrambi
di Francavilla. Sono due dei 39 morti della tragedia del 29
maggio del 1985 nello stadio che ospitava la finale della Coppa
dei Campioni, tra la Juventus e il Liverpool. Sono passati 30
anni da quel maledetto pomeriggio inoltrato e in questi giorni
Acerra e Cerullo vengono commemorati con un torneo giovanile a
Francavilla. La loro memoria è viva, c’è una lapide di marmo
all’ingresso dello stadio che li ricorda. Domenica mattina, al
Valle Anzuca, ci sarà una messa in suffragio. Erano grandi
amici, a tal punto che, nonostante la fede calcistica diversa,
l’interista Nino Cerullo decise di accompagnare l’amico Rocco
Acerra a Bruxelles per la sfida tanto attesa dal popolo
juventino. Quella sera all’Heysel erano diversi i tifosi
bianconeri partiti da Francavilla e dintorni. Acerra e Cerullo
morirono nella calca del settore Z sotto la furia devastatrice
degli hooligans, i tifosi ubriachi del Liverpool che sfondarono
le reti di recinzione tra i vari settori. Nella notte a
Bruxelles gli amici appresero della morte di Rocco Acerra e Nino
Cerullo. In Italia la notizia giunse con i primi notiziari del
mattino seguente. Fu la prima grande tragedia legata al calcio
in Europa, superata, il 15 aprile 1989, dalla strage di
Hillsborough, in Inghilterra, in cui persero la vita 96 tifosi
del Liverpool. Sia a Bruxelles che a Sheffield ci furono chiare
e nette responsabilità dell’ordine pubblico. La furia dei tifosi
Reds fu devastante, ma così tanti morti si spiegano anche con
l'inadeguatezza dell'Heysel (nel frattempo abbattuto) e dei
servizi di sicurezza ed ordine pubblico. Un ricordo ancora oggi
terribile per i parenti delle vittime, per i sopravvissuti, per
chi aveva seguito le cariche degli hooligans, il caos e la
disperazione dei tifosi che cercavano scampo dagli altri settori
dell'Heysel o in tv. Una
"Coppa maledetta" che la Juve aveva inseguito per 30 anni,
sfuggita già due volte, nel '73 a Belgrado, dieci anni dopo ad
Atene. Un trofeo che oggi molti protagonisti dell'epoca non
sentono come un trofeo conquistato, ricordando che in
pratica
furono obbligati a giocare. Ma ci sono anche tifosi juventini
che, al contrario, la considerano un "premio" alla memoria delle
39 vittime, allineate nelle stanze dello stadio mentre sul campo
si consumava la partita più surreale nella storia del calcio
europeo, vinta dalla Juventus con un calcio di rigore segnato da
Platini. Una partita giocata con un intero spicchio dell'Heysel,
senza più tifosi, transennato davanti alle macerie ed alle cose
perse dai tifosi nella calca. "Non sapevamo cosa era davvero
successo, avevamo avuto notizie di un morto, forse due, ma non
potevamo immaginare una tragedia così grande", avrebbero detto
poi i giocatori bianconeri. Quella sera fu la voce di Bruno
Pizzul della Rai a dare le prime notizie. Un po’ alla volta,
anche attraverso la televisione, l’Italia prese coscienza della
strage. Che, però, dopo 30 anni sembra aver insegnato poco o
nulla a chi provoca ancora oggi incidenti negli stadi di calcio.
28 maggio 2015
Fonte: Il Centro - Pescara

"Terrore e sangue in curva Z"
Parla l'amico di Rocco Acerra e
Nino Cerullo
di Giuseppina Gherardi
FRANCAVILLA - Nessuna commemorazione
pubblica per il 25° anniversario della scomparsa di Rocco
Acerra, 29 anni, e Nino Cerullo, 24, ma per gli amici dei due
giovani francavillesi che il 29 maggio del 1985 morirono in
quella maledetta curva Z, allo stadio Heysel, il ricordo della
tragedia è ancora vivo. "Avevamo pensato di organizzare qualcosa
ma alla fine non ce la siamo sentita", spiega Mario Di Quinzio,
che quel giorno si trovava sugli spalti dell'Heysel con Acerra e
Cerullo
per vedere la finale di Coppa dei campioni Juventus-Liverpool
(1-0, rigore di Platini, per la cronaca sportiva). "Io e Rocco
eravamo tifosi della Juve", ricorda Di Quinzio, "ma Nino era
interista, venne a Bruxelles per stare con noi. Acquistammo i
biglietti da alcuni connazionali emigranti. Erano per la curva
Z, dove non c'erano i club ma soltanto persone tranquille, padri
di famiglia, gente arrivata dai posti più diversi; la tifoseria
juventina era dalla parte opposta. Ci eravamo accorti che c'era
molta tensione. Ma pensavamo che, al massimo, ci sarebbe
scappata una scazzottata".
Invece fu l'inferno. "Stavamo mangiando un gelato che
Nino ci aveva offerto, quando la tifoseria inglese sfondò le
reti divisorie. Tutti scappavano. Fu una scena terribile. Non
vidi più Rocco e Nino. Mi ritrovai vicino a un varco dove
avevamo posizionato uno striscione. Saltai giù e mi salvai". I
sopravvissuti della curva Z dovettero aspettare la fine della
partita prima di potersi mettere alla ricerca degli amici
dispersi. "Dopo averli cercati tutta la notte, alle 4 e mezza
all'ospedale militare di Bruxelles, scoprimmo che Rocco e Nino
erano morti", ricorda Di Quinzio. A Francavilla, in molti
restarono in ansia tutta la notte. "Alle 6 del mattino, il
notiziario trasmise l'elenco delle vittime in ordine alfabetico
e il primo nome fu quello di Rocco Acerra", ricorda Roberto
Angelucci, poche settimane prima eletto sindaco. "Avrei dovuto
partire anch'io ma all'ultimo rinunciai perché ero appena
tornato da un viaggio a Medjugorje. Ero molto stanco, non me la
sentii di affrontare un altro lungo viaggio". Forse fu sua
salvezza.
29 maggio 2010
Fonte: Il Centro - Pescara
Due abruzzesi tra i 39 morti e
i 600 feriti di una delle più gravi tragedie della storia del
calcio mondiale
Heysel, la Coppa della tragedia
di Walter Nerone
Oggi il 25esimo anniversario
della strage di tifosi nello stadio belga
E' nella bacheca della Juventus la
coppa insanguinata, il trofeo che nessuno avrebbe voluto
vincere, alzato al cielo da Platini nella surreale cornice di
uno stadio trasformato in immenso obitorio. Chi quel giorno, 25
anni fa, riuscì a sorridere ancora oggi se ne vergogna. Una
coppa intrisa del sangue di 39 vittime (32 italiane, 4 belghe, 2
francesi e una irlandese) e ben 370 feriti, senza contare quelli
che, perché colpevoli o solo terrorizzati, sono fuggiti a farsi
medicare a molti chilometri di distanza (circa 600). Vittime in
larghissima parte giovanissime, arrivate nell'angusto,
pericolante stadio belga per sostenere il sogno juventino della
prima coppa dei Campioni. Vite spezzate dalla furia cieca di
qualche migliaio di fan del Liverpool, la cui pericolosità era
stata sperimentata l'anno prima a Roma e nella circostanza
rinforzati da frange di supporter del Chelsea dal nome
emblematico: "Headhunter" (cacciatori di teste). Tutto avvenne
a pochi minuti dall'inizio della gara. Mentre Platini, Boniek e
compagni si preparavano a scendere in campo, la fragile e marcia
rete che separava il settore Z, inopinatamente assegnato a
tifosi juventini arrivati a Bruxelles con agenzie di viaggio
autonome rispetto al grosso dei fan bianconeri, dal resto della
curva assegnata agli inglesi cedeva sotto la spinta delle
ripetute cariche dei tifosi reds. I tifosi italiani vengono
spinti contro la parete esterna della curva che all'improvviso
cede facendo precipitare decine e decine di persone. Lo stadio è
nel caos totale, per minuti nessuno si rende conto della portata
della tragedia che si sta consumando. La polizia è in
confusione, i dirigenti Uefa impongono la disputa della gara.
Bruno Pizzul la racconta agli italiani senza rivelare la
tragedia, ignorando che il Tg1 mostra le immagini che la diretta
sportiva nasconde, gettando nella disperazione centinaia di
famiglie in ogni angolo d'Italia. Anche per questo quella
dell'Heysel, non la più grave purtroppo nella storia del calcio
mondiale, è senza dubbio quella che ancora oggi suscita più
imbarazzi, rimpianti e polemiche. Assurda nella dinamica prima
che nella dimensione, nella sua prevedibilità e per le evidenti,
incancellabili responsabilità giuridiche e morali; assurda per
come è stata gestita dalle forze dell'ordine e dai dirigenti
Uefa e dalle due squadre, Juventus e Liverpool, incapaci perfino
di concordare un pro forma rispettoso del sangue di tanti
innocenti.
29 maggio 2010
Fonte: Il Centro - Pescara
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Lettera al Comune di Bruxelles
per la Correzione sulla Lapide  |
Francavilla ricorda Acerra e
Cerullo
FRANCAVILLA. Venti anni dopo sono
rimasti l'eco della tragedia e il ricordo di due vite spezzate.
Anche Francavilla celebrerà l'anniversario della strage
dell'Heysel. Lo farà domani, con messe in tutte le chiese, e
giovedì, con una messa a suffragio e un triangolare a Valle
Anzuca: 39 morti per una partita di calcio, la finale di Coppa
Campioni tra la Juventus e il Liverpool. Anche l'Abruzzo
piangerà i suoi morti. Francavilla ricorderà le figure di Rocco
Acerra, 29 anni, e Nino Cerullo, 24 anni, tifosi juventini
scomparsi nel settore Z del vetusto stadio di Bruxelles.
Facevano
parte di una comitiva partita da Chieti due giorni prima
dell'evento tanto atteso e poi trasformatosi in una strage.
Acerra era sposato, Cerullo era in procinto di farlo. Sarebbero
diventati cognati di lì a pochi mesi. Li ricordano ancora oggi
come "amici per la pelle". Accomunati anche dal destino
consumatosi poco dopo le ore 19 nello stadio in cui si sarebbe
poi giocata la finale di Coppa dei Campioni. "Fu un errore
festeggiare quella vittoria", hanno detto a distanza di venti
anni i vari Tardelli e Rossi. Appassionati di calcio e della
Juventus, i due francavillesi hanno avuto la peggio nel
finimondo scatenatosi prima del fischio d'inizio quando i tifosi
inglesi ubriachi premevano e il settore Z dell'impianto crollò.
Scene terribili, corpi straziati per terra. Anche quelli di
Rocco Acerra e Nino Cerullo. Erano diverse centinaia gli
sportivi bianconeri abruzzesi presenti quella sera all'Heysel.
Erano giunti in Belgio con ogni mezzo e da ogni angolo della
regione. Diversi i feriti tra di loro, i più gravi Angelo
Filippono, allora 37enne
commerciante,
e Luigi Cicioni, allora 69enne pensionato, entrambi di Mosciano.
"In pochi secondi è scoppiato il caos, Rocco e Nino erano con
me", ha raccontato nelle scorse settimane Antonio Rapino, di
Francavilla, uno dei superstiti. "Di colpo, li ho persi di vista
e la tragedia si è consumata. Un massacro, mi vengono i
brividi
solo a ripensarci". Rocco Acerra, impiegato all'ufficio postale,
e Nino Cerullo, commerciante, salutando le rispettive donne
avevano promesso: "Vi saluteremo attraverso le telecamere della
televisione". La notte tra il 29 e il 30 maggio la notizia è
arrivata a Francavilla e alle famiglie. Al cimitero il
riconoscimento delle salme, circa 10.000 persone ai funerali.
Una cittadina in lutto, che ricorderà i suoi due figli sia
domani, quando tutti i parroci della città scandiranno i nomi
dei ragazzi durante le funzioni religiose, sia giovedì 2 giugno,
con una messa a suffragio al mattino nella chiesa di San Franco,
poi con la deposizione di una corona sulla lapide ("A Rocco
Acerra e Nino Cerullo giovani vittime dello stadio Heysel di
Bruxelles, 29 maggio 1985. Francavilla sportiva perennemente
ricorda", si legge) allo stadio e infine con il triangolare al
quale prenderanno parte la Nino Cerullo, il Pro Francavilla e il
Real Francavilla.
28 maggio 2005
Fonte: Il Centro - Pescara
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