Privacy Policy Cookie Policy
Adriano Lazzarini
www.saladellamemoriaheysel.it   Sala della Memoria Heysel   Museo Virtuale Multimediale
Intervista ad Adriano Lazzarini
    Interviste     Audio-Video Interviste     Testimonianze     Bibliografia     Stampa e Web   
Tifoso F.C. Juventus

(Nel Settore Z allo Stadio Heysel il 29.05.1985
)

Intervista ad Adriano Lazzarini, testimone e reduce della Curva Z all'Heysel

A cura di "Gruppo Greco Juventus"

Dopo che ti salutiamo nelle pagine della "Bandiera Bianconera", vorremmo, guardando 24 anni fa e prima della finale del 29 maggio, che ci raccontassi l’atmosfera di quei giorni. Hai deciso di andare all’Heysel per la finale, subito dopo le semifinali contro il Bordeaux ?

"Sì, decisi subito dopo le semifinali. Già nel 1983 volevo andare alla finale di Atene, ma poi non fu possibile e questa non volevo perderla".

Frequentavi spesso gli stadi in quel periodo ?

"Andavo alle partite di Roma e Lazio, quando giocavano contro la Juventus e a qualcun’altra perché abitavo a Roma. Negli anni precedenti andavo più spesso, anche a vedere altre squadre, oppure la Nazionale italiana".

Allora, eri un piccolo ragazzino e sicuramente avresti fatto tanti sogni per quella partita particolare. Ti ricordi alcune dei tuoi pensieri ?

"All’epoca, la Juventus era il mio pensiero principale e il mio desiderio era quello di vederle vincere la coppa più importante d’Europa e di essere presente all’evento per festeggiare dal vivo".

Andiamo pian piano al giorno della partita. Com’era il viaggio a Bruxelles ? Ti ricordi con che mezzo di trasporto ci siete arrivati ? Eravate da soli o con degli altri tifosi della Juventus ?

"Il viaggio era stato buono, con il treno e dentro Bruxelles con il pullman. Ero con un gruppo organizzato da Roma, gente comune e non c’erano tifosi ultras, solo persone comuni e famiglie. Io ero con mia madre e mia sorella, loro non sono juventine, ma vollero venire per partecipare a una giornata di festa sportiva".

Com’era l’atmosfera in città ? C’erano milioni di tifosi di entrambe le squadre ? Hai visto o sentito parlare d’incidenti violenti nelle strade o le piazze di Bruxelles ?

"L’atmosfera era buona, con molti tifosi di entrambe le squadre e aria festosa. Io e mia sorella abbiamo fatto scambio di maglia con 2 tifosi del Liverpool. No, non ho visto incidenti prima della partita".

A che ora siete entrati nello stadio ? In che parte dello stadio avete prenotato il biglietto ? Com’era l’atmosfera ?

"Il posto era proprio nel settore "Z", quello dove morirono i nostri tifosi ! Era quello occupato da tifosi comuni, vicino a quello degli ultras del Liverpool, mentre gli ultras della Juventus erano dal lato opposto. Noi non avevamo scelto, è stata l’agenzia di viaggi a trovarci questo posto. Entrammo intorno alle 17.30-18… Già tardi perché stavamo lì fuori sul prato e non ci eravamo accorti che la gente già entrava… Lo stadio era già pieno e rimanemmo vicini all’ingresso, più o meno dove c’era il tabellone elettronico dello stadio. La porta d’ingresso era stretta e di legno, con muretti molto vecchi… A uno, a uno si entrava stretti… Tutti posti in piedi in quel settore. L’ingresso da lì, era dall’alto, cioè, entrando, vedevi lo stadio verso il basso. Noi eravamo vicinissimi alla rete che divideva dai tifosi del Liverpool. La polizia faceva togliere a noi le aste delle bandiere, ma faceva entrare gli inglesi già ubriachi e con le casse di birra piene…".

Arriviamo al momento che gli incidenti sono cominciati dentro lo stadio. Hai visto qualcosa te ?

"Sì, vedevo gli inglesi che tiravano oggetti verso di noi e noi cercavamo di spostarci. Si vedeva che ormai erano ubriachi… Urlavano contro di noi e insultavano… Finché intorno alle 19.15, la situazione era più grave e noi con molti altri siamo usciti dallo stesso punto d’entrata… Non era il punto del muretto crollato, quello era nello stesso settore, ma in basso a destra rispetto a noi. Qualcuno leggermente ferito lo abbiamo visto uscire anche da lì, ma feriti lievi. Siamo rientrati nello stadio al momento dell’inizio partita".

Quanto le cose hanno cominciato a diventare più "gravi" hai mai immaginato che potrebbe succedere quello che alla fine è successo ?

"No, non immaginavamo quello che poteva essere successo, avevamo sentito di feriti, ma non di morti. Dopo gli incidenti, per un po' di tempo, c’era panico dappertutto. C’era tanta gente nello stadio che era trasformato in ospedale".

Nelle gradinate c’erano ancora degli incidenti ?

"No, quel settore si era svuotato e una volta usciti, noi eravamo lontani dal punto del muretto crollato e non abbiamo visto i morti e i feriti gravi.

Gli altoparlanti cosa comunicavano ? C’erano notificazioni sulle condizioni dei tifosi feriti ?

"All’altoparlante i capitani Scirea e Neal invitavano alla calma, ma non parlavano di morti e feriti, almeno io non ho sentito questo".

Prima che i due capitani uscissero e vi parlassero vi eravate accorti delle dimensioni del disastro ?

"No, assolutamente e nemmeno dopo che parlarono i capitani… Sicuramente in TV si è avuta di più la sensazione di tragedia, ma noi che siamo usciti da sopra, non ci siamo resi conto della gravità".

Siccome le notizie ci hanno confuso. Alla fine voi, prima che la partita cominciasse, sapevate esattamente cos'era successo ? Sapevate la verità ?

"No, non sapevamo la verità, credevamo solo che ci fossero stati alcuni feriti, ma non morti… Una volta rientrati, il settore era semivuoto di persone e pieno di oggetti lasciati per terra, ci ha avvicinato un ragazzo del nostro gruppo e ci ha detto piangendo che c’erano alcuni morti, ma noi pensavamo che non fosse vero, ma che magari c’erano solo feriti… Dietro le porte, sul campo, c’erano i poliziotti a cavallo e con caschi e scudi da guerra, noi rimanemmo dentro, a quel punto potevamo solo aspettare perché uscire fuori senza il pullman pronto sarebbe stato più pericoloso. All’uscita, dopo la fine della partita, andammo subito al parcheggio pullman, fuori lo stadio c’erano auto bruciate, cassonetti dell’immondizia rovesciati, vetri per terra dappertutto…".

Com’era il viaggio di ritorno in Italia ? Il giorno dopo ?

"Il viaggio normale, alla stazione c’era confusione, tra i nostri non c’erano morti o feriti e ancora non avevamo chiara la situazione, però abbiamo avuto la conferma che c’erano stati alcuni morti… Sicuramente a casa, chi sapeva dove eravamo, sapeva più di noi ed era molto preoccupato, noi ci rendevamo conto di meno della situazione, nonostante fossimo non distanti da dove sono morte le persone. Bisogna considerare che fosse un’epoca diversa, non avevamo telefoni cellulari, internet o altro, quindi le notizie non erano veloci come adesso".

Sei mai andato allo stadio dopo quel giorno ?

"Sì, ma più raramente, adesso ci vado poco. Sono stato anche a Juventus-Liverpool a Torino nel 2005".

Alla fine gli eventi dell'Heysel per te erano solo un incidente o un omicidio ?

"Un omicidio, anzi… Eccidio… Ma causato non solo dai tifosi inglesi, ma anche dall’organizzazione e dalla polizia belga che non ha saputo fronteggiare la situazione".

Pensi che tutti quelli che avevano a che fare con gli incidenti alla fine sono stati puniti ?

"No, perché come ho scritto prima, non erano da punire solo i tifosi, ma anche chi non ha saputo organizzare e fare andare bene una festa sportiva".

Se potessi tornare nel tempo, saresti andato ancora in quella partita ?

"Sarei andato perché non avrei comunque mai potuto immaginare una cosa simile… Sapere prima e immaginare una cosa di questo tipo non è possibile".

? Maggio 2009

Fonte: Gruppogreco.blogspot.it

NDR: Si ringraziano Adriano Lazzarini per le foto e "Gruppo Greco Juventus" per la cortese concessione del pezzo
www.saladellamemoriaheysel.it  Domenico Laudadio  ©  Copyrights  22.02.2009  (All rights reserved)