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ARTICOLI STAMPA GIUGNO 1994

"Quel giorno all'Heysel io c'ero da allora nessuno m'ha aiutato"

ARTICOLI STAMPA LUGLIO-DICEMBRE 1994

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Dentista imperiese racconta la tragica esperienza di 10 anni fa

"Quel giorno all'Heysel io c'ero da allora nessuno m'ha aiutato"

IMPERIA - Amareggiati, delusi. A dieci anni di distanza dalla tragedia dell'Heysel, da quella tragica finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool che costò la vita a decine di spettatori rimasti schiacciati contro le barriere in metallo, non sono ancora rimarginate le ferite dei tifosi imperiesi. Fisiche, ma soprattutto psicologiche. Il caso del dottor Franco De Paulis, 41 anni, medico dentista con studio in via Berio, è emblematico. Quella maledetta sera del 29 maggio '85 era stato travolto dalla folla in fuga, nel liberarsi dal peso di centinaia di persone si era spappolato un ginocchio: ha ricevuto un indennizzo di appena 25 milioni, serviti a malapena a pagare avvocati e a coprire le spese dei vari interventi chirurgici, necessari a ricucire i legamenti. Eppure, secondo le perizie dei sanitari italiani, avrebbe dovuto percepire come minimo oltre 120 milioni, a causa di un'invalidità permanente che lo ha costretto ad abbandonare alcune attività sportive, a rimanere con l'arto immobilizzato per diversi anni. Spiega: "Ancora oggi non so contro chi protestare. Mi ero affidato a un legale belga, ma è come se fossi rimasto senza assistenza. Continuava a chiedermi soldi per pagare le perizie del tribunale di Bruxelles e basta. Nemmeno i club bianconeri mi hanno aiutato. Tante parole, questo sì, ma da quell'esperienza ho imparato che non si può fare affidamento su nessuno. Quel 29 maggio ? Voglio dimenticare. Da quella volta non sono più andato a vedere un match di calcio. E non tifo più Juve". All'epoca erano andati in trasferta una quarantina di imperiesi. Tra questi, l'ex comandante dei vigili del fuoco Natale Inzaghi ("Quanta disorganizzazione", ricorda), e Bruno Cerniti, presidente dell'Ascom. C'era anche Marco Berio, 37 anni, residente in via (omissis): "Sono ricordi terribili. Quei fatti mi hanno segnato profondamente. Sono rimasto 4 mesi senza dormire. Comunque non sono più andato ad assistere a partite di football. Rimane la passione per il calcio e la Juventus, ma allo stadio ci vado solo in occasione di concerti". (m. v.)

3 giugno 1994

Fonte: La Stampa

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