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Il tema comune, il filo
conduttore dei racconti di Andrea Pelliccia è il calcio,
quello degli Anni Ottanta: il decennio più intenso del
calcio italiano, nel bene e nel male. Lo scandalo del
calcio-scommesse, gli Europei in Italia, la vittoria dei
Mondiali in Spagna, la tragedia dell’Heysel. E poi: la
Roma di Conti e Di Bartolomei, la Juventus di Platini,
il Napoli di Maradona, il Milan di Gullit e Van Basten,
l’Inter dei record di Trapattoni, la Fiorentina di
Baggio. Andrea Pelliccia racconta tutto questo con
l’esperienza di chi riesce a unire sapientemente
narrativa e sport, fantasia e realtà, ricordi personali
e storie inventate.
Luglio 2013
Fonte: Amazon.it

Quando c’era
Paolo Valenti
di Sonia Mammarella
E’
un tuffo negli anni ’80 e nel calcio di quegli anni
quello che Andrea Pelliccia, autore di Quando c’era
Paolo Valenti, e Simonetta Martellini, giornalista e
figlia dell’indimenticabile Nando Martellini, hanno
regalato al pubblico presente nella sala libreria della
Festa Nazionale de L’Unità a Bologna. Narrativa e sport
uniscono insieme gli otto racconti del libro, per metà
di fantasia e per metà autobiografici. "C’è anche una
compilation musicale, la mia" che passa per gli U2, i
Pink Floyd, Francesco De Gregori come racconta l’autore.
E ci sono eventi drammatici. Il primo brano ci porta a
Marcinelle, alla strage nella miniera di Marcinelle, in
un confronto a due voci che unisce insieme due punti di
vista paralleli, quello dell’emigrante italiano che tifa
la nazionale davanti alla tv e quello del ragazzino che
segue allo stadio la partita di qualifica per gli
Europei Italia-Belgio del 1980. Un altro racconto del
libro offrirà probabilmente, confida l’autore, lo spunto
per un film sulla strage allo stadio Heysel di Bruxelles
nel 1985 in occasione del trentennale che ricorre il
prossimo anno. Toni leggeri e divertenti, che qui non
sveliamo, sono invece presenti ad esempio nel racconto
autobiografico "Il gol non visto" nella partita
Napoli-Ascoli, la prima allo stadio dell’autore da
bambino. "L’affresco di un’epoca" prosegue, per merito
dei due relatori, con aneddoti che legano insieme i
Mondiali dell’82 e vanno indietro fino ai Mondiali del
Messico 1970 e Argentina 1978, i più cari nei ricordi di
Simonetta Martellini. Ed è ancora lei a raccontare,
dalla parte di figlia, il triplice grido "Campioni del
Mondo!" che il padre Nando regala al pubblico italiano
al termine della finale Italia Germania 1982 e a
descrivere l’emozione di lui nel condurre la puntata di
"90° Minuto successiva alla morte di Paolo Valenti -
episodio presente nell’epilogo del libro.
3 settembre 2014
Fonte: Festaunita.net
 Fonte Immagine: Quotidiano
Alto Adige Trentino
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Il calcio ai tempi di
Paolo Valenti
di Pietro Nardiello
Com’era
il calcio ai tempi di Paolo Valenti ? Bella domanda, ma
la risposta difficilmente potremo trovarla. Tutt’al più
possiamo ricavarne dei pareri. "Quando c’era Paolo
Valenti" è un libro dello scrittore Andrea Pelliccia,
edito da Absolutely Free. L’ho presentato nei giorni
scorsi a Napoli, insieme allo stesso Pelliccia e a Marco
Caiazzo del quotidiano La Repubblica alla Casa di U’,
una ludoteca dove da qualche mese si possono presentare
anche i libri grazie al lavoro di Valentina Castellano.
Sono anni difficili per le librerie che chiudono una
dopo l’altra. Ma com’era il calcio ai tempi di Paolo
Valenti? Sicuramente si trattava di un calcio più
atteso, visto che lo si poteva vedere in tv poche volte
alla settimana. Adesso c’è n’è troppo e, spesso, anche
di scarsa qualità. Non sarebbe il caso di mandare su Sky
anche il campionato di serie C, la salvezza del calcio,
soprattutto quello delle serie inferiori, avviene
soprattutto seguendo altre strade. Una proposta? Il
nostro Capitano Di Bartolomei aveva le idee chiare. "E’
necessario costruire strutture adeguate dove far
crescere i ragazzi". Anche di DiBa si parla nel libro di
Pelliccia. Quelli degli anni ’80 erano anni in cui si
poteva avere un contatto diretto e senz’altro più
genuino con i protagonisti, senza troppi filtri
direttamente negli alberghi o all’interno degli
spogliatoi. Gli scandali di questo calcio sono rimasti
tali, è vero, un tempo era il calcio scommesse ora
calciopoli, ma quelli erano anni vissuti con meno
assilli e più tranquillità. Calciatori meno protagonisti
e giornalisti meno tifosi e più professionali. E il
grande DiBa che chiedeva chiarimenti agli arbitri con le
mani sempre dietro la schiena. Altri tempi che sembrano
volati via per sempre. Che squallido spettacolo abbiamo
assistito al termine della finale di ritorno dei play
off promozione tra Frosinone e Lecce. Non c’è nulla da
fare, i protagonisti del calcio non ne vogliono sapere
di impegnarsi per costruire uno sport meno violento.
Vergogna. Lotito e Mezzaroma conduceteci al più presto
lontano da questa dimensione così mediocre.
8 giugno 2014
Fonte: Chiacchiere-granata-salerno.blogautore.repubblica.it

"Quando c'era Paolo Valenti"
Si presenta stasera al
Vomero il nuovo libro di Andrea Pelliccia
Si presenta stasera a Napoli,
presso la libreria U-Libreria in via Carelli 19, il
volume "Quando c'era Paolo Valenti" di Andrea Pelliccia
(Absolutely Free, 13.90, pp. 172). Il volume racchiude
alcuni racconti basati su un tema comune: il calcio
degli Anni Ottanta, il decennio più intenso del calcio
italiano, nel bene e nel male. Lo scandalo del
calcio-scommesse, gli Europei in Italia, la vittoria dei
Mondiali in Spagna, la tragedia dell'Heysel. E poi: la
Roma di Conti e Di Bartolomei, la Juventus di Platini,
il Napoli di Maradona, il Milan di Gullit e Van Basten,
l'Inter dei record di Trapattoni, la Fiorentina di
Baggio. Andrea Pelliccia racconta tutto questo con
l'esperienza di chi riesce a unire sapientemente
narrativa e sport, fantasia e realtà, ricordi personali
e storie inventate. Senza tralasciare una strizzatina
d'occhio al suo grande amore per la musica. Nato a
Napoli nel 1972, Andrea Pelliccia è laureato in
Ingegneria Chimica e lavora nell'Information Technology
di un’azienda del Gruppo Finmeccanica. Vive a Pozzuoli
con moglie, due figli e gatta. Le sue passioni, in
ordine sparso: rugby, calcio, musica rock, fantascienza.
Tra i suoi libri anche Up & Under - racconti di rugby,
da anni fra i best-seller dello sport.
6 giugno 2014
Fonte: Napolistyle.it
"Quando c’era Paolo Valenti"
di Andrea Pelliccia
di Pietro Nardiello
"Quando c’era Paolo Valenti" è un libro edito da
Absolutly Free, scritto da Andrea Pelliccia, un testo
dedicato al calcio, lo sport nazionale, che merita
particolare attenzione per alcuni motivi precisi.
Iniziamo dal principio. Il calcio è una disciplina che,
a torto o ragione, condiziona la vita di gran parte
degli italiani e non solo. Le esperienze della palla
rotonda e dei suoi protagonisti possono senz’altro
contraddistinguere momenti ben precisi della nostra
vita, sia pubblica che privata, ed è per questo che è
giusto poter utilizzare un buon stile narrativo, proprio
come quello di Pelliccia, per raccontare queste
esperienze. Qui le storie ben distinte mettono insieme
la passione per la Nazionale di calcio di emigranti in
Belgio, il tifo per la Juventus, la passione per la Roma
e quella
per
il Napoli di Maradona racchiudendo un arco temporale di
tempo ben preciso che sono gli anni ottanta del secolo
scorso. La colonna portante del libro è il calcio, le
vicende note a tutti, gli incontri calcio che hanno
fatto appassionare intere generazioni: Il Pablito
Mundial, le bombe di Agostino Di Bartolomei, la vincente
Juventus e il funambolico Maradona che porterà il Napoli
a grandi trionfi. L’anima silenziosa, invece, sono le
vicende familiari, vere o presunte tali che però
appartengono ad anni vissuti nei quali in un modo o
nell’altro ogni lettore può rispecchiarsi, riconoscersi,
ritrovarsi. A cucire tutto questo l’abile penna di
Pelliccia, capace di sorprendere positivamente chi legge
questa sua nuova fatica letteraria. Ma questo libro non
deve offrire solamente l’occasione per discutere sulle
capacità narrative dell’autore, ma soprattutto su quanto
e come il calcio, o lo sport in genere, possano
diventare un argomento di discussione, conoscenza e
diffusione del nostro passato, presente o futuro. Lo
sport, a mio avviso, può e deve fare tutto questo. Ma da
questo libro voglio prendere lo spunto per rilanciare un
tema
importante, lo stesso che mi suggerisce il titolo e
l’ultimo paragrafo dedicato proprio a Paolo Valenti, il
compianto giornalista e conduttore della rubrica Rai 90° minuto che tutti noi italiani, tifosi e non, attendevamo
con ansia un’ora e mezza dopo il termine degli incontri
di calcio per poter assistere alle brevi sintesi degli
incontri del campionato di massima serie. Adesso c’è
calcio business, calcio show, prodotto commerciale
addirittura quotato in borsa. A tanti tutto questo non
piace, rivendicando, utilizzo le parole di Pelliccia,
"che il calcio ai tempi di Paolo Valenti era sicuramente
migliore". Certo, all’epoca lo scandalo si chiamava
calcio-scommesse, adesso calciopoli, quindi, conclude
Pelliccia, "Trascorre il tempo ma il risultato è lo
stesso". Bene, io dico che quel calcio ci piaceva di più
non solo perché eravamo più giovani, così afferma
Pelliccia, ma soprattutto perché tutti lo desideravamo
di più. La sbornia di immagini che ci propina adesso la
tv ci ha procurato una crisi di rigetto non
indifferente. Questo sarebbe un tema da affrontare anche
da un punto di vista sociale. Se a tutto questo ci
aggiungiamo una qualità tecnica notevolmente inferiore
rispetto a quegli anni, penso che la frittata è fatta.
30 marzo 2014
Fonte: Articolo21.org

"Quando c'era Paolo Valenti", il libro di Andrea Pelliccia
sul
decennio più intenso del calcio italiano. E il Napoli trionfava...
Ce ne sono di storie,
avvenimenti, personaggi, partite da ricordare del
decennio più intenso del calcio italiano. Andrea
Pelliccia, ingegnere chimico napoletano, sceglie una
strada nuova e originale per raccontare quegli anni, per
farli rivivere a chi c'era, per farli conoscere a chi
ancora non c'era o era troppo giovane per ricordare.
Storie inventate e ricordi personali dell'autore si
alternano e si mescolano per dare luogo, tra letteratura
e memoria, tra sport e musica, a un unico grande
affresco del meraviglioso calcio di quegli anni. La
Nazionale che vince i Mondiali di Spagna del 1982,
l'immane tragedia dell'Heysel, gli indimenticabili
campioni di quegli anni. E anche tanto Napoli, squadra
del cuore dell'autore, nato (sarà un caso ?) a pochi
metri dallo Stadio San Paolo. "Quando c'era Paolo
Valenti" segue, a due anni di distanza, l'insperato
successo di un altro libro di racconti dedicati allo
sport: "Up & Under - racconti di rugby".
20 dicembre 2013
Fonte: Redazione CalcioNapoli24

Il calcio di Paolo Valenti
di Massimo Grilli
Come un "Greatest Hits" di un
complesso rock, una raccolta dei fatti più importanti,
dei successi (e degli insuccessi) degli Anni Ottanta,
scelti dall'autore come probabile metafora del calcio di
una volta e di quello che sarebbe poi diventato. Una
preziosa compilation, così questa raccolta di racconti è
descritta in copertina, di quel decennio
indimenticabile, che ci regalò tra le altre cose il
Mondiale di Spagna ma anche l'infamia del primo (?)
calcioscommesse, la vittoria della Juventus in Coppa dei
Campioni ma anche la tragedia dell'Heysel. Con passione
e gusto del racconto, l'autore fa rivivere questi
piccoli o grandi eventi del calcio da persone comuni,
dal professore di filosofia al tifoso napoletano
impazzito per Maradona, dai poveri martiri di Marcinelle
a Zio Girolamo, fiero della sua Maserati, mentre sullo
sfondo si staglia netta la voce di Paolo Valenti, anche
lui esponente di un'Italia (e di una televisione) che
non c'è più. Il tutto accompagnato da musica d'autore
(De Gregori, Pino Daniele, U2, Led Zeppelin…), come in
una autentica compilation di successo.
2 ottobre 2013
Fonte: Corrieredellosport.it

Villaricca "Quando
c’era Paolo Valenti", il libro
di Andrea Pellicia a "Un caffè
con l'autore"
Appuntamento alla biblioteca
comunale mercoledì 2 ottobre alle 17:30
VILLARICCA.
Il tema comune, il filo conduttore dei racconti di
Andrea Pelliccia è il calcio, quello degli Anni Ottanta:
il decennio più intenso del calcio italiano, nel bene e
nel male. Lo scandalo del calcio-scommesse, gli Europei
in Italia, la vittoria dei Mondiali in Spagna, la
tragedia dell'Heysel. E poi: la Roma di Conti e Di
Bartolomei, la Juventus di Platini, il Napoli di
Maradona, il Milan di Gullit e Van Basten, l'Inter dei
record di Trapattoni, la Fiorentina di Baggio. L’autore,
Andrea Pelliccia, racconta tutto questo con l'esperienza
di chi riesce a unire sapientemente narrativa e sport,
fantasia e realtà, ricordi personali e storie inventate.
Senza tralasciare una strizzatina d'occhio al suo grande
amore per la musica. Nato a Napoli
nel 1972, Andrea Pelliccia è laureato in Ingegneria
Chimica e lavora
nell'Information Technology in un’azienda del Gruppo
Finmeccanica. Vive a Pozzuoli con moglie, due figli e
gatta. Le sue passioni, in ordine sparso: rugby, calcio,
musica rock,
fantascienza. "Quando c'era Paolo Valenti"
segue, a due anni di distanza, l'insperato successo di
un altro concept book: "Up & Under - racconti di rugby",
tutt’ora ai primi posti nelle classifiche di Amazon
dedicate allo sport. L’evento, come sempre sarà
caratterizzato dalla lettura drammatizzata di testi
scelti a cura del Collettivo teatrale diretto dal
regista Lucio Michetti, Conduttore della serata,
Salvatore Salatiello, con relazione introduttiva di
Mauro Boccuni. In apertura saluti del Sindaco, Francesco
Gaudieri, dell’Assessore alla Cultura, il Vice Sindaco
Giovanni Granata con la partecipazione del Presidente di
Legambiente Campania, dott. Michele Buonomo. Nel corso
della serata potranno essere ammirate le opere degli
artisti locali: Vincenzo Tesone, Francesco Liuzzi, Mario
Giamminelli e Vittorio Musella. La prossima settimana,
mercoledì 09 Ottobre, Lezioni d’Amore, un excursus
filosofico del Filosofo Francesco Saverio Iacolare con
la rilettura di alcuni momenti del Simposio di Platone,
padre indiscusso della Filosofia occidentale.
(Comunicato Stampa)
1 ottobre 2013
Fonte: Internapoli.it
 Libri di Sport: Il
decennio bollente del calcio italiano
Compilation a
tutto campo tra ricordi e fantasia
di Giuliano Orlando
Gli indimenticabili anni ’80,
disegnati dal calcio con tutti gli annessi e connessi.
Un modo meno usuale di raccontare quello che da sempre
è lo sport più popolare d’Italia. Dieci anni nei quali
le vicende pallonare non si limitano al rettangolo
tradizionale ma entrano nel contesto sociale e morale
nazionale. Accano alla vittoria del mondiale ’82 in
Spagna, con Sandro Pertini primo tifoso, la vittoria
amara della Juve nella Coppa Campioni a Bruxelles sul
campo tragico di Heysel, il totonero e gli imputati
eccellenti. Li raccontano tifosi normali, dal
professore di filosofia al tifoso napoletano che canta
"Maradona è meglio e Pelé" a zio Girolamo, che procede
sulla Maserati a passo di lumaca lungo l’autostrada
intasata come ogni fine settimana, ma anche motivo di
curiosità da parte dei ragazzini. Il tifo a tavola, tra
brindisi e piatti ricchi di sughi e profumi. Sullo
sfondo la voce di Paolo Valenti da un campo all’altro
fino al cambio con Nando Martellini, per la successiva
epoca calcistica.
25 settembre 2013
Fonte: Datasport.it

"Quando c’era Paolo Valenti"
di Domenico Laudadio
La nostalgia di un calcio
e di uomini più veri in questo baule della fantasia e della
memoria riaperto da Andrea Pelliccia con la semplicità e
la maestria di una scrittura senza fronzoli letterari, diretta
al cuore.
Il
calcio in Italia da sempre ha colmato lacune di ogni
genere: affettive, politiche, sociali, psicologiche,
religiose. Negli anni 80 si è raggiunto il picco in
questo senso. In un’atmosfera velatamente malinconica
persino un ingegnere chimico può svestire i panni del
materialista nel riaffacciarsi alla sostanza delle cose,
rinunciando alla catena del suo rosario di formule e
narrando, così nuda e fragile, avvolta in una nebbiolina
sottile d’oblio, la poesia della vita. Ricordi personali
e la memoria di tragedie, storie immaginarie, in un
valzer ispirato di personaggi veri o presunti, da non
danzarsi nel salone delle feste di un principato, ma al
centro umile del cuore del lettore. Leggerezza in
volteggi di anime incantate dal calcio, come riscatto
personale dalla vita stessa, come prigionieri di un
sogno promiscuo alla folla, come conseguenza ultima del
risveglio alla realtà e addirittura come un passaggio
offerto a sorella morte. Più di 6 personaggi in cerca di
autore: emigranti in Belgio, un campioncino in erba,
quella prima volta allo stadio S. Paolo di Napoli, il
mondiale di Spagna di Pablito Rossi e Sandro Pertini, la
strage infame dell’Heysel a Bruxelles, una schedina
miliardaria, "ho visto Maradona" e Roberto Baggio. Il
garbo della penna di Andrea Pelliccia intesse una
struttura finestrata di storie che s’incrociano e si
allontanano, ma poi si riuniscono nell’abbraccio del
messaggio finale che la vita è fatta di una strada sola,
a volte buia, a volte illuminata a giorno dalla luce
riflessa di altri, e che siamo tutti quanti viaggiatori
in cammino verso la meta più impervia al genere umano,
noi stessi. E’ veramente magico per qualche ora tornare
ragazzi assieme a questo libro, volando con la mente
altrove a pretesto, rimembrando il ferro da stiro che
piegava le grinze dispettose del panno verde del
subbuteo, l’odore delle figurine Panini, il rock che ci
esplodeva dentro più dei brufoli dell’acne e degli
ormoni, il primo bacio, i giorni di scuola, la prima
volta in uno stadio vero, il fango e le sfide
interminabili su quei campetti di periferia. Vittorie e
sconfitte. Fortuna e malasorte. La vita e la morte.
Mescolate bene e servitevi da soli l’aperitivo che
precede il ritorno alle faccende noiose del mondo. Quel
retro-gusto un po’ amaro è in quell’emozione privata
degli esseri umani a noi più cari passati già oltre e
per tutto questo tempo che è già trascorso da quando
c’era Paolo Valenti.
19 settembre 2013
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it
Quando c'era Paolo
Valenti gli anni '80 tra calcio e musica
di Marco Caiazzo
Cosa
resterà degli anni Ottanta ? Gli avvenimenti calcistici,
dall'Europeo in Italia al Mundial del 1982, dalla
tragedia dell'Heysel all'epopea maradoniana. Vicende
raccontate da Andrea Pelliccia, che in "Quando c'era
Paolo Valenti" dedica quattro racconti al decennio più
intenso del calcio italiano, intervallandoli con i
ricordi della sua vita. Leggiamo di una famiglia di
emigranti a Marcinelle che si riunisce dopo la
semifinale europea tra Italia e Belgio, disputata
all'Olimpico; di Luca, che assiste prima al declino del
suo sport preferito per lo scandalo scommesse, quindi
alla rinascita in una notte estiva di Madrid. E poi ci
sono Nino, che con la maglia numero 7 supera un provino
per entrare nelle giovanili della Roma, e Filippo,
tifoso della Juve che assisterà alla drammatica finale
di Coppa dei Campioni dal settore Z dello stadio Heysel.
Infine, un ragazzo napoletano che viaggia verso il San
Paolo nella Maserati dello zio divenuto milionario
grazie al Totocalcio, e che una domenica, vendendo
bibite sugli spalti dello stadio di Fuorigrotta,
assisterà dal vivo all'ascesa di Roberto Baggio, il "divin
codino", e a una rimonta azzurra firmata da Maradona.
Numerosi anche i riferimenti alla musica: ad
accompagnare i racconti, le canzoni di Pink Floyd, U2,
De Gregori e Pino Daniele. Non mancano curiosità e
informazioni, che permettono all'autore di dipingere un
bell'affresco di una società, quella delle radioline e
dei vinili, dell'urlo di Tardelli e di Valenti e
Martellini. "E che rimpiangiamo - scrive Pelliccia nella
postfazione - ma solo perché avevamo trent'anni in
meno".
7 settembre 2013
Fonte: La Repubblica.it

"Sotto un cielo rosso sangue"
di Domenico Laudadio
E’ il nome di un racconto
dedicato alla strage dell’Heysel da Andrea Pelliccia nel
suo recente libro "Quando c’era Paolo Valenti".
"Quando
c'era Paolo Valenti" parla degli anni Ottanta, di quello
che, nel bene e nel male, è stato il decennio più
intenso del calcio italiano. Non è un saggio, ma un
libro di narrativa: alcuni degli eventi calcistici di
quegli anni fanno da sfondo a storie inventate. Tra
queste storie c'è quella raccontata in "Sotto un cielo
rosso sangue". Quando ho deciso di scrivere questo libro
mi sono subito detto che non avrei potuto raccontare
quegli anni senza parlare della strage dell'Heysel. Non
si può dimenticare o fare finta che non sia successo
nulla, non si può dire a un ragazzo che oggi ha venti o
trent'anni che il calcio di quegli anni è stato solo
Paolo Rossi, Platini e Maradona. Ho usato toni lievi,
pacati. Ho raccontato la storia di un ragazzo, dei suoi
sogni e delle sue passioni. Storie, sogni, passioni
comuni a chi era in quel maledetto stadio il 29 maggio
1985. Ecco, questo è lo spirito con cui mi sono
cimentato nella scrittura di questo lungo racconto".
Sono le parole dello scrittore Andrea Pelliccia per la
presentazione del suo nuovo libro edito a Luglio da
Absolutely Free. Per sua cortese volontà ho avuto il
piacere e l’onore di leggere in anteprima il racconto
sull’Heysel nelle scorse settimane. E’ una storia
semplice di un ragazzo semplice, studente torinese
appassionato di Juventus e iniziato al
rock
quasi per caso nel dormiveglia di una lezione di
filosofia. Questa sua nuova passione lo porterà fra gli
altri gruppi a conoscere una band emergente all’inizio
degli anni 80, gli U2. Il testo di una loro splendida
canzone del 1984,
"New Year's Day", è il sancta sanctorum del
racconto.
Nel
testo del brano si legge: "Under a blood-red sky a crowd
has gathered in black and white. Arms entwined, the
chosen few, newspapers say, it says it's true".
Un triste e crudele presagio che sposerà
nel sangue il bianco con il nero, l’inconsapevole
evocazione di strage e di morte di quella famigerata
data del 29 maggio 1985 nel vergognoso catino di
Bruxelles. L’Heysel, però, non è centrale rispetto alla
narrazione, ma epilogo della storia, del percorso di
Filippo, il suo giovane protagonista, della sua comune
esperienza di vita, ma molto speciale per se stesso, per
le persone che impara ad amare, durante. L’inizio del
racconto, placido, quasi lento può ingannare il lettore,
presumendo che non avvertirà le emozioni promesse dal
titolo. La storia, invece, successivamente si avvolge
sempre più su se stessa gradatamente con maestria e
mestiere da parte dell’autore scagliando nel finale una
staffilata al cuore. Un racconto che potrebbe
tranquillamente ispirare la sceneggiatura di un grande
film italiano. Non sarei affatto sorpreso che nel tempo
ciò possa persino avverarsi. Questa storia in
particolare e la memoria dell’Heysel lo meritano.
26 luglio 2013
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it
Quando c'era
Paolo Valenti
di Andrea Pelliccia
La
mia prima partita allo stadio (il 13 gennaio del 1980),
lo scandalo del Totonero, l'Inter campione d'Italia
1979/80, il Subbuteo, Jeeg Robot d'Acciaio, gli Europei
di calcio in Italia, il ricordo di Marcinelle, la
partita contro il Belgio: Luca in Tribuna Monte Mario e
Giuseppe davanti al televisore a Charleroi, Bruno Conti,
Agostino Di Bartolomei, il provino di Nino con le
giovanili della Roma, la riapertura delle frontiere ai
calciatori stranieri, il matrimonio di Michele e Celine,
la morte di John Lennon, "Boy" degli U2, il gol
annullato a Turone della Roma, il gol in rovesciata di
Filippo contro il Barcanova, lo stentato pareggio contro
il Camerun, "Titanic" di Francesco De Gregori, la
commozione di Nino, le mie estati dai nonni a Roma, Luca
allo Stadio Sarrià di Barcellona, Socrates e Falcao, il
meraviglioso 3-2 contro il Brasile, Paolo Rossi hombre
del partido, Germania kaputt, "campioni del mondo
campioni del mondo campioni del mondo!", Luca che
abbraccia il padre, Pertini che sorride e saluta,
Bearzot che viene portato in trionfo, "New Year's Day"
degli U2, Platini e Boniek, l'invenzione del compact
disc, la Coppa delle Coppe conquistata dalla Juventus,
Maradona al Napoli, Filippo al concerto degli U2 a
Bologna, il Verona campione d'Italia 1984/85, la finale
di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, il settore Z,
gli hooligans, i 39 Angeli dell'Heysel. Bruxelles,
stadio Heysel, 29 maggio 1985: una tragedia da non
dimenticare. In piedi, un minuto di raccoglimento.
Niente applausi: capo chino, silenzio e rispetto. Il
minuto è passato, lo spettacolo deve andare avanti.
Scusa Ameri, le partite che si giocano tutte alla stessa
ora, la schedina miliardaria di zio Gaetano, la visita
di Max alla madre di Filippo, la mano de Dios, i
biglietti rubati fuori lo stadio, il primo gol in Serie
A di Roberto Baggio, il Napoli campione d'Italia
1986/87, Davide e Max con gli amici di Filippo al
concerto degli U2 a Modena, Pino Daniele, Gullit e Van
Basten, lo Stock 84 per festeggiare la vittoria della
squadra del cuore, Careca e Alemao, l'Inter dei record
di Trapattoni, la Coppa UEFA conquistata dal Napoli a
Stoccarda, Maradona che vuole andare a Marsiglia,
l'Italia che si prepara a ospitare i Mondiali del 1990,
"acqua coca aranciata chi beve ?", la morte di Gaetano
Scirea, lo slalom di Baggio contro il Napoli, il Caffè
Borghetti, la rimonta del Napoli contro la Fiorentina,
Gianni Brera, Nando Martellini che presenta "90° minuto"
dopo la morte di Paolo Valenti. "A tutti gli amici
all'ascolto il nostro più cordiale a risentirci" (Sandro
Ciotti).
Luglio 2013
Fonte: QUANDO C'ERA
PAOLO VALENTI (Absolutely Free Editore)
Quando c’era Paolo
Valenti
di Andrea Pelliccia
La straordinaria partita disputata contro il Napoli il
17 settembre 1989 valse a Roberto Baggio il soprannome
di "Divin Codino", coniato da Gianni Brera. E tra i
tanti che si emozionarono dopo aver ammirato la sua
meravigliosa rete dell’uno a zero c’era certamente Paolo
Valenti. Sì, perché Paolo Valenti tifava proprio per la
Fiorentina. Lo scoprimmo una triste domenica del 1990, a
dircelo fu Nando Martellini, cui toccò il doloroso
compito di condurre la puntata di "90° Minuto"
successiva alla morte di Valenti. Martellini ci tenne a
svelare quel piccolo segreto, perché sapeva bene che
l’interrogativo su quale fosse la squadra del cuore di
Paolo Valenti ossessionava molti appassionati di calcio
di quell’epoca, me compreso. Già, quell’epoca. "Il
calcio degli Anni Ottanta era molto meglio di quello
attuale", sento ripetere spesso. Mi viene naturale e
istintivo essere d’accordo con quest’affermazione. Ma
poi provo a chiedermi: "Perché era meglio ?". Forse
perché, a differenza di quello attuale, quello era un
calcio pulito, senza intrighi, senza imbrogli. Purtroppo
non è così. Oggi gli scandali del calcio italiano si
chiamano "Calciopoli", allora si chiamavano
"Calcioscommesse". Ma la sostanza resta la stessa. Forse
perché non c’era la violenza del calcio di oggi: scontri
fra tifosi, scontri fra tifosi e polizia, in qualche
caso feriti gravi e addirittura morti. Le trentanove
vittime dell’Heysel ci ricordano che purtroppo gli
incidenti sugli spalti degli stadi di calcio si
verificavano anche allora. Anzi, adesso qualcosa è
cambiato in meglio. Dopo le novantasei vittime
dell’Hillsborough di Sheffield, nel 1989, gli inglesi
(almeno loro) hanno imparato a costruire stadi più
sicuri, più belli e meno violenti. Perché era meglio ?
Forse perché all’epoca noi italiani andavamo in giro
vantandoci di essere Campioni del Mondo. Lo siamo stati
anche in anni recenti, nel 2006. E, lo ricordo bene,
l’urlo con cui ho salutato il rigore vincente di Fabio
Grosso contro la Francia non è stato tanto diverso da
quello che ha fatto seguito al gol del due a zero di
Marco Tardelli contro la Germania Ovest. Allora perché
rimpiangiamo e guardiamo con nostalgia al calcio di
quegli anni ? La spiegazione, forse, è la più semplice e
banale di tutte. Quel calcio ci manca perché ci riporta
indietro nel tempo, quando avevamo tutti trent’anni di
meno. E non è poco. "E se potessi tornare indietro
indietro io ci tornerei". (Francesco De Gregori,
"La ragazza e la miniera").
Luglio 2013
Fonte: QUANDO C'ERA
PAOLO VALENTI (Absolutely Free Editore)
 Properzi intervista Andrea
Pelliccia lo Scrittore della Nazionale di Rugby
di Emanuele Properzi
Andrea Pelliccia, autore di
libri il cui tema principale è il rugby. Andrea sta
applicando nel dettaglio le tecniche descritte nei
Moduli 2, 4 e 5 di BESTSELLER COURSE, trasformando sul
serio il suo libro in un caso editoriale. E’
rassicurante leggere la sua intervista perché si scopre
una bella sinergia tra editore e scrittore, sia nella
pubblicazione che nella promozione. E questo è ciò che è
auspicabile per il futuro dell’editoria. Purtroppo
queste realtà sono rare: complimenti Andrea e Absolutely
Free per la diffusione culturale di uno sport
straordinario qual è il rugby !
L’INTERVISTA
1)
Andrea: spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare
e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.
"Ho
39 anni, vivo a Pozzuoli, vicino Napoli, con moglie,
figlia e gatta e lavoro nell’Information Technology di
un’Azienda del Gruppo Finmeccanica, anche se la mia
laurea in Ingegneria Chimica prospettava altri scenari.
Le mie passioni principali sono rugby, calcio, musica
rock e fantascienza. La scrittura ha iniziato ad avere
un ruolo decisivo nella mia vita solo da un paio d’anni
a questa parte. So che può sembrare strano ma, prima di
diventare "scrittore" (uso ancora le virgolette perché
fatico a considerarmi tale), l’ultima prova letteraria
risaliva al 1990. Tema di maturità classica. Poi un paio
d’anni fa, la mia passione per il rugby mi ha spinto ad
acquistare un libro dello scrittore Flavio Pagano, dal
titolo "Quelli che il rugby…". A folgorarmi è stata una
frase scritta nella presentazione: "forse il primo
romanzo di rugby scritto in Italia". Mi sono detto: "è
vero che non ho mai scritto nulla, ma se scrivessi
narrativa basata sul rugby la mia opera sarebbe
considerata perlomeno originale". Così, verso novembre
del 2009, ho iniziato a scrivere un raccontino
autobiografico (ho giocato per quattro anni nelle
giovanili della Partenope, gloriosa squadra di Napoli).
Ho visto che mi riusciva abbastanza bene e ho iniziato a
scriverne altri di pura immaginazione che avessero
sempre il rugby sempre come filo conduttore. La
scrittura era abbastanza grezza, la lettura di un
manuale di scrittura creativa mi ha aiutato nella
preparazione delle ambientazioni, nella definizione dei
personaggi, nella struttura dei dialoghi, e così via.
Alla fine sono venuti fuori sei racconti, pronti per
essere sottoposti all’attenzione degli editori. Il
titolo: "Up & Under - racconti di rugby". A quel punto
il problema era: "sono un autore sconosciuto, vorrei
pubblicare un libro che parla di sport (argomento di
nicchia), in particolare di rugby (sport minore)".
Dovevo innanzitutto far capire che il mio è un libro di
narrativa, non un libro di sport. Insomma, ci voleva già
a questo punto una "botta" di marketing ! Così mi sono
inventato una prefazione con un dialogo tra l’autore e
il potenziale editore. Il primo spiega che "il rugby è
solo un filo conduttore, un pretesto per raccontare
storie", il secondo è inizialmente perplesso poiché teme
si tratti invece di un’opera destinata ai soli addetti
ai lavori. Quella prefazione è diventata poi una sorta
di racconto trasversale, con il confronto fra autore ed
editore che si ripete in vari punti del libro, con tanto
di "terzo tempo" finale, uno dei simboli più noti del
rugby. Ho aggiunto poi, a beneficio dei neofiti, una
breve appendice con alcuni concetti basilari sul rugby.
Alla fine di aprile
2010 ero pronto per inviare in giro copie del mio
manoscritto".
2) Qual è stato il percorso che ti ha permesso
di pubblicare con Absolutely Free e come l’editore ti
sta ora supportando nella promozione ?
"Il
percorso è stato lungo e tortuoso, poiché non avevo
nessuna consapevolezza del mercato editoriale. Così mi
sono ritrovato a inviare il manoscritto anche a case
editrici che pubblicano a pagamento. Queste mi hanno
risposto dichiarandosi tutte entusiaste della mia opera
e scrivendo che per una modica (!) cifra il mio bel
libro avrebbe visto la luce e mi avrebbe dato grandi
soddisfazioni. Tra le varie case editrici a cui avevo
inviato il manoscritto c’era la Absolutely Free di Roma
(non a pagamento di nome e
di fatto), che cercava materiale inedito da pubblicare
in ebook e da divulgare sul nuovo sito www.okbook.it
I tempi per ricevere
una risposta, si sa, sono lunghi. A sbloccare la
situazione è stato un concorso per racconti inediti
bandito dalla Absolutely Free. Il titolo era "Vite da
calcio". Ho scritto un racconto (stavolta di
ambientazione calcistica) dal titolo "Nino non ha avuto
paura" (ispirato alla celebre canzone "La leva
calcistica della classe ’68″ di De Gregori), l’ho
inviato e ho vinto la selezione.
Risultato: la
Absolutely Free mi ha proposto di pubblicare in ebook
sia il racconto (in una collana chiamata Fingerbooks")
sia il libro. Successivamente, in caso di riscontro
positivo, "Up & Under" sarebbe uscito anche in versione
cartacea. A novembre 2010 ho firmato il contratto con
l’editore. Ho provato a convincere il Direttore,
l’ottimo Daniele Azzolini, a prevedere da subito la
pubblicazione del libro anche su carta. Il motivo,
legato al marketing: "Up & Under" sarebbe uscito a
febbraio 2011, in concomitanza con l’inizio del Torneo
delle Sei Nazioni, uno degli eventi principali del
rugby. Dopo qualche giorno Daniele si è convinto e mi ha
annunciato che "Up & Under" sarebbe uscito
contemporaneamente sia "in carta e ossa" sia come ebook.
Sarebbe stato pubblicato nella collana "sport.doc" che
raccoglie grandi firme del giornalismo sportivo
italiano, come Giorgio Cimbrico (Secolo XIX), Roberto
Renga (Il Messaggero), Dario Torromeo (Corriere dello
Sport).
Nel frattempo, a
dicembre usciva in ebook "Nino non ha avuto paura".
La casa editrice ha
uno staff dinamico e disponibile col quale ho
collaborato in modo proficuo fin dall’inizio:
dall’impaginazione, alla copertina, alla grafica. Nella
promozione è entrato in gioco addirittura il
distributore (NdA di Rimini). Il libro è piaciuto e ha
deciso di puntare alle librerie della grande
distribuzione. Non solo, avendo recepito che è un testo
di narrativa più che di sport, il distributore ha
ottenuto che venisse collocato sugli scaffali della
Narrativa (alla lettera P, subito prima di Pellico e
Pennac…). Dulcis in fundo, in concomitanza con le
partite casalinghe dell’Italia al Torneo delle Sei
Nazioni, è stato predisposto davanti allo Stadio
Flaminio uno stand su cui erano venduti i miei libri.
Per i mesi successivi
io e l’editore abbiamo continuato a lavorare in perfetta
sintonia: gli eventi di promozione sono stati sempre
concordati e supportati affinché riescano al meglio".
3) Avevi pianificato
una strategia di marketing apposita per ottenere il
successo che sta riscuotendo ora il tuo libro ?
"La mia strategia è stata
abbastanza semplice. Utilizzare i canali di
comunicazione on-line (Facebook, forum, mailing list,
ecc.) per far conoscere il libro innanzitutto agli
appassionati di rugby. Come dicevo prima, di narrativa
di rugby in Italia esiste piuttosto poco, per cui il
libro ha destato sicuramente molta curiosità. Nel
frattempo l’editore inviava copie del libro a vari siti
web e riviste, così da ricevere recensioni anche da
parte di non addetti ai lavori. E la soddisfazione è
stata sapere che il mio libro è piaciuto anche a chi non
ha mai inseguito il moto aleatorio di un pallone ovale.
Ora, grazie anche ai tuoi preziosi consigli, sto
pianificando e organizzando nuove attività
promozionali".
4) Quali sono le azioni
promozionali che hai condotto in prima persona per
promuovere il tuo libro ?
"Alla promozione on-line ho
affiancato quella tradizionale, ovvero le presentazioni
in libreria e le interviste. Ad aiutarmi alcuni amici
che ho conosciuto proprio grazie al libro. Fra questi mi
piace ricordare Mauro Boccuni, dell’Associazione
Culturale Illimitarte (www.illimitarte.com), che mi ha
fatto da "spalla" nelle prime presentazioni. Diventando
poi lui stesso un appassionato di rugby".
5) Nell’attuale mercato editoriale, quanto è
importante secondo te il ruolo del book-trailer nella
promozione di un libro ?
"È importante ma va usato con
cautela. Come tu stesso dici, un book-trailer fatto male
può rivelarsi un boomerang. Io, in ogni caso, non l’ho
utilizzato, perché non avevo né i mezzi tecnici né il
tempo per farlo come si deve".
6)
Qual è stato l’aiuto (se c’è stato) che hai ricevuto
dalle informazioni che hai avuto da Scrittore Vincente e
dall’ebook "109 Segreti…"?
"Il tuo ebook è stato molto
prezioso, hai fatto davvero un ottimo lavoro ! In
particolare c’è un suggerimento che si è rivelato
utilissimo: creare presentazioni del libro in
concomitanza con altri eventi già organizzati. Alcune
presentazioni sono state pianificate in questo modo e il
successo è stato enorme. Il mio libro si presta molto a
fare da contorno a manifestazioni di rugby.
7) Prima della
pubblicazione su cartaceo, tramite internet alcuni
autori stanno distribuendo gratuitamente la propria
opera in formato digitale: reputi che ciò possa favorire
o inficiare le vendite reali del libro, ovvero quelle
posteriori alla pubblicazione cartacea ?
"È una strada che avevo preso
in considerazione anch’io quando cercavo un editore per
il mio libro. Se l’obiettivo primario è farsi conoscere
può essere sicuramente un metodo valido. In ogni caso se
avessi dovuto scegliere tra distribuire la mia opera
gratis e pagare per farla pubblicare, probabilmente
avrei optato per la prima soluzione. Parliamo però di
opere di autori esordienti che desiderano emergere nel
"mare magnum" dell’editoria. Negli altri casi un’ottima
promozione può consistere nel "regalare" solo i primi
capitoli di un libro".
8)
Quali sono i consigli che daresti a uno scrittore che
vuol promuovere autonomamente la propria opera ?
"Consigli da dare ce ne sono
tanti. Occorre innanzitutto essere onesti e critici con
se stessi. Mi spiego meglio. Dopo aver scritto i miei
racconti non ero in grado di dire se meritassero o no di
essere pubblicati. Così li ho fatti leggere a parenti e
amici senza dire che li avevo scritti io. Questo è stato
per me un buon banco di prova che mi ha spinto a
perseverare nella ricerca di un editore. Poi occorrono
pazienza e tenacia. Certo, tutto è più facile se si cede
alla tentazione degli editori a pagamento. Poi, però,
una volta che il libro è stato pubblicato, gran parte
del lavoro spetta all’autore. Dalla promozione alla
vendita. Infatti un editore a pagamento guadagna già con
la pubblicazione di un libro, quindi non si sforzerà più
di tanto per promuoverlo. Lo lascerà fare all’autore e,
se le vendite vanno bene, tanto di guadagnato. Un
editore tradizionale invece sostiene delle spese per le
quali è ripagato solo se il libro vende almeno un certo
numero di copie. Per questo ha tutto l’interesse nel
creare sinergia con l’autore e nel sostenere l’attività
promozionale. Per la promozione esistono vari canali, li
conosciamo tutti. Però non bisogna abusarne, altrimenti
si ottiene l’effetto opposto. Ad esempio, scrivere sulla
bacheca di Facebook di persone sconosciute teoricamente
porta a far conoscere la propria opera a molte persone.
Di fatto è considerato "spamming" e quindi genera
fastidio".
9) Che tipo di accordi
hai col tuo editore per la promozione, nel senso che lo
metti al corrente di tutte le tue iniziative di
marketing oppure vi muovete su due "binari paralleli" ?
"Andiamo a braccetto in tutto. Le occasioni promozionali
vengono procurate da entrambi: io con le mie conoscenze
in ambiente rugbistico, l’editore con le conoscenze
nell’ambito letterario. Ne discutiamo, capiamo se ne
valga la pena e procediamo.
Quest’editore ha
avuto il merito di farmi sentire "importante" e credo
che l’impressione sia comune a tutti gli autori che
hanno avuto la fortuna e il piacere di pubblicare con
Absolutely Free".
10) Dopo la bellissima
esperienza della tua raccolta di racconti, nel caso
dovessi pubblicare un nuovo libro, le attività
promozionali che hai già affrontato (principalmente sul
web) ti darebbero maggiore sicurezza per l’ottenimento
del successo anche del nuovo libro ?
"Direi di sì. Non partirei da
zero, avrei una serie di canali già aperti per la
promozione. Certo, poi molto dipenderebbe dalla bontà
del libro".

11) Quindi sapere che
sei bravo a promuovere le tue opere, è per te un
incentivo a fare maggiormente ciò che ami, ovvero
scrivere ?
"Ho
scoperto di avere buone capacità di promuovere il mio
libro. Ho anche vinto la mia paura di parlare in
pubblico. È chiaro che tutto questo rappresenta un buon
incentivo per andare avanti e scrivere ancora.
Anche se l’entusiasmo
da solo non basta. Ci vogliono nuove idee buone e
fantasia".
12) Reputi che sia una
esagerazione dire che per avere successo serve impiegare
le stesse energie nella promozione come per la scrittura
?
"È
un’equazione assolutamente corretta, soprattutto se
intendiamo che le energie spese per la promozione sono
date dalla somma delle energie spese dall’autore e di
quelle spese dall’editore. Mi spiego meglio. Se pubblico
con un editore (piccolo o grande che sia) che crede
sinceramente nelle potenzialità del mio libro, sarà
l’editore stesso ad accollarsi una parte degli sforzi
per la promozione della mia opera.
Se invece l’editore è
scarsamente interessato alla promozione del mio libro
(può capitare se l’editore ha già intascato una discreta
somma per pubblicare il libro), allora ricade tutto
sulle spalle dell’autore che dovrà fare del proprio
meglio per emergere. In entrambi i casi, i consigli dati
dal tuo ebook e dal tuo recente videocorso sono
fondamentali".
13)
Quali sono i tuoi progetti letterari futuri ed
eventualmente stai pensando a nuove tecniche
promozionali degli stessi ?
"Ho
messo on-line il mio sito www.andreapelliccia.it. Mi
piace, credo sia venuto proprio bene.
Anche per questo devo
ringraziare qualcuno: l’amico e poeta Dario De Lucia
(sul suo sito www.dariodelucia.com è possibile ascoltare
alcune delle sue bellissime poesie in musica, oltre che
acquistare i suoi CD).
Per rendere il sito
più "appetibile" ho abbinato la sua pubblicazione
all’uscita di un nuovo racconto dal titolo "Rugby in
Paradiso" che può essere scaricato gratuitamente. Anche
quest’iniziativa è stata concertata con l’editore: il
racconto può essere prelevato sia dal mio sito sia da
quello dell’editore (www.okbook.it).
Il racconto gratuito
mi è sembrato una buona iniziativa promozionale: può
servire a "fidelizzare" quelli che hanno già letto il
libro e a farmi scoprire da chi ancora non mi conosce.
Insomma, la promozione continua. Anche perché in questi
giorni il rugby è in primo piano con il Torneo delle Sei
Nazioni.
Da gennaio, poi, curo
sul sito www.nprugby.it (dedicato al rugby non
professionistico) la rubrica "Silver & Old", dedicata al
rugby di qualche anno fa e all’attività degli "old".
Quello degli "old" è un tema che mi sta molto a cuore:
io stesso faccio parte di un’associazione, la Old Napoli
Rugby Club, una onlus che si occupa di diffondere il
rugby tra i ragazzi come strumento di coesione e di
superamento del disagio sociale. Ci sono poi altri
progetti letterari in corso, ma è ancora presto per
parlarne.
La scaramanzia
partenopea mi impone il riserbo"…
11 febbraio 2012
Fonte: Scrittorevincente.com
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