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												Come Grande Torino e 
												Chapecoense: il Pakhtakor 
												Tashkent, storia di una 
												tragedia dimenticata 
												di Stefano Fonsato L'11 
												agosto 1979, nei cieli ucraini, 
												una delle più grandi tragedie 
												sportive in alta quota del '900: 
												la formazione uzbeca, allora 
												partecipante al massimo 
												campionato sovietico, perì dopo 
												una collisione aerea provocata 
												per "lasciar passare il 
												segretario del PCUS Leonid 
												Brezhnev". Ma sulla vicenda non 
												venne mai fatta chiarezza e 
												alcuni documenti vennero 
												secretati. 
												La tragedia del 
												Chapecoense ha riportato alla 
												memoria le tragedie aeree che 
												hanno riguardato squadre di 
												calcio consegnate alla leggenda 
												e scandito il '900. Dal Grande 
												Torino a Superga il 4 maggio 
												1949 a La Tragedia dell’Alianza 
												Lima, che l'8 dicembre 1987 - al 
												largo del porto di Callao - vide 
												inabissarsi il Fokker F27 con a 
												bordo i Los Potrillos, giocatori 
												e staff tecnico della squadra 
												peruviana, in quell'anno tra le 
												sue più forti versioni della 
												storia. Dai Busby Babes del 
												Manchester United nel '58, alla 
												nazionale zambiana nel '94. In 
												mezzo, la storia meno conosciuta 
												del Pakhtakor Tashkent, squadra 
												che ben figurava nel massimo 
												campionato sovietico di allora e 
												che nel 1979 pagò il dazio più 
												duro al destino, nell'incidente 
												che l'11 agosto di quell'anno si 
												verificò nel cielo di 
												Dneprodzerzhinsk (città che oggi 
												porta il nome di Kamianske, sita 
												nell'Ucraina centro-orientale), 
												nel viaggio che stava portando 
												la formazione uzbeca in 
												Bielorussia per affrontare il 
												match contro la Dinamo Minsk. Un 
												pugno di cenere e un mucchio di 
												pietre. "In quell'incidente, tra 
												gli occupanti dei due velivoli, 
												persero la vita 186 persone, tra 
												cui 17 tesserati della squadra 
												uzbeca, 14 calciatori e 3 
												componenti dello staff tecnico. 
												Era una squadra competitiva, 
												come lo era ai tempi il massimo 
												torneo dell'ex Urss: il 
												Pakhtakor era formazione da 
												centro classifica, in un periodo 
												in cui comandavano Spartak 
												Mosca, Dinamo Kiev e Dinamo 
												Tbilisi", racconta Damiano 
												Benzoni, caporedattore della 
												pagina sportiva di East Journal 
												e autore di una ricerca 
												approfondita sui fatti di 
												quell'11 agosto: "Si trattò di 
												una collisione - prosegue 
												Benzoni - verificatasi fra due 
												Tupolev dell’Aeroflot (delle 
												divisioni CAA Bielorussia e 
												Moldovan RPO, ndr). Dopo 
												l'incidente fu impossibile il 
												riconoscimento delle vittime 
												tanto che, al cimitero Botkin di 
												Tashkent, vennero tumulate 
												solamente un pugno di cenere e 
												un mucchietto di pietre chiuse 
												in una bara". "Doveva 
												Passare Brezhnev". Quei 
												documenti ufficiali 
												inaccessibili. Sulla vicenda non 
												venne mai fatta chiarezza e i 
												suoi contorni sono quelli 
												classici dei file secretati, 
												affari di Stato che vengono 
												chiusi in un faldone e blindati 
												dentro chissà quale cassetto. 
												"La responsabilità 
												dell'incidente ricadde sui due 
												controllori del traffico aereo, 
												poi condannati a 15 anni di 
												colonia penale - ricostruisce 
												Benzoni. Uno, Nikolay Zhukovsky, 
												qualche tempo dopo, si tolse la 
												vita. L'altro, Vladimir Sumskoy, 
												liberato dopo sei anni, dichiarò 
												alla Pravda che l'impatto era 
												riconducibile al transito in 
												quel momento dell'allora 
												segretario generale del Partito 
												Comunista dell'Unione Sovietica 
												Leonid Brezhnev, che aveva fatto 
												sgombrare la rotta. Praticamente 
												tutto il traffico sui cieli 
												dell'Ucraina venne convogliato 
												in soli due corridoi, rendendo 
												la situazione ingestibile e 
												portando come conseguenza 
												all'errore umano che causò 
												l'impatto tra i due aerei. 
												Versione che, ovviamente, venne 
												smentita dalle fonti ufficiali 
												che, a loro volta, mantennero 
												inaccessibili diversi documenti 
												legati alla ricostruzione dei 
												fatti anche ai famigliari delle 
												vittime". Il dolore, i prestiti 
												e l'immunità triennale alla 
												retrocessione. Nelle tre 
												stagioni successive alla 
												tragedia, la squadra fu resa 
												immune dalle retrocessioni e 
												usufruì del prestito gratuito di 
												giocatori delle altre squadre 
												della massima serie sovietica. 
												Dodici ore dopo la squadra era 
												già in campo per completare il 
												proprio campionato, chiuso con 
												un onorevolissimo nono posto. 
												Nella capitale uzbeca, alla 
												memoria di quella squadra, 
												sorgono una grande lapide e una 
												statua, raffigurante il portiere 
												perito Sergey Konstantinovich 
												Pokatilov. Oggi il Pakhtakor 
												Tashkent è la squadra più 
												titolata di Uzbekistan con 22 
												titoli equamente suddivisi tra 
												campionato e coppa nazionale. 
												6 dicembre 2016 
												
												Fonte: It.eurosport.com
										 
												Pakhtakor Tashkent, la 
												Grande Torino uzbeka 
												di Damiano Benzoni Il 
												mondo dello sport ha espresso un 
												cordoglio unanime per la 
												Chapecoense. La squadra 
												brasiliana aveva compiuto una 
												vertiginosa scalata passando dal 
												2009 dalla Serie D del 
												campionato brasiliano alla 
												finale della Copa Sudamericana. 
												La Chapecoense aveva eliminato 
												realtà titolate come 
												l’Independiente e il San Lorenzo 
												per raggiungere quella che 
												sarebbe stata la gara più 
												importante della sua storia, 
												contro i colombiani 
												dell’Atlético Nacional. Una gara 
												che le è però stata negata da un 
												destino tragico, l’incidente 
												aereo costato la vita a 71 
												persone (21 giornalisti e la 
												maggior parte dei giocatori e 
												dello staff) mentre il volo che 
												portava la squadra all’andata 
												della finale si avvicinava 
												a Medellín. Un destino che pone 
												la Chapecoense nel novero delle 
												squadre di calcio la cui storia 
												è stata segnata da una tragedia 
												aerea: dalla Grande Torino che 
												si schiantò sulla collina di 
												Superga nel 1949 ai Busby 
												Babes del Manchester United che 
												persero la vita nell’incidente 
												di Monaco, fino ad arrivare alla 
												leggendaria nazionale zambiana 
												che si inabissò al largo di 
												Libreville nel 1993. Meno 
												conosciuta è la vicenda del 
												Pakhtakor Tashkent, la squadra 
												uzbeka che l’11 agosto del 1979 
												venne coinvolta in uno schianto 
												aereo in quota. La tragedia si 
												consumò nei cieli di 
												Dneprodzeržins’k (Ucraina), 
												quando due Tupolev dell’Aeroflot 
												entrarono in collisione tra di 
												loro. L’incidente costò la vita 
												a 186 persone, gli occupanti di 
												entrambi i velivoli. Tra di 
												loro, 14 giocatori e tre membri 
												dello staff del Pakhtakor. 
												Impossibile il riconoscimento: 
												al cimitero Botkin di Tashkent 
												vennero tumulate solo una 
												manciata di cenere e un mucchio 
												di pietre chiuse in una bara. La 
												responsabilità dell’incidente 
												venne addossata a due 
												controllori del traffico aereo, 
												condannati a quindici anni di 
												colonia penale. Uno di loro si 
												sarebbe tolto la vita, mentre 
												Vladimir Sumskoj, liberato sei 
												anni più tardi, dichiarò alla 
												Pravda che l’incidente era da 
												addebitarsi al transito 
												dell’aereo del Segretario 
												Generale del PCUS Leonid 
												Brežnev, che aveva costretto i 
												controllori a lasciare libera la 
												rotta dell’aereo dirottando 
												tutto il traffico su soli due 
												corridoi aerei. La versione di 
												Sumskoj venne poi smentita da un 
												ex ufficiale ispettore, ma 
												diversi documenti legati al 
												processo risultano a oggi 
												inaccessibili perfino alle 
												famiglie delle vittime. Come 
												avverrà ora per la Chapecoense, 
												il Pakhtakor ottenne un blocco 
												delle retrocessioni di tre anni 
												e il prestito a titolo gratuito 
												di diversi giocatori da altre 
												squadre del campionato 
												sovietico. Solo dodici giorni 
												più tardi la squadra ridiscese 
												in campo e tre anni più tardi 
												sarebbe riuscita a raggiungere 
												il sesto posto, il   
										 suo miglior 
												piazzamento nel campionato 
												sovietico. Alcuni giocatori si 
												salvarono non essendo saliti sul 
												Tupolev per via di infortuni, 
												mentre l’allenatore Oleg 
												Bazilevič era in licenza per 
												visitare la moglie e i figli in 
												Crimea. Un attaccante era stato 
												costretto al ritiro a inizio 
												stagione da un brutto scontro di 
												gioco con un difensore della 
												Dinamo Mosca: quando i moscoviti 
												si recarono a Tashkent per la 
												gara di ritorno, dedicò un 
												banchetto al dinamovista che gli 
												aveva "salvato la vita". La 
												squadra del Pakhtakor era già 
												incappata in una brutta 
												turbolenza alcuni mesi prima, 
												un’esperienza che aveva lasciato 
												diversi giocatori molto provati. 
												Sono diversi i racconti di 
												familiari delle vittime che 
												raccontano di incubi e stati di 
												agitazione precedenti alla 
												partenza per Minsk. L’allenatore 
												in seconda Idgaj Tazetdinov 
												sognò di incontrare Chamid 
												Rachmatullaev, una leggenda del 
												Pakhtakor del decennio 
												precedente che aveva perso la 
												vita un anno prima in un 
												incidente stradale. Nel sogno 
												Tazetdinov gli aveva chiesto: 
												"Dove sei ?". Rachmatullaev 
												aveva risposto: "Sto mettendo 
												insieme una squadra per giocare 
												a calcio". 
												2 dicembre 2016 
												Fonte: Eastjournal.net
								 
												Il mistero della morte 
												della squadra del Pakhtakor 
												di Lorenzo Pecci 11 
												agosto ’79, sui cieli 
												dell’ex-Unione Sovietica due 
												Topulev si scontrano in un’area 
												sopra la città di Dneprtrovosky, 
												facendo annotare purtroppo un 
												bilancio gravissimo: ben 178 
												morti, tra i quali l’intera 
												squadra del Pakhtakor Tashkent 
												in volo verso Minsk dove 2 
												giorni dopo avrebbe giocato 
												contro la Dinamo. L’intera 
												repubblica Sovietica 
												dell’Uzbekistan è in lutto, 
												l’orgoglio nazionale, unica 
												squadra della RSS 
												dell’Uzbekistan ad aver militato 
												in massima divisione spazzata 
												via, un‘identità nazionale 
												completamente sparita. La 
												federazione sovietica annuncia 
												che le altre compagini della 
												Vishaya Liga, la massima 
												divisione sovietica, sono 
												obbligate a prestare fino a fine 
												stagione 3 giocatori ai 
												"cotonieri" per finire il 
												campionato, mentre per 3 anni 
												saranno esentati dalla 
												retrocessione. A prima vista una 
												normale sciagura aerea, ma siamo 
												sicuri che sia stato tutto colpa 
												dal fato ? Con la caduta del 
												muro e il disfacimento 
												dell’Unione Sovietica vengono a 
												galla alcune notizie sia su 
												questa sciagura, sia sul famoso 
												disastro del Luzhniki: la morte 
												della squadra del Pakhtakor fu 
												organizzata, una vera e propria 
												strage a cui purtroppo 
												parteciparono anche ignari 
												civili, ma perché ? Cosa aveva 
												fatto di così grave ? Alcuni 
												video sull’accaduto 
												post-disgregazione sovietica 
												parlano di futili motivi, 
												praticamente bisognava punire 
												una squadra che osava andare 
												meglio in campionato di alcune 
												moscovite Lokomotiv, Torpedo ma 
												soprattutto CSKA. Come osava la 
												squadra di una regione agricola, 
												la cui economia si basava sulla 
												raccolta del cotone (Pakhtakor 
												vuol dire coltivatore di 
												cotone), giocare meglio della 
												formazione dell’esercito 
												sovietico ? 
												Ovviamente, però, stiamo 
												navigando completamente nel 
												campo delle ipotesi. La maggiore 
												anomalia di quella tragedia 
												riguarda in particolar modo la 
												diffusione di quella notizia, 
												che non fu pubblicata subito dal 
												maggior giornale sportivo del 
												paese "Football-Hockey", ma 
												soltanto con dei giorni di 
												ritardo e con poca descrizione 
												dei particolari e della dinamica 
												dell’incidente. Dall’ 
												indipendenza dell’Uzbekistan 
												avvenuta nel 1991 ogni anno la 
												società del Pakhtakor organizza 
												un torneo giovanile in onore dei 
												propri eroi. La squadra del 1979 
												è stata anche inspirazione per 
												una famosa cantante uzbeka nel 
												dedicargli una canzone…(Omissis) 
												A fine campionato i "cotonieri" 
												arrivarono al 10° solo 2 punti 
												sotto il CSKA. Di seguito anche 
												i 17 eroi e il loro monumento:  
													
													
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															Idgay Borisovich 
															Tazetdinov 
															(13.01.1933)
															- Mikhail Ivanovich 
															An 
															(19.11.1952)
															- Vladimir Ivanovich 
															Fedorov 
															(05.01.1956)
															– Alim Masalievich 
															Ashirov 
															(25.01.1955)
															– Ravil Rustamovich 
															Agishev 
															(14.03.1959)
															– Konstantin 
															Alexandrovich 
															Bakanov 
															(25.05.1954)
															- Yuri Timofeevich 
															Zagumennykh 
															(07.06.1947)
															- Alexander 
															Ivanovich Korchenov 
															(04.05.1949)
															- Nikolai Borisovich 
															Kulikov 
															(25.04.1953)
															- Vladimir 
															Vasilyevich Makarov 
															(09.03.1947)
															- Sergey 
															Constantinovich 
															Pokatilov 
															(20.12.1950)
															- Victor 
															Nikolayevich Churkin 
															(25.01.1952)
															- Sirozhiddin 
															Akhmedovich Bazarov 
															(10.08.1961)
															-  Shukhrat 
															Musinovich Ishbutaev 
															(08.02.1959)
															- Vladimir Valievich 
															Sabirov 
															(14.01.1958)
															- Vladimir 
															Vasilyevich Chumaks 
															(08.12.1932)
															- Mansur 
															Inamdzhanovich 
															Talibdzhanov 
															(04.04.1944) 
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												17 novembre 2014 
													
													Fonte: 
													Laltrocalcio.blogspot.it |