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Heysel sempre nel cuore
di Roberto Renga
La partita tra Liverpool e
Juventus non si doveva giocare in quello stadio. Da qui
si deve partire per ricordare la tragica notte del 29
maggio del 1985. Persero la vita trentanove persone.
Persone, non tifosi della Juventus, come la parte
peggiore del teppismo da stadio ama ricordare con cori e
striscioni. L’Heysel e la famigerata curva "Z", la curva
della morte in diretta. Era riservata ai locali, ma ci
si ritrovarono gli italiani, per via di un’agenzia senza
scrupoli. In quel settore non un vero ingresso, ma una
porticina. E i poliziotti ? Un centinaio in tutto, come
a proteggere una scampagnata. Quaranta in curva, ma
ventotto presto fuori per cercare l’autore di un
furtarello. Tra italiani e inglesi solo una rete: non
una divisione, ma un invito a passare dall’altra parte.
Forse furono due italiani a dar fuoco a una bandiera del
Liverpool, ma non basta a spiegare la tragedia. Gli
inglesi divennero una valanga che travolse famiglie,
padri, bambini. Tra gli inglesi, si seppe poi, anche
attivisti del National Front in trasferta non
disinteressata. Fu un massacro. Travolti, gli italiani
cercarono rifugio in un muro, ma cadde. Si spinsero
verso il campo e vennero fermati da poliziotti che non
avevano capito niente: bruciava il mondo e loro
spegnevano un cerino. Roberto Lorentini era un medico di
Arezzo di trentuno anni. Aveva trovato una via di
uscita, ma si fermò. Un bambino, Andrea, lo fissava da
terra e il suo sguardo era una muta richiesta di aiuto.
Roberto e Andrea morirono insieme. È Roberto l’eroe di
quella maledetta notte. Ricordiamo lui, tutti gli altri.
Lo piango ancora.
29 maggio 2019
Fonte:
Radioradio.it
Libri di Sport: amore e
tragedia nello stadio maledetto
di Giuliano Orlando
La partita del diavolo
- Roberto Rea e Chiara Bottini - Absolutely Free Editore
- Pag. 188 - Euro 14.00
Nelle prime righe, una verità
nascosta ? "Furono due italiani ad aprire la macabra
danza (Heysel 29 maggio 1985), dando fuoco ad una
bandiera inglese". Il resto è uno sceneggiato teatrale,
con quadri ambientati per dare corpo ad una storia tra
realtà e fantasia, un giallo con attori impegnati in
continue fughe, inseguiti dalla mafia serba alle polizie
belga e di casa nostra. Simpatici e improbabili, ma
sapientemente orchestrati dai continui cambi di scena.
Da un albergo schifoso di Bruxelles allo stadio per la
partita maledetta, dove i nostri protagonisti scoprono
quello che i tifosi ignorano: dietro il grande
spettacolo del calcio girano interessi pazzeschi. Spiega
tutto un serbo, caposcuola del crimine, che gestisce
droga e prostituzione, come le trasferte, perfino i
parcheggi auto. Un tourbillon di sequenze, dall’incontro
con bellezze mozzafiato e anche mozza teste, mentre
prosegue il racconto di questo serbo che gestisce tutto,
compresa il rapporto con la protagonista. Si passa ai
resoconti del dopo tragedia, al ritorno a casa delle
salme, alle riunioni per capire e poi dimenticare,
mentre il tandem (lui e lei) lascia Bruxelles per
Amburgo attraverso l’Olanda. Si arriva finalmente in
Italia, e la musica non cambia, il mondo degli ultras
gestisce tutto e tutti. Specie in trasferta, dove ogni
mossa (vedi provocazione) ha un suo perché, un disegno
preciso. Non solo in Italia, la storia torna all’estero,
la giostra non si ferma mai e la commedia prosegue fino
all’esaurimento, con il Clown dalle misure eccezionali,
che dirige l’orchestra ma non sempre è invulnerabile.
Come finisce e dove ? A Belgrado, con la vendetta di…
Che scoprirete leggendo il libro.
10 Marzo 2016
Fonte: Datasport.it
La partita del diavolo
Bruxelles,
Heysel 29 maggio 1985. Gli inglesi attaccano, la rete
cede, il muro crolla. Avviene in pochi minuti e sembra
frutto di un'atroce fatalità, del caso, dell'incoscienza
umana. E se non fosse così ? Se dietro si nascondessero
un disegno preciso, una regia, un sistema di poteri
interessato a un epilogo tragico ? È questo il complesso
panorama che gli autori scoprono lentamente raccontando
di un uomo e una donna, esponenti del teppismo da stadio
italiano, che vengono ingaggiati per creare incidenti
prima di Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei
Campioni. È la storia di un piano, di una fuga, di un
tentativo di redenzione, di un grande amore narrata a
due voci e intrecciata al resoconto di quei giorni,
riportato dai servizi giornalistici, dalla polizia
internazionale, dai sopravvissuti. Un frenetico viaggio
alla scoperta del lato oscuro del calcio., il muro
crolla. Avviene in pochi minuti e sembra frutto di
un'atroce fatalità, del caso, dell'incoscienza umana. E
se non fosse così ? Se dietro si nascondessero un
disegno preciso, una regia, un sistema di poteri
interessato a un epilogo tragico ? È questo il complesso
panorama che gli autori scoprono lentamente raccontando
di un uomo e una donna, esponenti del teppismo da stadio
italiano, che vengono ingaggiati per creare incidenti
prima di Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei
Campioni. È la storia di un piano, di una fuga, di un
tentativo di redenzione, di un grande amore narrata a
due voci e intrecciata al resoconto di quei giorni,
riportato dai servizi giornalistici, dalla polizia
internazionale, dai sopravvissuti. Un frenetico viaggio
alla scoperta del lato oscuro del calcio.
5 giugno 2015
Fonte: Amazon.it
 La partita del Diavolo"
: una nuova ipotesi sulla tragedia dell'Heysel
di Michela Cuppini
Il libro (Absolutely
Free editore) espone attraverso le voci degli autori,
Roberto Renga e Chiara Bottini, una moderna tesi sullo
sfondo della tragedia di Bruxelles: la presenza di un
sistema di potere politico ed economico interessato ad
un tragico finale.
ROMA - Amore, violenza, omicidi
e giochi di potere: il tutto sullo sfondo di una
tragedia. La tragedia. Quella del 29 maggio 1985.
Dell'indimenticato Heysel. A trent'anni
dall'anniversario di quel maledetto giorno che vide tra
le 39 vittime, 32 italiani, Roberto Renga e Chiara
Bottini ne "La partita del Diavolo", ripercorrono con
grande lucidità gli eventi, passando da una città
all'altra, in una storia che si muove prima, durante e
dopo i drammatici fatti della finale di Coppa dei
Campioni tra Liverpool e Juventus. Nello
stadio di
Bruxelles uno degli avvenimenti più sconvolgenti della
storia del calcio. Gli hooligans inglesi prendono
d'assalto il Settore Z, quello riservato ai tifosi
juventini, costringendo gli italiani ad ammassarsi
contro un muro, al lato opposto dalla curva occupata dai sostenitori del Liverpool. Ma accade l'imprevedibile. Il
muro non resiste al troppo peso e crolla. C'è chi si
lancia nel vuoto per evitare di rimanere schiacciato e
chi cerca di scavalcare in altri settori. Ma ci
sono
soprattutto le vittime, persone intrappolate, calpestate
e uccise nella folle corsa verso la salvezza. Gli autori
avanzano un'ipotesi: E se tutto questo non fosse una
casualità, ma il frutto di un piano studiato nei minimi
particolari ? E se dietro la strage si nascondesse un
sistema di poteri interessato ad un atroce finale ? In
un noir a due voci, una maschile e una femminile, viene
raccontata la storia di una coppia di teppisti da stadio
italiani, arruolati per provocare gli inglesi e
spingerli ad attaccare i propri connazionali proprio
durante la finale di Coppa. Si tratta di un vero e
proprio viaggio alla scoperta del lato oscuro del
calcio: di un mondo governato da interessi economici e
politici che si muovono attraverso il potere della
"folla", protagonista indiscussa del racconto. Perché:
"E' in curva che si trovano i soggetti più molli, più
deboli, quelli che ti porti dietro con un fischio o
offrendo un ruolo, uno qualsiasi". Una folla che diventa
sinonimo di violenza, di passaggio distruttivo che nulla
lascia se non morte e distruzione. Una brutalità che
stride con i valori dello sport. Perché "il calcio è
solo una scusa".
28 maggio 2015
Fonte: Repubblica.it
"La partita del
diavolo", presentazione questa sera alla ex Bastanzetti
Questa sera alle 18
presentazione Libro "La Partita del Diavolo", di Roberto
Renga e Chiara Bottini con gli interventi di Enzo
Bucchioni, Ilario Castagner e Roberto Pruzzo,
organizzato dall’associazione Amici della Musica Arezzo.
La Partita del Diavolo, è il
titolo del libro di Roberto Renga e Chiara Bottini,
edito da Absolutely Free. Parlare. Un noir freddo,
lucido e passionale per riportare alla memoria la finale
di Coppa dei Campioni allo stadio dell’Heysel. Dedicato
a Roberto Lorentini, che in una notte di campioni morì
tendendo la mano a un ragazzo. Parlare ancora e ancora
dell’Heysel significa riportare alla mente una tragedia
che però, trattandosi di una partita di calcio, così
come altri eventi del genere, sembrano definirsi come un
evento luttuoso di pochi. In realtà la violenza negli
stadi, così come in tutte le sue forme, deve trovare la
parola fine. Ricordare proprio per tenere presente
quanto dolore e quanta bruttezza tutto ciò ha generato e
tutt’oggi genera. Heysel Maggio 1985. Da un paio di
anni, per strade e percorsi tutti diversi tra loro, ci
siamo ritrovati in un circuito di amici e conoscenze che
stavano inconsapevolmente condividendo uno stesso
obiettivo. In nome di questa amicizia, sebbene del tutto
personale, non nascondo che come associazione a volte si
possa prestare il fianco e il supporto ad un tema così
diverso dal proprio, il calcio, ma che merita per i
valori che qui si rappresentano di essere condivisa e
partecipata. Ricordare per dire mai più.
20 maggio 2015
Fonte: Arezzonotizie.it

"La partita del
diavolo" alla Casa dell’Energia
Mercoledì 20 maggio
alle 18 alla Casa dell’energia, organizzata dagli Amici
della Musica di Arezzo, presentazione del libro di
Roberto Renga e Chiara Bottini "La partita del diavolo"
(Absolutely Free Editore, 2015).
Insieme ai due autori, che nel
loro libro si confrontano con il ricordo della tragedia
dell’Heysel trasportandolo sul piano del romanzo noir
sperimentale e attirando il pubblico su una storia
"altra", surreale, violenta, verosimile, intervengono
Ilario Castagner, allenatore di calcio del Perugia "dei
miracoli", Roberto Pruzzo, ex centravanti di Genoa e
Roma, Enzo Bucchioni, direttore del Quotidiano Sportivo,
Andrea Lorentini, presidente dell’Associazione vittime
dell’Heysel, il giornalista Francesco Caremani e lo
scrittore Riccardo Gambelli. Modera l’incontro Marco
Caneschi, letture di Alessandra Bedino. Esponenti del
teppismo da stadio italiano vengono ingaggiati per
creare incidenti prima di Juventus-Liverpool, finale di
Coppa dei Campioni. Una serrata narrazione a due voci
intreccia un terribile resoconto di quei giorni alla
scoperta del lato oscuro del calcio con un "cuore di
tenebra" nei Balcani.. Roberto Renga, autore e
giornalista, conta, fra le innumerevoli partite, sei
Mondiali da inviato e segue la Nazionale, senza tregua,
dagli Europei del 1980. Ha cominciato a La Nazione di
Perugia, è passato poi a Roma: Paese Sera prima, quindi
Il Messaggero. Il suo libro "Una Storia Nazionale"
racconta i retroscena del calcio da chi li ha vissuti in
prima persona.. Chiara Bottini, consulente, autrice,
blogger e juventina. Capisce la regola del fuori gioco e
non passa davanti allo schermo se qualcuno sta guardando
una partita. L’Heysel l’ha vissuto attraverso il
racconto di un amico, sopravvissuto per miracolo. Ha
deciso di andarci di persona attraverso i protagonisti
de "La partita del diavolo".
19 maggio 2015
Fonte: Arezzonotizie.it

"La partita del
diavolo": il noir della mancata memoria
di Emanuela Cerri
Chiara Bottini e
Roberto Renga hanno scritto un libro che vi consigliamo.
Un noir freddo, lucido e passionale per riportare alla
memoria la finale di Champion's allo stadio dell'Heysel.
Una tragedia italiana, non juventina.
Nel periodo delle classifiche
di libri da leggere sotto l'ombrellone mi sento di
consigliarvene uno in particolare. Un libro atipico, un
libro del tutto atipico, a partire dai suoi due autori.
Un libro che dovrebbe essere letto. Roberto Renga,
elegante giornalista sportivo e Chiara Bottini,
formatrice aziendale con un'anima (bellissima) da
scrittrice appassionata che, prima di questo romanzo (il
suo primo, mentre si tratta del terzo per Renga) si
poteva leggere soltanto distillata in shottini da 140
caratteri su Twitter (@nonvedi). I due si sono
conosciuti proprio tra un tweet e l'altro e da qui
l'idea di questo noir a due voci, una maschile e una
femminile, due voci che raccontano una loro storia di
violenza, botte, amore, sangue, ai margini della quale,
in un crescendo, si affiancano le vicende di quella
notte dentro le mura dell'Heysel. Una storia vera ai
margini di una storia di finzione, un calembour
letterario che funziona, che non grida ma pungola, che
non accusa ma riporta alla mente. Perché questo è
importante. Riportare alla mente un fatto "grosso",
grosso come la bomba fascista sull'Italicus, grosso come
il disastro di Ustica, ma che, pare, non abbia la stessa
dignità di diventare ricordo da ferita italiana di serie
A. Voi ve lo ricordavate ? Io ne ho un vago ricordo da
bambina di 8 scarsi dell'epoca che ricorda brandelli di
telegiornali e quotidiani con foto in bianco e nero che
al babbo facevano venire i lucciconi di lacrime agli
occhi a guardarle, e quello era il mio metro di paragone
della gravità di un fatto. Heysel, maggio 19855. Chi è
il Diavolo della finale di Coppa dei Campioni tra
Juventus e Liverpool giocata nello stadio Heysel di
Bruxelles nella primavera dell'85 ? Il Diavolo è nella
scelta di uno stadio fatiscente non adatto ad ospitare
una finale di quel calibro, il Diavolo è in quel settore
dove gli italiani credevano di poter stare e invece non
era riservato a loro, il Diavolo è nella pochissima
polizia destinata a quell'evento, ma tanti erano in
ferie perché poco prima c'era stata la visita del Papa e
chi si aspettava che servisse così tanto spiegamento di
forze per una partita di pallone ? Il Diavolo è
soprattutto, però, nei cori contro le vittime di quella
strage che per 29 anni hanno rimbombato negli stadi
contro la Juventus, cori mai sanzionati se non negli
ultimi tempi. Cori rivolti alla Juventus senza pensare
che tra quei morti c'erano anche tre interisti, c'erano
anche persone di altre nazionalità. In questo libro
dalla lunga gestazione - "Non riuscivamo a trovare un
tono che non
fosse irrispettoso", dice Chiara in
conferenza stampa - tante cose sono forzatamente
surreali, non doveva essere vero ma verosimile, e la
speranza è che non possa essere vissuto come una
tragedia juventina. Chi allo stadio inneggia all'Heysel,
chi inneggia a Pessotto o alla strage di Superga è gente
ignorante, che ignora quel tipo di dolore sordo e cieco,
che non sa cos'è il tifo vero e pulito. E' per questo
che questo libro va letto, regalato, che dell'Heysel
bisogna parlare, non per commemorare, ma per evitare di
ripetere.."Roberto Lorentini, che in una notte di
campioni morì tendendo la mano a un ragazzo. A suo
padre, a suo figlio". Questa è la dedica d'apertura del
libro per Roberto Lorentini, che muore dopo aver messo
in sicurezza il babbo, muore per salvare il più piccolo
tra le vittime di quella carneficina, ma adesso è solo
una medaglia d'argento alla memoria. Un eroe da medaglia
d'argento, l'ennesimo scherzo macabro della mancata
memoria dei tanti soggetti che vogliono dimenticare.
13 maggio 2015
Fonte: Pianetadonna.it
"La partita del
diavolo": storia della più grande tragedia del calcio
italiano
di Giuseppe Di Chiera
Roberto Renga e Chiara
Bottini raccontano la finale dell’Heysel fra Liverpool e
Juventus.
Potrebbe essere il libro
dell’estate, uno di quelli da leggere sulla spiaggia
sotto l’ombrellone, ma sarebbe riduttivo, perché "La
Partita del Diavolo" (Absolutely Free Editore, 14 euro)
è molto di più. E’ la storia di qualcosa che con il
calcio non ha nulla a che fare, ma che dal calcio nasce
e dipende, un racconto che sebbene lo si voglia legare
al destino di una sola tifoseria - quella della Juventus
- in realtà incrocia i percorsi di una tragedia che
riguarda tutta l’Italia. Questa storia di calcio, ma
anche e soprattutto di vita, la raccontano - bene -
Chiara Bottini e Roberto Renga che nelle 184 pagine che
compongono il libro tracciano la storia - fantasiosa -
di due eventuali protagonisti di quel giorno e del
diavolo che da Belgrado avrebbe diretto il loro
percorso.
Senta Renga apro
citando parte della nota introduttiva che accompagna il
libro "I più giovani non sanno, altri hanno dimenticato
o fanno finta di dimenticare. Crediamo, invece, che
tutti dovrebbero conoscere una tragedia italiana, non
juventina, come pensano quelli che ogni domenica, senza
rendersi conto, ne auspicano una rievocazione". Iniziamo
da qui, allora: come racconterebbe a un ragazzo, che
all’epoca non era nato, i fatti dell’Heysel ?
"L'Heysel, la più grande
tragedia del calcio italiano. Trentanove persone a
Bruxelles, in uno stadio vecchio e cadente, vennero
travolte e uccise da teppisti inglesi. Ventinove vittime
nostre, non juventine".
Scorrendo le pagine,
resta difficile dare una definizione di appartenenza al
libro. Il racconto che accompagna il lettore si divide
infatti fra giallo, cronaca nera e romanzo di formazione
in un unico e contiguo percorso. Come lo definirebbe Lei
?
"In una parola ? Romanzo, dove
vita, amore, morte e violenza si rincorrono. Un modo per
far conoscere l'Heysel a chi l'ignora. La Partita del
Diavolo è stato scritto per questo".
C’è un passaggio del
libro in cui uno dei due protagonisti racconta le sue
esperienze allo stadio con il padre, da piccola. Cito:
"Quando esplodeva una bomba carta mio padre mi copriva
le orecchie e io ne restavo frastornata, ma ero con lui,
era tutto un gioco e mi sentivo al sicuro, quindi ridevo
anche se ero terrorizzata…". Una immagine
drammaticamente attuale se si pensa - fra le molte foto
recenti - al derby di Torino.
"Le pagine scritte da Chiara
Bottini. Bellissime, intense, direi. Ho avuto la fortuna
di lavorare con una coautrice straordinaria e
trascinante. Vero, quelle pagine sono più che mai
attuali. Come il resto".
Senta Renga, a distanza
di 30 anni da quella partita, ancora in molti si
chiedono se continuare a giocare sia stata la scelta più
corretta. Lei che idea si è fatto ?
"Si doveva giocare. In caso
contrario ci sarebbe stata la caccia all'uomo".
Era il 3 gennaio 2013 e
in un tweet, dopo l’ennesimo episodio di violenza negli
stadi - gli insulti razzisti a Boateng in Pro Patria vs
Milan - Lei scriveva "Cori sull'Heysel, su Pessotto, su
Paparelli e mille altri ? Cori di razzisti ? Striscioni
offensivi ? Ci si ferma e basta".
"Certo, lo pensavo e lo penso.
Stop. Ma in caso di vittime ed eventuali ritorsioni si
va avanti, per limitare i danni".
Mi corregga se sbaglio.
Lei a quella partita fra Liverpool e Juventus resta
legato anche per un aneddoto che avrebbe dovuto vederla
presente sugli spalti, rinunciando invece all’ultimo
minuto.
"Verissimo. Ero accreditato per
la finale, ma il manifesto mi bloccò. Mi parve di vedere
sangue sopra il bianco e nero. Seguii la partita dalla
Tv. Lavoravo a Paese Sera, allora".
Senta chiudiamo con un
ricordo: all’interno del libro c’è una storia nella
storia che si racchiude nella dedica iniziale a "Roberto
Lorentini, che in una notte di campioni, morì tenendo la
mano ad un ragazzo".
"Roberto aveva trentuno anni ed
era medico di Arezzo. Era salvo. Vide un bambino in
difficoltà, si fermò per aiutarlo, venne ucciso. Solo
medaglia d'argento. Un eroe, per me. Il libro è dedicato
a lui".
11 maggio 2015
Fonte:
Gazzettaregionale.it
Libri, è uscito "La
partita del diavolo"
Renga racconta l’Italia
teppistica e violenta del 1985 partendo dall’Heysel
Si tratta di un noir, una
storia d'amore, ma anche un realistico spaccato
dell'Italia teppistica e violenta del 1985 scritto
insieme a Chiara Bottini. Verrà presentato domani
(libreria Arion, via Cavour 255) il romanzo "La partita
del diavolo", scritto da Roberto Renga e Chiara Bottini.
Un noir, una storia d’amore, ma anche un realistico
spaccato dell’Italia teppistica e violenta del 1985. La
storia, fantasiosa e no, parte dall’Heysel, una tragedia
con trentanove vittime verificatisi esattamente trenta
anni fa, il 29 maggio per l’esattezza. I protagonisti
del romanzo sono due teppisti da stadio italiani, pagati
per creare incidenti. Il diavolo si trova a Belgrado ed
è lui a ad accendere il fuoco della violenza ovunque.
Dopo l’Heysel, la fuga dei "nostri", gli omicidi, il
nascondiglio ad Amburgo, l’amore, il finale degno di un
film di Kubrick, il colpo di scena legato all’ultimo
sparo. Uno sviluppo che permetterà ai più giovani di
avvicinarsi alla più grande tragedia che ha toccato il
nostro calcio e che non riguarda solo tifosi della
Juventus, ma tutti. Il libro è scritto come una
sceneggiatura cinematografica e non ci sono nomi. Solo
alcune delle novità che potrete trovare, in tutte le
librerie, nelle 184 pagine edite da Absolutely Free
Editore, al prezzo di 14 euro.
6 maggio 2015
Fonte: Forzaroma.info
© Fotografia: ilsalottodiladyzeta.blogspot.it
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