Ieri una cerimonia nel quartiere
di San Giuseppe
Novara ha ricordato il tifoso morto
nello stadio di Bruxelles
NOVARA - E' trascorso un anno dalla tragedia
dello stadio Heysel di Bruxelles. Fra i tifosi juventini che in
quel drammatico 29 maggio dell'85 erano andati a Bruxelles per assistere
alla finale della Coppa dei Campioni, c'erano parecchi novaresi.
Uno di questi non fece più ritorno a casa: Mario Spanu. Aveva 41
anni e lavorava all'autogrill Pavesi. Per andare a vedere la partita
aveva cominciato a fare economie da tempo. Al momento della partenza
era felice; aveva salutato
la moglie. Margherita Pizzi, e si era imbarcato sull'aereo assieme
ad un gruppo di amici tutti juventini come lui. Nessuno in quel
momento immaginava che Spanu stesse andando all'appuntamento con
la morte. All'Heysel il gruppo del quale faceva parte Mario Spanu
era andato a sistemarsi nella curva "maledetta", la stessa che prima
ancora dell'inizio del match si era trasformata in un campo di battaglia.
Spanu venne schiacciato dalla folla in fuga e il suo corpo senza
vita rimase lì, sui gradini di cemento, assieme alle decine di altre
vittime. I suoi amici rimasero feriti. Nella confusione cercarono
a lungo Mario Spanu senza trovarne traccia. Intanto a Novara Margherita
Pizzi aveva visto in televisione le immagini agghiaccianti della
tragedia trasmesse in diretta e, in preda ad un terribile presentimento,
si era messa in contatto con la Prefettura. La notizia della morte
del marito le arrivò l'indomani. Ieri tutta Novara era tappezzata
di manifesti commemorativi stampati a cura dei club juventini. Alla
chiesa di San Giuseppe, nel quartiere di residenza della famiglia
Spanu, è stata celebrata una messa in memoria dello scomparso. C'erano
la moglie, i fratelli e tutti gli altri parenti assieme a parecchia
gente commossa. Occhi lucidi di pianto, la vedova di Mario Spanu
ha assistito alla cerimonia. Inutile tentare di avvicinarla, di
sentire qualche sua frase. Ad un anno di distanza la tragedia è
ancora viva nel suo animo, una tragedia resa più terribile dall'assurdità:
è difficile farsi una ragione m.s.
30 maggio 1986
Fonte: La Stampa
© Fotografia:
Travel.fanpage.it
Ieri pomeriggio i funerali in duomo,
presenti migliaia di persone
Novara ha dato l'addio a Mario
vittima di una violenza assurda
di Marcello Sanzo
Scene di disperazione durante il
rito funebre - In prima fila il vicepresidente della Juventus, avvocato
Giordanetti. Aperta una sottoscrizione - L'ultima amara realtà:
la salma, dopo l'autopsia a Bruxelles, non era stata ricomposta.
NOVARA
- L'ultima offesa a Mario Spanu l'avrebbero arrecata le autorità
sanitarie belghe. Non c'è conferma ufficiale perché l'esito dell'autopsia,
eseguita ieri mattina dal medico legale Lodovico Isalberti all'ospedale
Maggiore, è coperto dal segreto istruttorio, ma pare che dopo il
precedente esame necroscopico, eseguito in Belgio, la salma dello
sfortunato sostenitore della Juve, morto allo stadio Heysel, non
sia stata neanche ricomposta. Questo particolare, del quale si parla
già in tutta Novara, ha aumentato lo sdegno e l'amarezza della gente.
Ieri pomeriggio ai funerali di Mario Spanu il duomo era gremito
e molte persone erano rimaste fuori. Parecchi novaresi hanno voluto
dare l'estremo saluto al loro concittadino, vittima dell'assurda
e bestiale furia di quel gruppo di tifosi inglesi che prima dell'inizio
della finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool hanno
trasformato lo stadio di Bruxelles in un vero e proprio campo di
battaglia. In duomo c'erano tutte le massime autorità cittadine,
dal prefetto Santo Corsaro al comandante dei carabinieri colonnello
Rocco Di Monte, dal sindaco Armando Riviera al questore Armino Berardino.
Da Torino è arrivato il vicepresidente della Juventus, avvocato
Giordanetti, assieme ad altri esponenti della società bianconera
e a due giocatori delle formazioni giovanili, che portavano il gagliardetto.
Presenti anche esponenti del Novara Calcio e tutti i responsabili
della locale tifoseria juventina guidati dall'avvocato Alfredo Monteverde,
presidente del club Juventus. Numerose le corone di fiori. Oltre
a quelle di parenti ed amici una era arrivata da Torino dalla società
bianconera e un'altra era del club dei tifosi, il quale aveva fatto
affiggere su tutti i muri della città parecchi manifesti funebri.
Durante la cerimonia, officiata da don Germano Zaccheo, vicario
episcopale di Novara, si sono ripetute le scene di disperazione
dei familiari di Mario Spanu. La vedova del sostenitore juventino,
Margherita Pizzi, appariva prostrata. La donna non riesce a farsi
una ragione della tragedia. Il giorno della partenza del
marito lo aveva salutato facendogli mille raccomandazioni. Non era
contenta del viaggio di Mario Spanu, ma non si era opposta per non
togliergli quell'opportunità alla quale teneva moltissimo. Non poteva
certo immaginare, giovedì scorso, che stava abbracciando il marito
per l'ultima volta. Sabato, assieme ai fratelli di Mario Spanu,
è andata all'aeroporto di Linate ad accogliere il suo uomo che tornava
in una bara. Non potrà mai darsi pace. Ieri mattina, quando, poco
prima dell'autopsia ordinata dal procuratore della Repubblica di
Roma, ha avuto luogo il riconoscimento ufficiale, a Margherita Pizzi
non è stato permesso di vedere il volto del marito. Il pietoso divieto
è stato fatto dai fratelli della vittima per non aggravare il già
precario stato di salute della vedova. Sono stati loro, pertanto,
a procedere all'identificazione della salma. Domenica mattina, alla
Madonna del Bosco ci sarà una Messa in suffragio di Mario Spanu
e delle altre vittime di Bruxelles. L'iniziativa è del club Juventus
di Novara che ha anche aperto una sottoscrizione ("baretto" di via
Omar e bar Passerella di corso Vercelli) in favore delle famiglie
delle vittime.
4 giugno 1985
Fonte: La Stampa
© Fotografia:
Paesionline.it
Duemila novaresi ieri in Duomo
ai funerali di Mario Spanu
Oltraggio alla salma del tifoso
di Marcello Sanzo
Dopo l'autopsia il cadavere non
era stato ricomposto.
NOVARA
- Quando il professor Ludovico Isalberti, medico legale, ha aperto
ieri mattina la bara di Mario Spanu per eseguire l'autopsia ordinata
dalla procura generale di Roma si è accorto che la della vittima
novarese della tragedia di Bruxelles non era stata ricomposta. Chi
in Belgio aveva provveduto al precedente esame necroscopico non
si era evidentemente curato di rimettere a posto in qualche modo
quel corpo straziato. E' stata questa l'ultima offesa subita dallo
sventurato sostenitore della Juve in un paese che dalle testimonianze
di chi ha vissuto la tragica giornata allo stadio Heysel non è stato
nei confronti dei nostri connazionali. Alla moglie dello Spanu non
è stato consentito vedere il cadavere del marito. Si sono opposti
i fratelli della vittima ed è toccato a loro eseguire il riconoscimento
ufficiale. Lo hanno fatto dopo che pietosamente alcuni infermieri
dell'ospedale novarese avevano in qualche modo sistemato la salma.
Non si sa ancora se la procura della Repubblica di Novara, che riceve
entro oggi il referto dell'autopsia promuoverà una azione legale
nei confronti di chi a Bruxelles si è reso responsabile di vilipendio
di cadavere. Il brutale trattamento non è stato riservato solo alla
salma di Mario Spanu. Anche altre vittime dell'Hevsel sono arrivate
in Italia nelle stesse condizioni. Un ultimo sconcertante oltraggio,
acuito dal fatto che in alcuni casi le salme inviate ai paesi d'origine
non corrispondevano a quelle identificate da parenti e amici all'ospedale
militare della capitale belga. Ieri pomeriggio almeno duemila novaresi
hanno gremito il duomo e la piazza antistante, per presenziare ai
funerali di Mario Spanu. Da Torino è arrivato il vice presidente
della Juventus, avv. Giordanetti, accompagnato da altri dirigenti
del sodalizio bianconero e da due giocatori delle formazioni giovanili
che recavano il gagliardetto della squadra. Numerose le corone di
fiori, una delle quali ancora della società torinese. Molti gli
occhi umidi durante la cerimonia officiata dal vicario episcopale
don Germano Zaccheo che ha ricordato la figura dello scomparso,
un uomo pacifico, colpevole solo di amare il calcio e di essere
andato a sostenere la squadra del cuore. Il club Juventus di Novara
ha aperto una sottoscrizione parallela a quella già in corso a Torino
su iniziativa della società bianconera. Lo stesso sodalizio dei
tifosi ha partecipato con un milione di lire. La sottoscrizione
durerà fino a domenica poi il ricavato verrà consegnato ai responsabili
della Juventus che verranno a Novara per presenziare ad una messa
funebre alla chiesa della Madonna del Bosco.
4 giugno 1985
Fonte: Stampa Sera
© Fotografie:
Comuniweb.it
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Trasportata a Novara la salma del novarese morto a Bruxelles
Un'auto carica di dolore ha riportato
Mario a casa
di Marcello Sanzo
Gente in lacrime e scene strazianti
per questa fine assurda - La moglie Margherita Pizzi ha avuto un
malore quando la bara è stata avvolta nella bandiera italiana -
Impiegato all'autogrill della Pavesi aveva risparmiato per il biglietto.
NOVARA
- Scene strazianti ieri all'aeroporto milanese di Linate all'arrivo
dell'aereo militare che trasportava le salme di sette delle vittime
di Bruxelles. I familiari, venuti dalle città di residenza per l'ultimo,
mesto abbraccio ai loro cari, si sono accostati all'aereo militare
stringendosi l'uno all'altro. Quando dal portello sono apparse le
bare è esplosa la disperazione: madri, mogli, chiamavano a gran
voce i figli, i mariti, che avevano visto partire pochi giorni fa
felici di andare ad assistere ad una gara di calcio, di partecipare
ad una festa dello sport e che adesso si trovano allineati nelle
bare davanti all'aereo. Assieme agli altri componenti della folla
straziata dal dolore, della gente in lacrime che era andata ad accogliere
i corpi senza vita dei loro cari, morti nella più atroce delle maniere
e senza alcuna plausibile ragione, c'erano i familiari di Mario
Spanu, stretti attorno a Margherita Pizzi, moglie dello sfortunato
novarese rimasto ucciso nell'allucinante dramma della curva "maledetta".
Una delle tante vittime innocenti della furia omicida dei teppisti
inglesi, responsabili di avere trasformato una festa in tragedia.
A Linate, su un'auto messa a disposizione dalla prefettura erano
andati i quattro fratelli di Mario Spanu. A bordo di un'altra vettura
c'era Margherita Pizzi con la sorella e altri congiunti. Le scene
di disperazione si sono ripetute all'arrivo all'obitorio dell'ospedale
Maggiore dove è stata allestita la camera ardente. L'auto che trasportava
la salma di Mario Spanu è stata scortata dall'uscita dell'autostrada
fino all'ospedale da staffette della polizia urbana e da equipaggi
della squadra mobile. A chiudere il triste corteo c'erano parecchie
auto di parenti ed amici; dietro la bara, la moglie. Ad attendere
la salma all'ingresso dell'obitorio c'erano le massime autorità
cittadine dal prefetto Santo Corsaro al questore Annino Berardino,
al comandante dei carabinieri colonnello Rocco Di Monte, al vicesindaco
Ezio Leonardi. Quando Margherita Pizzi, affranta dal dolore, è scesa
dall'auto ha avuto un malore ed è stato necessario sorreggerla.
L'atmosfera di disperazione ha toccato il culmine quando la bara,
avvolta in una bandiera tricolore, è stata sistemata nella camera
ardente. La moglie di Mario Spanu ha ripetutamente chiamato a gran
voce il marito, poi è crollata svenuta e i parenti hanno dovuto
nuovamente prestarle aiuto. Per lui, impiegato all'autogrill Pavesi,
quello che si stava concedendo era un lusso. Aveva raccolto a lungo
i risparmi per fare il viaggio in aereo assieme ai suoi tre amici
Roberto Molina, Franco Varallo ed Enzo Savino. I biglietti che avevano
trovato erano purtroppo per la curva "Z", quella che doveva trasformarsi
nel teatro della tragedia. Si erano seduti lontano dai sostenitori
del Liverpool e stavano chiacchierando fra loro quando, poco prima
dell'inizio della gara, è scoppiato il finimondo. Dei quattro amici
solo uno ha avuto la fortuna di tornare illeso, Franco Varallo.
Molina e Savino sono ricoverati in ospedale, il quarto, Mario Spanu,
ha perso la vita. I funerali sono stati fissati per lunedì alle
15,45 in duomo. Saranno in molti i novaresi che vi parteciperanno:
tutti qui sono sgomenti per questa tragedia che non ha alcuna spiegazione
logica.
2 giugno 1985
Fonte: La Stampa
© Fotografia:
L'Unità
Oggi è attesa la salma dell'amico che è morto
NOVARA
- Margherita Pizzi, 39 anni, moglie di Mario Spanu, non si dà pace:
martedì scorso aveva visto partire il marito alla volta di Bruxelles
assieme a tre amici, Roberto Molina, Enzo Savino e Franco Varallo,
sostenitori bianconeri come lui. L'atmosfera era festosa, ogni discorso
verteva sulle speranze di conquista della Coppa dei Campioni da
parte della Juventus. Al momento di salutare il suo Mario la signora
Spanu non poteva immaginare che non lo avrebbe più rivisto. Da quando
le hanno telefonato dalla prefettura togliendole anche l'ultimo
filo di speranza. Margherita Pizzi non ha più parlato con nessuno,
neanche con i parenti. Si è chiusa in se stessa, con il grande dolore
nel cuore. Non ha figli, tutta la sua famiglia era il marito e la
sua scomparsa è per questo ancora più straziante. A tentare di darle
conforto, ma inutilmente, ci sono i parenti. Anche una sorella venuta
da Domodossola, dove risiede, e che ha appena superato un terribile
momento: a Bruxelles, nello stadio maledetto, c'era la sua giovane
figlia. Ha saputo che era incolume solo giovedì, quando la ragazza
è tornata a casa. La sorella di Margherita Pizzi ha fatto appena
in tempo a riprendersi dalla grande paura provata per la sorte della
figlia, poi ha saputo della tragica fine del cognato e si è precipitata
a Novara. Fino a ieri sera i familiari di Mario Spanu non sapevano
nulla di preciso circa l'arrivo della salma. Hanno chiesto in prefettura
da dove si sono messi in contatto con l'ambasciata italiana di Bruxelles.
La risposta è stata che verranno avvertiti telefonicamente. Mario
Spanu farà il suo ultimo viaggio, quello di ritorno a Novara, probabilmente
oggi. Assieme alle altre vittime dello stadio belga verrà trasportato
in Italia da un aereo militare. Non è dato sapere dove questo aereo
atterrerà. Non è escluso che faccia tappa proprio a Cameri, base
del 23° stormo. La data dei funerali è ovviamente legata a quella
dell'arrivo. E' probabile, comunque, che l'ultimo saluto a Mario
Spanu Novara lo darà domenica prossima. Oggi su tutti i muri della
città c'è un manifesto funebre preparato dall'amministrazione comunale
nel quale si stigmatizza l'accaduto e si ricorda Mario Spanu, vittima
di un odio che non ha nulla a che spartire con lo sport. In assenza
del sindaco Riviera, a Chalon-sur-Saone per una missione commerciale
nella cittadina francese "gemellata" con Novara, stamani il vicesindaco
Ezio Leonardi va personalmente dalla vedova di Mario Spanu alla
quale esprimerà il cordoglio di tutta la città. "Tutti i novaresi
sono sgomenti per l'assurdo massacro di Bruxelles", ha detto Leonardi,
"e si stringono accanto alla vedova del nostro concittadino condividendone
il dolore". m.s.
1 giugno 1985
Fonte: La Stampa
© Fotografia:
Tiraccontounviaggio.it

Un novarese tra le vittime della tragica sera nello stadio
di Bruxelles, un altro è rimasto ferito
"Ho visto il mio amico morire in
quell'inferno"
di Marcello Sanzo
Mario Spanu, di 41 anni, cuoco
all'autogrill Pavesi, è stato schiacciato nella terribile calca
sotto l'assalto dei tifosi del Liverpool - Roberto Molina, uno dei
compagni di viaggio, si è salvato per miracolo: "Siamo stati letteralmente
travolti, mi mancava l'ossigeno, poi sono uscito strisciando in
quel groviglio di corpi" - Aveva risparmiato per concedersi quel
viaggio.
NOVARA - Morire per una partita di calcio
è assurdo, inconcepibile. Mario Spanu era partito con tre amici
alla volta di Bruxelles per andare a vedere la finale di Coppa dei
campioni fra la squadra del cuore, la Juventus, e il Liverpool.
Per concedersi questo viaggio aveva fatto economia, aveva raccolto
i soldi necessari per prendere l'aereo: una partitissima così importante
valeva per lui qualsiasi sacrificio. Dipendente come cuoco dell'autogrill
Pavesi di Galliate, Mario Spanu aveva 41 anni. Era nato a Perfugas,
in provincia di Sassari, ma viveva a Novara da oltre vent'anni.
Era sposato con Margherita Pizzi, non aveva figli. Abitava in via
Goito (omissis). Assieme a tre amici, come lui sostenitori della
Juve, era partito in aereo per assistere alla finale di Bruxelles.
Dice Roberto Molina, uno del compagni di viaggio dello Spanu: "Ci
eravamo recati allo stadio con grande anticipo, alle 14.30, proprio
per evitare la ressa e prendere posto il più lontano possibile dai
tifosi inglesi. La sera prima eravamo rimasti tappati in albergo
per evitare inconvenienti. Purtroppo tutto ciò non è servito a niente
e per guanto possa sembrare assurdo il povero Mario ha perso la
vita e io stesso sono salvo per miracolo". Roberto Molina era seduto
nella terza fila della gradinata del settore "Z", lo stesso dove
è scoppiata la tragedia. Dietro di lui c'era Mario Spanu e poco
distante gli altri due amici Franco Varallo e Vincenzo Savino. "Siamo
stati letteralmente travolti dalla folla incalzata dai sostenitori
del Liverpool. In un attimo mi sono ritrovato con la gamba destra
bloccata da un corpo. Poi altra gente urlante mi è venuta addosso.
Mi si è annebbiata la vista, non riuscivo più a respirare, sotto
di me c'era qualcuno che non si muoveva più, sopra avevo altri corpi
che mi schiacciavano. Ho creduto
di morire". "Per fortuna", racconta sempre Molina, che è ora ricoverato
alla clinica S. Gaudenzio con una gamba fratturata, "proprio mentre
stavo per morire per mancanza d'ossigeno, la carica degli inglesi
deve essersi placata perché la pressione dei corpi sopra di me è
cessata. Ho ripreso a respirare e sono riuscito a strisciare fuori
da quel terribile groviglio di corpi". Mario Spanu non ha avuto
invece fortuna. Quando la situazione si è normalizzata e i soccorritori
sono riusciti a raggiungere i corpi rimasti esanimi sulle gradinate,
per lui non c'era più niente da fare. La moglie Margherita Pizzi,
39 anni, mercoledì sera si era seduta davanti al televisore per
vedere la gara di Bruxelles. Si è subito resa conto della gravità
degli incidenti che il piccolo schermo mostrava in tutta la loro
crudezza. Quando il telecronista ha cominciato a parlare di vittime
la donna ha avuto un tragico presentimento, ha preso il telefono
e ha chiamato la prefettura chiedendo notizie. Ha saputo della morte
del marito dopo una notte insonne solo ieri mattina attorno alle
8.30 quando in prefettura è arrivato l'elenco ufficiale del morti
di Bruxelles. E' rimasta agghiacciata, distrutta dal dolore, a chiedersi
il "perché".
31 maggio 1985
Fonte: La Stampa
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II novarese Roberto Molina racconta...
"Era dietro di me nella curva maledetta"
di Marcello Sanzo
NOVARA
- "Era seduto dietro di me nella curva maledetta, le sue ginocchia
a contatto con le mie spalle. Un attimo prima parlavamo delle speranze
di successo per la nostra Juve; poi improvvisamente la marea
della folla terrorizzata ci ha travolti e schiacciati. Io sono vivo
per miracolo. Lui purtroppo è morto". Così Roberto Molina racconta
l'esperienza terribile vissuta allo stadio di Bruxelles. Lui se
l'è cavata con una gamba rotta; il suo amico Mario Spanu, invece,
è tra le vittime. Erano partiti in quattro da Novara: Molina, Mario
Spanu, Franco Varallo ed Enzo Savino. Tutti tifosi della Juve, avevano
deciso di assistere, come tanti altri novaresi, alla finale della
Coppa dei Campioni. In auto erano andati fino alla Malpensa. Di
qui, in aereo, avevano poi raggiunto Bruxelles. Allo stadio erano
entrati parecchie ore prima dell'inizio del match proprio per trovare
posto il più lontano possibile dalla zona riservata ai tifosi inglesi.
"La sera prima - racconta Molina - visto quello che stavano combinando
i sostenitori del Liverpool (vetrine spaccate, scontri con la gendarmeria)
non siamo neanche usciti dall'albergo. Tutti e quattro avevamo deciso
di usare la massima prudenza: volevamo goderci la partita e poi
tornare a casa. Purtroppo la prudenza non è bastata". Roberto Molina
stava parlando della partita con Mario Spanu, Franco Varallo ed
Enzo Savino quando è scoppiato il finimondo. "C'erano solo otto
o dieci poliziotti nella zona che separava i tifosi delle due fazioni
- racconta. Quando gli inglesi hanno invaso la zona degli italiani
non c'è stata opposizione da parte della forza pubblica. Noi, che
eravamo vicini al muro che delimitava la curva, siamo stati sommersi
dal fuggi fuggi generale. E' stato un momento allucinante. Ho sentito
Mario gridare ma non ho fatto in tempo a vederlo: la marea umana
mi ha letteralmente coperto e schiacciato contro quelli che si trovavano
nei gradini inferiori". Il racconto di Molina traccia un disegno
nitido della tragedia: "Mi sono ritrovato con la gamba destra bloccata
da un corpo e a mia volta sono stato schiacciato su altra gente
che urlava dal dolore. Ricordo di avere pensato che quello era un
modo ben stupido di morire e c'è stato un momento in cui ho davvero
creduto di essere alla fine. E' stato quando, compresso da una moltitudine
di corpi, non sono più riuscito a respirare. Sono stato sul punto
di svenire ma poi, come per miracolo, la pressione su di me si è
allentata: i tifosi inglesi avevano interrotto la loro carica e
chi si trovava su di me è riuscito a liberarsi. Anch'io, nonostante
il dolore alla gamba, ho potuto strisciare fra i corpi, molti dei
quali senza vita; e sono riuscito a trascinarmi fino alla pista
dove gli infermieri mi hanno prelevato e portato in ospedale". Nel
caos generale, Roberto Molina ha cercato i suoi amici, li ha chiamati
a gran voce. I due sopravvissuti, Varallo e Savino, a loro volta
cercavano fra i feriti, ma senza successo. Mario
Spanu, 41 anni, originario di Sassari, dipendente dell'Autogrill
Pavesi di Novara, era invece rimasto per terra senza vita. Il suo
corpo, con quello delle altre vittime dell'assurda tragedia, è stato
portato all'obitorio. Da qui, oggi dopo l'autopsia, verrà riportato
a Novara. La moglie, Margherita Pizzi, ha avuto un tragico presentimento
mercoledì sera, nel momento in cui la televisione ha mostrato le
crude immagini da Bruxelles. Quando il cronista ha cominciato a
parlare di vittime, la donna si è precipitata al telefono e si è
messa in contatto con la prefettura. Ma fino a notte non c'era l'elenco
delle vittime e alle allarmate domande della Pizzi non poteva essere
data risposta. La tragica notizia è arrivata ieri mattina all'ennesima
telefonata della donna: "Sì, purtroppo Mario Spanu figura nell'elenco
ufficiale delle vittime fornito dal ministero degli Esteri".
31 maggio 1985
Fonte: Stampa Sera
© Fotografia:
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C'è un novarese
NOVARA - C'è un novarese fra le vittime
della tragedia di Bruxelles. E' Mario Spanu, 41 anni, sposato. Abitava
in via Goito. La moglie ha saputo della morte del marito solo stamattina:
ha telefonato alle 8.30 in prefettura, dove nella nottata era arrivato
un primo elenco ufficiale delle vittime dal ministero degli Esteri.
Quando ha saputo che in quella triste lista c'era Mario Spanu, la
donna è scoppiata in lacrime. Poi ha chiesto notizie del giovane
nipote, Vincenzo Savino, che era partito assieme al marito. L'unica
cosa che in prefettura hanno potuto dirle è che questo nome non
figura nell'elenco delle vittime. m. s.
30 maggio 1985
Fonte: Stampa Sera
© Fotografie:
Stampa Sera
- Sardegnaversounesco.org
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