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PAOLA 6-07-1985
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Cerimonia Paola 6.07.1985
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Cinema Teatro "Odeon"
Commemorazione Strage Stadio Heysel Bruxelles
Raduno Nazionale Tifoserie Ultras Italiane
"Uscire dal ghetto per creare una controcultura ultrà"
Evento a Cura di Padre Fedele Bisceglie (Missionario Frati Cappuccini)
Patrocinato dalla Provincia di Cosenza e dal Comune di Paola
 

ULTRAS A CONVEGNO / UN INEDITO RADUNO A PAOLA

Cappuccino rosso (blu)

Sono arrivati da quindici città, hanno discusso di violenza e di bandiere, hanno condannato i fatti di Bruxelles. Li aveva convocati un frate-tifoso.

Cosa può succedere a un frate che si è messo in testa un'idea meravigliosa ? No, non si tratta di uno slogan pubblicitario. Il frate in questione è padre Fedele Bisceglia, 48 anni del segretariato missioni estere dei frati minori cappuccini di Cosenza. L'idea meravigliosa che coltiva da qualche tempo è quella di redimere le frange giovanili estreme del tifo. Ciò che gli può capitare è di organizzare un incontro di ultras di tutta Italia e di riscuotere un successo di partecipazione da parte degli interessati (e attenzione da parte dei mass media). I quali, interessati, d'altronde, sono tutti suoi colleghi: non perché abbiano preso voti, ma semplicemente perché anche lui assicura di essere un ultrà: «Certamente -confida - sono da qualche anno l'anima degli ultras del Cosenza. La domenica, quando gli impegni della mia missione me lo consentono, sono sempre in mezzo a loro, sugli spalti, al seguito della squadra». Sembra una bestemmia (in senso buono, naturalmente), nel momento in cui gli ultras sono nell'occhio del ciclone scatenato dalla notte dell'Heysel. «Al contrario - ribatte penso che proprio adesso che tutti si sentono mobilitati contro la violenza negli stadi vada approfondito il discorso del tifo ultrà, da troppi criminalizzato senza motivo. Io che conosco bene questi ragazzi posso dire tranquillamente che fra di loro c'è qualcuno che sbaglia, ma né più né meno di quanto questo accade in tutte le categorie di persone. Non è per uno che si distrugge una categoria». Per perseguire fino in fondo il suo scopo di riabilitazione morale degli ultras, Padre Fedele, come si accennava, ha organizzato, per lo scorso weekend, un'insolita conferenza dibattito sul tema: «Uscire dal ghetto per creare una controcultura ultrà». «È il primo di una serie di incontri che spero lunga e proficua - ha spiegato Padre Fedele - in modo da consentire ai ragazzi ultras di aprire un dialogo con la società che faccia piazza pulita di troppi luoghi comuni».

IL CONVEGNO - All'appello di Padre Bisceglia hanno risposto 57 ultras in rappresentanza di quindici città d'Italia. Riuniti in uno dei migliori alberghi di Paola (Cosenza), i giovani tifosi si sono poi ritrovati in un cinema cittadino per dare inizio al dibattito che si è concluso nella serata di sabato. Scarso il pubblico convenuto (il week end aveva suggerito a molti di propendere per il mare) ma Padre Bisceglia si è detto ugualmente soddisfatto del risultato dell'incontro. E in effetti dalle discussioni e dai temi affrontati sono scaturiti interessanti elementi di riflessione, tanto che non è improbabile che a questo primo convegno farà seguito la pubblicazione di un libro dal titolo «Ragazzi di stadio». Di interessante c'è stato innanzitutto un tentativo di definizione di «ultrà». Per alcuni un’ultrà è solo un ragazzo come tanti altri che ha ritrovato l'interesse nella vita seguendo la sua squadra. Per altri (come Nino degli ultras di Napoli, detto «la jena», o come Adolfo, capo della «Falange d'assalto» di Cava dei Tirreni) è uno che vive solo per la squadra, che sta sempre in prima fila ad incitarla. Tutti hanno concordato nel condannare episodi di violenza come quelli che hanno innescato la tragedia di Bruxelles, ma molti hanno ammesso che - pur non essendo violenti nella vita a volte allo stadio vi sono provocazioni che richiedono una risposta non propriamente evangelica; a livello di scazzottatura, diciamo. Insomma, ragazzi entusiasti del calcio e fedeli sostenitori della propria squadra (a volte anche «finanziati» dalla società, è stato ammesso) che per amore di essa talvolta si scaldano ma senza trascendere. Questo l'identikit dell'ultrà che è uscito dal convegno di Paola. Che se non altro ha avuto il pregio di mettere a sedere fianco a fianco ultras di città diverse e di farli discutere di calcio pacatamente: è augurabile che, una volta di fronte sugli spalti, si riconoscano e si comportino da vecchi amici. Fonte: Guerin Sportivo © 9 luglio 1985 Fotografie: Wikipergia.org © Guerin Sportivo ©

 

Chi è Padre Bisceglie, l'organizzatore del convegno

Frate ultrà, anima del Cosenza

Ultimo di quattro fratelli, rimase senza mamma in tenera età. Il padre, non avendo di che mantenere i figli, pensò bene di metterli tutti in convento. E Francesco, così si chiamava allora Padre Fedele Bisceglia, non ne uscì più. In questa sua scelta di vita ebbe larga parte il calcio. Quando, raggiunta una certa età, gli fu chiesto se volesse restare in convento, rispose che sarebbe rimasto se gli fosse stata offerta la possibilità di giocare al pallone. La possibilità c'era: un bel campetto proprio di fianco al convento. E lui divenne frate. Un frate sui generis, battagliero, dinamico. Compagno di Mario Capanna alla Università cattolica (è laureato in biologia e in lettere e filosofia), ordinato sacerdote fu trasferito a Montagnola; qui, non essendovi che terra bruciata, fece lo sciopero della fame per ottenere l'essenziale per gli abitanti. A Montagnola allestì una squadra di calcio in cui lui era, ovviamente, centravanti di sfondamento. Adesso ha 48 anni, ha smesso di giocare ma non ha perso il suo spirito battagliero. Dal campo si è trasferito alle gradinate. Tifa Cosenza. Ha la sciarpa rossoblù al collo, contribuisce a sostenere enormi striscioni, urla assieme ai tifosi più scatenati, partecipa ai cortei di giubilo. Nessun altro conosce gli ultrà come lui. E nessuno all'infuori di Padre Bisceglie poteva organizzare un convegno come quello di Paola. Fonte: Guerin Sportivo © 9 luglio 1985 Fotografie: Guerin Sportivo © GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

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