Heysel, un memoriale
40 anni dopo: "Il ricordo
delle vittime un
percorso dentro ognuno di noi"
L’autore di "Verso
altrove", l’opera scelta dalla Juventus in occasione dei
40 anni dalla tragedia.
di Nicola Balice
Il
29 maggio saranno quarant’anni dalla tragedia
dell’Heysel. Per commemorare le 39 vittime e rendere
eterno il loro ricordo, la Juventus inaugurerà un’opera
permanente nei pressi di strada della Continassa a pochi
metri dall’Allianz Stadium. Il memoriale, ribattezzato
"Verso altrove", è stato progettato da Luca Vitone,
artista italiano di fama internazionale nato a Genova.
"La collaborazione nasce dal desiderio di Juventus di
realizzare un memoriale per ricordare le vittime
dell'Heysel. Era stato incaricato il compianto Luca
Beatrice per la selezione di un'artista che se ne
occupasse, hanno deciso di valutare dieci portfoli tra
chi avrebbe potuto realizzare questa idea, tra questi ne
sono stati scelti tre. A quel punto sono stati proposti
tre progetti, è stato scelto il mio. E devo dire di
essere stato molto contento, per diversi motivi".
Quali ?
"Intanto perché conosco Torino
artisticamente parlando dal 1989, il mio primo rapporto
è stato con Franz Paludetto un gallerista che aveva un
bellissimo castello a Rivara, poi ho lavorato con altre
due gallerie torinesi. Conosco bene questa città ma
forse è l'unica grande dove non sono mai riuscito a
realizzare una personale pubblica, l'idea di fare
un'opera permanente proprio qui andava anche a
completare un percorso. Poi il fatto di farlo per
ricordare una tragedia mi ha coinvolto subito molto".
Torniamo indietro di quarant’anni, cosa ricorda
di quel 29 maggio 1985 ?
"Ricordo bene quella sera, ero
un ventenne, mi trovavo stranamente davanti a un
televisore in un bar. Mi ricordo che quella notizia mi
colpì particolarmente. Noi in Italia purtroppo siamo
abituati alle stragi, ne abbiamo vissute tante di
matrice politica. Questa ha la peculiarità negativa che
è un qualcosa che non ci si aspetta, una partita di
calcio dovrebbe essere un evento gioioso. Mi fece
pensare al senso della vita".
E oggi cosa rimane ?
"Io non sono un tifoso ma proprio grazie a Luca Beatrice
ho scoperto un fatto molto toccante e rispettoso,
coinvolgente. In ogni partita della Juve, al minuto 39,
arriva un segnale da parte dei tifosi bianconeri:
retorica o no, questo fa capire quanto sia ancora oggi
presente la tragedia dell'Heysel. Sapevo di cosa si
parlava, che erano morte tante persone prima di
Juve-Liverpool, ma la vera portata di questa storia l'ho
scoperta da quando sono stato coinvolto".
Qual è il senso di
responsabilità per l'artista nel realizzare un’opera che
tocca da vicino non solo le famiglie delle 39 vittime ma
milioni di persone ?
"Da una parte non cambia nulla, ogni artista si rivolge
a tutta la popolazione sempre. Poi è chiaro che una
mostra privata stringe il cerchio di fruitori, questa è
una situazione completamente diversa e avrà una portata
notevole. È una responsabilità importante, spero che la
Juve abbia scelto il giusto artista con il giusto
progetto. Io ci ho messo tutta l'energia che avevo".
Cosa ha di diverso un
memoriale da altre opere ?
"Idealmente nulla, ogni opera è almeno in parte
autobiografica. La differenza è che un'opera permanente
deve essere pensata per durare nel tempo, per essere
addirittura eterna. Quindi, molto praticamente, va
pensata anche in un’ottica di facile manutenzione per
poter essere protetta".
Come è arrivato
all’idea giusta ?
"Non è un qualcosa di didascalico o di figurativo che
ricordi il tragico evento, non serviva una targa con i
nomi delle 39 vittime, già presente allo Juventus Museum
per esempio. Ho cercato di realizzare un'opera molto
semplice, diretta, che proponesse un'esperienza da
vivere grazie allo sguardo dell’osservatore senza altro
da capire. Niente lapidi, non si fanno più. Io credo in
un oggetto che permetta di far fiorire un pensiero dalle
conoscenze di chi lo sta guardando, serve a regalare
spunti. Poi ognuno si fa il suo racconto".
A un artista forse non
si dovrebbe chiedere. Ma può spiegarci cos’è "Verso
altrove" ?
"È un percorso, una mezza spirale in cui il visitatore
avrà la possibilità di raccogliersi e non distrarsi. È
un corridoio molto semplice, con assi sfasati che
salgono verso l'alto creando due pareti con delle
aperture di circa 8 centimetri di vuoto, questo non
permette la visione del paesaggio circostante ma
consente alla luce di entrare. All'interno di questa
visione frammentata si percorre la rampa senza vederne
apparentemente la fine, al termine si trova un
cannocchiale con le lenti al contrario. L'opera si
chiama "Verso altrove", è un'idea spirituale, l'ho
pensata come qualcosa di molto semplice ma che dura un
po', durante il percorso uno sale senza sapere dove
arriva".
C’è un "dentro"
emozionale e un "fuori" imperituro. È così ?
"Esternamente ci sarà un led che seguirà tutto il
disegno della rampa per renderla visibile anche di
notte, al buio, da lontano e pure dall'alto per chi vola
su Torino. Un segno che rimane".
Fonte:
Lastampa.it © 7 Maggio 2025
Fotografia:
©
Icone: Shutterstock.com
©
Pngegg.com
© Gianni Valle
©
|