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"Un
romanzo che supera i confini della
narrativa sportiva"
"Tragedie sorelle", Edizioni Cento
Autori, collana Controstoria, n.2 (il n.1 è
di un certo Valerio Evangelisti), prefazione
di Francesco Caremani. Disponibile
anche in ebook (Delos Digital,
collana Short Sport).
TRAMA:
Una città (Torino), due
tragedie (Superga e l'Heysel) vissute da un
ragazzino attraverso i racconti, tra
fantasia e realtà, del nonno e del padre.
Un bambino viene a
conoscenza di due fatti tragici, ma figli
dello stesso fato avverso: la tragedia
dell'incidente aereo avvenuto contro la
basilica di Superga (4 maggio del 1949), in
cui persero la vita tutti i componenti della
squadra calcistica del Torino fino a quel
momento campione d'Italia per cinque volte
consecutive, e quanto accaduto allo stadio
Heysel di Bruxelles (29 maggio 1985) a pochi
minuti dal fischio d'inizio della finale di
Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool,
dove persero la vita 39 tifosi. Nella visita
ad un museo il giovane testimone rivive la
memoria di quegli accadimenti, scoprendoli
in prima persona, attraverso le narrazioni
orali del padre e del nonno.
Francesco Caremani (Prefazione) :
"Tutti dovrebbero
leggere quello che ha scritto Andrea
Pelliccia, per ricordarsi e
ricordarci che il calcio è passione,
è vita, è amicizia e non tutto il
contrario che una certa narrativa,
anche mediatica, ha cercato di farci
credere. Leggetelo ai più piccoli,
insegnategli cos’è e cosa è stato
Superga, cos’è e cosa è stato
l’Heysel".
Giovanni Del Bianco (Guerin
Sportivo) : "La
scrittura accattivante
dell’autore e le precise
ricostruzioni delle epoche
raccontate mantengono il lettore
incollato alle pagine".
(Giovanni Tosco (Tuttosport) :
"Due vicende in
cui si intrecciano passato
remoto e passato prossimo,
legami di famiglia e mozioni
degli affetti, unite da un
destino che le ha fatte entrare
nella storia da una porta che
nessuno avrebbe voluto mai
aprire".
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Tragedie sorelle
Francesco Caremani nella
premessa al libro scrive: "Il romanzo di Andrea
Pelliccia è una carezza. Una carezza alla memoria di due
avvenimenti tragici, e storici, e un terzo che li ha
messi coraggiosamente e intelligentemente insieme". Non
ci poteva essere fotografia migliore di questo volume.
Con una brillante trovata narrativa, infatti, l’autore
riesce a legare in un unicum narrativo due storie tanto
vere quanto drammatiche: la tragedia di Superga del
maggio ’49, che spazzò via il Grande Torino e la strage
dell’Heysel dove persero la vita 39 tifosi. Come ci
riesce è presto detto: a cucire i due avvenimenti ci
pensa la curiosità di un bambino che accompagnato da
papà e nonno al museo del Grande Torino interroga le sue
guide per rivivere gli accadimenti passati, con fare
tanto curioso quanto ingenuo. L’incontro di queste tre
generazioni dà all’autore il pretesto per narrativo per
dar vita ad un breve ma gustoso romanzo, anche se forse
sarebbe più opportuno definirlo un racconto lungo,
diviso in due parti distinte. La prima, quella dedicata
al Grande Torino, è la più breve delle due ma non per
questo la meno intensa. Dei fatti di Superga fiumi
d’inchiostro è stato versato, nessuno però ha avuto
l’accuratezza di trasportare il lettore all’interno di
quel maledetto aereo, dove si possono quasi vedere i
volti allegri e scanzonati dei giocatori granata di
ritorno da Lisbona poco prima dello schianto. Il
chiacchiericcio frivolo, le risate, il buonumore del
gruppo, sembrano essere raccontati in presa diretta,
come se l’autore e di conseguenza il lettore fossero lì
con loro. Peccato solo che il tutto duri troppo poco. Al
contrario invece nella seconda parte l’autore si lascia
prendere maggiormente la mano, ne vien fuori così un
brillante racconto; non solo più lungo del primo ma
anche maggiormente coinvolgente. Pelliccia tenendo fede
a due delle tre passioni che emergono dalla biografia:
lo sport, in questo caso il calcio, e il rock, ha modo
di raccontare una storia di amicizia vera e profonda,
tra due ragazzi divisi dalla fede calcistica (Juventino
uno, granata l’altro), ma accomunati dalla passione per
la musica, grazie alla quale s’avvicinano dopo un
iniziale scontro. Al netto di una sinossi asciutta ed
essenziale, dalla quale altro non emerge se non il
"trait d’union" dei due racconti, è decisamente questo
il vero nucleo del romanzo. Non c’è dubbio che chi ha
avuto vent’anni all’epoca dei fatti dell’Heysel (siamo
nel 1985), apprezzerà maggiormente le sfumature
narrative e gli abbondanti particolari musicali. Mix che
rende l’esperimento narrativo davvero pregevole. Il
risultato finale è decisamente riuscito bene, talmente
tanto bene che ci si chiede perché non è stato possibile
dare più spazio ai due protagonisti ? Il libro grazie ad
uno stile narrativo accattivante scorre via velocemente,
favorito dal formato pocket e dal ridotto numero di
pagine. Basta un pomeriggio per terminarlo, pomeriggio
nel quale si ha anche tempo per rispolverare vecchi CD
alla ricerca delle tracce rock che fanno capolino tra le
righe. Un libro consigliatissimo ai ragazzi, anche
adolescenti, per avere la possibilità di fare una
gustosa buona lettura, ma anche ai papà per tornare
giovani per un istante. La copertina rossa è un
involontario (?) omaggio alla fede calcistica dei tre
iniziali protagonisti.
14 aprile 2021
Fonte:
Bibliocalcio.com
Recensione di
Giovanni Fasani, blogger di
allafacciadelcalcio.blogspot.com
Il libro di Andrea Pelliccia è
una speciale occasione per rivivere le tragedie di
Superga e dell’Heysel con un punto di vista diverso,
denso di sensibilità e romanzato in maniera appropriata
e mai forzata. Abbinando l’intenzione narrativa alla
cruda realtà il lettore ci regala una "carezza, per
citare la prefazione di Francesco Caremani, permettendo
al lettore di onorare la memoria delle vittime delle due
disgrazie e di meglio concepire come le stesse si siano
generate. Nella prima parte Pelliccia ci porta
direttamente sull’aereo partito da Lisbona, descrivendo
con fedeltà e stile il clima di amicizia e complicità
regnante nello spogliatoio granata. Nella seconda parte
si rivivono invece gli attimi concitati e tragici dello
stadio di Bruxelles, dove non mancano dettagli forti. Il
surplus del libro è rappresentato, a mio parere,
dall’appropriata concettualizzazione storica e sociale
delle due tragedie, passando anche dall’affascinante
scena musicale rock degli anni ’80 (scelta che trovo
personalmente molto riuscita). La lettura è altresì
rapida ed interessante con la curiosità per le vicende
dei protagonisti del romanzo che si mischia con
l’afflizione per il realizzarsi effetti o dei relativi
drammi. Se volete un modo significativo e coinvolgente
per ricordare due avvenimenti che hanno cambiato la
storia del calcio e non solo, allora il libro di Andrea
Pelliccia fa davvero al caso vostro.
28 aprile 2021
Fonte: Facebook
(Pagina
Autore)
Intervista ad
Andrea Pelliccia
di Edmond Antonio Dantèse
Ciao Andrea e benvenuto su
Bibliocalcio. Autore già di diversi libri tra i quali ad
esempio "Quando c’era Paolo Valenti". Come nasce l’idea
di questo romanzo ?
"Ciao
Antonio e grazie per lo spazio che mi hai concesso. Il
romanzo nasce da varie idee messe insieme: la conoscenza
di entrambi i tragici eventi e della mostra "Settanta
angeli in un unico Cielo. Heysel e Superga tragedie
sorelle" che li ha saggiamente e delicatamente
accomunati. Il romanzo, infatti, è ambientato proprio al
Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, il
luogo in cui si svolse la mostra nel 2014".
In "Tragedie sorelle" sei riuscito ad unire
due terribili eventi che hanno segnato la storia del
calcio italiano. Ti chiedo, al netto dei sani sfottò tra
le tifoserie, una disgrazia può affratellare chi si
trova sponde opposte ?"Il messaggio che
vorrei far arrivare è proprio questo: tragedie del
genere devono far superare qualunque rivalità sportiva.
E proprio per il valore educativo e formativo che va
oltre quello puramente narrativo, il libro è consigliato
anche ai ragazzi. Concetti ben sottolineati da Francesco
Caremani nella prefazione del libro. "Leggetelo ai
più piccoli, insegnategli cos’è e cosa è stato Superga,
cosa è e cosa è stato l’Heysel. Fateli accarezzare dalle
parole di Andrea Pelliccia, convinti che quelle carezze
li indirizzeranno un giorno, se avranno voglia, ad
approfondire le suggestioni di un romanzo sulle fonti
riconosciute e riconoscibili, spezzando per sempre la
dinamica amico-nemico che ha letteralmente ammorbato il
calcio italiano".
La Juve post Heysel ’85 seppe
riprendersi, nonostante il notevole danno d’immagine, il
Toro del post Superga, invece, non fu più lo stesso. A
tuo parere quale delle due tragedie è stata più incisiva
?
"Se guardiamo l’aspetto puramente sportivo,
l’impatto peggiore è stato subito dal Torino che ha
visto completamente annientata la propria formidabile
squadra, tecnici compresi. Nel giro di pochi anni ha
conosciuto la retrocessione in Serie B ed è riuscito a
vincere lo scudetto successivo solo nel 1976".
Da appassionato di fantascienza ed
ucronia hai voluto cimentarti nella stesura di un
romanzo a sfondo calcistico. È stato difficile
reinventarsi ?
"No, alterno i vari generi, anzi spesso li
mescolo. Il mio primo libro (che ha anche avuto un
successo superiore alle aspettative) si chiama "Up &
Under - racconti di rugby": ho cominciato a scrivere di
sport poi sono passato alla fantascienza, anche grazie
alla collaborazione con Delos Science Fiction (la più
antica rivista online italiana). Ma i piedi sono ben
saldi anche nello sport, visto che, oltre a scrivere,
dirigo due collane: "Raccontando lo sport", saggistica
sportiva per Edizioni Cento Autori, e "Short Sport",
narrativa sportiva in ebook per Delos Digital".
Nella seconda parte del libro emerge
un’altra delle tue passioni, quella per la musica rock.
È blasfemia se ti accostassi a Nick Hornby di "31
canzoni" e "Alta fedeltà" ?
"Per me è un onore, per qualcuno potrebbe
essere in effetti blasfemia ! Lo accetto, a patto che il
giudizio venga espresso dopo aver letto il mio libro. A
proposito di mescolare più passioni, nel 2019 ho curato
per Delos Science Fiction un numero speciale dedicato
alla fantascienza nella musica rock".
Mi corre l’obbligo di farti anche una
domanda scomoda. Il libro è molto godibile e scorre via
piacevolmente, però è troppo breve. Come mai questa
scelta ? Hai avuto paura di impegnarti seriamente ?
"Non la considero una domanda scomoda, anzi
mi dà l’opportunità di spiegare. Non credo che esista un
minimo sindacale di lunghezza di un libro, a meno che
questo non venga imposto dall’autore stesso oppure
dall’editore. Nel mio caso questi vincoli non ci sono
stati ed è stata una fortuna, perché per me un libro si
conclude quando lo scrittore ha raccontato quello che
voleva raccontare nel modo in cui riteneva opportuno
farlo. Il mio libro ha una lunghezza simile a "Il
vecchio e il mare" e "La fattoria degli animali", eppure
credo che nessuno abbia chiesto a Hemingway e a Orwell
se abbiano avuto paura di impegnarsi seriamente…".
È forse una mia impressione, ma nel
volume ci sono tantissimi ricordi del calcio
adolescenziale e anche credo esperienze di vita
personali. Mi sbaglio forse oppure c’è anche un po’ del
vissuto di Andrea Pelliccia nel tuo racconto ?
Certo, questo vale per la parte del romanzo
che riguarda la tragedia dell’Heysel e che ho vissuto in
prima persona davanti alla tv. Il racconto comincia nel
1979 e finisce nel 1987: lì ci sono le mie passioni
sportive e musicali di quegli anni. Gli U2 sono la band
preferita del protagonista e, all’epoca, erano anche la
mia. Racconto, tra le altre cose, del primo tour degli
U2 in Italia, evento che ho potuto documentare bene,
poiché possiedo il bootleg con la registrazione del
concerto di Bologna del 1985".
La tragedia della Chapecoense del
2016 dimostra come quanto accaduto al Torino nel ’49 si
possa sempre ripetere, invece gli accadimenti di
Bruxelles credi siano ripetibili oppure oggi i pericoli
negli stadi - se ci sono - siano altri ?
"I tragici fatti di Sheffield (novantasei
morti all’Hillsborough Stadium), avvenuti quattro anni
dopo quelli di Bruxelles, dimostrano che, in termini di
sicurezza negli stadi, la lezione dell’Heysel non è
servita granché. È vero che negli ultimi vent’anni
qualcosa è migliorato (più all’estero che in Italia, a
dirla tutta), ma da qui ad avere la certezza che episodi
così tragici siano definitivamente scongiurati è una
mera utopia".
Altra domanda malandrina: a tuo
parere è più facile vedere il Torino nuovamente campione
d’Italia oppure la Juve sollevare la tanto agognata
Champions League ?
"Il calcolo delle probabilità dice Juve:
basta contare le finali di Champions perse per capire
quanto sia andata vicina al traguardo. Certo, se poi i
fatti dovessero smentirmi e il Toro vincesse lo Scudetto
prima che la Juve la Champions, sarei felicissimo per i
miei tanti amici di fede granata".
Dopo "Tragedie sorelle" quali
progetti hai per il futuro ?
"Continuo ad alternarmi tra sport e
fantascienza e, se possibile, cerco di unirli. È proprio
quello che succederà con il prossimo libro. Pochi mesi
di pazienza e ne parleremo…".
7 maggio 2021
Fonte:
Bibliocalcio.com
Fotografie:
Facebook
(Pagina
Autore) - Museo del Grande Torino
Gli angeli di Superga e
dell'Heysel
di Giovanni Del Bianco
Due grandi tragedie hanno
segnato la storia del nostro calcio, del nostro Paese e
della città di Torino: quella di Superga (4 maggio
1949), quando scomparve in un incidente aereo l'intero
squadrone granata di ritorno da una trasferta in
Portogallo; e quella dell’Heysel (29 maggio 1985) dove
39 persone furono uccise dalla furia degli hooligans
inglesi in occasione della finale di Coppa Campioni tra
Juventus e Liverpool. Due ere diverse tra loro,
intervallate tra loro da 36 anni, ma tenute insieme
grazie ad una mostra intitolata "Settanta angeli in un
unico Cielo. Heysel e Superga tragedie sorelle". Nel
toccante romanzo di Andrea Pelliccia un bambino di otto
anni - visitando la mostra - prende coscienza di questi
terribili fatti, ascoltandoli dalla bocca del nonno e
del padre. Di fronte ai cimeli che scorrono sotto i loro
occhi, si abbracciano dunque tre generazioni. La
scrittura accattivante dell'autore e le precise
ricostruzioni delle epoche raccontate mantengono il
lettore incollato alle pagine. Capitoli brevi e concisi
che invogliano a proseguire la lettura e che hanno il
potere di immergere chi legge nelle atmosfere degli anni
Settanta e Ottanta (tra i due drammi, infatti, quella
dell'Heysel occupa la parte maggiore). Nel libro ci sono
parecchi rimandi musicali. Uno in particolare, fa da
filo conduttore alle passioni del protagonista, tifoso
juventino e amante degli U2. Si tratta di un estratto
della canzone New Year's Day, contenuta nell'album War,
uscito nel 1983: "Sotto un cielo rosso sangue, una folla
si è radunata in bianco e nero. Braccia incrociate, i
pochi scelti. I giornali dicono che è vero". Una sorta
di cupo e apocalittico presentimento per quello che
sarebbe accaduto, due anni più tardi, nella maledetta
serata di Bruxelles. La prefazione è di Francesco
Caremani, che fu anche uno degli organizzatori della
mostra, svoltasi a Grugliasco (Torino) nel 2014.
10 maggio 2021
Fonte: Guerin
Sportivo
Il romanzo di
Andrea Pelliccia
Superga e Heysel
Tragedie Sorelle
Una città unita da due
tragedie immani nel caldo: la prima cancella il
Grande Torino nello schianto di Superga il 4 maggio
1949, la seconda ha per protagonisti i tifosi della
Juventus, vittime della violenza allo stadio Heysel
il 29 maggio 1985, giorno della finale della Coppa
Campioni a Bruxelles. Andrea Pelliccia nel romanzo
"Tragedie sorelle" (CentoAutori, 155 pagine, 12
euro) immagina che un bambino - Paolo - riviva i due
avvenimenti durante la visita al museo dedicato alla
squadra granata. Decisivi sono i racconti del padre
e del nonno, che approfondiscono la scomparsa di
quella che è stata una delle più formidabili squadre
del secondo Dopoguerra e la trasformazione di un
momento di festa, come una partita di calcio, in un
fatto di sangue. Due vicende in cui si intrecciano
passato remoto e passato prossimo, legami di
famiglia e mozioni degli affetti, unite da un
destino che le ha fatte entrare nella storia da una
porta che nessuno avrebbe voluto mai aprire. La
prefazione è di Francesco Caremani.
5 giugno 2021
Fonte:
Tuttosport

Fonte: Carlo
Nesti (26 aprile 2022)
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