"Per non dimenticare Heysel"
Storia del Monumento e del Comitato di
Reggio Emilia
Il monumento alle vittime della
violenza negli stadi fu realizzato ispirandosi ai piletti dello
stadio Heysel. L'ideatore dell’opera, l’artista fiammingo Gido
Vanlessen, fu autore delle steli, invece l’ingegner Tolmino
Menozzi e il designer Ivan Fontanesi del verde pubblico del
Comune di Reggio Emilia ne hanno curato l'inserimento in loco.
Alla fine degli anni '80, Francesco
Gelati di Reggio Emilia, abitava a Verona, una delle sedi di
girone del Campionato mondiale di calcio" ITALIA '90. Verona
ospitava la squadra del Belgio e le iniziative culturali erano
molte: mostre, concerti, etc.
Pippo Avola, operatore culturale e amico di Gelati,
invitò lo scultore Gido Vanlessen ad esporre la sua particolare
scultura "Per non dimenticare Heysel" e, finito il mondiale, si
apprestò a rispedire l'opera in Belgio e ad affrontare le
conseguenti, notevoli, difficoltà burocratiche. Gelati,
ricordandosi dell'amico Claudio Zavaroni, reggiano fra le
vittime dell'Heysel, ottenne da Pippo Avola l'opera in prestito
per la città di Reggio Emilia, in attesa di restituirla
all'autore. Il primo evento utile per mostrare l'opera, era la
festa dell'Unità di Reggio Emilia. La Direzione accettò di buon
grado e ospitò l'opera di Vanlessen collocandola vicino
all'ingresso principale. La commozione fu subito grande fra i
tanti visitatori. Ed aumentò quando una mano anonima fece dono
di un mazzo di fiori alla scultura: da quel momento scattò il
desiderio di far rimanere a Reggio Emilia l'opera, ma come ?
Dato che il Comune non poteva acquistarla, era necessario
trovare qualcuno che la comprasse e poi la donasse alla città.
Gelati mise in contatto Avola con la Reggiana Calcio dell'allora
Presidente Ermete Fiaccadori, il quale, con altri dirigenti del
movimento cooperativo, attraverso l'interessamento della Lega
Cooperative di Reggio Emilia e con l'impegno dell'allora Sindaco
Fantuzzi, la Reggiana calcio e altri, riuscì a creare un team di
cooperative per l'acquisto e la messa a dimora della scultura.
Il progetto, il cantiere, l'inaugurazione con l'iniziativa
calcistica, la mostra personale di Gido Vanlessen agli Stalloni,
ed altro, attivò diversi protagonisti: il designer Ivan
Fontanesi, del Comune di Reggio Emilia, e l'ingegner Tolmino
Menozzi per la progettazione e il coordinamento, Adriano
Catellani per l'inaugurazione, evento preparato in modo
straordinario: con partita di calcio nello stadio prospiciente
al monumento, presenza dell'associazione familiari delle
vittime, Club Juventus, mostra, etc. Da quel giorno la scultura
di Gido Vanlessen diventa l'unico monumento, in Italia contro la
violenza negli stadi, meta di fiaccolate, visitato da
delegazioni di città gemelle e da atleti giunti a Reggio Emilia
per gareggiare.
Il Comitato "Per Non dimenticare
Heysel" che non ha scopi di lucro, si è costituito
spontaneamente nell’anno 2007 con l'intento di evitare il
degrado e preservare l'unico Monumento in Italia alla memoria
dei 39 Angeli che persero la vita nella tragedia del 29 Maggio
1985. Questo Monumento formato da 39 steli di cemento e ferro è
stato posizionato a Reggio Emilia nel 1991 e dopo 16 anni era in
condizioni disperate a causa dell'incuria e delle condizioni
atmosferiche che ogni anno minavano la sua struttura. Nel 2008
il monumento è stato ottimamente ristrutturato. Il Comitato "Per
Non Dimenticare Heysel" ha ragione di esistere perché c'è il
Monumento, motivo principale della sua nascita. In principio il
Comitato era formato da una decina di amici di diverse
estrazioni calcistiche, uniti per il medesimo scopo e tanto
entusiasmo. La nostra prima commemorazione l'abbiamo celebrata
solennemente il 1° Novembre 2008 e da allora ogni anno in
prossimità del 29 Maggio il Comitato organizza l'evento per
ricordare le vittime dello Stadio Heysel. La partecipazione
della gente alle nostre commemorazioni che arriva da ogni angolo
dell'Italia è sempre maggiore e la stessa Società Juventus, sin
dall'inizio, non ha mai fatto mancare la sua presenza con un
bouquet di fiori, il saluto del Presidente e la partecipazione
di suoi rappresentanti. Purtroppo dopo 8 anni i componenti
attivi del Comitato sono sempre di meno, ma ci sarà chi darà
tutto se stesso Per non Dimenticare mai i 39 Angeli e fare
vivere il Monumento che li ricorda e rappresenta.
Iuliana Bodnari e Rossano Garlassi
(Direttivo Comitato "Per Non Dimenticare Heysel" Reggio Emilia)
Fonte: Comitato Heysel (Testo ©
Fotografie)
"Mostro la violenza nascondendola"
Amo il calcio, ma non il kitch dei
mondiali, intesi come suggerimento d'arte" dichiara, con
legittima convinzione, Pippo Avola. E aggiunge: "C'è in giro,
sull'argomento, un conformismo intollerabile. Così, quando Gido
Vanlessen, uno scultore fiammingo, gli ha proposto un grande
angoscioso pianto in calcestruzzo che, per lui, l'artista, era
un ricordo della tragedia di Liverpool, cui aveva assistito e da
cui era stato profondamente scosso, Pippo Avola, che da sempre
nella sua galleria in via Cantore, espone quasi esclusivamente
opere grafiche, ha detto sì. Così, fino al 31 luglio, nella sala
di "Linea 70" trentanove piloni in calcestruzzo, come quelli
abbattuti quella volta dalla folla, con degli inserti
lucidamente cromatici a simboleggiare le varie bandiere,
ricordano, nell'insieme, un tragico cimitero da campo, una
visione che, non sappiamo bene perché, ci riporta alla memoria
certe immagini del "Tunnel" di Kirosawa. Anche questo è un modo,
in fondo, per restare in argomento con i Mondiali, ma, a
differenza d'altri, questo è soprattutto un modo per fare
dell'arte, poiché, indubbiamente, la suggestione che si prova,
guardando è suggestione artistica. Eravamo abituati, entrando in
galleria, ad ammirare le pur belle opere grafiche di Turcato, di
Pettini, di Carini, di D'Orazio, di Giò Pomodoro: questo andare
controcorrente, anche rispetto alla linea consueta, ci è
piaciuto. Torneremo fra breve a rivedere quei maestri della
grafica - sono già in preparazione le nuove "cartelle" dl
D’Orazio - ma questa pausa di riflessione in un drammatico
cimitero-memento, di piloni e di ferri tronchi, ci ha
suggestionato profondamente. "Mostro la violenza assecondandola"
(NdR: probabile refuso di stampa nel titolo ?), dichiara
l'artista, patito dello sport ed esistenzialmente angosciato
dalla paura della violenza. La violenza reale, che seduce di non
violenza l'immagine d'arte, come in una lucida catarsi.
? giugno 1990
Fonte: L’Arena
Uomini e donne, amici e compagni di
scuola, padri, figli e fratelli, sposi e fidanzati, in gruppo o
solitari. Trentanove persone partite per Bruxelles il 29 maggio
1985, finale di Coppa dei Campioni, Juventus-Liverpool. 39
persone mai più tornate a casa, uccise dalla barbarie animalesca
degli hooligans, dal crollo di un muro in un impianto vecchio e
fatiscente, dall'irresponsabile comportamento della polizia
belga, dall'inadeguatezza delle strutture e dei mezzi di
soccorso. L'orologio del calcio si ferma qui. Quel maledetto
mercoledì finì per sempre l'inconsapevolezza e l'innocenza di
chi pensava che questo sport fosse soltanto un gioco, il pallone
una cosa da prendere a calci e da buttare in fondo alla rete, il
modo migliore e più intenso di divertirsi e gioire sugli spalti.
Non pensavo certo che di calcio si potesse morire. E' difficile
dire con esattezza cosa accadde quella sera. Dei molti amici
presenti a Bruxelles ognuno porta la sua versione dei fatti. La
voce mesta di Bruno Pizzul che tentava di informare su quanto
grave fosse la situazione, le indiscrezioni su un ipotetico
rinvio o annullamento della gara. I giocatori delle due squadre
che escono dagli spogliatoi per cercare di capirne di più.
Gaetano Scirea, triste e provato, che invita i tifosi alla calma
dai microfoni dello stadio. Poi la partita, il rigore, la
vittoria, il sommesso giro di campo con la coppa; ma a che
prezzo. Ciò che accadde a Bruxelles non doveva accadere, punto e
basta. Quello che sarebbe dovuto essere il giusto premio per la
squadra, i giocatori, la società, i tifosi soprattutto, si è
trasformato in una pagina tristissima. In tutti noi resterà un
incancellabile dolore e una piccola vittoria, dedicata alle
trentanove anime volate in cielo.
Fonte: Comitato Heysel (Testo ©
Fotografia © Video)
PER NON DIMENTICARE I 39 CADUTI
Lezioni di memoria sulla tragedia allo
stadio Heysel
Gli studenti della quinta D
dell’istituto Scaruffi a "lezione di memoria".
di Giuseppe Galli
Nel 2007, quando venne restaurato il
monumento che si trovava ormai in stato di abbandono, Iuliana
Bodnari e Rossano Garlassi, rispettivamente presidente e
promotore del comitato "Per non dimenticare Heysel", speravano,
un giorno, di vedere le giovani generazioni recarsi nel parco di
via Matteotti, di fronte alla tribuna dello stadio Mirabello,
per capire cosa fossero quelle 39 stele sistemate l'una accanto
all'altra e a chi fossero dedicate. Loro, l'impegno di
tramandare la memoria della tragedia avvenuta il 29 maggio 1985
allo stadio Heysel di Bruxelles - quando prima della finale di
Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool persero la vita 39
tifosi (tra i quali il fotografo reggiano di 28 anni, Claudio
Zavaroni) uccisi dalla follia degli hooligans inglesi - ce
l'hanno messo tutto, senza mai fermarsi un solo attimo. E poco tempo fa, proprio grazie al
loro impegno costante e quotidiano, sono stati premiati, o
meglio hanno ricevuto una visita che ha dato nuovo impulso al
loro impegno, ispirando l'Iniziativa "Lezioni di memoria",
dedicata ai giovani d'oggi, alla generazione dei cosiddetti "millennians",
nati più di quindici anni dopo quel tragico fatto. Erano nei
pressi del monumento, luliana e Rossano quando, nei giorni in
cui stava iniziando il nuovo anno scolastico, si è avvicinata
una persona che voleva avere informazioni, sia sul monumento,
sia su ciò che accadde 36 anni fa. In vista dell'arrivo della
stagione invernale la presidente del comitato e il suo braccio
destro stavano sistemando l'area attorno al monumento,
occupandosi dell'erba seminata a primavera, sistemando la
bacheca e i sassi: insomma, la loro opera di volontariato,
dedicata al ricordo delle vittime dell’Heysel continua senza
sosta. "Quella persona si è avvicinata -
ricorda Iuliana Bodnari - e ha detto che voleva sapere qualcosa
di più sulla tragedia: un po’ era informato, avendo visionato su
Youtube un video abbastanza esplicito, e si è subito instaurato
un rapporto piacevolissimo, con scambi di domande e risposte. Si
chiama Fabio Pigmei, è un insegnante dell’Istituto Scaruffi,
dove ha studiato anche Rossano. Fabio si è mostrato molto
attento al racconto di questa terribile tragedia che ha causato
la morte di 39 persone per una partita di calcio". Parlando con
i referenti del comitato, l’insegnante ha espresso il desiderio
di portare davanti al monumento le sue classi, per spiegare loro
la storia di quella tragica notte, quella del monumento
(sconosciuta ai più) e l’attività dello stesso comitato "Per non
dimenticare Heysel" che ogni anno organizza partecipate
cerimonie in ricordo dei caduti.
"Detto, fatto - prosegue Iuliana
Bodnari. Fabio sta accompagnando al monumento le sue classi e
abbiamo intitolato questo incontro "Lezioni di memoria". È la
prima volta in assoluto da quando, nella primavera del 2007, è
stato restaurato il monumento che gli studenti visitano e
apprendono storie di vita dl chi non c'è più e che non si
trovano su Wikipedia di sicuro. Il nostro sogno si è avverato:
vedere ragazzi e ragazze che non erano neppure nati nel 1985,
quando è successa quella tragedia, prestare attenzione e
rimanere attoniti di fronte al fatto che tutto ciò sia potuto
accadere. Vedere i loro volti, i loro occhi attenti e persino la
commozione non ha prezzo. Queste lezioni - aggiunge Iuliana -
proseguiranno davanti al monumento dove ci si può veramente
rendere conto e assorbire tutto il dolore che ogni stele fa
arrivare nelle nostre anime. Noi, da parte nostra, ci
impegneremo sempre al massimo per far conoscere questa tragedia,
la storia di ognuna delle 39 vittime, la nostra cura per questo
monumento unico nel suo genere, per renderlo visibile in tutti i
modi: perché nessuna persona è morta finché vive nel ricordo di
chi resta". Nel 1991 Reggio fu la prima città italiana a
dedicare un'opera d'arte alle vittime dell'Heysel: fu realizzata
dallo scultore fiammingo Gído Vanlessen e venne chiamata "Per
non dimenticare Heysel". Con lo stesso obiettivo, quattordici
anni fa, a Reggio è nato il Comitato Heysel. Il 28enne reggiano
Claudio Zavaroni era un ragazzo allegro, sportivo, che provò in
tutti i modi a salvare altre persone quando fu travolto dalla
carica micidiale degli hooligans, ma venne travolto e ucciso a
sua volta.
7 ottobre 2021
Fonte: Gazzetta di Reggio
© Fotografia: Comitato Heysel
Opera d’arte che dal 1991 ricorda le
vittime tra cui Claudio Zavaroni
REGGIO EMILIA - Nel 1991 Reggio fu la
prima città italiana a dedicare un’opera d’arte alle vittime
dell’Heysel (NdR: non è
proprio esatto, la prima opera fu realizzata
dallo scultore Spiniello nello stadio Partenio di Avellino). In
quel tragico giorno, prima dell’inizio della finale di Coppa dei
Campioni tra la Juventus e il Liverpool, a perdere la vita fu
anche il 28enne reggiano Claudio Zavaroni. L’opera che la città
volle dedicare alla sua memoria, e a quella degli altri 38 che
morirono sui gradoni dello stadio belga, fu realizzata dallo
scultore fiammingo Gido Vanlessen e venne chiamata "Per non
dimenticare Heysel". Con lo stesso obiettivo, quattordici anni
fa, a Reggio è nato il Comitato Heysel. Claudio Zavaroni era un
ragazzo allegro, sportivo, che provò in tutti i modi a salvare
altre persone quando fu travolto dalla carica micidiale degli
hooligans. Era andato a vedere una partita di calcio, la sua
inseparabile macchinetta fotografica per cogliere quell’attimo
fuggente di spensieratezza insieme ai suoi amici. Zavaroni aveva
seguito la Juventus in Belgio con il viaggio organizzato dal
club cittadino Roberto Bettega: dentro l’Heysel, in
corrispondenza del settore Z, era stato travolto dalla follia
omicida dei tifosi britannici. Un assalto di una violenza
incredibile, durante il quale molti italiani morirono soffocati
o schiacciati contro le transenne all’interno del vecchio e
inadeguato stadio. Negli anni il monumento per le vittime
dell’Heysel, realizzato grazie al contributo di Tolmino Menozzi,
del designer Ivan Fontanesi, di Massimo Tirabassi, dell’allora
presidente della Reggiana Calcio Ermete Fiaccadori e dell’allora
assessore allo sport Roberto Pierfederici e installato in via
Matteotti, davanti allo stadio Mirabello, è stato dimenticato,
abbandonato e in alcune occasioni anche vandalizzato. "Ci
impegneremo sempre di più per proteggere e curare questo
monumento - assicura Iuliana Bodnari, presidente del Comitato
Heysel - una simulazione dei parapetti esistenti allora
all’Heysel". M.M.
29 maggio 2020
Fonte: Gazzettadireggio.it
© Fotografia: Comitato Heysel
"Ho rivissuto l’incubo dell’Heysel"
Bodnari, presidente del comitato in
ricordo della tragedia: "Ripiombata nell’85".
REGGIO EMILIA - Un brivido lungo la
schiena. Gelido, terribile. La mente che torna indietro di 32
anni, il flashback che mai nessuno avrebbe voluto rivivere.
Iuliana Bodnari, presidente e fondatrice del "Comitato per non
dimenticare Heysel Reggio Emilia", non era in piazza San Carlo a
Torino, ma è come se fosse stata lì, dove tante persone
conosciute in questi anni e accomunate a lei dalla fede
bianconera hanno vissuto un autentico incubo: "È stato tremendo,
un inferno che mi ha fatto ripiombare nel 1985", racconta. "In
piazza c’erano tantissimi amici di Torino e i loro racconti sono
ancora più agghiaccianti delle immagini che tutti, purtroppo,
abbiamo visto. Millecinquecento persone ferite è un numero
allucinante: si è sfiorata la tragedia, un nuovo Heysel e ora
non possiamo fare altro che pregare per chi è ricoverato in
condizioni più gravi, affinché possano riprendersi la vita,
quella che una vicenda assurda ha rischiato di strappargli".
Iuliana non si dà pace: "Abbiamo appena commemorato le vittime
dell’Heysel, tra le quali anche il reggiano Claudio Zavaroni.
Non avrei mai immaginato, dopo 32 anni, di assistere di nuovo a
qualcosa di simile. Vedere per terra scarpe, vestiti mi ha fatto
piangere il cuore, sembrava tutto identico a quel maledetto 29
maggio del 1985. La gente che scappa e si calpesta, che resta a
terra sanguinante, il caos assoluto: ho rivissuto come tanti una
tragedia. Doveva essere una giornata di gioia e condivisione,
perché lo sport è festa, ma nel clima generale di terrore che il
mondo sta vivendo basta un attimo per scatenare l’inferno".
Nelle parole di Iuliana, che assieme al marito Rossano Garlassi
ha speso anni per tenere vivo il ricordo delle vittime
dell’Heysel creando a Reggio l’unico monumento a loro dedicato,
c’è anche tanta rabbia: "Mi è stato detto che la piazza era
piena di venditori ambulanti con bottiglie di vetro, che l’alcol
girava liberamente. Com’è stato possibile ? La gente, prima di
tutto le istituzioni, si rende conto che in luoghi affollati
basta la scintilla più banale per provocare un disastro ?
Diciamo che non abbiamo paura, andiamo in piazza anziché
chiuderci in casa, ma in realtà la paura è dentro di noi: alle
parole "attentato" o "bomba" si scatena il panico. Sappiamo
tutti cosa stava accadendo in contemporanea a Londra,
immaginatevi quello che avrà potuto pensare chi era a Torino".
(m.c.)
5 giugno 2017
Fonte: Gazzettadireggio.it
© Fotografie: Gazzetta di Reggio -
Comitato Heysel
39 Angeli volati in cielo
Cari amici, con molta emozione e tanto
orgoglio ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto fin dall'
inizio dei lavori nel settembre 2013 il progetto di copertura
per il Monumento alla Memoria dei 39 Angeli che è stato portato
a termine con successo. Quest'anno per il 30° Anniversario della
tragedia, avete partecipato numerosi da ogni parte d' Italia
consentendo il raggiungimento di questo traguardo molto
importante. Siccome il monumento ha bisogno di cure continue per
mantenerlo decoroso contiamo sempre sul vostro sostegno anche in
futuro essendo noi un Comitato
senza scopo di lucro. Le nostre tessere dell' Amicizia
sono a vostra disposizione come le T-shirt e le Polo del
Comitato Heysel. Ringraziamo tutti i Club Juventus Doc e non,
ogni singolo amico, gruppi, amici di altre fedi calcistiche
e chi continuerà a sostenerci nel tempo per il Nostro
Monumento e Vostro Monumento.
Iuliana Bodnari e Rossano Garlassi
(Direttivo Comitato Heysel)
16 settembre 2015
Fonte: Comitato Heysel (Testo ©
Fotografia)
Il monumento per le vittime
dell'Heysel ha finalmente la sua copertura
Come riporta stamane Tuttosport, in
tempo per la brutta stagione, è stata ultimata la tettoia
protettiva per il monumento per le vittime della strage
dell’Heysel (quando persero la vita 39 tifosi in occasione della
finale di Coppa Campioni del 1985). Il comitato "Per non
dimenticare l’Heysel" di Reggio Emilia aveva dato il via ai
lavori il 18 settembre e in questi giorni l’opera è stata
completata. La copertura è stata realizzata grazie ai fondi
raccolti, che non hanno ancora coperto tutta la spesa. Chi
volesse dare una mano può trovare tutte le informazioni per
contribuire sul sito Internet del comitato. (www.saladellamemoriaheysel.it).
Il Comitato "Per non dimenticare l’Heysel" ha voluto ringraziare
coloro che hanno contribuito, ricordando che la raccolta fondi
continua: "Questa è la nuova immagine del Monumento Heysel e ci
teniamo molto a ringraziare sinceramente tutti voi, ricordandovi
che la raccolta fondi continua. Ringraziamo gentilmente anche
tutti i club che con la cena sociale di fine anno aderiscono a
questa iniziativa. Grazie a tutti voi per la vostra generosità.
39 Angeli sempre con noi".
15 novembre 2013
Fonte: Tuttojuve.com
Il "Nucleo 1985" raccoglie fondi per
il comitato "Per Non Dimenticare Heysel"
di Roberto Tortora
Con l'acquisto dei prodotti ufficiali
dei supporters bianconeri verrà aiutato il comitato a recuperare
la somma anticipata per la costruzione della copertura del
monumento dedicato alle vittime dell'Heysel.
Lodevole iniziativa dei tifosi
bianconeri del gruppo organizzato "Nucleo 1985", intitolato così
in memoria delle vittime dell’Heysel. Quelle 39 persone che
persero la vita nella notte della finale di Coppa Campioni tra
Juventus e Liverpool, il 29 maggio 1985. A Reggio Emilia, di
fronte allo stadio Mirabello (lato tribuna Zavaroni), esiste un
monumento dedicato alle vittime del crollo fatale del settore Z
dello stadio di Bruxelles. Questa scultura, a causa delle
intemperie, rischia di rovinarsi ed è, perciò, stata autorizzata
dal comune la realizzazione di una copertura che la salvaguardi.
Il progetto, concepito dallo scultore fiammingo Gido Vanlessen,
ha un costo di circa 10.000 euro ed è stato interamente
finanziato dal comitato "Per Non Dimenticare Heysel", che ha
anticipato tale somma di denaro. In questi giorni sono stati
ultimati i lavori e, per recuperare la somma spesa, il comitato
si sta rivolgendo a cittadini, sportivi, tifosi e club. Il
Nucleo 1985 ha, perciò, deciso di appoggiare il comitato nel
reperire i fondi, mettendo in vendita i propri prodotti. Il
ricavato dell’acquisto della sciarpa, del cappellino e della
patch ufficiale del Nucleo verrà, infatti, interamente destinato
alla causa. "Per Non Dimenticare Heysel" sta organizzando anche
un torneo di calcio, da tenersi ovviamente al Mirabello, con il
patrocinio del comune di Reggio Emilia e l’appoggio della
Reggiana Calcio, oltre a diversi gruppi sportivi e di ultras
della zona. Il tutto alla presenza di alcuni tra i familiari
delle vittime di quella tragedia, lontana solo nel tempo, ma non
nel cuore e nella mente delle persone coinvolte e dei tifosi
bianconeri. Il torneo avrebbe dovuto disputarsi già a luglio, in
occasione del Trofeo Tim, ma per motivi organizzativi è slittato
e si cercherà di fissarlo a dicembre. Contribuite acquistando i
prodotti ufficiali dei supporters bianconeri
su www.nucleo1985.it
28 ottobre 2013
Fonte: Tuttojuve.com
Opera: l'intervento costerà 15mila
euro coperti da una raccolta fondi
Al via i lavori per mettere al riparo
il monumento dell'Heysel
di Alessandra Codeluppi
Una copertura per proteggere il
monumento alla tragedia dell'Heysel, che Reggio ospita davanti
allo stadio Mirabello, unica città in Italia ad aver dedicato un
cippo in memoria della tragedia avvenuta il 29 maggio 1985. Quel
giorno lo stadio di Bruxelles crollò causando la morte di
trentanove tifosi - di cui trentadue italiani - mentre altre
seicento rimasero ferite. Tra le vittime del disastro avvenuto
poco prima della partita di Coppa dei Campioni tra Juventus e
Liverpool c'era anche un reggiano, il 28enne Claudio Zavaroni,
stimato fotografo: morì da eroe, mentre cercava di soccorrere
gli altri e di contenere l'assalto della tifoseria inglese.
Sono partiti ieri i lavori in via Matteotti: l'area davanti ai
cippi è stata recintata e sono stati appesi i cartelli con le
indicazioni di avvio del cantiere. A vegliare sul ricordo delle
vittime saranno due porte da calcio, che sosterranno una tettoia
in un materiale simile al plexiglass: in questo modo il
monumento, in cemento con tubi di ferro, sarà protetto dalle
intemperie. Il progetto, firmato dall'architetto Nadia Guidetti,
costerà circa quindicimila euro: per raccoglierli il comitato
Heysel di Reggio ha avviato una raccolta fondi (aprendo un conto
Poste pay intestato a Iuliana Bodnari, numero ... (Omissis Dati
Carta Postepay) , causale copertura monumento Heysel). L'opera
venne ristrutturata sette anni fa con un contributo del Comune
di cinquemila euro. Il monumento è opera dello scultore belga
Gido Vanlessen e venne esposto per la prima volta alla festa
dell'Unità di Reggio. Piacque molto, e così nacque l'idea di far
rimanere in città l'opera, che venne poi acquistata da un team
di cooperative su proposta della Reggiana calcio, allora guidata
dal presidente Ermes Fiaccadori. La richiesta del permesso per
il cantiere porta la data del marzo 2012, mentre il via libera è
arrivato in luglio. Il comitato Heysel di Reggio ha anche
attivato un gruppo Facebook sul quale pubblicherà foto e
informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori.
19 ottobre 2013
Fonte: Il Resto del Carlino (Reggio)
© Video: Comitato Heysel
Contributo volontario per la
realizzazione della copertura
al monumento "Per Non Dimenticare
Heysel" di Reggio Emilia
di Alessandro Magno
Non è nostro solito chiedere soldi
agli amici tifosi e lettori, non lo abbiamo mai fatto. Tuttavia
c’è sempre una prima volta specie quanto la causa è così nobile.
A Reggio Emilia forse non tutti lo sanno, si trova il monumento
dedicato alle vittime della tragedia Heysel. E’ lunga tutta la
storia da raccontare ma qualcosa vi posso accennare. Questo
monumento una volta inaugurato nel 1991 è stato letteralmente
abbandonato nella più totale incuria. Col tempo si è rovinato,
sgretolato. Le piante intorno al monumento non sono mai state
potate, sono cresciute a dismisura diventando un groviglio di
erbacce, una giungla. E’ così che due normalissimi tifosi
juventini Rossano e Giulia per puro spirito di compassione per
quegli angeli abbandonati e dimenticati hanno deciso di
prendersene cura. Mai come in questo caso si può usare il
termine "prendersene cura" perché questi due miei carissimi
amici, e sottolineo normalissime persone in quanto non ultras né
tanto meno vicino alla società, né tanto meno rappresentanti di
chissà quali istituzioni, insomma due persone come sono io e
tanti altri, hanno proprio "curato" questo monumento fino ad
averlo "guarito". E’ qui a Reggio Emilia dinanzi a questo
monumento che si sono tenute le cerimonie annuali in ricordo di
quegli angeli innocenti. Veniamo al punto perché voglio essere
sobrio e non voglio strappare lacrime facili ad alcuno. Dopo
averlo riportato alla luce, risistemato e aggiustato laddove
necessario, Rossano e Giulia si sono lanciati nell’ambizioso
progetto di dargli una copertura per proteggerlo dalle
intemperie. Ora capirete che per intenderci bisogna realizzare
una copertura con travi, traverse, piloni, probabilmente scavare
delle fosse dove mettere del calcestruzzo (non sono ingegnere né
muratore ma vado a intuito), insomma c’è da comprare del
materiale, c’è da pagare chi ha realizzato il progetto e i
muratori che lo realizzeranno. Non è gratis… E non è una spesa
da poco. Praticamente bisogna costruire una casetta sopra questo
monumento ma senza le pareti. Io conosco le cifre perché sono
amico di Rossano e Giulia e vi dico che la cifra è importante.
Sono 14mila euro e fino ad oggi ne sono stati raccolti circa
850. Ora quello che vi chiedo è di versare un aiuto a queste
persone che stanno facendo tutto questo perché ne hanno bisogno,
vi chiedo questo perché conosco personalmente loro e mi fido
ciecamente di loro. Sono persone a cui potreste affidare il
vostro portafoglio che ve lo renderebbero intatto. Garantisco io
per loro. Io ho già mandato la mia quota. Se riuscirò, manderò
ancora qualcosa. Potete mandare tanto o poco quello che riuscite
a fare fate, tutto è utile, ogni piccola goccia è importante. Da
parte mia vi garantisco che metterò su questo blog ogni
avanzamento dei lavori e ogni totale della cifra raccolta.
Qualsiasi notizia nella massima trasparenza. Quando avremo
raccolto i soldi necessari ci fermeremo ed io ve lo comunicherò.
Vi prego per quanto vi è possibile di dare una mano. Non
lasciate che questo messaggio finisca nel dimenticatoio. Le
persone che ci hanno lasciato rivivono nel ricordo di chi non le
dimentica. Fatelo per quei 39 Angeli. Grazie.
4 ottobre 2013
Fonte: Ilblogdialessandromagno.it
© Fotografia: Comitato Heysel
Noi non dimentichiamo
A Reggio Emilia, in via Matteotti, nei
giardini accanto allo stadio Mirabello, è posizionato un
monumento che ricorda le vittime di una serata di follia di 28
anni fa. Una tragedia bianconera ? No, una tragedia di tutti,
anche se in tanti fanno finta di non capirlo. Poi, ci sono gli
stupidi che intonano cori, indossano magliette e fanno
striscioni più stupidi di loro... Ma questa è un'altra storia.
Fortunatamente, ci sono anche persone come gli amici del
Comitato "Per non dimenticare Heysel" di Reggio Emilia. Persone
che hanno fortemente voluto quel monumento alla memoria. E
accudiscono quel monumento in nome del rispetto per 39 amici che
fisicamente non ci sono più, ma sono ancora vivi nei nostri
cuori. Persone che, come noi, non vogliono dimenticare, perché
quanto accaduto in quella serata di odio e di follia non debba
accadere mai più. Quel monumento, esposto alle intemperie,
necessita di una copertura che lo preservi nel tempo. I lavori
per realizzarla iniziano mercoledì 18 settembre. Coloro che,
come noi e come gli amici del Comitato, non dimenticano, possono
(se vogliono) contribuire a mantenere in vita il ricordo di quei
39 amici. Questo il comunicato che annuncia l'inizio dei lavori:
"Cari Amici, finalmente, dopo un lungo cammino, il monumento
"Per Non Dimenticare Heysel" di Reggio Emilia, luogo della
memoria dei 39 Angeli, avrà la sua copertura, essendo molto
fragile ed esposto alle intemperie. I lavori inizieranno il 18
settembre 2013. Il Vostro sostegno a questo progetto è molto
importante. Siamo in un periodo difficile ma, in tanti, anche
con poco si può fare molto. Al riguardo, è stata aperta una
Postepay per tutte le offerte. Provvederò a informarvi dei
lavori in corso, pubblicando foto e tenendovi aggiornati. Un
sentito grazie per il Vostro sostegno. Iuliana Giulia Bodnari,
segretaria Comitato "Per Non Dimenticare Heysel" Reggio Emilia.
(Omissis Dati Carta Postepay)
18 Settembre 2013
Fonte: Juventinovero.com
Via ai lavori entro il 15
agosto. Due porte da calcio sosterranno la tettoia
E quello di via Matteotti avrà la
copertura
Due porte da calcio sosterranno la
copertura (in materiale simile al plexiglass) che finalmente
preserverà dalle intemperie il monumento dedicato alle vittime
dell'Heysel e situato in via Matteotti davanti allo stadio
Mirabello. Rossano Garlassi, operaio di 53 anni, anima del
comitato "Per non dimenticare Heysel" è soddisfattissimo.
"Avevamo chiesto il permesso nel marzo 2012 e finalmente il 1
luglio è arrivato l'ok racconta. Prima di Ferragosto dovrebbero
iniziare i lavori". Ci vorranno diverse migliaia di euro (ancora
da quantificare, ma pare una quindicina) per costruire la
copertura. Per questo è già partita una raccolta fondi che
presto avrà un'accelerazione con conto corrente e numero di
Poste pay. "E' necessario dargli una copertura spiega Garlassi
perché gli agenti atmosferici lo rovinano. Del resto è in
cemento con tubi di ferro, è normale che subisca deterioramenti.
Già sette anni fa venne ristrutturato grazie a un contributo del
Comune di 5mila curo. Ora c'è questo progetto dell'architetto
Nadia Guidetti che a me pare bellissimo". Il monumento di via
Matteotti è opera dello scultore belga Gido Vanlessen e venne
esposta per la prima volta alla festa dell’Unità di Reggio. La
commozione fu grande fra i visitatori. Così scattò il desiderio
di far rimanere a Reggio l'opera, che venne acquistata da un
team di cooperative su interessamento della Reggiana calcio
dell'allora presidente Ermete Fiaccadori.
9 luglio 2013
Fonte: Il Resto del Carlino
Tema di Progetto: Copertura del
Monumento Heysel
Architetto Nadia Guidetti
LO STATO DEI LUOGHI - Il monumento
alle vittime, "Heysel, per non dimenticare", opera d'arte dello
scultore fiammingo Gido Vanlessen, è sottoposto all'aggressione
degli agenti atmosferici, in particolar modo dall'inquinamento
aiutato e reso tanto prepotente dal nostro clima umido. Proprio
quegli elementi, già recuperati dallo stadio demolito,
raggruppati in forma di steli inclinate, la cui posa ci chiama
in appello e ci interroga quale monito ed esortazione a non
ripetere (...) oggi rischiano di deteriorarsi e dissipare il
loro significato.
GENESI DI PROGETTO -
Oltre al naturale
intento funzionale, di proteggere l'opera d'arte, la copertura
in progetto si pone l'obiettivo di porre l'accento su di alcuni
temi sostanziali: il significato, la struttura, la porta, il
frammento dinamico ed i velari. Alcuni di questi sono
strettamente connessi all'opera stessa ed altri, invece, sono la
testimonianza della società e dell'arte a noi contemporanee.
IL SIGNIFICATO - La copertura,
denuncia, per dimensione ed articolazione, la presenza di un
elemento di particolare importanza all'interno del parco, che
forse, per le sue ridotte dimensioni in altezza, oggi un po' si
perde all'interno di uno spazio ampio e non propriamente
circoscritto. Questo nuovo elemento, può richiamare lo sguardo
del passante, anche a distanza pertanto deve e rilanciare e
diffondere il messaggio del monumento divulgandone il
significato.
LA STRUTTURA - La struttura è pensata
leggera ed articolata, al fine di non sovrastare per importanza
l'opera sottostante. Dovrà rievocare una costruzione labile e
decadente, ecco perché sono stati scelti degli elementi
trasparenti in lexan ed una intelaiatura in metallo arrugginito,
il corten.
LA PORTA COME OBIETTIVO - La
testimonianza della porta di un campo da calcio, quale
obiettivo, che sottende le aspettative dei tifosi durante le
partite, diventa nel progetto l'elemento portante. I due telai
anteposti uno all'altro, ruotano però in senso contrapposto,
generando una sorta di disordine, perdita di equilibrio e
stabilità, al fine di rievocare il tragico evento.
IL FRAMMENTO DINAMICO -
L'idea della
precarietà, deve obbligatoriamente esser manifesta, in questa
opera, sia per il tema nella + semplice interpretazione del
tragico evento, sia in una accezione + allargata, volta a
denunciare un attuale senso del vivere e del trovarsi
particolarmente disarticolato.
PROTEZIONE ED I VELARI - II binomio
"protezione e stadio", riconduce al tema antico del velario. I
teatri e gli anfiteatri, erano coperti da un complicato sistema
mobile di vele, per proteggere gli spettatori. Qui le funi
agganciavano grandi spicchi di tela, come fossero delle grandi
vele. I frammenti in lexan, fanno riferimento proprio a quel
leggero sistema di copertura appeso.
ARTE CONTEMPORANEA - ARTE RELAZIONALE
- Il monumento Heysel e la sua copertura, nel connubio di
significati comuni all'interno di un parco pubblico, promuovono
una sorta di "arte relazionale", quale forma d'arte
contemporanea che prevede la partecipazione del pubblico
fruitore. In questa forma d'arte, dalle spiccate caratteristiche
sociali, al cui centro gravita la visione dell'uomo e la sua
creatività, si trascurano gli elementi meramente estetici, per
avvicinarsi ad un oggetto d'arte in completo dialogo e confronto
col fruitore, in cui perde importanza l'opera finale, e assume
centralità il messaggio divulgato, il processo di scoperta
dell'altro, l'incontro.
Anno 2013
Fonte: Comitato Heysel (Testo ©
Fotografie)
COMITATO
"Per non dimenticare Heysel"
Via Matteotti 2 - 42122 Reggio
Emilia
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