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Giardini Santuario "Madonna delle Grazie", Cherasco
16.04.2016 |
31° Anniversario della Strage dello Stadio
Heysel |
Inaugurazione del Monumento in Memoria delle
39 Vittime dell'Heysel |
Cerimonia a Cura del Comune di Cherasco
e Ass.
"Quelli di... Via Filadelfia" |
Con la Partecipazione della Juventus Footbal
Club |
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L’iniziativa è di Paolo Monchio e Marco Bogetti
Omaggio di Cherasco ai morti
dell’ "Heysel"
di Luigi Impagnatiello
L’inaugurazione del significativo
monumento dà il "la" ai ricordi di Beppe Franzo che quel 29
maggio 1985 era a Bruxelles.
Tre gradini di pietra a simboleggiare
gli spalti di uno stadio; alle loro spalle la sagoma imponente
e sobria del santuario della Madonna delle Grazie, a voler sottolineare
la dimensione spirituale e commemorativa; davanti, invece, l’affaccio
su Bra e sul "resto del mondo", perché la memoria di un dramma
non ha confini di spazio e di tempo. È questo il monumento in
memoria delle 39 vittime dello stadio "Heysel" di Bruxelles
inaugurato sabato 16 aprile a Cherasco, al culmine di una composta
e sentita cerimonia. Cosa accadde 31 anni fa è tristemente noto;
ma sull’opera appena scoperta è scolpita la frase "Nessuno muore
veramente se vive nei ricordi di chi resta, per sempre". Ed
è stato proprio questo lo spirito che ha indotto due appassionati
juventini della "città delle paci", Paolo Monchio e Marco Bogetti,
a fissare nella pietra il ricordo di quel dramma. Grazie all’autorizzazione
dell’Amministrazione civica, al prezioso ed esclusivo contributo
economico di alcuni privati e all’incondizionato sostegno dell’associazione
"Quelli di... via Filadelfia", adesso c’è una prova tangibile
della "rimembranza" di quei drammatici accadimenti, una testimonianza
rivolta soprattutto ai giovani. A margine di questo avvenimento,
"IDEA" ha incontrato Beppe Franzo per l’intervista di queste
pagine. Torinese, cinquantenne, è stato uno dei trascinatori
della curva "Filadelfia" negli anni Ottanta e ora rappresenta
una delle voci più ascoltate nel panorama del tifo bianconero,
proprio grazie a "Quelli di... via Filadelfia", di cui è presidente.
Lui, in Belgio, alla finalissima di quella tragica Coppa dei
campioni fra Juventus e Liverpool, il 29 maggio 1985, c’era
e da quel momento ha portato e porta tuttora avanti una battaglia,
nel segno della civiltà e della determinazione nel ricordo.
Beppe Franzo, parlando dell’"Heysel",
si ricorre spesso al "Non dimenticare". Ma, se non si dimentica,
qualcuno si è mostrato "distratto" ?
"Il dovere della memoria, per i tanti
che erano a Bruxelles, lo sentiamo dentro. Avremmo potuto rimuoverla,
considerare l’evento una brutta pagina del passato, e nessuno
avrebbe chiesto spiegazioni. Ma impegnarsi a rendere onore a
39 vittime innocenti è non solo un atto dovuto, bensì una scelta
a supporto della veridicità storica. Oltre ai parenti, molti
dei quali raccolti nell’associazione "Famigliari vittime ‘Heysel",
in tanti si prodigano nel tramandare la memoria. La "sala della
memoria Heysel" è un punto di riferimento per chi desideri ragguagli
e poi vi sono le iniziative del comitato "Non dimenticare Heysel",
creato attorno al monumento di Reggio Emilia, e del Nucleo 1985
che ha promosso una mostra fotografica itinerante per il trentennale
e un docufilm messo in circolazione su supporto "pen drive".
Un ricordo venuto purtroppo a mancare è quello dell’ex dirigenza
Boniperti che ha steso una coltre di silenzio su quei morti.
Avendo avuto modo di parlargli, so che non è insensibile sull’argomento
e che ha dentro un peso, ma il silenzio societario ha rischiato
di far cadere nel dimenticatoio la memoria dell’ Heysel, per
fortuna rivitalizzata grazie alla nuova Presidenza e al suo
"staff" dirigenziale".
Che ricordi conserva di quella
terribile serata ?
"Quando entrai sulla pista d’atletica
e arrivai al settore Z, vidi dei piedi nudi che fuoriuscivano
da una bandiera juventina. Ma, seppure sapessi dei morti, la
drammaticità dell’accaduto mi fu chiara al rientro in Italia,
quando vidi i drammatici filmati e le foto, molte delle quali
scattate da Salvatore Giglio. Sapevamo, prima di partire, che
ci saremmo potuti trovare di fronte ai barbari inglesi, ma un
conto era se ad affrontarli fosse stata gente come noi "ultras",
un altro se, com’è accaduto, si trattasse di famiglie, donne,
anziani e bambini. Se il Governo belga, le forze di polizia
e l’Uefa, principale responsabile per negligenza, avessero usato
più attenzione, non sarebbe accaduto".

Senza telefonini e senza la
percezione in tempo reale di quanto accadeva, come visse quelle
ore un "leader" della curva ?
"Presi un megafono e, con altri, sotto
il nostro settore, spiegai che c’erano dei morti, italiani,
ma neanch’io immaginavo quanti. La gente ci urlava di uscire,
perché altrimenti non si sarebbe potuto giocare. L’incontro
non si doveva più disputare e cercammo di tenere la posizione,
per evitare che la partita iniziasse. Lo dicemmo ai giocatori,
quando vennero a parlarci. Ritornarono negli spogliatoi indecisi
su cosa fare. La Juve fu obbligata a giocare, perché la partita
servì a prendere tempo e a organizzare lo sfollamento. Ma si
dovevano evitare la coppa alzata al cielo a Caselle e i caroselli
in città".
Per ricordare l’"Heysel" serve
un ulteriore salto di qualità ?
"Per il ventinovesimo anniversario
mi resi conto che occorreva preparare il trentennale. Il compito
era arduo: per dar vita a un progetto unitario occorreva far
dialogare persone e parti che sulla questione si erano scontrate.
Grazie a una mozione politicamente "bipartisan", si è dato vita
alla "Giornata della memoria per le vittime dell’Heysel e di
ogni manifestazione sportiva" e organizzai una conferenza, invitando
più testimoni e una delegazione della società bianconera. L’anno
scorso l’evento lasciò spazio alla Messa fatta celebrare alla
Gran Madre dalla Juventus. Andai a rendere omaggio alle vittime
in quel triste luogo, oggi stadio "Re Baldovino", e constatai
la commozione di Sergio Brio che, deponendo i fiori al monumento
dedicato a quei morti riscattò il gesto insulso di alzare quella
coppa maledetta nel cielo. Quest’anno la celebrazione avverrà
il 27 maggio presso la sala delle colonne in piazza Palazzo
di città a Torino. Dopo la proiezione di "Non dimenticare Heysel’",
gli amici russi dello Spartak Mosca, tra cui dei reduci del
disastro del "Lužniki" (1982), racconteranno la loro triste
esperienza: due tragedie "gemelle" soprattutto per le responsabilità
appurate in seguito".
È possibile un percorso di
memoria condivisa, in cui simili tragedie siano patrimonio di
tutti ?
"Sono passati 31 anni, ma l’"Heysel"
non è ancora stato metabolizzato dal calcio. In nome dell’odio
contro la Juve, le tifoserie avversarie spesso sbandierano il
motto "39". L’offesa ai morti è purtroppo presente anche a Torino.
Non passa "derby" in cui "Heysel" e Superga non siano usati
per pura offesa. Qualcosa è stato fatto, con striscioni in curva
juventina in onore dei caduti di Superga e l’impegno del museo
"Grande Torino" che ha dato vita a mostre come "Settanta angeli
sotto un unico cielo: Heysel’ e Superga" e "Capitani coraggiosi",
in omaggio a Ferrini e Scirea, oltre alla partecipazione alle
manifestazioni commemorative dell’"Heysel". Un patto tra le
tifoserie juventina e granata che veda artefici i gruppi "ultras"
è la strada da intraprendere per affermare il dovuto rispetto
per quelle tragedie".
28 aprile 2016
Fonte: IDEA (Settimanale Provincia
di Cuneo)

La Mole della Memoria
di Domenico Laudadio
Sabato 16 aprile 2016 la solenne
e commovente inaugurazione del monumento alle vittime dell’Heysel
desiderato, progettato e realizzato dall’associazione "Quelli
di… via Filadelfia" assieme al Comune di Cherasco. Fra i cittadini
e i tifosi numerosamente presenti: il Sindaco Claudio Bogetti
e le autorità locali, l'Europarlamentare Alberto Cirio, l’"Associazione
fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel", il Presidente del
"J-Museum" Paolo Garimberti e Domenico Beccaria, presidente
dell’"Associazione Memoria Storica Granata" in rappresentanza
del Museo del Grande Torino.
"+
39 Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta, per
sempre" recita la giovane pietra del monumento di Cherasco che
lo urlerà ai posteri casomai riscendesse ancora quella coltre
d’oblio nel sottofondo di un silenzio contagiosamente opprimente
durato almeno due decenni e un lustro… In prima battuta per
merito d’un pugno di "arditi", ma gradualmente sempre più di
tanti sensibili alla materia, il vento dell’Heysel, da qualche
tempo benevolmente a favore, ha soffiato gagliardo sbancando
quelle nubi che offuscavano plurime e dense la sua memoria umiliata
dal pudore di atavici sensi di colpa, dagli egoismi di un cimelio
nato già orfano della vittoria e ripudiato dallo sport, dalla
routine polverosa che conduce il cervello all’ammasso nel dimenticatoio
quando carcera la storia e la ragione. Oggi indiscutibilmente
è in campo la sinergia proficua e dignitosa di eterogenee realtà
associative e individuali aggreganti della Memoria. Se ne fa
comunione condividendone il pane raffermo del ricordo e il suo
calice amaro ancora traboccante di dolore, diffondendo sensibilmente
a tutti quel sentimento sincero che ispira artisti, smuove coscienze
e spinge amministrazioni comunali alla creazione di opere pubbliche
dedicate alla tragedia. E’ proprio quanto la pregevole Associazione
Culturale (no profit) "Quelli di…via Filadelfia", fondata ed
elegantemente presieduta da Beppe Franzo (A Bruxelles giovane
ultrà bianconero e testimone oculare della strage) si prefigge
come fine statutario: "di preservare la storia e la memoria
del tifo juventino ed a tal fine la Memorialistica dell'Heysel".
Argomento e non da oggi molto a cuore di Franzo e sposato
unanimemente dall’Associazione, il quale si prodiga ogni anno
all'organizzazione con il patrocinio del Comune di Torino della
"Giornata della Memoria in ricordo delle 39 vittime dell'Heysel
e di ogni forma di violenza in ambito sportivo". La progettazione
del monumento, invece, è stata curata dal grafico Gianni Valle
(già autore dei loghi di saladellamemoriaheysel.it e del sito
ufficiale dell’Associazione dei familiari delle vittime) che
a mio parere ha creato più che un contenuto un contenitore...
Mi spiego meglio: la struttura è nella fattispecie una vera
e propria gradinata che rievoca il settore Z dove si consumò
l’eccidio del 29 maggio 1985. Ad occhio mi ha fatto subito venire
in mente la scalinata-ossario del sacrario di Redipuglia che
riguarda ben altre guerre e certamente più tradizionali, in
cui l’offesa e la difesa per lo meno giocarono ad armi quasi
pari. Mi è molto piaciuta l’idea di questo spazio monumentale
autenticamente vivibile che può accogliere i visitatori facendone
un naturale prolungamento geometrico e finalizzando il suo sviluppo
etico. A tale proposito ho raccolto, pur in disaccordo, anche
le critiche di quanti si attendevano una struttura più compatta,
quindi meno dispersiva negli spazi e molto più tradizionale,
magari antropomorfica. Ma al di là del gusto personale e della
libertà di fuga delle idee in fatto di arte, credo sia stata
compiuta un’opera di grande valore simbolico e spirituale, in
barba all’estetica fine a se stessa di una creatura autoreferenziale.
Infatti, proprio il Sindaco di Cherasco, Claudio Bogetti, ha
ribadito come questo monumento non fosse una mera celebrazione
di tifosi juventini, ma "un simbolo, un ricordo, ma anche un
monito affinché questi tragici episodi non debbano più verificarsi.
Un monumento di tutti, perché in quello stadio poteva esserci
chiunque di noi, tifoso di qualsiasi squadra… Volto soprattutto
ai giovani affinché siano consapevoli di ciò che è successo
e delle tragiche conseguenze di comportamenti sbagliati".

E’ notizia appena di qualche ora fa
che in occasione della "Giornata della memoria" a Torino il
27 maggio 2016 sulla Mole Antonelliana sarà proiettata l’immagine
+39, sdoganato emblema della ritrovata Memoria e del dovuto
sacro rispetto. C’è da fare un lungo plauso anche alla società
bianconera che dall’avvento alla Presidenza di Andrea Agnelli
sta finalmente interagendo con la tifoseria organizzata e le
associazioni riguardo ai fatti di Heysel. Anche con i tanto
vituperati Ultras della Juve, qualcuno dice a torto, altri solonicamente
a ragione… Ma devo dire molto onestamente per quanto mi riguarda
sull’argomento che detesto tutti i cori di scherno alle altre
squadre (Sul tema: Superga, vulcani ed ebrei sono tragedie cruente
e disgraziate come l’Heysel) che ci pongono in grave e puerile
contraddizione proprio con il rispetto sacrosanto e dovuto richiesto
alle altre tifoserie per la strage di Bruxelles. Badate bene
sono gli stessi che operano il bene sociale facendo in segreto
collette generose per casi di grande umanità... Così come sono
altrettanto consapevole che di questa mia esternazione tutt’altro
che ruffiana non se ne faranno un cruccio. Indubbiamente, secondo
me, a parte i familiari e pochissimi altri, loro sono stati
gli unici in trent’anni a non averli MAI dimenticati. Tocca
coglierne il frutto, magari qualcuno anche il colpo incassare…
Invece, all’Associazione "Quelli di… via Filadelfia", per conto
mio posso soltanto dire con riconoscenza 39 volte GRAZIE.
27 aprile 2016
Fonte: Giùlemanidallajuve.com
Fonte Fotografia Mole: Wikimedia.org
Banner Bandierine: Gianni Valle

Sabato 16 aprile 2016 - Inaugurazione monumento alla
memoria delle 39 vittime dell’Heysel
Cherasco: noi c’eravamo
di Cinzia Fresia
Non poteva che essere una splendida
giornata, questo 16 di Aprile 2016, un giorno che rimarrà nella
memoria storica di Cherasco, un comune piemontese ricco di arte
e cultura situato alle porte delle Langhe. In questa data è
stato inaugurato il "giardino della Madonnina" un’area verde
donata dalle famiglie Bonfante-Cravero, al cui interno è stato
collocato il monumento dedicato alla memoria delle 39 vittime
dell’Heysel. Il memoriale è frutto di un’intensa collaborazione
tra l’associazione "Quelli di Via Filadelfia" e il Comune di
Cherasco. Come sottolineato dal sindaco durante la cerimonia,
il monumento è in ricordo di quelle persone che hanno trovato
la morte in un momento che doveva essere di festa e che questo
episodio non deve ripetersi mai più. Una giornata ricca di emozioni
e molto commovente, quando si parla di Heysel per noi Juventini
è sempre un colpo al cuore, una ferita che non si rimargina,
anche se non colpiti direttamente, c’è un frammento di tutti
noi in queste 39 vittime, qualcosa che ci lega ma che altrettanto
ci fa soffrire, e nonostante il tempo che passa, la sofferenza
resta. Il monumento di Cherasco, perfettamente inserito in quel
contesto urbano, è un invito a vivere le passioni sportive in
pace e fraternità. Presenti oltre le autorità del Comune, la
delegazione dello Juventus Club, l’euro parlamentare Alberto
Cirio, il quale si è impegnato a proporre un’iniziativa per
ricordare ogni anno le vittime a Bruxelles, luogo del dramma,
l’associazione "Quelli di Via Filadelfia" e Domenico Beccaria,
Presidente del museo Grande Torino, il comitato "per non dimenticare
Heysel-Reggio Emilia", alcune vittime e parenti, e tanti tra
tifosi e appassionati di calcio. Ammirevole l’intervento e di
conseguenza l’impegno di Domenico Beccaria, determinato nel
suo intento di promuovere la convivenza e pacificazione tra
le tifoserie di Juve e Toro, ci crede... E si vede e tutto questo
lo nobilita agli occhi di tutti. Il giardino e il monumento
sono stati benedetti dal parroco Don Angelo Conterno e, in chiusura,
i ragazzi della Cheraschese, Benarzole calcio, Ac Bra e Roterese
1975″ hanno deposto un fiore sul memoriale, uno per ogni vittima.
Ma dopo tante emozioni e un pizzico di tristezza, ci siamo rilassati
pranzando tutti insieme, è stata l’occasione per poter rivedere
e stare un po’ insieme a dei vecchi amici, anche Domenico Beccaria
si è fermato intrattenendosi con noi, e da questa disponibilità
che abbiamo compreso che se si vuole, "si può fare", cioè si
può stare bene insieme. Tanti complimenti a tutti per l’organizzazione
di questa giornata arricchita anche dalla mostra fotografica
che documenta la tragedia dell’Heysel in occasione della finale
di Coppa dei Campioni, tra Juventus e Liverpool, un grazie al
Sindaco, alla giunta e alla cittadina di Cherasco, che si è
mostrata sensibile verso questo argomento.
22 aprile 2016
Fonte: Ilblogdialessandromagno.it

Inaugurato il monumento alle vittime dello stadio Heysel
di Cristiano Lanzardo
CHERASCO "Nessuno muore veramente se
vive nel cuore di chi resta, per sempre": queste le parole incise
sul monumento dedicato alle vittime dello stadio Heysel e inaugurato
sabato scorso a Cherasco. Per il sindaco Claudio Bogetti: "Ricordare
queste trentanove vittime è un gesto nobile, anche come monito
affinché queste tragedie, quando si va allo stadio, non capitino
più". "Prendiamo l’impegno perché questa tragedia non venga
dimenticata", aggiunge l’europarlamentare Alberto Cirio che
proporrà un’iniziativa per ricordare annualmente le vittime
proprio a Bruxelles, luogo del dramma e sede dell’Unione europea.
Una pagina scomoda, quasi rimossa sino a poco tempo fa, ricorda
Beppe Franzo dell’associazione "Quelli di via Filadelfia": "Cherasco
in quel lontano 1985 non ha pianto vittime all’Heysel, c’erano
però diversi cheraschesi, presenti anche in Curva Z, ma per
loro fortuna si salvarono". Andrea Lorentini, presidente dell’associazione
"Famigliari vittime dell’Heysel": "È un altro tassello nel percorso
di memoria, complicato e spesso pieno di ostacoli, ma con l’aiuto
di tutti possiamo portarlo a termine". In rappresentanza della
Juventus Fc è intervenuto Paolo Garimberti, membro del consiglio
d’amministrazione nonché presidente del Juventus museum: "Per
noi Juventus rimarrà una ferita aperta, non possiamo e non vogliamo
dimenticare. Lo Juventus stadium è una risposta alla sicurezza,
l’unica purtroppo ancora in Italia, ha richiesto sforzo che
però ci ha ripagato". Domenico Beccaria del museo "Grande Torino"
ha accolto con piacere l’invito a partecipare: "Ai bambini abbiamo
il grande dovere d’insegnare loro che il calcio serve ad affratellare
e non dividere. In campo si da tutto il possibile, ma a fine
partita ci si stringe la mano". Il parroco don Angelo Conterno
ha benedetto il giardino annesso e il monumento: "Un giardino
da accudire e custodire per aiutarci a lodare Dio, in un luogo
caro ai cheraschesi tra il santuario mariano e la "Madonnina".
I ragazzi di Cheraschese, Benarzole calcio, Ac Bra e Roretese
1975 hanno al termine deposto un fiore sul memoriale, uno per
ogni vittima.
20 aprile 2015
Fonte: Gazzettadalba.it
© Fotografia: LA PRESSE

Cherasco, intitolato un monumento alle 39 vittime dell'Heysel
Sabato scorso la Città di Cherasco
si è resa protagonista di una splendida iniziativa, intitolando
un monumento alle 39 vittime dell'Heysel, a distanza di 31 anni
dall'accaduto. Nata da un'idea dell'Associazione "Quelli di
via Filadelfia" ha subito trovato il pieno appoggio da parte
delle istituzioni comunali. Hanno partecipato all'evento anche
il Presidente dello Juventus Stadium Paolo Garimberti, il Presidente
del museo "Grande Torino" Domenico Beccaria e l'Europarlamentare
Alberto Cirio. A rappresentare il nostro territorio c'era anche
il Panathlon Club Langhe e Roero, con le sue più alte cariche,
il Presidente Guglielmoni e il Vice Presidente Passone. "Questo
evento si pone al di sopra di ogni appartenenza a qualsivoglia
tifoseria" - ha dichiarato l'avvocato Maria Cristina Guglielmoni
- "il nostro Club ha voluto essere presente a Cherasco per ricordare
le vittime di trent'anni fa a Bruxelles e per ribadire il fermo
credo del Panathlon International nel suo motto "Ludis Jungit"
(il gioco unisce, ndr)". Si è rifatto ai principi fondanti del
Panathlon anche Carlo Passone: "Noi abbiamo pensato di poter
contribuire, con la nostra presenza, a testimoniare che l’impegno
del Panathlon, finalizzato alla promozione dell’attività sportiva
giovanile e del fair play nella pratica dello sport, è volto
a evitare che altri Heysel possano ancora macchiare le coscienze
della nostra società". Ci sono state parole al miele - e non
potrebbe essere altrimenti - anche da parte del Presidente del
Museo Grande Torino, che di fronte alla tragedia ha ovviamente
messo da parte il credo calcistico e la bandiera granata, per
un messaggio di fratellanza capace di superare le barriere del
tifo.
19 Aprile 2016
Fonte: Langheroeromonferrato.net
© Fotografia: LA PRESSE
Il ricordo delle vittime dell’Heysel
continuerà a vivere a Cherasco
di Andrea Decorato
Proprio nella cittadina, in provincia
di Cuneo, è stato eretto il primo monumento per commemorare
i trentanove tifosi della Juventus che persero la vita in quel
tragico 29 Maggio 1985, giorno in cui le due squadre si contesero,
in finale, la Coppa dei Campioni, poi vinta dai bianconeri con
il punteggio di 1-0. Sulla parte inferiore del monumento si
legge la seguente frase: "Nessuno muore veramente se vive nel
cuore di chi resta, per sempre". Dedica ovviamente rivolta a
chi, in quella maledetta serata di Bruxelles, rimase schiacciato
dalle macerie, giovani e anziani, uomini e bambini, che hanno
lasciato famiglie che ancora oggi soffrono per la loro morte.
Ed è proprio l’associazione "Famigliari delle vittime dell’Heysel"
che, insieme al sindaco di Cherasco e a una delegazione di rappresentanti
della Juventus, ha inaugurato la struttura, che è stata già
visitata da alcuni tifosi e sarà sicuramente meta di pellegrinaggio
per molti supporter bianconeri e, chissà, anche del Liverpool.
18 aprile 2016
Fonte: Mole24.it

Cherasco ricorda l'Heysel
Il monumento inaugurato alla
presenza del Presidente del J-Museum Paolo Garimberti
Un simbolo, che ricordi per sempre
le vittime dell'Heysel, e un monito per far sì che simili tragedie
non accadano mai più: è il monumento inaugurato oggi a Cherasco,
in memoria delle 39 persone scomparse il 29 maggio 1985 a Bruxelles.
"+ 39 Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta,
per sempre" è la scritta scolpita sull'opera, voluta e realizzata
dall’associazione "Quelli di via Filadelfia", che sostiene la
Fondazione per la Ricerca sui Tumori dell’Apparato Muscoloscheletrico
e Rari Onlus. I rappresentanti dell'associazione hanno partecipato
alla cerimonia di inaugurazione, insieme ai membri dell'"Associazione
fra i Familiari Vittime dell'Heysel", alle autorità locali e
al Presidente del J-Museum Paolo Garimberti.
16 aprile 2016
Fonte: Juventus.com
© Fotografia: LA PRESSE
A Cherasco il monumento per
le vittime dello stadio Heysel
di Marisa Quaglia
Fra i tanti ospiti all’inaugurazione
dell’opera dedicata ai 39 morti allo stadio di Bruxelles nel
1985 anche il presidente dello Juventus Museum Paolo Garimberti.
Doppia
inaugurazione questa mattina (sabato 16 aprile) nella Città
delle Paci. Dietro il santuario della Madonna del Rosario è
stato aperto il nuovo giardino della "Madonnina", un’area verde
frutto di una donazione delle famiglie Cravero e Bonfante, realizzata
dalla Omg Scavi di Verduno. "Un bel biglietto da visita all’ingresso
in città - ha commentato il sindaco Claudio Bogetti - in una
zona panoramica, i Bastioni. Una passeggiata che guarda verso
il suggestivo paesaggio di Langa". Nel nuovo giardino è stato
inaugurato il monumento alle vittime dell’Heysel, voluto dall’associazione
"Quelli di via Filadelfia" in collaborazione con il Comune,
a ricordo delle 39 persone morte nello stadio di Bruxelles il
29 maggio 1985. "Non un monumento alla Juventus - ha commentato
il primo cittadino - ma un ricordo di persone che erano andate
in Belgio seguendo la squadra del cuore, per una serata di sano
sport e divertimento e hanno trovato l’inferno e la morte". "NON
DIMENTICHIAMO QUELLA TRAGEDIA" Presenti alla cerimonia tanti
tifosi e club bianconeri, Paolo Garimberti, presidente dello
Juventus Museum, Andrea Lorentini, giovane presidente dell’associazione
Vittime di Heysel e Domenico Beccaria, presidente del Museo
Grande Torino. C’era anche l’eurodeputato Alberto Cirio: "Non
dobbiamo dimenticare quello che successe trent’anni fa a Bruxelles.
Dobbiamo trarne insegnamento. Purtroppo la sicurezza in Belgio
già allora aveva mostrato le sue lacune e le ha dimostrate non
molto tempo fa. Che si parli di stadio o di altro il problema
sicurezza deve essere argomento all’ordine del giorno per tutti,
a tutti i livelli". Dopo aver tolto il telo dal monumento che
fa bella mostra nel giardino, i piccoli calciatori della Cheraschese
e di altre società sportive del territorio hanno posato ai piedi
della scalinata 39 rose: una per ogni vittima di quella tragica
serata del 1985.
16 aprile 2016
Fonte: La Stampa

Inaugurato a Cherasco monumento in memoria dei caduti
dell’Heysel
di Marco Edoardo Sanfelici
Cherasco (CN), cittadinanza devotissima
alla Madonna delle Grazie, ha dedicato spazio nei nuovi giardini
di fronte al santuario ad un monumento ai caduti dell’Heysel:
che sia di monito perché non si verifichino più tragedie di
tale entità e di educazione ai più giovani affinché siano veicolo
di utilizzo corretto dello sport. Sono intervenute le autorità,
dal sindaco Bogetti, a parlamentari europei, dal presidente
dello JMuseum Paolo Garimberti al rappresentante dell’Associazione
"Quelli di via Filadelfia 88" Beppe Franzo. Una gradita presenza
è stata quella di Domenico Beccaria, presidente del Museo "Grande
Torino", instancabile fautore di una condivisione cittadina
ed unitaria delle tragedie di Superga e dell’Heysel. Presenti
i gonfaloni del Comune di Cherasco e della società Juventus,
retto da Eugenio Isola, dirigente accompagnatore e responsabile
dei ragazzi addetti alla gestione dei palloni di gioco allo
Juventus Stadium. Era presente anche Andrea Lorentini, presidente
dell’associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel, che
ha partecipato con un intervento poco prima dello scoprimento
del monumento, su cui è stato riportato un motto coinvolgente
dal punto emotivo (Nessuno muore veramente se vive nel cuore
di chi resta, per sempre), che è avvenuto per mano di vecchi
ultras della curva Filadelfia e di reduci da quella notte terribile.
I ragazzini delle scuole calcio della Cheraschese, Bra e Narzolese
(cittadine limitrofe) hanno sfilato in divisa da gioco, deponendo
39 rose sul basamento del simulacro, sollevando un momento di
intensi applausi e di commozione diffusa. Il tutto alla presenza
di oltre un migliaio di persone. Una mostra fotografica accompagnava
chi arrivava sul luogo, scartando le immagini melense e dimostrando
anche scatti inediti, di assoluto impatto. L’associazione "Quelli
di… via Filadelfia" ha colto l’occasione, tramite Beppe Franzo,
di rendere note le iniziative benefiche che ha in atto, prima
tra tutte un aiuto molto tangibile al reparto di ricostruzione
articolare, dopo operazioni di carattere oncologico e ricompositivo,
del C.T.O. di TORINO. Un grande encomio all’amministrazione
del Comune di Cherasco, forze dell’Ordine e Polizia Municipale
per la discreta presenza. Il senso di tutto ciò è volere mantenere
desta la memoria e non abbassare la guardia di fronte ai tentativi
di buttare tutto nell’oblio. Alberto Cirio, parlamentare intervenuto
quest’oggi, il 30 di maggio prossimo guiderà una delegazione
di juventini al parlamento europeo, per ottenere una giornata
europea di memoria sull’Heysel, contro il tentativo di dimenticare
da parte delle autorità belghe. Altra iniziativa degna di nota
è quella di tantissime persone che a Torino si stanno attivando
per convincere l’amministrazione comunale ad illuminare la Mole
il 29 maggio con la scritta "+39 RESPECT".
16 aprile 2016
Fonte: Spazioj.it
© Fotografia: LA PRESSE

"Giornata memorabile, non per noi, ma per la Memoria di quelle
39 Vittime Innocenti dell'Heysel, i nostri 39 Angeli. Un altro
importante passo è stato fatto: per la Memoria storica, per
i Famigliari, per tutti i tifosi, bianconeri sopra di tutti,
che si sono battuti per ottenere tutto ciò. Grazie a tutti,
anche se basterebbe dire grazie all'Associazione "Quelli di
... Via Filadelfia" che, non essendo un club o un gruppo, rappresenta,
nel contesto associativo, un tutt'uno, un insieme di gruppi,
club, tifosi, che hanno come finalità la storia del tifo juventino:
di ieri, oggi, domani. Quei 39 Angeli sono parte integrante
della nostra Storia".
16 aprile 2016
Beppe Franzo (Pres.
Associazione "Quelli di... via Filadelfia")
Grazie, non solo per quello che avete fatto… ma per avermi fatto
sentire che valeva la pena farlo per noi tutti. Con affetto
di Cuore a tutti voi Fratelli Juventini e in particolare al
nostro Grande Beppe Franzo autore di una bella opera. In Francese
un "Grand Merci" qui vient vraiment du fond de mon coeur".
Respectueusement et bien à vous Tous. Sempre "Fino alla
Fine". À très bientôt.
16 aprile 2016
Raphael De Santis (Heysel Association-Paris-France)

Cherasco ricorda i caduti dell'Heysel con un monumento
Sarà inaugurato sabato 16 aprile,
l'unico memoriale della strage presente in Piemonte
Un’ulteriore lodevole iniziativa per
la città delle Paci. Sabato 16 aprile a partire dalle ore 10
nei giardini adiacenti la Cappella della "Madonnina delle Grazie"
si svolgerà l’inaugurazione del primo monumento eretto in Piemonte
in memoria delle 39 vittime della tragedia dello stadio Heysel
del 1985 a Bruxelles, durante la finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool. Trattandosi di un'iniziativa "super
partes" e senza connotazioni di tifo o di colori, bensì voluta
e creata per sensibilizzare le nuove generazioni su ciò che
generò la violenza nel calcio, parteciperanno i dirigenti e
i ragazzi delle squadre giovanili dell’A.S.D. Cheraschese 1904,
così come rappresentanti e delegazioni di molte altre società
sportive della provincia di Cuneo. E’ certa la partecipazione
di alcuni rappresentanti della F.C. Juventus così come dell’associazione
"Famigliari delle Vittime dell’Heysel" e molti amministratori
e autorità del territorio.
Questo il programma:
- Ore 10: apertura sotto i
portici di "Palazzo Mantica", Via Vittorio Emanuele (o giardini
sotto l’arco) della Mostra fotografica "Per non dimenticare
Heysel"(curata dal "NUCLEO 1985")
- Ore 11: ritrovo nei giardini
del Santuario "Madonna delle Grazie" (Madonnina) di Cherasco,
nelle vicinanze del Monumento ai caduti
- Ore 11.30: inaugurazione
del Monumento dedicato alle "Vittime dell’Heysel", realizzato
nell’area adiacente, con interventi a cura delle Autorità locali
e Associazioni invitate
- Ore 12: benedizione del Monumento
officiata dal Parroco della città Don Angelo Conterno
- Ore 12.30: aperitivo e rinfresco
- Ore 20: chiusura mostra fotografica
Importante il commento del sindaco
di Cherasco Claudio Bogetti: "Ricordare è un dovere per tutti.
Il monumento ai caduti dello stadio Heysel non è una celebrazione
di tifosi, ma un simbolo che vuole riportare a quel 29 maggio
del 1985 quando 39 persone, uomini, donne, ragazzi erano partiti
per una giornata di sano divertimento, e seguendo la squadra
del cuore non andavano in guerra. Eppure in quello stadio lo
scenario che si è presentato è stato drammatico. Trentanove
innocenti morti, tantissimi feriti solo perché si sono trovati
nel posto sbagliato, vittime di una follia umana che non ha
e non può avere spiegazioni. Il monumento che inauguriamo a
Cherasco vuole essere un ricordo, ma anche un monito affinché
questi tragici episodi non debbano più verificarsi. É un monumento
di tutti, perché in quello stadio poteva esserci chiunque di
noi, tifoso di qualsiasi squadra e come Sindaco sono orgoglioso
che un gruppo di cittadini abbia fatto la scelta di erigere
questo simbolo, volto soprattutto ai giovani affinché siano
consapevoli di ciò che è successo e delle tragiche conseguenze
di comportamenti sbagliati".
11 aprile 2016
Fonte: Targatocn.it
VICINO AL SANTUARIO DI CHERASCO
Un monumento ricorderà le 39
vittime allo stadio Heysel
La nuova area verde che si sta realizzando
vicino al santuario della Madonna delle Grazie a Cherasco ospiterà
un monumento dedicato alle vittime dello stadio di Heysel. L'idea
di ricordare le 39 persone decedute in Belgio il 29 maggio del
1985 durante la partita Juventus-Liverpool è stata dell'associazione
"Quelli di via Filadelfia". Un'idea sposata dal Comune. "Il
monumento ai Caduti dell'Heysel dice il sindaco Claudio Bogetti
è un simbolo che vuole riportare a quanto successo nello stadio
di Bruxelles dove uomini, donne, ragazzi erano andati per una
giornata di divertimento che si è trasformata in tragedia. Trentanove
morti, tantissimi feriti, vittime di una follia senza spiegazioni.
Ecco che il monumento diventerà quindi un simbolo, ma anche
un monito, soprattutto ai giovani, affinché siano consapevoli
delle conseguenze di comportamenti sbagliati". L'inaugurazione
si terrà il 16 aprile. Sotto i portici di palazzo Mantica sarà
anche allestita una mostra fotografica dal titolo "Per non dimenticare
Heysel" curata da Nucleo 1985. (MQ.)
21 febbraio 2016
Fonte: La Stampa
"Ringrazio sinceramente dell'invito alla cerimonia di Cherasco
ma purtroppo non potrò essere presente per motivi di salute.
Vi porterò nel mio cuore e vi ringrazio per tutto il vostro
impegno affinché nessuno possa mai dimenticare. Quel giorno
mi ha tolto l'unica ragion di vita. Con affetto".
Adele Zavaroni (Mamma di Claudio
Zavaroni, Reggio Emilia, vittima Stadio Heysel)
"Ricordare è un dovere
per tutti"
Il
monumento ai caduti dello stadio Heysel non è una celebrazione
di tifosi, ma un simbolo che vuole riportare a quel 29 maggio
del 1985 quando 39 persone, uomini, donne, ragazzi erano partiti
per una giornata di sano divertimento. Seguivano la squadra
del cuore non andavano in guerra. Eppure in quello stadio lo
scenario che si è presentato è stato drammatico. Trentanove
innocenti morti, tantissimi i feriti solo perché si sono trovati
nel posto sbagliato, vittime di una follia umana che non ha
e non può avere spiegazioni. Il monumento che inauguriamo a
Cherasco vuole essere un ricordo, ma anche un monito affinché
questi tragici episodi non debbano più verificarsi. É un monumento
di tutti, perché in quello stadio poteva esserci chiunque di
noi, tifoso di qualsiasi squadra e come Sindaco sono orgoglioso
che un gruppo di cittadini abbia fatto la scelta di erigere
questo simbolo, volto soprattutto ai giovani affinché siano
consapevoli di ciò che è successo e delle tragiche conseguenze
di comportamenti sbagliati".
Claudio Bogetti (Sindaco della Città di Cherasco "La
Città della Pace")
© Fotografia: Targatocn.it

Sabato 16/4 verrà inaugurato il nuovo
monumento dedicato alle Vittime dell'Heysel a Cherasco. Un passo
importante, in quanto il Comune e l'Associazione vogliono ricordare
la tragicità dell'evento, non essendoci state allora vittime
cheraschesi. Il monumento nasce dalla proficua collaborazione
tra l'Associazione "Quelli di ... Via Filadelfia" e il Comune
di Cherasco. Un grazie particolare a Marco e Paolo, cheraschesi
della nostra Associazione che si sono prodigati ad intraprendere
le pubbliche relazioni e a Gianni Valle, che ha tradotto in
pratica i desideri di tutti.
Beppe Franzo (Pres. Associazione
"Quelli di ... Via Filadelfia")
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L’ASSOCIAZIONE senza fini di lucro Quelli di... Via
Filadelfia, costituitasi ad Aprile 2015, ha lo scopo
di preservare la storia e la memoria del tifo juventino. Nata
dall'evoluzione del Gruppo Facebook Via Filadelfia 88 (via e
civico identificativi dell'ingresso della vecchia Curva Filadelfia),
già attiva con varie iniziative negli anni passati, si propone
d'intrattenere rapporti con tutti quegli enti e associazioni
(italiane e straniere) che hanno obiettivi simili, di pubblicare
un sito della propria attività, organizzare convegni, mostre
e incontri per affrontare tematiche inerenti al calcio, agli
aspetti sociologici e folkloristici del tifo, a condurre campagne
di sensibilizzazione sull'argomento verso il pubblico e le istituzioni
politiche e sportive, italiane e internazionali. A tal fine,
la Memorialistica dell'Heysel e il ricordo perenne di quelle
vittime, è argomento caro all'Associazione, che si prodiga annualmente
all'organizzazione della Giornata della Memoria in ricordo delle
39 vittime dell'Heysel e di ogni forma di violenza in ambito
sportivo. Eventuali raccolte di fondi scaturiti da iniziative
dell'Associazione, vengono interamente devoluti. Attualmente
è in essere un'iniziativa a sostegno della Fondazione per la
ricerca sui tumori dell'apparato muscolo scheletrico e rari
Onlus.
Fonte: Associazione "Quelli di... via Filadelfia"
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