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CLAUDIO ZAVARONI ♥
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Claudio Zavaroni ❤ (La Mostra)
   Claudio Zavaroni  39 Angeli  In Memoriam  Cerimonie di Reggio Emilia  Comitato Heysel   
ITALIA   31-05-1956   REGGIO EMILIA   Anni 28

Mostra a Reggio Emilia

REGGIO EMILIA - Domani alle 10.30, nel parco di Reggio Emilia, l'apertura della mostra fotografica "Claudio Zavaroni - un reggiano per esempio", dedicata al fotografo ucciso a 28 anni nella strage dell'Heysel. Lo scorso fine settimana a Zavaroni era stata intitolata la palestra dell'istituto Zanelli, dove era cresciuto e si era formato. "Il giovane che sapeva volare è stato abbattuto" - dice Maria Pia Travisati, ex insegnante di italiano del fotografo. La lapide commemorativa è stata scoperta dalla presidente della provincia di Reggio Emilia Sorda Masini, dalla mamma Adele Fontana, con la preside Patrizia Pellami e il vice Mario Ferrari, ex compagno di classe di Zavaroni. Presenti gli insegnanti di allora e di oggi, gli amici di una vita breve e intensa. V. ZAG. Fonte: Tuttosport © 28 maggio 2010 (Testo © Fotografia)

 

Un piccolo risarcimento d’affetto

Venerdì alle 19 in Galleria Parmeggiani è stata inaugurata la mostra fotografica di Claudio Zavaroni, che rimarrà allestita fino al 13 giugno. È l’occasione per vedere le sue opere, percepire la splendente dignità che riusciva a far risaltare, attraverso i suoi ritratti, nella gente semplice ed autentica, i contadini, gli artigiani degli antichi mestieri, i suonatori di paese, veri maestri della tradizione popolare. Ed anche quando fotografava per lavoro producendo immagini di moda, la sua cifra creativa e al contempo umana permeava i suoi scatti. In mostra è possibile trovare il catalogo, antologico e biografico, scritto coralmente da tanti amici che hanno ricostruito la sua breve ma intensa vita con dodici testimonianze, contenente un bel testo critico di Sandro Parmiggiani e la recensione d’epoca di Vasco Ascolini, le foto delle opere esposte, ed infine la sintesi dei fatti dell’Heysel prendendo a riferimento gli articoli dell’Unità, andati a stampa dal 29 maggio al 10 giugno 1985. Inoltre sarà possibile per i visitatori vedere un breve video che racconta la vita di Claudio ed il suo drammatico destino. L’inaugurazione è stato un momento intenso di tributo di affetto verso Claudio e la mamma Adele, presente assieme ai numerosi parenti, prima fra tutti la zia Lella che vive con lei. Tantissimi amici di Claudio sono intervenuti, accalcando la sala espositiva e stringendosi attorno alla mamma Adele. Un affettuoso risarcimento verso chi ha reso più bella la nostra vita giovanile, dandoci amicizia, fiducia e allegria. A dare un significato ulteriore al momento, che sottolineava l’importanza del ricordo della morte di Claudio come emblema e monito contro la degenerazione violenta di pezzi della nostra società, è stata la partecipazione nutrita e di peso delle autorità cittadine e politiche: il sindaco Delrio, gli assessori comunali Catellani e Spadoni, la responsabile di Fotografia Europea Farioli, gli assessori provinciali Ferrari e Rivi, il parlamentare Marchi. Su tutti la sorpresa della visita di Romano Prodi con la moglie Flavia Franzoni e la suocera Paola Boselli, una visita affettuosa in omaggio a Claudio e alla mamma come riconoscenza per il lungo rapporto di frequentazione di Adele con la famiglia Boselli-Franzoni. Commovente anche la visita di Stanislao Farri, di cui è nota l’allergia alla mondanità, ma mi aveva dichiarato che sarebbe venuto e così ha fatto, primo fra gli ospiti, nonostante i problemi fisici dovuti ad un recentissimo incidente stradale e la sua bella età di 86 anni; il decano e maestro della fotografia reggiana e italiana aveva incoraggiato Claudio a continuare la sua opera e prevedeva per lui un sicuro successo. Farri è stato il primo a organizzare una mostra di foto di Claudio post mortem. I veri protagonisti della giornata, dopo i parenti, sono stati comunque i tanti amici intervenuti, persone che hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscere Claudio e di ricevere da lui l’influsso di uno spirito così vivo. Ho il rammarico di non essere riuscito a vivere il momento con ciascuno di loro, dandomi il tempo di riprendere il contatto interrotto, scambiare pezzi di vita vissuta. Tutto troppo breve e fugace, troppo di corsa, ed ora sento un piccolo rimorso per non aver trovato modo di stare di più con loro. Spero che la prossima occasione allo Zanelli il 22 maggio ci consenta di riprendere con calma i rapporti, magari mangiando e bevendo insieme qualcosa. Fonte: Giannimarconi.com © 22 maggio 2010 (Testo © Fotografie)

 
 

In ricordo del reggiano Claudio Zavaroni, morto all'Heysel

di Benedetta Salsi

Venerdì 7 maggio inaugurerà la mostra sul fotografo morto durante la finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles tra Juve e Liverpool. A 25 anni dalla tragedia, Comune e Provincia rendono omaggio al suo lavoro.

Reggio Emilia, 5 maggio 2010 - Claudio Zavaroni aveva 28 anni quando morì allo stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985. Era arrivato con il pullman dei reggiani, per assistere alla finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. "Spettatore atipico della partita, sportivo ma mai tifoso, partito per concedersi una vacanza, uno svago, un’altra curiosa osservazione del mondo, questa sì a lui molto distante", come lo descrivono i suoi amici. Insieme a lui, in quella folle notte di violenza, morirono altre 38 persone, oltre 600 i feriti. Zavaroni era molto conosciuto a Reggio. Aveva avviato da tre anni uno studio fotografico dedicato a foto di moda e il suo talento stava emergendo nel panorama delle riviste di settore; questa sua vocazione per la fotografia era maturata già in epoca giovanile portandolo a compiere importanti lavori di ricerca a carattere antropologico sul mondo rurale e montano, che diedero corpo alla sua mostra più importante: "Ritratto d’Appennino". Una raccolta di volti, ambienti e situazioni della gente autentica della comunità montanara. A 25 anni dai fatti dell’Heysel, il Comune e la Provincia rendono omaggio al suo lavoro e dedicano alle sue opere una mostra antologica alla galleria Parmeggiani: "Claudio Zavaroni, un reggiano per esempio" all’interno di Fotografia Europea in collaborazione con Palazzo Magnani, su proposta degli Amici di Claudio Zavaroni e del comitato "Per non dimenticare Heysel". "Questa mostra vuole ricordare Claudio Zavaroni non solo come fotografo di grande qualità ma anche come persona - ha detto ieri il sindaco Delrio alla presentazione della mostra che inaugurerà venerdì alle 19 - vuole raccontare la sua storia perché è proprio una di quelle storie, straordinarie nella loro ordinarietà, che fanno della nostra città una comunità. La mostra testimonia infatti il suo impegno civile, il suo essere un reggiano per esempio". "Rendiamo omaggio con queste iniziative a una persona di grande umanità a cui dedichiamo non solo la mostra dei suoi scatti ma anche la palestra dell’istituto Zanelli, la scuola frequentata da Zavaroni - ha aggiunto l’assessore provinciale alla cultura Roberto Ferrari - Il 22 maggio intitoleremo infatti la palestra della scuola a Claudio insieme ai suoi insegnanti e compagni di classe dell’anno 1975-1976". "L’obiettivo di questa esposizione - ha proseguito Sandro Parmigiani, curatore della mostra e del catalogo - è restituire un’immagine completa di Zavaroni, come persona e come fotografo di grande talento come si vede dagli scatti sul mondo dell’Appennino. Dal suo modo di fotografare emerge il suo rapporto con la vita, emerge la sua attenzione a voler conoscere gli altri per poter capire davvero sé stesso, la volontà di penetrare l’identità degli altri per comprendere la propria". Il 29 maggio, poi, alle ore 10,30, al monumento alle vittime davanti al Mirabello ci sarà una cerimonia commemorativa. Fonte: Ilrestodelcarlino.it © 5 maggio 2010 Fotografia: L'Unità ©

DALLA MOSTRA FOTOGRAFICA DI CLAUDIO ZAVARONI

Reggio Emilia, Galleria Parmeggiani, 7 maggio - 13 giugno 2010

Morì all'Heysel, Fotografia europea omaggia Zavaroni

Mostra antologica delle opere del fotografo reggiano scomparso 25 anni fa

REGGIO EMILIA - A 25 anni dai fatti dell’Heysel, dove morì prematuramente il fotografo reggiano Claudio Zavaroni, Comune di Reggio Emilia e Provincia di Reggio Emilia, rendono omaggio al suo lavoro e dedicano alle sue opere una mostra antologica "Claudio Zavaroni, un reggiano per esempio", organizzata nel contesto di Fotografia Europea 2010 in collaborazione con Palazzo Magnani, che si tiene alla Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia, dal 7 maggio al 13 giugno. La ricomposizione dei due binari, la vita di Zavaroni ed i fatti dell’Heysel, sono le tracce narrative alla base di una serie di iniziative preparate in questo mese su proposta degli "Amici di Claudio Zavaroni" e del comitato "Per non dimenticare Heysel", che hanno collaborato direttamente alla realizzazione delle diverse iniziative, con il contributo di Progeo, Legacoop di Reggio e Cia.  Le iniziative sono state presentate questa mattina da Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, Roberto Ferrari, assessore a Cultura e Pianificazione territoriale della Provincia di Reggio Emilia, Elisabetta Farioli, dirigente programmi culturali e museali del Comune, Sandro Parmigiani, curatore di Palazzo Magnani, Gianni Marconi, portavoce del Comitato "Amici di Claudio", e da Enzo Cerlini del Comitato "Per non dimentica Heysel". "Questa mostra vuole ricordare Claudio Zavaroni non solo come fotografo di grande qualità ma anche come persona – ha detto il sindaco Delrio – vuole raccontare la sua storia perché è proprio una di quelle storie, straordinarie nella loro ordinarietà, che fanno della nostra città una comunità. La mostra testimonia infatti il suo impegno civile, il suo essere un reggiano per esempio". "Rendiamo omaggio con questa serie di iniziative a una persona di grande umanità a cui dedichiamo non solo la mostra dei suoi scatti ma anche la palestra dell’istituto Zanelli, la scuola frequentata da Zavaroni – ha aggiunto l’assessore Ferrari – Il 22 maggio intitoleremo infatti la palestra della scuola a Claudio insieme ai suoi insegnanti e compagni di classe dell’anno 1975-1976". "Il successo di Fotografia Europea in cui la mostra di Zavaroni è inserita deriva dal fatto di sapere unire uno sguardo internazionale a una prospettiva locale – ha detto Elisabetta Farioli – È il legame con la città e il territorio, il saperne intercettare le diverse anime, che contribuisce a rendere questa manifestazione partecipata. La mostra dedicata a Zavaroni va esattamente in questa direzione e propone un modo certamente non retorico per ricordarlo". "L’obiettivo di questa esposizione – ha proseguito Sandro Parmigiani, curatore della mostra – è restituire un’immagine completa di Zavaroni, come persona e come fotografo di grande talento come si vede dagli scatti sul mondo dell’Appennino che abbiamo proposto nella mostra. Dal suo modo di fotografare emerge il suo rapporto con la vita, emerge la sua attenzione a voler conoscere gli altri per poter capire davvero sé stesso, la volontà di penetrare l’identità degli altri per comprendere la propria". La mostra, il catalogo, le testimonianze. Claudio Zavaroni aveva 28 anni quando morì a Heysel, dove era arrivato con il pullman dei reggiani, "spettatore atipico della partita, sportivo ma mai tifoso, partito con il pullman dei reggiani per concedersi una vacanza, uno svago, un’altra curiosa osservazione del mondo, questa sì a lui molto distante", come lo descrivono gli amici.



MOSTRA Claudio Zavaroni 2010

Zavaroni era molto conosciuto a Reggio Emilia. Aveva avviato da tre anni uno studio fotografico dedicato a foto di moda e il suo talento stava emergendo nel panorama delle riviste di settore; questa sua vocazione per la fotografia era maturata già in epoca giovanile portandolo a compiere importanti lavori di ricerca a carattere antropologico sul mondo rurale e montano, che diedero corpo alla sua mostra più importante Ritratto d’Appennino, una raccolta di volti, ambienti e situazioni della gente autentica della comunità montanara. Queste immagini fanno parte della mostra antologica organizzata dal Comune di Reggio Emilia nell’ambito di Fotografia europea alla Galleria Parmeggiani, che verrà inaugurata venerdì 7 maggio alle 19, alla presenza dei famigliari, gli amici, le persone che lo hanno conosciuto. La mostra, aperta fino al 13 giugno, poggia sul nucleo centrale di Ritratto d’Appennino custodita alla Fototeca della Biblioteca Panizzi, completandola con alcune foto dei Maggi (più gli albi presentati in bacheca) e con diversi scatti di moda del periodo professionale. Il catalogo della mostra, curato da Palazzo Magnani della Provincia di Reggio Emilia, contiene dodici testimonianze, fra le quali quella della madre, che ricostruiscono il profilo biografico di Zavaroni, il testo critico del curatore della mostra e del catalogo Sandro Parmiggiani, il testo storico di Vasco Ascolini, e conclude con un lavoro di ricostruzione delle vicende dell’Heysel, tramite la sintesi degli articoli andati a stampa sull’Unità dal 29 maggio al 10 giugno 1985, da cui si ricavano i vari aspetti: la cronaca, la ricerca delle responsabilità, l’analisi sociologica, quella psicoanalitica, per concludere con l’amara riflessioni degli amministratori di Liverpool. In questa parte è anche riprodotto l’articolo che annunciava la morte di Claudio e riprendeva la testimonianza di un compagno di viaggio che lo descriveva mentre cercava di contenere l’assalto vandalico della tifoseria inglese. Allo Zanelli, intitolazione e video sull’Heysel. "L’animo di Claudio da sempre partecipava per la causa della gente comune, per la sua emancipazione sociale", lo ricordano ancora gli amici. Studente dell’Istituto Agrario Zanelli, Zavaroni durante il periodo scolastico fu un apprezzato leader studentesco e in seguito lavorò come tecnico agrario. Il 22 maggio alle ore 9,30 presso l’Istituto Agrario Zanelli avverrà a cura della Provincia di Reggio Emilia l’intitolazione della palestra a Claudio Zavaroni durante una cerimonia commemorativa a cui sono stati chiamati a partecipare anche i professori e gli studenti dell’anno scolastico 1975-1976. In preparazione dell’evento verranno proiettati brevi audio-video sulla vicenda dell’Heysel alle classi quarte dell’istituto, al fine di approfondire le tematiche della violenza e della cultura delle responsabilità. Al Mirabello, la commemorazione. Il 29 maggio 2010 infine ricorrerà il 25° della vicenda accaduta a Bruxelles nel 1985, 39 morti e 600 feriti allo stadio di Heysel, vittime della violenza di un gruppo di tifosi inglesi che attaccarono prima della partita gli spalti italiani occupati da spettatori pacifici. Era la finale della Coppa dei Campioni Juventus -Liverpool. Fu una delle più grandi tragedie legate al mondo dello sport, avvenuta in diretta eurovisione. "I fatti violenti, la partita comunque giocata, le diverse reazioni emotive dei tifosi e della gente comune, i provvedimenti delle autorità sportive e dei governi nazionali, la storia del calcio che ne è seguita e che ancora viviamo in diretta, hanno proposto e ancora stimolano una riflessione profonda sul mondo del calcio – spettacolo, sui significati e sulle aspettative che raccoglie a livello del mondo degli affari e della società, acquisendo l’entità di fenomeno sociale da studiare per verificare lo stato di salute della nostra civiltà". Il 29 maggio alle ore 10,30, al monumento alle vittime davanti al Mirabello ci sarà una cerimonia commemorativa per tutte le 39 vittime di quel tragico giorno. Gli Amici di Claudio Zavaroni e il comitato "Per non dimenticare Heysel" Fonte: Ilgiornaledireggio.it © 4 maggio 2010 Fotografie: Fotografia Europea 2010 ©

Claudio Zavaroni, un reggiano per esempio

Reggio Emilia 4 maggio 2010 - A Fotografia Europea 2010 mostra antologica delle opere del fotografo reggiano scomparso 25 anni fa all'Heysel. Le iniziative, presentate oggi, sono promosse da Comune e Provincia di Reggio Emilia, "Amici di Claudio" e comitato "Per non dimenticare Heysel", per riscoprire le opere di Zavaroni e per riflettere sulla violenza negli stadi. A 25 anni dai fatti dell'Heysel, dove morì prematuramente il fotografo reggiano Claudio Zavaroni, Comune di Reggio Emilia e Provincia di Reggio Emilia, rendono omaggio al suo lavoro e dedicano alle sue opere una mostra antologica "Claudio Zavaroni, un reggiano per esempio", organizzata nel contesto di Fotografia Europea 2010 in collaborazione con Palazzo Magnani. La ricomposizione dei due binari, la vita di Claudio Zavaroni ed i fatti dell'Heysel, sono le tracce narrative alla base infatti di una serie di iniziative preparate in questo mese su proposta degli Amici di Claudio Zavaroni e del comitato "Per non dimenticare Heysel", che hanno collaborato direttamente alla realizzazione delle diverse iniziative, con il contributo di Progeo, Legacoop di Reggio e Cia. Le iniziative sono state presentate questa mattina da Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, Roberto Ferrari, assessore a Cultura e Pianificazione territoriale della Provincia di Reggio Emilia, Elisabetta Farioli, dirigente programmi culturali e museali del Comune, Sandro Parmigiani, curatore di Palazzo Magnani, Gianni Marconi, portavoce del Comitato Amici di Claudio, e da Enzo Cerlini del Comitato Per Non Dimenticare Heysel. "Questa mostra vuole ricordare Claudio Zavaroni non solo come fotografo di grande qualità ma anche come persona - ha detto il sindaco Delrio - vuole raccontare la sua storia perché è proprio una di quelle storie, straordinarie nella loro ordinarietà, che fanno delta nostra città una comunità. La mostra testimonia infatti il suo impegno civile, il suo essere un reggiano per esempio". "Rendiamo omaggio con questa serie di iniziative a una persona di grande umanità a cui dedichiamo non solo la mostra dei suoi scatti ma anche la palestra dell'istituto Zanelli, la scuola frequentata da Zavaroni - ha aggiunto l'assessore Ferrari - il 22 maggio intitoleremo infatti la palestra della scuola a Claudio insieme ai suoi insegnanti e compagni di classe dell'anno 1975-1976". Fonte: Fotografia Europea 2010 © 4 maggio 2010 (Testo © Fotografia)

Claudio Zavaroni fotografo

La ricerca di Claudio Zavaroni non era puramente fotografica, ma le sue immagini erano intese quale parte costitutiva di un più complesso discorso. I suoi interessi si muovevano sul filo dell’antropologia, dell’indagine sull’uomo e sulla sua vita, e la registrazione fotografica costituiva uno dei mezzi con i quali compiva il suo viaggio intorno all’individuo. Un viaggio che si è snodato nei territori dell’Appennino reggiano, alla ricerca di attività lavorative e di modelli di esistenza ormai in via di scomparsa e dei loro protagonisti. Erano contadini e artigiani, cantastorie dei "Maggi" e musicisti ambulanti, appartenenti ad un mondo che ci suona ormai remoto e l’impressione appare confermata anche dall’età delle persone fotografate. Le immagini, infatti, ci raffigurano anziani ritratti all’interno delle loro case o delle botteghe dove continuavano ad esercitare l’antico mestiere, più per passatempo che per reale necessità, e le riprese sembrano registrare la casualità dei loro gesti e delle collocazioni ambientali. In realtà, i personaggi sono stati fotografati seguendo un’accurata regia, che consente di sottolineare, man mano si passa da un’immagine all’altra, i caratteri dell’ambiente attraverso riprese in campo lungo, oppure di soffermarsi sugli aspetti fisionomici individuali, utilizzando il primo piano, con il palese intento di registrare visivamente il tempo e lo spazio di un racconto al quale sono intenti gli uomini e le donne ritratti. L’altra parte del lavoro di Zavaroni si è appuntata su questo racconto verbale, molto probabilmente da lui registrato, che è stato poi riassunto nella breve didascalia dalla quale le fotografie sono accompagnante. Accanto ad una precisa progettualità, che ha condotto alla scelta di utilizzare un modello abbastanza fisso di ripresa, possiamo cogliere nelle diverse immagini le tracce delle sue conoscenze fotografiche, che tuttavia restano discretamente in sottofondo e lasciano trasparire la volontà di non fare prevalere la personalità del fotografo sulla spontaneità della "recitazione" dei personaggi e, soprattutto, rivelano che a Zavaroni non interessava usare la fotografia per modificare la realtà, ma soltanto per conservarne memoria. Massimo Mussini (Ordinario di Storia dell'Arte) Fonte: Libro "Claudio Zavaroni. Un reggiano per esempio" ©  Novembre 2002 (Testo © Fotografie)

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