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LIBRI e HEYSEL 2025
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Heysel Le verità di una strage... Francesco Caremani 2025
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  HEYSEL Le verità di una strage annunciata
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Heysel

Le verità di una strage annunciata (Edizione aggiornata)

Il 29 maggio di quest’anno saranno passati 40 anni dalla strage dell’Heysel. E io sono ancora qui, con i miei ricordi personali, i miei articoli e il libro che, volenti o nolenti, piaccia o meno, ha cambiato per sempre la percezione di quello che è accaduto a Bruxelles il 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. La serie televisiva francobelga, "La Tragédie du Heysel", tratta dal bellissimo libro di Jean-philippe Leclaire "Le Heysel: Une tragédie européenne" (più importante del mio), ex vice direttore de L’Equipe, per me definitiva sull’argomento, andrà integralmente in onda su Sky Sport, dopo mesi di trattative. La Rai e RaiSport stanno preparando un docufilm e uno speciale. OnePodcast un podcast curato dai professionisti aretini Francesco Bozzi ed Ettore Mengozzi: "La strage dell’Heysel". Il Corriere della Sera un talk. E in tutti questi prodotti ci sono anch’io, così come Andrea Lorentini, presidente dell’ Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel, e non solo. E così ecco l’edizione aggiornata, con un testo di Jean-Philippe Leclaire, un’intervista a tutto tondo ad Andrea Lorentini e il pezzo con cui nel 2015 arrivai terzo agli oscar del giornalismo sportivo mondiale, gli Sport Media Pearl Awards: "Che cosa resta dell’Heysel, trent’anni dopo". Perché la memoria va allenata ma va anche presidiata e protetta, come mi piace sempre ricordare: non è l’adorazione della cenere ma la custodia del fuoco. E quel fuoco brucia ancora nei cuori dei familiari delle vittime, nonostante silenzi, dimenticanze e offese negli stadi e nelle città di tutta Italia, (statece, anche perché sull’Heysel non ho mai fatto ne faccio sconti a nessuno e non sto nemmeno a perdere tempo: blocco, cancello… il resto aggiungetelo voi!). Spero, quindi, che i prodotti audio, live e televisivi possano arrivare a più persone possibile, lì dove il mio libro, fisicamente limitato e limitante, non è mai arrivato, me ne rendo conto da solo, che si sappia con certezza e chiarezza cosa è accaduto e perché – roba che, comunque, sta scritta in una sentenza del tribunale di Bruxelles da più di trent’anni e nel mio libro da più di venti, ma si sa la gente è distratta – e che questa memoria sia sempre più condivisa. Questo è il mio augurio per il 40° al netto di complottisti, odiatori, troll e stupidario social generale e generalizzato. Ma allora cosa resta dell'Heysel ? C'è stata giustizia ? Come ha sempre detto Daniel Vedovatto, l'avvocato italobelga dei familiari italiani, in quelle condizioni e con il diritto che all'epoca vigeva in Belgio è stato ottenuto il massimo: condanna dell'Uefa, di un capitano di polizia, dei pochi hooligans rintracciati e risarcimenti, che nessuno ha mai chiesto. Forse qualcuno s'è perso, ma la condanna dell'Uefa, resa corresponsabile delle manifestazioni che organizzava e che organizza, è storica, ha fatto giurisprudenza e ha cambiato per sempre il football europeo, soprattutto le coppe, esigendo severi requisiti di sicurezza per gli stadi delle finali e non solo. Se non ce ne siamo accorti è perché ce ne siamo dimenticati, quarant'anni sono una vita, un vuoto incolmabile e recuperare terreno è quasi impossibile. Resta la forza di Otello Lorentini che ha guidato i familiari delle vittime italiane contro i migliori avvocati d'Europa, la forza che l'ha spinto a citare direttamente l'Uefa nel processo, dopo che in primo grado erano stati tutti assolti, restano i volti, le immagini, i ricordi, i sogni, i sorrisi e il terrore di 39 persone che sono morte dentro uno stadio per vedere una partita di calcio. Li sentite ? Stanno sussurrando qualcosa: "La storia (dell'Heysel) siamo noi, nessuno si senta offeso". Francesco Caremani Fonte: Facebook (Pagina Autore) © 15 maggio 2025 Fotografie: Bradipolibri © Francesco Caremani © GETTY IMAGES © (Not for commercial use) Icona: Itcleanpng.com ©

La Memoria è una cosa seria,

la Memoria non è protagonismo,

la Memoria non è spettacolarizzazione,

la Memoria, in Italia, è spesso sporca, brutta e cattiva.

La Memoria è un gesto quotidiano, una battaglia senza fine.

La Memoria non ha né vinti né vincitori,

perché quando si deve difendere

la dignità di 39 morti dagli idioti

siamo tutti sconfitti

Francesco Caremani

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